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dopo il voto in Europa

però è un partito che è stato forza di governo diretta con propri ministri, e da ormai 18 anni: anche se, a differenza che in Austria o Svizzera, senza governare direttamente a livello nazionale anche con la sinistra. Insomma, cavalca l’antipolitica, ma con gli ultimi scandali minaccia pure di esserne travolta.

A differenza che in America Latina, in Europa l’estrema sinistra approfitta di meno della protesta anti-politica. Ma non è che ne sia del tutto assente. In Grecia, in particolare, il crollo del Pasok ha portato al secondo posto la Syriza, Coalizione della Sinistra Radicale. È un 16,8% che si contrappone a sinistra al 12,2% dei socialisti, all’8,5% dei comuni-

sUnione Europea

o Stefanini cali socialisti; Pvv olandese e i“progressisti” danesi hanno appoggiato governi di centro-destra dall’esterno; gli altri partiti sono stati invece tenuti in rigido isolamento. Quanto all’etichetta di neo-fascisti: in effetti vale soprattutto per l’Alba d’Oro, la cui bandiera rossa con un labirinto minoico in mezzo evoca in maniera impressionante quella nazista, e il cui programma originario sparava allo stesso modo contro “giudeo-cristianesimo, marxismo e liberalismo”, in nome della restaurazione addirittura del paganesimo olimpico. Simpatie fascisteggianti sono presenti anche nel Fronte Nazionale francese, che è in parte erede di una tradizione legittimista che pesca anche nel regime di Vichy; nel Vb, che guarda invece al nazionalismo fiammingo filo-nazista; in Romania Grande, nel cui albero genealogico ci sono certamente i Legionari di Codreanu; e anche nello Jobbik, che ha a sua volta nel suo dna qualcosa delle Croci Frecciate. Ma il Front National ha anche arruolato ex-partigiani, ilVb si è dichiarato filo-Usa nella guerra a alQaida, in Romania Grande sono anche numerosi gli ex-esponenti del regime di Ceaucescu, e lo Jobbik si considera soprattutto un movimento cristiano.

Per il resto, popolari svizzeri e Fpö sono essenzialmente antichi partiti liberalconservatori che si sono radicalizzati a destra sul tema dell’immigrazione. Il Pvv

è nato a proposito dello stesso tema da una scissione dei liberali olandesi. Progressisti norvegesi e popolari danesi erano in origine essenzialmente partiti antitasse. Legge e Ordine voleva fare piazza pulita della nomenklatura post-comunista e difendere i valori cattolici dall’influenza secolarizzante dell’Ue. L’Ukip è a sua volta un partito anti-Ue. A parte la N-Va, che vuole semplicemente l’indipendenza dal Belgio: un motivo di fondo di tutti questi movimenti è semplicemente l’ostilità anti-immigrati specie islamici, che si è sovrapposta a volte a un precedente motivo anti-fiscale, e su cui si è poi in seguito sovrapposto anche un mo-

sti e al 6,1% degli ex-Pasok della Sinistra Democratica. All’origine della Syriza, in realtà, c’erano semplicemente i comunisti “dell’interno”: autodefinizione locale degli eurocomunisti, contrapposti ai comunisti filo-sovietici del Kke, da loro definirti “dell’esterno”nel senso di “dipendenti da Mosca”. Fu un partito a lungo piccolo, che stretto tra Kke e Pasok non riuscì a diventare quello che fu in Italia il Pds-Ds. In compenso, dopo il 2000 riuscì a aggregare nuovi consensi di area no global, scivolando dalla destra dei comunisti ortodossi alla loro sinistra. E la crisi ha permesso ora loro di decollare. A Syriza assomiglia anche il

