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i misteri dell’universo

pagina 22 • 3 luglio 2010

on è vero, come tutti hanno scritto, che è la prima volta che fantascienza, Ufo, extraterresti e simili siano approdati fra i banchi dei sempre più temuti esami di maturità. Nessuno se lo ricorda, ma un caso simile si verificò nientemeno che venti anni fa, quando nel luglio 1991 per gli alunni dei licei scientifici e degli istituti tecnici venne proposta la seguente traccia: «La fantascienza nella letteratura, nel cinema e nella televisione. L’interesse per l’immaginario fantascientifico è solo ricerca o svago? O vuol dire invece che l’uomo non può appagarsi solo di una realtà sperimentale e verificabile?». I commenti, specie quello di Giulio Giorello, filosofo della scienza, furono positivi. Ma una rondine non fa primavera e nel corso di quattro decenni, che io mi ricordi, il coraggioso exploit rimase tale e i burocrati del Ministero della Pubblica Istruzione preferirono mantenersi nell’ovvio e lo scontato, ancorché racconti di fantascienza siano sempre più presenti nelle antologie scolastiche, ne esistano parecchie specificatamente dedicate alle storie di science fiction con schede, formulari ecc. e quindi l’argomento per i ragazzi delle superiori non risulti essere certo una novità. Anzi, a ridosso nel 1991 ne erano uscite parecchie e di questo tema (fantasia/fantascienza/ immaginario) se ne discuteva parecchio sulle riviste dedicate alla didattica e alla letteratura giovanile: il che forse influenzò gli esperi di Viale Trastevere (dove ha sede, a Roma, il Ministero della Pubblica Istruzione, ndr).

N

Purtroppo però, come detto, una rondine non fece primavera, le speranze andarono deluse e non si insistette su quella via innovativa riproponendo l’argomento, sotto varie angolazioni è chiaro, in qualcuno degli anni successivi. È invece dovuta passare quasi una generazione e solo adesso, giugno 2010, è ricomparsa una traccia non certo uguale, ma simile, e sempre per l’ambito tecnicoscientifico, vale a dire: «Siamo soli? Il candidato deve sviluppare il tema sulla possibile esistenza di vita oltre il pianeta Terra. L’argomento interessa sia la scienza che la filosofia e può essere supportato con considerazioni e citazioni di Steven J. Dick, Vita nel cosmo. Esistono gli extraterrestri?; Pippo Battaglia-Walter Ferreri, C’è vita nell’Universo? La scienza e la ricerca di altre civiltà; Immanuel Kant, Critica della ragione pura; Stephen Hawking, L’universo in un guscio di noce; Paul C.W. Davies, Siamo soli? Implicazioni filosofiche della scoperta della vita extraterrestre». L’argomento

MobyDICK

ai confini della realtà

Oggetti volanti

sui banchi di scuola di Gianfranco de Turris si può pensare che sia esclusivamente scientifico-filosofico, ma visto che nei brani allegati degli autori cui la traccia fa riferimento, Hawking cita addirittura Star Trek (scritto però Star Treck: se non c’è almeno un errore nelle tracce al Ministero non sono contenti…), pare ovvio che le divagazioni possono essere diverse. Strano piuttosto che non ci fosse un estratto di Giordano Bruno sulla pluralità dei mondi… C’era però addirittura un brano di Kant che diceva. «Sarei pronto a scommettere i miei averi che almeno in uno dei pianeti che vediamo vi sono abitanti». In teoria un ragazzo di oggi, letteralmente bombardato da questo tema sotto forma essenzialmente di film, non avrebbe avuto grandi difficoltà a scrivervi su: e a quanto pare questa traccia

all’interno di queste di altri sistemi solari e anche, di recente, di pianeti simil-terrestri, non si sono sottratti alla speculazioni in merito, peraltro anticipate come spesso avviene dalla fantascienza del secondo dopoguerra con il famoso A Case of Conscience di James Blish (racconto 1953, romanzo 1959). Ad esempio: eventuali extraterrestri sono nati o non sono nati con il peccato originale? Hanno avuto una rivelazione? Hanno conosciuto un messia? E se così non fosse sarebbero da evangelizzare, o da lasciare nella loro «innocenza»? E se adorassero invece altre divinità? Tutti questi problemi avrebbero potuto benissimo entrare nella speculazione proposta dalla traccia ministeriale. La semplificazione giornalistica l’ha subito presentata come il «tema sugli Ufo». Pur se tra gli au-

A vent’anni di distanza, la science fiction torna a essere argomento di un tema di maturità ai licei scientifici e agli istituti tecnici. Da Luciano di Samosata a “Star Trek”, ecco come si sarebbe potuta svolgere la prova d’italiano è stata la terza fra quelle prescelte (19 per cento). Però ovviamente non ci si poteva limitare a un discorsetto fantascientifico, ma prendere lo spunto sia dagli estratti scientifici sia da quelli filosofici per ampliare il panorama. La possibile esistenza di altri essere viventi nel cosmo risale già ai filosofi greci e i teologi dopo l’accettazione del sistema eliocentrico e la scoperta di altre costellazioni e

tori di riferimento non ci sono ufologi ma fisici, astronomi e divulgatori scientifici, la semplificazione non è del tutto errata. Infatti, se esistono civiltà extraterrestri ci si deve porre il problema se sono o non sono più avanti scientificamente e tecnologicamente di noi, e se lo sono se potrebbero o non potrebbero venire a esplorare la Terra, e se sì perché, e se no perché. Come si vede, gli «oggetti

volanti non identificati» in un certo qual modo rientrano in questo argomento. E il tema - o come oggi caspita si chiama avrebbe potuto svolgersi su diversi livelli o piani, avendo le conoscenze e la duttilità necessarie.

In sostanza, la traccia implicava apparentemente solo due livelli: il primo è sicuramente quello strettamente scientifico: a che punto siamo con la ricerca della vita sugli altri pianeti? Ed essa è possibile, sia sotto la forma che conosciamo sia sotto altre possibili forme?; il secondo è filosofico: la speculazione filosofica ritiene possibile l’esistenza di altri esseri viventi nell’universo? Ma ce ne potevano essere almeno altri tre cui si è accennato: quello religioso, sulle ipotesi teologiche in merito; quello ufologico, sulla questione della esistenza dei «dischi volanti» e simili; e quello fantascientifico: come la narrativa avveniristica ha immaginato la questione. E qui si poteva partire addirittura dal romanzo greco con Luciano di Samosata che nella sua Storia vera descrive gli abitanti della Luna, per arrivare - appunto - alle molteplici razze galattiche descritte in Star Trek, specie nelle sue ultimissime serie, Deep Space Nie,Voyager e Enterprise. Insomma, da scriverci un’enciclopedia. Lo avessero proposto a me un tema del genere agli esami di maturità! Ma ormai (quasi) cinquant’anni fa a Viale Trastevere non la pensavano come oggi…


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