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CONTRIBUTOR SERGIO LUCIANO

CONTENUTI

Una carriera iniziata veramente presto: Avvenire, Radiocor, Il Giorno prima di arrivare a La Repubblica, chiamato da Eugenio Scalfari. Nel ’92 Paolo Mieli lo vuole a La Stampa affidandogli la responsabilità delle pagine economiche. Nel ’96 è redattore capo della sezione Finanza e Mercati del quotidiano economico Il Sole 24 Ore, nel ’98 il ritorno a Repubblica, come responsabile della sezione economica e coordinatore del settimanale Affari e Finanza. Nel febbraio del 2000, per e.Biscom è partner incaricato della supervisione sui contenuti editoriali e sulle relazioni esterne del gruppo e consigliere d’amministrazione della subholding editoriale e.BisMedia, nella quale ha poi guidato lo startup del quotidiano on-line ilNuovo.it, che ha diretto per oltre due anni, fino al febbraio 2003. Dopo una parentesi di due anni di imprenditoria “in proprio”, l’incarico di direttore di Panorama Economy.

MASSIMO SPAMPANI

Giornalista e scrittore, da quasi vent’anni interviene sulle pagine del Corriere della Sera con articoli che spaziano dalla cronaca alla scienza, dalla cultura ai temi di attualità. Collabora con Io Donna, con AD, e con la rivista Sci. Per Traveller Condè Nast ha raccontato ai lettori i luoghi più belli del mondo. Nato a Cortina d’Ampezzo, laurea in biologia, conosce profondamente il mondo della montagna e della neve. Ama allo stesso modo lo sci e la voga nella Laguna di Venezia. È autore di numerosi libri che hanno come soggetto aspetti naturalistici e storici delle Dolomiti.

GIULIO ANSELMI

Dopo aver iniziato la sua carriera giornalistica a Stampa Sera, nel 1969, passa al settimanale Panorama in qualità di inviato speciale. Condirettore del Secolo XIX, direttore del settimanale economico Il Mondo, nel 1987 arriva al Corriere della Sera con l’incarico di vicedirettore e a seguire di condirettore. Direttore de Il Messaggero, dell’Ansa e dell’Espresso. Nello stesso gruppo ha ricoperto la carica di vicepresidente della Finegil Spa (Quotidiani Locali). E’ stato anche editorialista del quotidiano La Repubblica e consulente Rai. Dal 20 luglio 2005 è direttore de La Stampa.

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Editoriale

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Innanzitutto

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Fatti&persone

di Stefano Illing

Tanti nuovi contenuti per la Cortina di domani Intervista di Sergio Luciano al Sindaco Andrea Franceschi

Grandi firme sotto le Tofane di Massimo Spampani

24 Caro Direttore

Giulio Anselmi, Chiara Beria di Argentine e Maria Luisa Agnese raccontano il direttore onorario di CORTINA.TOPic Lamberto Sechi

Primo piano

CHIARA BERIA DI ARGENTINE

Un avvincente spaccato di ricordi è condensato nel cammeo che ci regala Chiara Beria di Argentine, editorialista de La Stampa che ha iniziato la sua carriera nel 1973 al settimanale Panorama diretto da Lamberto Sechi. Inviato a Canale 5, vice direttore dell’Espresso, direttore del magazine Lo Specchio. Figlia di Adolfo, già Procuratore Generale di Milano e di Cecilia Vallardi (famiglia di editori a Milano per 7 generazioni), madre di due figli (il maggiore, Emanuele Farneti, 32 anni, è direttore del mensile di Panorama, First), Chiara Beria ha fondato ed è direttore editoriale del Giornale di San Patrignano. Nominata, nel 2001, Cavaliere della Repubblica dal presidente Carlo Azeglio Ciampi, ha vinto -tra gli altri- il Premiolino nel 1979 (oggi è vicepresidente della giuria), il premio Carlo Casalegno (2000), il premio Arrigo Benedetti (2001), i premi Asti e Positano (2002), il premio Saint Vincent (2003).

MARIA LUISA AGNESE

Non ha esitato un attimo ad accettare la nostra proposta Maria Luisa Agnese, inviato de Il Corriere della Sera, che ha cominciato la sua carriera nel Panorama di Lamberto Sechi. “Una scuola di vita”: scrive di tutto, dai pezzi di scienza a quelli di politica, passando per esteri e società, viaggi. A Panorama arriva ad essere vice-redattore capo e inviato. All’inizio del 1990 viene chiamata da Vittorio Feltri come vice-direttore all’Europeo; nell’autunno ‘91 torna a Panorama come vice-direttore di Andrea Monti. Dal ‘96 al ‘98 dirige Lo Specchio, il supplemento de La Stampa, e dal dicembre ‘98 al settembre 2007 è al timone di Sette (in seguito Magazine), supplemento del Corriere.

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28 C’era una volta un Re alpinista, Alberto I del Belgio, cui è dedicata la grande mostra Il Re e la Regina. Ritratto di Luciano Regolo

LUCIANO REGOLO

“La regina incompresa”- sulla vita di Maria Josè di Savoia; “Il re signore” su Umberto di Savoia; “La Reginella santa” su Maria Cristina di Savoia, sovrana delle Due Sicilie; “Jelena” su Elena di Savoia. Titoli che da soli evidenziano la competenza di Luciano Regolo in tema di famiglie reali. Giornalista professionista dal ’94, ha scritto per varie testate tra cui: La Nuova Venezia, la Repubblica, Gente, Noi, Ecco!, Novella 2000, Bella, Oggi. Dal 2000 al 2005 ha lavorato al settimanale Chi come vice caporedattore e poi dal 2003 come caporedattore. Ha collaborato con il Tg4 e con Sipario in cui teneva una rubrica di ritratti dei vip. Come giornalista, si è occupato di diversi argomenti ma ha da sempre approfondito la ricerca su tutte le famiglie reali europee, sul jet set e sulle celebrity, realizzando interviste e inchieste. Da giugno 2005 a giugno 2008 è stato direttore responsabile di Novella Duemila.


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ARRIGO PETACCO

Per una celebrazione importante come il novantesimo dalla fine della Grande Guerra, il contributo di uno scrittore che con le sue opere è stato capace di colmare grandi lacune storiche. Arrigo Petacco, storico e giornalista, inviato speciale e direttore de La Nazione e del mensile Storia Illustrata nella sua lunga carriera. Nei suoi libri affronta i grandi misteri della storia, ribaltando spesso verità giudicate incontestabili. Fra gli altri ricordiamo: Dear Benito, caro Winston, I ragazzi del ’44, La regina del Sud, Il Prefetto di ferro, La principessa del Nord, La Signora della Vandea, La nostra guerra. 1940-1945, Il comunista in camicia nera, L’archivio segreto di Mussolini, Regina. La vita e i segreti di Maria José, Il Superfascista, L’armata scomparsa, L’esodo, L’anarchico che venne dall’America, L’amante dell’imperatore, Joe Petrosino, L’armata nel deserto, Ammazzate quel fascista!, Il Cristo dell’Amiata, Faccetta nera e L’uomo della Provvidenza.

DANIELE RAVENNA

Consigliere parlamentare del Senato, dirige il Servizio studi di Palazzo Madama, svolge attività di insegnamento nell’università ed è autore di studi in materia di diritto costituzionale e tutela dei beni culturali. Da molti anni si occupa anche di questioni di storia militare; ha concorso all’elaborazione della legge n. 78 del 2001, con cui l’Italia prima in Europa - ha dettato una organica protezione del patrimonio storico della Grande Guerra e fa parte del Comitato tecnico scientifico nazionale per la tutela di tale patrimonio. Benchè nato a Ferrara, la città più pianeggiante della Bassa Padana - o forse proprio per questo - è appassionato di montagna. Ha imparato a percorrere ed amare le montagne di Cortina da oltre quarant’anni grazie all’incontro e all’amicizia con due montanari - un vecchio “recuperante” e uno scrittore - che gliene hanno aperto i segreti.

Non solo storia

36 Le montagne della memoria nell’anno in

cui si celebra il 90esimo dalla fine della Prima Guerra Mondiale che ripercorre per noi Arrigo Petacco Trincee da tutelare di Giuseppe Severini e Daniele Ravenna

GIUSEPPE SEVERINI

Consigliere di Stato, un tempo magistrato ordinario, si interessa tra l’altro di legislazione dei beni culturali e ha una passione particolare per la storia, di cui ogni tanto scrive. Ha concorso all’elaborazione della legge n. 78 del 2001 sulla tutela del patrimonio storico della Grande Guerra e fa parte del relativo Comitato tecnico scientifico presso il Ministero per i beni e le attività culturali. Dal 1997 è stato parte di tutte le commissioni che hanno predisposto le norme nazionali sui beni culturali e sul paesaggio, dal Testo unico del 1999 al Codice del 2004 e alle sue integrazioni del 2006 e del 2008. Dal 2001 in poi è stato consigliere giuridico di ben tre ministri della difesa, come prima di diversi altri ministri. Perugino, ha la montagna nel sangue in tutte le sue stagioni. A Cortina è di casa da tempo immemorabile.

BRUNO VESPA

A Cortina è di casa, il giornalista e scrittore Bruno Vespa. Direttore del Tg1 dal 1990 al 1993, dove è rimasto come inviato per i grandi avvenimenti. Dal 1996 la sua trasmissione “Porta a porta” è il programma di politica, attualità e costume più seguito. Per la prima volta nella storia vi è intervenuto un papa, Giovanni Paolo II, con una telefonata in diretta. Due presidenti della Repubblica – Pertini nel 1979, Ciampi nel 2000 – gli hanno consegnato il Premio Saint-Vincent per la televisione. I suoi libri più recenti: Il Cavaliere e il Professore (2003), Storia d’Italia da Mussolini a Berlusconi (2004), Vincitori e Vinti (2005), L’Italia spezzata (2006). Ultimo in ordine di tempo, L’amore e il potere - da Rachele a Veronica, un secolo di storia d’Italia.

CATERINA CIANI

Caterina Ciani ha un MBA dalla Anderson School of Management di UCLA (University of California Los Angeles) con una specializzazione in “non-profit arts management” e lavora da più di 15 anni nel mondo della musica, danza e festival a Los Angeles, New York, Spoleto, Santander e Madrid. Nata in Italia, cresciuta negli Stati Uniti, adesso vive a Madrid. Dai tre anni ha avuto la grande fortuna di trascorrere le vacanze estive a Cortina d’Ampezzo.

JEFFREY SWANN

Nato nel 1951 a Williams, in Arizona, Jeffrey Swann ha iniziato lo studio del pianoforte all’età di quattro anni. Numerosi i riconoscimenti ottenuti in campo internazionale, tra i quali il 1° Premio alla prima edizione del Premio Dino Ciani al Teatro alla Scala di Milano, la medaglia d’oro al Concorso Queen Elisabeth di Bruxelles ed il massimo dei riconoscimenti ai Concorsi Chopin di Varsavia, Van Cliburn, Vianna da Motta e Montreal. Da allora, la sua carriera si è affermata con successo non solo negli Stati Uniti, ma anche in Europa. Jeffrey Swann è il Direttore Artistico del Festival e Accademia Dino Ciani.

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Dritto&rovescio

42 Il disagio del Nord-est di Bruno Vespa

EVENTI

44 Musica, Maestro

Festival e Accademia Dino Ciani. A cura di Caterina Ciani e Jeffrey Swann


ENRICO CISNETTO

48 L’attualità in vacanza

Editorialista economico e opinion leader, da anni studia e descrive i processi di cambiamento del capitalismo italiano e internazionale, soprattutto in relazione alle dinamiche politiche. Già direttore di diverse testate della Rusconi, vicedirettore del quotidiano l’Informazione e vicedirettore del settimanale Panorama, svolge un’intensa attività di editorialista per il Messaggero, Il Foglio, Il Gazzettino di Venezia, La Sicilia di Catania, Panorama e Il Mondo. Inoltre, tiene una rubrica quotidiana nella trasmissione radiofonica Zapping (Rai Radio1) ed è spesso ospite delle trasmissioni di approfondimento di Sky, La7 e Rai. Dal 2002, attraverso la società Belle Arti Percorsi Culturali – di cui è amministratore unico la moglie, Iole Sacchi Cisnetto – realizza il programma di manifestazioni “Cortina InConTra”.

Cortina InConTra. A cura di Enrico Cisnetto

50 Tra natura e cultura

Il Festival delle Vette. A cura di Massimiliano Finazzer Flory

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L’attimo

di Stefano Zardini

SPORT

54 Oltre i mondiali 2013

Il coraggio di andare avanti di Gianni Merlo

56 Mondiali 2010

Curling, cuore di pietra

58 Mondiali 2011

Una leggenda chiamata Bob di Andrea Gris

MASSIMILIANO FINAZZER FLORY

Autore teatrale e saggista, è curatore di importanti rassegne culturali. Il prossimo 10 agosto sarà in scena a Cortina con il suo spettacolo “L’orecchio di Beethoven” con la partecipazione al pianoforte di Jeffrey Swann, direttore artistico del Festival Dino Ciani. Tra le sue ultime pubblicazioni: Il Gioco serio dell’Arte (2008); Cittàteatro (2008).

STEFANO ZARDINI

Ha studiato tra Milano e Londra specializzandosi nell’arte del ritratto e del reportage. Ha immortalato situazioni di guerra e di emergenza in 60 paesi e attualmente, per incarico delle Nazioni Unite, sta documentando il traffico di droga in Asia Centrale. Ha pubblicato 30 libri di fotografia ed i suoi lavori sono stati oggetto di mostre in Italia e all’estero. 22 mostre personali tra Cortina, Roma, Milano, Solferino, Palermo, Ginevra, Parigi e Klosters oltre a 6 mostre collettive a Cortina, Milano, Brescia, Vienna, Bangkok e New York. È membro di “Fotografi Senza Frontiere”. Membro ASMP – American Society of Media Photographers. Premiato “Qualified European Photographer” in Reportage.

GIANNI MERLO

Per La Gazzetta dello Sport è una colonna portante: assunto nel 1974, oggi ricopre la carica di caposervizio per l’atletica, lo sci e la politica olimpica. È stato inviato in sedici Giochi Olimpici: otto invernali e otto estivi. Ha partecipato a tutti i più grandi eventi sportivi di atletica, sci e altri sport dal 1976 ad oggi. Dal 1986 è presidente della commissione di atletica dell’Associazione Internazionale della Stampa (AIPS). Dal 1994 al 1998 è stato presidente dell’Unione della Stampa Sportiva Europea (UEPS). Nel maggio del 2005 in Marakech, è stato eletto Presidente dell’ AIPS (Association Internationale Presse Sportive), associazione della stampa sportiva mondiale, con iscritti in 152 paesi nel mondo.

ANDREA GRIS

Dj, giornalista, direttore artistico di Radio Cortina, autore radio/ televisivo. Ha collaborato con TMC, Rai, Mediaset, Sky Sport, Rete Veneta. Ha realizzato una serie di 50 reportage dal mondo intitolati “Appunti disordinati di viaggio” con il noto regista Sergio Colabona, con cui ha scritto a quattro mani “La Venezia d’Oriente: Bangkok” e “Jamaica, l’isola che c’è” editi da Fuori Thema per Feltrinelli. Conduttore di Radio Rai, announcer sportivo ad importanti manifestazioni internazionali come i Giochi Olimpici di Torino 2006, radiocronista ufficiale del pool di “Tutto l’hockey minuto per minuto”. Ideatore di “Fm la radio degli ottomila” il programma che per tre volte ha fatto raggiungere gli ottomila metri all’emittente ampezzana seguendo e raccontando quotidianamente via satellite, insieme ai protagonisti, le spedizioni cortinesi sul K2, Shisa Pangma ed Everest nel 2008.

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61 Ma dove vai bellezza in bicicletta? È nata la Cortina Bike Resort di Marzio Bardi

ATTUALITà

64 Passione auto

Al via il Car Club della Regina

70 Giocando a Golf una mattina

Notizia ufficiale, il green sorgerà sul versante sinistro della conca di Massimo Spampani

MARZIO BARDI

Nato a Milano, è cresciuto professionalmente nell’area del marketing editoriale. Consulente di testate prestigiose quali Il Sole 24 Ore, Mondo Economico, Espansione. Negli anni ‘80, in pieno boom della mountain bike fonda la casa editrice Gruppo B Editore che si impone sul mercato dell’editoria sportiva con le testate Tutto Mountainbike, Windsurf Italia, Kiteboard Italia, Skate Board e altre minori, periodici oggi del Gruppo Editoriale Cantelli di Bologna. Dal 2003 si dedica quasi esclusivamente alla direzione di Tutto Mountainbike, leader del settore.

72 Se ne parla

Yacht Club Cortina: col vento in poppa Tutti pazzi per l’elicottero

90 Eccellenze

Il metodo Montessori in una “scuola non scuola” di Raniero Regni

91 Gente che viene gente che va

MODA&DESIGN

Andreotti, la telecamera e la pistola di Nives Milani

74 Se il Corso si trasforma in un set fotografico

92 New opening A tutto shopping di Alessandra Segafreddo

ALESSANDRA SEGAFREDDO

Dottoressa in filosofia con una tesi su “La metafisica in Hans Georg Gadamer”, giornalista, è corrispondente del Corriere delle Alpi. Discorsiva, chiara, obiettiva, pragmatica: ecco le doti che l’hanno resa un punto di riferimento per la cronaca ampezzana.

