Costozero | (RE)INVENTARE L'ITALIA

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editoriale

Ripartenza Italia di Andrea Prete | presidente Confindustria Salerno

Sburocratizzazione, investimenti, digitalizzazione e sostenibilità: con le giuste misure di politica economica, il sistema produttivo reagirebbe rapidamente e nella direzione attesa

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ipartire sì, ma secondo regole nuove. La ripresa, dopo lo stop forzato delle attività produttive causato dalla pandemia, deve essere l’occasione per mettere mano - finalmente - a quello che nel nostro Paese non funziona da tempo, da molto tempo prima che il virus travolgesse le nostre vite. Si potrebbe, tanto per cominciare, prendere le mosse dai contenuti del rapporto “Burocrazia: 91 semplici passi per combatterla”, promosso di recente dall’Osservatorio sui Conti Pubblici Italiani, diretto da Carlo Cottarelli, cui Confindustria Salerno ha dato il suo contribuito in termini di idee e proposte. Anche nella sua fisicità il report è semplice: venti suggerimenti generali più 91 provvedimenti da fare a costo zero per eliminare regole inutili e procedure ridondanti che rallentano l’attività di impresa. Tra queste, ne cito quattro: 1. dare accesso agli organi ispettivi al Cassetto Digitale dell’Imprenditore; 2. rispettare l’obbligo di risposta da parte della Pubblica Amministrazione entro limiti temporali predefiniti (da 30 a 90 giorni a seconda dei casi), prevedendo, in ogni circostanza, il silenzio assenso in caso di mancato rispetto dei termini; 3. riconfigurare e ridefinire il reato di abuso d’ufficio e la responsabilità erariale; 4. introdurre il riconoscimento automatico dell’in-

dennizzo da ritardo nella conclusione dei procedimenti amministrativi, come previsto da alcune Regioni (e.g. Umbria art. 23 della LR 8/11). Riuscite a immaginare la portata del cambiamento? Se solo l’ultima proposta qui ripresa fosse stata già operativa, avrebbero almeno pagato i danni quanti hanno indotto il Tar di Salerno ad annullare il decreto VIA dell’aeroporto Costa d’Amalfi, nonostante il parere favorevole sul piano del ministero dell’Ambiente che ne aveva sancito la compatibilità ambientale e l’intesa tra la Regione Campania e il ministero dei Trasporti che ne garantiva la compatibilità urbanistica. Resa più semplice la cornice entro cui muoversi, di certo ne beneficerebbero anche gli investimenti privati, di cui il Paese ha assoluto bisogno così come totale resta la necessità di quelli pubblici, specie in istruzione, sanità, infrastrutture. E non sprechiamo la lezione numero uno del Covid-19: digitalizzazione e sostenibilità non sono solo due tappe obbligate, ma le direttici da seguire d’ora in poi. Sburocratizzazione, investimenti, digitalizzazione e sostenibilità: con le giuste misure di politica economica, il sistema produttivo reagirebbe rapidamente e nella direzione attesa. Diversamente, a meno di ammettere di essere un Paese folle, non aspettiamoci risultati diversi perseverando nel fare sempre le stesse cose.

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sommario

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EDITORIALE Ripartenza Italia di A. Prete L'OPINIONE Colaiacovo: «Scelte coraggiose per ripartire» Intervista a M. C. Colaiacovo

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Mercalli: «Cambiamo, ora, nel segno della sostenibilità ambientale» Intervista a L. Mercalli

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Turati: «Il PGE al fianco delle imprese e del Paese» Intervista a G. Turati

Mingarelli: «La manifattura è stata la grande 10 alleata dell'Italia» Intervista a D. Mingarelli 12

Il valore del lavoro sinergico Intervista a G. Gambardella

29 Gruppo Sanità: presidente Ottavio Coriglioni 30 Gruppo Servizi Innovativi e Tecnologici: presidente Francesco Serravalle 31 Gruppo Turimo, Alberghi e Tempo Libero: presidente Giovanni Puopolo 32 Comitato Femminile Plurale: presidente Alessandra Puglisi NEW ENTRIES 33 Givova, rivoluzione sportiva a cura della redazione 34 Assimedia, sicurezza assicurata a cura della redazione

PRIMO PIANO PIDMed, l'innovazione costruita insieme 13 di R. Venerando

BUSINESS 35 E-Commerce, accelerazione digitale Intervista ad A. Annunziata

17 Cilento di qualità: la Dieta Mediterranea come stile di vita

Rinaldi Group, 55 anni di storia e capacità 37 di reinventarsi di R. Venerando

18 San Salvatore, l'agricoltura si fa smart Tesi Aeronautica srl, una migliore gestione 19 grazie alla tecnologia RFID

FOCUS 20 L’impatto del Covid-19 sul trasporto container di A. Panaro CONFINDUSTRIA | RINNOVO VERTICI Gruppo Alimentare: 22 presidente Sabato D'Amico 23 Gruppo Carta, Cartone, Cartotecnica, Grafica e Stampa: presidente Fulvio De Iuliis

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28 Gruppo Risorsa Mare, Trasporti e Logistica: presidente Tommaso Amendola

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Gruppo Chimica, Gomma, Plastica: presidente Giuseppe Rinaldi

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Gruppo Design, Tessile, Sistema Casa: presidente Elisa Prete

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Gruppo Metalmeccanico: presidente Pasquale Gaito

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ADM, più forti della crisi di R. Venerando

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FG Industria Grafica, l'esperienza crea di R. Venerando

40 MT Plex, soluzioni resistenti e 100% riciclabili di R. Venerando 41 Lamberti Design, le trasformazioni arrivate dal vuoto di R. Venerando NORME E SOCIETÀ La giustizia civile che verrà: 42 tra emergenza e sostenibilità di M. Marinaro 44

COVID-19 e smart working L. D'Angiolella

PRIVACY Lavoratori e test sierologici, i chiarimenti 46 del Garante privacy alle aziende di P. Di Stefano


FISCO Aziende familiari, la riorganizzazione 48 dell’azionariato tramite conferimento di M. Fiorentino D.L. Rilancio, potenziato per il Sud 50 il credito di imposta per Ricerca e Sviluppo di A. Sacrestano Resto al Sud, aumentati i contributi 52 con il D.L. Rilancio di G. Arleo 53 D.L. Rilancio: le agevolazioni in campo immobiliare di G. Di Filippo

LAVORO Smart working, le novità previste 56 dal Decreto Rilancio e dal Piano Colao di P. Ambron

MERCATI 58 “M’han detto va nel Vietnam…” di A. Petruzzo

BON TON Il bon ton della valigia, lo stile 60 non è un bagaglio da stiva di N. Santini

SALUTE 61 Mascherine: cosa c’è da sapere (e ricordare) di A. Di Pietro

NUMERO 2 LUGLIO | AGOSTO 2020 Bimestrale di Economia, Finanza, Politica Imprenditoriale e Tempo Libero di Confindustria Salerno Reg. Trib. di Salerno N. 67 7 del 22/10/1987 Iscrizione al Roc N. 23241/2013 Direttore Editoriale Andrea Prete Direttore Responsabile Alessandro Sacrestano Redazione Raffaella Venerando Project Management Vito Salerno Società Editrice/Direzione e Redazione Assindustria Salerno Ser vice Srl Via Madonna Di Fatima, 194 84129 Salerno Tel. 089 335408/Fax 089 5223007 P. iva 039711 70653 redazione@costozero.it www.costozero.it Stampa Ar ti Grafiche Boccia/Salerno Foto Archivio Costozero Massimo Pica/Ag. Fotografica Grafica e Impaginazione Moreplus/www.moreplus.it

62 COVID-19: diabete e prevenzione di G. Fatati

FINISTERRE Il digitale e lo sguardo del nuovo spettatore 63 di A. Amendola LIBRI/HOME CINEMA 64 Tornare a casa a cura di R. Venerando

L e op inioni esp resse neg l i a r tic ol i a p p a r teng ono a i sing ol i a u tori dei q u a l i si intende risp etta re l a p iena l ib er tà di g iu diz io

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64 The Farewell - Una bugia buona a cura di V. Salerno Luglio | Agosto 2020

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Colaiacovo: Busine «La famiglle» «Scelte coraggiose per ripartire»

Il settore alberghiero ha davanti a sè ancora molti mesi di Raffaella Venerando di grande difficoltà. Confindustria Alberghi chiede nuove regole, in linea con le mutate dinamiche di mercato

di Raffaella Venerando

Maria Carmela Colaiacovo vice presidente Confindustria Alberghi

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ottoressa Colaiacovo, rispetto ai volumi alberghieri medi quali previsioni è possibile fare per i mesi a venire in termini di presenze? La situazione è davvero molto complessa. Gli alberghi che stanno decidendo di aprire agiscono nella consapevolezza che l’attività nel prossimo futuro non potrà che essere in perdita. La domanda interna infatti è ancora molto debole e quella straniera naturalmente è del tutto assente. Le aziende sono comunque pronte per offrire un’ospitalità all’insegna della sicurezza, senza rinunciare alla possibilità di vivere pienamente il soggiorno. In questo momento con tante incognite ancora da scoprire l’apertura è una scelta coraggiosa da parte degli imprenditori del settore, ma speriamo che con l’andare del tempo il numero di aziende aperte possa aumentare. Quanto è andato irrimediabilmente perso? Il comparto alberghiero ha

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visto, da fine febbraio, il sostanziale blocco delle attività a causa delle misure di contenimento varate dal Governo che, di fatto, hanno annullato la domanda: l’occupazione delle camere è passata dal 63% di metà febbraio al 4% di aprile e maggio, con un dato peraltro riferito a quelle poche realtà rimaste aperte, all’interno delle quali trovano alloggio personale medico, infermieristico, dipendenti della Protezione Civile e soggetti sottoposti alla quarantena privi di un’adeguata abitazione. A ciò si aggiunge che oltre il 60-65% del fatturato alberghiero annuo, si realizza nei mesi di giugno, luglio e agosto, per un valore compreso tra i 12,5 e i 13,6 miliardi di euro, totalizzati nel trimestre estivo. É chiaro che quest’anno non sarà possibile immaginare numeri del genere, ma l’obiettivo è quello almeno di riaccendere i motori delle nostre aziende riprendendo a bordo il personale che oggi purtroppo è in cassa integrazione.

Quando ripartiranno i flussi turistici internazionali quali saranno i mercati che per primi sceglieranno l’Italia? La crisi che ci ha colpito è stata durissima e ha temporaneamente congelato la voglia di raggiungere e visitare il nostro Paese. I modelli sociali che hanno visto il numero di viaggiatori nel mondo passare da 674 milioni nel 2000 a 1,5 miliardi nel 2019 certamente torneranno e l’Italia recupererà il suo ruolo di super potenza del turismo internazionale. Ritroveremo nelle nostre strutture ospiti provenienti da tutto il mondo ma inizialmente la ripresa sarà lenta e caratterizzata essenzialmente da un turismo di prossimità caratterizzato dalla presenza di francesi, tedeschi e spagnoli. Tra i motivi che frenano la riapertura delle strutture ricettive, c’è la difficoltà di gestire l’eventualità di casi covid in albergo. Quale è l’orientamento al momento


e quale la possibile soluzione? Fermo restando che tutte le aziende si sono impegnate sin da subito ad attivare tutte le misure utili a garantire un soggiorno sicuro e sereno ai propri ospiti, il sistema è pronto a gestire anche le emergenze, ma confidiamo che non ce ne saranno. La situazione epidemiologica è in fase di sostanziale miglioramento e le misure di prevenzione del contagio hanno funzionato e continuano a funzionare bene ad un mese dalla fine del lockdown. Comunque il settore è fortemente impegnato nella prevenzione, ad aprile Confindustria Alberghi con le altre associazioni di settore ha elaborato e messo a disposizione delle imprese il protocollo “accoglienza sicura” che è stato poi largamente ripreso dalle linee guida delle regioni. Uno strumento a disposizione degli operatori per supportare la gestione in fase di ripartenza, fornendo indicazioni e spunti operativi. Recentemente poi con Assosistema, abbiamo commissionato a Tecnè un’indagine per analizzare il sentiment dei futuri viaggiatori dove è emersa la grande attenzione degli ospiti nel selezionare e poi scegliere, oggi più che mai, un servizio alberghiero di qualità, con due clienti su tre disposti a spendere qualcosa in più per veder riconosciuta sul fronte dell’igiene la sicurezza delle procedure adottate. Le nostre aziende hanno sempre posto molta cura e attenzio-

ne alla pulizia delle camere e degli spazi comuni e, prima dell’emergenza sanitaria, in moltissimi casi, erano già previste certificazioni ad hoc per dimostrare il corretto processo di sanificazione. Le imprese hanno già avviato un percorso virtuoso e attivato numerose iniziative per garantire soggiorni sereni ai propri ospiti. Un impegno convinto testimoniato dai tanti e complessi investimenti che, pur con i gravi problemi di liquidità che colpiscono attualmente le aziende, dimostrano ancora

Sono due le principali chiavi di intervento che sollecitiamo a gran voce. La prima riguarda il contenimento dei costi fissi correlati all’immobile, rispettivamente affitti e IMU, oneri talmente elevati da compromettere, in una fase di mercato fermo o debolissimo come si presenta il 2020, la stessa sopravvivenza dell’azienda. Il credito di imposta per 3 mesi per gli affitti e l'eliminazione della prima rata IMU dovranno necessariamente essere prolungate e ampliate per accompagnare le aziende in

una volta il senso di responsabilità e la voglia di ripartire con il giusto passo. Nonostante il turismo nel suo complesso sia una voce importante del Pil italiano, il sostegno economico al settore è stato finora insufficiente. Si spera nel Recovery Fund, ma quali sarebbero gli aiuti concreti da mettere in campo per il comparto?

questa delicata fase almeno fino a tutto il 2020. La seconda è quella relativa a occupazione e costo del lavoro. Prevedendo infatti una riduzione del costo del lavoro sarebbe possibile ricreare condizioni tali per la riapertura di un numero maggiore di strutture e il conseguente ritorno alla vita attiva per molti lavoratori. Destinare tra l’altro le risorse oggi previste come ammortizzatore sociale

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alla riduzione del costo del lavoro permetterebbe all’albergo di riaprire, richiamando in servizio il proprio personale e ai lavoratori di tornare a percepire la retribuzione piena, rimettendo in gioco l’economia delle famiglie e dei territori. Bonus Vacanza: un suo giudizio? Quali saranno secondo lei le maggiori criticità sia per le aziende, sia per i turisti? Abbiamo sempre dichiarato che ogni soluzione volta a favorire un periodo di vacanze per gli italiani è da considerarsi positiva purché sia complementare a misure che sostengano le imprese del turismo. Sin dalla sua introduzione abbiamo chiesto di rivedere il Bonus Vacanza che, così come ipotizzato, ci sembra assolutamente inutile e deleterio poiché drena liquidità agli alberghi. Nella pratica, così com’è formulato, lo strumento

pesa sulle imprese costrette di fatto ad anticiparne l’80% del valore ricevendone in cambio un ennesimo credito di imposta che contrasta con le drammatiche esigenze di cassa che caratterizzano in questo momento le aziende. Per ovviare all’emergenza, ma più in generale per una migliore organizzazione, in molti suggeriscono di scaglionare le ferie su un arco di dieci mesi a rotazione come si fa all'estero, evitando di concentrarle tutte sui mesi di luglio-agosto. Cosa ne pensa? Siamo assolutamente convinti che poter svincolare la struttura alberghiera e la località in cui opera dal concetto di stagionalità è fondamentale per innescare un meccanismo virtuoso capace di rendere fruibile l’offerta in qualunque periodo dell’anno. L’Italia è un

insieme complesso di bellezza dei paesaggi, arte, cultura, enogastronomica, clima mite, varietà morfologica fatta di mare, montagna, paesaggi collinari, località lacuali e campagna: un quadro perfetto per ogni tipo di vacanza. Un’esperienza di viaggio Made in Italy può e deve diventare un’occasione da vivere in qualunque momento, 365 giorni l’anno. Quale lezione ha imparato il suo settore da questa emergenza? Quello che abbiamo imparato in questo periodo è che le situazioni possono cambiare molto velocemente modificando drasticamente gli equilibri del mercato. Per questo continueremo a seguire e sostenere le nostre aziende portando all’attenzione del Governo e alle Istituzioni preposte tutte le esigenze del settore.

«DOBBIAMO FARE PRESTO, I PROSSIMI GIORNI SONO CRUCIALI» «Gli sgravi contributivi per i lavoratori degli alberghi che rientrano in servizio dalla CIG sono di grandissima rilevanza e possono costituire davvero una spinta alla ripresa dell’attività per molti operatori che oggi, schiacciati tra l’aumento dei costi e una domanda troppo debole, non sono nelle condizioni di poter riaprire le loro imprese. Si tratta di una misura che avevamo proposto nella scorse settimane per dare – senza oneri aggiuntivi per lo Stato - una spinta alla ripartenza e favorire il ritorno in servizio ed alla retribuzione piena per i lavoratori del settore. Inoltre la ripartenza dell’industria alberghiera, può rimettere in movimento l’indotto che queste imprese muovono. Dai un’analisi realizzata nei mesi scorsi insieme a CDP e EY Hospitality l’indotto solo nella filiera a monte dell’albergo vale circa 6 miliardi tra servizi all’impresa, alimentari, manutenzioni, edilizia e design. Ora però dobbiamo fare presto. Si è aperta una finestra quella della stagione estiva, e bisogna poterne cogliere le possibilità ora. Dobbiamo fare presto, i prossimi giorni sono cruciali, l’Italia è leader mondiale del turismo e farsi trovare pronta anche in questa complicata stagione 2020 può essere una spinta a rilancio del settore e dell’intero Paese».

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Mercalli: «Cambiamo, ora, nel segno della sostenibilità ambientale»

Per il climatologo non ci può essere una vita sana senza un ambiente sano. «La salute dipende dall’aria che respiriamo, dall’acqua che beviamo, dal cibo che mangiamo e dal clima che ci avvolge, inclusi gli insetti vettori di nuove malattie! Dobbiamo mantenere le condizioni di vivibilità del Pianeta, altrimenti i primi a farne le spese saremo noi stessi e le generazioni future»

Luca Mercalli climatologo

di Raffaella Venerando

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rofessore, l’emergendeforestazione può agevolare anche benefeci ambientali, ha za coronavirus aveva il salto di specie del patogeno messo in luce che se si vuole lasciato sperare in sull’uomo. i risultati si possono ottenere un’accelerazione delle >> la prevenzione è sempre il anche in tempi ridottissimi. politiche di transizione miglior strumento per ridurre L’imponente iniezione di ecologica. Poi, tutto o i danni: ogni giorno perduto denaro, che i governi hanno quasi è tornato come prisi è pagato in vittime. Con il immesso nel sistema economa. Il Recovery fund può clima e altri problemi ambienmico, deve essere utilizzata spingerci a riprendetenendo conto dei re la strada buona e principi della sostea tornare a investire nibilità ambientale. «Nell’ignorare per quarant’anni Ovvero si finanzia chi con convinzione gli allarmi più che giustificati nell’economia cirha attività virtuose, colare e nella difesa chi produce energie del mondo scientifico, dell’ambiente? rinnovabili, chi riduce abbiamo perso un tempo L’emergenza coronavisprechi e rifiuti e non che era fondamentale per rus, invece che essere chi inquina. vista in antitesi alle pola prevenzione. Ora ci troviamo Ma, facendo un litiche di sostenibilità, passo indietro, cosa a dover agire d’urgenza, deve al contrario essere o dove abbiamo con i danni già in corso» considerata come uno sbagliato? sprone a perseguirle Nell’ignorare per quacon maggior efficacia rant’anni gli allarmi e convinzione. Il virus ci ha più che giustificati del mondo tali potrebbe essere peggio, infatti mostrato molti insescientifico. perché non si tratterà di gnamenti, tra i quali: Abbiamo perso un tempo emergenze temporanee ma >> il disturbo che le attività di cambiamenti epocali che che era fondamentale per la umane provocano sugli amdureranno millenni e l’unico prevenzione, ora ci troviamo bienti naturali ancora intatti, a dover agire d’urgenza, con i modo per limitare i danni di come le foreste tropicali, danni già in corso. La Convendomani è agire ora. dove il contatto con animazione Quadro delle Nazioni >> il confinamento sociale li selvatici a seguito della Unite sul clima è del 1992, planetario, che ha generato

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da allora tante chiacchiere e dicina unica? Potrebbe ta, altrimenti i primi a farne poca sostanza! essere una risposta alle le spese saremo noi stessi e le C’è chi propone un nuonuove emergenze di salute generazioni future. vo Umanesimo, fatto di pubblica? Quale parte di “lezione” ritorno alla vita nei piccoli Certo, una delle grandi leggi crede dovremmo tenere a centri, smart wormente: l’importanza king, vera comunità. della pianificazione «I principi di base della Una prospettiva o quella di dare vita sostenibilità si possono possibile secondo lei a nuovi modelli di applicare ovunque, in e davvero risolutiva sviluppo? contro eventuali alEntrambe. Abbiamo bicittà come in aree meno tri allarmi sanitari? sogno di pianificare la abitate. I pannelli solari, la Questo scenario, in transizione ecologica, coibentazione degli edifici, un sistema complesso perché o la si fa tutti la raccolta differenziata come il nostro mondo, - e intendo non solo a non può essere visto livello di individui, ma dei rifiuti, il telelavoro, non come una soluzione pure di governi dell’inhanno limiti di applicazione» unica. Può avere un tero pianeta - o non senso in certi contesti raggiungerà i risultati territoriali, in altri no. dell’ecologia è che tutto è efficaci in tempo utile. Ma quello che conta è che i connesso. Non ci può essere E abbiamo anche bisogno di principi di base della sosteuna vita sana senza un amelaborare un nuovo modello nibilità si possono applicare biente sano. economico globale: la cresciovunque, in città come in La salute dipende dall’aria ta infinita in un mondo dalle aree meno abitate. I pannelli che respiriamo, dall’acqua risorse finite non è infatti solari, la coibentazione degli che beviamo, dal cibo che possibile, ma continuiamo edifici, la raccolta differenmangiamo e dal clima che a vivere come se lo fosse. Il ziata dei rifiuti, il telelavoro, ci avvolge, inclusi gli insetti risveglio da questa illusione non hanno limiti di applicavettori di nuove malattie! - proibita dalle ferree leggi zione! Dobbiamo mantenere le confisiche - potrebbe essere Cosa ne pensa della medizioni di vivibilità del pianetraumatico.

