Costozero | XIV PREMIO 2020 BEST PRACTICES PER L'INNOVAZIONE

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editoriale

Addio alle armi di Andrea Prete | presidente Confindustria Salerno

Il 2020 segna la fine del mio impegno in Confindustria, lungo 34 anni. L'auspicio è che al Sistema non manchino mai imprenditori seri e responsabili, capaci di mettere cuore e spirito in ogni progetto, al servizio del bene comune

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l 2020 sarà impossibile da dimenticare. Passerà alla storia come l’anno in cui il mondo è stato messo sotto scacco dal Covid-19, che ha travolto mercati ed economie, abitudini e certezze quotidiane. I dati fotografano con assoluta spietatezza la portata della crisi innescata dalla pandemia nel nostro Paese, con il Pil che subirà una contrazione di almeno il 10%. Non eravamo, purtroppo, nuovi a situazioni di grave recessione economica, ma quella in atto è, per intensità, di certo la peggiore dal Secondo Dopoguerra. Se la ricaduta sul Pil è nell’immediato pesante, l'effetto sui posti di lavoro - una volta terminati anche gli interventi di ristoro e il blocco dei licenziamenti - sarà di gran lunga peggiore. Diventa quindi ancor più necessario, per la tenuta anche sociale, che il Paese torni a crescere, utilizzando in maniera sapiente ed efficace le risorse messe a disposizione dall’Europa. Con il Recovery Fund, l’Italia ha l’occasione storica e imperdibile di trasformare la propria economia e riavviare lo sviluppo coniugando competitività e sostenibilità. Duecentonove miliardi di euro, tra prestiti e trasferimenti diretti, da impiegare innanzitutto in riforme e investimenti in infrastrutture materiali e immateriali per un Paese in cui la PA sia meno avvitata su sé stessa, in cui la giustizia diventi finalmente sostenibile e la società tutta, nel suo complesso, più forte, inclusiva e innovativa. Trasformazioni green e digitalizzazione sono le strade giuste anche per dare fiducia e occupazione ai giovani, fortemente penalizzati non solo in questi lunghi mesi di emergenza. Come sottolineato da molti, poi, il Mezzogiorno se rilanciato può valere da spinta per il resto del Paese.

Il tempo corre e con la stessa velocità con cui fin qui si è promesso, il Paese ha ora bisogno di fatti e risposte serie per non perdere, come già accaduto, il treno che ci sta passando davanti. Personalmente, ricorderò il 2020 anche perché segna la fine del mio impegno in Confindustria, lungo 34 anni. Nel tempo ho avuto l’onore di ricoprire tutte le cariche associative più importanti a livello provinciale, bissando anche l’esperienza di presidente di Confindustria Salerno. Mi sono avvicinato nel 1986 a Confindustria per avere l’opportunità di confrontarmi con altri imprenditori che, indipendentemente dal settore merceologico in cui operavano, necessariamente dovevano fare i conti con problemi connessi alla guida di un’azienda. Tanti nel tempo sono diventati amici, non solo colleghi, con cui ho fatto un pezzo di strada, condividendo ansie, certo, ma anche visioni, progetti e prospettive. Da allora, resto convinto che i valori propri dell’associazionismo e della rappresentanza incarnino uno dei pochi validi antidoti alla desertificazione culturale e democratica e, per questo, mi sono speso con determinazione nella loro tutela fino a oggi. Nel futuro mi auguro che Confindustria continui con tenacia a saper difendere gli interessi delle imprese italiane, a sostenere servizi e progetti che ne favoriscano la crescita e ne promuovano le istanze presso chi governa i territori e nel confronto con il mondo sindacale. E poiché “le idee camminano sulle gambe degli uomini”, mi auguro non manchino mai imprenditori responsabili e seri, capaci di mettere cuore e spirito in ogni progetto, al servizio del bene comune. Dicembre 2020 | Gennaio 2021

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sommario

EDITORIALE Addio alle armi 1 di A. Prete

CONFINDUSTRIA 25 Diversity & Innovation Intervista ad A. Puglisi BANCOPASS, nuove funzionalità 27 per un’aumentata efficienza di M. Villano

SPECIALE PREMIO BEST PRACTICES PER L'INNOVAZIONE Serravalle: «Al Premio BPI in scena 4 l'innovazione che serve al Paese» Intervista a F. Serravalle Digital healthcare, l’innovazione 6 dirompente di PatchAi Intervista ad A. Monterosso Lynx, il monopattino elettrico 8 che vede lungo Intervista a M. Melis Latitudo 40, dati spaziali per un’idea 9 dalle potenzialità sconfinate Intervista a V. Vecchio 11 Dallo shock della pandemia al coraggio di innovare Intervista a C. Avenia 14 Gisolfi: «Il mio impegno per il digitale» Intervista ad E. Gisolfi 16

La forza della rete Intervista a L. Sansone

Banca Sella, il futuro 17 è nella coopetizione Intervista a V. Villani 18

Elogio all'etica Intervista ad A. Palumbo

Catarozzo: «Al Premio BPI il meglio 19 della progettazione Made in Italy» Intervista a C. Catarozzo 20

La formazione per vincere Intervista a T. Paganini

FOCUS La sfida dell’innovazione 21 per la ripresa economica di A. Cozzolino

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BUSINESS 28 Il crowdfunding italiano si chiama DeRev di R. Venerando 29

SolveUp, la nuova soluzione a misura di PMI di R. Venerando

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Hotel Help. Un esperto gratis a tua disposizione a cura della redazione

Supporto Tecnico e Fondi Usa, la DEM 31 Consulting in prima linea nella lotta al Covid-19 di R. Venerando Ceramica Giovanni De Maio, 32 fuoco mediterraneo di R. Venerando NEW ENTRIES IMO - Italpress Modular Office, 34 l’arredamento professionale differente a cura della redazione Studio Torta, competenza 35 e professionalità brevettate a cura della redazione Rienergy esco srl e Stalbum, 36 esempio virtuoso di economia circolare a cura della redazione 37

Casamica, for 30 Years Always Togheter a cura della redazione

Entra nel mondo della Realtà Aumentata 38 con Moreglobe a cura della redazione NORME E SOCIETÀ Mediazione con la P.A., 39 la lunga strada delle ADR di L. D'Angiolella 41 Il contratto di Drop Shipping di M. Galardo


La riforma della giustizia 43 e la mediazione negata di M. Marinaro e L. D'Urso 46 Patrimonio, come proteggerlo attraverso il trust di F. Moscati e R. Orlando FISCO Elusione: per i conferimenti di quote 48 neutrali attenzione ai concambi di M. Fiorentino Legge di Bilancio 2021, bis di provvedimenti 50 per sostenere gli investimenti produttivi di A. Sacrestano 52

Immobiliare: cos’è e come funziona il rent to buy di G. Di Filippo

LAVORO 56 Il diritto al buono pasto in smart working di P. Ambron

MERCATI 58 Anno 2021…Happy New Brexit di A. Petruzzo BON TON 60 La telefonata che allunga la vita di N. Santini

SALUTE 61 Couperose e Rosacea: cause e rimedi di A. Di Pietro 62 Modelli alimentari, infiammazione e COVID-19 di G. Fatati FINISTERRE 63 Dante pop e social di A. Amendola LIBRI/HOME CINEMA 64 Breve storia del mio silenzio a cura di R. Venerando

NUMERO 4 DICEMBRE 2020/ GENNAIO 2021 Bimestrale di Economia, Finanza, Politica Imprenditoriale e Tempo Libero di Confindustria Salerno Reg. Trib. di Salerno N. 67 7 del 22/10/1987 Iscrizione al Roc N. 23241/2013 Direttore Editoriale Andrea Prete Direttore Responsabile Alessandro Sacrestano Redazione Raffaella Venerando Project Management Vito Salerno Società Editrice/Direzione e Redazione Assindustria Salerno Ser vice Srl Via Madonna Di Fatima, 194 - 84129 Salerno Tel. 089 335408/Fax 089 5223007 P. iva 039711 70653 redazione@costozero.it - www.costozero.it Stampa Ar ti Grafiche Boccia/Salerno Foto Archivio Costozero Massimo Pica/Ag. Fotografica Grafica e Impaginazione Moreplus/www.moreplus.it Immagine di coper tina e video design by Vibrancy La te cnologia d i AR More glob e ® e l' algoritmo b re ve ttato AR Print Out, utilizzati p e r la re alizzazione d e lla cop e r tina d i C ostoze ro, sono d i p rop rie tà d i C re atiwa Stud io Srls L e op inioni esp resse neg l i a r tic ol i a p p a r teng ono a i sing ol i a u tori dei q u a l i si intende risp etta re l a p iena l ib er tà di g iu diz io

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64 Monos - Un gioco da ragazzi a cura di V. Salerno Dicembre 2020 | Gennaio 2021

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speciale premio best practices per l'innovazione

SERRAVALLE: «AL PREMIO bpi IN SCENA L'INNOVAZIONE CHE SERVE AL PAESE» Oltre duemila accessi alla piattaforma per un'edizione, la XIV, completamente in digitale

FRANCESCO SERRAVALLE

PRESIDENTE SIT CONFINDUSTRIA SALERNO

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uattordici edizioni per il Premio BPI. Quella di quest’anno la sua prima da presidente del Gruppo SIT di Confindustria Salerno. Tenuto conto dei numeri e dei riconoscimenti avuti credo possa dirsi soddisfatto. Sì, senz’altro. Quando abbiamo iniziato a progettare l’edizione 2020 del Premio, lo abbiamo fatto accettando un’autentica sfida verso l’ignoto. L’imprevisto e prolungato lockdown aveva (e ha) finora determinato cancellazioni e rinvii di importanti eventi e non era affatto escluso che non potesse capitare al nostro. Mai come quest’anno, però, il Premio lo sentivamo necessario, non solo per offrire una prospettiva di ottimismo della volontà, ma soprattutto per raccontare in questa fase di enorme incertezza le straordinarie potenzialità di crescita legate all’innovazione delle nostre imprese. Felici, quindi, non aver ceduto ai dubbi e di essere andati spediti verso questa edizione inedita, svolta completamente in digitale, che ha coinvolto numerosi

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sostenitori e partner e ottenuto prestigiosi patrocini, come quello di Confindustria Digitale. I numeri ci hanno dato ragione: nella due giorni abbiamo registrato oltre 2000 accessi alla piattaforma e una media di 200 spettatori simultanei a seguire la diretta streaming. La capacità di coinvolgimento del Premio è stata evidente al punto tale che il presidente di Smau, Pierantonio Macola, nostro ospite in un talk, ha espresso la volontà di inserire Salerno come tappa del loro road show internazionale. Non male per un’edizione "startup"! Tutto questo sarà inevitabilmente un valido punto di partenza per l’edizione nel 2021, calendarizzata già per la prossima tarda primavera. Che Italia raccontano i progetti in gara? La call ha raccolto circa 120 progetti, di cui 107 ammessi alla competizione finale e ripartiti nelle categorie in gara quest’anno: industria 4.0, digitalizzazione e design. Rispetto alla totalità dei progetti pervenuti, circa il 60% poneva al centro un’in-

novazione di processo - e quindi ricadente nella sezione riservata alla digitalizzazione - mentre il restante 40% testimoniava la grande spinta innovativa delle tecnologie abilitanti di industria 4.0. Anche il settore del design è stato ben rappresentato (il 15% del totale), a riprova di quanto oggi il mercato chieda prodotti che siano sintesi compiuta di bellezza e qualità funzionale, stile ed efficacia. Volendo ancor più segmentare le innovazioni in gara in questa XIV edizione, va senz’altro sottolineato che l’emergenza covid-19 ha polarizzato molto l’attenzione, tanto da far registrare un 15% di idee sul tema, tutte rispondenti ai nuovi bisogni del mercato. Altri comparti espressione dei trend del momento sono stati green & circular economy 20%; manifacturing 30%; IT & social 30%. Ma il risultato che più mi preme rimarcare è che molte delle idee in concorso (il 20%) erano realizzate in modalità collaborativa, elemento su cui quest’anno il Premio ha molto insistito, tanto da attribuire a questi progetti


La premiazione con Andrea Prete, presidente Confindustria Salerno

in partnership una premialità aggiuntiva rispetto alle innovazioni promosse dai singoli. Questo ha portato al nostro Premio idee firmate anche da grandi nomi - penso a Italcementi, a Roche e a molti altri - a riprova della elevata capacità distintiva che, negli anni, siamo riusciti a meritarci tra le tante

competizioni sull’innovazione oggi presenti sulla scena nazionale. Il tratto saliente e costitutivo del Premio, però, è e resterà quello di offrire il palco sia all’innovazione spinta, dirompente, radicale, capace di fare da traino e al contempo indispensabile per disegnare il futuro, ma anche alle visioni in

piccolo, quei risultati incrementali che consentono alle aziende di dimensioni magari contenute di evolvere, migliorando l’esistente, aumentando la produttività e competitività dell’impresa e l’efficienza di utilizzo di tutti i fattori della produzione. È questa l’innovazione che serve al Paese.

I vincitori della XIV edizione del Premio Best Practices per l'Innovazione

Dicembre 2020 | Gennaio 2021

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speciale premio best practices per l'innovazione | premio digitalizzazione

Digital healthcare, l’innovazione dirompente di PatchAi

ALESSANDRO MONTEROSSO

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Co-Founder & CEO PATCHAI

ome nasce, a quale bisogno concreto risponde e a chi è rivolta PatchAi? L’idea di PatchAi® è nata tra le corsie d’ospedale, lavorando sui trial di oncologia pediatrica dove notammo che la raccolta dati avveniva soprattutto su carta (circa nel 50% dei casi). In media un nuovo farmaco richiede 15 anni e circa 2 miliardi di dollari d’investimento prima di raggiungere il mercato. Da qui è nata in noi l’idea di sviluppare una soluzione che aumentasse il coinvolgimento e il dialogo con i pazienti, per migliorare il monitoraggio domiciliare, la sua esperienza ed educazione, oltre all’aderenza alla terapia e alla raccolta dei dati (Real World Data): in questo modo si sarebbe dato un supporto concreto per abbreviare il go-to-market di farmaci innovativi, più sicuri, economici e più personalizzati. PatchAi® è una piattaforma cognitiva che tramite un chatbot empatico, basato su AI e machine learning, permette la raccolta di dati in forma conversazionale (Co-PRO®) da pazienti coinvolti in studi di ricerca clinica. É il primo Software as Medical Device sul mercato a offrire una customizzazione per ogni singolo studio, insieme a una personalizzazione

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La piattaforma cognitiva nata in corsia rivoluziona l’analisi e raccolta in forma conversazionale dei dati riportati dai pazienti coinvolti in studi di ricerca clinica, spalancando le porte a una nuova frontiera nell’engagement del paziente grazie all’adozione di Intelligenza Artificiale e Machine Learning

a livello individuale del paziente. A causa della pandemia Covid-19 il nostro focus su Patient Support Program e pratica clinica standard è aumentato lavorando con Roche Italia. Nel suo caso, l’innovazione è nata dall’aver migliorato un processo già esistente. Convincere il mondo intorno a lei a investire sulla sua visione è stato complesso? Quanto tempo ha richiesto e quante energie ha raccolto intorno a sé? L’industry ha accolto favorevolmente soluzione e idea di business, sposandone l’approccio. PatchAi Srl è nata nel 2018, poi abbiamo collaborato con il nostro primo cliente per rendere il progetto una realtà: la soluzione è sul mercato da fine 2019 e da allora non ci siamo fermati. Nel 2020 abbiamo iniziato un percorso con Roche attraverso Smart Health Companion (SHC), portando i Co-PRO® nella pratica clinica standard. Il nostro team è ora di ventuno superstar e supporter, esperti in campo medico, infermieristico, farmacologico, data science, ingegneria informatica, AI e machine learning. Quanto conta, in progetti come il suo, l’immedesimazione con l’utente finale? Per noi è un pilastro fondamentale

dell’organizzazione. Fin da subito abbiamo posto il paziente al centro del processo, stringendo partnership strategiche ad esempio con l’Università degli Studi di Padova e associazioni dei pazienti. In ogni fase di sviluppo e miglioramento gli utenti di PatchAi hanno e continuano a collaborare con noi. Il suo progetto è sviluppato in partnership con Roche. Come è avvenuto l’incontro? Che valore ha avuto per voi questa collaborazione? Abbiamo vinto la 1^ edizione del programma di Open Innovation Roche HealthBuilders. Durante l’emergenza Covid-19 abbiamo capito che con PatchAi potevamo dare il nostro contributo concreto nel supportare il sistema nella presa in carico digitale dei percorsi terapeutico-assistenziale tradizionali. Da qui il progetto per lo sviluppo di SHC, il servizio di salute digitale di Roche powered by PatchAi nato a supporto gratuito di medici e pazienti oncologici italiani. A luglio 2020 abbiamo lanciato la soluzione nata dall’ascolto di clinici e associazioni di pazienti. Con la relazione in essere stiamo cambiando radicalmente il modo di pensare e di fare assistenza sanitaria, garantendo patient engagement at every step. Miriamo


a fornire una soluzione completa e modulare che contribuisce alla trasformazione digitale e alla sostenibilità della Sanità in Italia e non solo. In questi ultimi, difficili mesi, il comparto digital healthcare è esploso. In cosa differisce PatchAi da altre piattaforme simili? La pandemia ha dato una forte accelerazione al digital healthcare e un’ulteriore spinta all’evoluzione di PatchAi che già si era focalizzata su patient engagement e attenzione alla patient experience. La salute di ogni individuo è unica e attraverso il nostro assistente virtuale empatico siamo in grado di offrire una soluzione individuale personalizzata. PatchAi® è un dispositivo medico di Classe I che promuove la partecipazione attiva, l’engagement e la ritenzione dei pazienti durante gli studi (95,4%, Q1 2020) riducendo costi e tempistiche degli studi clinici. Con SHC tutto ciò è entrato nella pratica clinica insieme alla funzionalità di videoconsulto. Due vizi e due virtù dell’ecosistema dell’innovazione italiano. Ci troviamo in un momento effer-

Piattaforma PatchAi®

vescente. Il tessuto italiano, sia a livello governativo, sia attraverso altre organizzazioni, è un terreno fertile per supportare realtà che operano nel digital health. Partecipiamo a competizioni e challenge, tessendo relazioni e partnership durature attraverso hub di innovazione; la professionalità è alta e il clima di collaborazione con altri imprenditori è aperto. Ci consideriamo membri attivi di una community che sta supportando una ripresa del Paese nel suo indice di digital readiness. Quale innovazione, secondo lei,

potrebbe cambiare il mondo nei prossimi anni? AI e machine learning sono in continua evoluzione, solo con un maggiore livello di maturità sarà possibile migliorare la qualità di vita per tutti gli utenti. Nel nostro team stiamo lavorando sodo per diventare un Digital Therapeutic, focalizzandoci in aree di maggiore bisogno come l’oncologia. Nei prossimi anni ci piacerebbe rendere PatchAi la prima Prescription App in Italia, supportando oltre 1 milione di utenti a livello globale.

Un dettaglio della piattaforma PatchAi®, dashboard per team clinici

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speciale premio best practices per l'innovazione | premio design

Lynx, il monopattino elettrico che vede lungo Spostamenti più sicuri grazie all’innovativo prodotto ideato da TO.TEM. Dotato di sistema di collision alert, tre ruote, pedana larga e navigatore, il progetto è risultato “primo” nella categoria design della XIV edizione del Premio BPI di Confindustria Salerno MASSIMILIANO MELIS

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TOTEM

ome nasce, a quale bisogno concreto risponde e a chi è rivolto Lynx? LYNX nasce da un’attenta analisi di chi ha bisogno di muoversi tutti i giorni. Studiando le abitudini di spostamento delle persone, intervistando pendolari, studenti e utilizzatori di servizi di sharing, ci siamo accorti di un limite fondamentale dei prodotti esistenti: la sicurezza. LYNX nasce proprio con l’intento di rendere più sicuro lo spostamento, essendo allo stesso tempo un’alternativa realmente ecologica e sostenibile. LYNX ci permetterà di aprire il mondo della micromobilità a tutti quegli utenti che oggi non la considerano, proprio per mancanza di mezzi stabili e sicuri. Da questo gap nascono le caratteristiche principali del nostro prodotto come il sistema di collision alert, le tre ruote, la pedana larga e in legno, il navigatore. Nel suo caso, l’innovazione è nata dall’aver migliorato un prodotto già esistente. Per arrivare a Lynx quanto tempo è stato necessario? Quante energie ha raccolto il progetto intorno a sé? Da buona startup siamo arrivati al prodotto finale in pochissimo tempo e con molte iterazioni: in meno di un anno abbiamo realizzato 14 prototipi che, iterazione dopo iterazione, ci

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hanno portato al prodotto finale, adesso disponibile in prevendita in crowdfunding sulla piattaforma Indiegogo. Solo grazie all’eterogeneità del team è stato possibile realizzare LYNX in così poco tempo, non trascurando alcun aspetto fondamentale. Le energie non sono state poche ed è grazie all’appoggio e alla stretta collaborazione che abbiamo con PUNCH Torino che questo è stato possibile. Quanto conta, in progetti come il suo, l’immedesimazione con l’utente finale? È l’elemento più importante. Un prodotto nuovo ha senso di esistere se, e solo se, risolve un problema. Di frequente si vedono progetti anche molto belli che però rischiano di essere “esercizi di stile”. Da ingegnere riconosco che spesso si rischia di innamorarsi della soluzione tecnica, anche complicata, perdendo di vista l’utilizzatore. L’utente invece deve essere al centro. Solo comprendendo i suoi problemi si può arrivare ad un’innovazione reale, e soprattutto, citando Henry Ford, si può andare oltre alla proposta di “un cavallo più veloce” e basta. Da subito abbiamo usato metodologie come il design thinking per immergerci nell’esperienza d’uso dell’utente finale, cercando

i problemi da risolvere. Solo grazie all’interazione con più di 250 persone questo è stato possibile. Il suo progetto è sviluppato in partnership con PUNCH Torino. Come è avvenuto l’incontro? Che valore ha avuto per voi questa collaborazione? TO.TEM nasce da PUNCH Torino. TO.TEM è una startup industriale che nasce da un’idea incubata in PUNCH Torino che decide di crederci e fa nascere la startup: un bellissimo esempio di promozione dell’imprenditorialità e di visione innovativa. La collaborazione è strettissima e winwin: da un lato TO.TEM può restare snella e avere accesso a professionalità di altissimo livello “on-demand”, dall’altro lato PUNCH Torino può imparare a snellire processi e restare connessa con il cambiamento. Due vizi e due virtù dell’ecosistema dell’innovazione italiano. Seppure gli sforzi che sono stati fatti ad oggi sono moltissimi, siamo estremamente lontani da realtà che sanno far crescere esponenzialmente le startup, come ad esempio Israele. L’Italia ha la virtù di avere menti estremamente capaci, che riescono a trovare soluzioni e creare prodotti eccezionali, in poco tempo e con risorse molto più scarse rispetto ad altre realtà (purtroppo). Spesso però per troppa burocrazia


le startup che vogliono scalare sono costrette ad andare via. Anche il Venture Capital non è confrontabile a quello cui si è abituati in altri Paesi. L’accesso ai capitali non è minimamente confrontabile a quello cui sono abituati Israele o Stati Uniti, o, restando nel continente, in UK o Germania.Bisognerebbe credere di più nelle nostre realtà, semplificare le trafile burocratiche e investire maggiormente nel made in Italy. Quale innovazione, secondo lei, potrebbe cambiare il mondo nei prossimi anni? Senza dubbio l’intelligenza artificiale affiancata all’uomo. L’AI ha un potenziale incredibile soprattutto se vista in affiancamento all’uomo e non in sua sostituzione. La medicina

potrebbe giovarne moltissimo così come molti altri campi. Di questo in particolare mi sto occupando in

AITEM, un’altra startup focalizzata sull’AI, ma non è questo il momento giusto per parlarne.

speciale premio best practices per l'innovazione | premio industria 4.0

Latitudo 40, dati spaziali per un’iIDEA dalle potenzialità sconfinate

VINCENZO VECCHIO LATITUDO 40

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ome nasce, a quale bisogno concreto risponde e a chi è rivolta Latitudo 40? Latitudo 40 nasce dalle competenze di ricerca di un gruppo universitario e dalle esigenze

Una piattaforma made in Naples che consente l’analisi di aree geografiche molto ampie, applicando algoritmi di intelligenza artificiale a immagini satellitari. Gli usi, così come i risultati, sono molteplici. Tra questi, l’individuazione di indici di qualità della vita e la possibilità di ottimizzare le coltivazioni agricole

di mercato raccolte da un team di imprenditori napoletani, motivo per il quale l’azienda nasce come Spin-Off universitario della Federico II. Oggi Latitudo 40 aiuta svariate

municipalità in tutta Europa a fare pianificazione urbana e aziende agricole a monitorare le proprie coltivazioni dallo spazio. Latitudo 40 ha sviluppato una piattaforma totalmente in cloud Dicembre 2020 | Gennaio 2021

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speciale premio best practices per l'innovazione

che consente l’analisi di aree geografiche molto ampie applicando algoritmi di intelligenza artificiale a immagini satellitari. Grazie a Latitudo 40 è possibile individuare indici di qualità della vita o favorire l’ottimizzazione di coltivazioni in ambito agricoltura. Quanto conta, in progetti come il suo, l’immedesimazione con l’utente finale? Tantissimo. Più che immedesimazione, parlerei di confronto continuo. Le varie soluzioni di Latitudo 40 sono nate proprio “insieme” ai clienti, da cui abbiamo raccolto feedback, suggerimenti e, a volte, richieste che hanno totalmente stravolto il prodotto per seguire i loro desiderata. C’è un uso della sua piattaforma che altri le hanno rilevato e a cui lei non aveva inizialmente pensato? Assolutamente sì. Durante le prime dimostrazioni del prodotto, illustrando le potenzialità delle nostre soluzioni, ci è capitato che i clienti ci facessero richieste di funzionalità cui non avevamo neanche mai pensato. Da qui sono nate nuove linee di prodotto e ovviamente nuovi clienti! Che valore - anche numerico - dà alla collaborazione in progetti innovativi? Crede che, come accade naturalmente nella scienza, sia un elemento necessario per il progresso? Personalmente non ho mai provato interesse in ciò che non era innovativo. E credo che questo spirito sia pienamente sposato anche da Latitudo 40. L’azienda nasce proprio come

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progetto di innovazione e di ricerca accademica, poi trasformatosi in prodotto di mercato ma sempre incline ad andare oltre lo stato dell’arte, anche grazie alle continue collaborazioni con ricercatori napoletani e internazionali. In ottica green, com’è la Campania oggi analizzata e “vista” con la sua piattaforma rispetto a dieci anni fa? Purtroppo i cambiamenti sono molti e, come facilmente immaginabile, non nel rispetto del Pianeta che ci ospita. La possibilità di “guardare” anche nel passato, però, ci permette di capire l’evoluzione di un territorio in modo da “prevedere” il futuro e aiutare le amministrazioni ad intervenire per migliorare la qualità della vita dei cittadini, anche loro parte attiva di questo processo. Stiamo infatti sviluppando una app che permetterà ai cittadini di monitorare loro stessi il proprio territorio e valutare gli interventi delle pubbliche amministrazioni. Due vizi e due virtù dell’ecosistema dell’innovazione italiano. Due vizi: il mondo della ricerca è troppo spesso scollegato

dal mondo imprenditoriale e non sempre ne comprende le esigenze. I tempi di approvazione ed erogazione di molti finanziamenti (sia pubblici che privati) non sono compatibili con i tempi dell’innovazione. In passato abbiamo ricevuto l’approvazione a progetti di innovazione dopo 3 anni dalla sottomissione. Due virtù: è contagioso, ho visto crescere l’ecosistema in modo rapidissimo negli ultimi 10 anni su tutto il territorio italiano. Siamo spesso abituati a confrontarci con problemi che non esistono fuori dal territorio italiano (e specialmente napoletano…) e questo rende le imprese più dinamiche, flessibili e con un guizzo in più! Quale innovazione, secondo lei, potrebbe cambiare il mondo nei prossimi anni? La nostra ovviamente! Scherzi a parte, lo spazio è una frontiera che si sta dimostrando particolarmente promettente in tutti i suoi aspetti, dall’osservazione della Terra, alle connessioni in Paesi non raggiunti da cablaggi in fibra. E un giorno, non lontanissimo, forse anche per un turismo del tutto particolare!