AGENDA ESTATE 2008

82 Tra tradizione e innovazione

Quando l’architettura sposa l’artigianato, la sinergia creativa di Ambra Piccin

84 Tutti gli appuntamenti tra cultura e sport, natura e tradizione

PREVIEW

94 Collezione autunno/inverno 2008 Proposte e offerte per le prossime stagioni

11 Editorial by Stefano Illing 12 First of All Exciting Plans for the Cortina of Tomorrow 19 Facts and People Journalism beneath the Tofane

TOPICALITY 64 Cortina’s Four-Wheeled Passion

28 Close-Up The King and the Queen

70 Playing Golf One Morning

36 Not Only History Mountains of Memory

72 Season’s Must

EVENTS 44 Dino Ciani Festival and Academy

90 The Secret of Infancy

48 Current Events and Culture On Vacation

L’almacco

97 I numeri utili di Cortina d’Ampezzo

Foto di copertina “Croda Rossa d’Ampezzo” di Stefano Zardini - Foto del Re Alberto I del Belgio di Charles Lefébure - elaborazione grafica di Marco Innocenti Chiuso in redazione il 10/07/2008

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91 Radio Cortina. A Privileged Observatory

50 Peaks’ Festival

FASHION&DESIGN 74 When Main Street Becomes a Set

52 The Instant

92 New Openings

SPORT 54 Alpine World Ski Championships. The Courage to Continue

APPOINTMENTS SUMMER 2008 82 Synergies: Architecture and Artisanship

56 Curling Heart of Stone

84 Culture and nature, sport and tradition

58 A Legend Called Bob

PREVIEW 94 Cortina Collection Autumn/Winter 2008

61 Cortina Bike Resort

97 USEFUL NUMBERS

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Direttore editoriale

Registrazione al Tribunale di Belluno n. 04/08 del 23 maggio 2008

Direttore onorario Direttore responsabile

Cortina Turismo Omnia Relations

Stefano Illing Lamberto Sechi Chiara Caliceti Redazione centrale media.cortina@dolomiti.org Eleonora Alverà, Alessandro Broccolo, Monica Burba, Gabriella Talamini, Maria Grazia Soravia Luciana Caramia, Cristina Palmiotto, Laura Salmi, Fabiana Salsi Hanno collaborato a questo numero

Per i testi

Cortina d’Ampezzo fa parte dell’associazione europea “Best of the Alps” che riunisce le 12 località montane più famose ed esclusive di 5 nazioni Alpine.

Cortina.TOPic è un periodico di informazione di carattere culturale e di promozione turistica di Cortina d’Ampezzo. Copyright 2008: Tutti i diritti sono riservati. Nessuna parte della rivista può essere riprodotta in qualsiasi forma rielaborata con l’uso dei sistemi elettronici e diffusa senza l’autorizzazione scritta dell’editore. Manoscritti e fotografie anche se pubblicati non vengono restituiti. Pubblicità inferiore al 45%. L’elaborazione dei testi, anche se curata con scrupolosa attenzione, non può comportare specifiche responsabilità per eventuali involontari errori o inesattezze. Ogni articolo firmato esprime esclusivamente il pensiero di chi lo firma e pertanto ne impegna la responsabilità personale. Le opinioni e più in genere quanto espresso dai singoli autori non comporta responsabilità alcuna per l’Editore.

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Art director Supervisione Traduzioni Comitato promotore

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Stampa

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Pubblicità locale

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Maria Luisa Agnese, Giulio Anselmi, Marzio Bardi, Chiara Beria di Argentine, Caterina Ciani, Enrico Cisnetto, Massimiliano Finazzer Flory, Andrea Gris, Sergio Luciano, Gianni Merlo, Nives Milani, Arrigo Petacco, Daniele Ravenna, Raniero Regni, Luciano Regolo, Alessandra Segafreddo, Giuseppe Severini, Massimo Spampani, Jeffrey Swann, Bruno Vespa Giacomo Pompanin, Paola Dandrea Archivio Carlo Gandini, Archivio Ciani, Archivio Cortina Turismo, Archivio Libreria Sovilla, Archivio Gis, Archivio Golf Club Miramonti, Archivio Rolly Marchi, Collezione Franco Gaspari, Dino Colli, Diego Gaspari Bandion, Enrico Ghezze, Silvia Lelli - www.riccardomuti.com, Maurizio Riccardi - AGR press, Emilio Zangiacomi Pompanin, Stefano Zardini Kidstudio Communications via L. Gordigiani, 58 – 50127 Firenze tel. +39 055 4369618 – fax +39 055 4289922 www.kidstudio.it – info@kidstudio.it Marco Innocenti Luca Parenti Amelia Bertozzi Villa Andrea Franceschi - Sindaco del Comune di Cortina d’Ampezzo Herbert Huber - Assessore al Turismo del Comune di Cortina d’Ampezzo Paola Valle - Assessore alla Cultura del Comune di Cortina d’Ampezzo Enrico Ghezze - Presidente Consorzio Impianti a Fune di Cortina Roberto Cardazzi - Presidente Associazione Albergatori di Cortina d’Ampezzo Fabio Bernardi - Presidente della Scuola Sci Cortina Davide Gaspari - Presidente Associazione Artigiani di Cortina d’Ampezzo Cinzia Ghedina - Presidente Regole d’Ampezzo Luciano Bernardi - Presidente Cassa Rurale ed Artigiana di Cortina e delle Dolomiti Paolo Caldara - Presidente Cooperativa di Cortina Enrico Valle - Presidente Comitato Coppa del Mondo di Sci Nicola Bellodis - Presidente Sestieri d’Ampezzo Igor Ghedina - Presidente dello Sci Club Cortina Piergiorgio Cusinato - Presidente Associazione Astronomica Cortina Teodoro Sartori - Presidente Gis Gestione Impianti Sportivi Cortina Michele Da Pozzo - Direttore del Parco delle Dolomiti Cortina Turismo Proprietario ed editore via Marconi 15/b – 32043 Cortina d’Ampezzo tel. + 39 0436 866252 – fax +39 0436 867448 cortina@dolomiti.org Cantelli-Rotoweb via Saliceto 22/e – 40013 Castel Maggiore (Bo) tel. +39 051 700606 – fax +39 051 6328090 More Than Media MTM srl via La Spezia, 37 – 00182 Roma tel. + 39 06 701476418 – fax +39 06 7008587 info@mtm-comunicazione.com Erica Majoni – Cortina Turismo e.majoni@dolomiti.org


EDITORIALE

La nostra sfida, “svelare”

Come nei veri romanzi a Cortina c’è molto di più di quello che si vede di Stefano Illing In cosa consiste il fascino di un luogo? Me lo sono chiesto spesso visitando per la prima volta una località, sorpreso da impressioni ed emozioni. Il paesaggio fisico è importante, così come l’esotismo, quel diverso che stuzzica e che obbliga a confrontarsi. Molto altro e di più però è indefinibile: sensazioni, profumi, sguardi, scorci che sorprendono, e più inafferrabile ancora, quanto è stato modellato dalle tracce lasciate da chi ci ha preceduto. Ciò che affascina di Cortina non è la conformazione della valle o le forme che qui le Dolomiti assumono. Non che il paesaggio non sia importante, ma ad uno sguardo più attento, più sensibile, ciò che resta quando la bellezza dei tramonti, o l’abbraccio avvolgente delle montagne, diventa ormai un fatto naturale, è qualcosa di altro, meno evidente, ma molto più significativo. Cortina è piena di sorprese. Che siano la storia o le istituzioni che l’hanno plasmata, l’essere stata identificata fin dall’800 come la Regina delle Dolomiti, l’aver guidato la scoper-

ta turistica della montagna, l’aver ospitato le Olimpiadi, ha fatto sì che a Cortina siano passati veramente tutti. Da Hemingway a Montanelli, da Fellini alla Bardot, personalità e personaggi l’hanno scelta per vivere, o per recitare, incontri, sentimenti, svaghi. E tutti quanti sono passati hanno lasciato tracce che hanno segnato la storia di Cortina. E la nostra storia. Come nei veri romanzi, a Cortina c’è molto più di quello che si vede. Non si consuma rapidamente con una visita distratta. Richiede riflessione, attenzione, sensibilità. CORTINA.TOPic raccoglie la sfida di riprendere il racconto di Cortina, di svelare con rispetto e attenzione i segreti, le sorprese, la storia e le storie di chi ha contribuito a farne, appunto, la Regina. Al centro di questo racconto saranno Cortina, le Dolomiti, quanti a Cortina vengono e l’amano, ma anche quanto accade nel mondo intorno a noi, con gli occhi dei protagonisti che ci aiutano a leggere l’oggi e il domani da questo particolare angolo di paradiso.

TO UNVEIL IS OUR CHALLENGE

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hat is it that makes any one place fascinating? I ask myself this question every time I find myself in a new environment, filled with awe at the marvels that surround me. The physical properties of the place are important, of course—a touch of exoticism always teases the imagination—but the attributes that truly set a place apart are much more indefinite: sensations, smells, glimpses, and a few moments of pure magic. Perhaps the most intriguing quality of a place is how much of an impact history has had in shaping it. The amazing thing about Cortina is not the curve of the valley or the shape of the mountains. The scenery adds much to the town’s appeal, but the observant know that there is still something that inspires awe long after the beauty of the sunsets and the splendour of the mountains have become commonplace, and this “something” is much harder to define. Cortina is full of surprises. The history and the institutions that founded Cortina and shaped its culture, its seventh-century title of “the Queen of the Dolomites,” and its hosting of the Olympics have guaranteed that literally everyone has visited our town. From Hemingway to Montanelli, from Fellini to Bardot, the famous have always come to Cortina, whether to live, sing, play, speak, or simply have a good time. And every person that has passed through has left an indelible mark on Cortina, on our history. There is much more to Cortina than first meets the eye. It is not a place to be scanned quickly and tossed aside as simply another stop on a tour. It requires reflection, attention, analysis. CORTINA. TOPic takes on the challenge of telling Cortina’s story, revealing in a respectful and appropriate manner the secrets , surprises, legends, and history of the town. It is the story of the Dolomites, of those who love the mountains, but also of what occurs in the outside world and how we respond to it that help us understand the yesterday, today, and tomorrow of this little corner of paradise.

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innan z itutto

TANTI NUOVI CONTENUTI PER LA CORTINA DI DOMANI

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EXCITING PLANS FOR THE CORTINA OF TOMORROW

Photo: Stefano Zardini

Photo: Diego Gaspari Bandion

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Un po’ sindaco, un po’ editore: già, Andrea Franceschi – primo cittadino di Cortina d’Ampezzo – ha i progetti, e i problemi, di un editore che cerchi contenuti di qualità per il suo giornale, o per la sua tv. “Sì, è vero: la nostra amministrazione è determinata a riempire Cortina di contenuti nuovi e attraenti, perché soltanto così potremo conseguire il nostro obiettivo, quello di allungare la stagione turistica a 9-10 mesi all’anno”. Trentenne – è uno dei sindaci più giovani d’Italia – ha fatto una campagna elettorale imperniata su internet, ha creato un sito che è valso più di mille tazebao (www.progettocortina.it) ed ha messo on-line un programma operativo di dodici cartelle, che è lì da leggere. Interessante, ambizioso: “Cortina è il paese dove vogliamo che crescano i nostri figli e i nostri nipoti…”. Ed è solo l’incipit. Il grosso delle realizzazioni programmate è ancora da fare. Ma qualcosa inizia a

muoversi, in concreto. Sindaco, cominciamo da questa forte scommessa sul futuro che è stata l’architrave del suo programma. Far sì che Cortina resti un luogo appetibile per vivere, anche a vantaggio dei bambini di oggi. Teme che ciò sia improbabile? Da alcuni decenni Cortina sta vivendo un lento ma costante spopolamento. Eravamo 8200 abitanti, venticinque anni fa. Ora siamo 6000: ma almeno un migliaio vivono fuori paese. Questo significa che in 30 anni la popolazione è calata di circa il 35%, un dato preoccupante. Come rimediare? Innanzitutto agendo sul piano urbanistico. Dobbiamo fare case per la popolazione locale, case che un tempo si sarebbero definite popolari, per riportare qui quelli che sono andati a vivere a 15-20 chilometri fuori dal paese, ma gravitano ancora professionalmente su Cortina. E sul piano economico? È vero che questi cortinesi lavorano ancora in Paese, ma ritenete che il lavoro continuerà a non mancare, che continuerà ad essercene per tutti? Occorre un deciso rilancio turistico: abbiamo un po’ dormito sugli allori, negli ultimi anni. Vede, le cose oggi non vanno male ma bisogna esaminare il quadro internazionale dell’industria turistica per capire cosa rischiamo e cosa dobbiamo fare per prevenire la crisi. Oggi nel mondo la concorrenza turistica è molto agguerrita, basti pensare a come sta muovendosi la

mbitious new programs are underway for urban planning and infrastructure in Cortina. The tourist industry is being seriously re-evaluated. This re-evaluation has a clear goal, according to mayor Andrea Franceschi: “lengthening the season.” The thirty-year old Cortina native (and one of the youngest mayors in Italy), says: “Cortina cannot sit on its laurels: we need to invest in the hotel industry and bring the number of available beds in the city to 6000-6500. We then want to begin focusing on increasing our international clientele. We have a new focus on athleticism and fitness, which is evident in our re-designed ice skating facility. It will be a multifunctional centre with curling sheets, tennis courts, climbing walls, a beautiful and spacious new swimming pool, and a fitness centre.”

provincia di Bolzano… E poi oggi con la stessa cifra che si spende per trascorrere una vacanza sulle nostre montagne si può andare alle Maldive… Il modo di fare turismo sta cambiando in tutto il mondo, ma Cortina è rimasta seduta… E cosa farà il Comune? Innanzitutto, darà spazio alla voglia di fare che mi sembra stia emergendo, voglia di rimboccarsi le maniche, da parte di tutti. Come amministrazione non potremo che sostenere il processo di sviluppo dell’attività turistica, nelle due direzioni necessarie: infrastrutture e contenuti. Andiamo per gradi. Le infrastrutture? C’è una premessa che vorrei fare… Purtroppo, negli ultimi dieci anni il grosso dell’economia di Cortina s’è spostato dal settore turistico a quello immobiliare, con tutto quel che è connesso: imprese di costruzione, artigianato, agenzie… le seconde case hanno preso sopravvento sulle strutture alberghiere e purtroppo

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Photo: Paola Dandrea - Archivio Cortina Turismo

s’è lasciato che diversi alberghi si trasformassero in residence. Non va bene, così. Quello delle seconde case è un turismo meno redditizio per il Paese. Per questo, per il futuro, vogliamo riprendere ad investire nel settore alberghiero, favorendo la nascita di nuove strutture, la ristrutturazione di quelle obsolete, e fermando definitivamente la proliferazione delle seconde case che, come dicevo, non portano benessere. Mentre gli alberghi? Gli alberghi vanno incentivati perché creano volano a tutta l’economia del comprensorio, e riteniamo che entro alcuni anni tra nuove strutture e ristrutturazioni i posti letto aumenteranno dagli attuali 4000 fino a quota 6000-6500. Ma c’è l’altro fronte, quello dei contenuti. Cosa farete al riguardo? Partiamo da un dato di fatto. La stagione estiva inizia ufficialmente a metà giugno, il pienone lo registriamo solo in agosto. Quella

Ambiziosi programmi sul piano urbanistico e delle infrastrutture, un deciso rilancio turistico con un obiettivo chiarissimo: “allungare la stagione”, parola del Sindaco Andrea Franceschi che ha intervistato per Cortina.TOPic Sergio Luciano, direttore di Panorama Economy.

invernale da Sant’Ambrogio a Pasqua, e l’andamento si misura sulla quantità della neve. Uno degli obiettivi qualificanti dell’amministrazione che guido è quello di riempire Cortina di contenuti, in modo da allungare la stagione e ovviare all’incognita fatale delle condizioni meteorologiche. Cortina InConTra al riguardo è una bella esperienza, un appuntamento fisso di quasi un mese e mezzo che vede venire a Cortina chiunque, dall’Italia e dal mondo. Il nostro obiettivo già per quest’anno è partire a metà luglio e finire con l’ultimo giorno di agosto per unire alle passeggiate, alle gite e alle escursio-

ni gli aspetti più culturali del soggiorno in un posto speciale come il nostro…. Qual è il tipico cliente turistico di Cortina? È di quel genere che, magari, s’è disgustato per l’immagine-monstre data dall’Italia nel mondo per il caso dell’immondizia a Napoli? La clientela di Cortina è meno internazionale di quel che si pensi. Per quanto riguarda gli alberghi - gli unici dai quali abbiamo dati certi - non si arriva al 20% di clientela straniera, e per le seconde case ancor meno. Noi dobbiamo impegnarci ad invertire questa situazione, comunque non temiamo di subire ripercussio-

