2009_06_16

Page 22

opinioni commenti lettere proteste giudizi proposte suggerimenti blog L’OCCHIO DEL MONDO - Le opinioni della stampa internazionale

da ”Al Hayat” del 12/06/2009

I conti di Nasrallah di Walid Choucair el discorso post elettorale, il segretario generale di Hezbollah ha fatto una personale analisi degli esiti delle urne (che ha visto vincere il fronte filo-occidentale, ndr). I voti dati da chi appoggia il movimento della resistenza islamica «è un messaggio al mondo, che significa che la resistenza armata non è né la scelta verso un partito armato e neanche verso una banda armata. Ma una scelta popolare che deve essere trattata con rispetto». È una realtà, soprattutto se si parla del voto sciita nel Sud del Libano, nella valle della Bekaa e nella parte meridionale di Beirut. Questa forte base di consenso, espressa nel voto, è uno dei motivi principali della scelta libanese di proteggere il sistema dei partiti. Indipendentemente dal risultato elettorale, o dal tentativo – per niente utile – di mettersi a contare da che parte stia la maggioranza del popolo libanese. Un tentativo di distogliere l’attenzione dal fatto che l’opposizione ha fallito nel compito di diventare maggioranza di governo e che avrebbe conferito vera autorità e legittimità al partito di Dio. Durante la campagna elettorale Hezbollah era riuscito a compattare l’opposizione, mettendo insieme varie liste e partiti, in molti distretti dove il movimento di Nasrallah non aveva un forte radicamento. Una buona macchina elettorale che si è trasformata in eccessiva sicurezza. Hezbollah era circondato di un alone di eccessiva fiducia, di invincibilità e si dava per scontato fosse destinato a una sicura vittoria. Dove non c’è alcun dubbio che la mobilitazione della comunità sciita nel Libano abbia svolto un ruolo determinante nella mobilitazione del partito di Dio, è altrettanto necessario che i suoi supporter si rendano conto dell’urgenza di rispondere a ciò che i vertici di Hezbollah hanno definito una campagna della stampa interna-

N

zionale per demonizzare il movimento sciita. Un’iniziativa che, in ultima analisi, avrebbe dovuto compattare il partito per dimostrare invece che godeva di un reale consenso popolare. Anche non fosse stato in grado di diventare maggioranza e di poter quindi governare il Libano avrebbe conquistato certamente una legittimazione popolare. Circola l’opinione che questo risultato elettorale non cambi nulla nel panorama politico libanese, perché sull’altro fronte i partiti di governo hanno mantenuto la forza parlamentare già conquistata negli ultimi quattro anni.

Avere una legittimazione costituzionale avrebbe significato una grande vittoria per il partito di Nasrallah, soprattutto nei confronti di Siria e Iran. Negli equilibri della politica regionale avrebbe potuto dare un tono diverso a negoziati e ai confronti sugli interessi contrapposti. C’è chi pensa invece che Hezbollah non abbia voluto vincere, perché le responsabilità di governo gli avrebbe fatto perdere il contatto con la base, dove ora può meglio operare, evitando la prima linea degli eventi. Una visione che è contraddetta però dalla eccessiva autosufficienza con cui Hassan Nasrallah e i vertici del partito hanno dimostrato. Senza dimenticare il crollo in popolarità dell’alleato e leader del Free patriotic movement, il generale Michel Aoun. Una forza politica che ha fallito anche in un altro importante settore: hanno mancato la conquista di voti nella comunità sunnita che in gran parte è rimasta fedele a Saad al-Hariri, che può considerare il risultato delle urne come una

vittoria personale. E i suoi alleati non possono dire altrettanto. Insomma un riallineamento tra voto sunnita e sciita a favore di questi ultimi c’è stato. Con tutte le considerazioni che ciò potrebbe portare nel futuro del Libano. Al presidente in carica Suleiman, Hezbollah manda un avvertimento, avendo vinto anche nel distretto di Jbeil, roccaforte del presidente. Quella zona ti appartiene solo geograficamente, politicamente è nostra. Al generale Aoun, Nasrallah fa notare come la sua carriera politica ora sia nelle mani del movimento sciita. Per ultimo un messaggio interno al movimento diretto a Nabih Berri, visto che Hezbollah non è più disposto a sopportarne una certa indipendenza di scelte. Poi anche verso Jumblatt e la sua ultima riconversione politica: il suo passato non può essere dimenticato e dovrà passare le forche caudine del partito di Dio.