Dallo shock della pandemia al coraggio di innovare Per il Presidente di Confindustria Digitale, Cesare Avenia, non va sprecata l’opportunità storica, offerta dal Next Generation Eu, di colmare i ritardi del Paese, avviandolo verso un nuovo ciclo di sviluppo in chiave innovativa e sostenibile CESARE AVENIA

PRESIDENTE CONFINDUSTRIA DIGITALE

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residente, in più di un’occasione lei ha rimarcato quanto uno dei limiti del nostro Paese sia la totale assenza di una regia unitaria dei processi, in ambito sanitario ad esempio. Anche il digitale paga il prezzo del nostro procedere in ordine sparso? Sicuramente, il Paese paga un prezzo altissimo per l’inefficienza, la dispersione di risorse, la mancanza di competenze dimostrate nell’attuazione dell’Agenda Digitale. Già nel 2019 lanciammo l’allarme su quanto il ritardo digitale italiano fosse ormai divenuta una causa strutturale della mancata crescita e modernizzazione del nostro Paese. Il Desi (Digital Economic & Social Index), l’indice con cui l’Ue monitorizza i livelli di digitalizzazione dei diversi stati membri, che da un quinquennio colloca il nostro Paese agli ultimi posti in classifica Ue (nel 2020 siamo al 25° posto su 28 paesi Ue), continua a fotografare un Paese in netto arretramento rispetto alle sue potenzialità di economia industriale fra le prime dieci al mondo. Un Paese incapace di cogliere le nuove opportunità offerte dall’innovazione digitale per rinnovarsi e crescere, con un trend del Pil da anni in stagnazione, di due punti percentuali sotto la media dei Paesi Ocse. La gestione dell’emergenza sanitaria

si è scontrata frontalmente proprio con questo grave ritardo digitale. Non v'è dubbio sul fatto che la Sanità italiana sarebbe stata in grado di affrontare la pandemia con meno affanno e più efficienza se avesse potuto contare sull’interconnessione digitale dei sistemi sanitari regionali, per consentire di seguire ogni cittadino nello stesso modo indipendentemente da dove abita, lo scambio di dati clinici fra i medici, servizi on line mirati al rafforzamento della medicina territoriale, come per esempio il video consulto o la programmazione degli appuntamenti per i tamponi, l’uso di Big Data e intelligenza artificiale per il tracciamento, analisi e previsioni. Al contrario, ci siamo trovati ad affrontare l’epidemia con il Paese praticamente diviso in 21 sistemi sanitari diversi, che in larga parte non si parlano tra loro. Dietro vi sono tutte le disfunzioni istituzionali, organizzative e le insufficienze tecnologiche del rapporto centro-periferia della Pa, che nella Sanità hanno assunto contorni di particolare criticità. Le performance digitali della PA degli ultimi mesi - dal pasticcio di Immuni e del suo scarno database al clickday in tilt del bonus mobilità hanno minato la fiducia dei cittadini nei confronti dello Stato. Come si

spiegano situazioni confusionarie come quelle appena citate e come si recuperano? Rispondo innanzitutto citando la Corte dei Conti, che nella sua relazione annuale dell’ottobre scorso, rilevava che «l’amministrazione pubblica italiana, e il sistema Paese in senso più ampio, stanno soffrendo un ritardo eccessivo per la lentezza di adattamento alla velocità del cambiamento, sia rispetto all’utilizzo adeguato delle tecnologie, sia, soprattutto, rispetto alla trasformazione digitale dei processi». In quest’ottica Immuni costituisce purtroppo un caso esemplare. Le difficoltà che la PA, in tutti i settori, Sanità compresa, ha mostrato di avere in questi mesi per adattarsi alle nuove condizioni, evidenziano come il problema non sia l’ammodernare un certo numero di leggi e regolamenti o rimuovere resistenze dell’apparato burocratico. Sta nel fatto che molti dei principi cardine dell’organizzazione della macchina pubblica e della cultura che la alimentano sono incompatibili con l’innovazione digitale e devono essere completamente superati. Da qui derivano condizioni operative del tutto inadeguate ad affrontare le sfide attuali. Se Immuni non funziona il problema non sta nella tecnologia, ma nel processo di imDicembre 2020 | Gennaio 2021

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speciale premio best practices per l'innovazione

plementazione che non è mai stato messo in moto in modo sistemico e monitorabile. Al contrario è stato lasciato alla buona volontà di cittadini e Asl con il risultato di download insufficienti, funzionamento sporadico e a macchia di leopardo lungo la penisola. Insomma, in queste condizioni, era un flop annunciato, emblematico di un male tipico della cultura burocratica che pensa che la digitalizzazione possa essere realizzata a colpi di decreti e circolari, con scarsa o nulla attenzione alla fase attuativa dei progetti. Come se ne esce? Oggi abbiamo l’opportunità storica, offerta dal Next Generation Eu, di colmare i ritardi del Paese, avviandolo verso un nuovo ciclo di sviluppo in chiave digitale e sostenibile. Come Confindustria Digitale abbiamo presentato al Governo un pacchetto di proposte per il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza. L’idea alla base è quella di dare priorità ai progetti strutturali di digitalizzazione che cambiano il funzionamento dello Stato anche attraverso il completamento delle piattaforme strategiche nazionali di trasformazione digitale della PA; che facciano evolvere il sistema dell’istruzione con nuove competenze, nuove metodologie didattiche, nuova formazione per i docenti; che facciano uscire il sistema sanitario dalle secche della frammentazione istituzionale attraverso l’interconnessione digitale del fascicolo sanitario elettronico, la digitalizzazione della medicina territoriale, la telemedicina; che aiutino il sistema produttivo ad aumentare le capacità competitive puntando su Industria 4.0, smart working, logistica digitale. Molti settori - causa Covid-19 arrancano. Le tecnologie potrebbero

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aiutare comparti come quello del trasporto pubblico? Certamente e non solo il trasporto pubblico. La mobilità sostenibile è un tema centrale che lega le tecnologie digitali agli obiettivi di miglioramento della qualità ambientale e della sicurezza del trasporto. In questo settore già le tecnologie attuali, dalla sensoristica all’Internet of Things, alle applicazioni di intelligenza artificiale, offrono grandi vantaggi. Pensiamo alla gestione intelligente dei parcheggi e del trasporto pubblico, alla sharing economy, fino alla guida assistita. Ma la vera svolta verrà con lo sviluppo della rete mobile di ultima generazione. Grazie allo standard 5G, infatti, che riduce i ritardi a un millisecondo e garantisce una rapida trasmissione di una immensa mole di dati, la comunicazione tra le macchine, le infrastrutture stradali e i sistemi gestionali, avverrà in tempo reale consentendo di prevedere lo sviluppo del traffico, applicare modelli preventivi per evitare ingorghi e restringere le possibilità di incidenti, con risultati importanti sull’abbattimento dell’inquinamento atmosferico e sul miglioramento delle condizioni di sicurezza. Allo stesso tempo la riorganizzazione del lavoro, attraverso i criteri di smart working, contribuirà in modo determinante all’alleggerimento della mobilità con indubbi vantaggi ambientali. Da amministratore delegato di Ericsson avevo avviato 17 anni fa lo smart working e per motivare i dipendenti avevo fatto pubblicare, sul sito della nostra azienda, quanti alberi non sarebbero stati tagliati grazie al lavoro da casa che evitava traffico e inquinamento. A che punto siamo sulla diffusione della banda larga? Grazie agli investimenti fatti dagli

Operatori TLC, negli ultimi anni si è assistito a una forte crescita della copertura della banda larga veloce su rete fissa che ha consentito di superare la media degli altri Paesi europei. Secondo i dati della Commissione Europea, infatti, l’89% delle abitazioni a metà del 2019 risulta raggiunto dalla banda larga superiore a 30 Mbps, dato più che raddoppiato negli ultimi 5 anni, (nel 2015 era infatti il 41%), e comunque superiore alla media europea (85,8%). Sul fronte della rete mobile, il 4G raggiunge il 99% della popolazione, dato al di sopra della media europea, mentre secondo l’Osservatorio 5G della Commissione Europea, a marzo 2020 l’Italia era tra i paesi europei con il maggior numero di città abilitate al 5G e con il maggiore numero di sperimentazioni effettuate. Rimane invece ancora distante dalla media Ue il valore della copertura con rete fissa superiore a 100 Mbps. A questo proposito va detto che l’esecuzione dei lavori per la realizzazione delle reti di Tlc fisse e mobili trova da sempre un grande fattore di ritardo nella complessità burocratica, dettata da un’irragionevole frammentazione sul territorio nazionale di regole, permessi e procedure per ottenere le autorizzazioni per la messa in opera delle infrastrutture. Per accelerare è indispensabile semplificare e velocizzare la permessistica per la costruzione di reti 5G e fibra, risolvere il tema delle aree grigie, visto che la fibra è l’infrastruttura necessaria anche per il 5G. Il Dl Semplificazione potrebbe rappresentare una chiave di volta, ma ancora aspettiamo i decreti attuativi. 5G, dissipiamo i dubbi e rassicuriamo gli scettici: perché è importante accelerare? Il 5G non è 4G + 1, è una tecnologia


transformational, che cambierà la vita quotidiana di tutti e avrà un impatto enorme sull’economia. Un recente studio di Ericsson parla di un business mondiale nei prossimi anni da 31 trilioni di dollari, sarà la tecnologia abilitante per eccellenza. Per l’Italia si stima un beneficio pari a oltre 14,2 miliardi di euro entro il 2025 a fronte di 6,6 miliardi di euro di costi per l'implementazione delle reti. Come abbiamo detto, su questo tema l’Italia parte in una posizione di vantaggio, trovandosi tra le 10 nazioni europee che hanno già lanciato i primi servizi commerciali 5G. Ne sono stati sperimentati circa 150 e riguardano proprio le aree di maggiore di interesse per il sistema produttivo e sociale. Fra questi vi sono, oltre ai servizi sulla sicurezza stradale, la mobilità, i trasporti e la logistica, quelli riguardanti la diagnostica e l’assistenza sanitaria da remoto, la distribuzione elettrica, l’innovazione di servizi turistici, culturali, educativi, il controllo del territorio e la sicurezza pubblica. Finora bassa è stata la spesa in digitale del nostro Paese, specie quella attivabile con i Fondi europei. Siamo pronti a impiegare in modo efficace e rapido le risorse del Piano Next Generation Eu? Quali sarebbero i capitoli più urgenti in cui investire? Il Recovery Fund è innanzitutto una sfida ai governi, alle pubbliche amministrazioni, che devono essere in grado di mettere sul tappeto piani di riforme strutturali coerenti con l’obiettivo di rilanciare l’economia in una chiave digitale e sostenibile, assicurandone l’attuazione nei modi e tempi previsti. Una sfida straordinaria che richiede un impegno altrettanto straordinario, che per l’Italia significa operare in netta discontinuità con un passato

che ci vede fra gli ultimi paesi a portare a compimento i progetti finanziati dai fondi europei. Siamo, infatti, ormai a fine del settennato della programmazione comunitaria e dei 72,4 mld di euro dei Fondi Strutturali 2014-20 risulta speso solo il 40% del totale. Per avere un termine di paragone va considerato che i 209 mld di euro destinati all’Italia nell’ambito del NG EU sono circa 3 volte i fondi strutturali della precedente programmazione 20142020 e che queste risorse dovranno essere impegnate in 3 anni rispetto ai 7 previsti dai fondi strutturali. Come Confindustria Digitale siamo stati fra i primi a richiamare l’attenzione di Governo e Parlamento sulla necessità di dotare la macchina pubblica di capacità di esecuzione e di qualità di governance all’altezza della sfida che ci aspetta. Facendo un ulteriore approfondimento, va considerato che, se il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza è suddiviso in sei aree d’intervento, di cui la prima riguarda progetti specifici di digitalizzazione, in realtà il digitale si spalma trasversalmente su tutte le altre, quali transizione ecologica, infrastrutture per la mobilità, istruzione e ricerca, equità sociale e salute. La capacità di intessere il digitale nella trama degli altri settori, in modo che compiano il salto di qualità auspicato, costituisce quindi la dimensione abilitante, tecnologica e culturale, dell’intero piano. L’esperienza passata insegna che le difficoltà maggiori nel rispettare i tempi, se non di concludere i progetti legati ai fondi europei, derivano proprio dalla mancanza di competenze e metodo in campo digitale e manageriale. Anche se non mancano le polemiche, negli ultimi giorni il Governo sembra aver

imboccato decisamente la strada di una governance straordinaria, che se percorsa con determinazione potrebbe rappresentare il seme da cui far germogliare la nuova PA di cui il paese ha estremamente bisogno: semplificata, digitalizzata, efficace. Quanto le startup innovative - cui il nostro Premio BPI offre visibilità e opportunità - contano nel disseminare competenze digitali? Sicuramente molto, ma bisogna accelerare la marcia di avvicinamento delle aziende verso quei soggetti, in questo caso le startup, che possano garantire loro freschezza e velocità di idee per l’adozione di tecnologie digitali 4.0. In questa fase cruciale, in cui bisogna iniziare a seminare condizioni di rilancio dell’economia, è fondamentale puntare proprio sulla spinta ideativa che resta la principale arma a disposizione delle imprese per aumentare la produttività, far evolvere il modello di business e far crescere le capacità competitive. Innovazione, ad esempio, che permetta a giovani startup di interfacciare il mondo fisico degli oggetti (robot, sensori, macchine) con il mondo digitale (algoritmi, database, software), così come la possibilità di lavorare con i dati utilizzando sia blockchain, sia IoT, per implementare nuovi modelli organizzativi. Per questo è importante aumentare l’impegno per creare un ecosistema che connetta tra di loro settori maturi e imprese innovative, mondo della ricerca, venture capital e industria, innescando una contaminazione virtuosa che trasformi lo shock da pandemia nel coraggio di innovare. In sintesi un nuovo modello di innovazione che, dopo aver patito il lockdown, inizia a ripartire anche dal basso.

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GISOLFI: «IL MIO IMPEGNO PER IL DIGITALE» Cruciale il ruolo dei servizi nei processi di innovazione e trasformazione del Paese

EDOARDO GISOLFI

PRESIDENTE CNCT - Comitato nazionale di coordinamento territoriale di confindustria servizi innovativi e tecnologici

P

residente, nei giorni in cui si svolgeva la XIV edizione del Premio BPI lei veniva eletto presidente del CNCT. Cosa si aspetta da questa nuova esperienza associativa? Premetto che ho sempre fortemente creduto nell’associazionismo e nel ruolo di rappresentanza collettiva dei cosiddetti “corpi intermedi” (purtroppo emarginati da diversi anni dall’attuale classe politica, da una parte, e, in alcuni casi, dal loro impoverimento ideale e identitario, dall’altra) quale fattore fondamentale della democrazia e dello sviluppo socio-economico dei territori. Convinzione che mi ha portato ad aderire, nel 2005, al sistema confindustriale in cui, negli anni, ho ricoperto, con spirito di chevalier servant diverse cariche associative, a livello territoriale e nazionale, cercando di assolvere sempre al meglio il ruolo di rappresentanza che mi era stato affidato. Negli ultimi 5 anni, come Presidente del Gruppo SIT e coordinatore del Premio BP, ho avuto modo, poi, di percorrere decine di miglia di chilometri per tutto lo Stivale per visitare, anche più volte, le varie Territoriali cosa che, seppure ha

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richiesto un gran sacrificio (sottraendo gran parte del mio tempo alla famiglia e all’azienda), mi ha dato l’opportunità di confrontarmi con tantissimi colleghi, di conoscere le varie realtà e le tante eccellenze presenti sui territori. Credo, dunque, che questa mia elezione alla Presidenza del CNCT (e alla vicepresidenza della Federazione CSIT, di cui il CNCT è articolazione operativa) sia da condividere con tutti i colleghi e amici (in particolare quelli Gruppo SIT) che mi hanno sempre sostenuto, accordandomi la loro fiducia e con la tecnostruttura della mia Territoriale che mi ha sempre supportato negli anni. Un ringraziamento particolare, ovviamente, va a tutti i colleghi delle circa 30 Territoriali nazionali aderenti al CNCT che hanno dimostrato di aver apprezzato il mio operato e hanno proposto e appoggiato la mia candidatura. Spero, quindi, di essere in grado di ricambiare la fiducia accordatami mettendomi, come ho sempre fatto, a disposizione del sistema confindustriale cercando di costruire una squadra motivata e unita, in grado di esercitare al meglio il ruolo di raccordo tra esigenze direttamente rilevate

dalle imprese dei Servizi Innovativi e Tecnologici nei diversi territori e la rappresentanza nazionale, presentando proposte per la formulazione delle politiche della Federazione, con particolare riferimento ai temi della formazione, dell’innovazione e del rafforzamento della filiera italiana del digitale e del 4.0. L’impegno sarà massimo per contribuire a far emergere il ruolo che il settore può e deve giocare relativamente ai processi di innovazione e trasformazione digitale del Paese, specialmente in questo particolare momento storico in cui si stanno aprendo scenari di politica nazionale ed europea che prevedono di incentivare in maniera forte il digitale (per aziende e PA), la green economy, la formazione, nonché l’adozione di soluzioni tecnologiche avanzate in vari settori (sanità, PA, agroindustria, energia, ecc.). Quali sono ad oggi le criticità del Settore? Sono più o meno simili a quelle degli altri settori, anche se rese più complesse dalla forte eterogeneità delle aziende del Settore SIT (ICT, MKT e comunicazione, formazione, servizi professionali, consulenza aziendale, internazionalizzazione,


speciale premio best practices per l'innovazione

ingegneria, sicurezza e ambiente, tenze imprenditoriali, progetti di vedono sempre più centrale il ruolo finanza e credito, energia, soluzioni innovazione che caratterizzano le dei Servizi Innovativi per il rilancio per Industria 4.0, ecc.) e dal fatto varie sezioni. Dall’altro, si intende del Paese. che oltre il 92% di queste sono far emergere all’interno delle Virando nuovamente sul Premio BPI micro o PMI che scontano, dunque, singole Territoriali e nei confronti di Confindustria Salerno, come ha un problema dimensionale pur delle PAL il ruolo strategico del vissuto la due giorni quest’anno? avendo un gran potenziale come Settore, con particolare riferimento Seguendolo con grande affetto, “vettori” di innovazione. Bisognerà, alle trasformazioni in atto, relative attenzione e partecipazione e sono dunque, tenere conto stato molto felice del fatto delle varie competenze, che l’amico, neo Presidente «Bisognerà tenere conto delle spesso complementari, del Gruppo SIT di Confinduvarie competenze, spesso valorizzando le diversità e stria Salerno e coordinatore complementari, valorizzando le singole specificità, che del Premio BPI, Francesco le diversità e le singole costituiscono un sicuro Serravalle abbia voluto che valore aggiunto, stimolare la mia prima uscita ufficiale specificità, che costituiscono sinergie e incentivare da Presidente del CNCT un sicuro valore aggiunto, modelli di collaborazione avvenisse a casa mia, Constimolare sinergie e incentivare findustria Salerno. Vorrei (es: attivazione di filiere modelli di collaborazione al intra e inter territoriali, poi fare i complimenti a filiere intersettoriali, Francesco, a tutti i colleghi fine di favorirne la crescita piattaforme di impresa, che hanno fornito il loro dimensionale» ecc.) al fine di favorirne la contributo per la realizzaziocrescita dimensionale per ne di questa XIV edizione del incidere maggiormente sui proall’evoluzione dei modelli produttivi Premio BPI e a tutta la splendida cessi di trasformazione digitale del e di filiera sempre più integrati ai squadra di funzionari della Territosettore manifatturiero e della PA, Servizi Innovativi e Tecnologici. riale di Salerno per l’ottimo lavoro con positive ricadute per il tessuto Trasformazioni che impongono svolto in questo momento difficile socioeconomico dei territori e per una profonda riflessione sui nuovi per tutto il Paese. Realizzare la il sistema Paese. Cosa, questa, fonmodelli di business (imperniati due giorni della XIV edizione del damentale visto che anche l’ultimo sul digitale, e-commerce, fintech, Premio BPI, tutta in digitale, con la rapporto DESI delle commissione ecc.) e organizzativi (lavoro agile, partecipazione di oltre 100 progetti europea, che misura l’indice di digiwelfare, ecc.) più rispondenti agli di innovazione e con dei talk che talizzazione dell’economia e della attuali scenari e alle opportunità hanno coinvolto decine di partner, società, vede l’Italia al 25° posto fra offerte dalle nuove tecnologie, che investitori, istituzioni e stakeholder i 28 Stati membri dell’UE. impongono flessibilità e adattabilinazionali, con uno sguardo rivolto Nel suo programma, un passaggio tà alle continue mutevoli condial futuro, è stato davvero un bel ampio è dedicato alla valorizzazione zioni e richieste del mercato e che segnale di resilienza. del lavoro fatto sui territori. L’obiettivo è mettere in luce il dinamismo locale in tema di innovazione o creare un humus favorevole alla contaminazione di idee? Entrambi. Da un lato, si intende mettere in luce, il dinamismo dei singoli territori e/o macro-territori, vero patrimonio del CNCT con il contributo di idee, iniziative, eccellenze produttive, compe-

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LA FORZA DELLA RETE Per Leandro Sansone, Responsabile Territorial Relations, CS & Claims Sud Unicredit, la collaborazione è la chiave per un'innovazione riuscita

LEANDRO SANSONE

RESPONSABILE Territorial Relations, CS & Claims Sud UNICREDIT

U

niCredit quest’anno è partner del Premio BPI di Confindustria Salerno. Soddisfatti della collaborazione? Molto soddisfatti, si tratta di una manifestazione che coinvolge i principali innovatori del territorio, con lo scopo di fare rete e di guardare al futuro. Proprio quello che serve per uscire dalla fase difficile che stiamo attraversando. Più in generale, qual è l’impegno di UniCredit per sostenere l’innovazione delle imprese? Oggi investire in innovazione è prioritario. Il periodo che stiamo vivendo è complesso e la ripresa dell’intero sistema è indubbiamente legata alla capacità di trasformare i modelli di business per essere più flessibili e rispondere a tutti i cambiamenti, coniugando le nuove possibilità offerte dalle tecnologie digitali. Come UniCredit offriamo le migliori soluzioni per sostenere la crescita di tutti i business, che siano già consolidati o appena avviati. Proprio recentemente abbiamo lanciato insieme con Google una iniziativa - UniCredit Easy Ecommerce – per rafforzare lo sviluppo dell’E-Commerce B2C per le PMI

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e le Micro imprese italiane che vogliono entrare rapidamente nei mercati digitali. Un mercato, quello delle vendite on-line, che presenta ampi spazi di crescita dal momento che solo il 30% delle imprese italiane ha un sito e-commerce e solo il 10% vende effettivamente online. In soli 7 giorni diamo ai nostri clienti un sito e-commerce completamente operativo che gli permetterà di aumentare la visibilità dell’impresa e vendere direttamente online i propri prodotti a clienti in tutta Italia e in Europa. Un’opportunità per le imprese del Sud, che spesso sono di nicchia o a produzione artigianale, per poter amplificare i canali di vendita a tutto il territorio nazionale ed europeo e aumentare il proprio giro d’affari. E siamo ovviamente costantemente impegnati nell’incoraggiare la creazione di nuove imprese innovative grazie ad UniCredit Start Lab, la nostra piattaforma di business rivolta alle startup e PMI innovative italiane “tech” ad alto potenziale. Con UniCredit Start Lab negli ultimi 7 anni sono stati analizzati più di 5.300 progetti imprenditoriali di nuova

generazione e accompagnate 350 startup verso percorsi di crescita, raggiungendo in Italia una quota di mercato pari al 20% tra le startup e le PMI innovative che ci consente di avere un punto di osservazione privilegiato sull’innovazione. Entro il 20 Aprile è possibile candidarsi per partecipare alla 8°edizione del programma di accelerazione al seguente link https://www.unicreditstartlab. eu/it/startlab.html. Quanto è importante oggi la tecnologia in ambito bancario e come sta rispondendo il suo istituto all’innovazione digitale? In questa fase particolarmente complessa per UniCredit la salute e la sicurezza dei propri clienti è una priorità, mantenendo comunque al centro l’attenzione sulla loro soddisfazione e sulla qualità del servizio. Per garantire tutto questo abbiamo fortemente accelerato il processo di digitalizzazione già in corso e a oggi registriamo un costante incremento dei nostri utenti on line e mobile, sono inoltre cresciute del 75% le attivazioni della nostra App Mobile e del 28% quelle dell’Internet Banking.