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Turati: «Il PGE al fianco delle imprese e del Paese»

Diverse le iniziative messe in campo nei mesi dell'emergenza Coronavirus per garantire, da un lato, la continuità produttiva e, dall’altro, proteggere vite umane di Raffaella Venerando

Giancarlo Turati vice presidente Piccola Industria Confindustria e componente della Task Force PGE

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l claim del PGE - Programcomplesse, dandosi regole e dialogo con Prefettura e altre ma Gestione Emergenze procedure strutturate. Tantisistituzioni. In quattro settimadi Confindustria, sotto la sime le iniziative di cui ci siamo ne sono stati raccolti e gestiti 17 guida della Piccola Industria fatti carico, orientate su 3 milioni di euro, utilizzati per il - è chiaro: «Rendere dispodirettici sostanziali. La prima ha reperimento e l’approvvigionanibile ciò che serve, quando avuto una forte connotazione mento emergenziale di disposerve, dove serve». Tante le operativa e, se vogliamo, anche sitivi di protezione individuale iniziative messe in campo personale: sono bresciano, per e materiale sanitario destinati in questi mesi per a ospedali, rsa e rsd. rispondere all’emerOltre a questo, il PGE ha «Il dialogo tra PGE e Task genza Covid-19. Quali lavorato con profondo le principali? impegno alla definizione force di Confindustria è stato Nei mesi difficili che ha dei vari protocolli per intenso e quotidiano. È stato affrontato il Paese a il rispetto delle normail modo grazie al quale siamo causa dell’emergenza sative per consentire alle riusciti a raccogliere le istanze nitaria, il PGE ha gestito aziende di lavorare e di una mole poderosa di farlo in sicurezza, tra cui che provenivano dai territori, iniziative tese a garananche grazie alla rete capillare quello fondamentale, tire, da un lato, la conrelativo alla regolamendelle associazioni territoriali tinuità produttiva delle tazione delle misure per e di categoria del sistema» imprese e, dall’altro non il contrasto e il contenicerto meno importante, mento della diffusione a proteggere vite umane del virus negli ambienti e mostrare solidarietà con il cui in qualità di componente di lavoro, condiviso dalle parti personale sanitario esposto in sociali il 14 marzo e aggiornato, della task force PGE sono stato prima linea. La pervasività del successivamente, per tenere direttamente coinvolto nella virus ha colti tutti di sorpresa, gestione dei fondi raccolti dalla conto della Fase 2. Diversi generando in più occasioni campagna “Aiutiamo Brescia”, anche i contributi di ordine e contesti poca chiarezza e voluta dalla Fondazione Comunormativo proposti dal PGE, indecisione. Per “natura”, però, nità Bresciana e dal Giornale successivamente confluiti in il PGE è programmato per di Brescia, interessandomi quei provvedimenti più generali pianificare e gestire situazioni innanzitutto della parte di che hanno dettato le regole da Luglio | Agosto 2020

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seguire nei giorni più critici e caotici. La terza dimensione su cui si è concentrato il PGE ha riguardato infine la gestione degli accordi con il Commissario per l’emergenza Arcuri rispetto all’esigenza da parte delle imprese italiane di reperire sul mercato di mascherine certificate. Stabilendo che il 20% dei dispositivi importati o donati fosse destinato alla Protezione Civile, sono state sbloccate e velocizzate le procedure di sdoganamento di dpi e mascherine chirurgiche ordinate dalle imprese socie del Sistema Confindustria per effetto di specifici “accordi quadro” siglati da Piccola Industria. In pochi mesi sono state messe a disposizione del sistema più di 12 milioni di mascherine, tra chirurgiche e FFP2, a prezzi competitivi e sollevando di fatto le Pmi associate dagli oneri di contrattazione, acquisto e difficoltà logistiche

La prima spedizione curata dal PGE

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connesse all’approvvigionamento. Sono stati mesi faticosi ma profondamente utili. Le azioni realizzate hanno interessato tutto il Paese? In un primo momento, abbiamo avuto un particolare riguardo per le aree del Paese più colpite dalla pandemia, che necessitavano di una priorità assoluta, ma tutta l’Italia ha potuto contare sull’impegno del PGE. Quali, invece, quelle portate a compimento grazie al raccordo tra PGE e Task force coronavirus di Confindustria? Il dialogo tra PGE e Task force di Confindustria è stato intenso e quotidiano. È stato il modo grazie al quale siamo riusciti a raccogliere le istanze che provenivano dai territori, anche grazie alla rete capillare delle associazioni territoriali e di categoria del sistema. Gli alert erano i più

disparati e allora spettava alla cabina di regia del PGE (cinque persone con diverse competenze, tra cui la mia) filtrarle, dando precedenza a quelle richieste che avevano una valenza più ampia e omogenea. L’ultimo lavoro svolto, in ordine di tempo, è stato relativo alla gestione dei test sierologici, rispetto ai quali c’è stata purtroppo una generale confusione che ha compromesso procedure e risultati. In questi mesi il nodo relativo alla iper-regolamentazione del Paese, così come alla scarsa chiarezza anche dei provvedimenti nati in piena emergenza, è emerso con prepotenza. Spesso le regole si sono mostrate non dirimenti, ma formulate in modo da lasciare ampi margini a dubbi e fraintendimenti. Ecco, questa è un’emergenza italiana perenne cui dovremmo finalmente trovare una soluzione.


Mingarelli: «La manifattura è stata la grande alleata dell'Italia»

In questi mesi difficili e dolorosi l’attitudine all’innovazione e la capacità di fare rete delle nostre imprese ha fatto la differenza di Raffaella Venerando

Diego Mingarelli vice presidente per Europa, Sviluppo e coesione territoriale, Resilienza e PGE

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l PGE opera non solo nell’ambito della rapida risposta alle emergenze ma anche nell’impegno di diffondere la cultura della prevenzione. La partnership con la Protezione Civile è ormai strutturata… Il PGE, nato dall'esperienza concreta del Comitato Piccola Industria di Confindustria Fermo in occasione del sisma del 2012 in Emilia, rappresenta un originale e riuscito esempio di collaborazione pubblico-privato che, nel tempo, ha rafforzato la gestione di numerose emergenze che hanno colpito al cuore il nostro Paese. Nello specifico, il PGE in collaborazione con il Dipartimento della Protezione Civile, coordina la grande spinta solidale proveniente dal sistema produttivo e raccoglie le richieste di intervento per imprese e popolazione, garantendone l’organizzazione e la gestione attraverso la ricerca di materiali e fondi, la mappatura delle aziende “utili” alla causa, come accaduto di recente col

Covid-19 con la profilazione e condivisione delle imprese produttrici di dispositivi di protezione individuale. La sfida è promuovere la cultura della prevenzione preservando a ogni costo, whatever it takes, la continuità di impresa, che va considerata un bene comune delle comunità e dei territori coinvolti. Concretamente le attività del PGE sono dirette a gestire l’emergenza in maniera ordinata - per quanto possibile -, riducendo la durata e la profondità del trauma da evento calamitoso - e il covid 19 è stato una calamità biologica - avviando la ripartenza delle imprese colpite. Quello che spesso viene trascurato ed è emerso anche in questa emergenza, è che l’interruzione di un anello della catena produttiva non riguarda solo “quella determinata azienda” ma la filiera nella sua interezza perché le imprese non sono monadi isolate ma strutture fortemente connesse tra loro. L’istantanea del Parmigiano disperso e distrutto

a seguito del terremoto non solo fece il giro del mondo, ma diede la misura di quanto la continuità di impresa fosse un valore per un’intera comunità e di come sintetizzi in qualche modo la normalità e il quotidiano. La nostra è una manifattura diffusa, costellata di piccole aziende la cui attività è centrale in molti comuni e in molti casi addirittura vitale e indispensabile al mantenimento della coesione economica e sociale. Il nostro Paese quanto si è dimostrato anti-fragile in questa pandemia, quanto sarà capace di migliorarsi? La grande sfida è di passare dalla resistenza alla anti fragilità, diffondendo un’idea forte di prevenzione e di consapevolezza del rischio. Le aziende durante l’emergenza hanno dato buona prova di sé mentre il Paese è sembrato arrancare, con un quadro legislativo, tortuoso e contraddittorio che é diventato una vera e propria barriera all’accesso. Che caratteristica dell’im-

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presa e degli imprenditori fa emergere l’impegno del PGE? Il cuore degli italiani é grande ma gli slanci di generosità hanno sempre bisogno di un’organizzazione alle spalle, di una gestione ordinata e di risultati misurabili. Il PGE ha

mostrato che le doti organizzative e l’approccio di sistema degli imprenditori sono risorse preziose, un vero patrimonio collettivo. In questi mesi difficili e dolorosi, inoltre, l’attitudine all’innovazione e la capacità di fare rete delle nostre imprese hanno fatto la differenza. L’im-

presa manifatturiera è stata la grande alleata dell’Italia e, credo, sia finalmente giunto il momento di abbandonare pregiudizi anti-impresa sempre più anacronistici e inspiegabili e creare condizioni concrete per rafforzarne la struttura, il dinamismo e il ruolo.

Il valore del lavoro sinergico

Per Gerardo Gambardella, presidente Piccola Industria Confindustria Salerno: «È in periodi difficili come questo che lo spirito di sistema mostra il meglio di sè»

di Raffaella Venerando

Gerardo Gambardella presidente comitato Piccola Industria Confindustria Salerno

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residente, anche la PI salernitana ha contribuito alla macchina poderosa di aiuti del PGE… come è andata? Per tutta la durata dell’emergenza sanitaria, anche il Comitato della Piccola Industria salernitana si è impegnato senza risparmio per offrire il massimo dell’assistenza ai propri iscritti. Oltre ai tradizionali servizi di aiuto sulle problematiche di natura economica e organizzativa, connesse alle numerose ordinanze emesse e ai provvedimenti normativi varati per fronteggiare gli effetti negativi della crisi epidemiologica, abbiamo fatto sì che le imprese

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socie di Confindustria Salerno potessero agevolmente usufruire delle convenzioni create ad hoc per l’approvvigionamento dei dispositivi di protezione individuale, mascherine in testa. Stando ai dati raccolti, infatti, 50 nostre imprese hanno acquistato, attraverso gli accordi sottoscritti con produttori/importatori a condizioni agevolate, 66.650 mascherine. In più 5 nostri colleghi si sono registrati sulla piattaforma “Fornitori Covid-19”, mettendo a disposizione di tutte le imprese aderenti a Confindustria, competenze, prodotti e servizi necessari per la gestione della fase 2. Qualche nostro associato, inoltre, chia-

mato a donare all’interno della rete organizzativa del PGE ma anche al di fuori del circuito, magari sul proprio territorio, non ha esitato a rispondere con slancio e generosità, non certo per interesse personale ma per quella responsabilità sociale che alberga sincera in ogni vero imprenditore. Siamo quindi soddisfatti del nostro attivismo e dei suoi buoni risultati e orgogliosi di dedicare tempo ed energia all’attività associativa, specie in circostanze complicate come queste, mostrando come il lavoro sinergico e tempestivo di tante risorse del Sistema, sia non solo utile ma prezioso e di elevato valore.


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PIDMed, l’innovazione costruita insieme Avvicinare le imprese alle tecnologie abilitanti con un ampio programma di trasformazione digitale in linea con l’identità culturale e le vocazioni tipiche del territorio salernitano. Entra nella fase 2 il piano che punta sull’idea di creare ponti tra la cultura digitale e le MPMI, attraverso l’utilizzo di più discipline e attori. Ne parliamo con Alex Giordano, Direttore Scientifico del programma di ricerca/azione SOCIETING4.0 - PIDMed di Raffaella Venerando

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artiamo dal manifesto di Societing 4.0, dalle parole sue più significative per raccontare l’esperienza del PIDMed: «creare un ecosistema dei processi di innovazione sociale e tecnologica, incoraggiando una diffusa alfabetizzazione a vantaggio di una distribuzione condivisa dei poteri e delle responsabilità delle/nelle comunità, per evitare che la tecnologia condizioni in negativo la vita dell’uomo». Una premessa che ha il sapore di una rivoluzione culturale: soddisfatto dei risultati raggiunti? Mi sembra utile prima di tutto spiegare la relazione tra Societing 4.0 e PIDMed. Societing 4.0 è un Programma di ricerca-azione che fa da contenitore ideale ad una serie di attività e iniziative che puntano a definire, sperimentandolo, un modello di trasformazione digitale confacente con la nostra identità culturale e con il nostro sistema imprenditoriale. Il Manifesto citato esplicita la linea di indirizzo “politica” delle azioni e delle attività del Programma. Penso che la necessità di creare un ecosistema dei processi di innovazione sociale e

tecnologica che parta da una diffusa alfabetizzazione delle tecnologie sia, più che una rivoluzione culturale, l’occasione di rispettare le condizioni di contesto socio-economiche nelle quali si intende introdurre il 4.0. Per questo siamo soddisfatti di essere riusciti, in questo momento, a fare una prima esperienza di alfabetizzazione e “addomesticamento” delle tecnologie 4.0 anche con le piccole e micro imprese attraverso il progetto PIDMed. Le azioni di Societing 4.0 si basano, da sempre, sulla necessità del rispetto dell’ecosistema sociale, economico e anche ambientale e, per questo, da subito abbiamo abbrac-

ciato il concetto di sostenibilità che l’ONU, attraverso gli SDGs propone da qualche anno. In questo modo, senza volerlo, abbiamo anticipato una necessità che ora l’era Covid ci impone. Ma come ha funzionato il PIDMed? Chi sono stati i soggetti coinvolti e con quali ruoli e finalità? Con il presidente della CCIAA di Salerno e tutto lo staff coinvolto nel progetto abbiamo deciso da subito che il nostro PID avrebbe dovuto avere una matrice mediterranea (usando questo aggettivo in contrapposizione al modello tedesco di Industry 4.0,

PID, CATALIZZATORI DI AUTOMAZIONE PENSANTE

Con il Piano Nazionale Impresa 4.0 - varato nel 2017 - il Ministero per lo Sviluppo Economico ha dato vita a un articolato insieme di misure capaci di aumentare la competitività delle imprese attraverso la digitalizzazione dei processi produttivi e un’innovativa formazione del personale per lo sviluppo di nuovi prodotti e processi. Al centro del Piano, l’impiego fruttuoso e intelligente di big data, della robotica e dell’intelligenza artificiale al servizio della crescita delle imprese. Tra i soggetti scelti e incaricati di fare da ponte con le imprese, un ruolo di primissimo ordine è stato affidato alle Camere di Commercio investite della responsabilità di erogare servizi e assistenza per l'adozione di soluzioni 4.0. All'interno delle CCIAA, infatti, sono stati realizzati i Punti Impresa Digitale (PID): la prima e semplice interfaccia tra l’innovazione e l’impresa.

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difficilmente calabile totalmente sui nostri contesti, che guarda alla fabbrica totalmente automatizzata) immaginando cioè che le tecnologie, anche le più evolute, non avrebbero dovuto snaturare le peculiarità del nostro sistema produttivo ma che avrebbero dovuto piegarsi alle reali esigenze delle imprese. Abbiamo quindi tradotto il nostro metodo di lavoro che si fonda sull’idea di creare ponti tra la cultura digitale e le MPMI attraverso l’utilizzo di più discipline e di una molteplicità di attori. Anzitutto l’Università Federico II di Napoli che è capofila del Centro di Competenza del Piano Nazionale Impresa 4.0 e poi vari altri soggetti che hanno consentito di acquisire le soluzioni messe successivamente a disposizione delle imprese. Attraverso una mappatura delle soluzioni studiate presso i Dipartimenti dell’Università che fanno ricerca, è stato possibile elaborare una sorta di catalogo delle soluzioni che potevamo proporre agli imprenditori che avessero richiesto i servizi di PIDMed. Le soluzioni sono arrivate, poi, anche dal mondo dell’open source (per esempio abbiamo utilizzato Industrino, un pannello di 14

Arduino creato per la gestione del 4.0) e da startup collegate al sistema degli attori che fanno capo all’Università (l’incubatore Campania New Steel e il TIM Working Capital che si trovano all’interno dell’Università e supportano le startup; partner come Cisco; spin off universitari; il mondo dell’innovazione di base come la collaborazione con il Centro di Artigianato Digitale che fa ricerca applicata, ecc.). Inoltre abbiamo organizzato con il Dipartimento di Scienze Sociali un percorso molto articolato con un gruppo di 30 giovani studiosi sceltissimi che, dopo aver avuto una formazione intensa sulle tecnologie 4.0, avvenuta grazie alla collaborazione dei più grandi luminari delle materie, hanno fatto un percorso per diventare facilitatori della trasformazione digitale per le micro, piccole e medie imprese. Questa attività ha avuto molto successo. E questi giovani hanno lavorato sodo fianco a fianco delle imprese, analizzandone i problemi. Sono stati insigniti di diversi riconoscimenti, tra cui decine di lettere di apprezzamento arrivate al Rettorato, ma la cosa più bella è che alcuni sono

stati chiamati a lavorare presso le imprese stesse. Esperienza alla mano, in cifre quanta innovazione c’è nelle imprese italiane e in particolare in quelle salernitane e quanta ne hanno acquisito grazie all’esperienza del modello mediterraneo? Questa è una domanda complessa dove le cifre ci dicono poco. In generale, gli imprenditori italiani non si sottraggono ai processi di innovazione quando ne colgono l’opportunità e il senso. Per dare dei numeri, da una ricerca condotta tre anni fa su un campione di 23.700 imprese, emerge che l’8,4% delle imprese utilizza almeno una delle tecnologie 4.0 e che le imprese “tradizionali” (che non utilizzano tecnologie 4.0 né hanno in programma interventi futuri) rappresentano la maggioranza della popolazione industriale, pari all’86,9% del totale. Se ci chiediamo perché possiamo rispondere con alcune delle considerazioni che riguardano PIDMed che si muove in un territorio di imprese piccole e piccolissime, spesso di matrice artigianale o agricola che si trovano al di


fuori di distretti industriali trainanti. E questa è la condizione di moltissime imprese italiane. Per questo il ruolo principale svolto da PIDMed è stato quello di demistificare la propaganda delle tecnologie che troppo spesso viene lanciata come una pallottola d’argento, salvo poi non generare reali ed evidenti cambiamenti. La scelta fatta con lo staff di PIDMed è stata realizzare un lavoro antropologico, evitando di vendere soluzioni e partendo, al contrario, dallo studio delle imprese per capire le loro reali esigenze e poterle supportare nel modo più utile a realizzare progetti che andassero nella direzione della risoluzione dei problemi. In molti casi le imprese, soprattutto le più piccole, hanno potuto avvalersi anche di voucher sempre messi a disposizione dalla CCIAA che rimborsavano piccoli interventi. Ma quello che è stato apprezzato di più dalle imprese è stata proprio l’azione di mentoring che ha visto il PIDMed fare da ponte con il meglio della ricerca tecnologica dell’Università. Questo ha evitato di superare molta della propaganda e delle mistificazioni intorno all’in-

novazione che cercano di trasformare gli imprenditori in “clienti” delle tecnologie. Gli imprenditori hanno potuto contare su consulenze gratuite per l’analisi dei loro bisogni ed essere messi in contatto diretto con i centri di ricerca dell’Università che potevano orientarli rispetto alle loro reali necessità In alcuni casi sono nati progetti ancora in corso. È una soddisfazione anche dire che su questa attività la CCIAA di Salerno ha realizzato il 50% dei numeri nazionali di tutto il sistema dei PID e ora si sta organizzando per favorire ancora di più questo aspetto del progetto che è stato molto gradito dagli imprenditori e che va incontro anche alle esigenze delle aziende più strutturate. Ci siamo trovati ad organizzare incontri, mentoring, innovation lab e varie attività di comunicazione che hanno coinvolto centinaia di imprese e che hanno portato ad avere 184 richieste di voucher a Caserta (di queste 55 sono state approvate) e oltre 200 imprese della provincia di Salerno che hanno fatto richiesta (122 sono state qui le richieste approvate). Certo, la maggior parte delle piccolissime

imprese è ancora distante dal 4.0, anzi molti sono ancora lontani dalla fase 2.0 dell’innovazione. Si tratta di aziende rivolte alla produzione reale e per loro le tecnologie per ora possono avere un’utile funzione soprattutto per tutto ciò che non riguarda direttamente la produzione come il marketing, le vendite, l’amministrazione e la logistica. Il problema in realtà è che la tecnologia deve poggiarsi su processi formalizzati e spesso manca la definizione di questi: in moltissimi casi, infatti, le imprese si basano sull’estro dell’imprenditore e su pratiche che si tramandano e che non sono codificate. PIDMed quindi ha prima di tutto affrontato questo vulnus di sistema, cercando di avvicinare le imprese alle tecnologie abilitanti.Questo ha consentito di ottenere un riconoscimento ufficiale della qualità della progettualità messa in campo. Un gruppo di imprese del turismo salernitane, infatti, ha vinto il Premio Nazionale TOP of THE PID di Unioncamere alla Maker Faire European Edition ’19 con un progetto sui Big Data. E non è male che sia stato vinto da una azienda

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della CCIAA di Salerno quando a partecipare erano migliaia di progetti da tutta Italia, anche dalle regioni storicamente più tecnologicamente evolute. Lungo quali direttrici si sono snodati i progetti delle aziende del PIDMed? Quali aree tematiche sono state prevalenti? I progetti si sono concentrati soprattutto su Agrifood e Turismo, i pilastri del nostro territorio. Questo ci ha aiutato a fare prototipazione e a capire che serve un forte impulso proprio verso questi comparti, cercando di creare sempre di più anche connessioni virtuose tra i due. Per altro anche in un prossimo futuro post-Covid ci sembra che questi settori possano esprimere potenzialità di grande interesse non solo per le aree e le modalità più tradizionali ma anche per le aree interne e per far incontrare in modo nuovo cibo e territorio. Per altro non ci dobbiamo dimenticare che siamo la provincia dove è nata la Dieta Mediterranea, ad oggi uno dei 10 brand più famosi del mondo. Pare però che non siamo così bravi a godere di questo brand globale e neppure a preservare questo patrimonio che ha tutto: cultura, piacere del gusto, qualità dei prodotti, tutela della biodiversità e cura della salute e che potrebbe essere il collante per tenere insieme la maggior parte del sistema impresa del territorio. Per il futuro è previsto un focus sul tema

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che consideri appunto il sistema agrifood di qualità ma in connessione anche con il sistema turismo. Ad ogni modo abbiamo lavorato anche con aziende medie industriali e del manifatturiero e abbiamo intenzione di intensificare il rapporto con queste imprese, soprattutto continuando a fare da ponte tra loro e le soluzioni elaborate dalla ricerca universitaria. Per esempio abbiamo messo in connessione diverse imprese del Salernitano con Dipartimenti dell’Università che fanno ricerca molto evoluta (per esempio nel campo dell’aeronautica) e si sono sviluppati progetti che sono ancora in corso (nelle pagine successive, tre progetti emblematici). Iniziative come questa riescono a incidere anche sulla costruzione di un pensiero critico nella società? Iniziative come questa, secondo noi, aiutano soprattutto a mettere in pratica un pensiero critico consentendoci di co-costruire un progetto di futuro che non sia deciso da altri e in altre realtà socio-culturali ed economiche troppo distanti dalle nostre che vedono le imprese solo come clienti passivi, acquirenti di tecnologie. Abbiamo subito il fascino di modelli preconfezionata lontani da noi (la retorica delle startup della Silicon Valley o l’Industry 4.0 tedesco) che ahimè sembra ancora influenzare le aree più provinciali. Noi pensiamo che non ci servano i guru

dell’innovazione o i geni creativi a servizio delle imprese, ma che serva invece rimboccarsi le maniche e lavorare insieme per costruire occasioni di cambiamento e innovazione che siano rispettose della nostra identità e delle nostre vocazioni, a partire dalla creatività e dall’ingegno delle micro innovazioni quotidiane tipica dell’artigianato e delle imprese italiani e, consentitemelo, meridionali. È lì che si annida il vero genio e la vera creatività. A quando la fase 2 del PIDMed? La fase due è di fatto già partita. Il lockdown ci ha fatto vedere due tipi di imprenditori: quelli che piangevano per capire come potevano prendere gli incentivi e le risorse pubbliche per riparare ai danni dei mancati guadagni e, dall’altra parte, quelli che ci hanno contattato “sfidandoci” a capire come adattare gli strumenti tecnologici e digitali per costruire un domani diverso. È da qui che siamo ripartiti perché anche per noi le tecnologie non sono acceleratori di PIL ma la loro vera utilità è quella di poter essere applicate per aiutarci nella risoluzione dei problemi. La crisi determinata dalla pandemia Covid farà molti danni ma nel contempo, smuovendo le acque, darà un impulso nuovo al sistema impresa, soprattutto nella misura in cui riuscirà a favorire quel ricambio generazionale che è sempre difficile da realizzarsi nelle imprese di stampo familiare e che oggi, in alcuni casi, è un freno anche per una reale trasformazione digitale che ricordo non significa comprarsi un nuovo macchinario ma acquisire una nuova mentalità. Lo scatto di questa nuova mentalità tra l'altro potrebbe essere l'occasione per dare valore, anche economico, alle nostre ricchezze locali.