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Photo: Paola Dandrea - Archivio Cortina Turismo

ni dall’immagine negativa che l’Italia ha dato all’estero, e comunque finora non ne abbiamo avute. Piuttosto risentiamo anche noi della crisi del ceto medio che in qualche modo si avverte. Cortina ha un’immagine che non combacia perfettamente con l’offerta che vi si può trovare. A chi la guarda da lontano, senza conoscerla, può sembrare una meta inaccessibile, esclusiva, solo per vip. In realtà è una località che può essere apprezzata da una fascia di mercato ben più vasta… Certo, in paese ci sono molti leggendari alberghi di lusso, a cinque stelle, ma ci sono anche ottime pensioni a tre stelle, economicamente accessibili come quelle dell’Adriatico. Crede che il pubblico sciistico sia sempre soddisfatto di voi? Riteniamo di sì, anche perché negli ultimi anni tutti gli impianti di risalita sono stati rinnovati. Certo, anche in questo specifico comparto la concorrenza è forte, a volte qui vicino, in Alto Adige, sembra di essere in

un altro mondo… hanno impianti davvero innovativi. Peraltro, i nostri impiantisti hanno lavorato bene e meritano quindi un nostro sostegno se non diretto almeno nel rilancio di tutto il settore turistico. Le ultime stagioni alla fine si sono rivelate buone, si tratta solo di non dormire sugli allori. Ma per rilanciare il turismo occorre anche potenziare l’infelice viabilità… O no? La viabilità è sicuramente uno dei temi cruciali per Cortina, ma è anche complicatissimo. Tanto che se ne discute da decenni. Prima o poi qualcosa va studiato. Noi come amministrazione possiamo dire che stiamo lavorando a diversi progetti per arrivare a uno che sia condiviso. Bisogna far tesoro di qualche passo falso e trovare la soluzione che meglio sia “a misura” di Cortina. Poi è chiaro che, su un tema del genere, le risorse non possono essere solo quelle comunali… A noi tocca il compito di farci trovare pronti con un progetto preciso. Ma siamo anco-

ra un po’ alle premesse, non ci siamo dati una scadenza predefinita. Torniamo ai contenuti. C’è Cortina InConTra, è bellissimo. Ma non basta. Le pare? Assolutamente sì, stiamo lavorando sodo al nuovo polo sportivo e del benessere, nella zona dell’attuale palazzo del ghiaccio, che sarà un centro polifunzionale con il campo da curling, la bocciofila, i campi da tennis, la palestra di arrampicata coperta e una nuova grande piscina con centro benessere all’altezza di Cortina, per far sì che le persone possano trascorrere bene il loro tempo anche nelle giornate in cui il clima non fosse clemente. È fondamentale che queste nuove strutture siano accessibili e ben servite da parcheggi, che sono programmati sotto terra. Confidiamo di realizzare tutto nel giro di 4-5 anni al massimo, tutto l’iter burocratico è già iniziato, i fondi sono stati stanziati. Siamo fiduciosi, a stralci tra due anni qualcosa comincerà ad essere pronto. E poi c’è in arrivo il campo da golf i cui lavori sono finalmente partiti. Un passo alla volta faremo tutto. Convegni, sport. E poi? Alla cultura non manca qualcosa, secondo lei? Sì, e non dovrà più mancare. Per questo stiamo finalizzando il polo culturale di Cortina, che sorgerà nella zona della stazione degli autobus, proprio dove si svolge Cortina InConTra. Lì verrà realizzato un parcheggio sotterraneo per togliere le auto dal piano strada, e fuori una grande biblioteca molto bella, che sarà un punto d’incontro, una sala mostre di alto livello, con una struttura che possa ospitare congressi, la rassegna Cortina InConTra, una sala polifunzionale di livello, ed una sala della musica, dove possano suonare orchestre da camera di qualità. Tutte cose che ci consentono di riempire davvero Cortina di contenuti, per lavorare davvero 9-10 mesi all’anno col turismo. E vedere ripopolato il nostro amatissimo borgo. —Sergio Luciano

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fatti & per s one

La nostra rivista comincia il suo cammino a partire dalla sapienza della memoria, con un servizio sui grandi giornalisti che hanno sofferto e soffrono di quello che Massimo Spampani – giornalista del Corriere della Sera – definisce il “mal di Cortina”.

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lla Croda da Lago de a m ci lla su i ch bellunese Rolly Mar D-ino Buzzati con per il compleanno dello scrittore embre 1966 6allasett sua ultima scalata ltra immagine di Dino Buzzati un’a Sopra, a sinistra:

atto d’amore. E non si fa certo fatica a comprendere come lo scrittore, giornalista e pittore, nato a Villa San Pellegrino di Belluno (bastava che alzasse lo sguardo per vedere le sue Dolomiti) fosse in assoluta sintonia con le linee d’orizzonte, le cime, i boschi e le atmosfere che propone la conca d’Ampezzo. Buzzati si innamorò di Cortina fin da quando a 16 anni compì la sua prima vera scalata in cordata con suo fratello Augusto e con la guida alpina Angelo Della Santa, sulla via Eötvös alla Croda da Lago: «È la montagna che mi piace di più di tutte, la più misteriosa» scrisse. E fu anche l’ultima dove salì con corda e moschetto-

ni, nell’estate del 1966, insieme a Rolly Marchi, altro patriarca del giornalismo da sempre legato a Cortina e alla neve, e Lino Lacedelli, il conquistatore del K2. Erano anni in cui lo sci stava iniziando a diventare quello sport di massa di cui poi abbiamo visto l’evoluzione, e che ancora non mostrava le esasperazioni odierne. Buzzati scriveva in proposito: «Tutte le notti inverosimilmente sogno di sciare. Nei sogni a differenza della vile realtà io sono bravissimo e le ragazze mi guardano ammirate». Una volta all’anno lo scrittore convinceva Indro Montanelli ad andare con lui ai piedi della Marmolada per far colazione al rifugio Castiglioni,

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lly Marchi

Archivio Rolly Marchi

Il rapporto tra Cortina e i grandi giornalisti italiani spesso è andato molto al di là delle ragioni professionali che hanno fatto approdare le grandi firme tra le Dolomiti. Una specie di “mal di Cortina” per cui una volta messo piede nella conca d’Ampezzo, per una motivo o per un altro, difficilmente un cronista, un inviato o un direttore di giornale, può ritenersi immune dalla sindrome che colpisce chi resta abbagliato dal fascino del luogo. E questo è accaduto e accade per grandi firme della carta stampata e della televisione. Alcune delle quali hanno sentito o sentono Cortina come una seconda dimora, mettendo radici tra i monti. Le motivazioni sono le più diverse e spesso tra loro complementari. C’è chi ha eletto la conca come buen ritiro, per staccare la spina, o per sfruttare la tranquillità del posto, durante le vacanze, mettendo mano, chessò, alla stesura di un nuovo romanzo o di un nuovo saggio. C’è chi ha colto l’occasione di sfruttare le infinite potenzialità di un luogo d’incontro come Cortina, o chi viene quassù per potersi finalmente concedere qualche giornata più attiva lontano dalla scrivania, sulle piste di sci o sui sentieri di montagna. Insomma una cosa non esclude l’altra ma tutte concorrono ad allungare una lista di firme che è unica per una località turistica in Italia. Ad aprirla, con lunghi soggiorni nella sua casa di Cortina, fu Dino Buzzati. Un


Archivio Libreria Sovilla

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facilmente raggiungibile in auto al passo Fedaia. Tutto infatti si può dire di Montanelli, che a Cortina era di casa, e che per una decina d’anni è stato addirittura residente in Ampezzo, ma non che fosse un grande sportivo dell’alpe e tanto meno uno sciatore. A passeggiare invece andava volentieri, assaporando la montagna a piccoli passi, non vere e proprie gite. Negli ultimi anni la sua predilezione andava a una stradina sterrata, con lievissime pendenze che da Pié Tofana, passando dietro il Col Druscié, conduce fino all’incrocio con quella che sale a Cianderòu, in mezzo a un bosco rado di larici, abeti, cembri e pini mughi. Camminava di mattina, con il suo passo lento, il cappello in testa, il bastone in mano, discorrendo con i pochi amici che lo accompagnavano, Pietro Barilla, Giorgio Soavi, Rolly. Chiese pubblicamente al sindaco di allora, Paolo Franceschi, che quell’itinerario fosse

dotato di panchine: venne accontentato. Oggi quella stradina si chiama: “Passeggiata Montanelli”. Ricordo che una volta lungo l’ex ferrovia a La Vera, in una delle sue passeggiatine, il Direttore ebbe a discutere con Arrigo Sacchi, allora ct della nazionale, e Alfio Caruso, allora vicedirettore della Gazzetta dello Sport, sulla formazione della squadra in vista dei Mondiali, ed ebbe parole al veleno su Vittorio Cecchi Gori (subentrato al padre Mario), presidente della Fiorentina dalla fragile sensazione d’onnipotenza, squadra di cui Indro era un tifoso viscerale e anche consigliere della società. Nel 1992, organizzato da Ilario Sovilla, ci fu anche un clamoroso «processo a Montanelli» evento in scena al Savoia, pubblico ministero Corrado Augias, capo di imputazione: aver impersonato i peggiori difetti del popolo italiano. Ad accusarlo la giornalista Miriam Mafai e Gianni Rocca, condirettore di Repubblica, testimoni a difesa lo scrittore Manlio Cancogni, con Enrico Mentana, direttore del TG5, anch’egli più volte in vacanza a Cortina. Il verdetto: assoluzione. Ma non era infrequente vedere Montanelli lungo il corso assieme ad Enzo Biagi, anche lui allora di casa a Cortina, dove aveva un appartamento a Majon. Entrambi indossavano pantaloni di velluto, entrambi si tenevano lontani dalla mondanità (Montanelli non sopportava più di otto persone a tavola, Biagi restava in famiglia concedendosi qualche

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Sovilla Archivio Librer ia

Archivio Libreria Sovilla

Enrico Mentana, Corrado Sopra: Augias e Indro Montanelli ideatore Sovilla, Ilario Accanto: con l’Autore Incontri Spadolini miticia Giovanni dei insieme a destra: una foto di pagina Nella Saviane e, insieme, Enzo Sergio Biagi e Lamberto Sechi

cena con amici). Ad un certo punto presero strade diverse, ma l’amicizia tra le due grandi firme del giornalismo italiano non fu mai in discussione. Che dire poi dei tanti altri direttori e giornalisti che a Cortina hanno lasciato o continuano a lasciare la loro impronta. Domenico Porzio, scrittore, direttore e inviato di numerose testate, terminò la sua vita proprio a Cortina nel 1990. In forza alla Mondadori, ideò, con Ilario Sovilla, molto più che un libraio, gli Incontri con l’Autore. Ricordo con affetto Paolo Frajese, punto di forza della Rai, che non saltava mai una stagione, Giulio Nascimbeni, la voce della Cultura al Corriere della Sera, anche se la sua lingua ufficiale in redazione era il dia-

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letto veneto, e Sergio Saviane. Giovanni Spadolini non passava certo inosservato: per la sua corporatura e la sua autorevolezza culturale, anch’egli con alle spalle la direzione del Corriere. Era spesso ospite dell’amica Rina Brion. Ci teneva che la stampa rilevasse la sua presenza a Cortina. Quando interveniva pubblicamente al Savoia, nei panni del politico, scriveva appunti sui fogli che passava all’Ansa, con una grafia così grande per cui talvolta ci volevano più pagine per una sola frase. Sono assidui frequentatori di Cortina Sergio Lepri, alla direzione dell’Ansa per molti anni, Nino Milazzo, già vicedirettore del Corriere, Massimo Alberizzi, inviato dello stesso quotidiano con il “mal d’Afri-

ca”, Ettore Mocchetti, direttore di AD e Giovanni Valentini, editorialista di Repubblica (il cui fondatore e primo direttore Eugenio Scalfari, frequenta pur esso la valle, tenendosi in disparte), Vittorio Feltri, direttore di Libero, con la passione per i cavalli e il Concorso Ippico Internazionale di Fiames, per non parlare di Milena Milani. Anche Paolo Mieli, direttore del Corriere della Sera, da qualche stagione ha intensificato la sua presenza nella conca d’Ampezzo, adottando come maestro di sci l’amico Enrico Valle, che presiede il Comitato organizzatore della Coppa del Mondo. E che dire di Bruno Vespa, la cui abbronzatura, spesso esibita in tv, è quella rimediata sulle nevi della Tofana.


Archivio Rolly Marchi

DI ROLLY nno protagoniste della proiezione-evento organizzata perde celeE FOTO graf LE PIU’ BELL amico ie sara che si dipana per immagini, quelle scattate da un gran graf a di foto Una cinquantin ia, foto Asla e ura Un raccontopara cult la Marchi. usat agna, mont la brare Rolly che vita sua della a L’idea e’ dell’ o come lascidigm te. lmen devo vicen sero di Cortina,rare leha discipline izzas valor si che oltr ando to ma presieduta da Rosanna Dona’ dalle Rose: a fine agos ’ e senza sepa Per il Futuro di, Cor gini. Sarattere una ad unaatoledisueCorimma sociazione si raccoglieranno attotina raccontera’ a Rolly che e rifle tina pass nel are cento socilui, infatti, a commentarernoi suoi entr per scatti, proprio ro della montagna. sul futu

Ho lasciato per ultimo Lamberto Sechi, che Cortina.TOPic ha voluto come direttore onorario. Da sempre è amico della conca d’Ampezzo, che frequenta d’estate e d’inverno. E non ci poteva essere scelta migliore visto che il direttore onorario è considerato il padre dei newsmagazine moderni in Italia. Non fosse altro che per aver “trasformato” nel 1965 “Panorama”, ispirandosi all’esperienza della testata americana “Time” con formato tabloid e dal taglio veloce. Il settimanale in pochi anni diventò il primo in Italia, e alla scuola di Sechi sono cresciuti molti noti giornalisti italiani, anche tra quelli che vengono a soggiornare quassù. Un buon auspicio dunque. —Massimo Spampani

JOURNALISM BENEATH THE TOFANE

T

he relationship between Cortina and the biggest names in Italian journalism often goes far beyond the professional obligations that have brought large media firms to the Dolomites. A type of “Cortina fever” seems to infect every reporter, correspondent, or newspaper editor who sets foot in the valley, dazzling him or her with the charm of the locale. This phenomenon has occurred for representatives of every well-known media firm, whether from the press or from television. Several of these representatives have made Cortina a second home, growing roots in our valley. Their incentives are many and varied: there are those who have chosen the valley as a cozy refuge, a tranquil place to relax during vacations or to work on drafts of a new novel or article; those who take advantage of the vibrant social networks of the town to make new acquaintances; and those who come to savour a few days of activity away from their desks, enjoying themselves on the ski slopes or the hiking trails. One motive does not exclude another — indeed, they all coincide and serve to lengthen the list of local journalist organizations that is already uniquely long for a tourist site in Italy.

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. . e r o t t e r i D o r Ca

Come poter raccontare qualcosa di più del nostro direttore onorario? Come potergli fare una sorpresa? Abbiamo chiesto aiuto ai suoi “ragazzi”, i giornalisti che Sechi ha allevato a suon di “pallini neri” come racconta Maria Luisa Agnese e “tre punti esclamativi e interrogativi” ricorda Chiara Beria di Argentine. Lezioni di rigore, sottolinea Giulio Anselmi.

didirettore Giulio deAnsel mi, La Stampa Lamberto Sechi è stato, è e resterà il principale punto di riferimento personale e professionale per un gruppo importante di giornalisti: non li cito uno per uno, basti dire che hanno lavorato, spesso dirigendole, nelle più importanti testate quotidiane, televisive e periodiche d’Italia. Molti hanno lasciato una traccia, ma, per quanto si siano sforzati, non sono riusciti a raggiungere il loro mito. Perchè questo è il punto: in Sechi e nella sua lezione di rigore espressa da Panorama si riconoscono tanti ex ragazzi ed ex ragazze, diversissimi tra loro, ma segnati in qualche modo dalla sua concezione del giornalismo. Un giornalismo-artigiano, fondato sulle cose e non sulle ideologie (e parliamo degli anni Settanta), impastato di rigore senza fanatismi, esemplificato nella formula dei “fatti separati dalle opinioni” che fu irrisa come semplicistica (ma quale formula non è, necessariamente, elementare?) da chi ha sempre preferito eludere il problema dell’obiettività, perfino come

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diinviato Maridela LuiCorriere sa Agnese, della Sera linea di tendenza. Sechi è stato un direttore severo. Ancora oggi ricordo l’attesa del giudizio, prima in via Bianca di Savoia, storica sede della Mondadori, e poi nel palazzone di Segrate: ogni pezzo, fosse la cover-story o una notizia ad una colonna, rappresentava un esame. Sechi aveva le sue preferenze, le sue idiosincrasie, le sue ritualità che si esprimevano in riunioni-interrogatorio rigorosamente antifumo, i suoi vezzi. Ma non era un vezzo dire: “Io ho molti amici, Panorama non ne ha nessuno”. Dei molti direttori che ho conosciuto è stato quello che ha interpretato al meglio il suo ruolo: coraggio all’esterno, con la determinazione di scontrarsi con chiunque per difendere l’autonomia del giornale e il lavoro dei suoi redattori; fermezza all’interno, ma senza cattiveria. Per questo, tanti anni dopo, è il modello in cui noi, suoi eredi, ci riconosciamo. Tutti, anche quelli che per le circostanze della vita si sono, come dire, un po’ “spretati”.