BANCA SELLA, IL FUTURO È NELLA COOPETIZIONE Tra i 107 progetti in gara al premio BPI, su 3Bee e Boats And Go è ricaduta la scelta del Gruppo Sella da sempre attento all'Open Innovation

VINCENZO VILLANI

«A

Responsabile Economia Digitale Direzione Territorio Sud BANCA SELLA

pritevi alla collaborazione, finanche con i vostri competitor». Questo il paradigma dell’innovazione secondo Sella. La Storia del Gruppo Sella conta oltre 450 anni che partono dal tessile e arrivano al fintech. Una Storia attraversata da importanti momenti di discontinuità che hanno portato il lanificio a diventare un centro dedicato all’Open innovation, sede di Sellalab e di altre attività dedicate a formazione, tecnologia e innovazione. Stiamo fortemente investendo nella nuova frontiera dell’Open Banking aprendo al modello collaborativo e aperto tra Banche, fintech e terze parti. Le startup fintech infatti offrono servizi nuovi e mirati a utenti finali e aziende e svolgono un ruolo centrale nella digitalizzazione del mercato finanziario. La relazione tra fintech e banche non deve essere vista in termini di contrapposizione, ma piuttosto di opportunità strategica; si parla infatti di “coopetizione”. Da un lato le prime possono ottenere maggiore visibilità ed economie di scala sfruttando la customer base già esistente delle banche, dall’altro gli operatori tradizionali possono beneficiare dell’agilità in risposta ai frequenti cambiamenti del mercato che contraddistinguono le fintech. É

notizia di qualche settimana fa l’accordo Illimity e Fabrick, con cui hanno dato vita a una joint venture nell'open banking tesa al rafforzamento di Hype, la soluzione digitale con funzioni di conto bancario e di sistema di pagamento nata in Sellalab come startup fintech. Nel 2017 abbiamo anticipato la PSD2 lanciando una open banking platform per offrire soluzioni Api Bank a startup fintech, ma anche ad imprese che vogliono dialogare direttamente con la propria banca. Il modello della coopetizione si realizza poi fisicamente con l’inaugurazione nel 2017 del Fintech District a Milano, una vera e propria community per gli operatori fintech in cui collaborare con corporate e operatori finanziari tradizionali per progetti di open innovation attraverso sinergie industriali e commerciali, sviluppando nuovi servizi e attraendo investimenti. Tre parole chiave per descrivere l’imprenditoria italiana. Coraggio: avere la capacità di realizzare progetti, creare ricchezza e posti di lavoro in territori che storicamente non sono dotati di infrastrutture avanzate alla pari di mercati concorrenti; Competenza: l’imprenditore italiano ha la fortuna di poter contare su un contesto scientifico/universitario di primordine composto da ricercatori e scienziati che tutto il

mondo ci invidia; ultima parola chiave Bellezza: qualsiasi prodotto o servizio erogato da un’azienda italiana ha sempre una marcia in più. Lo stile e l’originalità che ci scorre nelle vene è una caratteristica distintiva unica che ci rende inimitabili. La tecnologia è da sempre uno degli asset fondamentali di Banca Sella. Anche per questo, da anni, siete parte integrante dell’ecosistema del Premio BPI di Confindustria Salerno. Un giudizio sui progetti della scorsa edizione? Perché tra i 107 in gara avete scelto proprio 3Bee e Boats And Go? Se consideriamo l’attuale momento storico, la tecnologia ci sta permettendo di affrontare la quotidianità ed è ormai chiaro che per tutti i settori sia fondamentale avere un approccio aperto verso chi produce innovazione dal basso. Infatti quest’anno il Premio Banca Sella è andato a 3Bee, startup che realizza un innovativo sistema di monitoraggio per alveari - Hive-Tech - grazie al quale l’apicoltore controlla lo stato di salute delle proprie api, ottimizzando la produzione e la biodiversità. Sellalab supporterà, con un percorso di incubazione, Boats And Go, un comparatore per charter e barche in affitto. Il team ha dimostrato già buone capacità di execution anche in ottica internazionale. Dicembre 2020 | Gennaio 2021

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ELOGIO ALL'ETICA È la sostenibilità il valore agiunto delle soluzioni scelte da TIM: Bit Blocks, EkService e Sensorworks

ANTONIO PALUMBO

Responsabile Small Business Market SUD TIM

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a tecnologia è da sempre uno degli asset fondamentali di TIM. Anche per questo, da anni, siete parte integrante dell’ecosistema del Premio BPI di Confindustria Salerno. Un giudizio sui progetti della XIV edizione? Perché tra i 107 in gara avete scelto proprio Bit Blocks, EkService e Sensorworks? Anche questa edizione ha testimoniato che il Premio Best Practices è capace di attrarre l’offerta innovativa presente sul mercato da diverse parti di Italia e per diverse categorie merceologiche, dal retail alla manifattura, dall’agricoltura al fintech. Tim quest’anno ha premiato tre soluzioni che affrontano l’innovazione in segmenti merceologici differenti tra di loro che sono l’agricoltura, la distribuzione e la manifattura. Le soluzioni premiate, oltre a potenzialmente migliorare l’aspetto economico della filiera in cui si inseriscono, ne irrobustiscono anche il valore etico. Bitblock è una soluzione bastata sulla blockchain applicata alla certificazione della produzione alimentare del pomodoro che tende a valorizzare la qualità del made in Italy. Ekservice imposta il concetto di GDO 4.0 con

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particolare focus al controllo e alla gestione delle scadenze dei prodotti alimentari evitandone lo spreco, attuando quindi una logica di sostenibilità all’interno della catena distributiva. Sensorworks, invece, è una piattaforma basata su tecnologia IOT che permette la gestione di ogni tipo di sensore per la costruzione di un “luogo” intelligente, sia esso di lavoro (smart factory), sia di casa. (smart home). Ha a disposizione solo tre aggettivi per convincere gli scettici sul 5G. Attuale, Innovativo, Abilitante.

Quando il nostro Paese potrà dirsi realmente digitalizzato? Lo sarà quando tutte le aziende e le persone sapranno utilizzare tutti gli strumenti digitali nel pieno della loro potenzialità e avranno piena consapevolezza che i dati che immettono nella rete hanno un valore economico preciso. In tal senso sarebbe opportuno che tutte le organizzazioni pubbliche e private provino a costruire un percorso di evoluzione delle competenze e di creazione di skill attitudinali che contemplino la piena consapevolezza e conoscenza delle tecnologie digitali.


CATAROZZO: «AL PREMIO BPI IL MEGLIO DELLA PROGETTAZIONE MADE IN ITALY» Per il Presidente di Banca Campania Centro, Camillo Catarozzo, il confronto con nuove idee è vitale per creare sistemi di produzione all'avanguardia

CAMILLO CATAROZZO

PRESIDENTE BANCA CAMPANIA CENTRO

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a XIV è stata la vostra prima partecipazione al premio BPI di Confindustria Salerno in qualità di partner. Soddisfatti della collaborazione? Senz’altro soddisfatti, soprattutto per l’esperienza vissuta. Best Practices si è confermato, grazie alla perfetta organizzazione di Confindustria Salerno, un evento formidabile per la sua capacità di attrarre e rendere visibili idee che altrimenti, in molti casi, non avrebbero avuto modo di essere conosciute. E la qualità dei progetti presentati rappresenta un segnale sicuramente positivo per i nostri territori. Positivo anche per noi che abbiamo in cantiere importanti progetti per l’innovazione e la digitalizzazione nelle realtà territoriali di cui siamo espressione. Per una Bcc come Banca Campania Centro, tutto ciò è fondamentale per portare avanti il nostro peculiare modo di fare sviluppo. Confrontarsi con progetti e ideatori oggi è fondamentale per una“banca di territorio” perché aiuta a mettere a fattor comune le conoscenze e a creare sistemi di produzione e di crescita sociale che abbiano radici locali, ma al tempo stesso un respiro nazionale e internazionale. E di progetti come questi nel premio Best Practices ne sono stati presentati molti. Infine questa esperienza è stata la conferma

che il nostro progetto di creazione di un Hub rivolto sia alle aziende già strutturate, sia a quelle giovanili e alle nascenti startup che intendono portare innovazione di processo e di prodotto oltre che a digitalizzare al meglio le proprie attività, può essere un’idea importante. Uno spazio in cui istanze, idee e progetti si confrontano per trovare risposte e soluzioni, ma da dove possano partire anche nuove esperienze di sviluppo sostenibile. Hanno partecipato alla competizione anche progetti ideati dai vostri soci. Anche questo è stato motivo di soddisfazione. Quattro progetti presentati al Premio vedevano nostri soci come protagonisti. E questo rappresenta un segnale importante per noi, perché è la riprova che in questi anni abbiamo lavorato bene, stimolando e formando soprattutto i nostri giovani soci alla cultura di impresa, alla ricerca di nuove idee e di nuovi mercati. Negli scorsi anni abbiamo, ad esempio, fatto un lungo percorso di formazione, diviso in fasi diverse, con la presenza di formatori di livello internazionale, per stimolare, in prima battuta, i nostri giovani soci, a comprendere la propria“vocazione”, e poi, per quanti volevano fare impresa, un ulteriore step formativo su come si fa impresa. La terza fase ha previsto la formulazione di veri e propri progetti che oggi

la Banca è pronta eventualmente a sostenere. Da esperienze come queste derivano poi progetti di qualità, ideati da nostri Soci e ammessi al Premio Best Practices. Quanto è importante oggi la tecnologia in ambito bancario e come sta rispondendo il suo istituto all’innovazione digitale? Tecnologia e innovazione digitale sono divenute fondamentali. E per noi, banche di comunità, cresciute nella logica della conoscenza personale, della stretta di mano, del confronto fatto sull’esperienza, è una sfida importante cui stiamo rispondendo molto bene, soprattutto perché siamo stati capaci di affrontarla non come un cambiamento ma come un’evoluzione positiva: qualcosa che ci aiuta a essere meglio noi stessi. Tecnologia, innovazione digitale viste come supporto importante a quell’ascolto, a quella conoscenza del territorio e delle persone, che ci permettono di dare risposte più complete ai progetti e alle richieste che ci vengono rivolte o che, a nostra volta, come partner, facciamo. In questo ci aiuta moltissimo la nostra adesione al Gruppo Bancario Iccrea che ci fornisce strumenti innovativi, ma soprattutto mette a fattor comune tutte le esperienze che arrivano dalle oltre 130 Bcc che vi aderiscono. Dicembre 2020 | Gennaio 2021

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LA FORMAZIONE PER VINCERE Ice Agenzia ha scelto di erogare alle aziende Cesare Trucillo, Isa e Bit Blocks, coaching gratuiti per stimolare le competenze aziendali e promuovere lo sviluppo di un piano di comunicazione e promozione orientato ai mercati esteri

TINDARO PAGANINI

Dirigente ufficio servizi formativi - agenzia ice

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nche quest’anno ICE ha presa artigianale ISA, composta particolare i servizi dedicati alla forscelto di sostenere il Premio da donne innovative e coraggiose mazione. Investire su conoscenze e BPI di Confindustria Salerno. che hanno l’ambizione di unire competenze rappresenta la miglior Quali progetti avete selezionato tra l'artigianato tradizionale con quello soluzione per creare valore aggiunto i 107 in gara e perché? digitale realizzando oggetti di Denell’economia e per sopravvivere nei L’Agenzia Ice, per il secondo anno sign sostenibili e innovativi. Infine, mercati internazionali sempre più consecutivo, ha scelto di partecon molta soddisfazione abbiamo competitivi. cipare al Premio Best Practices aggiudicato il terzo premio alla Ecco perché abbiamo scelto di di Confindustria Salerno, con società “Bit Blocks”, una startup erogare alle aziende vincitrici dei l’obiettivo di diffondere la “cultura” innovativa che ha l’ambizione di coaching gratuiti, da parte dei dell’innovazione e promuovere applicare la tecnologia blockchain nostri esperti iscritti alla faculty l’utilità dei processi innovativi nei nella filiera del pomodoro pelato e ICE, per stimolare le competenze mercati internazionali. tracciare la qualità di un prodotto aziendali e promuovere lo sviluppo Per questa edizione di un piano di comunicazioabbiamo deciso di mettere ne e promozione orientato «Cesare Trucillo, Isa e Bit in concorso tre premi ai mercati esteri. All’azienanziché uno come per la da vincitrice del primo Blocks hanno dimostrato scorsa edizione. Abbiamo premio saranno riconocapacità di innovazione individuato le tre aziende sciute 21 ore di consulennel modello di business, tra i 107 progetti iscritti za personalizzata, 15 ore alla categoria “Digitale” per la seconda classifioriginalità, scalabilità nei che hanno dimostrato cata e 12 ore per la terza mercati esteri e sostenibilità capacità di innovazione classificata. economica dell’idea nel modello di business, Inoltre, per valorizzare i imprenditoriale» originalità, scalabilità nei processi di trasformazione mercati esteri e sostenidigitale attraverso il rafforbilità economica dell’idea zamento delle competenze, imprenditoriale. È con vero piacere strategico e importante per il nostro l’Agenzia ICE vuole rafforzare il che abbiamo assegnato il primo “Made in Italy”. suo impegno con l’organizzazione premio all’azienda “Cesare TruCosa renderà disponibile alle impredi un percorso advanced per tutte cillo”, una torrefazione di Salerno se scelte l’Agenzia? le imprese iscritte alla categoria che ha saputo introdurre un’imporL’Agenzia ICE offre molti servizi “Digitale” del Premio Best Practices tantissima innovazione di processo alle imprese italiane che vogliono di Confindustria Salerno. Nelle nella sua produzione. Il secondo operare nei mercati internazionali, settimane successive saranno resi premio è stato assegnato all’imtra questi ricoprono un'importanza noti i dettagli a tutti alle aziende. 20


focus

La sfida dell’innovazione per la ripresa economica Alcuni studi di SRM stimano che 100 euro investiti al Sud destinati ai settori innovativi generano un impatto endogeno più elevato, pari a 50,6 euro, ossia +20% rispetto a investimenti nei comparti tradizionali di Autilia Cozzolino SRM www.srm-maritimeconomy.com

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a cultura dell’innovazione, In tale contesto, l’innovazione Innovation Scoreboard collocasecondo molti, è la base per accelera il recupero durante la no le regioni meridionali nella il successo imprenditoriale e crisi. Si punta sull’innovazione fascia medio-bassa del gruppo la valorizzazione delle potenziacon lo scopo di risollevarsi dei “Moderate”, presentando lità produttive di un territorio dalle difficoltà economiche e delle performance inferiori e per la ripresa dei mercati e di rispondere nel modo giusto rispetto a quelle centro-setdell’economia dall’attuale crisi alle sfide e alle opportunità di tentrionali. Serve uno sforzo pandemica. Il lockdown, in giro questo periodo. La Ricerca, il maggiore per migliorare la per il mondo, ha costretto le Trasferimento tecnologico e rappresentatività nazionale persone ad affrontare i propri l’innovazione sono i fattori su del Mezzogiorno che risulta limiti, soprattutto dal punto di cui investire risorse economiche ancora limitata in termini sia di vista tecnologico. Tanti Paesi e umane, come forse mai fatto condizione generale di contesto hanno dovuto rivedere la proin precedenza. Guardando al (scarso interesse alla formaziopria visione di business e ne continua, alle co-pubmarketing, ma anche il blicazioni scientifiche, ad modo in cui concepivauna formazione elevata), no il mondo del lavoro. sia di investimenti (la «Un periodo di forte crisi La digitalizzazione è spesa per R&S intra-mue tensione se da un lato genera ros pesa soltanto il 15% diventata un bisogno preoccupazioni per gli effetti primario, perché stare al sul dato nazionale e passo con l’innovazione, incide lo 0,9% sul Pil economici, dall’altro spinge appunto, è la chiave di mentre in Italia l’1,4%), a riflettere su una possibile svolta per una ripresa sia di attività innovative ripresa, rivalutando le proprie sana e prolungata. (le imprese che svolgopossibilità e potenzialità» Un periodo di forte crisi no attività innovative e tensione, se da un lato pesano soltanto il 16% genera preoccupazioni sul dato nazionale e per gli effetti economici, bassa è l’applicazione di dall’altro spinge a riflettere su contesto meridionale, diversi marchi e brevetti- 12,7 brevetti una possibile ripresa, rivaludati fanno emergere le difficoltà ogni milione di abitanti, contro tando le proprie possibilità e in cui il sistema produttivo e 74,6 Italia), nonché di impatti potenzialità. Ecco che le crisi imprenditoriale del Mezzogiorno occupazionali (bassa è la peraiutano a crescere e migliorarsi, è ancora immerso. I risultati centuale di occupati nei settori sotto ogni punto di vista. dell’edizione 2019 del Regional manifatturieri Medium e High Dicembre 2020 | Gennaio 2021

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focus

Regionale Innovation Scoreboard, regioni italiane Performance group EU28

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Friuli-Venezia Giulia Emilia-Romagna Lombardia Veneto Provincia Autonoma Trento Marche Piemonte Umbria Toscana Lazio Abruzzo Provincia Autonoma Bolzano Liguria Campania Basilicata Puglia Molise Valle d’Aosta Sicilia Calabria Sardegna

Strong Moderate + Moderate + Moderate + Moderate + Moderate + Moderate + Moderate + Moderate + Moderate Moderate Moderate Moderate Moderate Moderate Moderate Moderate Moderate Moderate Moderate Moderate -

"2019" Variazione* score score 2011relative to EU 2019 2019 100 4,7 92,6 89,1 86,6 84,9 82,1 81,2 79,8 79,5 79,1 74,3 69,8 68 67,7 63,3 62,7 61,2 57,4 57,1 56,5 51,1 51,1

7,7 11,1 8 7,7 11 12,9 5,6 12,4 11,1 1,4 15,3 3,1 8,9 11,3 15 5,3 12,5 2,6 6,7 7,6 0,3

La variazione è calcolata nel periodo 2011-2019. Fonte: elaborazioni SRM su dati European Commission, 2019

Tech). Ma non mancano realtà imprenditoriali e regionali che si contraddistinguono per alcune performance innovative positive. Il tessuto imprenditoriale del Mezzogiorno si presenta più attento al tema dell’innovazione: negli ultimi anni il numero delle imprese innovative meridionali è cresciuto del 22%, quasi il doppio del dato nazionale (+13%). Va segnalata poi la presenza di medio-grandi realtà produttive che operano nella suddetta area, non numerose ma che hanno ben chiaro quali sono le esigenze innovative di cui necessitano e possono favorire la trasmissione di tecnologie lungo tutta la catena del valore. Una ricognizione aggiornata, anche se non esaustiva, di stabilimenti

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e postazioni da 500 addetti in su localizzati nel Mezzogiorno individua poco più di 60 società produttrici di beni e servizi, con oltre 104mila occupati diretti. Un altro aspetto positivo è un’accentuata voglia di impresa che contraddistingue il territorio meridionale al punto di essere classificato come l’area in cui si registra il maggior numero di iscrizioni di nuove imprese (al II trim. del 2020 risultano iscritte 22.601 imprese che rappresentano il 39% dell’Italia). Degno di nota è anche il rilevante contributo dell’imprenditoria giovanile. Al II trim. 2020, sono attive 182.586 imprese giovanili, quasi il 41% del dato nazionale. Il Mezzogiorno è l’area con il più elevato tasso di imprenditoria-

lità giovanile (11%, in Italia 9%). Tali elementi rappresentano input importanti per lo sviluppo dell’offerta d’innovazione. Nel Mezzogiorno si evidenzia poi una presenza crescente di PMI innovative, 369 pari al 21,6% dell’Italia (1.706, Ott. 2020) e di startup innovative, 2.936, pari al 24,3% dell’Italia (12.071, Ott. 2020). Non mancano i poli tecnologici che includono oltre 24mila unità locali e circa 114mila addetti, pesando rispettivamente il 20,8% e il 15,7% sul totale nazionale. Si riscontrano inoltre importanti iniziative di collegamento tra il mondo accademico e l'economia reale. Tra le più significative: Netval, Contamination Lab, MediTech (il Competence Center del Sud Italia), L'Associazione dei Parchi Scientifici e Tecnologici Italiani, distretti tecnologici, AGCOM e altri. Infine, l’ambiente entro cui l’innovazione nasce e si diffonde sta profondamente cambiando in una logica di Open Innovation. Anche nel Mezzogiorno c’è una maggiore apertura a esperienze esterne per l’introduzione di innovazione di prodotto/ processo, ma occorre insistere ulteriormente sulla fluidità nel passaggio tra produttori e utilizzatori di conoscenza, e quindi risulta essenziale garantire un ecosistema innovativo efficiente e concreto. Investire in innovazione e ricerca conviene non solo perché migliorano le performance delle imprese ma anche perché si favorisce una crescita economica del territorio nel suo insieme. Alcuni


studi di SRM stimano che 100 investimenti privati che questi alle piccole e medie imprese. euro investiti al Sud destinati ai fondi dovrebbero attirare, per Con l’accordo politico sul settori innovativi, generano un sostenere un’Unione dell’innopiano per la ripresa siamo di impatto endogeno più elevato, vazione e garantire la competitifronte a una straordinaria pari a 50,6 euro, ossia +20% vità globale dell’Europa. opportunità non solo di rilan(rispetto ad investimenti nei L’innovazione rappresenta un ciare l’economia del Paese, ma settori tradizionali). Mai come aspetto fondamentale negli anche di avviare quei profondi in questo caso si può contaattuali Programmi della politica cambiamenti strutturali di cui re su una importante l’Italia - e soprattutto il disponibilità finanziaria. Mezzogiorno - ha ormai «Nel Mezzogiorno si evidenzia bisogno da un ventennio Sono rilevanti gli impegni una presenza crescente nazionali e le policy di (maggiore strutturaziosupporto europee. Le ne di impresa, nonché di PMI innovative, 369, pari politiche per l’innovapotenziamento di quei al 21,6% dell’Italia e di startup zione rappresentano un fattori strategici che innovative, 2.936, pari al 24,3% fanno parte del nuovo anello di collegamento tra il mondo della ricerca paradigma competitivo dell’Italia. Non mancano i poli e dell’innovazione e il come l’innovazione, la tecnologici che includono settore industriale con formazione, l’internaziooltre 24mila unità locali e circa nalizzazione). l’obiettivo di sviluppare 114mila addetti» e sostenere un conteLe imprese del Mezzosto favorevole affinché giorno possono svolgere le idee si trasformino un ruolo determinante in progetti e prodotti utili al se sapranno affrontare con di coesione e lo sarà anche per mercato. Punto di riferimento decisione le loro rilevanti il futuro (Agenda 2021-2027), a livello comunitario è Horizon criticità e potranno contare su posto che tra gli obiettivi sta2020, il più grande programma un’efficace politica di interventi biliti c’è quello di raggiungere di ricerca e innovazione dell’UE un’Europa “più intelligente” meda attivare già nell’immediato con quasi 80 miliardi di euro diante, appunto, l’innovazione, e da completare con impegno e di finanziamenti disponibili in la digitalizzazione, la trasformaresponsabilità nel medio e nel 7 anni (2014-2020), oltre agli zione economica e il sostegno lungo termine.

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Diversity & Innovation Bilanciamento di genere, inclusione, responsabilità sociale e arte saranno alcuni dei temi chiave delle prossime attività del Comitato Femminile di Confindustria Salerno, presieduto da Alessandra Puglisi di Raffaella Venerando

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el suo ultimo Rapporto Banca d’Italia certifica che il PIL italiano potrebbe crescere di 7 punti se si dimezzasse il divario di genere nel tasso di impiego. Una questione, quella della discriminazione di genere che, per definizione, vede impegnato il Comitato Femminile Plurale di Confindustria Salerno. Sul banco di lavoro, al momento, quali sono i progetti che vi vedono coinvolte e/o promotrici? Ha preso il via nel 2018 ed è ora nella fase più operativa il progetto europeo R&I PEERS, finanziato nel quadro di Horizon 2020, per la promozione della cultura delle Pari Opportunità nell'ambito della ricerca scientifica, che vede impegnata Confindustria Salerno accanto all’Università di Salerno, al CNR e ad altre sette Istituzioni di Paesi europei dell’Area Mediterranea. Partendo dalle esperienze concrete delle Istituzioni partecipanti, il progetto ha come obiettivo l’attuazione dei Gender Equality Plans (GEPs) da parte dei partner afferenti al progetto, al fine di colmare il divario di genere nei processi decisionali delle organizzazioni. Le attività del Comitato Femminile per il completamento del progetto saranno articolate in 2 fasi.