Cilento di qualità:

la Dieta Mediterranea come stile di vita

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l Consorzio Cilento di Qualità nasce con l’intenzione di qualificare l’offerta ricettiva in termini di accoglienza, conoscenza del territorio, valorizzazione delle risorse storiche, culturali, ambientali ed enogastronomiche. Il consorzio è composto dalle 31 strutture ricettive consorziate e da 25 ristoratori e circa 100 fornitori che condividono i valori della nostra organizzazione. Alcune imprese di questo consorzio si sono unite per partecipare al bando voucher in forma aggregata (misura A), partecipando agli incontri con i mentor dell'università organizzati dal tema PIDMed. Nel 2019 il Consorzio vince il premio nazionale Top Of The Pid con il progetto Intelligenza artificiale e big data analitycs a supporto del turismo esperienziale sostenibile del Cilento per la valorizzazione della Dieta Mediterranea, intesa non solo dal punto di vista dell’alimentazione ma come stile di vita. Il progetto è stato realizzato grazie alla partecipazione al Bando Voucher Impresa 4.0, messo a disposizione dalla CCIAA di Salerno a un gruppo di imprenditori di nuova generazione, che conoscono e utilizzano le tecnologie, hanno studiato all’estero e si sono confrontati con diversi punti di vista sul turismo e sono tornati nella convinzione di poter dare tanto alle aziende di famiglia e al loro territorio: Francesco Esposito di Taro - Eccellenze Etiche, Carmen Caiazzo - Villaggio La Perla, Pietro Cerullo CEC Hotels, Andrea Claudio Bifulco - Hotel Calanca, Amedeo Saggiomo - Camping Nessuno, Roberto Cavaliere - Agriturismo Il Principe di Vallescura, Lea Pinto - Marulivo Hotel, Sandro Legato - Eco Residence Villa Andrea. La prima innovazione è nella capacità di fare rete. Si sono conosciuti, infatti, nell’esperienza del Consorzio Cilento di Qualità. Hanno fatto un periodo di studio e formazione su big data e su come gli strumenti di Intelligenza Artificiale possano essere di supporto alla destagionalizzazione del turismo e alla promozione delle esperienze autentiche del territorio. Tutto il lavoro sui big data sarà canalizzato per la realizzazione di TRASITE, una piattaforma di destinazione che attraverso le analisi di big data mira ad entrare in relazione con micro-nicchie di potenziali visitatori che non conoscono ancora il Cilento ma sono interessati ad attività ed esperienze che questo territorio può offrire l'intero anno. Il tutto in maniera coerente con quelle che sembrano essere le tendenze del turismo postCovid. Il progetto dei giovani imprenditori cilentani è uno dei 6 in chiave Impresa 4.0 presentati da singole aziende, o loro reti, che hanno vinto il premio Top of the PID dei Punti Impresa Digitale realizzati dalle Camere di commercio per diffondere la digitalizzazione. Fondamentale il supporto di CNA (Confederazione Nazionale Artigianato) di Salerno che ha aiutato a mettere in rete le imprese con il supporto di CNA HUB 4.0 Campania che ha seguito le imprese nella realizzazione del progetto, in collaborazione con l’azienda VIRALBEAT che, pur operando a livello internazionale, ha una sua sede proprio a Salerno. Il riconoscimento è stato consegnato ai vincitori da Unioncamere nel corso del convegno “Impresa 4.0: tra innovazione e sostenibilità” alla Maker Faire, l’evento più importante d’Europa Luglio | Agosto 2020 sull’innovazione tecnologica 4.0.

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San Salvatore, l’agricoltura si fa smart

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asce nel cuore del Parco nazionale del Cilento, in un’area compresa e distribuita tra Stio, Paestum e Giungano mai violentate da agricoltura intensiva. Ed è in questo territorio che troviamo l’azienda agricola di 97 ettari, di cui 21,5 di vigneti ed il resto divisi tra frutteti, uliveti e bosco, e 450 bufale che sono la base primaria per prodotti che con spinta e visione innovativa esporta in tutto il mondo , dall’Australia agli Stati Uniti. L'azienda ha partecipato ai Voucher Digitali per avviare un processo di trasformazione digitale di una azienda che sul territorio è già un faro per capacità e visione innovativa del suo patròn Giuseppe Pagano che condivide l’approccio “mediterraneo” di “addomesticare” le tecnologie 4.0 al fine di supportare le produzioni di qualità senza snaturarle. Per questo fin da subito si è interessato al progetto PIDMed seguendo programmi di formazione e coinvolgendo i suoi addetti all’introduzione all’agricoltura 4.0 e alle tecnologie riguardanti servizio di monitoraggio del vigneto attraverso reti di sensori wireless per ambiente/terreno/pianta: formazione su infrastruttura tecnologica per il monitoraggio e gestione avanzata del vigneto interfacciabile mediante cloud ed integrabile con sistemi avanzati in ottica Internet of Things (es. potenziale futura automazione per l’efficientamento dell’irrigazione). Aver dotato di sensoristica evoluta è stato il modo per fare ricerca, formazione e consulenza sugli algoritmi matematici che consentono, sulla base di dati di input ambientali e fenologici, di monitorare e prevenire la presenza di fitopatologie, fornendo informazioni puntuali utili alla prevenzione e razionalizzazione di trattamenti chimici. I modelli matematici in questione prevengono situazioni di rischio per le patologie di Peronospora (Plasmopara viticola ) e Oidio (Uncinula necator). Il programma offerto da PIDMed ha guidato l’azienda verso l’uso di software di supporto alle decisioni (DSS) in campo agricolo, aiutando a configurare l’interfaccia dei dati in modo da poter essere facilmente visualizzati anche sullo smartphone dallo stesso dr. Pagano e dai suoi agronomi e poi elaborati e immagazzinati in appositi server. Tale software funge da interfaccia per la restituzione intuitiva e user friendly di indici di rischio fitosanitario ottenuti dall’elaborazione dati mediante il modello matematico di previsione. In questo modo il sistema è in grado di fornire alert (sms/mail) e indicazioni puntuali di trattamento solo quando le situazioni di rischio sono effettive; è inoltre in grado di generare bollettini automatici e costituire un sofisticato supporto alle decisioni agronomiche in tema di trattamenti riducendo al minimo l’impatto ambientale di una azienda che fa della sua relazione armonica con la natura uno dei suo cavalli di battaglia.

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Tesi Aeronautica srl,

una migliore gestione grazie alla tecnologia RFID

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esi srl è un'azienda leader nel settore delle tecnologie e dei servizi innovativi per l’aeronautica. L'impresa si muoveva già con una buona autonomia nell'universo digitale dimostrando di aver intrapreso un percorso significativo nell'integrazione e nella condivisione delle informazioni. Dopo l’assessment guidato dai digital promoter e i facilitatori del progetto PIDMed, Tesi srl ha partecipato, con alcuni suoi rappresentanti, al programma di mentoring con il Competence Center dell’Università Federico II° di Napoli presso i laboratori del Centro di Servizi Metrologici Avanzati (CeSMA) per analizzare i principali punti critici e le esigenze aziendali in ottica di trasformazione digitale 4.0. Durante le sessioni di lavoro, l’azienda aveva più volte sottolineato l’interesse per la tecnologia RFID perché potrebbe consentire e facilitare loro soprattutto l’efficientamento e il monitoraggio della gestione della grande varietà di materia prima trattata. Ma dall'assessment sulla maturità digitale dell'impresa sono emerse altre opportunità come quelle di: introdurre strumenti e soluzioni per l'analisi e la visualizzazione delle performance; disegnare i processi decisionali per facilitare lo scambio di informazioni tra le diverse funzioni aziendali; aggiornare i propri dipendenti, favorendo la loro partecipazione ad attività formative sulle tecnologie abilitanti previste dal Piano Nazionale Impresa 4.0. Uno degli obiettivi fondamentali delle attività di PIDMed è quella di creare ponti, tra realtà diverse che possono trarre vantaggio dal loro incontro, accelerando i processi di trasformazione digitale. Per questo, in virtù dell’elevata specificità tecnica del mercato in cui opera Tesi Aereonautica, oltre a mentor esperti di tecnologie, sono stati coinvolti nell'azione di mentoring anche rappresentati dal team di lavoro del Dipartimento di Ingegneria Industriale capitanati dal Professore Francesco Marulo, docente di costruzioni e strutture aerospaziali di caratura internazionale. In più, successivamente al lavoro con i mentor, è stato facilitato un incontro approfondito sulle tematiche sulla tecnologia RFID direttamente con i rappresentanti della multinazionale Cisco, partner dell’Università, che hanno fatto ulteriore chiarezza sulle possibilità delle tecnologie realmente utili per le esigenze dell’azienda e sui relativi costi. Rispetto alla giornata di mentoring, Gabriele Punzo, responsabile del reparto Ricerca e Sviluppo, ha dichiarato: «Abbiamo analizzato diverse caratteristiche dell’azienda, sono emerse criticità che non sapevamo di avere, di cui non eravamo a conoscenza, quindi ben venga che si organizzino più giornate come questa».

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focus

L’impatto del Covid-19 sul trasporto container Dati e analisi dell’Osservatorio di SRM da cui emerge tra l’altro quanto sia necessaria la digitalizzazione dei processi per rendere più efficiente il ciclo logistico portuale, semplificando consegna e ritiro della merce da e verso i terminal portuali di Alessandro Panaro Capo Dipartimento Trasporti Marittimi e Logistica, SRM www.srm-maritimeconomy.com

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ell’effettuare analisi sul trasporto marittimo container a livello internazionale si tenga conto che esso è, a livello globale, fortemente legato alla Cina, da cui è partito il virus alla fine di dicembre. Il Dragone è un importante partner commerciale per diversi paesi e un leader chiave nella costruzione navale. Nel primo bimestre del 2020 il traffico complessivo delle merci movimentate dai porti cinesi si è attestato a 1,34 miliardi di tonnellate (-4,6%), di cui 618 milioni di tonnellate di traffico internazionale (+1,1%) e il traffico dei container è stato pari a 34,5 milioni di TEU (-10,6%). La produzione industriale cinese per gennaio-febbraio è diminuita del 13,5% rispetto all'anno precedente. Secondo i dati dello Shanghai International Shipping Institute, ciò ha portato a una riduzione dell'utilizzo della capacità nei maggiori porti che è scesa tra il 20% e il 50%. Il container è il tipo di traffico più legato all’andamento dell’economia manifatturiera, per cui con volumi di domanda influenzati negativamente per l'intero anno, si stima una riduzione per il settore. In base alle previsioni della società di ricerca e analisi danese SeaIntelligence Consulting, l’impatto della pandemia di Coronavirus peserà sulle linee di trasporto marittimo di

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container per circa 17 milioni di TEU e sui terminal portuali per circa 80 milioni di TEU imbarcati e sbarcati. Si aspetta comunque un significativo rimbalzo dei volumi trasportati nel 2021 dopo il crollo di quest’anno. Drewry shipping, altro “titano” delle previsioni, per il 2020, vede al ribasso la stima del +3,3% di crescita fino a giungere al -0,5% in uno scenario ottimistico (con ripresa da giugno) e a un -3% in uno scenario pessimistico (ripresa che inizia solo a fine anno) e tutte e tre le principali rotte est-west subiranno gli effetti dell’indebolimento della domanda. La principale, la Trans-Pacifica, subirà il contraccolpo della riduzione della domanda interna statunitense a seguito delle misure imposte per contrastare l’epidemia con le aziende costrette a chiudere o ridurre la loro normale attività commerciale. Inoltre, sta influendo la crisi dell’automotive negli USA, una mossa che avrà un impatto sulla fornitura di componenti spediti dall'Asia al Nord America. Saranno annullati i benefici attesi dall’accordo di Fase 1 sui dazi sancito dalla Cina e dagli Stati Uniti a gennaio 2020. Sull’Asia-Nord Europa in sostanza, il vero impatto del Coronavirus sul commercio deve ancora essere avvertito. Gli importatori avevano pianificato una pausa nelle spedizioni durante le due

settimane successive al capodanno cinese e in Europa c'era stato un certo numero di scorte per mantenere attive le linee di produzione fino a metà marzo. Tuttavia, il virus si è diffuso velocemente per cui alla fine di marzo, molte fabbriche e la maggior parte dei negozi al dettaglio del Nord Europa avevano già chiuso. Ad aprile quindi vi è stato un forte impatto dato che le fabbriche in Cina (e altrove in Asia), dopo essere state riportate alla piena produzione durante marzo per soddisfare gli ordini che avrebbero dovuto essere spediti tra metà febbraio e metà marzo, si sono scontrate con la domanda in Europa che si è quasi fermata. Il commercio tra Asia e Mediterraneo già a gennaio 2020 - prima che ci fosse una minaccia percepita che il coronavirus raggiungesse le coste europee - ha registrato un calo su base annua del 4,9%. Per la rotta Transatlantica si è verificata una notevole riduzione delle spedizioni di componenti di automobili verso gli impianti di assemblaggio in Nord America. La crescita delle parti di automobili che si spostavano verso ovest aveva già iniziato a esaurirsi prima dell'arrivo del coronavirus. Da 17,1 milioni di vendite di nuovi veicoli negli Stati Uniti nel 2019, la National Automobile Dealers Association all'inizio di


gennaio aveva previsto un lieve calo delle vendite nel 2020 a 16,8 milioni. Ora, con una grande incertezza che incombe sull'economia americana, è probabile che i consumatori rimandino l'acquisto della loro prossima auto o camion. Ovviamente altre materie prime saranno influenzate dal fatto che gli Stati Uniti hanno rallentato la loro economia per un periodo ancora indefinito, ma le parti di autoveicoli sono un elemento fondamentale di questo commercio e hanno guidato gran parte della crescita eastbound negli ultimi anni. Il commercio in direzione ovest è stato influenzato dalla nascente guerra commerciale tra Stati Uniti e UE. Il 18 ottobre, gli Stati Uniti hanno iniziato ad applicare nuove tariffe del 25% sulle importazioni dell'UE per un valore di 7,5 miliardi di dollari a seguito di una disputa di 15 anni sui sussidi aerei illegali concessi a Airbus, la compagnia aerospaziale europea. La risposta dei carrier è stata pronta perché hanno gestito l’emergenza al meglio, togliendo rapidamente dal mercato capacità di stiva con

ripetuti blank sailing e ottenendo che le tariffe di trasporto non crollassero. Le tariffe spot del trasporto container sono attualmente artificialmente elevate a causa dell'effetto positivo della ridotta capacità dovuta alle numerose cancellazioni. Con riferimento all'intero anno, Bimco ha già previsto tariffe di trasporto medie inferiori al livello degli anni scorsi, a causa del deterioramento dei fondamenti della domanda e dell'aumento dei costi del carburante derivanti dall'implementazione della normativa IMO 2020, anche se la caduta dei prezzi del petrolio ha ridotto in parte l'impatto economico negativo. Declinando questi scenari nel contesto italiano, le prime stime sugli impatti del COVID-19 sulla portualità e logistica parlano di un calo sui traffici portuali per il 2020 pari al 20% del totale con un impatto di circa 2 milioni di TEU e 80-90 milioni di tonnellate di merci in meno. In base ai dati disponibili per i primi mesi del 2020 a soffrire è anche il comparto Ro-Ro sia per l’interruzione delle autostrade del mare tra i Paesi del Mediterraneo sia per la crisi del settore automobilistico. L’epidemia di

Previsioni traffico container lungo le maggiori rotte Est-Ovest (migliaia di TEU)

Fonte: SRM su Drewry Shipping Consultants, 2020

Covid 19 ha colto impreparati i porti di tutto il mondo con una riduzione dei volumi di domanda senza precedenti. Tuttavia, questa situazione ha favorito alcuni spunti di riflessione: questo evento così dirompente, non prevedibile e del quale c’è ancora assoluta incertezza sulla sua risoluzione, ha fatto emergere con tutta la sua rilevanza la necessità di sostenere la digitalizzazione dei processi portuali. A seguito delle disposizioni delle misure per il contenimento dell'epidemia di Covid-19 le autorità portuali e gli operatori del cluster portuale si sono trovati ad affrontare l’esigenza della completa digitalizzazione delle procedure relative all’import-export. L'obiettivo è, da un lato, contenere la diffusione del coronavirus all'interno del porto limitando il contatto personale tra gli operatori della catena di approvvigionamento, dall'altro, facilitare le procedure e rendere più efficiente il ciclo logistico portuale, semplificando consegna e ritiro della merce da e verso i terminal portuali. Allo stato attuale l’unica certezza sembra essere l’incertezza: non si esclude il ricorso a misure protezionistiche sempre più forti nel caso in cui le nazioni avessero bisogno di difendersi dalla vulnerabilità cui la crisi sanitaria li avrà esposti. Le catene di approvvigionamento globali e regionali saranno sottoposte a revisione e mentre alcune cambieranno, alcune delle modifiche andranno a beneficio della domanda di shipping, mentre altre no. Non si possono non considerare nel medio lungo periodo gli effetti dei pacchetti di stimolo economico che i Paesi hanno realizzato per garantire il potere d'acquisto di consumatori e imprese che contribuiranno ad aumentare il debito pubblico. Una situazione complessa.

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confindustria

Confindustria Salerno, rinnovo cariche Eletti i nuovi presidenti ed esecutivi alla guida dei Gruppi Merceologici dell’Associazione per i prossimi quattro anni

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ue settimane molto intense per la vita di Confindustria Salerno hanno visto il cambio ai vertici di tutti i gruppi merceologici in cui è articolata l’Associazione. Dopo mesi a porte chiuse, infatti, nel pieno rispetto delle regole di sicurezza, si sono svolte le elezioni che hanno visto “nuovi” imprenditori investiti dell’onere di rappresentare la volontà, le esigenze e gli interessi delle aziende afferenti ai diversi comparti produttivi (alimentare, carta, metalmeccanico, turismo, solo per citarne alcuni). Ora che gli effetti dell’emergenza sanitaria sono mitigati, lo sguardo dei neopresidenti è rivolto a come riaccendere i motori per riavviare la macchina Italia, unico paese dell’Eurozona, insieme alla Grecia, ad avere ancora un livello di PIL inferiore a quello pre-crisi già prima della pandemia. Tutti, nessuno escluso, si sono mostrati desiderosi di mettersi in gioco nonostante il momento difficile, con le idee chiare su quali azioni lavorare da subito e su quali filoni impostare il proprio mandato. Innovazione, sostenibilità, formazione, export: oltre alle questioni specifiche proprie di ciascun settore produttivo, saranno queste le tematiche strategiche trasversali che vedranno impegnati i presidenti, coadiuvati dalle loro nuove squadre. Attraverso azioni di lobby proveranno inoltre ad incidere sulle istituzioni, locali e nazionali, per orientarne le scelte. Confindustria Salerno, insomma, con volti nuovi ma con l’impegno di sempre, continuerà la sua attività di rappresentanza degli interessi in difesa della crescita del suo tessuto produttivo.