Il pallino nero e il giro del piattino: cosa erano mai costoro? Due piccoli tormentoni, due istituzioni che hanno afflitto l’apprendistato del vispo vivaio di giornalisti cresciuti nel Panorama di Lamberto Sechi a metà degli anni Settanta. Cominciamo dal pallino nero: era il supplizio della non firma che un direttore molto capace e molto padrepadrone, Lamberto Sechi, infliggeva ai speranzosi apprendisti che avevano faticato per produrre finalmente un pezzo tutto da soli. E la firma? Beh, per quella si vedrà: bisognava aspettare, crescere e faticare ancora. Per quella volta e per tante altre ancora ci sarebbe stato solo il pallino nero in fondo al pezzo. Poi c’era l’altro incubo, e cioè il giro del piattino. Quando le idee languivano, nelle accese riunioni dove ogni settimana si pensava il giornale nuovo, il medesimo direttore cominciava il temibile rito dell’interrogazione personale: partiva dalla sua sinistra e interrogava, reclamando da tutti,


di diChiArgenti ara Berine,a

04 12 18 le e h c a R A casadidiBaldini con tutto festa taff di Panorama lo s uno dopo l’altro, scoop, novità, tendenze e non liberava i malcapitati prima che ognuno di loro avesse gettato in quel benedetto piattino almeno una moneta di buon conio, ovvero un’idea che avrebbe potuto tramutarsi in un articolo di pregio. Carlo Rossella (raccontiamo le gesta di uno per tutti), già allora simpaticissimo e fantasioso, se la cavava in due modi: o arrivava con un fogliettino dove aveva segnato una quindicina di idee - alcune strampalate, parecchie buone, tre o quattro geniali - e le recitava con gran divertimento dei colleghi, oppure latitava, inventando perlopiù catastrofi familiari tanto che la povera, amatissima, madre fu dichiarata più volte in fin di vita. Chi provocava tali patemi d’animo, e riusciva a mandare in paranoia anche persone che in seguito si sarebbero rivelate piene di risorse, era un direttore sardo-emiliano schivo e cocciuto, che non esibiva carismi o narcisismi particolari, ma che era determinato a svecchiare il giornalismo italiano, importando alcune regole auree della miglior stampa anglosassone: notizie di qualità, pochi aggettivi e, soprattutto, i fatti separati dalle opinioni. Regole che faceva rispettare con tempra d’acciaio e – in tempi pre-tecnologici

– dotandosi di matita rossa e blu, senza paura di apparire un po’ maestrino. Tanto sudore e pochi onori, insomma, per quei giornalisti di nuovo conio, allevati alla mistica monacale e severa dell’impegno, avventizi privilegiati in un’Italia di non molti anni fa ma che sembra lontana anni luce. Sechi sapeva che la sua scommessa non era facile, voleva riuscire a imporre il suo modello di giornalismo all’americana, di denuncia e di tendenza, puntando su una redazione anomala per i tempi: un gruppo di cinquantenni colti e preparati che dovevano interagire con una masnada di under trenta che portavano idee nuove dal mondo. Era convinto che solo la dialettica fra i decani di qualità e i nuovi arrivati pieni di inesperienza avrebbe tolto la polvere a un giornalismo un po’ parruccone, e per questo aveva voluto con sé l’amico francesista Gianluigi Rosa, per tutti il professore, il giornalista-poeta Raffaello Baldini, lo scrittore-inviato Gaetano Tumiati: una squadra di professionisti che Sechi, con sofisticata operazione intellettual-mediatica, aveva chiamato al desk, e che volentieri si faceva trascinare da lui ad allevare ed istruire quel team di giovani ansiosi di scoprire notizie, idee, tendenze, polemiche, e che poi si sarebbe sparso nella stampa italiana con posti di responsabilità. Penso di essere stata privilegiata ad avere incontrato quel gruppo di “vecchi” che con il loro esempio ha contagiato e convinto una ragazza di vent’anni con tante idee filosofiche in testa, ancora indecisa fra l’università e quel giornalismo in cui era inciampata per caso. Ho impiegato secoli a riconciliarmi con gli aggettivi e soprattutto a poterli usare senza sensi di colpa. Ma là, nelle mitiche stanze di via Bianca di Savoia a Milano, ho imparato che “Largo ai giovani” non basta comunicarlo. Bisogna saperlo far funzionare.

inviato de La Stampa “Il direttore è partito per Cortina”. La notizia, ogni agosto, si diffondeva con un misto di sollievo e di apprensione dalla più “militarizzata” redazione centrale di Milano alla bella palazzina di via Sicilia, dove, all’ultimo piano, tra terrazze, partite a poker e manifesti di belle ragazze (salvo le segretarie eravamo solo due donne, la mitica Emilia Granzotto e io, ragazzina) lavorava l’allegra brigata romana di Panorama. Sollievo. Persino Lui, il nostro padre direttore, che tanto si infuriava se noi giovani arrivavamo la mattina con un quarto d’ora di ritardo (memorabile la strigliata che fece a Marco Giovannini e me – quando ancora lavoravo a Milano – per un rientro non in perfetto orario dopo un week-end) da farsi venire le orecchie rosse pomodoro; persino Lui, il direttore instancabile, che sosteneva l’assunto secondo il quale chi stava in vacanza più di 15 giorni mostrava di fatto di essere superfluo per il giornale, era finalmente tra i suoi amati monti, con i suoi cari amici Montanelli e Pieroni. Apprensione. Perché, Lamberto Sechi, il più esigente e formidabile maestro di giornalismo, in realtà anche sotto le Dolomiti non staccava un solo giorno la presa. Anzi. Il suo mitico taccuino d’appunti (non era leggenda redazionale che già di prima mattina scorrendo i giornali – nel bagno, ovviamente – notasse spunti per articoli) seguiva immancabilmente Sechi anche in montagna. “Il direttore ha chiamato da Cortina”. A quei tempi, per fortuna, non c’erano ancora i cellulari ma Sechi era una presenza immanente. C’era il capetto assai lecchino che si beava di essere in linea (telefonica) con Lui. E c’era quello che si deprimeva (che cosa gli avrò mai fatto?) perché non veniva mai cercato dal superdirettore. Sicuramente ci sarà stato pure quello che gli telefonava per fargli soffiate sulla vita di redazione in sua assenza. La redazione di un giornale è un frammento di mondo. “Buongiorno direttore”, Sechi chiamava noi, giovani cronisti, quelli che firmavano l’articolo con un anonimo pallino nero (per anni mi sono sempre rivolta a Sechi con il “Lei”; particolare, tra i tanti di quell’epoca che rimpiango, visto certi ambienti di lavoro

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Sovilla ia Archivio Librer

ttore e ir D il n o c ia r e B ChiaraaiUno Fabrizio Del Noceo,ia di Rnte un incontro al Sav dura assai sciamannati, comunque falsamente egualitari) qualche volta per farci i complimenti, spesso per farci cazziatoni su errori di nomi, di date o perché avevamo usato un linguaggio pigro e gergale (guai a usare il pleonastico “apposito” e mi fece sentire un verme quando mi sgridò, con tanto di pubblica circolare in bacheca, perché in un articolo di politica avevo usato il verbo “rifondare”, in quei giorni abusato dai politici) altre volte, le più adrenaliche, per affidarci un “pezzo”. Termine che Sechi avrebbe censurato con 3 punti interrogativi e 3 esclamativi come faceva quando non gli piaceva un articolo: “Riscrivilo”. Altro che certi strafalcioni sui giornali, altro che gossip. Fu durante le sue vacanze cortinesi che Sechi (penso ne avesse parlato con Montanelli e al telefono con Biagi) mi chiese di intervistare Fellini sull’amore. Sala di montaggio d’Amarcord, carrello di bollito da Cesarina. Fellini innamorato parlava alla ragazzina, il suo amico Sechi, mise l’intervista in pagina ma, quando il regista temette reazioni familiari con imbarazzo mi comunicò che l’intervista era

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saltata. Non era da lui; fu l’unica volta in tanti anni che non mi pubblicò un articolo, eppure tra terrorismo e crisi politiche mi occupai di cose ben più delicate. L’alto e il basso, Paolo Mieli con il suo “Corriere” in minigonna non era ancora all’orizzonte; lavorava in via Po, dalle parti di via Sicilia, per i nostri grandi concorrenti, quelli dell’Espresso. A Cortina, Sechi fiutò la notizia che a Venezia, a palazzo Volpi, ci sarebbe stato il ballo per il debutto in società di Olimpia Aldobrandini. Era il 1973, vigilia di anni drammatici. Naturalmente, visti i miei trascorsi festaioli (per fortuna, nessuno in quel settimanale così impegnato, dove non mancavano convinti sessantottini, aveva visto la mia foto di deb in Francia al “Bal des Petits Lits Blancs!”) Sechi m’incaricò di partire per Venezia per fare la cronaca della serata, off limits per i giornalisti. Retroscena. Non sapeva Sechi (credo non l’abbia mai saputo) che Gianni Farneti, uno degli inviati di punta di Panorama che aveva spedito a Napoli per l’emergenza colera arrivò a Venezia

per stare qualche ora con me, di nascosto. Da Cortina, infatti, Sechi e sua moglie Franca, si erano spostati nella loro casa di Venezia per assistere alla premiazione del Campiello. Un incubo, se ci avesse scovati! La settimana dopo Panorama uscì con in copertina una bellissima inchiesta di Gianni sul colera a Napoli; nella sezione Vita moderna c’era il mio articolo sul megaballo con divertenti particolari (grazie a una mia “fonte coperta”) del ballo con tanto di Ranieri di Monaco precipitato a terra per rottura di sedia. In redazione certi sessantottini (oggi vestono cachemire) mugugnarono per un articolo giudicato troppo “futile” per quei tempi. Poi, Fortebraccio lo citò nella sua famosa rubrica sull’Unità e allora tacquero. Sechi, il primo in Italia a dare nel newsmagazine spazio ad argomenti non solo di politica e di economia (certi famosi stilisti dovrebbero fargli un monumento!) ancora una volta non si era sbagliato. La bella Olimpia, una ragazza come scrissi allora 3C (chic, chèques e choc) quella sera incontrò il suo futuro marito, David Rothschild; l’anno dopo sposai Gianni. Nostro figlio maggiore Emanuele, al quale Sechi pronosticò fin da piccolo che sarebbe diventato direttore, è capo redattore a Panorama e dirige il mensile di Panorama, First. A Cortina d’Ampezzo io che di sangue piemontese sono stata allevata a Courmayeur, sotto il Monte Bianco, amavo venire ospite di Leonardo Mondadori, nipote di Arnoldo l’editore che volle lanciare Panorama. Ora, a Cortina ritorno soprattutto d’inverno per magnifiche giornate di sci con amici carissimi. Fino all’estate di tre anni fa, a Cortina in quella casa delle telefonate di Sechi, non c’ero mai stata. Faceva caldo, c’era un gran traffico, sono andata a trovare il mio Grande Direttore, mi ha aperto Francesca, la moglie che Sechi ha avuto la fortuna di trovare in questa sua nuova stagione. Tanti suoi vecchi amici non ci sono più, tante cose nelle nostre vite sono cambiate. Da tanto tempo gli do del tu ma, quel giorno, non ho osato chiedergli dov’era il suo bagno. Forse avrei trovato ancora un mucchio di giornali e un taccuino di appunti.


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PRIMO PIANO

C’ERA UNA VOLTA UN RE 28


ideali cavallereschi, ma mantenne come sue costanti e benefiche fughe le passioni di sempre: la lettura, la botanica, le arrampicate sulle vette, dove, diceva, “ci si sente più vicini all’Assoluto”. Anche gli affetti, la famiglia per Alberto furono una valvola di spontaneità. Con la moglie Elisabetta di Baviera, figlia di un fratello dell’imperatrice Sissi d’Asburgo, Carlo Teodoro, oculista di fama, sviluppò un’intesa e una complicità rare, specialmente nella storia delle Case Reali, segnata da tante unioni combinate per ragioni dinastiche. Si incontrarono per la prima volta nel 1897, ai funerali della duchessa di Alençon, entrambi ventunenni e fu un colpo di fulmine. Di lì a breve cominciarono a scambiarsi lettere appassionate. Nel carteggio

“Il re soldato”, “il re alpinista”, “il re cavaliere”… Tra tutti i sovrani europei del Novecento, Alberto I del Belgio, è forse quello che è passato alla storia con gli appellativi più lusinghieri, lasciando un ricordo straordinariamente vivo, nonostante siano passati oramai 74 anni dalla sua improvvisa scomparsa per un incidente di montagna a Namur: il cedimento di un appiglio, in una parete rocciosa che sembrava sicura e che invece provocò un volo mortale. Di lui, la sua terzogenita Maria José, l’ultima regina d’Italia, di cui chi scrive ha raccolto le memorie, era solita ripetere: “Mio padre ha avuto la gloria, ma l’ha portata sempre come un peso: sapeva quanto era costata quella gloria”. Al trono Alberto I, figlio del conte Filippo di Fiandra e di Maria, nata principessa di Hohenzollern, era salito nel 1909 per un doppio imprevisto: la morte prematura del fratello maggiore Baldovino, a 22 anni, nel 1891, per una polmonite e la mancanza di eredi maschi dello zio paterno, re Leopoldo II. Forse per questo interpretò il ruolo di sovrano, come un vero e proprio lavoro, consapevole della responsabilità piuttosto che dei privilegi. Fosse stato per lui, avrebbe fatto volentieri a meno di tutti gli orpelli e dell’etichetta di corte, ma Immagini: l’amore per il suo Collezione Franco Gaspari Paese fu più forte. E quindi abbracciò e Archivio Carlo Gandini il ruolo, con piglio e rigorosità, con i suoi

pubblicato da Maria José, fiera dell’esempio di vita lasciato dai genitori, a un tratto Elisabetta scrive: “Se soltanto potessi entrare in questa lettera e – quando l’aprirai, saltarti al collo e abbracciarti “wild”, appassionatamente”. E Alberto replica: “Marito e moglie devono trovare la massima felicità nello stare assieme. Ognuno deve essere per l’altro la compagnia migliore e più ricercata”. E fedele a quest’ultimo proposito fu il loro matrimonio, celebrato il 2 ottobre 1900 e arricchito dalla nascita di tre figli: Leopoldo nel 1901, Carlo Teodoro nel 1903 e Maria José nel 1906. La coppia condivide una serie d’interessi, dall’archeologia all’arte, dalla scienza alla montagna. Elisabetta che aveva cominciato fin dalla tenera età a percorrere sentieri rupestri e a vedere in azione gli alpinisti della famosa Scuola di Monaco, dà nuovo impulso al debole di Alberto per le vette. Le prime scalate del re risalgono al 1905, in compagnia di Charles Lefébure, segretario del chimico Ernst Solvay, conosciuto per le sue foto e i suoi scritti sulle imprese montane. Assieme a lui e alla guida Supesaxo, pochi mesi dopo la nascita di Maria José si misura con i ghiacci dell’Adamello. Vittorio Varale che raccontò dettagliatamente le prodezze alpine del sovrano, lo descrive come un atleta biondo, alto un metro e novantadue, di fisico forte e robusto, intrepido nonostante la forte miopia. Ma le vette nevose, a un certo punto, sembrarono troppo agevoli ad Alberto che volle misurarsi con la roccia. Fu così che, durante una scalata al Brenta, si innamorò delle Dolomiti. A ricordare questo colpo di fulmine c’è ancora il rifugio che porta il suo

Un ritratto accurato ed esaustivo su Alberto I del Belgio – il re alpinista cui è dedicata la grande mostra dell’estate, allestita all’interno dell’Alexander Girardi Hall – quello che ha scritto Luciano Regolo, il giornalista e scrittore cui Maria Josè, terzogenita del sovrano belga, ha affidato ricordi e documenti inediti, tra cui i suoi diari da bambina che tanto raccontano dello speciale rapporto che la legava al padre.