La prima è la realizzazione di uno studio che coinvolgerà un numero di imprese che abbiano al loro interno ruoli di Ricerca e Sviluppo, o sostenuto investimenti in termini di innovazione di prodotto e di processo al fine di valutare il grado di maturità sotto il profilo della parità di genere e individuare le prospettive di miglioramento in linea con la Mission/Vision del progetto R&I Peers, basata su Gender Equality e Gender Opportunity. La seconda, invece, vedrà le imprese protagoniste di una videointervista nel corso della quale racconteranno il loro punto di vista sul valore della diversity in ambito aziendale. Quello attuale è anche il momento della semina, per porre in essere un nuovo progetto sul tema della Diversity & Innovation. L’impatto della diversità sulle performance aziendali, non solo di genere ma generazionale e culturale, sarà infatti il focus specifico delle prossime attività messe in campo dal Comitato Femminile Plurale. Anche i numeri ci confermano che diversità e inclusione sono asset fondamentali e rappresentano un’opportunità per le aziende, su cui vale la pena continuare ad investire.

La pubblicazione della ricerca massiva condotta dall’Agenzia Federale per le Pari Opportunità in Australia, che ha esaminato

Alessandra Puglisi

presidente Comitato Femminile Confindustria Salerno

le performances delle prime 200 aziende quotate in Borsa negli ultimi sei anni, ha dimostrato che le aziende con un maggiore bilanciamento di genere nelle posizioni apicali sono premiate da migliori performance e da un aumento del valore azionario in media del 5%. Anche il tema della responsabilità sociale avrà spazio nelle attività del Comitato, particolarmente attento alla dimensione della sostenibilità a tutto tondo. Il periodo che stiamo attraversando, segnato dalla minaccia del Covid19, sta facendo emerDicembre 2020 | Gennaio 2021

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gere la necessità di ripensare il nostro modello di sviluppo. Al di là delle ideologie, siamo chiamati a riscoprire valori capaci di orientare lo sviluppo futuro. Dopotutto lo stesso Papa Francesco ha detto recentemente che «peggio di questa crisi c’è solo il dramma di sprecarla». Ed è l’intelligenza femminile, più “empatica”, uno dei caposaldi su cui alcuni cercano di ancorare il nuovo paradigma (c.f.r. “Donne decisive per un nuovo modello di sviluppo” Elisa Manna su Avvenire, 16 luglio 2020). Va in questa direzione il progetto di Social Responsability, di cui il nostro Comitato è promotore, per la creazione di un centro di ascolto e supporto per bambine e adolescenti in situazioni di disagio. Un’iniziativa che speriamo veda coinvolte un ampio numero di aziende associate in qualità di charity partner a beneficio di un progetto di solidarietà.

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Oltre all’impegno su iniziative che valorizzino le diversità, tante saranno le opportunità formative in calendario. Il nostro impegno è quello di stimolare le imprenditrici in un virtuoso processo di innovazione. Le abilità trasversali richieste dal contesto che stiamo vivendo riguardano la duttilità per adattarsi a situazioni impreviste, la capacità di risolvere problemi e di motivare il team e quella di gestire la comunicazione in modo efficace. La comunicazione, verbale e non verbale, con tutte le sue implicazioni, è l'essenza della leadership carismatica. Il nostro nuovo percorso formativo partirà proprio dalla Programmazione Neuro Linguistica. Ma non solo. La creatività è un’altra delle skill più importanti del prossimo futuro. Le aziende hanno la necessità di innovare continuamente, si trovano ad affrontare problemi

complessi rispondendo in maniera creativa, con nuove idee. La creatività è una capacità che appartiene a tutti ed è una competenza che può essere coltivata e migliorata. Per questa ragione, abbiamo ideato un progetto formativo molto particolare legato alla Urban Art. Il progetto sarà curato da uno tra i più noti e apprezzati Street Artist italiani, che sarà affiancato da un coach per il debriefing formativo. L’obiettivo del progetto è stimolare il potenziale comunicativo e creativo del team, sviluppando la capacità di esprimere concetti e valori attraverso immagini e simboli. Ci misureremo con la realizzazione un’opera d’arte capace di accendere i riflettori sul tema della parità di genere, creando allo stesso tempo un’opportunità di “riattivazione” culturale e sociale urbana di cui saremo protagoniste.


BANCOPASS, nuove funzionalità per un’aumentata efficienza Molte le implementazioni introdotte per rendere ancora più vantaggioso l’utilizzo della piattaforma. Tra queste Bancopass Covid e la possibilità di effettuare operazioni di benchmarking, check-up, valutazione d’impresa e confronto settoriale

Marcella Villano Servizi alle imprese Confindustria Salerno m.villano@confindustria.sa.it

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individuazione della corretta quantità di debito per evitare, da un lato, di sovra indebitarsi e, dall’altro, di vedersi rifiutate le richieste di finanziamento, causa importi troppo alti rispetto alla capacità di rimborso, è stata, ed è tuttora, una delle principali esigenze delle aziende sin dall’inizio dell’emergenza sanitaria da Covid-19. Sul fronte della liquidità, gli imprenditori italiani, soprattutto nella fase di stop delle attività produttive, hanno dovuto fronteggiare la doppia difficoltà di garantire i flussi di risorse con l’azienda chiusa o parzialmente aperta, e quelli necessari a poter ripartire per limitare le perdite di fatturato che, seppure in modo spalmato nel tempo grazie agli aiuti governativi, avrebbero dovuto essere ripagate in futuro. Con l’obiettivo di evitare che il temporaneo problema di cash-flow si potesse trasformare in una pericolosa questione di solvibilità, una prima utile risposta fornita alle aziende è stato il potenziamento dei servizi di Bancopass, la piattaforma realizzata da Assolombarda, con l’obiettivo di gestire al meglio la relazione con banche e finanziatori, resa fruibile gratuitamente alle imprese associate di Confindustria Salerno nell’ambito di un protocollo siglato tra le due Territoriali. In aggiunta ai servizi cui era possibile accedere, l’implementazione della piattaforma, intervenuta nei primi mesi della pandemia, è sfociata nella realizzazione di Bancopass Covid, un file excel che, con l’inserimento di poche ipotesi costruisce simulazioni a 5 anni in automatico, facilmente modificabili, calcolando automaticamente per ogni anno: il MOL; una stima degli anni in cui l’azienda potrebbe restituire il debito attuale e futuro; la quantità indicativa massima di debito che potrebbe restituire in 3,4,5 o 6 anni. Permette di stampare, oltre a tutti i bilanci storici e pro-

spettici, anche una "Sintesi delle voci" più rilevanti per banche e finanziatori. Il risultato non è paragonabile a un business plan, ma aiuta a stimare velocemente la capacità di contrarre nuovo debito e a sostenerne la restituzione. L’aggiornamento della piattaforma ha introdotto anche nuove funzioni utili per gestire la ripresa e orientare le scelte produttive. Attraverso il Benckmarking, l’impresa ha la possibilità di creare un report che permette di confrontare la propria situazione aziendale con un massimo di 5 aziende e 3 anni di bilancio per ogni analisi. La funzione Check up d’impresa consente, invece, di effettuare un confronto settoriale, nonché verificare gli indici di allerta. Nel processo di definizione delle strategie è importante valutare non solo se l’azienda è in equilibrio-economico finanziario, ma anche se sta aumentando o diminuendo il proprio valore. Calcolo che, purtroppo, viene fatto solamente nel caso di operazioni straordinarie o di passaggio generazionale, ma dovrebbe essere oggetto di maggiore attenzione. Per questo, l’opzione Valutazione d’impresa fornisce un primo punto di partenza per le analisi interne e un’indicazione della percezione dell’azienda da parte di un soggetto esterno. Comprendere le ragioni di un eventuale peggioramento del proprio rating, interpretando anche i più piccoli segnali di allarme per cercare di anticipare eventuali aree di crisi, è importante ed è possibile partendo dal proprio scoring, ossia dal confronto delle proprie performance con quelle del settore di appartenenza, comparazione che può essere effettuata con la tab Confronto settoriale. Bancopass è uno strumento concreto, oggi ancora più completo e di sicuro supporto per la gestione aziendale. Per accedere www.bancopass.it/ richiedi-un-utenza/confindustria-salerno/richiedi-utenza. Dicembre 2020 | Gennaio 2021

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Il crowdfunding italiano si chiama DeRev A testimoniare la qualità dell'azienda italiana di servizi e strategie digitali, crowdfunding e comunicazione sui social media, è anche la Commissione Europea che la inserisce tra i cinque operatori di sharing economy più influenti in Europa per la capacità di generare empowerment di Raffaella Venerando

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a portato in Italia il crowdfunding e ora è pronfollower su Facebook e 32mila su Instagram, in cui to a rinnovarlo. Fondata da Roberto Espoquotidianamente fornisce informazioni e contenuti sito nel 2012, DeRev è leader nelle campagne utili sul mondo dell’imprenditoria e delle startup, sulle di raccolta fondi online per progetti civici, culturali e strategie di comunicazione politica e sui principali sociali, tanto da essere stata insignita della qualifica trend del web. Come il suo fondatore, anche DeRev ha di Digital Democracy Leaders dal Parlamento molte anime. Specializzata nella definizione di idenEuropeo in collaborazione con Microsoft. tità e strategie digitali, comunicazione sui social «Il crowdfunding civico - spiega il CEO di DeRev, tra media e marketing online per brand e grandi aziengli esperti più influenti e seguiti in Italia in tema di de, DeRev è impegnata nella consulenza strategica comunicazione e strategie digitali - rappresenta uno anche di soggetti istituzionali, personaggi pubblici strumento innovativo, trasparente, attraverso cui le e politici e ha consolidato una significativa esperienza pubbliche amministrazioni posnel campo dell’analisi dei dati sono elargire fondi alle iniziative e del crisis management. Ha sul territorio con il contributo costruito e gestito campagne diffuso e la partecipazione attiva in settori sensibili, come la dei cittadini e degli altri attori salute (campagna sui vaccini del del territorio». Tra gli strumenti Ministero della Salute e la più utilizzati per sostenere le campagna contro le fake-news iniziative a contrasto dell’emerpromossa Agenzia Italiana per genza sanitaria, il crowdfunding il Farmaco) e la finanza (Banca riesce infatti a mettere insieme d’Italia, Gruppo Mediobanca, cittadini, aziende, comunità e Banca Sella, Intesa Sanpaolo). istituzioni. «Sulla nostra piatTra i suoi clienti grandi brand taforma - continua Roberto come Coca-Cola, Wind, Telecom, Roberto Esposito Esposito - abbiamo di recente EY, Il Sole 24Ore. «In virtù delle ospitato la campagna dell’Istituto Spallanzani di competenze specifiche e delle esperienze sviluppaRoma, che ci ha scelto per finanziare le attività legate te negli ultimi anni - afferma Esposito - DeRev si è alla ricerca sul Covid-19». A testimoniare la qualità specializzata nella comunicazione in ambiti particolardi DeRev è anche la Commissione Europea che, nel mente sensibili, come quello finanziario o istituziona2016, la inserisce tra i cinque operatori di sharing le, in cui ogni scelta e ogni dettaglio possono generare economy più influenti in Europa per la capacità di un impatto significativo sugli utenti e sui mercati, generare empowerment. Nello stesso anno, Altroconportandoci ad essere scelti e a collaborare con brand sumo la certifica come prima piattaforma in Italia e istituzioni di altissimo profilo e prestigio». DeRev ha per qualità e trasparenza del servizio. Imprenditoun patrimonio di oltre 2 milioni di iscritti al prore, autore e spin doctor, Roberto Esposito è un prio network di canali attivi sui social media. DeRev esperto di innovazione, strategie di comunicazione e ha ricevuto oltre 3.500 menzioni e articoli sulla marketing non convenzionale ed è uno degli imprenstampa e sui media, ed è stata ospite di circa 450 ditori italiani più seguiti sui social media, con 55mila eventi nel mondo.

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SolveUp, la nuova soluzione a misura di PMI La app progettata da LinUp facilita la comunicazione tra specialisti in remoto e operatori sul campo, semplificando la manutenzione con vantaggi importanti anche sui costi e sui tempi di intervento di Raffaella Venerando

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asce SolveUp, la app per Android e IOS, targata LinUp, che avvicina le piccole e medie imprese al mondo dell'assistenza e della collaborazione da remoto. Ancora una volta LinUp, la PMI innovativa del Gruppo Mare, declina con successo le soluzioni tecnologiche collaudate dalle multinazionali sulle esigenze delle PMI italiane. SolveUp è una soluzione utilizzabile da PC e smartphone che facilita la comunicazione tra specialisti in remoto e operatori sul campo, eliminando le trasferte e favorendo il distanziamento sociale, senza rinunciare all'efficacia e alla qualità degli interventi. SolveUp, inoltre, consente di ridurre tempi e costi ed efficientare le ore di lavoro degli esperti, che potranno offrire le loro competenze attraverso una modalità di supporto online in tutti i contesti di operatività, controllo qualità, collaudo e procedure. Con un semplice tocco sul proprio smartphone, l’operatore può inoltrare la richiesta di assistenza allo specialista e collaborare grazie a strumenti come video, chat e condivisione in tempo reale di documenti e immagini. Alla base dello sviluppo della nuova soluzione a misura di pmi ci sono le più avanzate tecnologie, come il riconoscimento automatico di oggetti e macchinari con l’Intelligenza Artificiale e l'indicazione di oggetti o elementi e le annotazioni a mano libera in Realtà Aumentata. «SolveUp - commenta Giovanni Caturano, amministratore delegato di LinUp - risponde in modo efficace e immediato alle nuove esigenze delle imprese, alle prese con le sfide imposte dalla trasformazione digitale e dalla pandemia in corso. La manutenzione si è trasformata in un’operazione complessa ma con soluzioni, agili e flessibili,

come una semplice app, è possibile gestire da remoto da tutte le procedure, con vantaggi importanti anche sui costi e sui tempi di intervento. Il nostro obiettivo è accompagnare le aziende in un processo di cambiamento strutturale, consentendo anche alle realtà più piccole di beneficiare dei vantaggi tecnologici che troppo spesso sono ancora privilegio esclusivo delle multinazionali». SolveUp nasce dalle costanti attività di ricerca di LinUp, che si propone di contribuire alla trasformazione digitale delle pmi. Investimenti in linea con il recente scenario tracciato dal primo Rapporto Anitec-Assinform sulla «Ricerca e Innovazione ICT in Italia», dal quale emerge un trend in crescita anche se lontano dalla media Ue. In Italia, le imprese dell’Information & Communication Technology investono (anno 2018) 2,6 miliardi di euro in Ricerca e Innovazione (+6,4% rispetto all’anno precedente).

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Hotel Help Un esperto gratis a tua disposizione a cura della redazione

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i chiama Hotel Help ed è un nuovo servizio gratuito recentemente attivato da Upselling Tourism - società salernitana di consulenza turistico-alberghiera - per aiutare gli albergatori italiani in questo momento di grande difficoltà. L’attività di consulenza, se affidata a veri professionisti, può essere un utile supporto in diversi ambiti della gestione alberghiera, sia dal punto di vista operativo, sia economico. Forti di questa consapevolezza, gli esperti di Upselling Tourism “si” mettono gratuitamente a disposizione di quegli imprenditori che desiderano risolvere o migliorare un aspetto della gestione nella propria struttura ricettiva per affrontare la crisi che sta investendo il settore. Un primo passo insieme: è questo l’obiettivo dell’iniziativa, che guarda al futuro e invita gli albergatori a prepararsi a un nuovo inizio per non correre i rischi legati all’improvvisazione. L’intervento di Upselling Tourism attraverso il servizio gratuito Hotel Help ha, quindi, lo scopo di supportare l’imprenditore nella fase iniziale, quella dell’analisi dei nuovi comportamenti e della definizione dei passi da compiere, per poi lasciare campo libero alle decisioni aziendali. Le domande che possono essere rivolte agli esperti spaziano da proposte sul miglioramento dell’organizzazione del lavoro

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all’attivazione di nuove funzioni in hotel. Il tutto pensato per una ripartenza dal sapore di rinascita: gli studi di settore e le analisi che da varie fonti circolano in questi mesi dimostrano, infatti, che per far rifiorire le proprie attività, gli imprenditori tutti - e in questo caso gli albergatori - devono riconoscere il cambiamento che sta avvenendo nella società, dunque nelle abitudini dei consumatori, e cercare di adattare la propria offerta alla nuova realtà. I viaggiatori avranno maggiore bisogno di sicurezza, di qualità e di attenzioni che aiutino a costruire un rapporto di fiducia con l’hotel: per l’albergatore, questo significa impegnarsi a

confermare, oppure ripensare, l’identità del proprio prodotto/ servizio e comunicarla in modo coerente ed efficace. È molto probabile che quella attuale, come tutte le crisi, avrà l’effetto di un filtro che non consentirà a tutte le imprese il passaggio attraverso le proprie maglie. Per affrontare il nuovo scenario e adeguarsi al cambiamento, l’albergatore può scegliere di agire da solo oppure aprirsi alla collaborazione, per ampliare le prospettive di osservazione della realtà e di ricerca di soluzioni: “l’unione fa la forza”, mai come in questo momento, per superare le difficoltà delle singole aziende e far rinascere l’intero settore ricettivo.


Supporto Tecnico e Fondi Usa, la DEM Consulting in prima linea nella lotta al Covid-19 La società salernitana è tra le due italiane che supporteranno l'implementazione del progetto INVEST di DAI LLC finanziato da United States Agency for International Development (USAID), teso a sostenere le aziende nella diversificazione delle operazioni di business in risposta alle perdite generate dalla pandemia. Coinvolte in questa iniziativa anche 4 aziende salernitane, socie di Confindustria Salerno, che saranno assistite da DEM nel processo di riconversione per la produzione di mascherine chirurgiche e FFP2 di Raffaella Venerando

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irettore, la DEM Consulting è tra le 2 aziende italiane beneficiarie del programma INVEST di USAID a sostegno dell’industria italiana nel contrasto all’epidemia di COVID-19. Un bel traguardo. Quali requisiti hanno consentito alla sua azienda di fare la differenza? Il bando di DAI LLC consisteva in una richiesta di proposta di assistenza tecnica per supportare l'implementazione del progetto INVEST, finanziato dall'Agenzia degli Stati Uniti per lo sviluppo internazionale (USAID). Abbiamo proposto a DAI/USAID un modello standard di riconversione, suddiviso in moduli, che potesse adattarsi alle singole esigenze aziendali selezionate. Il progetto assistenza tecnica ha due obiettivi: uno è ovviamente quello di aumentare la produzione locale di DPI, l’altro è di supportare le aziende a diversificare le operazioni di business in risposta alle perdite generate dalla pandemia. Come investirete i fondi messi a disposizione? USAID supporta due progetti tramite il bando effettuato da DAI LLC, un progetto di pura assistenza tecnica e un altro di assistenza finanziaria. I due progetti sono nella forma separati ma non c'è limite alla cooperazione. Abbiamo già presentato

alcune società del nostro progetto alle società che gestiscono l’aspetto finanziario detto “Capital Catalytic” e stiamo valutando di presentarne altre che abbiano i requisiti. La DEM Consulting ha scelto di coinvolgere in questa iniziativa anche altre 5 aziende salernitane che, nei fatti, accompagnerete nel processo di riconversione per la produzione di mascherine chirurgiche. Una scelta, potremmo dire, di altruismo territoriale. Cosa vi ha spinto in questa direzione? E quale è stato il ruolo svolto da Confindustria Salerno? La Campania è stata scelta come regione di intervento perché è la terza regione d'Italia e la prima del Sud per numero di abitanti. L'Istituto Sanitario Italiano ha confermato a maggio che la seconda ondata di COVID19 avrebbe coinvolto principalmente le regioni meridionali dell'Italia per diversi motivi: • Le regioni del Sud Italia hanno avuto solo 12.549, il 5% dei contagi totali (238.720) durante la prima ondata quindi molte persone qui residenti non sono mai venute a contatto con il virus stesso. • Il 3 giugno 2020, persone provenienti da tutte le regioni settentrionali d’Italia sono state legalmente autorizzate a muoversi attraverso tutto il Paese.

• Durante la stagione estiva, le persone si sono spostate da nord a sud per trascorrere le vacanze e quindi la popolazione è fortemente aumentata nelle regioni meridionali. Come conseguenza di quanto sopra, il rischio di COVID19 nel Sud Italia si è rivelato molto concreto.La ricerca per la selezione delle imprese è stata effettuata utilizzando la nostra rete locale tra le imprese esistenti e la banca dati di Confindustria

Andrea Catino

Direttore DEM Consulting

Campania. Confindustria Salerno ci ha molto supportato nel focalizzare l'attenzione sulle imprese coinvolte. Una volta individuate le potenziali aziende interessate alla riconversione, abbiamo effettuato un sondaggio e quindi effettuato la selezione. Dicembre 2020 | Gennaio 2021

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Ceramica Giovanni De Maio, fuoco mediterraneo Non solo decoro vietrese. Oggi, in questa fabbrica d’arte attiva da più di duecento anni, alle finiture classiche, intramontabili, si aggiungono nuove collezioni dal design contemporaneo e internazionale di Raffaella Venerando

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Fisciano, nascosta in un ampio cortile popolato di alberi antichi, si trova la manifattura tutta cotto, colori e pennelli “Giovanni De Maio”. 1826 è la data di fondazione di questa fabbrica d’arte in cui, oggi, gli sfondi tipici delle ceramiche vietresi s’intrecciano con flutti turchini di mari mediterranei, fiori delicati che conservano intatta la bellezza di una costiera florida e modernissimi pattern, creati in collaborazione con designer di chiara fama. Per quasi 200 anni, la famiglia De Maio si è dedicata - anima ed estro - soprattutto alla tradizione della ceramica artistica vietrese, reinterpretandola, rinnovandola, trovando inediti modi e forme per darle splendore. Ma è con l’arrivo della quinta generazione - i cugini Mimmo e Marco De Maio - che, per l’azienda, si aprono nuove strade. Alla ceramica vietrese - magica e atemporale - si aggiungono nuove collezioni, in cui il fuoco trasforma la terra dando vita a piastrelle formate e rifilate a mano, poi smaltate e decorate una ad una nelle maniere più diverse e nelle fogge più disparate. Uno dei primi progetti “fuori registro” è il Paradise Plaza building, realizzato nel 2016 all’interno del Miami District Design. «Un lavoro eccezionale per misure, mezzi e quantità», racconta Mimmo De Maio, che 32

Paradise Plaza Building, Miami District Design

per l’azienda di famiglia si occupa di commerciale e comunicazione. Su indicazioni progettuali dello studio parigino Tolila+Gilliland, Atelier d'Architecture, la Giovanni De Maio realizza la facciata dell’edificio tutta a rombi tridimensionali, smaltati in sei finiture di colore che rifulgono alla luce in nuance cangianti. Un’opera complessa da 70.000 pezzi, piani e curvi, in cui ogni apertura, ritorno o intradosso è stato regolato per combaciare perfettamente con un altro. Tutto a incastro, nessun taglio aggiuntivo, pittura e scultu-


ra insieme, senza soluzione di continuità, per una trama di terracotta dai colori brillanti. Questo mirabile lavoro è stato successivamente mostrato nel corso dell’Architect@ work a Milano, fiera in cui espositori selezionati presentano le loro innovazioni scelte da una commissione tecnica. Ed è a Milano che la Ceramica Artistica Giovanni De Maio viene ingaggiata, due anni dopo, per un altro prestigioso progetto: il nuovo flagship store di Bally. L’idea dello studio CasperMullerKneer Architects di Londra era di ricre-

piani dell’azienda in cui, di padre in figlio, si tramanda l’arte della ceramica per rispondere a tendenze di arredo sempre nuove nel gusto e nelle tecniche. Tra le ultime preziose novità, il progetto Connessioni, un filone creativo che mette insieme la sapiente artigianalità dei De Maio con il genio di noti designer. Tra questi ultimi, primeggia la collaborazione intrecciata con Riccardo Dalisi, Premio Compasso d'oro. Sono nate così piastrelle dedicate ai suoi splendidi lavori: all’iconica caffettiera, alla casa geometrica, al compasso, all’esagono, alla manipolazione del caos, al volto geometri-

Connessioni / Dalisi per Ceramica Giovanni De Maio

are, nella città meneghina, un negozio su tre piani simile a una grande villa cui accedere da un elegante giardino. In questa armonia naturale, le lastre in terracotta modellate a mano della Giovanni De Maio - anche qui pezzi insoliti, alti fino a 70 cm e curvi all’estremità - vestono tutte le zone perimetrali delle vetrine e i layout espositivi, freestanding e tavoli da lavoro. L’opera è così perfetta che la rivista tedesca LADEN la premia come una delle più belle realizzazioni di design and innovative stores del 2019/20, dedicandole la copertina. Non solo grandi progetti ed estero, però, nei

co, al metodo non metodo. Arredare spazi intimi come una galleria d’arte. Presto, oltre alla firma di Dalisi, Connessioni godrà di altri altre due prestigiose cifre stilistiche, al momento però tenute ancora segrete dall’azienda che promette così nuovi prodotti d’autore, originali nell’estetica e complessi nella loro manifattura. Senza mai cedere all’ostentazione o alla frivolezza, che sia un decoro vietrese o un design geometrico, le collezioni di ieri e di oggi della Ceramica Artistica Giovanni De Maio raccontano sempre una tradizione di qualità e una storia di carattere, insieme allo «sforzo incessante di competere con la bellezza dei fiori». Riuscendoci.

