Costozero n.1/2017 - Il potere delle buone idee - Premio Best Practices per l'Innovazione

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Reati economici ed efficienza della giustizia: impatti sul rischio di credito Se il peso dell’economia sommersa e illegale in Italia scendesse al livello medio dei Paesi dell’area euro, sarebbe possibile recuperare il 2,5% del PIL nazionale pari a un valore di circa 40 miliardi di euro. Il dato italiano è, a sua volta, una media di realtà diverse, dove il Sud spicca per un’incidenza di economia sommersa e criminale di 8 punti superiore al dato nazionale di Consuelo Carreras SRM - Studi e Ricerche per il Mezzogiorno

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RM ha presentato il 7 febbraio scorso, presso la sede del Banco di Napoli, il nuovo numero monografico della rivista internazionale Rassegna Economica, dal titolo “Reati economici ed efficienza della giustizia: impatti sul rischio di credito”. La Rassegna Economica segue e documenta il divenire del Sud d’Italia nel contesto nazionale e internazionale fornendo, con i suoi articoli, un forte contributo di idee alla conoscenza e all’approfondimento delle tematiche economiche e finanziarie del Mezzogiorno e del Paese. Il nuovo numero monografico prosegue il filone dei temi affrontati nei tre anni passati (il peso dell’economia sommersa e illegale prima, le imprese sequestrate alla criminalità organizzata, la relazione tra credito e giustizia e il relativo impatto sulle dinamiche economiche) analizzando il rapporto tra il peso dell’economia illegale e sommersa sul territorio, la funzionalità ed efficienza della sfera giudiziale e la competitività del sistema economico e finanzia-

rio, esaminando altresì l’incidenza di queste dinamiche sul rischio di credito. L’analisi dei fenomeni e delle relazioni in atto tra giustizia, mondo del credito e sistema economico e imprenditoriale ha consentito di evidenziare i nodi da sciogliere e i terreni sui quali agire per frenare le logiche distorsive del mercato e incentivare le dinamiche di sviluppo dei territori. Tra i paesi europei, l’Italia si distingue per un più elevato livello di economia sommersa e criminale. L’economia non osservata (denominata NOENon Observed Economy) in Italia è il 20,6% del PIL nazionale. Essa è composto da circa il 18% di economia sommersa e da circa il 2,6% di economia illegale «produttiva». Una cifra che si stima ben superiore ai 310 miliardi di euro. Illegalità e sommerso riducono la competitività del sistema Paese, con innumerevoli conseguenze negative su diversi fattori dell’economia, come l’attrattività di investimenti esteri e la concorrenza sleale verso le imprese sane. La trasparenza dei bilanci è meno

elevata e più difficile risulta l’esercizio del merito di credito da parte delle banche. Una maggiore densità criminale fa salire il costo del credito per le imprese e condiziona negativamente il volume di risorse finanziarie fornite dalle banche al sistema produttivo. Illegalità e sommerso incidono anche sul PIL potenziale riducendone le attese di crescita. Se il peso dell’economia sommersa e illegale in Italia scendesse al livello medio dei Paesi dell’area euro, sarebbe possibile recuperare il 2,5% del PIL nazionale pari a un valore di circa 40 miliardi di euro. Il dato italiano è a sua volta una media di realtà significativamente diverse, dove il Mezzogiorno spicca per un’incidenza di economia sommersa e criminale di 8 punti superiore al dato nazionale (un valore intorno al 28,6% del PIL della Macroarea). In questo caso la stima è poco superiore ai 100 miliardi di euro, e il valore recuperabile - ipotizzando un allineamento alle medie nazionali - sarebbe di circa 13 miliardi di euro pari al 3,6% del PIL locale.


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