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nome nei paraggi delle Torri del Vajolet, fatto erigere da Tita Piaz. A Cortina, Alberto venne per la prima volta nel 1907, in compagnia di Lefébure e Antonio Dimai Deo, detto Tone Deo, considerato la migliore guida del luogo, che per più d’un ventennio scortò il sovrano e spesso anche la moglie Elisabetta, su e giù per le Dolomiti. Anni dopo molte altre guide ampezzane, come Agostino Verzi Sceco, o Angelo e Giuseppe Dimai, accompagnarono il sovrano. La pratica dell’amato sport divenne più difficile per Alberto dopo l’incoronazione, il 17 dicembre 1909, ma non per questo vi rinunciò. Come re del Belgio, fu il primo a giurare fedeltà alla Costituzione, non solo in francese, ma anche in fiammingo, lasciando trapelare già con questo gesto il suo intento unificatore tra le diverse etnie del Paese. Ancora oggi si conservano negli archivi del Laeken, i quaderni in cui vergava pazientemente le parole dell’ostico idioma fiammingo con accanto la traduzione. S’impegnò inoltre a favorire la legislazione sociale, conquistandosi così il rispetto della classe operaia e si concentrò in una sfida importante per il Belgio: l’Esposizione Universale di Bruxelles nel 1910. Con la moglie e i figli, vivono tra i palazzi di Laeken e Bruxelles, la residenza di Ciergnon nelle Ardenne e quella in riva al mare di Ostenda, dov’era nata Maria José. Attorno alla coppia reale, nasce un salotto di alto livello intellettuale. Tra i più assidui frequentatori c’erano: Ysaye, De Greef, van Dyck, Auguste Piccard, Marie Curie e Albert Einstein che suonava il

violoncello con la regina Elisabetta. Nonostante gli impegni di Stato, Alberto continua a seguire rigorosamente l’educazione dei figli, ai quali cerca di trasmettere i suoi stessi valori, la sua stessa religiosità critica. “Chi non difende la propria libertà”, era solito dire loro, “non può difendere quella del proprio popolo”. Oppure: “Non dovete aver paura di nulla, se non della vostra debolezza”. In prima pagina: Re Alberto I Qui sotto: Maria Josè, terzogenita del Sovrano Nella prossima pagina: il Re scalatore seduto, nella foto simbolo della mostra A pag.35: Re Alberto I del Belgio osserva la valle d’Ampezzo dalla cima del Pomagagnon (2465 m.). Cima salita nel 1912 percorrendo la via Dimai-Phillimore in cordata con l’amico Charles Lefébure e le guide Antonio Dimai e Agostino Verzi. (foto di Charles Lefébure)

Anche nelle estati del ’12 e del ’13 il re del Belgio torna con la famiglia a Cortina per dedicarsi alle scalate, sempre più difficili: dal Pomagagnon al Col Rosà, da Faulhorn a Punta Fiames. Maria José che già fremeva per seguire il padre nelle imprese, ne ricordava il rientro in albergo, col volto arrossato dal sole, il fazzoletto al collo, gli scarponi chiodati… Alle Alpi il sovrano poteva dedicare al massimo tre settimane all’anno, ma si teneva perfettamente allenato e così sopportava con incredibile vitalità levatacce notturne, ritirate nella tormenta, bivacchi improvvisati, qualunque disagio. Per tenersi in forma, Alberto seguiva una rigida dieta e, durante tutto l’anno, si arrampicava in Belgio, scegliendo le falesie meno frequentate. Per proteggere la sua privacy, il re soggiornava sulle vette italiane con il nome di “conte di Réthy”. Se qualche albergo spifferava la sua vera identità, stizzito non vi faceva più ritorno. Arrivò persino a viaggiare su treni in seconda e terza classe per depistare giornalisti e curiosi: “Chi potrebbe immaginare”, spiegava, “che c’è un re in terza?”. E al principio degli anni Venti, quando oramai in troppi sapevano della sua passione per l’alpinismo, smise di pernottare nella troppo mondana Cortina, spostandosi all’hotel Marmarole di Calalzo. Il 1914, con la scoppio della Grande Guerra e la neutralità del Belgio violata dalla Germania di Guglielmo II, segnò il momento forse più drammatico nella vita del sovrano, che tuttavia proprio allora mise

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in luce la sua grinta eroica. Rifiutò infatti di trasferirsi in Inghilterra, dove mandò invece i suoi figli, ad Hackwood, la tenuta di Lord Curzon. La moglie Elisabetta però rientrò in Belgio per restare accanto al marito che, comandante in capo sul campo delle sue truppe, si ritirò dietro l’Yser, difendendo strenuamente la sovranità del suo Stato. L’unico altro re che in Europa fece la sua stessa, coraggiosa scelta fu Vittorio Emanuele III e dagli incontri sui rispettivi fronti tra i due, nacque il proposito di suggellare un’alleanza nuziale tra le due dinastie, preparando al matrimonio, il principe ereditario d’Italia, Umberto di Savoia, e Maria José, che per questo fu mandata dal 1917 a studiare al Poggio Imperiale di Firenze, dove rimase per un triennio. Maria José conservava tra le sue cose più care, un piccolo album con i disegni che lei, da ragazzina, aveva donato al padre, era datato La Panne, 8 aprile 1919: vi aveva raffigurato i soldati belgi e britannici come personaggi di favole, coniglietti e rane, dalle facce buone e simpatiche, mentre i tedeschi avevano le sembianze di diavoletti dal ghigno cattivo. Tratteggiò pure il padre come un leone con tanto di corona e sotto la scritta, “Viva Papà, viva il Belgio”. Nel genitore, Maria José trovò anche un punto di riferimento prezioso per i suoi studi, con lui preparò il suo primo elaborato di storia su Il battesimo di Carlo V. Poi Alberto I scrisse per la figlia un’efficace sintesi del pensiero dei principali filosofi greci e la aiutò a documentarsi sulla storia di Casa Savoia, con un

exposé che la principessina ultimò nel 1920. Il re volle i figli e la moglie al suo fianco a cavallo anche il 17 ottobre 1918, giorno storico della Joyeuse Rentrée in Belgio: la guerra e il giogo tedesco erano finiti e tutta Europa rendeva onore al re soldato. Con la pace, Alberto I riprese a dedicarsi alla montagna. Annetta Scenico, medaglia d’oro del Club Alpino e storica dell’alpinismo nelle Dolomiti, che lo incontrò con la famiglia diverse volte ha raccontato: “Anche la moglie era come lui, non voleva mettersi in mostra in alcun modo. Andavano proprio d’accordo quei due! Re Alberto era molto alto, c’era sempre il problema del letto con quei due immensi piedi che gli uscivano

fuori… Era instancabile e non aveva paura di niente. Veniva su da Madonna di Campiglio facendo di buon passo la Val di Brenta insieme con i suoi accompagnatori, l’immancabile foulard rosso di seta al collo per ripararsi la gola dall’aria sferzante che scendeva dalla Bocca di Brenta…”. I blitz sulle Alpi italiane divennero anche più frequenti man mano che maturava il fidanzamento di Maria José con Umberto. Più volte i due s’incontrarono sci ai piedi, sotto gli occhi di Alberto ed Elisabetta. Una volta, in baita, il re fece ballare la figlia, ma poi chiese ai compagni di scalata più giovani di prendere il suo posto, “perché è giusto che lei stia con le persone della sua età”. Ad Alberto piacevano l’eleganza e i modi da gentiluomo del genero, ma era molto preoccupato dalla situazione politica in Italia, specialmente dopo che il 24 ottobre 1929, in occasione del fidanzamento ufficiale a Bruxelles, il giovane fuoriuscito, Ferdinando La Rosa, sparò un colpo di pistola verso il principe Umberto a scopo dimostrativo, per attirare l’attenzione mondiale sul sopruso della dittatura fascista. Nonostante lo shock, Alberto fece in modo che ogni cerimonia proseguisse regolarmente, tenendo all’oscuro di tutto Maria José che a un ballo all’ambasciata d’Italia, sentendo in continuazione gli invitati congratularsi con il promesso sposo “per il grande coraggio”, era sbottata: “Ma insomma ci vuole così tanto coraggio a diventare mio marito?”. Di Mussolini, Alberto disse alla figlia che era un politico astuto e capace, ma che aveva “reso un fantoccio il Parlamento”. E sia lui, sia la moglie Elisabetta

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IL RE E LA REGINA Le Dolomiti scalate da Re Alberto I del Belgio con le guide alpine di Cortina d’Ampezzo nelle immagini stereoscopiche di Charles Lefébure. Fino al 15 settembre, nelle sale del Centro Congressi Alexander Girardi Hall (via Marangoni 1), una grande mostra fotografica guida il pubblico alla scoperta di un Re energico e coraggioso che si innamorò della Regina delle Dolomiti nel 1907, eleggendola a meta turistica del gotha internazionale. Un vero e proprio viaggio nel tempo, quello proposto dall’originale esposizione, aperta dalle 10.30 alle 13.00 e dalle 16.30 alle 20.00 e chiusa il lunedì mattina. Il racconto di un’epoca memorabile e di un assiduo frequentatore delle maestose cime dolomitiche, accompagnato durante le sue escursioni dalle guide alpine di Cortina, Antonio Dimai, Agostino Verzi, Angelo Dibona e dall’amico e compagno di scalata Charles Lefébure, che documentò le imprese con una speciale macchina fotografica a due obbiettivi. “THE KING AND THE QUEEN” The Journey of King Albert I of Belgium in Cortina D’Ampezzo, through the Stereoscopic Photographs of Charles Lefébure. King Albert I (1875-1934), third king of Belgium: an enlightened sovereign, but also a simple man with a passionate love for the mountains. He is the subject of the photographic exhibition which was unveiled in Cortina on Saturday, July 5. Free of charge, the exhibition is open from 10:30 to 13:00 and from 16:30 to 20:00 and closed Monday mornings, and will run until September 15 in the rooms of the Centro Congressi Alexander Girardi Hall (Via Marangoni 1). It is the history of a simple man, perfectly comfortable with the hardships of climbing. Of particular note in the exhibition is the use of stereoscopy: an optical technique that allows the perception of three-dimensionality in images, generating a vividly realistic representation of photographed scenes. Lefébure’s photos—when mounted in slides and viewed with the appropriate eyewear—artificially reproduce binocular vision and generate an enthralling sense of depth. For more information, visit www.kingandqueen.eu.

In alto: Re Alberto e la guida alpina Antonio Dimai sulla parete del Pomagagnon. (Collezione stereoscopica Franco Gaspari) In basso: La foto con le guide. 1911 - Re Alberto con Antonio Dimai e Agostino Verzi nei pressi dell’Hotel Des Alpes, attuale Istituto Codivilla. (Archivio Carlo Gandini) La lettera. Re Alberto scrive: “Antonio Dimai mi ha portato al Pomagagnon per il camino, alle Cinque Torri (Torre Grande e Torre Inglese), ai Cestelis. Per me è sempre un grande piacere di ritrovare questa incomparabile guida, che mi ha fatto fare da ventidue anni sempre con la stessa maestria, le stesse premure, tante scalate interessanti e difficili”. (Archivio Carlo Gandini)

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LA STEREOSCOPIA

La stereoscopia è una spettacolare tecnica visiva nata nell’Ottocento che induce nell’osservatore l’apparente percezione della tridimensionalità degli oggetti, generando una sorta di clonazione della realtà e regalando la terza dimensione ai soggetti raffigurati. Le fotografie di Lefébure, esposte alla mostra “Il Re e la Regina”, sono state scattate con una particolare fotocamera provvista di due obbiettivi, strumento in grado di produrre coppie di immagini che - montate su vetrini e viste con un apposito visore – vengono elaborate nel cervello in un’unica vista, riproducendo artificialmente i meccanismi che presiedono alla visione binoculare e provocando un senso di profondità e spazialità assolutamente coinvolgente.


rimasero infastiditi dal modo in cui il regime strumentalizzò a scopo propagandistico le manifestazioni per le nozze di Umberto e Maria José, celebrate a Roma l’8 gennaio 1930 e scandite da 5 giorni di parate, dove ovunque, accanto allo scudo dei Savoia, troneggiavano enormi fasci littori. Alberto difese inoltre la scelta della figlia che non volle “italianizzare” il suo nome in Maria Giuseppina, come invece chiedeva il duce, sull’atto di matrimonio. Maria José era il nome della nonna materna, principessa di Braganza, e quindi per rispetto alla moglie il sovrano insistette. La crisi anche negli anni a venire fu risolta, troncando il nome della principessa, che fu chiamata per sempre Maria di Piemonte, dai giornali d’Italia. Tra il 1925 e il 1929, Alberto I, sofferente per una nefrite e poi in crisi spirituale, forse per una leggera forma depressiva, stava per rinunciare per sempre alle scalate, ma poi incontrò alcuni alpinisti accademici, come Aldo Bonacossa che riaccesero il suo entusiasmo. Così altri traguardi si aggiunsero al suo lusinghiero curriculum come la Cima Pordoi da Sud. In quest’impresa incontrò il celebre Tita Piaz, che ironicamente, lo accusò di essere stato la vera causa di un suo inspiegabile arresto per tre giorni alla vigilia delle nozze di Umberto con Maria José, secondo lui dovute alla gelosia del Principe di Piemonte. Nel 1933, con Hans Steger, un’altra delle sue guide predilette, sul Catinaccio, da Nord, por-

tò a termine l’ultima delle sue 131 ascensioni in Dolomiti. Quell’estate, il re aveva confidato a Bonacossa di voler smettere con l’alpinismo: oramai cinquantottenne si sarebbe accontentato dei titoli conquistati. Ma la passione di sempre fu più forte e durante l’inverno in Belgio riprese ad allenarsi. Sino a quel fatale 18 febbraio del 1934, quando decise di andare a passare qualche ora sulle sue “montagnettes”, accompagnato dal fedele cameriere. Doveva tornare a Bruxelles nel pomeriggio per presiedere una cerimonia sportiva, ma non fece più ritorno, precipitando dal Picco della Cornacchia, una piccola roccia alta 32 metri. L’inchiesta condotta dal procuratore generale di Liegi, barone Meyers, e dal procuratore di Namur, Verhaegen, stabilì che: “Sua Maestà, avendo scalato un picco roccioso ed essendo pervenuto alla cima, ove rimangono tracce del suo

passaggio, si è appoggiato a un grosso blocco di pietra che, dato il volume, doveva essere apparso assolutamente sicuro e ben fisso alla roccia. Il blocco si è staccato e ha trascinato nella caduta Sua Maestà”. Maria José, al momento della disgrazia si trovava a Napoli, a Villa Rosebery: ai primi mesi di gravidanza, non potè neppure partecipare alle esequie che videro la partecipazione commossa di tutto un Paese il quale aveva trovato in Alberto un simbolo vivente di forza e unità. La madre Elisabetta scrisse alla figlia: “La mia infelicità è infinita e il vuoto crescerà di giorno in giorno”. La regina vedova, visse un periodo di cupa depressione. Si ritirò nella natia Possenhofen, dove trascorreva intere notti all’aperto, col rischio di ammalarsi. E se qualcuno andava a convincerla di rientrare, replicava: “Lasciatemi stare, voglio morire, voglio andare dal mio Albert”. Per distrarla Maria José e la suocera Elena di Savoia la invitarono in Italia e le donarono una Topolino. Le premure della famiglia e la vivacità napoletana ebbero un effetto positivo. La nascita della nipotina, Maria Pia, sette mesi dopo la morte del nonno, fece il resto. Ma sempre Elisabetta, come d’altra parte i suoi figli, coltivarono la memoria del “Re Cavaliere”, che la curva del destino proiettò nella leggenda. Persino la morte arrivò a proposito, quando aveva 58 anni, come un fulmine, senza che egli avesse conosciuto un giorno di malattia e risparmiandogli anche le debolezze e la codardia che precedettero la Seconda Guerra Mondiale, disastrosa per il suo Belgio e per l’Europa intera. —Luciano Regolo

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Sono trascorsi più di novant’anni da quel 1918 che vide sulle montagne di Cortina d’Ampezzo migliaia di uomini, italiani e austro-ungarici, affrontarsi nell’immane scontro armato della prima Guerra Mondiale, che portò all’annessione di Cortina al Regno d’Italia. Per commemorare i 90 anni dalla fine della Grande Guerra i comuni di Cortina d’Ampezzo, Badia e Livinallongo del Col di Lana hanno ospitato all’inizio di luglio una serie di manifestazioni culturali che si sono svolte sui luoghi degli scontri e alla presenza di rappresentanze degli eserciti di tutti i popoli che si sono battuti su queste montagne. Un evento pensato per tener vivo il ricordo di quegli avvenimenti e riflettere su problemi e finalità della conservazione della memoria di cui sono vive le testimonianze sulle montagne. Tematiche approfondite nel convegno ‘Dalle rovine al parco divertimenti? Conservazione e restauro del paesaggio della Grande Guerra: metodologie, finalità, competenze’ che il 3 e 4 luglio ha portato a modello di studio il decennale lavoro di restauro che ha condotto alla nascita di un articolato percorso tra trincee, postazioni e gallerie, testimonianza delle vicissitudini degli eserciti che hanno scavato queste montagne per ricavarne all’interno ricoveri per uomini e armi, rifugi necessari alla sopravvivenza e terribili trappole per il nemico. In questi territori carichi di storia, il Comune di Cortina d’Ampezzo ha trasformato - in collaborazione con la Soprintendenza ai Beni Ambientali ed Architettonici del Veneto e con le Regole d’Ampezzo - in un grandioso monumento ciò che

gli Alpini italiani e i Kaiserjaeger austriaci costruirono tra il 1914 e il 1917. Il risultato di questa gigantesca operazione di archeologia bellica e di restauro è il più esteso e articolato museo all’aperto della Grande Guerra, visitabile in ogni stagione dell’anno. Lungo i sentieri e le piste da sci, a pochi passi dai rifugi e dalle palestre di roccia nel cuore delle Dolomiti è oggi possibile visitare le gallerie di guerra del Lagazuoi, le trincee e le postazioni all’aperto delle Cinque Torri, il restaurato Forte di Valparola, trasformato nel Museo della Grande Guerra sulle Dolomiti ed il nuovo Museo all’aperto del Sasso di Stria. Una proposta preziosa per i viaggiatori sensibili e intelligenti che su queste montagne potranno rivivere situazioni ed emozioni appartenute ai protagonisti di quella tragedia. A coronamento della manifestazione la Giornata in Grigioverde che, giunta alla sua ottava edizione, ha riunito anche quest’anno sul Monte Lagazuoi appassionati di storia vivente della Grande Guerra provenienti da tutta Europa. Baracche, postazioni e trincee restaurate sono state popolate per l’intera giornata del 6 luglio da uomini muniti di divise ed equipaggiamenti originali che hanno risposto alle domande dei visitatori per far conoscere la vita dei soldati sulla montagna. 36


NON SOLO STORIA

Il primo conflitto mondiale è stato un evento fondamentale nella storia dell’Italia e dell’Europa , ha sancito la fine degli imperi e la nascita degli stati nazione. Lo ripercorre per noi Arrigo Petacco, storico e giornalista di QN - Il Resto del Carlino, Il Giorno, La Nazione. servizio fotografico di Stefano zardini

Ormai quasi tutti gli storici sono d’accordo che in quel “parecchio” che, secondo Giolitti, avremmo guadagnato se l’Italia avesse continuato a mantenersi neutrale rispetto al conflitto che si era acceso nel 1914 in Europa, erano contenute delle contropartite molto allettanti. Per esempio, Trento e Trieste senza versare una goccia di sangue e ancora, come sovrapprezzo, una pioggia d’oro indotta dal fiorire del commercio e dell’industria che la nostra neutralità avrebbe ovviamente favorito. Purtroppo, Giolitti non fu ascoltato perché in quegli anni un vento di follia soffiava sull’Italia dove una minoranza rumorosa respingeva sdegnata i compromessi utilitaristici suggeriti dall’”uomo del parecchio”, come spregiativamente D’Annunzio definiva lo statista di Dronero, e invocava la “bella guerra” che i poeti futuristi capeggiati da Marinetti immaginavano romanticamente come “un bagno di sangue purificatore”. Era lo stesso vento che da un anno soffiava sull’intera Europa e spingeva gli uomini a correre verso il baratro come un branco di lemming suicidi. Oggi riesce difficile capire e spiegare lo spirito che animava quella generazione impazzita. Resta il fatto che quel conflitto esploso nell’estate del 1914, che verrà impropriamente definito “guerra mondiale” mentre, almeno all’inizio, fu a tutti gli effetti la solita guerra europea combattuta da paesi confinanti e usi da secoli a contendersi il dominio del resto del mondo. Questo conflitto, si diceva, era appunto esploso nell’estate del 1914 a causa dell’atmosfera di grande eccitazione e persino di esultanza che si respirava in tutta Europa ma, soprattutto, nei circoli intellettuali della Germania e dell’antico Impero asburgico resi insofferenti dalla calma piatta imposta da un troppo lungo periodo di pace.