Interno Flagship Bally Store

Laboratorio di Ceramica Artistica Giovanni De Maio

Flagship Bally Store

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IMO - Italpress Modular Office, l’arredamento professionale differente L'azienda salernitana propone soluzioni razionali e in sintonia con le tendenze attuali, grazie ad una progettazione su misura e a una produzione qualificata di pareti divisorie e attrezzate, moduli banca e open space di grande effetto, altamente funzionali a cura della redazione

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esign, progettazione, passione per l'innovazione e per le forme di arredo funzionali: IMO - Italpress Modular Office è l'azienda dei fratelli Picarone che progetta e produce arredamenti professionali per aziende ed enti pubblici. Un luogo in cui creare i propri spazi, dove i materiali principali utilizzati nelle lavorazioni aziendali sono il legno nobilitato e l'alluminio e strutture metalliche. IMO, inoltre, commercializza complementi d’arredo di primarie marche nazionali ed estere, proponendo soluzioni mirate per ogni problema di spazio. Ogni elemento si adatta ai più diversi contesti lavorativi, rispondendo ad esigenze di elevata qualità. I grandi spazi del fabbricato IMO, situato in via Giovanni Agnelli a Baronissi, presentano al loro interno attrezzature di lavorazione, magazzini, uffici e un ampio showroom con l’esposizione dei prodotti industrializzati. L'azienda propone soluzioni d’arredo razionali e in sintonia con le tendenze attuali, grazie ad una progettazione su misura e a una produzione qualificata di pareti divisorie e attrezzate, moduli banca e open space di grande effetto e altamente funzionali. La continua volontà di migliorarsi e di creare nuovi progetti di uffici modulari performanti e dal design accattivante ha portato la IMO a sviluppare un progetto dedicato alle aree di accoglienza e alle reception di ogni tipologia, i IMO nuovissimi modelli RV4; inoltre l'azienda ha recentemente partecipato al ban- Area PIP di Baronissi (SA) do ministeriale per la produzione dei nuovi banchi monoposto anti-Covid-19 e Via Giovanni Agnelli S/N ha sviluppato paratie e pannelli in plexiglass trasparente, dedicati alle azien- tel. +39 089 952473 +39 089 953233 de, di dimensioni studiate ad hoc e personalizzabili, per mettere in sicurezza ogni tipologia di spazio, specialmente quelli aziendali e le aree di accoglienza. fax +39 089 953485 IMO è il sogno dei fratelli Picarone: un'azienda salernitana, nata da una forte www.imoffice.it info@gruppopicarone.it passione e ambasciatrice del made in Italy in tutta la penisola.

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Studio Torta, competenza e professionalità brevettate Numeri record in quanto a performance d’impresa: 1.000 nuove domande di brevetti ogni anno, oltre 60.000 casi gestiti, più di 30.000 marchi e 10.000 clienti, di cui il 75% nazionali e il restante 25% esteri a cura della redazione

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tudio Torta, leader nella consulenza della Proprietà Industriale, fornisce i più alti livelli di assistenza per la valorizzazione della creatività nel campo di brevetti, marchi e design, dalle ricerche preliminari al deposito delle domande di registrazione a livello nazionale e internazionale, dalla gestione nelle procedure amministrative all’assistenza nel contenzioso giudiziario. Nato nel 1879, Studio Torta è oggi una realtà imprenditoriale flessibile e dinamica che conta oltre 130 dipendenti e 58 professionisti qualificati, di cui 37 soci, ed è un punto di riferimento nel panorama italiano e internazionale. Ciò non solo è attestato dal diretto apprezzamento dei suoi assistiti, ma anche dai numerosi premi ricevuti, tra cui il recente riconoscimento “LEADING IP FIRM - 2020” nelle categorie “Italy - Trademark Prosecution” e “Italy - Patent Prosecution” della rivista internazionale Leaders League. Grazie a una rete di uffici dislocati in diverse città d’Italia e a un network collaudato di corrispondenti in tutto il mondo, Studio Torta garantisce una assistenza puntuale in tutti i settori industriali, tra cui: chimico, elettronico, meccanico, IT, moda e biotecnologie. È proprio questa eterogenea e complementare specializzazione a consentire di registrare numeri record in quanto a performance d’impresa: 1.000 nuove domande di brevetti ogni anno, oltre 60.000 casi gestiti, più di 30.000 marchi e 10.000 clienti, di cui il 75% nazionali e il restante 25% esteri. Dalla sua nascita, Studio Torta ha accompagnato la crescita delle migliori realtà imprenditoriali del Paese scrivendo una storia di qualità, professionalità e passione e ampliando la propria presenza sul territorio nazionale, affiancando all’originaria sede di Torino quelle di Bologna, Milano, Treviso, Roma e Rimini. STUDIO TORTA Studio Torta opera anche nel territorio salernitano offrendo i propri servizi alle aziende di quest’area tramite la consulenza diretta dell’ingegner Angelo Cicchetti, C.so Magenta, 56 (MI) tel. 02 48.01.42.16 socio dello Studio. info@studiotorta.it Studio Torta è stato anche partner del Premio Best Practices per l’Innovazione e recentemente ha organizzato con Confindustria Salerno dei webinar incentrati sulla www.studiotorta.com Proprietà Industriale e i relativi bandi di finanziamento. Dicembre 2020 | Gennaio 2021

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Rienergy esco srl e Stalbum, esempio virtuoso di economia circolare Un progetto di avanguardia tecnologica che mira ad assicurare, nella Piana del Sele, lo smaltimento dei reflui prodotti da circa 20.000 capi bufalini e a perseguirne la valorizzazione mediante la produzione di biometano e concime biologico organico di altissima qualità a cura della redazione

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a Piana del Sele si caratterizza per una fiorente economia agroindustriale che vede nella filiera della mozzarella di bufala e nella produzione ortofrutticola di IV gamma i suoi fiori all’occhiello. La mozzarella di bufala campana è oramai stabilmente il quarto prodotto a marchio DOP in Italia, il primo nel Mezzogiorno. Allo stesso modo del comparto bufalino la filiera del Fresco confezionato (IV gamma) ha visto un impressionante sviluppo nell’ultima decade con un conseguente aumento di impianti serricoli in tutta l’area, rendendola di fatto l’areale serricolo con maggiore produzione a livello nazionale. Se da un lato la florida economia agroindustriale ha rappresentato opportunità di sviluppo, di investimento e occupazionali, dall’altro ha dato luogo a problematiche di estrema rilevanza ambientale. Per quanto riguarda la filiera agro-zootecnica, l’elevata concentrazione di capi bufalini in aree limitate di territorio ha determinato importanti problematiche relative alla gestione dei reflui. Questi ultimi contengono, infatti, azoto in forma prevalentemente organica. Dal momento che i reflui vengono soprattutto smaltiti ricorrendo alla pratica dello spandimento sul suolo, si sono determinati gravi fenomeni di inquinamento, in particolare, ma non solo, legati all’arricchimento di composti azotati delle acque di falda. Per quanto riguarda invece il comparto ortofrutticolo della “IV gamma”, l’applicazione di tecnologie agricole fortemente intensive - combinate ad un non-corretto apporto di nutrienti sul suolo - determina forti squilibri nei cicli del carbonio e dell’azoto. L’elevata concentrazione di impianti serricoli sta portando ad un impoverimento in termini di carbonio organico e, quindi, ad un vero e proprio processo di desertificazione del suolo agricolo. È in tale scenario che va ad inquadrarsi STALBUM, la proposta progettuale delle RIENERGY esco srl. L’idea è di realizzare un ciclo virtuoso di trattamento degli effluenti zootecnici, finalizzato da un lato, ad assicurare lo smaltimento dei reflui prodotti da circa 20.000 capi bufalini, dall’altro a perseguirne la valorizzazione mediante la produzione di biometano e concime biologico organico di altissima qualità. Per conseguire tale risultato saranno realizzati nella provincia di Salerno due RIENERGY ESCO SRL impianti gemelli che vedranno l’utilizzo di moderne tecnologie nell’ambito dell’ingegneria E STALBUM ambientale. Gli impianti alimentati con reflui zootecnici saranno in grado di trasformare Riferimenti Campania: questi ultimi in metano e concime biologico, senza alcuna altra produzione di sottoprofiliale di Pontecagnano Faiano (SA) dotti, eliminando de facto lo spandimento sul suolo. Il metano biologico sarà utilizzato in telefono e fax: 089 9484906 alternativa al fossile con la conseguente riduzione delle emissioni di CO2 in atmosfera. www.rienergyesco.it

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Casamica, for 30 Years Always Together La famiglia Della Monica firma un arredo d’élite, in cui elementi di tradizione ben si coniugano con innovazione, qualità e durevolezza del prodotto, con uno sguardo continuo verso il futuro a cura della redazione

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a storia di Casamica inizia 32 anni fa, in una piccola boutique nei pressi del borgo storico di Cava de’ Tirreni, in provincia di Salerno. Impegno e dedizione hanno forgiato la Company Family, che ha saputo costruire giorno dopo giorno una realtà basata sulla fiducia e l’attenzione dei propri clienti, trasferendo valori solidi tutt’oggi in voga. L’ingresso della nuova generazione della famiglia Della Monica - Federico e Simona - ha portato nuove idee in grado di leggere i trend e tramutarli in opportunità. L’arredo si è così evoluto, diventando uno scenario d’élite sempre più all’avanguardia, in cui elementi di tradizione ben si coniugano con innovazione, qualità e durevolezza del prodotto, con uno sguardo continuo verso il futuro. Casamica racconta così il contemporaneo. Da sempre dedicati alla creazione e progettazione della cucina in tutte le sue necessità, l’azienda è riuscita, con un design impeccabile, a personalizzare qualsiasi ambiente della casa. Giorno, notte, living, bagno, lavanderia, illuminazione, outdoor curati nei minimi dettagli; le soluzioni proposte soddisfano i desideri di qualsiasi fascia economica. Con il tempo, il nostro know-how ha permesso all’azienda di specializzarsi nelle forniture contract, realizzando arredi per alberghi, b&b, ristoranti, uffici e ambienti pubblici. Dall’idea alla realizzazione, validissimi project manager e architetti seguono meticolosamente e con versatilità ogni fase del progetto. Ciascuno spazio offre acquista una sua dimensione specifica, in cui unica risulta CASAMICA info@casamicastore.com l’esperienza di vita. casamicastore.com Lo store è lo scenario di tutti i giorni in cui la famiglia Della Monica costruisce instagram.com/casamicastore ambienti di tante storie, fatte di emozioni indelebili. Un negozio si trasforma così in “casa”, spazio in cui si condividono le idee e “luogo ideale” in cui decisioni facebook.com/casamicastore Store Campania si assumono decisioni importanti e si materializzano i propri sogni. Riconosciuta in Europa come vessillo del “Made in Italy”, oggi Casamica investe Via IIV Luglio, 161 Cava De’ Tirreni (SA) nel digitale per accorciare le distanze e continuare a espandersi sui mercati internazionali. Il futuro, per Casamica, è appena cominciato. Dicembre 2020 | Gennaio 2021

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Entra nel mondo della Realtà Aumentata con Moreglobe La piattaforma ideata da Creatiwa si basa su un algoritmo proprietario brevettato, capace di rendere interattiva la carta stampata mediante contenuti 3d in Realtà Aumentata a cura della redazione

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reatiwa è una società Editoriale in Realtà Aumentata, agenzia esperta in Marketing e Comunicazione integrata, innovazione ed esperienze digitali. Il team è formato da professionisti che, con un mix di competenze informatiche, economiche, umanistiche e artistiche, affronta tutte le sfide della comunicazione, del web, del marketing e dell’editoria. Un’unione di menti e talenti che, condividendo un’autentica passione per l’innovazione e il lavoro di squadra, ha portato alla nascita di importanti progetti editoriali, dalla rivista internazionale Il Brevetto, riconosciuta in 170 paesi nel mondo con il nome di The Patent, passando per importanti produzioni nell’ambito sportivo con rinomati club calcistici in serie A e serie B, nonché Top Club europei. Alla base del successo di tali iniziative editoriali internazionali di Creatiwa Studio Editore, c’è la piattaforma di realtà aumentata che la società ha ideato e sviluppato: Moreglobe®. La piattaforma Moreglobe® si basa su un algoritmo proprietario brevettato (AR Print out™), metodo per la fruizione di foto, video, contenuti 3d in Realtà Aumentata con scopi pubblicitari su prodotti editoriali e cartacei, in grado di rendere interattiva la carta stampata. Il sistema consente di poter caricare su materiali bidimensionali e tridimensionali contenuti statici e animati (foto e video) fruibili mediante l’utilizzo della fotocamera dello smartphone, scaricando l’App “Moregelobe®” dal Play Store Android e APP Store. Inquadrando, ad esempio, la copertina di un magazine o la foto di un articolo pubblicato al suo interno, si può guardare direttamente il video dell’intervista. O ancora all’etichetta di una bottiglia di vino può essere associato un video di presentazione dell’azienda produttrice con i consigli per l’abbinamento perfetto con la cena! Ma anche prenotare una vacanza è più semplice con i volantini in Realtà Aumentata, grazie alla quale è possibile vedere un video-tour dell’albergo che si desidera scegliere. Insomma lo smartphone prende vita con modelli tridimensionali, infografiche, tutorial o tracce musicali da vivere in Realtà Aumentata. Ma come funziona il sistema? I marker (le immagini cui sono associati i contenuti multimediali) vengono caricati attraverso un CREATIWA STUDIO SRLS via Case Rosse snc - 84131 (SA) pannello di controllo CMS intuitivo e facile da usare, che consente la gestione c/o Centro Direzionale autonoma dei contenuti. È infatti possibile personalizzare le dimensioni del marker, Grande Fratello inserire link cliccabili, caricare contenuti in autonomia e ottenere report dettagliati pec: creatiwastudio@pec.it sulle visualizzazioni e le interazioni. www.creatiwa.it Interattività, autonomia, creatività: tutto questo è Moreglobe!

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Mediazione con la P.A., la lunga strada delle ADR L’esperienza dice che un confronto leale tra le parti, assistite tecnicamente da avvocati, può portare a soluzioni più ragionate e veloci

Luigi Maria D’Angiolella avvocato | studio D'Angiolella dangiolella@studiolegaledangiolella.it

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giustizia dei TAR e del Consiglio una novità assoluta, visto che i fa strada il convincimento di Stato, oltre che innanzi ad altuttora è disciplinato il ricorso che, anche con la Pubblica gerarchico o, ancora, l’accordo tre giurisdizioni ove parte è una Amministrazione, la conprocedimentale ai sensi dell’art. P.A.. Le ragioni di questo sforzo troversia possa essere risolta sono quelle accennate all’inizio, 11 della l. 241 del 1990. L’idea in maniera diversa dalla causa cui aggiungerei la lunghezza propugnata da molti studiosi, vera e propria davanti ai Giudici da categorie professionali e ane, certo, anche l’imprevedibipreposti. Ciò sia per alleggerire lità della via giurisdizionale. che dalla burocrazia più attenta il Pubblico e i cittadini di cause L’esperienza dice che un che potrebbero essere confronto leale tra le parrisolte con il semplice ti, assistite tecnicamente interfacciarsi, sia per da avvocati, può portare deflazionare il conten«I tempi sembrano maturi a soluzioni più ragionate zioso ed evitare costi e veloci. che non tutti si possono per giungere ad una La veste formale su cui permettere per accedere definizione legislativa che discute per tali forme alla Giurisdizione. potrebbe riguardare ogni tipo di rimedi può essere Per questo tipo di di processo contro la Pubblica quella della transazione soluzione preventiva e/o come codificata dal alternativa al contenAmministrazione» Codice Civile e oggetto di zioso classico, è già esame, per i suoi limiti, presente in molte maanche dalla Giurisdizione teria prima del giudizio contabile, o dei c.d. mini civile, e anche in materia trial, di origine anglosassone tra tributaria, come è noto. Nei e che avanza, è di organizzare avvocati, o la mediazione vera e rapporti con la P.A. intanto va in maniera più strutturata un ripropria (con mediatori profesmedio alternativo al ricorso alla detto che non si tratterebbe di Dicembre 2020 | Gennaio 2021

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sionisti) come già sperimentato in Italia in sede civile o ancora sul modello del contenzioso tributario. Le proposte sono molteplici anche perché non si vedono particolari limiti alle previsioni di ADR, se non quello dell’art. 24 Cost. per cui deve essere garantita comunque la possibilità di ricorrere alla Giurisdizione dello Stato se non si raggiunge l’intesa. Anche la legislazione europea va sempre di più in questa direzione (direttiva 2013/11/ UE) e alcune nazioni come la Francia, con sistemi di giustizia amministrativa come il nostro, hanno approvato sin dal 2016 normative in tal senso, pur se con una opportuna e lunga fase sperimentale. A mio avviso si può partire e prendere le mosse

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dal Codice dei contratti pubblici che, all’art. 204, prevede, accanto ai rimedi giurisdizionali, istituti ormai entrati nel linguaggio comune e nella prassi, come l’accordo bonario, i pareri di pre contenzioso dell’Anac e altre forme tese a deflazionare il contenzioso innanzi all’Autorità statale. I tempi sembrano maturi per giungere ad una definizione legislativa che potrebbe sia riguardare ogni tipo di processo contro la Pubblica Amministrazione e presso qualsiasi giurisdizione (quella amministrativa tipica, o anche quella ordinaria nelle fattispecie ad essa sottoponibili) o anche di limitarla, almeno nella prima fase, al contezioso in materia di appalti, ove maggiormente si avverte il peso dei costi del

contributo unificato a carico del cittadino e dell’impresa, del tutto spropositato. Ciò anche seguendo quanto sembra ormai una tendenza in questo settore, visto che di recente, nell’ultimo decreto Semplificazioni 76/2020 convertito in legge 120/ 2020, all’art. 6, si prevede il c.d. Collegio Consultivo per risolvere questioni tecniche per l’esecuzione di contratti pubblici. Al di là delle tantissime questioni che pone questo nuovo istituto, con seri dubbi applicativi, e della sua durata limitata nel tempo per l’emergenza COVID (per ora), non vi è dubbio che tale novità sia un altro passo verso le soluzioni alternative al contenzioso di cui è parte una P.A., su cui sembra ormai orientato anche il nostro Ordinamento.


Il contratto di Drop Shipping Come funziona e quali clausole contempla questa modalità di vendita on line grazie alla quale il seller vende un prodotto a un utente finale, senza possederlo materialmente nel proprio magazzino

Maurizio Galardo Avvocato Cassazionista e Dottore di ricerca in diritto commerciale Studio Legale Galardo & Venturiello mgalardo@galardoventuriello.it

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l Contratto di Drop Shipping, nato nella prassi nordamericana, è un contratto atipico rientrante nel più ampio genere dei contratti per lo svolgimento dei servizi logistici, finalizzato a rendere possibile ad un venditore che opera attraverso il commercio elettronico, di poter offrire ad un soggetto interessato all’acquisto (all’ingrosso o al dettaglio) dei prodotti dei quali non ha disponibilità, essendo questi ultimi materialmente presso altri operatori i quali, una volta ricevuto l’inoltro dell’ordine, provvederanno a tutte le operazioni inerenti la gestione dello stesso, assicurando lo svolgimento di tutte le fasi logistiche (stoccaggio, imballaggio, spedizione, consegna, etc.). Lo schema principale dell’operazione è il seguente: • un operatore (detto “Reseller”) attraverso un sito web di commercio elettronico ( e quindi a

distanza) propone l’acquisto di prodotti dei quali raccoglie gli ordini e il relativo pagamento; • questo operatore comunica al produttore/fornitore dei prodotti (detto “Drop Shipper”) gli ordini ricevuti, versando l’importo concordato e trattenendo una quota per la remunerazione della sua attività; • il produttore/fornitore provvederà quindi a preparare, confezionare e inviare i prodotti al destinatario senza che sull’imballo e/o sui prodotti il destinatario si possa rendere conto che il venditore e il fornitore sono operatori diversi. I vantaggi di questa operazione sono essenzialmente questi: • Il venditore può organizzare un’attività commerciale senza un eccessivo impiego di capitali non avendo bisogno di magaz-

zini, né del ricorso ad ampie risorse di personale; costui si occuperà prevalentemente dell’attività promozionale e della gestione degli ordini. • Il fornitore al contempo, grazie all’attività dei venditori, aumenta le potenzialità di vendita, nonché di produzione laddove sia egli stesso a realizzare i prodotti in questione, usufruendo dell’altrui attività promozionale. Quello descritto è un assetto di interessi che va inteso come meramente indicativo poiché possono essere previste molte varianti su aspetti non secondari del rapporto e del ruolo svolto dalle parti. Tra le eventuali varianti è ad esempio possibile che i prodotti siano realizzati (dal produttore/fornitore) con il logo e l’imballaggio dell’intermediario, il Drop Shipper in tal caso curerà solo la parte logistica. Tra le clausole che

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caratterizzano questi contratti vi merito alle informazioni coma un venditore tedesco, che operava sono: merciali che le parti andranno su eBay, il mancato pagamento • la comunicazione circa le a scambiarsi, in particolar di dazi doganali per alcune merci caratteristiche tecniche e modo riguardo il portafoglio vendute attraverso il sito d’aste. funzionali dei prodotti; dei clienti e dei fornitori; I prodotti venivano spediti ai suoi • le foto e/o rappresentazioni • le modalità di gestione della acquirenti tramite Drop Shipping, dei prodotti, ovvero il catalogo privacy, soprattutto con riferida un fornitore cinese che nell’inche li comprende; mento ai clienti; trodurre i prodotti in questione • le informazioni necessarie • le modalità per la gestione delnel territorio dell’Unione Europea allo svolgimento dell’attività le possibili controversie, anche forniva false dichiarazioni sul conpromozionale; nei confronti dei clienti. tenuto delle confezioni e il valore • le modalità e la tipologia di Il sistema di vendita basato sul Drop dei prodotti. Il venditore sosteneva confezionamento e di spedizioShipping si è diffuso anche grazie agli la sua estraneità rispetto a quanto ne dei prodotti, operatori che effettuano vendite ataccaduto poiché per il meccanismo • i termini per la ricezione traverso i siti di aste on line, sui quali del Drop Shipping la sua funzione degli ordini; per dare corso alle i Drop Shipper propongono in vendita si limitava alla trasmissione dei spedizioni, nonché le modalità i loro prodotti e in relazione ai quali i nominativi al fornitore al quale delle consegne, “Rivenditori” possono attivare ordini spettavano i compiti della spedizio• il prezzo di vendita dei prodotti nei confronti dei loro clienti. Proprio ne. Nel dirimere questa questione, e il prezzo (o gli sconti) applicain relazione alle vendite effettuate la Corte ha ritenuto il venditore ti al venditore, nonché tempi e su eBay mediante il Drop Shipping, si tedesco “partecipe” dell’operaziomodalità delle consegne; segnala una decisione della Corte ne economica, con conseguente • la gestione dei resi ovvero la di Giustizia che ha chiarito su quale obbligo di pagamento delle imposte sostituzione/riparadoganali contestate, pur zione qualora non avendo costui compiuto solo siano funzionanti o “atti collegati” all’introdudifettosi; zione di merci nel territorio «La Corte ha ritenuto il • la responsabilità del comunitario e senza aver venditore tedesco “partecipe” produttore in caso di materialmente contribuito danni a persone o cose all’introduzione irregolare. dell’operazione economica, derivanti da difetti del In buona sostanza la Corte con conseguente obbligo prodotto o dall’utilizzo chiarisce che l’art. 202 co. di pagamento delle imposte degli stessi; 3 del Codice doganale doganali contestate» • le ipotesi di risoluzione comunitario ha definito in anticipata in caso di modo ampio le persone che mancato rispetto da possono essere riconosciute parte del Drop Shipper, debitrici dell’obbligazione delle modalità di condoganale in caso di introsegna, ovvero della sua tempioperatore economico gravi l’obduzione irregolare di una merce stica o ancora, per il mancato bligo di pagare i dazi doganali e le soggetta a dazi all’importazione, rispetto delle disposizioni a imposte sull’importazione quando essendo debitrici dell’obbligazione tutela dei consumatori; i prodotti provengono da paesi al doganale le persone che hanno • l’adempimento degli obblighi fuori dello Spazio comune europeo partecipato alle operazioni di fiscali e doganali, soprattutto (CGUE, II, 17.11.2011 n. 454, causa introduzione irregolare delle merci in caso di vendite internazioC- 454/10, Oliver Jestel c. Hauptzollamt nel territorio dell’Unione sapendo, nali; Aache, Racc. 2011, I, 11745). Nella causa o dovendo sapere, secondo la • la previsione di un reciproco sopra citata l’Ufficio delle Dogane di diligenza professionale, che tale accordo di riservatezza in Aquisgrana (Germania) contestava introduzione era irregolare.