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Gruppo Alimentare

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capo del Gruppo Alimentare, comparto strategico per l’economia italiana, è stato eletto Sabato D’Amico, amministratore delegato D&D Italia. Il neo presidente sarà coinvolto innanzitutto nel tirare le fila del post covid-19 per un settore che, nel complesso, ha sì retto, ma che ora deve necessariamente riattrezzarsi per tornare almeno ai numeri incoraggianti di qualche mese fa: «Se da un lato il comparto alimentare - questo il commento di D’Amico - ha dato prova tangibile del suo valore, continuan¬do a garantire in quantità sufficienti forniture e prodotti nel pieno rispetto degli standard di qualità e sicurezza, dall’altro non è stato del tutto risparmiato dall’emergenza. Alcune aziende, infatti, hanno incrementato i volumi per alcune categorie di prodotto, mentre altre hanno subito cali di produzione e fatturato. Una delle prime attività del Gruppo sarà quindi tesa a capire - puntando sulla collaborazione di consulenti qualificati - come muoverci per il futuro, quali scenari si prospettano e come riorganizzare le nostre imprese». E guardando più avanti «altro un tema importante per noi è l’innovazione. L’idea è quella di rinnovare e sviluppare con efficacia la relazione con gli atenei del territorio per provare a disegnare insieme percorsi formativi e profili professionali ad hoc, capaci di soddisfare le mutate esigenze delle imprese e di creare al contempo nuova occupazione. L’export sarà un altro caposaldo delle azioni future. Del resto, se siamo ambasciatori del Made in Italy nel mondo, lo siamo soprattutto grazie alla quota di vendite estere che da anni fa da traino per l’intero manifatturiero italiano».

Sabato D'Amico

Presidente Sabato D'Amico - ad D&D Italia Consiglio Direttivo Mary Pezzullo - Avicoltura Moderna Giuseppe Pizzuti - Molini Pizzuti Raffaella D’Acunzi - D’Acunzi F.lli Alfredo Romaniello - Best Italian Selection Pasquale Garone - Sorgenti Santo Stefano Anton Giulio Scorza - Industria Alimentare Tanagrina srl Giuseppe Salzano - Pomilia Clara Malandrino - S.I.O.S. Oleificio Serra Marina srl Fiorita Salvati - Salvati Mario & C.

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Gruppo Carta, Cartone, Cartotecnica, Grafica e Stampa

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ziende tra loro differenti, con interessi ed esigenze altrettanto diverse. Fulvio De Iuliis, amministratore delegato della Cartesar, intende innanzitutto lavorare per fare sintesi all’interno del Gruppo che dovrà guidare per i prossimi quattro anni. Una tematica comune di fondo c’è ed è su questa che, insieme con la sua squadra, si terrà alta l’attenzione: l’economia circolare. «Il serio contrasto alla crisi climatica è un fattore trasversale alle nostre imprese, così come è un vantaggio competitivo per tutte. L’impegno è e sarà, dunque, riuscire a trovare il sano e necessario equilibrio tra i bisogni industriali e le necessità del Pianeta». Altro punto di svolta risiederà nel metodo: il neo presidente infatti ha rimarcato che “da oggi si cambia”. «Intendo promuovere un nuovo modo di vivere il direttivo e il gruppo Carta, Cartone, Cartotecnica, Grafica e Stampa, spingendo molto su di un approccio digitale, che contempli anche un modo più rapido per essere in contatto e discutere, ottimizzando così tempo e risorse».

Da sinistra, Gerardo Di Agostino con Fulvio De Iuliis

Presidente Fulvio De Iuliis - Cartesar spa Consiglio Direttivo Andrea De Luca - De Luca Industria Grafica e Cartaria spa Alessandro Memoli - Mec. Art. srl Francesca Mendozzi - Medac srl Maria Eugenia Sada - Sada Packaging spa Salvatore Salsano - Ariete srl Past President Gerardo Di Agostino - Grafica Metelliana spa 24


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Gruppo Chimica, Gomma, Plastica

ontinuare a seguire con tenacia i temi che interessano una parte rilevante del Gruppo di cui sarò a capo per i prossimi quattro anni». Giuseppe Rinaldi, ad di Isolkappa, ha intenzione di riprendere le fila di discorsi avviati dalla presidenza che lo ha preceduto: si riferisce ai temi caldi relativi alla plastic tax e ai provvedimenti cosiddetti "plastic free". «Insieme con la squadra che mi sosterrà nel mio mandato, proseguiremo l’interlocuzione con la Regione Campania per chiedere - tra l'altro - di modificare i provvedimenti già vigenti, che impongono il “Divieto di utilizzo della plastica monouso”, inasprendo e anticipando di fatto restrizioni normative che avranno un impatto drammatico sulle nostre imprese. Va contrastata la cultura di colpevolezza che gravita sull’argomento plastica, in realtà meno impattante rispetto a molte alternative in termini di utilizzo o ciclo produttivo. Bisogna lavorare senz’altro per migliorare la gestione del “fine vita” ma soprattutto sulla sensibilizzazione verso una gestione più attenta dei rifiuti in generale. La demonizzazione della plastica ha fatto perdere di vista il vero problema, quello della tutela del mare che va preservato da sversamernti illeciti. Non si può non tenere conto dell’incremento di emissioni di CO2 che si avrà con la sostituzione dei prodotti in plastica, acuendo ancor di più il fenomeno del riscaldamento del Pianeta e dei conseguenti cambiamenti climatici. La plastica, infatti, è il materiale che in assoluto consuma meno risorse e consente di avere, sia nella produzione che nelle movimentazioni e trasporti, un minore impatto emissivo rispetto agli attuali materiali alternativi». Non solo plastica però negli impegni per il futuro: «Lavoreremo per avvicinare altre imprese al momento lontane dall’Associazione. Abbiamo bisogno di crescere per fare lobby, rete e sviluppare nuove occasioni di business sul territorio e fuori di esso». Da sinistra, Giuseppe Rinaldi e Alfonso Campitelli

Presidente Giuseppe Rinaldi - Isolkappa Italia Consiglio Direttivo Lorenzo Brillante - Bluplast Alfonso Campitiello - Veroplast Franco Fortunati - Tubifor Felice Gambardella - All Packaging Sara Martucciello - Aristea Vincenzo Rispoli - Flamix Antonio Romaldo - Di Mauro Officine Grafiche Past President Alfonso Campitelli - Re.Ma. Plast

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Gruppo Design, Tessile, Sistema Casa

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nche il Gruppo Design, Tessile, Sistema Casa di Confindustria Salerno sceglie la sostenibilità come guida per il futuro. Elisa Prete ha le idee chiare: «Lavoreremo all’insegna della condivisione e del rispetto, due principi valoriali che trasformeremo in elementi quantificabili e misurabili attraverso attività mirate alla condivisione delle conoscenze tecnico-scientifiche». L’obiettivo è creare un brand di gruppo, i cui risultati possano essere valutati mediante indici di efficienza. La qualità è una caratteristica misurabile e solo ciò che può essere misurato può essere anche migliorato. Lungo questa traiettoria si muoverà il Gruppo, sulla scia di quanto ben fatto già negli scorsi anni».

Elisa Prete

Presidente Elisa Prete - Tekla Consiglio Direttivo Giovanna Basile - F.lli Basile Interiors srl / Hebanon Fratelli Basile - 1830 Paola Cianciullo - Cianciullo Marmi Domenico De Maio - Giovanni De Maio Ceramica Artistica Giovanni De Maio Lorena Mingarelli - MT Plex Annamaria Sacco - Marmi Sacco Past President Valeria Prete - Eva home & living 26


Gruppo Metalmeccanico

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assaggio di consegne anche per il Gruppo Metalmeccanico di Confindustria Salerno, che ha visto eletto al vertice - dopo la presidenza di Maurizio D’Arco - Pasquale Gaito, titolare di Intercar. In cima alle priorità anche per il neo presidente Gaito, così come per molti altri suoi colleghi, la necessità di dare nuovo slancio al comparto rappresentato, all’indomani delle difficoltà causate dall’emergenza Coronavirus: «La mia elezione arriva in un momento drammatico per tutti noi e le nostre aziende. L’epidemia ha interessato e danneggiato in modo particolare il settore metalmeccanico, in quanto la maggioranza delle nostre aziende, non rientrando nell'elenco dei codici ATECO cui era permesso proseguire le attività nel periodo di fermo, ha subito una perdita di commesse maggiore rispetto ad altri settori, con conseguente crollo del fatturato ed effetti negativi che continueranno, purtroppo, a farsi sentire ancora a lungo. Di certo non passeremo il tempo a piangerci addosso, ma con concretezza reagiremo per superare questa crisi». Il neo presidente ha espresso, inoltre, grande fiducia nel gruppo a suo supporto: «La squadra che mi accompagnerà per tutta la durata del mandato è composta da persone di esperienza, sia tecnica, sia associativa. Confido, quindi, in un loro valido supporto per la raccolta di istanze che proveremo, insieme, a risolvere, così come a centrare gli obiettivi condivisi che ci daremo».

Da sinistra, Maurizio D'Arco con Pasquale Gaito

Presidente Pasquale Gaito - Intercar Industrial Automation Consiglio Direttivo Pasquale Albano - Scatolificio salernitano Gianfilippo Bottone - De Iuliis Macchine spa Andrea Catino - DEM Consulting Vincenzo Cuomo - F.lli Cuomo Gennaro D’Auria - CPS Ciro Pisano - Fonderie Pisano Antonio Vitale - Trivium Packaging Past President Maurizio D'Arco - D'Arco Lazzarini Ingranaggi e Meccanica di Precisione

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Gruppo Risorsa Mare, Trasporti e Logistica

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accoglie il comando del Gruppo Risorsa Mare, Trasporti e Logistica per i prossimi quattro anni Tommaso Amendola, Amendola Trasporti. Lo fa consapevole di dover trainare un comparto che, per numeri e capacità, conta molto in Campania, in cui la costa, di oltre 500 km, rappresenta circa il 7% di tutte le coste italiane. «Mare come risorsa, mai definizione fu più pertinente», esordisce Amendola che promette di promuovere e seguire - a beneficio non solo delle imprese del comparto temi relativi - all'impatto del trasporto merci, con le relative connessioni esterne, e di passeggeri; alla capacità infrastrutturale, al ruolo dei porti regionali nel trasporto locale, nazionale e internazionale, con una particolare attenzione alle connessioni con i sistemi produttivi locali, e a quello nel traffico passeggeri locali e navi da crociera. Come imprenditori siamo chiamati a svolgere una funzione sociale, oltreché economica e politica e la rivendicheremo con impegno e tenacia».

Da sinistra, Giuseppe Amoruso e Tommaso Amendola

Presidente Tommaso Amendola - Amendola Trasporti Consiglio Direttivo Antonia Autuori - Agenzia Marittima Michele Autuori Annamaria Curcio - Curcio Trasporti e Servizi Mario De Cesare - Dr. Cap. Nicola De Cesare Alberto Fabbricatore - Marisped Pietro Silveri - Marina Charter Past President Giuseppe Amoruso - Amoruso Giuseppe spa 28


Gruppo Sanità Privata

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ttavio Coriglioni ritorna alla guida della Sanità Privata di Confindustria Salerno, dopo la prima esperienza del 2015. Non è nuovo pertanto al ruolo, né alle problematiche a esso connesse. In cima alla lista, Coriglioni segna il mancato dialogo “tecnico” con l’ente Regionale nel periodo di emergenza e post-emergenza da Coronavirus. «Restano da definire ad esempio i fabbisogni di prestazioni e i volumi dei tetti di prestazioni da poter erogare da parte delle nostre imprese per l’anno 2020. La gestione dell’emergenza sanitaria ha comunque visto le nostre strutture in prima linea anche se una Ordinanza Regionale ha bloccato, a marzo, l’attività delle stesse, fatte salve le prestazioni urgenti e quelle oncologiche. Il nostro comparto, infatti, è rimasto a disposizione del sistema sanitario regionale pronto ad entrare in campo ove necessario anche se la confusione normativa è stata massima. Purtroppo questa nostra disponibilità ha ingenerato incomprensioni e polemiche dovute in particolare ad ignoranza delle reali normative e necessità del settore». «Con regole chiare e certe avremmo potuto fare scelte diverse che invece ci sono state precluse. Sta di fatto che nella maggior parte dei casi non abbiamo fatto ricorso alla CIG, abbiamo pagato i nostri dipendenti al 100% e le imposte alle scadenze ordinarie. Chiediamo un’interlocuzione tecnica con l’ente regionale che, al momento, non ha ancora dato alcuna risposta alle nostre istanze. Apprezziamo l’operato del presidente De Luca per aver gestito l’emergenza sanitaria con scrupolo e serietà ma adesso chiediamo pari attenzione ai “sospesi” che riguardano il nostro comparto».

Da sinistra, Ottavio Coriglioni e Gianfranco D'Agosto

Presidente Ottavio Coriglioni - Casa Di Cura Salus Consiglio Direttivo Alfonso Forte - ARSPRIS Gruppo Forte Salerno Luigi Manto - Medicanova Polidiagnostica Enzo Raiola - Polo Sanitario - La Filanda Bruno Accarino - CRTF Centro Radiologia e Terapia Fisica srl Carmelina De Martino - ROAS srl Past President Gianfranco D’Agosto - Istituto D'AM Luglio | Agosto 2020

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Gruppo Servizi Innovativi e Tecnologici

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nnovatività, dinamicità, alta tecnologia: sono queste le 3 caratteristiche principali di un comparto vasto e variegato che contribuisce ai numeri dell'economia provinciale e al cui vertice è stato eletto Francesco Serravalle, presidente Gruppo Servizi Innovativi e Tecnologici: «La digitalizzazione al banco di prova forzato dell’emergenza covid 19 ha mostrato di essere tra le prime strade necessarie per dare nuova efficacia alle decisioni, accelerare la riconversione dei prodotti, innovare il lavoro e le organizzazioni, anticipando, monitorando e gestendo i rischi. Una via su cui per natura vogliamo continuare a muoverci, affrettando il passo e investendo sulla formazione e sul coordinamento efficace con gli stakeholder per provare, insieme, a ridurre lo skill mismatch presente nel mercato del lavoro, quella asimmetria di competenze che oggi è tra le cause maggiori della bassa produttiva del nostro Paese. Il Gruppo è eterogeneo nella sua composizione, ma lavoreremo a un’identità che contempli tutti i nostri iscritti, concentrandoci su tematiche trasversali che interessano tutte le attività produttive così da far crescere le conoscenze e le abilità di ciascuna impresa a prescindere dalle dimensioni o dal core business».

Da sinistra, Edoardo Gisolfi e Francesco Serravalle

Presidente Francesco Serravalle - Inneko Consiglio Direttivo Alfonso Annunziata - Hubitat Angelo Maria Casella - Vibrancy Federico Giblas - Tabit Paolo Guidone - F.lli De Filippo Michele Mincuzzi - Hard and Soft House Laura Pellegrino - Centro Servizi Ingegneria srl Giuseppe Petroli - M.P. Cauzioni e credito srl - Atradius Domenico Pitta - Essenia Uetp Vincenzo Vietri - Skills Consulting Past President Edoardo Gisolfi - Stratego Comunicazione 30


Gruppo Turismo, Alberghi e Tempo Libero

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n territorio perfetto». Definisce così, la Campania, il neo presidente del Gruppo Turismo, Alberghi e Tempo Libero di Confindustria Salerno, Giovanni Puopolo. Arrivato ai vertici della sezione turistica in un momento delicato per il comparto, profondamente scosso dall’emergenza sanitaria legata al covid-19, Puopolo ha accettato la sfida con entusiasmo, certo che la ripartenza non solo del settore turistico ma del Paese tutto debba passare per la rigenerazione delle imprese, in una rinnovata centralità tutta da ricostruire. Nel suo ambito specifico, invece, il presidente, che ha alle spalle una solida e pluriennale esperienza di tour operator, sa che il punto di partenza è «elaborare una strategia integrata». «La Campania, e con essa la nostra vasta e variegata provincia di Salerno, parla lingue assai diverse al suo interno. La frammentazione e le diversità paesaggistiche così come le peculiarità enogastronomiche, non sono però elementi di disomogeneità ma di inestimabile ricchezza. Il lavoro sarà quello di promuovere con forza l’insieme, senza perdere il valore distintivo delle sue parti».

Da sinistra, Giovanni Puopolo e Luigi Schiavo

Presidente Giovanni Puopolo - Sovi Turismo Consiglio Direttivo Daniela Carrano - Hotel Aurora | Amalfi Lara Cinque - Hotel Casa Albertina | Positano Alessandra Cuccurullo - Upselling Tourism | Salerno Maria D’Amato - Tenuta dei Normanni | Salerno Giovanni Giugliano - Gal Irno Cavese "Terra è Vita" scarl Andrea Ferraioli - Hotel Margherita | Praiano Past President Luigi Schiavo - Hotel Rufolo Luglio | Agosto 2020

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Comitato Femminile Plurale

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onfronto, condivisione, impegno sulle tematiche del diversity e del welfare in un’ottica internazionale: attorno a questi mondi, e fuori dei tradizionali perimetri, si snoderanno i prossimi quattro anni della presidenza di Alessandra Puglisi al Comitato Femminile Plurale di Confindustria Salerno. «La valorizzazione delle diversità, non solo di genere ma anche di generazione così come di provenienza geografica, rappresenta una grande opportunità di creazione di valore e di sostegno alla crescita sia dell’Associazione tutta, sia del territorio. L’equilibrio di genere, l’integrazione di tutte le diversità, lo scambio osmotico tra punti di vista diversi possono rivelarsi un potente motore di innovazione, capace di migliorare il singolo, così come le organizzazioni di persone».

Da sinistra, Alessandra Puglisi e Alessandra Pedone

Presidente Alessandra Puglisi - READsrl Consiglio Direttivo Elisa Ferrari - QBM - Lean Management System Francesca Mendozzi - MEDAC SRL Chiara Pauciulo - Pauciulo Strategie Sas Giovanna Saccone - Fondazione Saccone Elena Salzano - InCoerenze Past President Alessandra Pedone - A4 Design 32


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Givova, rivoluzione sportiva Il brand campano, che distribuisce in 50 Paesi i propri prodotti, propone un total look a tutti i livelli, compresi fitness, wellness e tempo libero per uomo, donna e bambino a cura della redazione

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azienda GIVOVA è stata fondata il 23 maggio 2008 da Giovanni Acanfora, imprenditore campano con esperienza trentennale nel settore dell’abbigliamento sportivo. Il marchio, distribuito da Gianto srl, è caratterizzato dall’arancione, che riprende il colore della rivoluzione e identificato da una spunta, simbolo riconosciuto a livello internazionale. Passione, creatività e impegno rappresentano i punti di forza che da sempre gestiscono i meccanismi del mondo GIVOVA, brand che distribuisce in 50 Paesi i propri prodotti per lo sport, nonché attrezzature tecniche tra cui borse, scarpe, palloni e accessori. Grazie alle ultime collaborazioni con aziende Italiane che producono abbigliamento fashion, home-wear, intimo, beach-wear GIVOVA propone agli sportivi un total look a tutti i livelli, compresi fitness, wellness e tempo libero per uomo-donna-bambino. GIVOVA è sponsor tecnico del Chievo Verona e della Juve Stabia in Serie B, delle Nazionali di calcio maltese, irachena e venezuelana, nonché dell'Atlético Venezuela, del Banfield e del Talleres in Argentina ed è stata unico sponsor tecnico alle Universiadi Napoli 2019. Durante il lockdown, ha voluto mettere a disposizione la propria struttura operativa e logistica, i contatti e la filiera di produzione e distribuzione in Italia e all’estero, per realizzare dispositivi di protezione individuali (DPI), in modo particolare mascherine protettive e chirurgiche. Insieme alla Nazionale Italiana Cantanti, di cui è orgogliosamente sponsor, l’azienda ha scelto di donare 30.000 mascherine e altri presidi sanitari a due ospedali in prima linea nella lotta al Covid-19: l’ospedale Cotugno di Napoli e il Carlo Poma di Il presidente Giovanni Acanfora insieme con Mantova. Da semGiuseppina Lodovico, amministratore unico pre vicina al sociale, GIVOVA è sponsor anche della Partita del Cuore, dell’ItalianAttori, della Nazionale Attori e della Basket Artisti, della Nazionale Piloti e Gianto srl della Nazionale Magistrati. Sede legale: Via Duomo 305 Già da tempo, GIVOVA si è aperta anche al mondo dello spettacolo Napoli e della televisione, partecipando attraverso iniziative di product Sede amministrativa: Via D. Catalano placement a “Il GFVip”, “Isola dei Famosi”, “EuroGames”, “L’isola di Pietro 3” e la rubrica “La palestra in casa” nel programma Pomeriggio Scafati (Sa) Tel: 0039 081 535 02 11 5. L’azienda vanta, inoltre, collaborazioni con il “CHI Summer Tour” www.givova.it - info@givova.it e i più importanti magazine del mercato editoriale italiano. Luglio | Agosto 2020

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Assimedia, sicurezza assicurata Con più di venti anni di esperienza come broker qualificato, valutazione e gestione rischi, consulenza assicurativa e mediatore reclami, la società di intermediazione indipendente opera con un forte approccio commerciale focalizzato principalmente su clienti corporate e privati a cura della redazione

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ssimedia - con più di vent'anni di esperienza nel settore assicurativo come broker qualificato, valutazione e gestione rischi, consulenza assicurativa e mediatore reclami - è una società di intermediazione indipendente, con un forte approccio commerciale focalizzato principalmente su clienti corporate e privati. Oggi che un partner assicurativo rappresenta più di un’opportunità commerciale, Assimedia offre alla sua clientela la possibilità di realizzare un processo evolutivo in termini di sviluppo del mercato, avendo investito nel tempo molto su azioni di “fidelizzazione”, grazie alle quali il cliente è seguito con attenzione e competenza durante ogni fase relativa alla gestione dei sinistri, garantendo servizi ad alto valore aggiunto. Tanti i settori coperti, con una particolare specializzazione su industria, trasporti (più di 10.000 i veicoli assicurati) e servizi finanziari. Che si tratti quindi di grandi aziende, clienti partner, associazioni commerciali Assimedia srl o professionali e gruppi Via Nocera Sarno, 194 omogenei di persone, la società - operando con un approccio multi-specia- 84014 Nocera Inferiore (Sa) listico - assicura costantemente supporto e consulenza nella fornitura di m. 3713214739 - t. 081957808 prodotti, offrendo strumenti tecnici e soluzioni digitali innovative ritagliate assimediabrokersrl@gmail.com sulle più diverse e specifiche esigenze. https://assimediabrokers.net