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L’attentato di Sarajevo aveva offerto il casus belli, ma la guerra ci sarebbe stata lo stesso perché la si voleva e si desiderava assaporarla fino in fondo. In quella drammatica estate erano tutti guerrafondai. Persino Sigmund Freud era interventista e non esitò a dichiarare di sentirsi “per la prima volta austriaco” e di essere “pronto a combattere per concedere all’Impero l’ultima chance per diventare il centro di tutte le emozioni”, Mentre nei salotti di Vienna e di Budapest si sosteneva che la guerra andava fatta perché altrimenti “si farà la fine dell’Impero turco”. Tutti insomma erano convinti che “con sangue freddo e acciaio rovente si stava compiendo una meravigliosa opera umana”. La pensava così anche il boemo Jaroslav Hasek, che diventerà famoso dopo quella guerra per il suo romanzo pacifista sul “buon soldato Svejk”, ma che al suo inizio elogiava invece quell’ufficiale tedesco che aveva fatto ricamare sulle mutandine dell’amante il motto “Dio stramaledica gli inglesi”. Lo stesso zelo bellicoso, anche se con motivazioni diverse, animava gli intellettuali italiani che affollavano le piazze reclamando l’entrata in guerra sopraffacendo la maggioranza parlamentare e sociale che la guerra non la voleva. Curiosamente, fra i nostri interventisti non c’erano soltanto i nazionalisti che auspicavano “l’ultima guerra d’Indipendenza”, o gli irredentisti giuliani, come gli Slataper, i Battisti, i Sauro, i Filzi o gli Stuparich e i tanti altri che sacrificarono la propria vita al sogno unitario. C’erano anche molti esponenti della Sinistra, da Mussolini a Nenni, da Salvemini a Gramsci e giù, giù, fino all’alpino Togliatti e ai tanti altri che intravedevano in quel conflitto la via più breve per giungere alla grande palingenesi sociale. Soltanto i socialisti di Filippo Turati si opposero strenuamente alla guerra, per poi ricredersi quando l’Italia dovette giocarsi sul Piave la propria sopravvivenza. Sul nostro titubante intervento a fianco dell’”Intesa” dopo avere rotto con la “Triplice”, si è discusso all’infinito. Rifiutato il “parecchio” proposto da Giolitti (l’Austria era effettivamente disposta a cederci

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Trento e Trieste in cambio della neutralità), il nostro governo si lasciò infine sedurre dalle promesse ancor più allettanti (ma mai mantenute) di Francia e Inghilterra che desideravano aprire un terzo fronte per alleggerire l’esausto fronte francese e il barcollante fronte russo. Non c’è dubbio comunque, che il non onorevole giro di valzer compiuto dall’Italia fu imposto dalla rumorosa minoranza degli interventisti che riuscì a sopraffare una maggioranza silenziosa e intimidita. Il nostro intervento in guerra provocò nel paese una profonda lacerazione. I richiamati alle armi obbedirono disciplinatamente, ma oltre mezzo milione di essi preferirono darsi alla macchia. D’altra parte, era diffusa la convinzione che la guerra sarebbe stata breve e l’intervento italiano decisivo. Ma non sarà così. Decisivo sarà semmai il provvidenziale intervento degli Stati Uniti quando, per la prima volta, gli yankee verranno a toglierci dai guai. Ma questo accadrà più tardi, nel 1917. Tutto ciò era infatti molto lontano quando, il 23 maggio del 1915, il ministro degli Esteri Sidney Sonnino consegnò la dichiarazione di guerra al barone Carlo Macchio, ambasciatore dell’Austria a Roma. Il giorno dopo, “l’esercito marciava

per raggiunger la frontiera e far contro il nemico una barriera…” al comando del generale Cadorna. Era forte di un milione di uomini (ma destinato a triplicarsi) e dava inizio a una avanzata che doveva essere fulminea, mentre invece si arresterà dopo qualche settimana. Per nostra sfortuna, infatti, proprio in quei giorni gli austrotedeschi avevano registrato delle importanti vittorie sul fronte russo consentendo in tal modo agli asburgici di rinforzare i confini con l’Italia. Il seguito è noto: iniziava il lungo calvario della guerra di trincea. Con un Cadorna duro e caparbio che si ostinava a lanciare uno dopo l’altro i suoi battaglioni sotto il tiro incrociato delle mitragliatrici per conquistare, quando ci riuscivano, qualche “quota” che consisteva in pochi miseri palmi di terreno. Due anni dopo, la situazione era ancora immutata, con la differenza che un milione di uomini, fra morti, feriti e prigionieri, mancavano all’appello. Poi fu Caporetto. La “spedizione punitiva” degli austrotedeschi, comandati dal generale von Bellow sul finire dell’ottobre del 1917, ebbe un effetto travolgente e spinse le nostre


ore than ninety years have passed since 1918, the year in which thousands of Italian and Austro-Hungarian men battled in the mountains of Cortina D’Ampezzo in the terrible clash of the First World War. It was during this conflict that Cortina was annexed by the Kingdom of Italy, an event that can be relived at the new open-air museum of the Sasso di Stria

in Passo Falzarago. Along with the museums of Lagazuoi, 5 Torri, and the Forte Tre Sassi, the Sasso di Stria comprises one of the most complete examples of a World War One fort in the Dolomites. Twelve years in the making, the museum is the result of 6,000 days of volunteer work on the parts of the ANA (National Alpine Association) and the Alpine troops, who restored 3 km of tunnels, hundreds of meters of trenches, and numerous military stations. The restoration of the Sasso di Stria is a major hallmark for the conservation

of sites significant in the tragic campaign between Italians and Austrians at Cortina D’Ampezzo. It was from the Sasso di Stria that the Austro-Hungarians illuminated Mount Lagazuoi at night to prevent Italian attacks from fort Cengia Martini. Many of the encampments built by the Third Regiment of the Kaiserjäger have been excavated and can now be toured all the way up to the peak. For more information, visit www.lagazuoi5torri.dolomiti.org

truppe, avvilite e battute, dietro la cosiddetta “linea del Piave”. Quel collasso fece calare sull’Italia intera una cupa cappa di piombo. Pochi speravano nella possibilità di una ripresa. Invece ci fu il “miracolo”. Sulle cause di Caporetto si è discusso molto, ma oggi tutti gli storici sono concordi nel dire che si trattò di una disfatta militare solo successivamente trasformata in una crisi politica e morale. Fu infatti un miracolo che un esercito sconfitto, demoralizzato, falcidiato purtroppo anche dalle esecuzioni sommarie, sia riuscito pochi mesi dopo a combattere con grande valore sorprendendo non soltanto il comando nemico,

ma persino quello italiano che già aveva predisposto una seconda linea difensiva a sud del Piave. Le spiegazioni di questo “miracolo” possono essere molte: in primo luogo la sostituzione di Cadorna col più umano e più moderno generale Diaz, quindi la consapevolezza che si trattava di una battaglia difensiva in cui erano in gioco i destini della Patria, l’effetto positivo della propaganda sui combattenti e, non ultima, la promessa (anche questa mai mantenuta) che ai nostri eroici fanti-contadini il paese grato avrebbe donato la terra su cui lavoravano… Tutto questo complesso di cause provocò fra il 15 e il 25 giugno

del 1918 la nostra splendida vittoria nella battaglia difensiva del Piave. Anche su questa battaglia e sugli effetti che provocò la grande vittoria italiana nel quadro generale del conflitto si e discusso molto. E non sono mancati i tentativi di ridurne l’importanza. In realtà essa segnò il punto critico dell’intera guerra nel corso della quale gli austrotedeschi non avevano ancora registrato, fino a quel momento, una così dura sconfitta. Tutto infatti era ancora in gioco e solo più tardi, grazie al continuo afflusso dei contingenti americani, le forze dell’Intesa avranno finalmente la meglio sugli eserciti degli Imperi centrali. —Arrigo Petacco

MOUNTAINS OF MEMORY

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Trincee da tutelare, come beni culturali, tracce di una storia non solo militare di Giuseppe Severini e Daniele Ravenna

Grande Guerra, guerra di trincea. Non vi è forse altro esempio, nella storia, di un evento di portata epocale così intimamente connesso alla fisicità del terreno. Centinaia di chilometri di fronte, dallo Stelvio all’Adriatico, con reticolati, mitragliatrici e cannoni avevano costretto gli eserciti a sprofondarsi nel fango e fra le rocce. La Grande Guerra ha lasciato resti imponenti quanto diffusi: trincee e caverne, strade e ponti, edifici di ogni tipo e sentieri vertiginosi, che hanno segnato il cuore e il volto di tante valli alpine e così dell’Ampezzano. Eventi, paesaggio, memorie locali, storia d’Italia e storia d’Europa si sono fusi in ogni piega del terreno. Già un regio decreto del 1922 volle celebrare gli “immortali fasti di gloria” della guerra appena conclusa, proclamando “monumenti nazionali” le quattro montagne più segnate dai combattimenti: il Pasubio, il Grappa, il Sabotino e il San Michele. Poi il resto del fronte rimase per lo più abbandonato al lavoro dei “recuperanti”, alla lenta opera livellatrice della natura e, talvolta, a qualche atto di più o meno consapevole vandalismo. A lungo quelle tracce sono apparse tracce immeritevoli di conservazione, pur se oggetto di tante curiosità e di un’ininterrotta produzione di studi. Chi non è mai sceso in una trincea durante una passeggiata? Chi non si è mai domandato cosa era accaduto alle Tofane o sulla Croda d’Ancona? Occorre attendere gli anni ‘80 e ‘90 per assistere ai primi sporadici interventi di restauro e valorizzazione, ad opera di associazioni di volontariato, italiane e straniere, e con l’aiuto determinante degli Alpini. Nel tempo, l’interesse per la Grande Guerra e le sue tracce è andato aumentando: convegni, ricerche, progetti e attività di recupero e valorizzazione si susseguono con intensità. E oggi associazioni storiche, appassionati, università, centri di studi e comunità locali di Paesi i cui soldati si combatterono, si confrontano e collaborano in una rete di relazioni sempre più stretta. Ecco, a Cortina, i restauri del Lagazuoi, delle Cinque Torri, del Forte Tre Sassi e ora anche del Sasso di Stria. Una legge non poteva mancare, perché quelle tracce dovevano essere salvaguardate. Ha aperto la strada, nel 1997, la Regione Veneto, con una legge che la impegnava al censimento, al recupero e alla valorizzazione dei beni storici, architettonici e culturali della grande guerra. Poi è stato il turno della Regione Friuli – Venezia Giulia e della Provincia autonoma di Trento. Nel 2001 il Parlamento italiano, primo in Europa, ha varato la legge n. 78: una disciplina legislativa organica, espressamente destinata a tutela e valorizzazione del patrimonio storico della Grande guerra. Il messaggio lanciato dalla legge è che queste vestigia siano - nel loro complesso - un bene culturale, seppur di un genere particolare, e per questo siano meritevoli di tutela e di valorizzazione. Certo, una trincea non è un’opera d’arte, né un reperto archeologico, dunque la legge ha posto una tutela “leggera”, non coercitiva, affidata in primo luogo – secondo il principio di sussidiarietà – alle iniziative del volontariato, delle associazioni, delle comunità locali: e Cortina

già da tempo ha offerto quei validi esempi. Ma quel che conta è il principio: quelle vestigia sono documenti di storia e per questo vanno conservate, perché le future generazioni le conoscano anch’esse prima che la trascuratezza le faccia sparire. Sono tracce di una storia non solo militare, ma anche sociale ed economica, scientifica e delle tecniche: dall’ingegneria all’alpinismo, dalla medicina alla cartografia, alla produzione industriale. Una storia che non appartiene solo alle comunità locali, alle regioni o allo Stato, perché in realtà è la storia dei popoli d’Europa. Quelle

vestigia – dice la legge - proprio perché sono un documento storico, vanno conservate con criteri di salvaguardia oggettiva, senza che nei restauri siano introdotte ricostruzioni di parte, celebrazioni, esecrazioni o strumentalizzazioni dettate da interessi economici. Esperienze e riflessioni, queste, in cui una volta tanto l’Italia appare all’avanguardia in Europa e che meritano di entrare a far parte di un patrimonio europeo condiviso a livello comunitario: un obiettivo per il quale impegnarsi d’ora in avanti. Cortina è in prima linea.

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Dice Giancarlo Galan in un libro uscito da poco: se al Veneto fosse attribuita la stessa dotazione tributaria di cui beneficia la provincia autonoma di Trento, le risorse in più che resterebbero a favore della manovra di bilancio (escluse finanza locale, scuola e istruzione universitaria) ammonterebbero a circa 13 milioni di euro. “Avete capito adesso perché ogni comunello del Trentino dispone di una piscina coperta e riscaldata, di otti-

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me strade, di eccellenti strutture scolastiche e via dicendo?” (Il Nordest sono io, a cura di Paolo Possamai per Marsilio). Mi dice Fernando Zilio, vice presidente di Confcommercio Veneto: “In Alto Adige la provincia dà ai commercianti fino all’80 per cento a fondo perduto per la ristrutturazione dei negozi. Da noi le imprese chiudono”. Ancora Galan: “Nel 2002 ogni cittadino italiano ha versato in media allo Stato

5067 euro, mentre chi risiede in Veneto ne ha consegnati 5692. Non basta. Nello stesso anno lo Stato ha mediamente erogato servizi per ogni cittadino veneto pari a 2721 euro, cifra al di sotto del 27 per cento della media nazionale…”. Fermiamoci qui. Il disagio del Nord Est – e del Veneto in particolare – è comprensibile anche a chi vive a Roma. La Lega lo ha interpretato meglio degli altri partiti e ha


D R I T TO e R OV E S C I O

IL DISAGIO DEL NORDEST DISCOMFORT IN THE NORTHEAST

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runo Vespa reflects seriously upon the divisiveness and sectionalism in Italy today. He considers topics including federalism and the success of the political party Lega Nord. These topics are particularly relevant in these times when there is secessionist talk even in Cortina, on the heels of the recent referendum to switch local governance from Veneto to Alto Adige. Topics ranging from a comparison of Trentino’s resources to the high expectations of fiscal federalism will be analyzed by a man not afraid to address the touchiest issues facing Northeastern Italy.

raddoppiato i consensi. Lo ha fatto perché la sua classe di amministratori vive a strettissimo contatto con il territorio, perché ha usato la mano pesante sulla sicurezza e perché – come riconosce lo stesso Galan – Forza Italia è un partito nazionale e deve usare lo stesso linguaggio da Bolzano a Cefalù, mentre il Partito democratico, nonostante gli sforzi ormai annosi di Enrico Letta e di Pierluigi Bersani, non riesce ancora a scalfire

BRUNO VESPA RIFLETTE SULL’ITALIA DIVISA, SUL FEDERALISMO, SUL SUCCESSO DELLA LEGA. TEMI TUTTI TANGENTI “ALL’ARIA SECESSIONISTA” CHE SI RESPIRA OGGI A CORTINA la durissima patina di diffidenza che lo separa dai piccoli imprenditori e ormai anche dai loro operai. Girando un po’ il Nord Est per capire come e dove nasce la rivoluzione leghista, ho percepito un’attesa spasmodica per il federalismo fiscale. I soldi sono nostri, è la traduzione pratica delle aspirazioni di qui, lasciateli spendere a noi per fare finalmente quel salto di qualità che ci rimetta alla pari con i nostri confinanti, italiani (Trentino Alto Adige) e stranieri. Le stesse periodiche inquietudini di Umberto Bossi, che non parla mai a caso, sono una sveglia a carica ricorrente: come nel 2001, anche stavolta la Lega ha partecipato alla maggioranza di governo esclusivamente per ottenere il federalismo: istituzionale, certo, ma soprattutto fiscale. Il federalismo fiscale è anche nei programmi del Partito democratico e dovrebbe dunque essere un obiettivo facilmente perseguibile. Eppure tutti, a cominciare dallo stesso Bossi, sanno che è un meccanismo da maneggiare con cura: se si sbagliano le dosi, il paziente rischia di morire. E il paziente è l’Italia. Dopo l’Unità, di cui ricorre nel 2011 il centocinquantesimo anniversario, qualcuno disse: “Se non parte Napoli, non parte

l’Italia”. So che da queste parti la frase ricorrente è un’altra: se non riparte il Nord, non riparte l’Italia. Comunque la si metta, piaccia o non piaccia, non può correre un’Italia spezzata in due. Senza assicurare alle regioni più deboli una ragionevole quota solidale non si va da nessuna parte. Lombardia, Veneto, Emilia e Toscana sono le quattro regioni italiane in cui la sanità funziona bene. Le altre zoppicano o combinano disastri: finanziari e non solo. Il recente commissariamento della regione Lazio deve essere di monito a tutti. E’ finito il tempo del rimborso a piè di lista, di ospedali generali a pochi chilometri l’uno dall’altro, di primariati frutto di moltiplicazioni clientelari. O meglio: dovrebbe essere finito. Il nuovo governo si gioca la faccia anche su questo. Ma nessuno al Nord pensi di poter intascare tutte le tasse che paga perché questo produrrebbe squilibri devastanti. E le conseguenze sarebbero gravi per tutti. Cortina sempre in bilico tra Imperi diversi e un confine che segna il suo destino. Dopo l’Aquileia e i Principi da Camino, Cortina si lega a Venezia e, ai primi del ‘500, passa forzatamente con il Tirolo dal quale si stacca con la fine della Prima Guerra Mondiale. In questa immagine dell’Archivio Storico Zardini, Il segno di confine in località La Gusella al Passo Giau.