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La riforma della giustizia e la mediazione negata Vanno aperti spazi utili a ricucire il tessuto sociale lacerato dal conflitto in una prospettiva di giustizia coesistenziale e sostenibile

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ei primi documenti delle riforme in cantiere presentate dall’Italia alla Commissione Europea nell’ambito del Recovery Fund, alla voce giustizia civile il Governo indica nel disegno di legge delega denominato “Delega al Governo per l'efficienza del processo civile e per la revisione della disciplina degli strumenti di risoluzione alternativa delle controversie” (ddl 1662), attualmente all’esame della Commissione Giustizia del Senato, la via principale per rendere efficiente la giustizia italiana a favore di cittadini e imprese. La lettura dell’articolato e della relazione illustrativa conferma come l’idea di fondo sia quella che si possano risolvere i problemi della giustizia civile modificando ancora una volta le norme processuali, ridimensionando la mediazione e al contempo tentando di rafforzare la negoziazione assistita. Tale rilievo desta qualche preoccupazione e la riflessione prescinde chiaramente dalla valutazione della singola modifica e anche dalla verifica della sua potenziale capacità o meno di migliorare davvero il meccanismo processuale, in quanto la prospettiva resta quella di una visione ridondante e sterile focalizzata esclusivamente sull’elaborazione di rimedi e di altri rimedi sui rimedi. Di qui il dubbio che, dilatare o restringere i termini, ovvero modificare la forma degli atti, o ancora tagliare i riti,

possano risultare soluzioni se non del tutto inefficaci quanto meno insufficienti o, comunque, inadeguate. Ma ciò che desta non poco stupore è che la scelta di ridimensionare la mediazione viene motivata sulla base delle statistiche elaborate dal Ministero della Giustizia che renderebbero «evidente il successo dell’istituto in alcuni settori...ed il suo insuccesso in altri». Anche se poi al successo e all’insuccesso che apparirebbe conclamato nelle diverse materie conseguirebbe poi la medesima conseguenza che è quella del taglio, anziché dell’incentivo o dell’ampliamento. D’altronde, anche esaminando un’altra proposta di legge del Ministro della Giustizia ancora all’esame della Commissione Giustizia della Camera (ddl 1881) relativa al patrocinio a spese dello Stato in materia di negoziazione assistita, nella relazione illustrativa si precisa come la mediazione sia esclusa da tale (necessario) intervento pur ponendone al contempo in rilievo l’efficacia e il successo a fronte del «sostanziale fallimento» della negoziazione assistita (di fatto, la mediazione viene «scartata» - a quanto pare - soltanto per problemi di bilancio). In sostanza il successo della mediazione in questo caso diviene un ostacolo di fatto insormontabile poiché i “numeri” della mediazione risulterebbero eccedenti le risorse che si intendono impegnare

nel bilancio (pur trattandosi della tutela dei cittadini non abbienti per l’accesso alla giustizia civile quale diritto inviolabile tutelato dalla Costituzione). Peraltro, a prescindere dalla palese incoerenza nell’utilizzo di dati (che tuttavia vengono proposti sempre come chiari e incontestabili), in questa logica semplicistica di successo/insuccesso della mediazione, resta sullo sfondo la funzione coesistenziale della mediazione e rimane frustrata alla radice l’esigenza di garantire l’equilibrio tra mediazione e processo (secondo quanto indicato dalla Direttiva Europea 52/2008). Non vi è dubbio che quando si avviano ipotesi di riforma occorra (anche) confrontarsi con le rilevazioni statistiche al fine di valutare l’impatto della legislazione vigente formulando proiezioni sulle modifiche che si intendono apportare. Ma questa verifica richiede un approccio sempre approfondito e soprattutto coerente, nella consapevolezza che una curva ascendente o discendente non soltanto non costituisce una verità assoluta, ma in ogni caso non può certificare il successo o l’insuccesso di una scelta che attinge a ragioni di politica legislativa complesse che dovrebbero essere sempre promozionali al fine di orientare condotte virtuose e non certo subendo la pur possibile insoddisfazione derivante dalla lettura di alcuni dati. Questi sono indici utili per migliorare il tes-

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suto normativo esistente e non certo per scardinarlo o ridimensionarlo anche in assenza di un confronto aperto e intellettualmente onesto con tutti gli operatori e gli utenti del sistema sulle possibili soluzioni e, soprattutto, sul futuro della giustizia civile. Sono ormai trascorsi oltre sette anni dalla riforma della mediazione che ne ha segnato l’obbligatorietà preventiva in talune materie affidando altresì ai giudici la possibilità di avviare alla mediazione le liti già pendenti, e la prima indicazione emerge da un osservatorio esterno: il ricorso alla procedura di mediazione in Italia è sei volte superiore al resto d’Europa. Non è possibile quindi leggere i dati statistici italiani senza tener conto dello straordinario rilievo che gli stessi assumono nel contesto europeo e internazionale costituendo evidentemente una best practice che sta segnando un percorso evolutivo di rilievo transnazionale. In ogni caso, è proprio sulla base dall’analisi approfondita dei dati statistici delle mediazioni che il “Modello Italiano di Mediazione” conferma il suo successo avendo conseguito importanti risultati tanto che dovrebbe sollecitare un intervento di manutenzione legislativa finalizzato al miglioramento e al consolidamento e non certo al ridimensionamento (si veda sul punto lo studio di Leonardo D’Urso). Come noto, nel 2013 il c.d. Decreto del Fare ha introdotto nell’ordinamento italiano, un sistema di mediazione originale nel panorama internazionale, incentrato sull’obbligo delle parti di partecipare al “primo incontro” di mediazione, quale condizione di procedibilità in alcune materie del contenzioso civile e commerciale entro 30 giorni dalla richiesta e a un costo, per la stragrande maggior parte dei casi,

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di soli 40 euro più IVA (diviene di 80 euro più IVA se il valore della lite supera i 250mila euro). In primo luogo, occorre sottolineare che l’ambito di applicazione del primo incontro obbligatorio di mediazione è estremamente circoscritto rispetto al volume degli affari trattati dai tribunali. Infatti, se si considera che nel 2019 vi sono state 520.864 iscrizioni presso i tribunali italiani ricadenti nella macro-materia denominata “civile ordinario”, il totale delle iscrizioni delle materie per cui è previsto il primo incontro obbligatorio è di 80.717 unità pari solo di circa il 15% con conseguente ampia possibilità di estensione delle materie in cui

prevedere detto primo incontro. Nella valutazione dell’efficacia del “Modello Italiano di Mediazione” è necessario distinguere i dati statistici delle due fasi (primo incontro e prosecuzione ulteriore della mediazione). Il grafico mostra i dati relativi al primo incontro delle procedure cosiddette “definite” evidenziando una chiara tendenza verso un tasso di adesione della parte chiamata in mediazione del 50%. Il grafico n.3 illustra i dati più significativi della seconda fase volontaria circa il numero di procedure di mediazione e del loro esito. In particolare, il grafico evidenzia due archi temporali. Il primo, dal 2011 al 2014, è caratteriz-

Composizione dei procedimenti civili sopravvenuti nel 2019 presso i Tribunali. Fonte DWCG

Primi incontri di mediazione: mancate comparizioni e adesioni (rielaborazione su dati del Ministero della giustizia)


Flussi di procedure di mediazione e loro esiti (rielaborazione su dati del Ministero della giustizia)

zato da grande instabilità, dovuta al continuo mutamento normativo. Il secondo, dal 2015 in poi, è caratterizzato da sostanziale stabilità nel numero delle procedure di mediazione, che oscillano tra le 42.590 a 44.513, con un numero di accordi, in leggero aumento, che sfiora i 20.000 annui. L’aumento del numero di accordi di conciliazione è quindi conseguenza dei crescenti tassi di adesione al primo incontro, di prosecuzione ulteriore e di accordi pari al 46,3% nel 2019 (con una forchetta notevole, di ben 21 punti percentuali di differenza, tra categorie di organismi: dal 40,3% al 61,4% di successo). Non v’è dubbio tra utilizzatori e operatori della mediazione che il numero di mediazioni concluse con accordo sia sottostimato, finanche al 20%, se si considera che l’obbligo di tentare la mediazione stimola la negoziazione diretta tra i litiganti, che spesso perviene ad un esito positivo con il raggiungimento dell’accordo in altra sede. L’analisi dei dati disponibili consente di ritenere quindi che la partecipazione al primo incontro di

mediazione, in un luogo neutrale e con l’assistenza degli avvocati e del mediatore, si è rivelato lo strumento più efficace affinché le parti presenti possano consapevolmente tentare una composizione della lite. In assenza di questo incontro in persona o anche online tra le parti, questa decisione non viene assunta nella stragrande maggioranza dei casi. A sette anni dalla riforma, l’87% delle mediazioni avviate proviene dalle materie in cui il primo incontro di mediazione è previsto quale condizione di procedibilità. In assenza di tale requisito, la mediazione è avviata soltanto nel 13% dei casi. Un’estensione dunque del primo incontro di mediazione all’85% delle materie del contenzioso civile e commerciale porterebbe a una riduzione significativa delle iscrizioni dei tribunali agevolando procedure volontarie di negoziazione e di mediazione. Il tema è cruciale e altamente strategico e partendo da obiettivi comuni è possibile creare percorsi condivisi attraverso i quali fare scelte anche radicali e ambiziose

per la crescita del Paese, rafforzando e rendendo coeso il tessuto sociale e rilanciando la competitività del sistema economico. D’altronde, è ormai dimostrato che una giustizia lenta - e per ciò stesso inefficiente - grava pesantemente sul sistema economico. Le ragioni del “successo” della mediazione quale filtro alla domanda giudiziale si fondano sui “dati” e anche soltanto su questi “dati” è possibile avviare una revisione e una sperimentazione innovativa attingendo anche alle risorse dei fondi del Next Generation EU (la cui erogazione è condizionata all’adozione di riforme strutturali della giustizia). Peraltro, i tempi sono maturi per iniziare a misurare anche i rilevanti effetti “qualitativi” prodotti dalla mediazione che interviene nei conflitti ad ogni livello e in ogni ambito, aprendo spazi utili a ricucire il tessuto sociale lacerato dal conflitto in una prospettiva di giustizia coesistenziale e sostenibile che, soprattutto in questo momento storico, devono essere implementati e sostenuti e non certo rimossi o ridimensionati. Coesione sociale e rilancio economico sono oggi obiettivi profondamente connessi e assolutamente imprescindibili. È il momento di scegliere se continuare a gestire la continua emergenza della giustizia italiana (ultima nell’Unione Europea per la lentezza del processo) o essere visionari immaginando e ponendo le basi per il futuro che si intende costruire.

GLI AUTORI Marco Marinaro

avvocato cassazionista - professore a contratto di “Giustizia sostenibile e ADR” del Dipartimento di Giurisprudenza della LUISS “Guido Carli” di Roma - giudice ausiliario della Corte di Appello di Napoli - mediatore e arbitro mmarinaro@luiss.it

Leonardo D’Urso

professore aggiunto allo Straus Institute for Dispute Resolution della Pepperdine University (Malibu-CA, USA) esperto in tema di mediazione al CEPEJ - Consiglio d’Europa - membro del Board of Director of the Weinstein International Foundation mediating a Better Future mediatore e co-fondatore di ADR Center

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norme e società

Patrimonio, come proteggerlo attraverso il trust Per prevenire possibili rischi, bisogna attuare una strategia che permetta, pianificandola, la massima separazione del patrimonio personale e familiare da quello aziendale di Fabrizio Moscati | Consulente Finanziario e Roberto Orlando | Notaio in Salerno - sede secondaria in Polla

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scadere del Trust a soggetti (i una soluzione sofisticata per uoi proteggere il tuo beneficiari finali) che vengono sfuggire ai creditori, il fisco in patrimonio e non sai individuati dal disponente. primis, in "stato di crisi" conesattamente come fare? Il Trust è utile anche all'impresa, clamato, esponendo il cliente a Se anche tu hai l’esigenza di ad esempio per cercare di orgaconseguenze gravissime, anche proteggere quello che tu hai nizzare un efficiente passaggio penali, di sottrazione fraudocostruito con le tue capacità imgenerazionale; inoltre, per imlenta in danno dei creditori. Qui prenditoriali ed il tuo sacrificio, pedire che l’azienda di famiglia vorrei soffermarmi sull'aspetto credo che ti sia utile leggere finisca sotto il controllo di "mani fisiologico. Il Trust è quello questo articolo. sbagliate" che ne determinino strumento giuridico in cui un Durante i precedenti periodi la fine; ancora, per agevolare soggetto, indicato come “dispodi forte incertezza e grandi l’imprenditore nell’esplicazione nente”, o “settlor”, trasferisce dubbi sul futuro economico, della sua attività (Trust come quello che stiamo per gestire patti di vivendo, per prevenire «Ci sono e ci sono stati, sindacato, Trust istituii possibili rischi patrimosicuramente, diversi casi a garanzia di pagamenniali bisogna attuare una ti o di cauzioni, Trust strategia che permetta “patologici” dell'utilizzo finalizzati a supportare il la massima separazione dell'istituto: c'è ancora chi buon esito di procedure del patrimonio personale "vende" il Trust come una concorsuali, etc.). Il Trust e familiare da quello è un istituto giuridico soluzione sofisticata per aziendale. La strategia più efficace per prevenire sfuggire ai creditori esponendo assai complicato che, non trovando diretta regolapossibili futuri stress il cliente a conseguenze mentazione nel nostro patrimoniali prevede una gravissime, anche penali» ordinamento, viene corretta pianificazione. regolato da normativa In questo articolo sarà straniera scelta nell'atto esaminata una delle istitutivo che deve "armonizzarla proprietà di determinati suoi alternative per raggiungere si"; quindi, è necessario rivolbeni a un altro soggetto (detto questo obiettivo, il Trust. gersi a professionisti affidabili “trustee”), affinché questi ragOggi il Trust fa stabilmente ed esperti per la sua predispogiunga un certo scopo, indicato parte del nostro mondo econosizione e regolamentazione. dal disponente, mediante lo mico-giuridico. Il trustee diviene l’effettivo svolgimento di un’attività, Ci sono e ci sono stati, sicuraproprietario dei beni affidatigli giuridica o materiale, inerente i mente, diversi casi “patologici” dal disponente ed è il trustee a beni affidatigli; i beni sono poi dell'utilizzo dell'istituto: c'è dover attuare il programma che destinati, normalmente, allo ancora chi "vende" il Trust come

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il disponente gli ha indicato, per con ciò avrebbe arrecato alle dell'Agenzia delle Entrate ventrasmettere poi il patrimonio ai ragioni del creditore o, trattangono "ribaltati" negativamente beneficiari finali del Trust. Per dosi di atto anteriore al sorgere sui soci con la possibilità di l'utilizzo del Trust "nel mondo del credito, l'atto fosse doloaggredire i loro beni personali. dell'impresa", vorrei soffermarsamente preordinato al fine di Nel caso di specie, la fideiussiomi sulla protezione patrimoniale pregiudicarne il soddisfacimenne concessa da un imprenditore e sulla segregazione. In epoca to. Ma l'istituzione di un Trust (che ha già conferito in Trust di acuta crisi economica si effettuato da un imprenditore parte dei propri beni), sorgendo moltiplicano le responsabilità e i "in periodo di serenità aziendasuccessivamente all'atto istiturischi imprenditoriali e profesle", in assenza di debitorie salvo tivo del Trust, comporterebbe sionali, la richiesta di istituire quelle ordinarie e correnti, lo che nell'ipotesi patologica della un Trust è spesso connessa allo porrebbe al riparo da ripercussua escussione, i beni conferiti scopo di realizzare la protezione sioni negative: si pensi al caso di in Trust non sarebbero aggredidel patrimonio: non solo bili. È possibile prevedei beni "professionali" re, ad esempio, che i beni o aziendali, ma anche conferiti in Trust siano quelli di stretto utilizzo liberamente alienabili, «È possibile prevedere che i personale (come la casa possano fungere da di abitazione) nonché i garanzia per terzi ed a beni conferiti in Trust siano risparmi di una vita. liberamente alienabili, possano beneficio dei soggetti inSi può serenamente dividuati dal disponente fungere da garanzia per terzi affermare che un Trust (anche a vantaggio dello ed a beneficio dei soggetti istituito per finalità che stesso disponente). l’ordinamento riconosce Il Trust può essere una individuati dal disponente» meritevoli di tutela, soluzione efficace e del indubbiamente ha, in tutto lecita, per protegvia indiretta, protezione gere il tuo patrimonio. patrimoniale ed effetto Il Trust, naturalmente, segregativo. Ad esempio, il fideiussioni rilasciate dai soci in può essere intestatario di conti Trust istituito dal genitore per favore di Banche; o alle società correnti bancari, può acquistare garantire ai figli di continuare di persone e all'annoso caso delazioni o sottoscrivere quote ad abitare nella casa paterna le società di capitale di famiglia societarie e può effettuare e di percepire i redditi dei beni o a ristretta compagine sociale, investimenti attraverso fondi di famiglia, per destinarli alle ove gli accertamenti da parte comuni e Sicav. loro spese di mantenimento, istruzione, formazione e svago, eviterebbe che in caso di disavventure economiche del disponente, o dei figli i suoi creditori possano soddisfarsi sui beni ormai istituiti in Trust. Ovviamente, l’istituzione del Trust non può, però, in alcun modo servire a evitare l’azione revocatoria (articolo 2901 cc), quando il debitore abbia compiuto gli atti in questione conoscendo il pregiudizio che

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fisco

Elusione: per i conferimenti di quote neutrali attenzione ai concambi Occorre evitare il paradosso che progetti di riorganizzazione perfettamente genuini sotto il profilo fiscale possano divenire oggetto di censura solo per carenze informative e di processo, molto spesso figlie di superficialità o pigre consuetudini societarie

Marco Fiorentino dottore commercialista / revisore legale dei Conti marcofiorentino@fiorentinoassociati.it

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storico. Tuttavia, il presupposto determinate condizioni, di non ell’ambito delle operaper l’applicazione di questa norfar emergere materia imponibile zioni di riorganizzazione per i soggetti conferenti. ma di favore è che si conferiscadegli assetti proprietari, no quote di partecipazione che Mi riferisco alle disposizioni finalizzati anche a possibili attribuiscano alla conferitaria dell’art. 177comma 2 TUIR che, passaggi generazionali, uno il controllo di una società. La con la tecnica del cc.dd. “realizdegli strumenti giuridici più disciplina, appena sinteticazo controllato”, consentono di frequentemente utilizzati per la mente descritta, torna concentrazione di quote di semplice applicazione di partecipazione, che pratica in tutti i casi in determinino il controllo cui la conferitaria sia una di una società o di un «Questo percorso societario neo costituita, gruppo, è il conferimenha anche il notevole vantaggio, società che nasca cioè proprio to in natura. nel rispetto di determinate per effetto del citato Con questo strumento, conferimento di partecii proprietari apportano condizioni, di non far pazioni di maggioranza, le loro partecipazioni emergere materia imponibile in quanto non essendoci e ricevono in cambio per i soggetti conferenti» un pregresso “vissuto” quote corrispondenti della destinataria, non è del capitale sociale della necessario dar luogo ad conferitaria. Nessuun preliminare processo na movimentazione derogare dal valore di mercato di valutazione di quest’ultifinanziaria ma solo un semplice ma, nella sua configurazione scambio di quote. di cui all’art.9 TUIR e stabilisco“pre-money”. Come è noto, questo percorso no che il valore fiscale di ciaBen diversa è invece la fattispescuna partecipazione conferita societario ha anche il notevopossa essere pari al suo costo cie - che potremmo definire più le vantaggio, nel rispetto di

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frequente - in cui la conferitaria sia già esistente, con una propria specifica attività in cui magari essa stessa già partecipi (in minoranza) nella società le cui partecipazioni di maggioranza devono esserle conferite. In questa circostanza, la tematica del valore di entrata della partecipazione, o meglio dell’entità del capitale sociale da dare in cambio, assume un’importanza fondamentale, posto che, come sopra chiarito, le quote devono entrare - per presupposto - al loro costo fiscale storico e non a quello di mercato. Il punto non è tanto di natura commerciale, inteso come contrapposizione di interessi tra vecchi soci della conferitaria e nuovi soci conferenti, perché in linea di principio si è portati a ritenere che siffatte operazioni non possano che essere realizzate in uno scenario di consenso generale. Il tema può essere invece di natura fiscale e più propriamente di elusività fiscale. Non sfugge infatti che, tarando maliziosamente la ripartizione del costo storico del conferimento tra sopraprezzo e capitale sociale, si può nei fatti determinare qualcosa di più di una semplice riorganizzazione: una impropria e implicita redistribuzione della proprietà della conferitaria. Fattispecie questa, ovviamente, che configurerebbe un chiaro caso di elusione fiscale, censurabile da parte dell’Agenzia delle Entrate, che potrebbe riqualificare l’intera operazione (o parte di essa) da scambio

di quote a compravendita o addirittura donazione, con la conseguente applicazione delle imposte relative alle suddette operazioni oltre alle sanzioni. Il principio chiaro è quindi che, nell’ambito dei conferimenti a favore di società preesistenti, almeno sotto il profilo fiscale, l’aumento di capitale asservito al conferimento non dovrà mai rideterminare trasferimenti impropri e impliciti di ricchezza tra i soci, nello scenario “post-money”. Quello che si vuole dire, è che l’apporto delle partecipazioni nei limiti del loro costo fiscale, di solito di gran lunga superiore al valore di mercato, non deve essere “sfruttato” dai soci preesistenti per “sovracquisire” indirettamente quote delle società conferite a valori iniqui (diluizione del socio conferente). Ad identica conclusione può giungersi a posizioni invertite, qualora il capitale sociale della conferitaria sia particolarmente basso. In tal caso a non dover “sfruttare” l’apporto, per “sovracquisire” indirettamente quote della conferitaria, sono gli stessi soci conferenti (diluizione del socio preesistente). In poche parole, il particolare metodo del “realizzo controllato” non deve consentire il mancato rispetto del fair value nella determinazione dei valori di scambio. Ne consegue che, per scongiurare ipotesi di riscrittura da parte dell’Agenzia delle Entrate, occorre prestare grande attenzione alla compiutezza e completezza del percorso societario, attraverso cui l’operazione di

conferimento in una società preesistente si realizza, focalizzando l’attenzione soprattutto sul valore di mercato della conferitaria stand alone. Infatti, può essere indizio di elusione un iter societario estremamente semplificato, senza supporti documentali e argomentativi adeguati, che si basi nella sostanza solo sul mero unanimismo deliberativo da parte dei soci. Ciò a maggior ragione nell’ambito delle società a responsabilità limitata, in cui spesso l’organo amministrativo non è collegiale, l’obbligo al rispetto delle regole di cui all’art.2441 del codice civile nemmeno appare inderogabile e la libera determinazione dei soci fa un po’ ciò che vuole. L’obiettivo quindi, che deve essere perseguito nei conferimenti neutrali ex art.177 comma 2 del TUIR a favore di conferitarie operative preesistenti, è evitare il paradosso che progetti di riorganizzazione perfettamente genuini sotto il profilo fiscale, possano divenire oggetto di censura solo per carenze informative e di processo, molto spesso figlie di superficialità o pigre consuetudini societarie. Ricordando infine una delle regole fondamentali che governa i rapporti fisco-contribuente nelle operazioni straordinarie: l’assenza di motivazioni economiche, corroborate da documentazione idonea, lascia l’Agenzia delle Entrate felicemente libera di trovarne delle proprie, tendenzialmente (anche per scope of work) non favorevoli.