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E-Commerce, accelerazione digitale Dati di mercato e prospettive di un settore che, negli ultimi mesi, ha avuto un notevole incremento rispetto al commercio tradizionale. Alfonso Annunziata, co-founder di Ecommerce HUB: «Nel retail si dovrà andare sempre di più verso un modello ibrido offline-online, in cui i negozi fisici rivestiranno un ruolo importante come vetrina prodotti, punto di ritiro, promozioni o servizio clienti» di Raffaella Venerando

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l Coronavirus ha cambiato comportamencasa e della persona. I settori che hanno avuto ti e abitudini, condizionando anche le cali significativi, invece, sono stati il Fashion e modalità di acquisto e vendita dei prodotla Cosmetica, principalmente perché le persone ti e facendo registrare un autentico boom tendevano ad approvvigionarsi di beni indispensadell’e-commerce. I dati più recenti lo conferbili e i prodotti di queste categorie merceologiche mano. Ma verso quale tipologia di azienda avevano meno opportunità di utilizzo. Tuttavia, o prodotto si sono indirizzate le scelte negli nelle ultime settimane la situazione sta tornando ultimi mesi? alla normalità e anche i settori Dall’inizio della crisi sanitapiù penalizzati stanno recuperia si è registrato un salto rando il terreno perduto. evolutivo verso il digitale di 10 Le aziende italiane quananni: le abitudini di acquisto to utilizzano il canale on e i comportamenti dei consuline per le vendite e quali matori italiani si sono spostati performance hanno fatto fortemente verso l’e-commerregistrare negli ultimi ce, che ha garantito continumesi? ità di servizio per numerose In Italia, il 12% delle aziende attività e per i cittadini. opera in modalità e-commerce L’emergenza ha portato molte e nel 2019 ne sono state regipersone ad approcciarsi per strate quasi 7.000, il 20% in la prima volta agli acquisti più rispetto all’anno precedenonline. Si stima infatti che il te. Il valore del fatturato nel Alfonso Annunziata - E-Commerce Hub 75% dei consumatori non aveva 2019, invece, è stato stimato mai comprato su siti di commercio elettronico fino in 48,5 miliardi di euro, con una crescita del 17% ad allora. Anche gli ultimi dati forniti da Netcomm sul 2018. Dati confermati anche da Unioncamere hanno confermato questa crescita durante il e Infocamere, secondo cui sono oltre 23mila le periodo di lockdown, che ha visto triplicare i nuovi imprese che vendono al dettaglio sul web e negli consumatori online in Italia tra gennaio e maggio: ultimi cinque anni sono cresciute di 10mila unità, a 2 milioni rispetto ai 700mila di un anno fa. fronte di un calo di quasi 45mila operatori dell’inAnalizzando l’andamento dei singoli settori, a tero comparto del commercio al dettaglio. registrare l’incremento maggiore, da fine febbraio A puntare sul “negozio” online sono stati soprata metà aprile, sono stati Farmacia e Alimentari, tutto gli imprenditori del Sud, forse per ovviare seguiti dal Pet care e dai prodotti per la Cura della alla carenza di infrastrutture. Infatti se la Lombar-

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dia si distingue per il numero più elevato di imprese che vendono su internet (4.406), tra il 2015 e il 2020 Campania e Basilicata si posizionano al top per i ritmi di crescita rispetto al resto dell’Italia (+25,4% contro +14,5% medio annuo). Per quanto riguarda le performance degli ultimi mesi, secondo la ricerca Casaleggio Associati il 54% delle aziende e-commerce intervistate ha dichiarato un calo del proprio fatturato a causa del Coronavirus, mentre solo il 21% lo ha incrementato. Chi ha subito cali ha visto in media un crollo del 54% del fatturato. In Campania le percentuali di vendite on line sono state in linea con il resto del Paese? Durante le settimane di lockdown abbiamo invitato i membri campani della community di Ecommerce HUB a partecipare a un'indagine sull'impatto delle misure di contenimento sulle attività di e-commerce. Ne è emerso un quadro assolutamente inaspettato: da un lato le inevitabili ricadute economiche, talvolta anche drammatiche, che hanno colpito il 38,5% degli esercizi commerciali online. Dall’altro storie di crescita che dimostrano come, in Campania, il commercio elettronico sia in fermento. Questo, almeno, è ciò che hanno testimoniato il 34,4% degli intervistati, di cui il 10,3% con crescite addirittura superiori al 40%. Sono aumentati anche i canali proprietari? Le aziende italiane hanno dovuto riorganizzarsi per gestire il momento critico. L'esperienza Covid-19 ha dato una spinta verso l'utilizzo di canali proprietari, che oggi hanno un peso del 50% sui fatturati rispetto ai marketplace più conosciuti, che però sottraggono margini ai brand. C’è bisogno di trovare un equilibrio tra investimenti in tecnologia, promozione del prodotto e margine da cedere ai marketplace. Se un’azienda volesse fare una scelta in questa direzione, quali benefici potrebbe trarne rispetto a posizionarsi su un marketplace? Non si tratta sicuramente di una scelta semplice. I vantaggi e gli svantaggi di entrambe le opzioni vanno valutati con cura, così da avere delle basi solide su cui costruire una strategia vincente. Gli acquirenti, infatti, possono conoscere e acquistare i prodotti attraverso diversi percorsi sia online che offline: diventa quindi fondamentale, per i rivenditori attrezzarsi per sfruttare appieno le opportunità e i vantaggi di questa cosiddetta

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“multicanalità”. Per realizzare maggiori profitti vendendo online bisogna necessariamente considerare di vendere i propri prodotti e servizi su più piattaforme, non solo sulla piattaforma proprietaria. Una strategia di e-commerce multicanale consente non solo di differenziare l’offerta e raggiungere un’audience più ampia, ma anche di diversificare il rischio dell’attività. Una ricerca svolta da SAP ha confermato come il 75% dei business online che adottano strategie di vendita multicanale hanno aumentato le vendite, il 64% ha affermato di aver incrementato la fedeltà dei clienti e infine il 62% di aver acquisito vantaggi competitivi. In prospettiva come crede che evolverà il settore? La rivoluzione avrà effetti permanenti? Al di là dei big, immagino un nuovo modello di e-commerce molto locale, che coinvolgerà i piccoli operatori, che possono permettere di aggregare i dettaglianti online. I piccoli negozi sono quelli che hanno sofferto più di altri le misure restrittive, ma grazie all’e-commerce può arrivare un’importante spinta al business che si può mettere a valore anche una volta passata l’emergenza. Durante il lockdown, infatti, pur perdendo fatturato hanno guadagnato nuovi clienti. Alla fine, ci ritroveremo consumatori di ogni fascia d’età, molto più evoluti: persone che si sono abituate a effettuare acquisti online e a pagare questi con strumenti digitali. Tornare indietro sarà difficilmente possibile. Il salto in avanti nell’e-commerce continuerà ancora nei prossimi mesi, ecco perché è urgente che le imprese italiane recuperino il ritardo. Tutte le aziende e attività commerciali che vendono beni di consumo, se non l’hanno già fatto, dovranno assolutamente considerare nel proprio modello di business la vendita online. Nel retail si dovrà andare sempre di più verso un modello ibrido offline-online, in cui i negozi fisici rivestiranno un ruolo importante come vetrina prodotti, punto di ritiro, promozioni o servizio clienti. I negozi fisici continueranno dunque ad essere presenti, come parte dell’esperienza d’acquisto. In alcuni casi potranno fungere prevalentemente da “generatore di esperienza” o da showroom, per consentire al cliente di conoscere il prodotto, provarlo ed entrare in contatto con il brand.


Rinaldi Group, 55 anni di storia e capacità di reinventarsi Lo stop forzato della produzione ha spinto l’azienda salernitana a provarsi in un nuovo segmento di mercato, quello delle mascherine, reggendo l’onda d’urto della crisi grazie alle leve dell'innovazione tecnologica e della creatività

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arzo 2020. Il Paese si chiude e si ferma, tranne i servizi essenziali. L’Organizzazione Mondiale della Sanità ha dichiarato che, quella causata dal covid-19, non è semplicemente una circoscritta emergenza sanitaria ma una pandemia che per mesi stravolgerà abitudini e comportamenti, trasformando spazi, tempi e processi dell'esistenza. La popolazione è obbligata a restare a casa. Qualcuno, pur a impianti spenti, rimane in fabbrica. È il caso del Rinaldi Group che, da 55 anni, tesse una storia di famiglia producendo materassi innovativi. La crisi da affrontare è notevole, ma lo smarrimento dei vertici dura il giusto. Seppur il contesto è incerto, la famiglia infatti decide di provare una nuova strada: quella della produzione di mascherine, incentivata dal Decreto Cura Italia che, all’articolo 15, velocizza l’iter per la produzione e l’immissione in commercio di questi specifici dispositivi chirurgici. Si apre così una finestra di cambiamento, scelta con coraggio e razionalità dai fratelli Rinaldi per rendersi utili come impresa e anche per recuperare una parte del fatturato andato perso a causa delle settimane di stop forzato. «Rivoluzionando uno spazio dello stabilimento inutilizzato - racconta Stefania Rinaldi, Direzione R&S e Marketing - abbiamo reso concreta la nostra chance di riconversione, realizzando un prodotto che esulava fino ad allora dalla nostra tradizionale attività. Abbiamo acquistato tre impianti prodotti in Italia che, al momento, garantiscono circa 20.000 mascherine al giorno. Attualmente stiamo lavorando affinché

l'automazione del processo produttivo delle mascherine consenta di ridurre in prospettiva tempi e risorse dedicate». Il percorso non è stato semplice, con i passi rallentati anche dalla burocrazia che ha imposto tempi rapidi ma più di una certificazione suppletiva. «Abbiamo acquistato materie prime in Italia con prezzi aumentati del 400% - prosegue la Rinaldi - per questo le dichiarazioni del Commissario per l’Emergenza Arcuri ci hanno lasciati interdetti: la decisione di vendere le mascherine a 50 centesimi poteva derivare solo da una conoscenza superficiale di tutto il processo di riconversione in atto e chiesto con forza alle imprese anche per rispondere alla mancanza quasi totale di questi dispositivi». Nasce così DaySafe, la mascherina 3 strati ad alto potere filtrante. Biocompatibile e antibatterica, oltre all'Autorizzazione in deroga dall'Istituto Superiore di Sanità, è dotata di marcatura CE - ottenuta grazie alla positiva sinergia con l’Ateneo Salernitano - e delle certificazioni ISO 13485, ISO 10983 e ISO 14, specifiche per il Sistema di Gestione Qualità nella produzione di articoli sanitari. Oggi, quella che inizialmente è stata una modalità temporanea per aiutare il sistema sanitario nel picco di emergenza (le prime mascherine prodotte sono state donate alla popolazione di Giffoni Valle Piana) e per preservare la continuità operativa, è a tutti gli effetti la testimonianza concreta della forza di un brand capace di rassicurare e servire i propri clienti e la propria comunità, rischian37 | Agosto 2020 do sulla propria pelle e guardando oltreLuglio le ombre.


business

ADM, più forti della crisi La startup innovativa salernitana (com)batte il coronavirus con l'ingegno: messa a punto una linea di prodotti realizzati con materie prime certificate per uso medicale di Raffaella Venerando

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OMFORT ONE™ è il nome di una linea di prodotti messa a punto da ADM Startup Innovativa, con sede a Baronissi in provincia di Salerno. La gamma è costituita da occhiali protettivi e schermi facciali che, l’azienda fondata e amministrata da Antonio Di Maio e Luigi Grimaldi, ha sviluppato in partnership con Complastic srl, che ha il suo quartier generale a Caserta. Valorizzando l’abilità dell’ufficio tecnico interno e l’esperienza maturata nello stampaggio termoplastico, forte di una capacità da 4.000 pezzi al giorno per gli occhiali e 2.000 per le visiere, Di Maio e i suoi si sono messi all’opera lavorando senza sosta. Le due diverse tipologie di dispositivi protettivi, dopo essere state donate in centinaia di esemplari a ospedali e volontari, sono da più di un mese al centro di un incremento degli ordinativi. Gli occhiali progettati da ADM sono dotati della materia prima

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di Masterbatch e additivi per aumentare i filtri UV e del coating idrorepellente Extreme che la rende adatta all’uso negli sport a bassa dinamicità come la nautica, specie se a vela. Rivolta all’ambito medicale-ospedaliero è invece Limpido, più morbido ma resistente a un eventuale utilizzo continuativo sino a 12-14 ore, progettato per essere abbinato a una mascherina in virtù del suo trattamento superficiale anti-appannamento. Infine, Protector si rivolge alle esigenze delle industrie poiché rivestito con una soluzione olio-repellente specifica per il lavoro sui macchinari. La crisi che si trasforma in opportunità. Questa in sintesi la lezione del Covid-19 per Antonio Di Maio: «Comfort One è al contempo una sfida e un ampliamento di business per l’avvenire. Per questo vi abbiamo investito. Il medicale può diventare un settore d’interesse, nel quale possiamo specializzarci e dire la nostra».


FG Industria Grafica, l'esperienza crea In campo il Dna vincente dell'azienda specializzata in stampa digitale che, negli ultimi mesi, ha ideato nuovi prodotti per nuovi bisogni di Raffaella Venerando

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icerca e innovazione, sommate all’esperienza, ancora una volta si sono dimostrati gli anticorpi necessari per resistere a situazioni complesse. La FG Industria Grafica, azienda salernitana specializzata nella stampa digitale con tecnologie all’avanguardia ed ecosostenibili, nel difficile periodo dell’esplodere del coronavirus non si è riconvertita, ma ha messo in campo tutta la forza del suo DNA dedicandosi alla progettazione e realizzazione di dispositivi capaci di soddisfare nuovi bisogni, aiutando aziende, uffici e punti vendita a garantire sicurezza ai lavoratori e alla clientela, nel rispetto delle normative vigenti. Tra i suoi prodotti si possono trovare parafiati in plexiglass, coloninne igienizzanti, totem segnaletici, adesivi calpestabili, pellicole protettive antibatteriche, vetrofanie e cartelli informativi. L’ultima novità è il tessuto in poliestere con trattamento antibatterico specifico per la realizzazione di

mascherine personalizzate. La stampa sublimatica con inchiostri certificati rende il tessuto idoneo al contatto diretto con la pelle, anche di bambini di età inferiore ai 3 anni, garantendo un prodotto sicuro, ecologico e di altissima qualità. L’innovativa azienda salernitana propone inoltre una linea di divisori in alluminio e tessuto, antibatterici e fonoassorbenti o divisori più pratici in pannelli sandwich con finestra in plexiglass. Tra i nuovi prodotti realizzati: • Parafiati in plexiglass • Colonnine igienizzanti • Totem segnaletici • Adesivi calpestabili • Vetrofanie • Divisori in alluminio e tessuto • Divisori basic • Tessuto antibatterico • Cavalieri per menu

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business

MT Plex, soluzioni resistenti e 100% riciclabili Leggero, trasparente e polifunzionale, il plexiglass si conferma un ottimo materiale, facilmente sanificabile di Raffaella Venerando

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ffici e locali di vario genere hanno dovuto riprogettare i propri spazi per garantire la necessaria assistenza, in sicurezza, al proprio pubblico. Per soddisfare le più diverse esigenze, MT Plex ha approntato più di una soluzione personalizzabile. Che si tratti di un pannello di protezione anti-droplet in plexiglass o di una colonnina igienizzante, la nuova gamma di prodotti è versatile e consente di svolgere le attività lavorative in totale sicurezza. A fare la differenza il materiale utilizzato che rende le strutture leggere, resistenti e facilmente sanificabili. Non solo. Il materiale trasparente può essere utilizzato a contatto con gli alimenti e per le sue caratteristiche tecniche e meccaniche - quali l’elevato grado di resistenza agli urti, ai raggi ultravioletti, all’ottima stabilità termica - si adatta a qualsiasi tipo di lavorazione con una garanzia di dieci anni.

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Lamberti Design, le trasformazioni arrivate dal vuoto L'officina creativa cavese non solo ha ampliato l'offerta dei prodotti ma anche inaugurato un e-shop per promuovere la vendita diretta di Raffaella Venerando

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l “vuoto” come tempo utile per nuove idee. È quanto accaduto in pieno lock down alla Lamberti Design, officina d’eccellenza nella progettazione e realizzazione di arredi interni ed esterni in metallo di Cava de’ Tirreni. Tante sono state, infatti, le richieste da parte di abituali clienti - per la gran parte catene di negozi - di prodotti anti-covid, specie colonnine igienizzanti dotate anche di un cestino e di un vano porta guanti monouso. Per rispondere a questa nuova domanda, i progettisti hanno cominciato a lavorare “da casa”, dando vita anche a dispenser automatici, forniti di sistema sanificante a luce UV, e a dispenser con azionamento a pedale. Realizzata anche una versione con pedale a scomparsa. Non solo ampliamento dell’offerta dei prodotti ma anche cambio nelle modalità di vendita. «Non avevamo una sezione e-commerce - racconta Maria Lamberti, marketing and sales Lamberti Design - ma, proprio in questo frangente - abbiamo scelto di attivarne una. Congiuntamente alle operazioni di SEM e SMM il lancio dell’e-shop ha avuto un discreto successo, dando visibilità anche ad altri prodotti di design già disponibili all’interno del nostro catalogo. Adesso, infatti, stiamo lavorando per aggiungerli e promuoverne la vendita diretta».

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norme e società

La giustizia civile che verrà: tra emergenza e sostenibilità È necessario sviluppare un piano di riforme che possa rendere davvero efficiente la risposta di giustizia in Italia, individuando obiettivi e immaginando soluzioni innovative sia per un immediato impatto sulla attuale situazione, sia per disegnare nel medio-lungo periodo un sistema che nella sua complessità sia equilibrato

Marco Marinaro avvocato cassazionista docente di Diritto della mediazione e ADR - Luiss, Roma giudice ausiliario della Corte di Appello di Napoli info@studiolegalemarinaro.it | www.studiolegalemarinaro.it

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igliorare l’efficienza della giustizia civile costituisce una delle principali raccomandazioni che l’Unione Europea ha rivolto all’Italia e che assume una notevole rilevanza posto che ad essa sarà subordinata l’erogazione di una parte dei fondi del Recovery Plan. Invero, in un Paese in cui tutto finisce in tribunale e l’apparato giudiziario sconta inefficienze che oggi appaiono paradigmatiche - più che croniche - nel panorama internazionale, le problematiche derivanti dal lockdown sembrano addirittura sbiadire e ridimensionarsi proprio perché si collocano in un contesto che da molti anni è al centro di studi e discussioni che non hanno sinora consentito una vera svolta verso un sistema efficace ed efficiente. Se per efficacia, infatti, si intende il grado di raggiungimento di

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un obiettivo, con efficienza deve intendersi la capacità di raggiungere quell’obiettivo evitando lo spreco di risorse. Appare chiaro, quindi, che i due concetti non solo non sono intercambiabili, ma non devono essere confusi come a volte accade. Un esempio è quello che attiene all’indice di smaltimento o ai tempi di definizione (con riferimento al processo) che sono comunemente considerati quali indici di efficienza, mentre in realtà lo sono di efficacia, perché indicano il grado di raggiungimento dei risultati, ma senza alcuna relazione con le risorse utilizzate. Ma il tema dell’efficienza che, come si è detto, deve mettere in rapporto i risultati ottenuti con le risorse utilizzate per ottenerli, non può e non deve essere confinato alla sola attività giudiziaria, ma esteso all’intero sistema della

giustizia civile che è più ampio e variegato. I conclamati ritardi della risposta giudiziaria alla domanda di giustizia dei cittadini e delle imprese non possono continuare ad essere affrontati proponendo (soltanto) riforme del processo quasi che il vero problema si annidi nelle regole processuali e perciò smontando e rimontando i vari pezzi di un puzzle nella disperata ricerca di una soluzione che invece è fuori da quella che appare una vera e propria gabbia cognitiva. Se i ritardi della giustizia civile (e qui il riferimento è sicuramente all’attività giudiziaria) valgono un punto di PIL all’anno (e lo diceva Mario Draghi già nel 2011) e per avere accesso alla risorse del Recovery Fund (“Next Generation EU”) è necessario sviluppare un piano di riforme che possa rendere davvero efficiente


la risposta di giustizia in Italia, diviene necessario individuare gli obiettivi e immaginare soluzioni innovative per un immediato impatto sulla attuale situazione, ma che al contempo possano disegnare nel medio-lungo periodo un sistema che nella sua complessità sia equilibrato e sostenibile. In questa prospettiva, un particolare interesse suscita l’attenzione riservata dal Rapporto che la task force guidata da Vittorio Colao (“Iniziative per il rilancio - Italia 2020-2020”) ha consegnato al presidente del Consiglio dei Ministri in quanto contiene una serie di suggerimenti anche per la giustizia civile. E nelle conclusioni del Rapporto Colao si evidenzia che si tratta di «un’occasione irripetibile per trasformare profondamente il Paese …Nei prossimi due o tre anni possiamo trasformare l’Italia più di quanto si sia saputo fare negli ultimi decenni, se avremo il coraggio necessario per agire con decisione nella riforma del Paese e nell’investimento a favore delle prossime generazioni». E il Comitato di esperti in materia economica e sociale presieduto da Colao, ben consapevole che ci sono riforme - qual è quella della giustizia civile - che richiedono tempi significativi di elaborazione e un alto grado di competenze specialistiche, non si è comunque sottratto dal fornire indicazioni per un tempestivo avvio di un’ampia riforma strutturale con l’obiettivo imprescindibile di ridurre i tempi e aumentare la certezza della giustizia civile. Invero migliorare l’efficienza della giustizia

civile richiede una pluralità di interventi tra i quali viene posto come prioritario la scelta che senza ledere il principio sancito dall’art. 24 della Costituzione, che garantisce a tutti l’accesso alla giustizia - vada nella direzione di rafforzare gli strumenti alternativi di risoluzione delle controversie (Alternative Dispute Resolution), rendendoli effettivamente preferibili all’azione giudiziaria. Una indicazione chiara e limpida che proviene da un gruppo di esperti che non appartengono al mondo giudiziario in quella prospettiva di saperi “plurali” necessari ad un ripensamento che non sia frutto della sola cultura giuridica e si affranchi così da quell’autoreferenzialità che ha spesso frenato il confronto finalizzato ad una innovazione che sempre più emerge dal contesto socio-economico attuale. Quasi contemporaneamente alla pubblicazione del rapporto Colao, un altro team di esperti guidato da Carlo Cottarelli ha lanciato un documento dal significativo titolo “Come ridurre i tempi della giustizia civile” con il chiaro intento di sollecitare una riflessione allargata e approfondita sulla necessaria riforma che appare ormai indilazionabile. Il piano Cottarelli prevede egualmente una serie di interventi che, da un lato mirano ad agire sul processo e sull’organizzazione del lavoro degli uffici giudiziari e, dall’altro, sul piano degli incentivi. Ma uno spazio particolare, anche in questo studio, è riservato agli strumenti di risoluzione extra-giudiziale con alcune proposte volte all’allar-

gamento della relativa offerta. Nella stessa direzione si muove anche il Tavolo tecnico ADR istituito presso il Ministero della Giustizia in cui il gruppo di esperti ha formulato le prime proposte per affrontare la fase emergenziale, con alcuni interventi mirati ad incentivare l’utilizzo della mediazione, prima e durante il processo, allargando ed elevando il credito di imposta per le parti che intendano o siano obbligate a tentare la soluzione conciliativa. Dal canto suo il Governo ha presentato il suo “libro dei sogni” (piano in nove capitoli e 55 voci per rilanciare il Paese) in cui nel capitolo finale, dedicato alla creazione di “un ordinamento giuridico più moderno e attraente”, trova spazio anche la “riforma della giustizia civile”. Nella breve descrizione attualmente disponibile si fa riferimento soltanto alla riforma del processo civile e in particolare al disegno di legge di delega presentato il 9 gennaio 2020 dal Governo e attualmente all’esame della Commissione Giustizia del Senato. Si tratta proprio di quella iniziativa che, di là dai suoi specifici contenuti, è stata ritenuta insufficiente sia dalla task force di Colao, sia dal gruppo di esperti di Cottarelli. Riprendendo le parole del presidente Conte (nel discorso con il quale ha chiesto e ottenuto a suo tempo la fiducia parlamentare) «questo è il momento del coraggio e della determinazione. Il coraggio di disegnare un Paese migliore». L’auspicio è che questa stagione di riforme - anche per la giustizia civile - non si trasformi in un’altra occasione persa.