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MUSICA, MAESTRO

Photo: Silvia Lelli - appears by courtesy of www.riccardomuti.com

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F E S T I VA L

Dopo il grande successo dello scorso anno, tra luglio e agosto la nuova edizione del Festival e Accademia Dino Ciani, dedicato alla figura di un grande pianista che con Cortina aveva un rapporto molto speciale. Tra le novità di quest’anno la partecipazione di Riccardo Muti, presidente onorario dell’associazione Amici del Festival, “ma soprattutto amico di Dino”, ci racconta la nipote Caterina Ciani. Da una parte, un rapporto molto speciale con Cortina: “Certamente di lunga data, con la stessa età dei miei figli, che in questo luogo incantato sono cresciuti. Nel mio continuo girovagare per il mondo ho sempre trovato tempo e spazio nella mia casa di Cortina per raccogliermi e meditare aiutato dal silenzio dei monti pallidi e cangianti”. Dall’altro, un legame profondo con Dino Ciani: “La nostra fu un’amicizia nata dalla gioia di far musica insieme”. Pensieri e parole che spiegano da soli la motivazione vera e profonda che lega Riccardo Muti all’associazione Amici del Festival e Accademia Dino Ciani che ha accettato di farne parte in qualità di Presidente Onorario. “L’ultima volta che incontrai Dino – ricorda il Maestro - fu in occasione dell’esecuzione in America del primo concerto di Brahms: fu un’interpretazione talmente intensa e trascinante da parte di Dino, che decidemmo di riproporla a Londra. Non sarebbe mai più accaduto!”.

Sono tante le testimonianze di affetto e ammirazione dedicate a Dino da parte di diversi artisti, molti dei quali sono stati soci fondatori dell’Associazione Dino Ciani, nata nel 1975 presso il Teatro alla Scala. Dall’Associazione è nato il Premio Ciani Teatro alla Scala, uno dei più prestigiosi concorsi internazionali in Italia nel quale, per tre edizioni consecutive, il Riccardo Muti è stato presidente di giuria. In una di queste occasioni, il Maestro, con un intervento emozionante, ricordava Dino Ciani non solo come musicista e artista, ma anche sopra i propri sci a Cortina, come “uomo che sapeva amare la vita... lanciato verso la discesa, senza freni, con la grande gioia di vivere”. Dino, come Muti, aveva trovato nelle Dolomiti ampezzane la pace, ma aveva anche scoperto il divertimento. In una lettera al padre Mario Ciani nel 1960 disse: “Cortina è l’unica cosa che non deluda. Come avrai notato, quando uno aspetta una cosa di cui ha un bel ricordo nell’ottenerla rimane deluso, il ricordo era più bello. Invece Cortina no! Ringiovanisce nel passare degli anni e diventa sempre più bella. La sfida delle monta-

A sinistra: il Maestro Riccardo Muti Sotto: Dino Ciani al pianoforte nella sua casa di Cortina

gne diventa un invito a scalarle, il raggiungere la vetta è un incentivo per salire su quell’altra più alta. E così via questa specie di gioco continua e non vorrebbe finire mai.” È per questo legame personale con Cortina che l’Associazione Dino Ciani ha deciso di proporre un Festival in suo nome capace di valorizzare al contempo i più noti musicisti del nostro tempo e i giovani talenti. Una manifestazione che crescendo negli anni “ci permetterà – sottolinea il Maestro Muti, da pochi mesi Direttore Musicale della prestigiosa Chicago Symphony Orchestra – di ricordare al mondo il talento virtuosistico e le qualità eccezionali di interprete del grande Dino Ciani. Vivissimo è il ricordo dei nostri concerti insieme e incancellabile è il dolore nel mondo musicale per la perdita di tanto artista.”

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Photo: Emilio Zangiacomi Pompanin

Festival e Accademia Dino Ciani numero uno (25 luglio - 8 agosto) “Un festival appena nato con l’ambizione di diventare, nei prossimi anni, la manifestazione musicale d’«alta quota» più importante d’Italia, portando quassù a riecheggiare le note dei più grandi musicisti del mondo. Ed è partito con il piede giusto”. Così lo scorso anno il Corriere della Sera commentava la prima edizione della manifestazione. Quest’anno, ancora più attività, con un fitto programma di concerti e incontri. Per maggiori informazioni sul programma: www.festivaldinociani.com.

DINO CIANI FESTIVAL AND ACADEMY (JULY 25-AUGUST 8)

Tra gli scopi dell’A ssociazione Dino Ciani, offrire a talenti promettenti aiuto e sostegno e presentare musicisti di grande fama. Per dar vita a nuovi sentieri artistici e professionali. Come spiega Jeffrey Swann, direttore artistico del Festival. Dopo il successo del nostro primo anno, ancora più concerti. Oltre al privilegio di presentare Martha Argerich (nella foto sopra) – per il secondo anno di fila a Cortina – e il grande pianista polacco Krystian Zimerman, che suonerà il programma che offrirà qualche giorno dopo nella grande sala del Festival di Salisburgo. Avremo il piacere di aprire il festival con il Cuarteto Casals, una formazione spagnola che vanta già una brillante carriera internazionale e per me sarà un vero piacere suonare con loro. Ci potremo tuffare poi anche nel mondo dell’opera con la versione concertata de “Lo Speziale” di Haydn sul testo di Goldoni con una compagnia di giovani cantanti italiani e l’orchestra di Padova e del Veneto sotto la direzione di Claudio Desderi. Al mondo operistico rendiamo omaggio anche con un concerto dedicato alla musica di camera di Rossini con i “Péchés de vieillesse” e la “Regata veneziana” a cui partecipano giovani talenti italiani specializzati in questo repertorio incantevole. E poi ancora il duo violino/pianoforte formato da Vera Martinez-Mehner e dal fratello Claudio, con il quale abbiamo il piacere di presentare un altro vincitore del Premio Dino Ciani alla Scala. Ci saranno poi molte altre occasioni di ascolto e di incontro con il pubblico. Come Festival, riteniamo indispensabile la presenza della musica, non solo all’Alexander Hall di Cortina, ma anche in Corso Italia e in altri luoghi della città, affinché il festival diventi una grande festa culturale che coinvolga tutti coloro che sono alla ricerca di grandi emozioni.

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fter last year’s success, the Dino Ciani Festival and Academy is pleased to announce a second year of festivities. Dedicated to the great pianist with a unique relationship with Cortina, the festival will run from July to August. Among the new developments this year is the presence of Riccardo Muti, honorary president of the Friends of the Festival. Of last year’s festival, the Corriere della Sera proclaimed, “This newborn festival has the potential to become the most important musical presentation in Italy, drawing into the mountains some of the world’s biggest names in music. It has certainly started on the right foot.” This year there are even more events, with a full schedule of concerts and talks. Says Jeffrey Swann, artistic director of the festival: “In light of last year’s reception, we’ve planned more concerts. We have the honour of hosting a performance by Martha Argerich (for the second year in a row), along with an appearance by the talented Polish pianist Krystian Zimerman, who will play the same program at Cortina’s festival that he will perform in the Grand Ballroom at the Festival of Saltsburg several days later. The opening performance will be by the Cuarteto Casals, a Spanish group that boasts a prestigious international reputation, and it will be a great pleasure for me to play with them.” For more information, visit www.festivaldinociani.com.


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cronache italiane

l’attualità e la cultura in vacanza

Photo: Maurizio Riccardi di AGR press

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Come ogni anno, d’estate la cultura si trasferisce ad alta quota. Dopo il grande successo del 2007 e dopo una fortunata versione invernale nel periodo natalizio, dal 26 luglio al 31 agosto 2008 la Regina delle Dolomiti tornerà ad essere la capitale italiana della cultura in vacanza e spettacolare palcoscenico di Cortina InConTra, negli ultimi anni diventata la più importante kermesse culturale estiva d’Italia. Con la formula vincente “l’attualità in vacanza”, Cortina “incontra” i più diversi protagonisti del nostro tempo e affronta, in piena libertà e con grande serenità, i temi più scottanti delle cronache italiane e internazionali. Sul palco del PalaLexus, la tensostruttura che ormai si identifica con Cortina InConTra, si discute di politica, economia, temi internazionali ma anche di società, cultura, arte, intrattenimento e spettacolo. Il tutto condito con una giusta dose di glamour e un pizzico d’ironia, che è ingrediente fondamentale del relax. Nello stesso periodo in cui il solleone e l’afa soffocano le grandi città, e anche i palazzi della politica tacciono, Cortina InConTra diventa l’occasione per continuare a discutere e per cercare risposte alle grandi domande epocali del nostro tempo, ma senza lo stress della routine quotidiana. E da qui nascono le testimonianze più vere, quelle che fanno notizia e che – grazie al grande contributo di tutti gli ospiti: uomini di Governo, rappresentanti d’importanti istituzioni pubbliche e private e delle parti sociali, leader politici, personalità del mondo economico e dell’impresa, intellettuali, giornalisti e personalità dello spettacolo – fanno di Cortina uno straordinario “laboratorio di idee”. E il pubblico? Applaude, domanda, in qualche caso contesta. Ma solo qui trova un contatto diretto, immediato, con chi sale sul palco. Ed è proprio per questo che ama partecipare. Durante gli incontri – la cui totale gratuità d’accesso non ne mortifica, anzi ne esalta l’importanza – gli spettatori hanno la possibilità d’intervenire in piena libertà. Nell’estate del 2007 il successo è stato eccezionale: i protagonisti degli incontri sono stati circa 450 per 117 manifestazioni, che complessivamente hanno visto la presenza di ben 65 mila persone. Quest’estate sono attesi i ministri chiave del nuovo governo (Tremonti, Brunetta, Sacconi, Scajola, Bondi, Gelmini, Alfano) e i personaggi divenuti familiari al pubblico di Cortina come Bruno Vespa, Vittorio Sgarbi, Magdi Cristiano Allam, Vittorio Feltri, Euge-

nio Scalfari, il sindaco di Roma e grande appassionato di montagna, Gianni Alemanno, Luca Cordero di Montezemolo, Paolo Mieli, Enrico Mentana. Saranno i dibattiti pulsanti sull’attualità politica ed economica ad attrarre moltissime altre personalità rappresentative del mondo istituzionale e imprenditoriale, con la partecipazione dei più importanti direttori ed editorialisti di quotidiani, radio e reti televisive. Grandi intellettuali come Giovanni Sartori, Angelo Panebianco, Ernesto Galli della Loggia e Sergio Romano tracceranno gli scenari politici e culturali dell’Italia e del suo ruolo in Europa e nel mondo. Quanto alle serate d’intrattenimento “intelligente”, dopo il grande successo del “Processo a Giuda” dello scorso anno, questa volta ci saranno almeno tre “processi”, con imputati eccellenti: Gabriele D’Annunzio (impersonato da Giordano Bruno Guerri, autore di un libro su di lui), Giuseppe Garibaldi (con il volto dell’attore Enrico Beruschi) e Giovanna d’Arco (attraverso la personalità di Irene Pivetti). Gli appuntamenti musicali toccheranno un picco di eccellenza con il Quintetto d’Archi dei Berliner, ma riveleranno anche, in una confessione intima sul suo legame

tutto particolare con il pianoforte, un giovane talento ormai di fama internazionale come Giovanni Allevi. Si discuterà di scienza ed etica con voci come quella di Rita Levi Montalcini e Giulio Giorello; si parlerà di storia dell’arte con Philippe Daverio e Flavio Caroli, si converserà di teatro con Giorgio Albertazzi e Anna Proclemer e si riderà grazie alla serietà di Neri Marcoré. Non mancherà lo spazio per l’enogastronomia, con “sollecitazioni sensoriali” sui prodotti italiani di qualità e dibattiti sulla sicurezza alimentare, sviluppo delle coltivazioni, ogm. È impossibile esaurire il contenuto di un cartellone sempre densissimo, attento a cogliere l’ultima onda dell’attualità e per questo continuamente soggetto a modifiche. Per sapere sempre tutto, v’invito a visitare il sito internet www.cortinaincontra.it, da cui tra l’altro si può seguire in diretta video tutti gli eventi. Infine, devo ricordare che l’Associazione Amici di Cortina, nata per consolidare il rapporto tra gli organizzatori della manifestazione e il pubblico, è impegnata in progetti di solidarietà e negli anni ha delineato una sua linea di intervento originale come project management solidale, nell’individuare ed elaborare progetti che prevedono fasi precise, monitorate e gestite in modo diretto, e che si concludono efficacemente. L’Associazione ha potuto portare a termine programmi in favore sia di soggetti italiani (Croce Rossa, Missione Sogni onlus, Airc-Associazione per la ricerca contro il cancro, Airs-Associazione Italiana Ricerca sulla Sordità) come di numerosi programmi per l’Africa. Tra questi ultimi, uno a sostegno dell’Ospedale pediatrico di Kimbondo, in Congo, e una recente iniziativa in favore della Fondazione Pro Africa, istituita e presieduta da S.E. Cardinal Ersilio Tonini e in collaborazione con l’Università degli Studi di Verona, per l’allestimento di un laboratorio diagnostico presso l’Ospedale di Ngozi, in Burundi. Per l’edizione 2008 di Cortina InConTra, l’Associazione Amici di Cortina ha deciso di promuovere l’apertura della sede di Telefono Azzurro nel territorio del Comune di Roma, ove potere intervenire nella gestione delle emergenze che coinvolgono i bambini e gli adolescenti. Un modo silenzioso per collegare idealmente Cortina al mondo. Come capitale estiva della cultura e dell’attualità che promuove un’informazione libera e responsabile.

SUL PALCO i protagonisti del nostro tempo: in piena libertà e serenità, i temi più scottanti. valorizzando il fascino di Cortina D’Ampezzo, come spiega l’ideatore della manifestazione, Enrico Cisnetto. CURRENT EVENTS AND CULTURE ON VACATION

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ith the motto “Current Events on Vacation,” the exhibition “Cortina InConTra” brings together many leading figures in today’s society to calmly examine the most controversial topics in Italian and world news. From July 26 to August 31 of this year the “Queen of the Dolomites” will once again become “the capital of culture on vacation.” On the stage of the PalaLexus, which has become something of an emblem for “Cortina InConTra,” the most pressing topics in politics, economics, and international relations will be discussed, along with talks about popular culture, art, and entertainment. All of this, of course, is interspersed with a generous dose of glamour and irony, the fundamental ingredients of relaxation. For more information, visit www.cortinaincontra.it.