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Legge di Bilancio 2021, bis di provvedimenti per sostenere gli investimenti produttivi L’articolo 16 e il 28 della norma dedicati a due importanti pilastri del nostro panorama legislativo sulle agevolazioni: la Sabatini e il bonus investimenti nel Mezzogiorno

Alessandro Sacrestano management consultant Sagit&Associati srl amministratore unico Assindustria Salerno Service srl asacrestano@studiosagit.it

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alla Legge di Bilancio (articolo 16) arriva una nuova sensibile spinta propulsiva alla Sabatini (art. 2 della l.n. 98/2013) che, a modifiche attuate, risulterà ancora più attenta alle esigenze di liquidità dei beneficiari. Con una ulteriore modifica al testo dell’articolo 2, comma 4 del DL n. 98/2013, infatti, la Finanziaria ha disposto che, in via strutturale, l’erogazione del contributo avvenga sempre e soltanto in un’unica soluzione, ovviamente secondo le modalità disciplinate dal decreto medesimo. Si tratta di un nuovo, apprezzabile ritocco alla disciplina dell’incentivo che, nella fattispecie dell’erogazione, era già stata recentemente modificata prima dal Decreto Crescita (DL n. 34/2019) e, successivamente, dall’articolo 39 del DL Semplificazioni (DL n. 76/2020). Tale ultima norma era già intervenuta, in effetti, sulle modalità di erogazione del contributo in conto impianti. Col c.d. Decreto Crescita, invero, il Legislatore era intervenuto per regolamentare la possibilità, per i soli finanziamenti fino a centomila euro, di ricevere il beneficio in un’unica

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soluzione. Successivamente, il Decreto Semplificazioni aveva esteso detta opportunità a tutti finanziamenti deliberati per un importo non superiore a 200.000 euro, introducendo una sostanziale variante al meccanismo dell’incentivo che, di fatto, raddoppiava l’impatto provocato dal DL Crescita aumentando notevolmente l’appeal della misura. Per la verità, il comma due del citato articolo 39 aveva già disposto, per gli investimenti agevolati delle micro e piccole imprese ubicate nelle aree in ritardo di sviluppo, e realizzati in osservanza della logica sottesa da industria 4.0, che il contributo fosse erogato in un’unica soluzione e ciò a prescindere dal valore del finanziamento deliberato. Ora, con il disposto della Legge di Bilancio, tale prerogativa viene riconosciuta a tutti i beneficiari dell’agevolazione, non riscontrandosi, quindi, più alcun discrimine, in relazione al valore del finanziamento, per ottenere il contributo in un’unica soluzione. Per tale finalità, la norma impegna ben 370 milioni di euro per il solo 2021. Si ricorda che l’incentivo in discussione

è diretto alle MPMI (micro, piccole e medie imprese), senza esclusione di settore, fatta eccezione per i comparti delle attività finanziarie e assicurative (sezione K della classificazione delle attività economiche ATECO 2007). L’agevolazione premia l’acquisto di beni strumentali (macchinari, impianti, beni strumentali d’impresa, attrezzature nuovi di fabbrica e hardware, o immateriali, come software e tecnologie digitali, a uso produttivo), anche se eseguiti attraverso leasing finanziario attraverso il riconoscimento di un finanziamento o di un leasing finanziario, concessi da banche e intermediari finanziari aderenti alla convenzione CDP-ABI-MiSE, a copertura del 100% dell’importo totale degli investimenti candidati agli aiuti, con una durata massima (comprensiva di un periodo di preammortamento non superiore a dodici mesi) di cinque anni, decorrenti dalla data di stipula del contratto di finanziamento ovvero, nel caso di leasing finanziario, dalla data di consegna del bene. L’incentivo, comunque, non si sostanzia solo in un accesso facilitato alle risorse


finanziarie. Una parte complementare del beneficio è, infatti, accordata attraverso il riconoscimento di un contributo finalizzato a coprire parte degli interessi sopportati a fronte del finanziamento o del leasing sottoscritto. La misura del contributo varia a seconda del tipo di investimento eseguito. L’aiuto, per gli investimenti ordinari, è pari all’interesse calcolato, in via convenzionale, al tasso del 2,75% su un finanziamento di cinque anni e d’importo equivalente a quello concesso dalla banca o intermediario finanziario aderente alla convenzione. Per le imprese che investono, invece, in tecnologie digitali la percentuale è incrementata del 30% ed è, pertanto, pari a 3,575%. Si tratta dell’acquisto di macchinari, impianti e attrezzature in tecnologie digitali, quali gli investimenti in big data, cloud computing, banda ultralarga, cybersecurity, robotica avanzata e meccatronica, realtà aumentata, manifattura 4D, Radio frequency identification (RFID) e sistemi di tracciamento e pesatura dei rifiuti. Tutte le MPMI che effettuano i suindicati investimenti nelle regioni Abruzzo, Basilicata, Calabria, Campania, Molise, Puglia, Sardegna e Sicilia possono ottenere uno spread della percentuale del contributo che passa al 5,50%. Analogamente, per l’acquisto, anche mediante leasing, di macchinari, impianti e attrezzature nuovi di fabbrica ad uso produttivo, a basso impatto ambientale, nell’ambito di programmi finalizzati a migliorare l’ecosostenibilità dei prodotti e dei processi produttivi, certificati dal fornitore dei beni e dei servizi o da un professionista indipendente, sarà fruibile un contributo sugli acquisti del 3,75%. Il bonus investimenti nel Mezzogiorno Proroga fino al 2022 del bonus investimenti nel Mezzogiorno. Lo dispone

l’articolo 28 della Legge di Bilancio che trasla in avanti di ben due anni la scadenza dell’incentivo previsto dall’articolo 1, commi da 98 a 108, della legge 28 dicembre 2015, n. 208. La Finanziaria, nel dettaglio, rimpingua le risorse destinate al bonus investimenti di 1.053,9 milioni per ciascuno degli anni 2021 e 2022. Tali fondi, come spiega il comma 2 dell’articolo 28, saranno attinti da una contestuale diminuzione, per i medesimi anni, del Fondo per lo sviluppo e la coesione (FSC). La proroga dell’agevolazione sarà, senza dubbio, interpretata molto positivamente da parte del tessuto imprenditoriale delle aree in ritardo di sviluppo del nostro Paese. Nel corso degli anni, infatti, il bonus investimenti per il Mezzogiorno si è dimostrato essere un efficace volano per la crescita e lo sviluppo del territorio interessato, razionalizzando i programmi di investimenti attraverso una contestuale riduzione del carico fiscale. La norma in discussione, infatti, dispone il riconoscimento di un credito d’imposta proporzionale agli investimenti in beni strumentali nuovi realizzati nelle regioni Sardegna, Sicilia, Calabria, Basilicata, Campania, Puglia, Molise e Abruzzo. Il bonus è attribuito nella misura pari al 45% nel caso di piccole imprese, del 35% per le medie e del 25% per quelle di grandi dimensioni. Per il Molise e l’Abruzzo, invece, le percentuali di aiuto sono ridotte rispettivamente al 30%, al 20% e al 10%. Gli investimenti oggetto di agevolazione possono consistere in macchinari, impianti e attrezzature nuovi, da destinarsi a strutture produttive già esistenti o da impiantare nei territori agevolabili. I beni ammissibili al credito devono rientrare in un progetto di “investimento iniziale”, per come definito dalla Commissione europea (Regolamento UE n. 651/2014), riguardante: la creazione di

un nuovo stabilimento; l’ampliamento della capacità di uno stabilimento esistente; la diversificazione della produzione di uno stabilimento per ottenere prodotti mai fabbricati precedentemente o un cambiamento fondamentale del processo produttivo complessivo di uno stabilimento esistente. È possibile anche il ricorso alla locazione finanziaria. In questo caso, il contratto deve contemplare l’opzione di acquisto finale del bene a favore dell’utilizzatore. Il credito di imposta spettante è determinato applicando la percentuale di aiuto al costo complessivo dei beni sopportato. Per gli investimenti effettuati mediante il ricorso alla locazione finanziaria, rileva il costo sostenuto dal locatore per l’acquisto dei beni, con esclusione delle eventuali spese di manutenzione. Nessuna rilevanza può attribuirsi al prezzo di riscatto e al canone periodico pagato dall’impresa. La determinazione dell’agevolazione fruibile dovrà, in ogni caso, tenere conto del limite massimo di costo complessivo ammissibile, fissato a seconda della dimensione dell’impresa beneficiaria: 3 milioni di euro per le piccole imprese; 10 per le medie imprese; 15 per le grandi imprese. Le imprese interessate alla fruizione del credito di imposta hanno l’obbligo di presentare, esclusivamente per via telematica, una preventiva comunicazione all’Agenzia delle Entrate. Il modello è stato approvato con provvedimento del direttore dell’AGE n. 45080 del 24 marzo 2016 e modificato da ultimo con provvedimento del direttore dell’Agenzia delle Entrate n. 670294 del 09 agosto 2019. A questo punto, però, dovrà attendersi una ulteriore modifica al modello di domanda, che dovrà contemplare le due nuove annualità per le quali sarà possibile realizzare gli investimenti agevolati. Dicembre 2020 | Gennaio 2021

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fisco

Immobiliare: cos’è e come funziona il rent to buy Caratteristiche, obblighi, convenienze e fiscalità di cui tener conto per vendere e comprare con questo contratto atipico

Giovanni Di Filippo dottore commercialista giovanni@studiodifilippo.it

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er andare incontro alle numerose esigenze di coniugare l’interesse di ottenere subito il godimento di un bene immobile con la possibilità di rimandare ad un momento successivo il suo acquisto definitivo, recuperando in parte le somme inizialmente versate per l’immediata utilizzazione del bene, il Legislatore, stante l’assenza di un quadro normativo ben definito, con l’intento di disciplinare in maniera compiuta il non infrequente utilizzo di contratti atipici sul mercato immobiliare, è intervenuto con un nuovo tipo di contratto denominato comunemente rent to buy, introdotto nel nostro ordinamento con l’art. 23 del D.L. 12/09/2014, n. 133 (Decreto Sblocca Italia), convertito in Legge 11 novembre 2014, n. 164. Tale nuova formula contrattuale possiede in sintesi le seguenti caratteristiche: • Concessione immediata in godimento da parte del

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conduttore dell’immobile; • Diritti ad acquistare definitivamente l’immobile entro un termine stabilito, non superiore a dieci anni; • Pagamento di un canone periodico suddiviso in due componenti, la prima destinata alla remunerazione del godimento del bene, la seconda a titolo di anticipazione sul prezzo di acquisto. CARATTERISTICHE La tipicità del contratto rent to buy si ritrova nei suoi elementi essenziali ponendolo in netta distinzione con la locazione con patto di riscatto, con il contratto di leasing e con il classico preliminare di vendita. Invero, al contratto in esame, non sono applicabili le disposizioni di cui alla L. 392/78 (Locazione di immobili urbani) o di quelle della L. 431/98 (Locazione di immobili ad uso abitativo), dato che nella norma in esame non si parla mai di locazione, ma di mero godimento del bene

immobile. Il rent to buy in sostanza si articola in due fasi. La prima, che è certa, è relativa alla concessione dell’utilizzo dell’immobile. Il proprietario ha l’obbligo di concedere immediatamente in godimento l’immobile al conduttore, che si obbliga a corrispondere un canone periodico che, come già detto, è suddiviso in due componenti, la prima destinata alla remunerazione del godimento del bene, la seconda a titolo di anticipazione sul prezzo di acquisto. La seconda fase, che è solo eventuale, è quella nella quale si perfeziona il trasferimento della proprietà dal concedente al conduttore. Eventuale, sia perché detto trasferimento non è automatico, sia perché il conduttore ha la facoltà, ma non l’obbligo, di procedere all’acquisto definitivo. Il contratto ha per oggetto qualsiasi tipo di immobile, terreno o fabbricato che sia, e di qualunque tipologia (residenziale, commerciale, produttivo, ecc.). La norma nulla


dispone in merito allo stato dello per il contratto di cui trattasi è ai sensi dell’art. 2930 c.c.. stesso, per cui nulla vieta la stipula quella dell’atto pubblico o della Con la trascrizione del contratto di un contratto rent to buy avente ad scrittura privata autenticata, al fine rent to buy si consegue il duplice oggetto un immobile al grezzo, rendi ottenere un titolo idoneo alla effetto prenotativo - obbligo del dendo ancor più appetibile questa trascrizione (art. 2657 c.c.); non a concedente di trasferire la proprietà formula contrattuale agli operatori caso, infatti, è intervenuto il legislain caso di esercizio del relativo del settore immobiliare, laddove tore con la norma in commento, il diritto da parte del conduttore ex l’inserimento delle pattuizioni recui scopo principale è stato proprio art. 2645bis C.C. - e di opponibilità lative agli oneri di completamento quello di prevedere la trascrivibilità ai terzi - art. 2644 C.C. -. L’effetto dell’opera a carico del conduttore del rent to buy. Inoltre il contratto prenotativo non è trascurabile, probabile futuro acquirente potrebredatto nella forma dell’atto in considerazione del fatto che fa be legittimare la statuizione di un pubblico o della scrittura privata retroagire gli effetti della trascriziocanone ridotto. autenticata presenta un ulteriore ne dell’eventuale atto di vendita al Il canone periodico a momento della trascrizione carico del conduttore dovrà del contratto medesimo. obbligatoriamente essere In questo modo viene «Per poter contare sull’effetto specificato nelle due comgarantita piena tutela al prenotativo, l’atto finale di ponenti essenziali, pena conduttore, consentendogli la nullità del contratto. Va di acquisire l’immobile vendita deve essere trascritto da sé che tale suddivisione nello stato di diritto in cui si prima che scada il termine dovrà essere effettiva, in trovava al momento della di durata del rent to buy quanto la sua mancanza, stipula del rent to buy, e e comunque entro dieci così come una suddivisione neutralizzando al contemsimbolica, significherebbe po eventuali trascrizioni anni dalla trascrizione del disconoscere l’essenza o iscrizioni pregiudizievoli medesimo» stessa del contratto ed successive alla trascrizione esporrebbe il medesimo ad del contratto. Per poter ipotesi di riqualificazione contare sull’effetto prenoad altre fattispecie contrattuali vantaggio, questa volta nell’intetativo di cui sopra, l’atto finale di (secondo alcuni) o addirittura a resse del concedente/venditore, vendita deve essere trascritto prima vizio di nullità (secondo altri). per il caso di mancato pagamento che scada il termine di durata del Il contratto deve essere stipulato del canone da parte del conduttore rent to buy e comunque entro dieci necessariamente per iscritto in e quindi di necessità di attivare la anni dalla trascrizione del medeossequio al disposto di cui all’art. procedura di esecuzione forzata, simo. 1350 C.C., per cui, trattandosi di possibile solo in virtù di un titolo La trascrizione del rent to buy garancontratto finalizzato al trasferiesecutivo (art. 474 c.p.c.). Inoltre, tisce una specifica tutela al condutmento della proprietà di immobili siccome il concedente/venditore tore anche in caso di inadempimen(o di altri diritti reali su immobili), potrebbe avere la necessità di agire to del concedente. Nel caso in cui, dovrà essere fatto, a pena di nullità, nei confronti del conduttore/acquia seguito di tale inadempimento, per atto pubblico o per scrittura prirente non solo per il recupero dei il conduttore vanti dei crediti (ad vata. La norma non si esprime sulla canoni non pagati ma, anche, per esempio per il rimborso dei canoni necessità di redigere quest’ultima la restituzione dell’immobile conpagati in relazione alla componenin forma autenticata (quindi dal cesso in godimento, se il contratto te imputabile al prezzo di cessione), notaio), ma siccome appare fondaè stato redatto nella forma di atto la legge riconosce un privilegio mentale, per assicurare un minimo pubblico, il concedente potrà dispeciale sul bene immobile oggetto di tutela al conduttore/acquirente, sporre di un titolo esecutivo anche del contratto, e ciò a condizione che il rent to buy venga trascritto, per avviare la procedura esecutiva che gli effetti della trascrizione non nella pratica, la forma necessaria di consegna e rilascio dell’immobile siano cessati al momento della

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fisco

risoluzione del contratto risultante da un atto con data certa, o della domanda giudiziale di risoluzione del contratto o di condanna al pagamento, o della trascrizione del pignoramento, oppure dell’intervento nell’esecuzione promossa da terzi. Nella nuova formula contrattuale sono previsti, altresì, gli istituti del subentro e della cessione. Infatti, anche con il rent to buy è possibile utilizzare lo schema del contratto per persona da nominare, formula che consente al conduttore di sostituire a sé altra persona che assuma i diritti e gli obblighi discendenti dal contratto. Inoltre, prima della scadenza contrattuale prevista, il conduttore ha la facoltà di cedere il contratto a terzi, salvo l’ipotesi di espresso divieto di cessione inserita nel contratto iniziale. La cessione del contratto da parte del conduttore, quindi, può essere eseguita solo durante la prima fase del contratto che concerne la concessione in godimento dell’immobile. L’efficacia della cessione è, ovviamente, subordinata al consenso del proprietario concedente, a meno che la cessione sia stata consentita preventivamente, con apposita clausola inserita in contratto, nel qual caso sarà efficace nei confronti del proprietario concedente dal momento in cui gli verrà notificata, ovvero dal momento in cui sarà accettata da quest’ultimo. Il fallimento del concedente non determina, di per sé, la cessazione del contratto che prosegue vincolando entrambe le parti. In questo caso non opera la disciplina fallimentare ordinaria. Il contratto, pertanto, prosegue, senza che il curatore possa opporsi. Il curatore fallimentare, per non es-

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sere vincolato al contratto (e quindi recuperare la disponibilità materiale dell’immobile, sciogliendosi dall’obbligo di vendita al termine del periodo di utilizzo) dovrà agire in revocatoria, sempre che ne ricorrano i presupposti; in particolare, ai sensi della normativa vigente, al pari di ogni altro contratto, il rent to buy potrà essere revocato, se siglato nell’anno anteriore alla dichiarazione di fallimento, oppure se le prestazioni eseguite dal concedente, o gli obblighi che ha assunto, sorpassano di oltre un quarto ciò che a lui è stato dato o promesso, e sempre che il conduttore non riesca a provare che non conosceva lo stato di insolvenza del concedente. In ogni caso i rent to buy debitamente trascritti non sono soggetti a revocatoria fallimentare, sempre che non siano cessati gli effetti della trascrizione, che siano stati conclusi a giusto prezzo e che riguardino immobili ad uso abitativo destinati ad essere l’abitazione principale del conduttore o di suoi parenti e affini entro il terzo grado,

oppure immobili ad uso non abitativo destinati a costituire la sede principale dell’attività d’impresa del conduttore, purché alla data di dichiarazione di fallimento tale attività sia effettivamente esercitata, ovvero siano stati compiuti investimenti per darvi inizio. Nel caso di mancata esecuzione del contratto a causa della dichiarazione di fallimento, i crediti del conduttore che ne conseguono hanno privilegio speciale sull’immobile oggetto del rent to buy, sempre che gli effetti della trascrizione non siano cessati al momento della dichiarazione di fallimento. Il fallimento del conduttore non comporta la cessazione del contratto, ma ne determina la sospensione secondo i termini disposti dalla legge fallimentare e ciò sino al momento in cui il curatore fallimentare, con il consenso del comitato dei creditori, dichiari di subentrare nel contratto al posto del conduttore fallito, assumendo tutti i relativi obblighi, oppure di sciogliere il contratto. A tal fine il concedente può co-


stringere il curatore a prendere una te determina il reddito d’impresa in locazione, e non solo alle imprese decisione, facendogli assegnare dal secondo le regole che carattedi costruzione o di ripristino. giudice delegato un termine non rizzano la locazione. La parte di Qualora il conduttore eserciti il superiore a 60 giorni, decorso il canone imputata in conto prezzo di diritto di acquisto - e si procequale il contratto si intende sciolto. trasferimento è assoggettata alle da, dunque al trasferimento di Nel caso di scioglimento del stesse disposizioni Iva relative agli proprietà del bene - nel caso di contratto (a seguito della scelta del acconti su cessioni immobiliari, ma immobili merce concorrerà a curatore oppure in caso sia decorso non assume rilevanza reddituale, formare il reddito il corrispettivo il termine assegnato dal giudice), il essendo la stessa un acconto verderivante dalla cessione (al lordo concedente avrà diritto alla restitusato dal conduttore come anticipo degli acconti) ai sensi dell’articolo zione dell’immobile, ad acquisire i sul prezzo di vendita che per il 85 del TUIR, mentre nell’ipotesi di canoni sino a quel momento incasconcedente rappresenta un debito. immobili strumentali o di immobili sati, nonché a far valere il credito Sul punto, opportuno si rivela il patrimonio assumerà rilevanza conseguente al mancato la differenza tra il prezzo adempimento (ad esempio di cessione (al lordo degli «Ai fini dell’IVA, in caso per il pagamento dei canoni acconti) e il costo fiscale di esercizio del diritto scaduti e non pagati). dell’immobile, ai sensi di acquisto da parte REGIME FISCALE dell’articolo 86, comma 2, Come spesso accade negli del TUIR. Tali componenti del conduttore, la base anni recenti, alla lacuna positivi (ricavo o plusvalenimponibile relativa alla normativa prodotta dal za) assumeranno rilevanza cessione dell’immobile sarà Legislatore sopperisce per il concedente anche ai data dal prezzo della cessione fini IRAP, secondo le regole l’azione dell’Agenzia delle Entrate attraverso apposita ordinarie che caratterizzadecurtato dei soli acconti circolare esplicativa, in no il tributo regionale. sulla vendita pagati questo caso attraverso la Ai fini dell’IVA, in caso di fino a quel momento» pubblicazione della Circolaesercizio del diritto di acquire n. 4E del 19 febbraio 2015. sto da parte del conduttoIn verità, l’Agenzia si pronunciò già richiamo al fatto che la locazione re, la base imponibile relativa alla in data precedente alla pubblicadi un fabbricato abitativo rientra, cessione dell’immobile sarà data zione del disposto normativo del in via generale, tra le operazioni dal prezzo della cessione decurDecreto Sblocca Italia, precisamenesenti ex art. 10 D.P.R. n. 633 del tato dei soli acconti sulla vendita te attraverso la Consulenza giuri1972, ma che, in deroga a tale pagati fino a quel momento dal dica n. 954-63/2013 del 13/02/2014 regola, è previsto che, qualora il conduttore e non anche dei canoni emanata in risposta alla richiesta locatore sia un’impresa costrutversati per il mero godimento, e dell’ODCEC di Monza formulata trice o di ripristino, lo stesso può sarà applicabile la disciplina fiscale in data 23/08/2013. Ovviamente, optare per il regime di imponibilità dei trasferimenti immobiliari. Il il suo inquadramento generale, mediante opzione per l’imponibilità momento di effettuazione dell’openon più limitato ad una singola IVA sempre da esercitare nello razione di compravendita immobifattispecie interpellativa, trova luce stesso contratto di godimento di liare, ai sensi dell’articolo 6, primo con la predetta Circolare 4E. cui all’articolo 23 in esame. Ciò è comma, del D.P.R. n. 633 del 1972 Ai fini delle imposte dirette, riferito sia agli immobili abitativi va individuato all’atto dell’esercizio Irap e Iva, nei periodi precedenti che per quelli strumentali, con del diritto di acquisto da parte del all’esercizio del diritto d’acquisto l’unica differenza che per questi conduttore. Per quanto concerne da parte del conduttore, relativaultimi la facoltà di optare per il il trattamento IVA applicabile alle mente alla quota parte del canone regime di imponibilità è estesa a cessioni degli immobili, si rinvia a pattuita a titolo di corrispettivo per tutti i soggetti passivi proprietari di quanto già chiarito, con riferimento il godimento del bene, il concedenun immobile strumentale concesso agli acconti pagati sul prezzo.

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lavoro

Il diritto al buono pasto in smart working Nel rispetto dei CCNL e/o aziendali e accordi sindacali, è legittima la sospensione dell’erogazione del buono pasto al dipendente in modalità di lavoro agile, poiché non comporta una illegittima riduzione della retribuzione

Paolo Ambron avvocato giuslavorista info@studiolegaleambron.it

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smart working, altri, invece, te a casa, non poche perplessità d oggi, a seguito della ne hanno sospeso l’erogazione. sorgono sul riconoscimento pandemia, lo smart Il buono pasto è considerato del buono pasto, considerato working è fortemente un beneficio accessorio, non che il lavoratore non avrebbe consigliato alle imprese private, obbligatorio, erogato, previo necessità di utilizzarlo. mentre invece obbligatorio, con accordo sindacale, per quanti La legge che attualmente il d.m. del 19.10.2020, per la non hanno a disposizione una regolamenta lo svolgimento del pubblica amministrazione che mensa aziendale. Nel caso in lavoro agile, la n. 81/2017, stabideve impegnare in tale modalilisce che il lavoratore che tà almeno il 50% (ancora svolge la propria prestafino al 30 dicembre) del «Nel caso in cui il lavoratore si zione in modalità agile personale impegnato in attività che possono ha diritto ad un trattrovi a svolgere la prestazione tamento economico e essere svolte secondo lavorativa in modalità di normativo non inferiore a tale modalità. Il ricorso lavoro agile, a causa del quello complessivamente a tale modalità di covid, non poche perplessità applicato nei confronti svolgimento dell’attività lavorativa ha sollevato del lavoratore che svolge sorgono sul riconoscimento la medesima attività sul e solleva non poche del buono pasto, considerato luogo di lavoro. perplessità e, di conseche il lavoratore non avrebbe Pertanto il trattamento guenza, conflittualità tra datore di lavoro e economico non può essenecessità di utilizzarlo» re variato. Il tema è stato dipendenti sul diritto di affrontato di recente sia questi ultimi a contida tribunali ordinari che dalla nuare a percepire l’erogazione cui il lavoratore si trovi a svoldei buoni pasto. In questa Suprema Corte. gere la prestazione lavorativa situazione, una parte di datori in modalità di lavoro agile, in In particolare, l’ordinanza del Tribunale di Venezia nella causa di lavoro hanno continuato ad quest’ultimo periodo storico, a nRg.1069/2020, pronunciandosi erogare i buoni pasto in regime causa del covid, prevalentemen56


su una controversia avente ad oggetto condotta antisindacale, afferma il principio secondo il quale il lavoro agile risulta incompatibile con la fruizione del buono pasto. In primis, nel caso affrontato dal Tribunale, il contratto collettivo di riferimento subordinava la fruizione del buono pasto solo a determinati requisiti di durata giornaliera della prestazione. Inoltre, sempre secondo l’ordinanza, per la maturazione del buono pasto, sostitutivo al servizio di mensa, è necessario che l’orario di lavoro sia organizzato con specifiche scadenze orarie e che il pranzo venga consumato al di fuori dell’orario di servizio. Tali presupposti vengono meno quando la prestazione di lavoro viene eseguita in modalità di lavoro agile, considerato che il lavoratore è libero di orga-

nizzare come meglio ritiene la prestazione sotto il profilo della collocazione temporale. Pertanto, i buoni pasto non rientrano sic et simpliciter nella nozione di trattamento economico e normativo che deve essere garantito in ogni caso al lavoratore in smart working ex art. 20 l. n. 81/2017. Sul punto, l’ordinanza n. 16135/2020 della Corte di Cassazione afferma il principio secondo il quale il buono pasto rappresenta una agevolazione di carattere assistenziale collegata al rapporto lavorativo da un nesso occasionale che non rientra nel trattamento retributivo, cosicché l’erogazione del buono pasto può essere variata anche per determinazione del datore di lavoro, trattandosi di un atto interno e non prodotto da un accordo sindacale. Secondo tale orientamento appare

quindi, nel rispetto dei CCNL e/o aziendali ed accordi sindacali, legittima la sospensione dell’erogazione del buono pasto al dipendente in modalità di lavoro agile, non comportando una illegittima riduzione della retribuzione. Non trova, pertanto, fondamento la tesi secondo la quale l’erogazione del buono pasto sia dovuta in funzione di un rapporto contrattuale sulla base di una reiterazione nel tempo tale da integrare una prassi aziendale. In conclusione, a parere di chi scrive, per la erogazione del buono pasto in regime di smart working è necessario un accordo con le OO.SS. nazionale o aziendale oppure un contratto individuale, liberamente sottoscritto tra dipendente e azienda, che ne disciplini specificamente le modalità.