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norme e società

COVID-19 e smart working Il futuro che ci aspetta: la nostra Pubblica Amministrazione ad una prova decisiva

Luigi Maria D’Angiolella avvocato | studio D'Angiolella dangiolella@studiolegaledangiolella.it

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- Emergenza epidemiologica no giuslavoristico, alla analisi emergenza sanitaria ha COVID-2019 poi sostituita daldei vantaggi per le famiglie e reso popolare l’espresla Direttiva 2/2020 del 12 marzo finanche per l’ambiente (per sione smart working 2020) rafforzando ulteriormenla diminuzione del traffico che che, letteralmente, sarebbe un te il ricorso a tale metodo di ne consegue), l’effetto che “lavorare in maniera intelligenlavoro alternativo, prevedendo interessa è l’impatto che ciò te, agile”, ma nella realtà si è che questa diventi la forma ha avuto e avrà sui cittadini, tradotto con lavorare “stando a organizzativa ordinaria per le se questo è il futuro che ci casa”. È stato un utile strumenaspetta. Bisogna dire to, in questo periodo, ma che le deficienze della non è una novità assoburocrazia non si sono luta. Già previsto dalla Legge 124/2015, è stato «Le amministrazioni dovranno alleggerite ma complicate in questi mesi e ribadito con la Legge 22 adottare sistemi informativi e purtroppo, a mio avvimaggio 2017 n. 81 che software, produrre documenti so, lo saranno in futuro ha esteso le linee guida anche alla Pubblica Amin formato digitale e offrire agli ancor di più.Di certo gli uffici sono rimasti ministrazione. In tempo utenti la possibilità di pagare sguarniti, con poco perpoi di Coronavirus, il telematicamente» sonale e con le difficoltà Governo ha emanato di accesso dovute al COalcuni decreti legge che VID19, ma il personale hanno semplificato l’accesso allo smart working, “a casa” non ha potuto interagire come si doveva. Ha invitando le amministrazioni pubbliche amministrazioni. Per contribuito alla stasi anche pubbliche a potenziare il lavoro come la vede chi scrive, al di là la sospensione dei termini agile, (Direttiva n.1 del 2020 delle giuste attenzioni sul pia-

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procedimentali disposta ex lege, Come verificare per esempio funzioni ovunque. Le amminiche non imponeva scadenze tra l’effettivo lavoro da casa? Deve strazioni dovranno adottare febbraio e maggio 2020, ma seguirsi una logica di risultato sistemi informativi e software, l’impressione generale degli o di orario? E con quali conprodurre documenti in formato utenti è stata di un generale trolli? Può il cittadino con gli digitale e offrire agli utenti la rilassamento, anche nella Fase strumenti digitali connettersi possibilità di pagare telematic.d. 2 , perché, chi lavorava ad esempio, con il responsabile camente. Tra le tecnologie utili molto prima, ha continuato a del procedimento in smart molti, correttamente, indicano lavorare, e chi lavorava le piattaforme che conpoco, con le modalità sentono di memorizzare dette, non ha lavorato file e cartelle online, con efficienza da casa, senza la necessità di per usare un eufemismo, salvarli su un dispositivo «È necessario investire e senza scendere a defifisso (c.d clouding). In tal in sistemi informatici, oltre nire tale periodo come modo ogni dipendente a a consentire ai dipendenti una “lunga vacanza distanza potrà accedere di poter eseguire le proprie retribuita”, come pure al procedimento in corso ha detto espressamente e intervenire, senza “lafunzioni ovunque» un importante Sindaco sciar di sasso” l’utente come Sala, per i dipenche si sente rispondere denti del Comune di semplicemente che quel Milano. Non si cambia la funzionario addetto alla mentalità o l’attitudine sua pratica “non è condei singoli, ma se questo deve tattabile e non può far questo working? Si pensi alle difficoltà essere il futuro, vanno attivate o quello da casa”. Insomma, di una procedura di appalto in alcune precauzioni e il dibattil’esperienza digitale dovrà corso e il RUP a casa. Inoltre è to di questi mesi, che è stato migliorare la vita del pubblico necessario investire in sistemi ampio per le tutela sindacali, informatici e quindi soluzioni impiegato, ma soprattutto per i contratti di lavori da per profilare gli utenti, tracciaquella del cittadino. Se no, tutmodificare, andrebbe a mio re gli accessi e attività, oltre to diventerà l’ennesimo buco avviso implementato o arrica consentire ai dipendenti nero della burocrazia, acque chito da altri punti di vista. di poter eseguire le proprie sicure per i fannulloni.

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privacy

Lavoratori e test sierologici, i chiarimenti del Garante privacy alle aziende Il datore di lavoro può richiedere ai propri dipendenti di effettuare test sierologici solo se disposti dal medico competente o da altro professionista sanitario in base alle norme relative all'emergenza epidemiologica. Solo il medico competente, inoltre, può suggerire l’adozione dei mezzi diagnostici idonei a contenere la diffusione del virus e della salute dei lavoratori

Piera Di Stefano Avvocato del Web® T.R.ON® - Tutela della Reputazione ONline www.avvocatodelweb.com | www.tuteladellareputazioneonline.it info@avvocatodelweb.com

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partire dal 25 maggio, il Ministero della Salute e Istat, con la collaborazione della Croce Rossa Italiana, hanno avviato un’indagine di sieroprevalenza dell’infezione da virus SARS-CoV-2 per capire quante persone nel nostro Paese abbiano sviluppato gli anticorpi al nuovo coronavirus, anche in assenza di sintomi. Il test sierologico, che verrà eseguito su un campione di 150mila persone residenti in 2mila Comuni, distribuite per sesso, attività e sei classi di età, oltre all’obiettivo di utilizzare gli esiti anche per altri studi scientifici e per l’analisi comparata con altri Paesi europei, ha lo scopo di individuare le immunoglobuline IgM e IgG, che rivelano la presenza di eventuali anticorpi anti SARS-Cov-2 (Coronavirus). Se il test fornisce un esito negativo, 46

vuol dire che la persona non ha mai contratto il virus, mentre se il risultato è positivo, è necessario approfondire la diagnosi. I titolari delle aziende stanno sottoponendo i propri dipendenti a tale tipologia di test, che però non sono obbligatori. Essi possono quindi essere praticati solo ai lavoratori che vi abbiano espressamente acconsentito, così come prevede la vigente normati-

va sulla privacy e la protezione dei dati personali (art, 9, par. 2, lett. h; par. 3 Reg. UE n. 679/16 – cd. GDPR; Codice privacy aggiornato al D.Lgs. 101/18). In data 14 maggio l’Autorità Garante per la protezione dei dati personali ha infatti pubblicato sul proprio sito istituzionale (https://www.garanteprivacy.it) chiarimenti sugli aspetti legati agli obblighi privacy vigenti che i datori di lavoro sono


tenuti ad osservare nel promuosanitario può disporre ed eseguire in data 24 aprile 2020, prevede vere screening sierologici nei le visite e gli accertamenti, anche la rilevazione della temperatura confronti dei propri lavoratori, in ai fini della valutazione della riamcorporea, quale misura per il primis specificando che, nell’ammissione al lavoro del dipendente. contrasto alla diffusione del virus bito del sistema di prevenzione e Quest’ultimo può, in ogni caso, da applicare non solo al personale sicurezza sui luoghi di lavoro o di aderire alle campagne di screedipendente per l’accesso ai locali protocolli di sicurezza anti-conning avviate dalle autorità sanitae alle sedi aziendali, ma anche a tagio, il datore di lavoro può rie competenti a livello regionale utenti, visitatori, clienti e fornirichiedere ai propri dipendenti di relative ai test sierologici Covid-19, tori, ove per questi ultimi non sia effettuare test sierologici solo se di cui siano venuti a conoscenza stata predisposta una modalità disposti dal medico competente o anche per il tramite del datore di accesso separata (Protocollo da altro professionista sanitario in di lavoro, coinvolto dal dipartipar. 2 e 3 e nota n. 1). L’Autorità base alle norme relative all'emermento di prevenzione locale per ha, altresì, precisato che non è genza epidemiologica. ammessa la registrazione Invero, specifica il Garandel dato relativo alla te, solo il medico competemperatura corporea tente, nell’ambito della rilevata, bensì, nel rispetto «Al datore di lavoro è vietato sorveglianza sanitaria, è in del principio di “minimizpossesso delle competenzazione” (art. 5, par.1, lett. trattare le informazioni ze necessarie per decidere c, GDPR), è consentita la sulla diagnosi o anamnesi se particolari esami clinici registrazione della sola cirfamiliare del lavoratore, e biologici debbano essere costanza del superamento salvi i casi espressamente eseguiti e suggerire l’adodella soglia stabilita dalla zione dei mezzi diagnolegge e comunque quando previsti dalla legge» stici idonei a contenere sia necessario documenla diffusione del virus e tare le ragioni che hanno della salute dei lavoratori. impedito l’accesso al L’azienda può stipulare luogo di lavoro. o integrare le polizze sanitarie o veicolare l’invito di adesione alla Qualora, invece, si tratti di sottoscrivere convenzioni con le campagna tra i propri dipendenti. visitatori occasionali o clienti, strutture sanitarie pubbliche e La volontarietà caratterizza anche anche se la temperatura risulta private presso le quali i lavoratori l’adesione alle citate campagne superiore alla soglia indicata nelle possono effettuare i test, i cui da parte di particolari categorie disposizioni emergenziali non è, costi potranno essere sostenuti in di lavoratori a rischio di contagio, di regola, necessario registrare il toto o in parte dall’azienda medecome operatori sanitari e forze dato relativo al motivo del diniesima. Al datore di lavoro è vietato dell’ordine. Quanto alla misurago di accesso. Il datore di lavoro trattare le informazioni sulla zione della temperatura corpodeve predisporre un’informativa diagnosi o anamnesi familiare del rea, il Garante ha precisato che chiara e semplice, da affiggere lavoratore, salvi i casi espressaquando è associata all’identità all’ingresso, individuare i soggetti mente previsti dalla legge, mentre dell’interessato, costituisce un autorizzati alle operazioni di allo stesso è consentito trattare i trattamento di dati personali (art. rilevamento della temperatura, dati relativi al giudizio di idoneità 4, par. 1, 2 GDPR). Il Protocollo opportunamente istruiti sulle alla mansione specifica e alle condiviso di regolamentazione relative modalità di esecuzioeventuali prescrizioni o limitadelle misure per il contrasto e il ne, implementare le misure di zioni che il medico competente contenimento della diffusione del sicurezza nella registrazione e può stabilire come condizioni di virus Covid-19 negli ambienti di laconservazione dei dati acquisiti e lavoro. Sempre e solo il medico voro tra Governo e parti sociali del aggiornare il registro dei trattacompetente o altro personale 14 marzo 2020, come aggiornato menti.

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fisco

Aziende familiari, la riorganizzazione dell’azionariato tramite conferimento La stabilità della governance va affrontata prima che subentrino le generazioni successive, senza attendere salti generazionali che potrebbero generare conflitti

Marco Fiorentino dottore commercialista / revisore legale dei Conti marcofiorentino@fiorentinoassociati.it

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ell’ambito di società o gruppi di imprese a connotazione familiare la stabilità dell’azionariato nel tempo è un tema fondamentale, ma purtroppo abbastanza trascurato. Questa frequente “dimenticanza” generalmente si riconduce alla volontà di non creare situazioni di conflitto endofamiliari, a loro volta foriere di battaglie legali il cui unico esito è la perdita di valore dell’impresa, e alla preoccupazione che operazioni di riaggregazione possano generare contestazioni da parte dell’Agenzia delle Entrate. L’immobilismo societario che di solito consegue a questa, anche comprensibile, trascuratezza porta però al contrario effetto che, con il subentro delle generazioni successive, la frammentazione azionaria finisce per amplificarsi con decine di soci

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che, spesso, non hanno tra loro alcuna condivisione o legame economico o imprenditoriale, ma solo quello di parentela. Ed in tali circostanze, pur nella perfetta buon fede di tutti i soggetti, è altamente probabile si verifichino conflitti, anche perché il distanziamento del legame familiare certamente fa calare la disponibilità a un compromesso. Per cui, si può concludere che il non scegliere per evitare conflitti nel breve, paradossalmente, genera conflitti maggiori dopo. Sotto il profilo della fiscalità, invece, le preoccupazioni per una eventuale censurabilità di operazioni di riaggregazione devono ritenersi, in linea di principio, ormai tutte fugate dall’Agenzia delle Entrate. Si ricorda che l’abuso del diritto, ai sensi dello Statuto del Contribuente, si manifesta

nelle situazioni in cui vengono poste in essere operazioni prive di sostanza economica che, pur nel rispetto formale delle norme fiscali, realizzano sostanzialmente vantaggi fiscali indebiti. La possibilità di ottenere un vantaggio fiscale indebito, ovviamente, è insita anche nelle operazioni straordinarie societarie, le quali potrebbero essere ritenute elusive, nel caso in cui risultino prive di effettiva motivazione non fiscale. Per evitare che ciò avvenga, l’operazione straordinaria che si vuole realizzare si deve basare su motivazioni extrafiscali solide e tra queste, rientrano certamente le riorganizzazioni societarie, finalizzate ad una migliore gestione dell’impresa. Quando queste ragioni esistono e sono genuine, il rischio fiscale è di fatto, inesistente. Ancor più se sulla prospettata operazione


vi sia stato l’assenso dell’Agengoverno imprenditoriale. appropriato la quota parte da zia delle Entrate. Entrando nel Così strutturato, il conferidestinare a fondo sopraprezzo, merito della riorganizzazione mento plurimo simultaneo può al fine di rispettare in propordi un azionariato diffuso, è evibeneficiare delle disposizioni zione le quote di partecipazione dente che lo strumento sociedell’art. 177, comma 2 citato, detenute da ciascuno dei confetario più adeguato a realizzarla che - nel caso sia trasferito il renti nella società operativa. (scissione, fusione, scorporo, controllo - derogano al principio Pertanto, con tale conferimenconferimento, ecc.) dipende del rispetto del valore di mercato, non emerge alcuna plusvadalla fattispecie specifica, dagli to nel conferimento di partecilenza per i soci conferenti, quaaccordi che raggiungono i soci pazioni (art.9 TUIR) e prevedono lora il valore di iscrizione della e così via, ma si può ritenere, che il valore fiscale di ciascun partecipazione e l’incremento anche per esperienza, che non conferimento sia pari al costo di patrimonio netto effettuato esista riorganizzazione che non sostenuto all’atto dell’acquisto dalla conferitaria risultino pari possa essere realizzata all’ultimo valore fiscale, in un contesto di buona presso il socio conferen«Questa norma evita fede. Nell’ambito delle te, delle partecipazioni molteplici possibilità di l’assoggettamento a tassazione conferite. realizzo, vale la pena Del pari, la conferitaria in capo al socio dell’intera analizzare il conferimendeve iscriversi le parplusvalenza derivante dalla to in neutralità indotta tecipazioni conferite al differenza (positiva) tra o controllata art. 177 valore contabile di concomma 2 TUIR, di recenferimento e tale valore il valore di mercato della te nuovamente asseniscrizione è fiscalmente partecipazione oggetto tito dalla Agenzia delle riconosciuto anche ai di conferimento Entrate nella risposta fini di eventuali vendite all’istanza di interpello future. e il suo costo fiscale» n. 170/2020. Il caso è Sotto il profilo della interessante perché si ratio legis, il legislatore, inserisce proprio nell’alveo della o della sottoscrizione della parattraverso l’art. 177, co.2 del deframmentazione dell’aziotecipazione conferita, oppure a TUIR, ha voluto rimarcare che nariato. In sintesi, l’operazione quello rideterminato in caso di uno scambio di partecipazioni ipotizzata è stata un plurimo rivalutazioni legali. con passaggio di controllo non conferimento di partecipazioIn buona sostanza, questa può essere considerato come un ni minoritarie di una società norma evita l’assoggettamento evento realizzativo ai fini fiscali, operativa, detenute da singole a tassazione in capo al socio bensì come un mero processo persone fisiche, in una società dell’intera plusvalenza derivante riorganizzativo degli assetti di capitali di nuova costituzione dalla differenza (positiva) tra il proprietari e della gestione di che, per effetto di tale conferivalore di mercato della parteciuna società o di un gruppo e, mento, acquisisce la maggiopazione oggetto di conferimenpertanto, alle condizioni sopra ranza della società oggetto di to e il suo costo fiscale. indicate, non può generare redconferimento. Per beneficiare di tale agedito per i partecipanti. PertanLa motivazione economica volazione, dal punto di vista to, in considerazione del fatto a sostegno dell’operazione è contabile, la Holding conferiche i rischi fiscali sulle riorganizstata proprio la riduzione della taria deve però procedere ad zazioni societarie genuine sono frammentazione azionaria della aumenti di capitale più eventuanei fatti inesistenti, affrontare società operativa, assicuranle sopraprezzo non superiori ai tale tema con tempestività e done una stabile maggioranza costi fiscali delle partecipazioni senza attendere salti generazioe un’unità di indirizzo e di ricevute, modulando in modo nali è quanto meno prudente.