L’IMMAGINE

Un’altra sconfitta per la sinistra mentre l’Italia dei valori guadagna consensi Non c’è che dire, la sinistra ha fatto la magra figura di dimostrare a tutti gli italiani l’iniquità della propria politica che, basandosi solo sulla campagna denigratoria del premier, adesso si dice contenta anche se ha perso sonoramente, solo perché le previsioni sul 40% del premier non sono state rispettate. I voti persi dal Pd non sono rimasti a sinistra, nelle formazioni oltranziste o radicali che nel Parlamento europeo sono praticamente scomparse, ma sono addirittura andate a destra e nell’Idv, che si è sempre voluto configurare come l’alter ego di una sinistra in frantumi. La gente per le strade diceva in questi giorni che le illazioni sui fatti privati del premier, si sarebbero trasformati in un ulteriore flusso di voti verso il Pdl, ma forse è successo il contrario. Su certe cose non si scherza, e bene farebbe il premier a sporgere querele; per fatti che comunque non sono neanche bastati a reggere il tracollo di un Pd che adesso si regge solo sulle fantasie politiche e sui miraggi futuri.

Bruna Rosso

LA GIUSTA LETTURA

LA RABBIA ABBANDONATA

Dalla Chiesa ai cittadini comuni, si è richiesto una maggiore attenzione ai valori morali nell’espressione politica del proprio giudizio e, aggiungerei, anche nella conseguente lettura. Nel parlare di etica e morale, è come tuffarsi in un mare dove la bussola però può anche impazzire in determinate situazione e portarci lontano dai porti rassicuranti. Fin quando non si darà una corretta lettura del messaggio che la gente vuole dare ai politici, non si andrà mai avanti e questo è il primo principio morale in rispetto dell’altrui dignità, di cittadino, di contribuente. In sintesi, smettiamola con il passato e abbracciamo le riforme che un nuovo conservatorismo vuole fare ovunque, dall’Italia all’Europa intera.

Tremonti ha detto che le banche non hanno adoperato bene i bond e ciò ha penalizzato i finanziamenti alle imprese e anche le speranze di tanti cittadini che speravano in maggiori aperture del credito. I problemi economici provengono da una errata gestione del denaro proprio da parte degli istituti di credito; nessuno può porvi rimedio.

BR

Giacomo Salerno

OBAMA, ILLUSO VANEGGIATORE All’università del Cairo, l’unto del Signore Obama, nella duplice veste di neo messia cristiano e neo profeta maomettano, ha pronunciato secondo alcuni osservatori, uno storico discorso. In realtà l’irenico presidente americano, non ha fatto altro che ripetere vecchi

Ridere come una scimmia Chi ha riso per primo l’uomo o la scimmia? Forse la scimmia. Se finora si pensava che i primati ridessero solo per imitazione, ora non più. Grazie a uno studio condotto da alcuni ricercatori dell’università di Portsmouth, che hanno fatto il solletico a una ventina tra oranghi, gorilla, bonobo e scimpanzé, hanno scoperto che le scimmie non solo ridono come noi ma anche per gli stessi motivi: quando provano un’emozione

slogan pacifisti, come democrazia, libertà e diritti umani, che come l’11 settembre e i plurimi fallimenti di Camp David, Oslo e Ginevra hanno dimostrato, sono serviti unicamente a far sbellicare dalle risate gli adoratori della mezza luna. Non a caso, neppure il tempo di dispensare l’ennesima minestrina a base di buonismo e “volemose ben”, Bin Laden lo ha

minacciato, al Qaeda ha sgozzato un ostaggio britannico e in Italia sono stati arrestati 5 terroristi islamici. Barack Obama e i pacifisti occidentali, non sono ancora riusciti a ficcarsi in testa che il Corano in nessuna summa, parla di uguaglianza, di ecumenismo, di dialogo interreligioso, di pace e di rispetto per gli infedeli. Per converso, il libro vergato dal poliga-

mo Allah, incita all’odio e alla conversione forzata dei nemici. Peccato che l’ambizioso idealista, o più probabilmente, furbetto Obama, non passerà alla storia come il sensale che ha interrotto lo scontro di civiltà iniziato con la nascita dell’islam, ma come il più grande illuso vaneggiatore dei presidenti americani.

Gianni Toffali - Verona


Issuu converts static files into: digital portfolios, online yearbooks, online catalogs, digital photo albums and more. Sign up and create your flipbook.