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mercati

Anno 2021…Happy New Brexit A partire dal 1 gennaio 2021, cambieranno radicalmente le regole e le procedure per poter effettuare operazioni di import ed export con il Regno Unito. Nuovi iter doganali per il commercio e tante conseguenze per le aziende

Antonio Petruzzo customs advisor petruzzo@easyfrontier.it

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a scelta della Brexit è stata presa dal popolo britannico nel giugno del 2016, ma la sua realizzazione si avrà solo a partire dal 1° gennaio 2021. È tuttora, infatti, ancora in corso il cosiddetto “periodo transitorio”, cominciato il 1° febbraio 2020, il cui termine è previsto il prossimo 31 dicembre. Come già detto, dal primo gennaio 2021 il Regno Unito non sarà più parte del territorio doganale e fiscale dell’Unione Europea. Ne consegue che la circolazione di beni verrà considerata con le relative procedure doganali, di IVA e di eventuali accise, proprie del commercio internazionale verso Paesi terzi. Gli effetti della Brexit sul commercio internazionale si avranno tra qualche settimana, dopo che anni di trattative e accordi saltati (ad oggi sono stati condotti ben nove round di negoziazione tra UK e UE senza successo) portano spediti verso un “No Deal” e quindi verso un “nessun accordo” tra le parti che, negli anni, non hanno condotto a nulla se non a ripetute crisi politiche in

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Gran Bretagna. Per tutte le aziende che abitualmente concludono operazioni in import ed export verso UK, a partire dal 1 gennaio 2021, cambieranno radicalmente le regole e le procedure per poter effettuare operazioni con il Regno Unito. Importante sottolineare che si applicheranno regole e procedure doganali, così come vengono utilizzate nel commercio internazionale verso Paesi terzi. E questo anche nel caso molto remoto (ma non da escludere) ci dovesse essere un accordo “last minute” tra le parti. Per gli scambi commerciali tra Unione Europea e Gran Bretagna si avranno importanti cambiamenti che determineranno significative conseguenze giuridiche, finanziarie e operative per le imprese interessate, oltre ai maggiori tempi e costi riguardo alle procedure doganali. L’uscita di merci dall’Unione Europea verso il Regno Unito costituirà, dunque, una esportazione e non più verranno qualificate come cessioni intracomunitarie. L’inserimento delle procedure doganali negli scambi commerciali tra UK e

UE determinerà una serie di nuove situazioni, ovvero costi aggiuntivi rispetto alla gestione degli scambi internazionali oltre che alla tracciabilità dell’origine dei prodotti e dei suoi componenti. Non ultimo, il rispetto di standard tecnici attraverso specifiche certificazioni di prodotto e una responsabilità giuridica e penale in caso di errori. Per non incorrere in errori, è necessario dichiarare correttamente in esportazione l’esatta classifica doganale, l’origine e il valore delle merci esportate. Alla fine del periodo transitorio, e quindi a partire dal 1 gennaio 2021, tutti i materiali e le operazioni di trasformazione realizzate nel Regno Unito saranno considerate non originarie dell’Unione Europea ai fini della determinazione dell’origine preferenziale dei prodotti dell’UE. Per tali motivi, le aziende che importano prodotti finiti e materie prime da UK dovranno rivedere l’intera gestione della catena di distribuzione (più comunemente denominata “supply chain”), poiché i componenti prodotti nel Regno Unito non saranno


più originari e dunque di origine Stati membri della UE l’esatta tura, infatti, è riservata alle merci non preferenziale. A partire dalla e completa misura tariffaria destinate al mercato UK e testimomezzanotte del 31 dicembre 2020 i applicabile alle marce importata. I nierà che il prodotto è conforme beni che si trovano nel Regno Uniprodotti importati da Uk potranno a tutti gli standard di produzione, to acquisiranno automaticamente considerarsi merci unionali solo a oltre che a tutti i requisiti legislativi lo status di “merce estera” con seguito dell’immissione in libera del Regno Unito applicabili e che le conseguente operazioni in import pratica, ovvero dopo aver assolto procedure di valutazione della connei territori dell’Unione Europea al pagamento dei dazi, dell’IVA formità sono state espletate con attraverso procedure doganali e ed eventuali accise. A seguito successo. Il marchio UKCA sostitudazi (se dovuti) all’importazione. della Brexit, le aziende importaisce il marchio CE in tutto il Regno Le aziende non potranno ignorare trici da UK andranno incontro a Unito. Importante sottolineare la tariffa doganale (dazio) che due sostanziali cambiamenti cui che i requisiti tecnici, i processi e determinerà, inevitabilmente, dovranno fare riferimento. Il primo gli standard di valutazione sono maggiori costi, non pianificati, è sicuramente l’assolvimento gli stessi richiesti per il marchio durante sia la fase di vendita, sia, dell’IVA in dogana e successiva CE. Le aziende europee dovranno soprattutto, al momento dell’acdetrazione in sede di liquidazione utilizzare il marchio UKCA a partire quisto. Le conseguenze gestionali periodica dell’imposta (scompare dal 1 gennaio 2021, ma potrane operative per chi esporta in UK il metodo del “reverse charge”). Il no continuare ad applicare sui possono essere sintetizzate secondo è, invece, il possesso del prodotti il marchio CE fornendo nella necessità di svolgere tutti gli codice EORI, numero di identifiun’autocertificazione, oppure la adempimenti doganali, ovvero la cazione doganale riconosciuto da documentazione tecnica rilasciata presentazione di una dichiarazione tutte le autorità doganali comunida un organismo europeo. doganale di esportazione Dal 1 gennaio 2022 il tramite un rappresentante governo britannico non doganale, unitamente ai riconoscerà più il marchio «Il produttore che appone documenti commerciali ed CE. Tuttavia i prodotti che sui suoi prodotti il marchio eventuali licenze. I beni, recheranno entrambi i oggetto dell’esportazione, marchi, saranno accettati UKCA deve conservare la lasceranno il territorio a condizione che siano condocumentazione tecnica doganale europeo, pertanformi alle norme UK e CE. per 10 anni e dimostrare che to, non sarà più possibile Solo a partire dal 2023 sarà emettere una fattura non obbligatorio ed esclusivo il prodotto è conforme ai imponibile ai fini IVA. Per il solo marchio UKCA su requisiti di legge previsti» le operazioni in import le tutto il mercato della Gran conseguenze ricadranno Bretagna. In conclusione, il sulla compilazione di una produttore che appone sui dichiarazione doganale all’importarie. Le imprese che non ne sono suoi prodotti il marchio UKCA deve tazione in cui andranno indicate ancora in possesso sono tenute a conservare la documentazione tecl’esatta classifica delle merci farne richiesta all’ufficio doganale nica per 10 anni e dimostrare che il importate, l’origine delle stesse, di competenza territoriale. Con la prodotto è conforme ai requisiti di oltre al suo valore in dogana. Per definitiva uscita di UK dall’Unione legge previsti. le sole operazioni di importazione Europea ci sarà anche una diversa La dichiarazione di conformità di la merce deve essere identificata valutazione di conformità per i prodotto destinato al Regno Unito secondo le regole della tariffa beni immessi sul mercato della deve contenere tutte le seguenti integrate dell’Unione Europea - deGran Bretagna (Inghilterra, Galles informazioni: nome e indirizzo nominata TARIC - che si compone e Scozia) attraverso la creazione del produttore, numero di serie, di dieci cifre e che permette a tutti di un nuovo standard qualitativo modello, dettagli dell’organo certigli operatori economici dei singoli denominato UKCA. Tale marcaficatore e disposizioni di legge.

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bon ton

Nicola Santini esperto di galateo, costume e società

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La telefonata che allunga la vita

A Natale regaliamoci del tempo per fare una chiacchierata, schiacciando come una volta il telefono sull'orecchio per sentirci più vicini alle persone che amiamo

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a telefonata che allunga la vita. Mi permetto di citare uno spot, non tanto per fare una pubblicità con anni di ritardo, quanto per riflettere su come tutta questa situazione, che non voglio nemmeno chiamare per nome, sia stata ed è così impattante sulle nostre abitudini tanto da richiedere di fare un passo indietro per sentirci avanti. Ci siamo lasciati lo scorso anno un Natale alle spalle fatto di auguri via WhatsApp, video, catene di Sant'Antonio mai amate dal Galateo, confortati spesso da un verba volant scripta manent, pensando che uno alla fine un messaggio può leggerlo quando vuole, quando ha tempo, quando è dell'umore. Mentre una telefonata rischia di interrompere qualcosa, richiedendo tempo. Ecco, se il mercato è fatto di domanda e offerta, forse è il caso di renderci conto che tra le brutte cose che spero ci lasceremo alle spalle il prima possibile,

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una vale la pena di essere osservata e messa nel file dei pro. Il tempo è in offerta. Non andiamo in palestra, non possiamo, andiamo un pò meno dal parrucchiere, questione di cautela, al ristorante poco e solo di giorno, nemmeno dappertutto. Abbiamo più tempo, anche per una chiamata. E, per piacere finiamola di chiamarla “call”. Il valore della telefonata quest'anno è maggiore perché ci si scrive molto, ci si legge molto, ci si sente poco. E ci si vede solo sui social. Poter dedicare quest'anno un pò più di questo tempo che non era certo richiesto nella lettera di Babbo Natale, ma ce lo ritroviamo volenti o nolenti, per fare una chiacchierata, non sarà certo il veicolo per sostituire il piacere di una chiacchierata davanti ad un caffè o a una pizza, ma mi sento di dire che scalda il cuore molto più di quanto lo faccia una videochiamata, così protagonista dello smart working da rimanere più virtuale del suono di una voce quando il telefono si schiaccia sull'orecchio per sentirsi più vicino alle persone che amiamo. Finiremo l'anno dicendoci che quest'anno a Natale è andata così, facendo probabilmente propositi per quello che verrà. Va bene tutto, perché tante volte non è andato bene niente, ma se siamo a raccontarcelo vuol dire che così male non è andata. E allora alziamo il telefono e raccontiamocelo. Il Galateo è bello nella sua flessibilità, perché quello che poteva risultare di troppo ieri è il valore aggiunto di oggi. Da qualche parte ho letto che alla fine andrà tutto bene e se non andrà tutto bene vuol dire che non è la fine. Auguri!


salute

Antonino Di Pietro direttore dell’Istituto Dermoclinico Vita Cutis www.antoninodipietro.it | www.istitutodermoclinico.com

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Couperose e Rosacea: cause e rimedi

Per attenuare questi due inestetismi, vanno sempre preferite creme avvalorate da test specifici per la pelle sensibile. Fondamentale usare texture leggere e non troppo grasse

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ouperose e rosacea sono inestetismi cutanei che si manifestano con arrossamenti del viso localizzati su mento, guance, fronte e naso, accompagnati anche da brufoli e papule nel caso della rosacea. Possono svilupparsi a causa di diversi fattori come stress, cambiamenti ormonali e agenti esterni inquinanti. I soggetti più colpiti da couperose e rosacea sono, nella maggior parte dei casi, donne con una pelle sensibile e reattiva. Questo problema dermatologico è molto diffuso: sono stimati circa 45 milioni di casi al mondo, di cui più di 3 sono in Italia (circa il 7-8% della popolazione adulta). La couperose si manifesta a seguito di una vasodilatazione dei capillari del volto, provocata da una progressiva perdita di elasticità delle pareti venose, con rossori e capillari in superficie, concentrati nella zona T del viso. La rosacea può essere una complicanza della couperose e solitamente si presenta con arrossamenti, brufoli e desquamazioni. I soggetti più sensibili alla couperose hanno solitamente una predisposizione genetica, una fragilità capillare o una pelle molto sensibile e tendenzialmente secca. Una pelle delicata che non riesce a proteggersi adeguatamente da tutte le possibili aggressioni esterne. Ci sono alcuni fattori che possono favorire la comparsa di questo rossore localizzato, come gli sbalzi termici (so-

prattutto d'inverno), i raggi solari e il consumo eccessivo di bevande alcoliche e cibi piccanti. Purtroppo al momento non c'è una cura risolutiva per la couperose e la rosacea ma si può attenuare l’effetto degli inestetismi grazie a dermocosmetici o farmaci prescritti dal dermatologo. La rosacea è una patologia recidivante, alterna fasi di guarigione a fasi di ricaduta per questo per trovare il corretto trattamento è sempre utile rivolgersi a un dermatologo esperto. Utile proteggere la pelle con creme con filtro solare: da preferire una protezione solare viso SPF50 da applicare prima di prolungate esposizioni al sole. La couperose è strettamente connessa a sbalzi di temperatura, caldo e sole. Meglio scegliere formulazioni solari delicate e non occlusive, ottime quelle contenenti Plusolina, un efficace complesso attivo protettivo. È sicuramente importante rinfrescare spesso la pelle anche semplicemente con uno spruzzino di acqua minerale per mantenerla sempre fresca, soprattutto in estate quando fa molto caldo. In caso di couperose e rosacea, vanno sempre preferite creme avvalorate da test specifici per la pelle sensibile. Fondamentale usare texture leggere e non troppo grasse, in modo da idratare in profondità la pelle senza occluderla. Utili sono creme e sieri a base di fospidina, deltalattone, coenzima Q10, fosfolipidi e glucosamina. Per aiutare la pelle naturalmente ad attenuare i sintomi della couperose si può arricchire la tavola con frutta e verdura ricca di bioflavonoidi, sostanze che aiutano le strutture dei capillari. Un esempio sono more, mirtilli, lamponi e uva rossa. In alternativa si può ricorrere a un integratore alimentare per favorire il microcircolo, ottimi quelli contenenti: estratto di Pino marittimo (picnogenolo) e Zeaxantina. Attenzione anche quando ci si strucca, strofinare eccessivamente la pelle può irritarla e renderla più vulnerabile ai fattori esterni. Un buon latte detergente con fospidina, fosfolipidi e glucosamina favorisce un'azione antiossidante e aiuta il microcircolo. Dicembre 2020 | Gennaio 2021

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salute

Giuseppe Fatati Presidente Italian Obesity Network

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Modelli alimentari, infiammazione e COVID-19

La dieta mediterranea, ricca di antiossidanti e immunomodulatori, comprese le vitamine essenziali e i minerali, può essere utile nel prevenire e nel mitigare gli esiti avversi da Sars Cov-2

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o stato nutrizionale è in rapporto diretto con una sana alimentazione. I modelli alimentari globali sono cambiati drasticamente nel corso dell’ultimo secolo, in particolare negli ultimi cinquanta anni accompagnati, almeno in Italia, da un allungamento della vita media. Nel 1881 la vita media era pari ad appena 35,2 anni per gli uomini e 35,7 per le donne. La speranza di vita alla nascita ha superato i 50 anni per entrambi i sessi solo nel corso degli anni Venti: oggi sono 79,1 e 84,3 gli anni che in media hanno da vivere, rispettivamente, un bambino e una bambina nati nel 2010. Di converso, sono aumentate le patologie croniche non comunicabili (NCDs) come le malattie cardiovascolari, l’ipertensione e il diabete che comportano una limitazione dell’autonomia personale, un evidente disagio psichico e un peggioramento della qualità di vita. Le NCDs vengono considerate una delle sfide epocali per tutti i sistemi sanitari, a causa della loro inarrestabile crescita. Il diabete mellito (DM) rappresenta l’esempio più eclatante. Insieme all’urbanizzazione e agli stili di vita sedentari, la tipologia degli alimenti viene considerata una delle cause principali di questo fenomeno. Negli ultimi anni, una serie di studi si è rivolta direttamente alla questione delle diete e al loro impatto sulla salute umana, l’ambiente e i sistemi alimentari. La Pandemia da COVID-19 ci costringe

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ad una più stringente riflessione. La risposta infiammatoria gioca un ruolo cruciale nelle manifestazioni cliniche di COVID-19. La coesistenza di malattie croniche non trasmissibili può aggravare e intensificare la patologia infiammatoria e aumentare il rischio di esiti avversi e mortalità. La domanda che più spesso viene formulata è se esiste una dieta o un prodotto dietetico in grado di modificare lo stato infiammatorio e consentirci di superare in modo migliore l’infezione da COVID-19. Sappiamo che la Dieta Mediterranea è sinonimo universale di alimentazione ideale. Gli studi di Ancel Keys, per primi, hanno dimostrato che la tradizione alimentare mediterranea è l’esempio da seguire per il controllo dei fattori di rischio relativi alle malattie cronico-degenerative. Caratterizzata da un apporto dietetico relativamente elevato di frutta, verdura, legumi, olio d'oliva, cereali integrali, noci e grassi monoinsaturi poco lavorati, seguito da un basso-moderato consumi di latticini fermentati, pesce, pollame, vino e, infine, bassi consumi di carni lavorate e rosse è anche sinonimo di dieta ricca di proprietà antinfiammatorie. Contiene infatti antiossidanti e immunomodulatori, comprese le vitamine essenziali (C, D ed E) e i minerali (zinco, rame, calcio, ecc.), in grado di influenzare lo stato nutrizionale di una persona. L’International Diabetes Federation consiglia di: preferire alimenti con un indice glicemico basso (es. verdure, pasta integrale); evitare un consumo eccessivo di cibi fritti; limitare il consumo di cibi ad alto contenuto di zuccheri, carboidrati e grassi; scegliere lean proteins (es. pesce, carne, uova, latte, fagioli dopo la cottura completa); mangiare verdure a foglia verde; consumare due o tre porzioni di frutta al giorno. La pandemia COVID-19 è tutt'altro che finita ed è una lotta quotidiana per tutti i Paesi. Il diabete è una condizione infiammatoria cronica e nei pazienti COVID-19 può aggravare il rischio di esiti avversi e mortalità. La dieta mediterranea, ricca di proprietà antinfiammatorie, può essere utile nel prevenire e nel mitigare gli esiti avversi da COVID-19.


finisterre

Dante pop e social Il 2021 sarà l’anno nel quale si ricorderanno i 700 anni dalla morte del padre della lingua italiana

di Alfonso Amendola docente di sociologia degli audiovisivi sperimentali | Università di Salerno alfamendola@unisa.it

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dantemania. Il 2021 sarà l’anno di Dante Alighieri, anno nel quale si ricorderanno i 700 anni dalla sua morte. Non pochi gli eventi per celebrare e raccontare il padre della lingua italiana. Convegni, seminari, talk, reading e lectio. Ma noi vogliamo ricordarlo nelle trame mainstream e pop. Perché uno dice Dante Alighieri e si apre un mondo. Anzi mondi. Ma procediamo con ordine. Quello che ci piace ritrovare nel prossimo anno (tra on line e si spera off line) sarà un vero e proprio trionfo di “narrazioni” per Dante. Si diceva dei mondi da lui creati. E scavando nella stratificata moltiplicazione del suo lavoro proviamo a vedere quanto è centrale Dante nei nostri immaginari. Ben al di là delle specifiche influenze letterarie. Dante è ovunque. Come ha sottolineato lo stesso Presidente Mattarella nell’aprire le celebrazioni per il Sommo Poeta: «Un altro elemento è quello che ancora oggi possiamo cogliere dall’opera di Dante: l’influenza che a 700 anni dalla sua morte il Sommo Poeta ha nell’ispirazione degli artisti di oggi, la sua capacità di influenzare artisti di discipline diversissime tra loro». Infatti, la sua scrittura sapiente e immaginifica è matrice e sguardo di tantissima creatività. Circumnavigando il suo mondo “ripensato” dalla cultura pop tra musica rock, cinema e fumetto, troviamo i tanti

mondi di cui sopra. Iniziamo da quel geniaccio che fu Gustave Dorè. Consapevole della massiccia presenza di opere ispirate agli scritti o alla biografia di Dante, il pittore e incisore francese scommette sulla Commedia trasformando letteralmente il libro d’illustrazione. Innanzitutto, nel volume si ridefiniscono i rapporti tra immagine e testo scritto (l’illustrazione occupa un’intera pagina, a fronte delle vignette inserite nel corpo del testo utilizzate dai suoi predecessori). Il successo della Commedia illustrata crebbe rapidamente, apparendo a molti come un incrocio perfetto tra il talento dell’incisore e l’intensità del poeta italiano: la capacità di Doré di tradurre visivamente Dante attraverso dettagliate ed evocative rappresentazioni dei tormenti infernali è così evidente da soppiantare velocissimamente nella memoria qualsiasi opera precedente. E stabilendo il punto di partenza di tutto l’immaginario possibile. Il cinema si nutrirà in maniera continua del “visual” dantesco reinventato da Dorè. Definendo un dialogo estremamente produttivo e di vasta natura. Dal cinema muto de “L’Inferno” della Milano Films (1911) al “Dante’s Inferno” di Henry Otto (1924). E poi Matarazzo, Fellini, Pasolini, Brakhage, i Coen, Greenaway. Non si assenta la musica dal raccontar Dante. Bob Dylan, Kurt Cobain, Vinicio Capossela, i Radiohead, la

funambolica produzione prog di New Trolls, The Trip, Metamorfosi, Il Bacio della Medusa, Sezione Frenante e Cherry Five fino ad un insolito capitolo tutto made in Brasil (Os Mutantes, Caetano Veloso e il gruppo trash dei Sepultura) in cui diversi teorici hanno rintracciato l’influenza fondamentale che Dante ha esercitato su di essi nell’elaborazione del concetto di saudade attiva. Ritornando sulle trame del visivo è nel fumetto che la creatività dantesca esplode. Da quasi mezzo secolo il fumetto rende viva l’eredità dantesca e la ripercorre (la trasfigura e la rielabora) con le chiavi narrative e le forme espressive che gli sono tipiche. Grandi capitoli li troviamo nel fumetto americano, in quello inglese e in quello giapponese, sia nella modalità dell’albo d’autore che del fumetto underground o del graphic novel o del manga, presentano opere che adattano e rilanciano, nei codici scritti-disegnati delle vignette sequenziali. Particolarmente denso è l’universo dantesco nel fumetto italiano da “L’inferno di Topolino” (1949-50), all’albo speciale della serie fantastica di Dampyr (2016), alla Divina commedia a fumetti di Marcello Toninelli (2015) senza dimenticare la parodia della “Vita Nova” (1993) del nostro Giuliano Piccinino (tra i fondatori di Trumoon). Insomma, Dante è vivo e lotta con noi nell’immaginario pop contemporaneo. Dicembre 2020 | Gennaio 2021

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LIBRI

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a cura di Raffaella Venerando

Breve storia del mio silenzio di Giuseppe Lupo

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Editore: Marsilio Pagine: 208

n silenzio attento a ogni suono, immagine e parola in esso contenuta. Il silenzio è la fuga che attua il protagonista dell’ultimo romanzo autobiografico di Giuseppe Lupo quando, a quattro anni, smette di essere figlio unico e di parlare. Anni Sessanta. Il bambino, figlio di due maestri legati a doppio filo dall’amore per l’insegnamento e dal «fare scuola per sostenere le impalcature del mondo», viva ad Atella, un piccolo paese della Lucania. Ma le parole che rifiuta da piccolo, da adulto non smettono di affascinarlo tanto da spingerlo prima a laurearsi in Lettere alla Cattolica di Milano, poi a diventare scrittore. Il mondo visto attraverso gli occhi di un bambino che, via via, diventa grande inseguendo il suo sogno come un predestinato, immergendosi continuamente nelle parole e nelle storie per dimenticare ansie e paure, per sentirsi eternamente unico. «Non saprei calcolare quant’è durato il mio silenzio: un mese, un anno, due… Quando i medici mi visitavano, chiedevano di cacciare la lingua fuori. “Tossisci, tossisci”. Io tossivo. “Fa’ due passi, vediamo come cammini”. E io camminavo su e giù nell’ambulatorio. Ricordo un dottore di Bari, un gran professore che sulla fronte aveva una lampadina infilata in una specie di coperchio di caffettiera. “Signora, questo bimbo vive troppo in mezzo ai grandi. Aria aperta, aria aperta” ripeteva, “la strada sarà la sua maestra"».

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a cura di Vito Salerno

Monos - Un gioco da ragazzi di Alejandro Landes

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onos è un prefisso molto comune in spagnolo derivante dalla parola greca che sta per "solo", ed è il nome in codice della squadra di giovani protagonista del film ipnotico e potente del nuovo talento del cinema sudamericano Alejandro Landes. Otto adolescenti completamente isolati dal mondo, nel bel mezzo dell’America Latina, tra montagne e foreste selvagge, si allenano e combattono con impegno. A prima vista potrebbe sembrare un campo estivo come tanti altri, un bizzarro ritrovo di ragazzi che giocano a fare i soldati. Invece si tratta dello scenario iniziale di una missione delicatissima: gli otto giovani hanno con sé una prigioniera, una donna americana che chiamano semplicemente “la Dottoressa”. Il loro compito è proteggerla. Quando la Dottoressa fugge, l’equilibrio del gruppo si sgretola improvvisamente e la missione più importante diventa la sopravvivenza. Una violenza dura e agghiacciante diventerà così ancora di più un'esperienza inevitabile per questa giovane squadra e il loro ostaggio. Uno sconvolgente survival thriller, acclamato da registi del calibro di Del Toro e Iñárritu, che ha trionfato al BFI - London Film Festival 2019, vincendo il Premio come Miglior Film, ed è stato scelto dalla Colombia come proprio rappresentante agli Oscar per la categoria Miglior film straniero.




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