Tranne che sulla Syriza greca, i partiti di sinistra radicale dopo le fiammate degli anni scorsi appaiono in decadenza: il Partito Socialista olandese è sceso al 9,9%, mentre la Sinistra tedesca domenica nello Schleswig-Holstein ha mancato il quorum tivo anti-europeo. Specie con le ultime difficoltà della zona euro, anche se spesso per motivi proposti: i Veri Finlandesi non vogliono che si diano soldi ai greci; l’Alba d’Oro sfrutta la rabbia per questo tipo di sentimenti anti-ellenici. In Italia, dal momento che i vari gruppi a destra dell’ex-An sono tuttora a un livello extraparlamentare, il movimento che più si inquadrerebbe in questo gruppo è la Lega. A differenza che in Olanda e Danimarca

Fronte della Sinistra con cui l’ex-socialista Jean-Luc Mélenchon è arrivato quarto alla presidenziali francesi, con l’11,10%: la differenza è che lui è riuscito a schierare con sé anche il Partito Comunista storico, da tempo in salute non eccelsa. Nel Regno Unito un simile partito no global è Respect: fondato dall’exlaburista George Galloway quando ha rotto col Blair sulla Guerra in Iraq. Uscito dal Parlamento alle ultime elezioni, vi

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è tornato il 6 marzo con la clamorosa vittoria di Galloway alle suppletive del colleguio di Bradford West, dove ha preso il 55,9%. Anche se va detto che si è trattato di un collegio particolare, con una forte popolazioni di origine asiatica e islamica. Invece, alle ultime elezioni amministrative Respect non si è segnalata in modo particolare.

Altri partiti di sinistra radicale che dopo le fiammate degli anni scorsi appaiono in decadenza: il Partito Socialista olandese, terzo nel 2006 col 16,6%, ma nel 2010 sceso al 9,9%; la Sinistra tedesca, nata dalla confluenza tra gli ex-comunisti della Ddr e la sinistra socialdemocratica scontenta per le riforme dello Stato sociale, che nel 2009 ha avuto l’11,9%, ma alle ultime elezioni dello Schleswig-Holstein ha mancato il quoziente minimo, crollando dal 6 al 2,2%. In forma appare invece la Sinistra Unita spagnola: dal 3,15% del 2008, al 6,92% delle ultime elezioni, all’11% di cui la accreditano i più recenti sondaggi. Ma si tratta di un partito tradizionale i cui successi hanno un carattere di protesta, ma non di anti-politica. Piuttosto, in Spagna una forma di anti-politica è rappresentato dalla crescita, peraltro costante ma non impetuosa, di un partito centrista: Unione, Progresso e Democrazia (Upyd), che è passato dal 3,51% del 2008 al 4,7% delle ultime elezioni, e adesso sarebbe al 6%. Fondato dalla ex-socialista Rosa Díez in marcata polemica contro l’eccessivo peso dei partiti regionalisti, di fronte a tanti Paesi dove è cresciuta una protesta anti-centralista regionalista, è il caso particolare di un Paese dove sta invece crescendo una protesta centralista anti-regionalista. Un po’ all’Upyd potrebbe assomigliare il Modem di François Bayrou, che in Francia ha avuto il 9,13%, ma che appare più inserito nel sistema. Insomma, è un voto di proposta centrista, più che di protesta. In Italia, dopo una Seconda Repubblica in cui l’anti-politica sembrava soffiare soprattutto a destra, questo inizio di Terza Repubblica la vede invece imperversare soprattutto a sinistra: Italia dei Valori di Antonio Di Pietro, versus Sinistra Ecologia e Libertà di Nichi Vendola, versus Movimento Cinque Stelle di Beppe Grillo. Su alcuni aspetti, peraltro, i grillini potrebbero evocare il Partito Pirata, che nato dalla Svezia con l’obiettivo della libertà di peer-to-peer sta ora sfondando soprattutto nel mondo germanico: l’8,9% il 18 settembre 2011 a Berlino; il 7,4% il 25 marzo 2012 nella Saar; il 17 aprile il 3,8% a Innsburck; l’8,2% il 6 maggio nello Schleswig-Holstein.


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