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fisco

D.L. Rilancio, potenziato per il Sud il credito di imposta per Ricerca e Sviluppo L’effettivo sostenimento delle spese ammissibili e la corrispondenza delle stesse alla documentazione contabile predisposta dall’impresa devono risultare da apposita certificazione rilasciata dal soggetto incaricato della revisione legale dei conti e da una relazione tecnica

Alessandro Sacrestano management consultant Sagit&Associati srl amministratore unico Assindustria Salerno Service srl asacrestano@studiosagit.it

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articolo 244 del DL n. 34/2020 ha ampliato la misura percentuale del bonus per le attività in Ricerca & Sviluppo eseguite ai sensi della nuova disciplina dettata dall’articolo 1, commi 198 e ss della l.n. 160/2019 (legge di Bilancio 2020). Per effetto di tale intervento, le sole imprese operanti nelle regioni Abruzzo, Basilicata, Calabria, Campania, Molise, Puglia, Sardegna e Sicilia potranno godere di un credito d’imposta maggiorato rispetto al 12% previsto dalla l.n. 160/2019. In particolare, il DL Rilancio prevede che: • per le imprese di grandi dimensioni, che occupano cioè almeno 250 persone e il cui fatturato annuo è almeno pari a 50 milioni, la percentuale di agevolazione salga al 25% dei costi ammissibili; • per le imprese medie, che

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occupano cioè almeno 50 persone e con fatturato annuo di almeno 10 milioni di euro, la percentuale salga al 35% dei costi ammissibili; • per le piccole imprese, invece, il credito salga al 45% degli investimenti agevolabili. Per dare piana attuazione alla misura in commento, però, bisognerà pazientare ancora qualche giorno. Lo scorso 28 maggio il MISE ha reso noto che il Ministro Patuanelli ha firmato il Decreto Attuativo della misura di aiuto prevista nella Legge di Bilancio. Come noto, infatti, la nuova veste del bonus era ai nastri di partenza in attesa di alcune particolari indicazioni operative, soprattutto sulla natura della spesa agevolabile. Il comma 200 dell’articolo 1 della l.n. 160/2019, infatti, preannunciava come attività di ricerca e sviluppo agevolabili

quelle di ricerca fondamentale, di ricerca industriale e sviluppo sperimentale in campo scientifico o tecnologico, come definite, rispettivamente, alle lettere m), q) e j), punto 15, paragrafo 1.3 della comunicazione della Commissione (2014/C 198/01) del 27 giugno 2014, concernente la disciplina degli aiuti di Stato a favore di ricerca, sviluppo e innovazione. Tuttavia, la norma rimandava proprio al decreto del Ministro dello sviluppo economico la definizione dei criteri per la corretta applicazione di tali definizioni, tenendo conto dei princìpi generali e dei criteri contenuti nel Manuale di Frascati dell’Organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo economico (OCSE). Proprio il riferimento al Manuale di Frascati aveva creato un clima di attesa molto intenso per il decreto, ancora non pubblicato in Gazzetta. Si tratta di


un particolare di non poco conto. attraverso l’analisi delle proprietà alla fase successiva dello sviluppo Si ricorda, infatti, che l’effete delle strutture dei fenomeni fisici sperimentale, senza l’obiettivo tivo sostenimento delle spese e naturali, senza necessariamente di rappresentare il prodotto o il ammissibili e la corrispondenza considerare un utilizzo o un’approcesso nel suo stato finale. delle stesse alla documentazione plicazione particolare a breve Attività di sviluppo contabile predisposta dall’impresa termine delle nuove conoscenze sperimentale. devono risultare da apposita ceracquisite da parte dell’impresa. Lavori sistematici, basati sulle tificazione rilasciata dal soggetto Il risultato delle attività di ricerca conoscenze esistenti ottenute incaricato della revisione legale dei fondamentale è di regola rappredalla ricerca o dall’esperienza praconti. Oltre a questo, le imprese sentato per mezzo di schemi o tica, svolti allo scopo di acquisire beneficiarie del credito d’imposta diagrammi esplicativi o per mezzo ulteriori conoscenze e raccogliere sono tenute a redigere e conservadi teorie interpretative delle inforle informazioni tecniche necessare una relazione tecnica che illustri mazioni e dei fatti emergenti dai rie in funzione della realizzazione le finalità, i contenuti e di nuovi prodotti o nuovi i risultati delle attività processi di produzione o in «Per miglioramento ammissibili svolte in funzione del miglioramensignificativo di prodotti ciascun periodo d’imposta to significativo di prodotti o processi già esistenti in relazione ai progetti o ai o processi già esistenti. sotto-progetti in corso di Per miglioramento s’intendono le modifiche realizzazione. significativo di prodotti che hanno il carattere della Tale relazione deve essere o processi già esistenti novità e che non sono predisposta a cura del res’intendono le modifiche il risultato di un semplice sponsabile aziendale delle che hanno il carattere della attività ammissibili o del novità e che non sono il utilizzo dello stato dell’arte responsabile del singolo risultato di un semplice nel settore o dominio progetto o sotto-progetto utilizzo dello stato dell’ardi riferimento» e deve essere controfirte nel settore o dominio di mata dal rappresentante riferimento. Il risultato dei legale dell'impresa. Tanto la lavori sperimentali o teorici. lavori di sviluppo sperimentale è di certificazione del revisore che la Attività di ricerca industriale. regola rappresentato da prototipi relazione tecnica non possono Lavori originali intrapresi al fine o impianti pilota. certo ignorare il perimetro applidi individuare le possibili utilizzaPer prototipo s’intende un cativo della ricerca e dello sviluppo zioni o applicazioni delle nuove modello originale che possiede agevolabili. conoscenze derivanti da un’attivile qualità tecniche essenziali e le A tal riguardo, tenendo conto delle tà di ricerca fondamentale o al fine caratteristiche di funzionamenindicazioni fornite con la Relaziodi trovare nuove soluzioni per il to del prodotto o del processo ne Illustrativa al decreto Rilancio, raggiungimento di uno scopo o un oggetto delle attività di sviluppo ma anche delle prime indiscrezioni obiettivo pratico predeterminato; sperimentale e che permette di sul contenuto del decreto attuatali attività, in particolare, mirano effettuare le prove per apportare tivo in attesa di pubblicazione, si ad approfondire le conoscenze esile modifiche necessarie e fissare le ritiene di poter dare le seguenti stenti al fine di risolvere problemi caratteristiche finali del prodotto definizioni: di carattere scientifico o tecnoloo del processo; per impianto pilota Attività di ricerca gico; il loro risultato è rappresens’intende un insieme di macchinafondamentale. tato, di regola, da un modello di ri, dispositivi, attrezzature o altri Lavori sperimentali o teorici prova che permette di verificare elementi che permette di testare finalizzati principalmente all’acsperimentalmente le ipotesi di un prodotto o un processo su una quisizione di nuove conoscenze in partenza e di dare dimostrazione scala o in un ambiente prossimi campo scientifico o tecnologico, della possibilità o meno di passare alla realtà industriale o finale.

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fisco

Resto al Sud, aumentati i contributi con il D.L. Rilancio Un contributo a fondo perduto pari a 15.000 euro se lavoratori autonomi e a 10.000 per ogni socio presente in società fino ad un massimo di 40.000 euro con l’obiettivo di tutelare la continuità aziendale e i livelli occupazionali

Giuseppe Arleo dottore commercialista giuseppearleo@libero.it

L’

art. 245 del DL Rilancio aumenta i contributi a quanti ottengono gli incentivi di Resto al Sud gestiti da Invitalia. Con l’obiettivo di salvaguardare la continuità aziendale e i livelli occupazionali coloro che hanno ultimato gli investimenti agevolati dalla misura e hanno destinato correttamente i fondi, possono ottenere un contributo a fondo perduto pari a 15.000 euro se lavoratori autonomi e pari a 10.000 per ogni socio presente in società fino ad un massimo di 40.000 euro. Oggetto dell’agevolazione sono le spese inerenti al capitale circolante, quindi canoni di locazione, utenze, materie prime, semilavorati e merci, assicurazioni e canoni di leasing. Il contributo viene erogato entro 60 giorni dalla richiesta. La copertura finanziaria è a valere sulle somme già stanziate, senza alcun aggravio del bilancio dello Stato, ed è stata stimata tenendo conto del totale delle domande ultimate, del loro trend di presentazione e dei settori maggiormente attratti

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dalla misura. Restano fermi tutti i parametri del finanziamento, per cui la misura è destinata a quanti vogliono avviare, o consolidare, attività d’impresa nelle regioni dell’Abruzzo, Molise, Campania, Puglia, Basilicata, Calabria, Sicilia e Sardegna. Parimenti in 116 comuni del cratere sismico delle Regioni Lazio, Marche e Umbria, è possibile accedere alle stesse agevolazioni. Possono partecipare quanti hanno età inferiore ai 46 anni fermo restando la possibilità fino al 31/12/2020 a coloro che alla data del 01/01/2019 erano under 46. Le attività agevolabili sono la produzione di beni nell’artigianato, industria, trasformazione prodotti agricoli e acquacoltura, libere

professioni, servizi alla persona e alle imprese, turismo. Il contributo erogato è pari al 100% dell’investimento di cui il 35% a fondo perduto e il 65% a finanziamento tasso zero rimborsabile in 8 anni, di cui i primi 2 di preammortamento. Il mutuo, inoltre, ha la garanzia del Fondo di garanzia pari all’80%. I capitolati di spesa finanziabili sono le attrezzature, macchinari e arredi nuovi di fabbrica, le opere edili inclusa l’impiantistica fino ad un massimo del 30% dell’ammontare dell’investimento, le spese inerenti il capitale circolante entro il massimo del 20% e, infine, gli investimenti inerenti informatica e telecomunicazioni.


D.L. Rilancio: le agevolazioni in campo immobiliare Ecobonus, Sismabonus e impianti fotovoltaici con detrazione al 110%. Opzione per trasformazione della detrazione in sconto su corrispettivo o in credito d’imposta con possibilità di cessione

Giovanni Di Filippo dottore commercialista giovanni@studiodifilippo.it

I

l Decreto Rilancio prevede il potenziamento delle agevolazioni già esistenti per determinati interventi volti al risparmio energetico e riduzione del rischio sismico. In particolare, è incrementata al 110% l’aliquota della detrazione spettante per taluni interventi nel settore dell’edilizia. È prevista, inoltre, la possibilità di optare, al posto della detrazione fiscale da parte dei beneficiari, per la cessione o per lo sconto sul corrispettivo per taluni interventi di recupero edilizio, di riqualificazione energetica, di interventi finalizzati alla riduzione del rischio sismico e per l’installazione di impianti fotovoltaici. In attesa della conversione in legge e dei provvedimenti attuativi relativi, è già possibile tracciare un quadro di insieme di queste nuove misure agevolative fiscali che possono essere applicate in caso di esecuzione di taluni interventi nel comparto immobiliare. INTERVENTI DI RIQUALIFICAZIONE ENERGETICA/ ECOBONUS

La detrazione fiscale si applica nella misura del 110% per le spese sostenute dal 1° luglio 2020 e fino al 31 dicembre 2021, da ripartire tra gli aventi diritto in cinque quote annuali di pari importo, per le seguenti tipologie di interventi: • interventi di isolamento termico delle superfici opache verticali e orizzontali che interessano l'involucro dell'edificio con un'incidenza superiore al 25 per cento della superficie disperdente lorda dell'edificio medesimo. La detrazione di cui alla presente lettera è calcolata su un ammontare complessivo delle spese non superiore a euro 60.000,00 moltiplicato per il numero delle unità immobiliari che compongono l'edificio; • interventi sulle parti comuni degli edifici per la sostituzione degli impianti di climatizzazione invernale esistenti con impianti centralizzati per il riscaldamento, il raffrescamento o la fornitura di acqua calda

sanitaria a condensazione, con efficienza almeno pari alla classe A di prodotto, a pompa di calore, ivi inclusi gli impianti ibridi o geotermici, anche abbinati all'installazione di impianti fotovoltaici o con impianti di microcogenerazione. La detrazione di cui alla presente lettera è calcolata su un ammontare complessivo delle spese non superiore a euro 30.000,00 moltiplicato per il numero delle unità immobiliari che compongono l'edificio; • interventi sugli edifici unifamiliari per la sostituzione degli impianti di climatizzazione invernale esistenti con impianti per il riscaldamento, il raffrescamento o la fornitura di acqua calda sanitaria a pompa di calore, ivi inclusi gli impianti ibridi o geotermici. La detrazione di cui alla presente lettera è calcolata su un ammontare complessivo delle spese non superiore a euro 30.000,00. La detrazioLuglio | Agosto 2020

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fisco

ne fiscale del 110% si applica anche a tutti gli altri interventi di efficientamento energetico di cui all'articolo 14 del D.L. 60/2013, nei limiti di spesa previsti per ciascun intervento di efficientamento energetico previsti dalla legislazione vigente, ma a condizione che siano eseguiti congiuntamente ad almeno uno degli interventi sopra indicati. Miglioramento della classe energetica dell’edificio Ai fini dell'accesso alla detrazione, gli interventi citati devono assicurare il miglioramento di almeno due classi energetiche dell'edificio, ovvero, se non possibile, il conseguimento della classe energetica più alta, da dimostrare mediante l'attestato di prestazione energetica (A.P.E), ante e post intervento. Immobili per i quali spetta la detrazione al 110% ecobonus La detrazione spetta esclusivamente per i lavori eseguiti: 1. sulle parti comuni condominiali (anche se sono presenti seconde case); 2. sugli edifici unifamiliari adibiti ad abitazione principale (escluse, quindi, le seconde case); 3. sugli immobili degli IACP o di altri enti similari; 4. sugli immobili posseduti da cooperative di abitazione a proprietà indivisa. INTERVENTI ANTISISMICI/ SISMABONUS Analoga agevolazione del 110% è prevista anche per gli interventi antisismici di cui ai commi da 1-bis a 1-septies dell'articolo 16 del D.L. 63/2013, eseguiti dal 1° luglio 2020 al 31 dicembre 2021. Le disposizioni citate non si applicano agli edifici ubicati in zona sismica

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4. Trattasi di due tipologie: • interventi relativi all'adozione di misure antisismiche su edifici situati in zona sismica 1, 2 o 3, per un importo non superiore a euro 96.000,00 per unità immobiliare; • interventi di cui sopra eseguiti sulle parti comuni di edifici condominiali, per un importo non superiore a euro 96.000,00 per ogni unità immobiliare. Sismabonus sugli acquisti Qualora gli interventi di cui al punto a), che comportino una riduzione del rischio sismico che determini il passaggio ad una classe di rischio inferiore e siano realizzati nei comuni ricadenti nelle zone classificate a rischio sismico 1, 2 e 3 mediante demolizione e ricostruzione di interi edifici, allo scopo di ridurne il rischio sismico, anche con variazione volumetrica rispetto all'edificio preesistente, ove possibile, sono eseguiti da imprese di costruzione o ristrutturazione immobiliare, che provvedano, entro diciotto mesi dalla data di conclusione dei lavori, alla successiva rivendita, la detrazione al 110% spetta all'acquirente delle unità immobiliari, calcolata sul prezzo della singola unità immobiliare, risultante nell'atto pubblico di compravendita e, comunque, entro un ammontare massimo di spesa pari a 96.000 euro per ciascuna unità immobiliare. IMPIANTI SOLARI FOTOVOLTAICI La detrazione IRPEF nella misura del 110% spetta anche per i lavori riguardanti gli impianti solari fotovoltaici, ma nell’ipotesi in ci vengono eseguiti congiuntamente all’esecuzione di un intervento di riqualificazione energetica o antisismica per il quale

spetta il beneficio della detrazione al 110%. SOGGETTI BENEFICIARI In generale, le disposizioni agevolative sopra esposte si applicano agli interventi effettuati: 1. dai condomini; 2. dalle persone fisiche, al di fuori dell'esercizio di attività di impresa, arti e professioni, su unità immobiliari; 3. dagli IACP ed enti similari; 4. dalle cooperative di abitazione a proprietà indivisa, per interventi realizzati su immobili dalle stesse posseduti e assegnati in godimento ai propri soci. Limitatamente agli interventi di riqualificazione energetica, le detrazioni in questione non si applicano agli interventi effettuati dalle persone fisiche su edifici unifamiliari diversi da quello adibito ad abitazione principale. OPZIONE PER TRASFORMAZIONE DELLE DETRAZIONI FISCALI IN SCONTO SUL CORRISPETTIVO DOVUTO O IN CREDITO D’IMPOSTA CON POSSIBILITÀ DI CESSIONE I soggetti che sostengono, negli anni 2020 e 2021, spese per gli interventi elencati al punto successivo possono optare, in luogo dell'utilizzo diretto della detrazione, alternativamente: • per il cosiddetto “sconto sul corrispettivo” dovuto fino a un importo massimo pari al corrispettivo dovuto, anticipato dal fornitore che ha effettuato gli interventi e da quest'ultimo recuperato sotto forma di credito d'imposta, con facoltà di successiva cessione del credito ad altri soggetti, ivi inclusi gli istituti di credito e gli


altri intermediari finanziari; • per la trasformazione del corrispondente importo in credito d'imposta, con facoltà di successiva cessione ad altri soggetti, ivi inclusi istituti di credito e altri intermediari finanziari. Tali disposizioni si applicano per le spese relative a: • Interventi di: 1. manutenzione ordinaria (solo su parti comuni di edifici residenziali) 2. manutenzione straordinaria (su parti comuni o su singole unità immobiliari) 3. restauro e risanamento conservativo (su parti comuni o su singole unità immobiliari) 4. ristrutturazione edilizia (su parti comuni o su singole unità immobiliari); • efficienza energetica di cui all'articolo 14 del D.L. n. 63/2013 e di quelli che beneficiano della detrazione del 110% già trattate in precedenza; • adozione di misure antisismiche di cui all'art. 16, commi da 1-bis a 1-septies del D.L. n. 63/2013 e di quelli che beneficiano della detrazione del 110% già trattate in precedenza; • recupero o restauro della facciata degli edifici esistenti, ivi inclusi quelli di sola pulitura o tinteggiatura esterna, ubicati in zona A o B ai sensi del decreto del Ministro dei lavori pubblici n. 1444/1968; • installazione di impianti fotovoltaici, ivi compresi gli interventi che beneficiano della detrazione del 110% già trattate in precedenza. • Il credito d'imposta può essere utilizzato anche in compensazione ai sensi dell'articolo 17

del D.lgs. n. 241/1997, sulla base delle rate residue di detrazione non fruite. Il credito d'imposta è usufruito con la stessa ripartizione in quote annuali con la quale sarebbe stata utilizzata la detrazione. La quota di credito d'imposta non utilizzata nell'anno non può essere usufruita negli anni successivi, e non può essere richiesta a rimborso. Visto di conformità Nel caso siano stati effettuati interventi che beneficiano della detrazione al 110%, ai fini dell’opzione per lo sconto in fattura o per la cessione, il contribuente deve richiedere il visto di conformità dei dati relativi ai documenti che attestano la sussistenza dei presupposti che danno diritto a detta detrazione. Trattasi di un “visto leggero” che viene rilasciato dalle stesse categorie di professionisti già abilitati al rilascio di visti inerenti altri adempimenti tributari (Dottori commercialisti, Consulenti del lavoro, centri di assistenza fiscale, ecc.). Asseverazione per gli interventi antisismici e di risparmio energetico Sempre ai fini dell’opzione per lo sconto in fattura o per la cessione: • per gli interventi di riqualificazione energetica i tecnici

abilitati devono asseverare il rispetto dei requisiti tecnici previsti dai decreti attuativi e la corrispondente congruità delle spese sostenute in relazione agli interventi agevolati. Detta asseverazione dovrà essere trasmessa, esclusivamente in via telematica, all’ENEA. Un futuro decreto ministeriale stabilirà le modalità di trasmissione della suddetta asseverazione e le relative modalità attuative; • per gli interventi finalizzati alla riduzione del rischio sismico l’asseverazione dovrà essere resa dai professionisti incaricati della progettazione strutturale, direzione dei lavori delle strutture e collaudo statico secondo le rispettive competenze professionali, e iscritti ai relativi Ordini o Collegi professionali di appartenenza. I professionisti incaricati dovranno attestare, altresì, la corrispondente congruità delle spese sostenute in relazione agli interventi agevolati. Un futuro decreto ministeriale stabilirà le modalità attuative delle disposizioni concernenti il rilascio delle attestazioni e delle asseverazioni citate.

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lavoro

Smart working, le novità previste dal Decreto Rilancio e dal Piano Colao Cresce l’interesse verso questa modalità lavorativa che, nel breve futuro, sarà sempre più adoperata nel rispetto delle regole e del diritto alla disconnessione

Paolo Ambron avvocato giuslavorista info@studiolegaleambron.it

I

non vi sia genitore non lavocaratteristiche della prestal ricorso all’utilizzo dello ratore. Nel settore pubblico, zione lavorativa. Tale diritto è smart working nel periodo concesso fino alla cessazione l’art. 87 del decreto legge n. di diffusione del covid-19 dello stato di emergenza 18/2020 (Cura Italia), cone in quello di lockdown ha vertito in legge n. 27 del 24 epidemiologica da covid-19 e consentito la prosecuzione aprile 2020, ha disposto che il a condizione che nel nucleo di molte attività lavorative. familiare non vi sia altro geniricorso al lavoro agile nel peIl Decreto Rilancio n. 34/2020 riodo di pandemia e fino alla tore beneficiario di strumenti ha confermato l’intenzione cessazione dello stato di protrarre l’utilizzo di emergenza epidedel lavoro agile anche «Il diritto è concesso miologica, deve essere nella c.d. fase 2, quale la modalità ordinaria strumento di riduzione fino alla cessazione dello di svolgimento della dei rischi di contagio. stato di emergenza prestazione lavoraAll’art. 90, infatti, epidemiologica da covid-19 tiva, a prescindere esso prevede il diritto da parte dei genitori e a condizione che nel nucleo dagli accordi individuali e dagli obblighi lavoratori dipendenti familiare non vi sia altro informativi, al fine di del settore privato - che genitore beneficiario limitare la presenza di abbiano almeno un di strumenti di sostegno personale nei luoghi di figlio minore di 14 anni lavoro per assicurare - di svolgere la preal reddito» le attività indifferibili, stazione lavorativa in che richiedono la nemodalità agile anche in cessaria presenza di personaassenza di accordi individuali, di sostegno al reddito in caso le. Tali disposizioni vengono fermo restando la compatidi sospensione o cessazione confermate nel Decreto dell’attività lavorativa o che bilità di tale attività con le

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Rilancio, così come la possibilità di svolgere la prestazione lavorativa tramite l’utilizzo di strumenti informatici che si trovino nella disponibilità del dipendente qualora non siano forniti dal datore di lavoro. Pertanto anche nella fase 2 il ricorso allo smart working è considerato la modalità di lavoro ordinaria nei casi in cui non sia necessario lo svolgimento della prestazione presso la sede di lavoro. Inoltre, novità rilevanti in tema di smart working sono individuate nelle iniziative per il rilancio "Italia 20202022", c.d. Piano Colao, in cui si rileva una spinta verso una più completa disciplina legislativa dello smart working per tutti i settori, con particolare attenzione alla pari fruibilità per uomini e

donne, che lo qualifichi come opzione praticabile per aziende e lavoratori, in particolare nell’ottica della creazione di nuova impresa e/o nuovi posti di lavoro. Il piano Colao è teso, quindi, all’introduzione nel settore pubblico e privato di sistemi organizzativi innovativi, piattaforme tecnologiche che prevedano l’adozione di un codice etico dello smart working che tenga conto dei tempi extra lavorativi dei dipendenti; ciò al fine di evitare usi impropri del lavoro agile a tutela dei lavoratori, di ridurre i costi e migliorare la produttività e il benessere individuale e collettivo. Tutto ciò con l’obiettivo di massimizzare la flessibilità del lavoro individuale; concordare i momenti di lavoro collettivo, nel

rispetto della pausa pranzo, weekend e le regole previste per lo straordinario; adottare sistemi di misurazione degli obiettivi e della produttività al fine di valutare la performance sui risultati e non sul tempo impiegato, in quanto difficilmente misurabile e non rilevante nel lavoro agile. Lo smart working appare quindi la modalità lavorativa che, nel breve futuro, sarà sempre più adoperata nel rispetto delle regole e soprattutto del diritto alla disconnessione, costituendo quest’ultimo per il dipendente la misura preventiva per tutelare la personalità fisica e morale del lavoratore, oltre ad essere necessario affinché sia sempre individuabile una netta separazione tra vita professionale e la sfera privata.

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mercati

“M’han detto va nel Vietnam…” I punti salienti dell’accordo di libero scambio tra UE e Vietnam

Antonio Petruzzo

customs advisor petruzzo@easyfrontier.it

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o scorso 8 giugno, l’Assemblea Nazionale del Vietnam ha ratificato l’accordo di libero scambio tra Unione Europea e Vietnam noto come “EVFTA” ovvero “Europe Vietnam Free Trade Agreement”. Tale intesa, già approvata dal Parlamento e dal Consiglio Europeo, rispettivamente nei mesi di febbraio e marzo di quest’anno, era già stato firmato dalle due parti il 30 giugno 2019. Esso offre concrete opportunità e vantaggi alle aziende comunitarie interessate a esportare verso l’intero sud-est asiatico e rilancia il commercio internazionale in un momento così delicato, a causa del forte rallentamento dei volumi di beni scambiati nel mondo duramente colpiti dalla pandemia da Covid-19. È interessante sottolineare come a distanza di pochi mesi l’Unione Europea chiuda

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un secondo accordo di libero scambio con un altro Paese ASEAN (del Sud-Est Asiatico) dopo quello con Singapore del novembre 2019. L’accordo di libero scambio UE-Vietnam è definito da molti come «l’accordo più moderno e ambizioso mai concluso tra la UE e un Paese in via di sviluppo», in quanto prevede che il Vietnam faccia sforzi particolari nel campo dei diritti umani e dei diritti

Saygon, Vietnam

del lavoro oltre a garantire il rispetto di uno standard ambientale e sociale elevato, in linea con i regolamenti europei; un segnale forte dell’Europa che va a sostegno di un commercio libero e multilaterale, in un periodo storico in cui le tensioni commerciali tra Stati e il protezionismo dominano le scene internazionali. Il Vietnam è il secondo partner commerciale dell'UE


nell'Associazione delle un deficit commerciale con il dazi vietnamiti sui prodotti Nazioni del Sud-Est Asiatico Vietnam, importando beni, in import dall’Europa. (ASEAN) dopo Singapore, nel 2018, per 2,5 miliardi di Condizione necessaria per con scambi di merci per 47,6 euro, a fronte di 1,3 miliardi l’accesso alle agevolazioni miliardi di euro all'anno. di esportazioni. Tra le ragioni tariffarie sarà che i beni Le esportazioni dell'UE verso del deficit vi è sicuramente scambiati acquisiscano l’oil Paese crescono del 6% l’alta percentuale di dazi rigine preferenziale, ovvero all'anno, eppure il suo deficit applicata ai prodotti eurispettino le regole di origine commerciale con il preferenziale dettate Vietnam è pari a 27 miper capitolo di Sistema liardi di euro nel 2018. Armonizzato (HS) o «Un'intesa che va a sostegno Secondo uno studio voce doganale (prime della Commissione 4 cifre) ed elencate di un commercio libero e Europea, infatti, entro nell’allegato 2 del multilaterale, in un periodo il 2035 l’accordo farà protocollo dell’accordo storico in cui le tensioni aumentare i flussi in di libero scambio UE – commerciali tra Stati e il export verso il Vietnam Vietnam. del 29% per un valore Al fine di beneficiaprotezionismo dominano superiore a 8 miliardi re della riduzione o le scene internazionali» di euro. Le principali abbattimento daziario, importazioni dell'UE i prodotti che rispetdal Vietnam comprenteranno la regola di dono apparecchiature origine previsti dall'acper le telecomunicazioni, ropei, che rappresenta un cordo e otterranno l'origine abbigliamento e prodotti freno anche per le imprese preferenziale dovranno essealimentari. In Vietnam, l'Euitaliane che già esportano in re accompagnati da un'opropa esporta essenzialmente Vietnam. L’abbattimento dei portuna prova di origine. macchinari e attrezzature di dazi arrecherà grandi benefici La prova dell'origine prefetrasporto, prodotti chimici ai diversi settori dell’export renziale per le esportazioni di e agricoli. Non è sbagliato italiano, come la meccanica, prodotti originari da Europa pensare ad un Vietnam come l’automotive, il tessile, il a Vietnam sarà la dichiaraporta di accesso per tutti i comparto farmaceutico oltre zione su fattura compilata Paesi che aderiscono all’ASEalla filiera vinicola e agroalida un Esportatore Registrato AN, mercato vasto e strategimentare per i quali l’accordo al sistema REX, a decorrere co per il quale si potrà avere salvaguarda le indicazioni dalla data di entrata in vigoun accesso privilegiato a geografiche europee di ben re dell'accordo. E' specificato un’economia in rapida cresci169 prodotti. Tra i prodotti che non sarà possibile ricorta con oltre cento milioni di dell’agroalimentare italiano rere ai certificati di circolaconsumatori, molto giovane, interessati alla tutela citiamo zione EUR 1 e allo status di dinamica e con una classe tra tutti: l’aceto balsamico Esportatore Autorizzato. media in crescita e un sistedi Modena, la bresaola della In definitiva, con la pubblima educativo di qualità. Valtellina, il grana padano, la cazione in Gazzetta Ufficiale Per quanto riguarda l’Italia, mozzarella di bufala campadell'Unione Europea della l’accordo potrebbe rivelarsi na, il prosciutto di Parma e il comunicazione 2020/C e particolarmente vantagprosecco. In via definitiva, si 196/06, l'Unione Europea gioso. Infatti, dati ISTAT e assisterà, nel corso dei prossceglie il sistema REX per Confindustria confermano simi 10 anni a una eliminaziola prova di origine con il che finora il nostro Paese ha ne complessiva del 99% dei Vietnam.

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bon ton

Nicola Santini esperto di galateo, costume e società ph/Christian Ciardella

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Il bon ton della valigia, lo stile non è un bagaglio da stiva

Non cosa ma con quale criterio preparare la nostra alleata per il look in vacanza, optando per un mix di senso pratico ed estetica

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a valigia in vacanza: non impazzite ad immaginare quella perfetta, non esiste. Un pò come l'outfit perfetto, che varia non solo da persona a persona ma soprattutto da situazione a situazione. A farla da padrona infatti è la circostanza, non solo la voglia di valorizzare al massimo il proprio look. Se quindi possiamo immaginare varie tipologie di viaggiatori, abbiamo altrettante varietà di valigie. Perché se sbaglia chi viaggerebbe sempre con il bagaglio a mano anche per viaggi lunghi e poi si ritrova schiavo delle lavanderie degli alberghi, anche chi trasformerebbe la cabina armadio in un trolley da 5 tonnellate non si può certo dire che le azzecchi tutte. Il discorso è più semplice di quanto sembri: ragioniamo non su quante e quali cose mettere in valigia, ma con quale criterio farlo. Un'occasione per riflettere ora che possiamo di nuovo viaggiare. Ecco tre regole da mettere in valigia! 1) Per prima cosa la valigia è un buon investimento.

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Facile da lavare, facile da trasportare, deve assolvere pienamente le sue funzioni ma essere anche qualcosa che ci piace da vedere. Compriamone una buona e non poniamoci più il problema per un bel pò di anni. 2) Chi si sposta in aereo con restrizioni sui bagagli dovrebbe sempre informarsi prima: che senso ha prenotare un volo per poche decine di euro se poi il sovrapprezzo del bagaglio non calcolato supera di gran lunga il prezzo del biglietto? 3) Less is more, anche in viaggio: ogni volta ci troviamo a riportare a casa degli abiti che sapevamo già dall'inizio che non avremmo messo. Cerchiamo di combinare sempre gli outfit tra di loro in modo da caricare il meno possibile il bagaglio e sfruttare le combinazioni, magari, di colori e accessori. Si può viaggiare più leggeri e c'è più spazio per lo shopping.


salute

Antonino Di Pietro direttore dell’Istituto Dermoclinico Vita Cutis www.antoninodipietro.it | www.istitutodermoclinico.com

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Mascherine: cosa c’è da sapere (e ricordare)

Utilizzate per proteggersi, possono causare effetti collaterali alla cute se se ne fa un uso prolungato. Vediamo come evitarli

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e mascherine servono o non servono? Devono essere messe da tutti o solo da chi è malato? Che differenza c’è tra quelle chirurgiche e le altre con filtri e valvole, chiamate Ffp2 e Ffp3? Le mascherine sono uno strumento fondamentale di prevenzione e sempre in ogni caso una barriera per frenare o fermare le goccioline di saliva che emettiamo con il respiro o con la tosse. Non possono esserci dubbi sulla importanza della mascherina. Riguardo le caratteristiche delle varie mascherine bisogna sapere che le Ffp2 e le Ffp3 sono “egoiste” perché proteggono soprattutto chi le indossa. Esse hanno un filtro che trattiene i virus dell’aria inspirata, ma chi le indossa quando espira butta fuori liberamente la sua aria attraverso la valvola, per cui se è malato, può infettare chi ha di fronte. Per questo esse devono essere usate solo da chi è certo di essere sano (medici, infermieri, operatori sanitari, forze dell’ordine, ecc.) ma viene a contatto con persone infette. Le mascherine chirurgiche anche se proteggono meno, però sono più “altruiste”. Esse sono più efficaci a frenare e trattenere le goccioline di saliva potenzialmente infette, emesse da chi le indossa, per cui proteggono soprattutto gli altri. Tutte le mascherine hanno però una caratteristica in comune: perché siano efficaci

questi dispositivi devono adattarsi molto bene alla forma del viso, aderendo alla pelle e coprendo mento, bocca e naso. Indossarle per molte ore soprattutto con l’arrivo del caldo e della bella stagione può provocare un accumulo di calore e quindi di sudore, impurità e grasso che possono portare al diffondersi di dermatiti, infiammazioni e irritazioni. L’umidità indebolisce la pelle e rompe i legami che tengono unite le cellule cornee. Il calore tende a far dilatare e debilitare i vasi sanguigni capillari. Insieme, il caldo e l’umido stimolano le ghiandole sebacee, aumentando il rischio di sviluppare la dermatite seborroica ai lati del naso e delle guance. Rovinando la barriera cutanea si favorisce la penetrazione di batteri, microorganismi o acari che aumentano il rischio di contrarre irritazioni, pruriti e infiammazioni superficiali. La comparsa di brufoli, arrossamenti e piccole spaccature ai lati della bocca possono portare a bruciore e pizzicore. I disturbi peggiorano se si è già affetti da couperose, rosacea o dermatite seborroica. Dopo un utilizzo prolungato aumenta anche il rischio di osservare, sulle aree in cui l’osso è più vicino alla pelle, delle ulcere da pressione, eruzioni cutanee o dermatiti. Il consiglio principale è quello di detergere delicatamente la cute al mattino e alla sera applicando creme idratanti e lenitive soprattutto sulle zone maggiormente colpite. Se i sintomi persistono è sempre bene rivolgersi ad un dermatologo di fiducia. Le creme a base di Alukina, che regolano la produzione di ghiandole sebacee e rinforzano le cellule cutanee rovinate, sono molto adatte in caso di dermatiti seborroiche. Se il disturbo riguarda le follicoliti irritative o l’acne è necessario associare prodotti a base di Alusil, un nuovo composto attivo utile per regolarizzare le ghiandole sebacee e contrastare la crescita batterica. Se la cute invece tende a seccarsi, arrossarsi o desquamarsi è preferibile utilizzare creme che ricompattano le cellule. A tale scopo ci sono preparati che contengono fospidina, glucosamina e vitamina E. Luglio | Agosto 2020

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salute

Giuseppe Fatati Presidente Italian Obesity Network

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COVID-19: diabete e prevenzione

Le misure sanitarie integrative per ridurre i fattori di rischio

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l COVID-19, acronimo dell'inglese COronaVIrus Disease 19, è una malattia infettiva respiratoria causata dal virus denominato SARS-CoV-2. Il virus si trasmette per via aerea, molto spesso tramite le goccioline respiratorie e colpisce principalmente il tratto respiratorio inferiore provocando una serie di sintomi descritti come simil-influenzali. Nei casi più gravi può verificarsi una polmonite, una sindrome da distress respiratorio acuto oppure uno shock settico fino ad arrivare al decesso. La pandemia in atto ha indotto i Sistemi Sanitari Nazionali di tutto il mondo a promuovere indagini epidemiologiche, allo scopo di individuare possibili cure. La presenza di comorbilità severe, tra le quali ipertensione arteriosa, BPCO (Broncopneumopatia cronica ostruttiva), condizioni di immunodepressione e diabete, sembrerebbe costituire un elemento prognostico sfavorevole. Sappiamo che il diabete è stato identificato come un importante fattore di rischio per mortalità in pazienti infetti da Coronavirus con sindrome respiratoria acuta grave. Tuttavia, allo stato attuale, i dati sono limitati e non univoci. In Cina il diabete era presente in oltre il 40% dei decessi a Wuhan ma nella stessa popolazione l’aumento della glicemia e il diabete non sono stati identificati come fattori di rischio per il decorso prognostico negativo. Un rapporto

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su 72.314 casi di COVID-19 pubblicato dal Centro cinese per il controllo e la prevenzione delle malattie ha mostrato un aumento della mortalità nelle persone con diabete (7.3%) rispetto alla restante popolazione (2,3%). Un Report dell'Istituto Superiore della Sanità del 20 marzo conferma la possibilità di una maggiore mortalità in presenza di diabete: il 33,9% dei 481 soggetti deceduti per i quali erano disponibili notizie complete a riguardo era affetto da diabete mellito, mentre il 48,6% presentava 3 o più patologie croniche. Il meccanismo alla base della maggiore vulnerabilità dei pazienti diabetici non è completamente conosciuto; è verosimile che l'età avanzata, la presenza di un diabete poco controllato, le malattie cardiovascolari e le malattie renali possano influenzare negativamente la gravità della malattia. Per la prevenzione del COVID-19 e delle relative complicanze, nei pazienti con diabete, l’AMD (Associazione Medici Diabetologi) suggerisce le seguenti misure, integrative di quelle generali già riportate nei Decreti Ministeriali: • è importante che le persone con diabete mantengano un buon controllo glicemico, in quanto potrebbe aiutare a ridurre il rischio di infezione e anche la gravità; • è necessario un monitoraggio più frequente dei livelli di glucosio nel sangue; • un buon controllo glicemico può ridurre anche le possibilità di polmonite da sovrainfezione batterica; • i pazienti con diabete e malattie cardiovascolari e renali coesistenti necessitano di maggior attenzione perché a rischio più elevato; • è importante garantire un’adeguata alimentazione ed effettuare esercizio fisico per migliorare le risposte immunitarie, evitando i luoghi affollati; • è importante effettuare le vaccinazioni contro l'influenza e la polmonite in quanto possono ridurre le possibilità di polmonite batterica secondaria a infezione virale, anche se non sono disponibili dati per la presente epidemia virale.


finisterre

Il digitale e lo sguardo del nuovo spettatore Il ragionare critico, teorico e metodologico di Mario Tirino è una profondissima e sapiente riflessione sociologica sui cambiamenti in atto (dalla tecnologia alla società, dall’estetico allo storico) di Alfonso Amendola docente di sociologia degli audiovisivi sperimentali | Università di Salerno alfamendola@unisa.it

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o spettatore oggi. Verso quale dimensione ci spinge lo statuto spettatoriale di un cinema inesorabilmente “post”? E quali nutrimenti hanno determinato cambiamenti a dir poco epocali e apicali nel grande immaginario dell’audiovisivo del nostro presente? E soprattutto quali sono stati i capitoli nodali di questo cambiamento/ripensamento/riformulazione di tutte le logiche di consumo, produzione e fruizione? A queste, e a tante altre domande, con efficacia analitica risponde il corposo saggio di Mario Tirino Postspettatorialità. L’esperienza del cinema nell’era digitale (Meltemi, Milano, 2020). Ma procediamo con ordine. Tutto sembra aver radice nel “mediashock”. Quel turbamento che in una precisa origine vede come figura aurorale Walter Benjamin forse tra i primi a cogliere la matrice pervasiva della trasversalità mediologica del cinema in grado di aprire aggiuntivi sconfinamenti, nuovi rituali, innovative cartografie, “industrializzazione della percezione”, “democrazia comunicativa”. Il volume, inoltre, approfondisce lo snodo necessario tra teorie della società e media digitali. Apre a successivi spazi d’indagine (soprattutto nel segno della “rimediazione”, della “media archaelogy” e della progettazione “post-mediale”). Chiama in sontuoso soccorso teorico i nomi di Bolter e Grusin, Manovich, Huhtamo, Lévy, de Kerckhove, Maffesoli, Jenkins,

Krauss). Spinge in accelerazione verso le diramazioni del digitale, dei rinnovati processi educativi, degli statuti di consumo, della distribuzione, dell’archivio. Altro punto di forza e metodologia di Postspettatorialità riguarda il territorio scientifico che lo anima. II libro pur inserendosi in un rigorosissimo lavoro di scuola e decisamente all’interno dei saperi e delle teorie scientifiche sociologiche e mediologiche, è frutto indomito della miglior interdisciplina. Infatti, il lavoro di Mario Tirino è splendidamente attento alle trame di ricerca della

miglior elaborazione interdisciplinare. Ed è lo stesso Tirino a dircelo nella sua Introduzione: “lo sforzo è stato quello di saldare contributi eterogenei, ibridi, provenienti da ambiti disciplinari non sempre in stretto dialogo tra di loro: la complessità dei fenomeni sopra accennati impone di valersi di un impianto teorico complesso, in cui gli strumenti della mediologia e della sociologia dei processi culturali, che restano gli assi

teorici di riferimento, si uniscono a ulteriori prospettive - filosofia analitica, Audience Studies, remix theory, media archaeology - nel tentativo di restituire i numerosi livelli di lettura della rivoluzione in atto nelle forme della spectatorship postcinematografica”. La poderosa pubblicazione di Mario Tirino, “segna un punto di svolta nel dibattito contemporaneo sui media digitali” (sottolinea nell’attenta prefazione Gino Frezza). Un volume che ci dice che lo sguardo critico del nuovo spettatore è sempre più interno ad una prospettiva dialettica tra le logiche di produzione/consumo/distribuzione. Il procedere teorico di Tirino designa la narrazione audiovisiva come l’anello perfetto del ricongiungimento tra sensibilità creativa e strutture digitali, tra inventio e ricerca delle forme, tra modelli classici e innovazione del tecnologico. E sia ben chiaro il suo non è un fanatico appellarsi alla forza delle “magnifiche sorti e progressive” della tecnologia (queste cose lasciamole ai tecno-entusiasti o ai lor degni avversari tecno-scettici). Il ragionare critico, teorico e metodologico di Mario Tirino è una profondissima e sapiente riflessione sociologica sui cambiamenti in atto (dalla tecnologia alla società, dall’estetico allo storico). E Tirino nel definire i contorni e le linee di fuga del digitale ci narra un cambiamento radicale e profondo verso cui le forme audiovisive non possono permettersi di non contaminarsi. Luglio | Agosto 2020

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LIBRI

HOME CINEMA

a cura di Raffaella Venerando

Tornare a casa di Dörte Hansen

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Fazi Editore 312 pp

rescere per cambiare vita. Cambiare vita per riuscire a crescere e poi tornare indietro. È quello che succede a un bambino che nasce in un paesino della provincia tedesca, angusto e rude, figlio di una ragazzina affetta da ritardo mentale e di padre ignoto. Messo presto a lavorare nella locanda dei nonni, con lo stupore e la contrarietà di tutti, studia con profitto, diventa un professore universitario, clemente con le «schiappe e gli insicuri», e fugge poi via lontano dalle sue radici. Fa lo stesso in seguito, con il suo nuovo e diverso presente quando, alla soglia dei cinquant’anni, molla lavoro e coinquilini eccentrici per ritornare al paesino e prendersi cura dei nonni, Sönke ed Ella. Passato e presente inevitabilmente si affrontano e Ingwer Feddersen, il protagonista, scopre un modo nuovo di vivere e un mondo nuovo per sè. Tante anime in questo romanzo che racconta come, a qualsiasi latitudine, la famiglia ha sempre, nonostante le sue quasi inevitabili e infinite complicazioni, quel sapore struggente che ha la nostalgia di casa. Dal libro: «Nessuno sapeva usare un vaso Koi in porcellana di Fukagawa come posacenere o rovesciare del vino rosso su un vecchio tappeto di seta fatto a mano con la stessa disinvoltura di Ragnhild Dieffenbach. Lasciava vestiti sulle sedie e pile di giornali sul tavolo della cucina, di solito non rifaceva neanche il letto al mattino. A volte, quando era sovrappensiero, stava seduta a tavola composta, come probabilmente si era soliti fare nella sua famiglia. Appena se ne accorgeva sfilava subito l’indice dal manico della sua tazza di caffè e la prendeva con entrambe le mani, appoggiando i gomiti sul tavolo o tirandosi indietro sullo schienale con un ginocchio al petto. Pareva sempre che dovesse costringersi a fare così».

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a cura di Vito Salerno

The Farewell - Una bugia buona di Lulu Wang

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a protagonista della storia, Billi (interpretata da una bravissima Awkwafina), nata in Cina e cresciuta negli Stati Uniti, scopre che all’amata matriarca, Nai-Nai (nonna), a causa di una malattia incurabile restano purtroppo solo poche settimane di vita. In famiglia tutti lo sanno, ma hanno deciso di tenere nascosta la verità alla diretta interessata per farle vivere serenamente i suoi ultimi giorni. Così, con l’espediente di un matrimonio da celebrare in fretta e furia, tutti i componenti della famiglia chi dall’America, chi dal Giappone - si riuniscono a casa di Nai-Nai, a Changchun. Avventurandosi in un campo minato di aspettative e convenevoli famigliari, Billi scopre che ci sono molte cose da festeggiare davvero: la possibilità di riscoprire il Paese che ha lasciato quando era una bambina, il meraviglioso spirito di sua nonna e il legame che continua a unirle. Con The Farewell, premio del pubblico al Sundance London, la sceneggiatrice e regista Lulu Wang celebra il ruolo che ognuno di noi ha nella propria famiglia e, insieme, il modo in cui la viviamo nel profondo, intrecciando l’ironia delle bugie con il racconto toccante di ciò che in famiglia ci tiene uniti e ci rende più forti, spesso a dispetto delle nostre stesse intenzioni.




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