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ra s s egna ad alta quota

QUANDO LE VETTE SI RACCONTANO IN UN FESTIVAL A inizio di luglio un nuovo importante evento culturale: una kermesse – spiega Massimiliano Finazzer Flory, curatore della manifestazione – che prima di tutto è stata una festa. Una festa della mente e del cuore per declinare il rapporto dell’uomo con la montagna alla ricerca di un’altezza interiore. Photo: Stefano Zardini

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Cortina è stata, per una settimana di programmazione, al centro di una relazione forte tra natura e cultura che si è dispiegata attraverso libri, teatro, cinema e pittura. Con i diversi generi artistici abbiamo riflettuto sulle vette e su come queste ultime abbiano influenzato il nostro modo di sentire l’ambiente. Perché se è invalsa l’abitudine di pensare alla montagna come meta turistica, la montagna è anche altro. Rappresenta, infatti, da sempre una meravigliosa metafora: da un lato rinvia a qualcosa di roccioso e si associa al valore della stabilità, dall’altro allude a un movimento, a una sfida dell’uomo con la vetta come se fosse l’ultimo gradino verso l’infinito. Recentemente qualcosa è cambiato nel rapporto con la montagna, vissuta non di rado come spazio da consumare, luogo da occupare, confine da superare. Con un nuovo e differente approccio di natura culturale questo Festival ha, invece, rappresentato una forma di turismo sostenibile. Il Festival delle Vette è stato, almeno nelle intenzioni, culturalmente fondato, eticamente orientato per mettere in scena un’altra natura, quella di un’umanità che fruisce l’ambiente attraverso l’osservazione, la sperimentazione, la capacità e la voglia di meditazione con il desiderio di condivisione della parola bellezza tra gli ospitanti e gli ospiti di Cortina. Tutto ciò si è riflesso nell’articolazione della manifestazione. Dibattiti, eventi, performance: tra i protagonisti del Festival Reinhold Messner, la proiezione del film Barnabo delle montagne di M. Brenta (1994), introdotto da Roberto Escobar, critico cinematografico de Il Sole 24 Ore; è andato in scena Sulle Dolomiti. Scritti dal 1932 al 1970 di Dino Buzzati. Con letture teatrali interpretate da Paola Gassman, la mia voce narrante, coreografie di Gilda Gelati, prima ballerina del corpo di ballo della Scala di Milano, accompagnamento musicale di Gianni Dallaturca, tromba dell’Orchestra Filarmonica della Scala. Con Dal Quattrocento ai giorni nostri. La Montagna in pittura Vittorio Sgarbi ha proposto un itinerario originale commentando quadri di pittori emblematici che hanno posto al centro delle loro raffigurazioni il tema della montagna. Il 12 luglio il filosofo Umberto Curi ha presentato il film I cavalieri delle vertigini di G. Quarti, F. Mariani e G. Cenacchi (2000), un tributo all’epica sfida del 1959 tra gli “Scoiattoli” di Cortina e gli Svizzeri per raggiungere la cima ovest di Lavaredo. La chiusura del Festival è stata dedicata a un evento anticonformista Le voci del bosco per scoprire con Mauro Corona che si può comunicare attraverso l’oscillazione delle fronde, la consistenza delle fibre, il suono del vento… In un fuori-programma, infine, un ricordo dello scrittore Mario Rigoni Stern, da poco scomparso, con un viaggio di parole e immagini imperniato sulle figure della scrittura, della guerra, il paesaggio, il silenzio. Appuntamento straordinario tra musica e teatro con Massimiliano Finazzer Flory e Jeffery Swann che il 10 agosto saranno sul palco dell’Alexander Girardi Hall (ore 21.00, ingresso libero) per lo spettacolo L’Orecchio di Beethoven. PEAKS’ FESTIVAL

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brand new and must attend cultural event at the beginning of July: Massimiliano Finnazzer Flory, the event planner, considers this a celebration but most of all a party involving the individual’s brain and heart in its relatioship with the mountains, searching for the interior heights. A special date with music and theatre with Massimiliano Finazzer Flory and Jeffrey Swann, the 10th of August at the Alexander Girardi Hall for the “Beethoven’s Ear” show (at 9 pm, free entry).

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L’attimo Quanto lungo è un attimo? Io credo il tempo necessario affinché un’impressione, una sensazione, un pensiero, partendo dai nostri sensi recettivi raggiunga il luogo votato ai ricordi e alle emozioni. Quello spazio invisibile dentro di noi, più grande dell’infinito dove ci possiamo perdere e poi, in qualche modo, ritrovarci. Questo è ciò che mi accade un istante prima dello scatto del mio dito indice sulla macchina fotografica. Quell’attimo che sa essere veloce come un lampo tra le nubi di piombo, dolce come la mano di un bambino, sicuro come lo sguardo di un cane fedele.

—Stefano Zardini THE INSTANT How long an instant will last? Long enough to let our senses take in an emotion. The moment just before my index finger press the button on my camera. The moment that can be as fast as a flash, as sweet as a child’s hand, as safe as the eyes of a loyal dog.

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O LT R E I M O N D I A L I 2 0 1 3

IL CORAGGIO DI ANDARE AVANTI “Cortina ha perso solo la prima tappa di una lunga corsa verso i Mondiali di sci alpino”, dice Gianni Merlo, inviato de La Gazzetta dello Sport e presidente dell’A.I.P.S. l’Associazione Internazionale della Stampa Sportiva. L’obiettivo ora è tornare a fare da traino, come cinquantadue anni fa con l’Olimpiade, al movimento invernale italiano per rilanciare una cultura. Photo: Enrico Ghezze

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A Città del Capo in maggio Cortina si è scontrata con una realtà agra. Aveva cullato un sogno iridato, ma un’alba gelida lo ha cancellato. Ha perso, a mio parere, però solo la prima tappa di una lunga corsa verso i Mondiali di sci alpino. Era all’esordio e ha pagato anche l’inesperienza, non solo sua. La federazione italiana di sci purtroppo non ha ambasciatori di grande peso politico e aveva complicato le cose accettando che la Val di Fiemme

ma è necessario che tutte le componenti politiche partecipino in futuro. Non può essere solo il Comitato, che organizza le gare di Coppa del Mondo, a muoversi. È necessaria una volontà più ampia, perché bisogna fare investimenti per migliorare le nostre infrastrutture. Con i tecnici della federazione internazionale, ad esempio, abbiamo già verificato la possibilità di abbassare l’arrivo per potere sfruttare una zona più ampia per tutti i servizi necessari

si candidasse contemporaneamente per i Mondiali di sci nordico. Così la delegazione ampezzana si è trovata un poco spiazzata e non ha raccolto consensi. Ma era anche normale. Schladming era troppo forte, soprattutto perché si presentava per la terza volta e aveva un progetto molto interessante e sicuro. La stazione, gioiello della Stiria, ha creato uno stadio d’arrivo perfetto, che può ospitare più di 30.000 spettatori. Ha le carte in regola e ha meritato il riconoscimento questa volta. Ha anche lavorato molto diplomaticamente. Aveva un alleato potente, la Russia e ha capitalizzato la sconfitta di Salisburgo lo scorso anno nella gara per l’acquisizione dell’Olimpiade invernale del 2014, che ha premiato la russa Sochi. Può sembrare paradossale, ma è stato un ulteriore fattore a suo favore. Per questa ragione credo che Cortina ora ha un credito da fare valere in futuro, se avrà la voglia di continuare l’avventura, perché la sua proposta era buona, ma i tempi non erano maturi. Enrico Valle, che è stato l’anima di questa prima candidatura, è sicuro: “Dipendesse solo da me, ricomincerei subito,

all’allestimento di un grande avvenimento, che richiama migliaia di persone”. È vero, Cortina ha bisogno di scrollarsi di dosso una certa apatia. È bella, conosciuta, apprezzata, ma non basta più, ora deve diventare anche più dinamica. È un must, se vuole raggiungere traguardi ambiziosi. Ora le stazioni più note devono impegnarsi a fondo, non è più sufficiente il nome, la tradizione. Le avversarie con cui si è scontrata a Città del Capo erano toste, oltre a Schladming, c’erano Vail, modernissimo centro del Colorado, che ha già ospitato i Mondiali due volte negli ultimi 20 anni, e St. Moritz, che li ha avuti solo 5 anni fa. Era una concorrenza di altissimo livello, che dimostra come sia sempre più difficile ora acquisire un avvenimento di risonanza mondiale: non basta più il blasone, perché lo sport moderno non vive di ricordi, ma pretende, e giustamente, proposte solide e concrete. Inoltre è fondamentale che anche tutte le componenti di una Regione partecipino al progetto, perché è necessario creare una squadra compatta e motivata. Enrico Valle e Benito Ferronato, con il loro Comitato di Coppa, hanno avuto il coraggio di aprire una strada e sarebbe un peccato ora lasciare cadere l’iniziativa. Dopo l’Olimpiade

di Torino e i Mondiali di sci nordico in Val di Fiemme del 2013, l’Italia deve continuare a proporsi, perché è in grado di allestire avvenimenti di altissimo livello. C’ero anch’io quando Cortina era rientrata nel giro della Coppa del Mondo nel 1977 con uno slalom femminile vinto dalle svizzera Morerod, poi venne il successo di Herbert Plank in discesa e più tardi sbocciò su quella pista il talento matto di Kristian Ghedina. Così a poco a poco si era riacceso un nuovo interesse, che ha portato successivamente anche a una, purtroppo, debole candidatura olimpica. Ora i Giochi possono essere un solo sogno proibito, impossibile, ma i Campionati Mondiali di sci alpino sono, invece, un traguardo a portata di mano. A patto, però, che si abbiamo le idee chiare sul modo di gestire l’intera operazione. Lo sci è una perfetta vetrina per il turismo, quindi ha una valenza sociale importante. Cortina può tornare a fare da traino, come cinquantadue anni fa con l’Olimpiade, al movimento invernale italiano, rilanciare una cultura. E non sarebbe una cosa da poco. —Gianni Merlo

THE COURAGE TO CONTINUE

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n Cape Town in May, Cortina’s hopes were dashed. A dream had begun to grow, but a harsh frost wiped it out. The first stage of a long journey towards the Alpine World Ski Championships did not lead to success. It was the team’s debut, and they suffered the effects both of their inexperience and of that of the Italian Ski Federation, which does not have any great political influence and which complicated matters by nominating the Valley of Fiemme as hosts of the Nordic World Ski Championships at the same time as the team was in Cape Town, leaving the Ampezzano delegation unprepared. If the Olympics are a forbidden, impossible dream, the Alpine World Ski Championships are instead a relatively achievable goal. Cortina could potentially return to a position of importance in the world of skiing, as it was fifty-two years ago during the Olympics. Such an event would do much to revive the culture of the town, a feat not to be scoffed at.

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Ver s o i mondiali 2 0 1 0

CURLING CUORE DI PIETRA “Tutti pazzi per la stone”. E ancora “Fenomeno curling”, titolavano I quotidiani italiani durante le Olimpiadi di Torino 2006. Uno sport nuovo, diverso, fuori dal comune che – a dispetto dei suoi oltre cinque secoli d’età - è uscito prepotentemente alla ribalta con gli ultimi Giochi. e grazie ai successi di una nazionale composta per gran parte da atleti provenienti da Cortina d’Ampezzo, che – guarda caso – è stata la prima località a “importarlo” in Italia.

Il curling e Cortina, un legame strettissimo, quasi viscerale: una storia del passato, una realtà viva del presente e un concreto progetto per il futuro... Nel 2010 in Italia si tornerà a parlare di Curling, con l’arrivo dei Campionati Mondiali maschili. Una conferma in più sul ruolo di eccellenza che Cortina ha sempre rivestito nel panorama del curling italiano. Basti dire che a portarlo in Italia, negli anni ’20 fu proprio un cortinese, Leo Menardi, figlio di Giuseppe ed Emilia che nel 1906 avevano dato vita al Palace Hotel Cristallo. Inizialmente si giocava sui laghi ghiacciati e presso i principali alberghi: una sorta di intrattenimento per gli ospiti. Alcune foto degli anni ’50 ritraggono la bellissima Brigitte Bardot, come sempre in anticipo sui tempi e sulle mode, alle prese con le “stone” sulla pista ghiacciata del Grand Hotel Miramonti. I primi club italiani portano non a caso il nome dei due storici hotel della conca ampezzana: il C.C. Cristallo e il C.C. Miramonti a cui si susseguirono rapidamente il C.C. Cortina, il C.C. 66 e il C.C. Dolomiti, il C.C. Doria e il C.C. Tofane, molti dei quali sono ancora oggi in attività e vivaio di atleti di grande livello. Nel 1955 ebbe luogo a Cortina il primo Campionato Italiano, l’espressione più interessante dell’attività del curling in Italia e un appuntamento che da allora si ripete ogni anno. Nel 1973 Renato Ghezze, Paolo Da Ros, Lino Mayer Mariani e Andrea Pavani hanno rappresentato la nazionale italiana ai Campionati del Mondo di Regina, in Canada. Da allora non c’è più stata competizione senza una presenza di Cortina.

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CURLING HEART OF STONE

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fter the 2006 Olympics in Torino, newspapers all over Italy ran such headlines as “Everyone’s Crazy about the Stone” and “The Curling Phenomenon.” This “new” (it’s five centuries old) and different sport was swept into the limelight in Torino with the success of a national team composed almost entirely of athletes from Cortina, which was the first Italian city to “import” it into the country. In 2010 Cortina will have the pleasure of hosting the male World Curling Championships. The two sheets of the Curling Center of Cortina (Piazzale Autostazione) are open from October to the end of April. Group lessons are available upon request, taught by certified instructors and members of the national Curling team. For more information, email the center at info@ curlingcortina.it

Parola d’ordine fair play

XVI secolo, probabilmente in Scozia. Un’origine ancora velata di mistero quella del curling. Guardando una partita si ha ancora oggi la sensazione di assistere a uno spettacolo di altri tempi, molto diverso dalle normali attività agonistiche. Anche perché un ricco cerimoniale di regole non scritte avvolge questa pratica sportiva. Parola d’ordine fair play: è infatti una stretta di mano a dare il “LA” ai giochi e le congratulazioni reciproche sono d’obbligo a fine partita. Mentre gli atleti in campo sono i principali arbitri del gioco, deputati a mantenere la correttezza della partita: nessun trucco, nessuna volontà di disturbare l’altra squadra, in campo si è avversari, ma al termine della partita tutti

sono amici, fanno parte di una grande famiglia, quella del curling. I giocatori si alternano, la concentrazione è palpabile dall’esterno. Lo spettatore per due ore viene trasportato in un mondo parallelo, caratterizzato dai più autentici valori dello sport: competizione, professionalità e correttezza. Provare per credere.

Come si gioca

Due squadre composte da 4 atleti ciascuna si affrontano sulla pista ghiacciata di 44,5 metri. La partita si gioca da un’estremità all’altra: ogni giocatore lancia due stone (sassi di un particolare granito proveniente da una piccola isola scozzese di circa 20 Kg l’uno e dotati di manico) alternandosi con il proprio avversario e cercando di avvicinarsi il più possibile al centro di un bersaglio

disegnato sul ghiaccio. Lo skip è colui che lancia i due ultimi sassi ed elabora la strategia del gioco. Dopo il lancio, due giocatori si muovono sul campo precedendo di poco la stone e, utilizzando scope di crine oppure di panno, ne assecondano la traiettoria. Dopo che i 16 stone sono stati lanciati e dopo aver conteggiato i punti (numero di stone vicino al centro rispetto a quelle dell’avversario) si ricomincia a giocare. Nelle competizioni ufficiali si disputano 10 mani/end, ma sono numerosi i tornei in cui il numero di end è 8, per una durata di circa 2 ore e mezza. È uno sport di abilità, che obbliga a pensare, a studiare le mosse dell’avversario utilizzando la tattica migliore, motivo per cui elemento fondamentale è la concentrazione. —Eleonora Alverà Info: Le due piste ghiacciate del Curling Center di Cortina (Piazzale Autostazione) sono in attività da ottobre a fine aprile. A richiesta è possibile organizzare lezioni di gruppo, tenute da istruttori specializzati e atleti della nazionale. (info@curlingcortina.it) Al centro, la squadra nazionale ai Campionati europei. Nella prima foto della pagina accanto, Ivo Lorenzi, presidente per anni dell’Associazione Curling Cortina e dell’Italian Curling Association. Quindi il campo scoperto a ghiaccio naturale dell’Hotel Cristallo che veniva utilizzato per le partite. (Photo: Archivio Storico Zardini)

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Ver s o i m ondi a li 2 0 1 1

UNA LEGGENDA CHIAMATA BOB Un’altra storia d’Italia e di Cortina quella di questo secolo di sport a tutta adrenalina. Dalle prime spericolate imprese, ai Giochi Olimpici con le vittorie di Eugenio Monti. Un passato importante – quello che ripercorre per noi Andrea Gris – che si riflette in un futuro carico di aspettative.

Dalle prime discese sui bob rudimentali lungo la Grande Strada delle Dolomiti alle chine adrenaliniche sul budello ghiacciato di Ronco, dove le corse diventeranno mozzafiato e al limite di sopportazione con una forza di gravità paragonabile a quella che si prova in picchiata su un jet, sono passati più di 100 anni. Era l’inizio del secolo scorso quando da Pocol, at-

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tuale statale 48, i primi bob formati da equipaggi misti di cinque, sei e persino otto persone sfidavano le curve innevate che portavano quasi in centro, nei pressi del ponte sul torrente Boite. Allora erano solo degli spericolati avventurieri che si divertivano sfidando la strada. Erano de-

gli antesignani dello sport ‘no limits’ come oggi vengono definite le discipline fuori controllo, ovvero quelle che regalano sensazioni uniche e adrenalina al 100%, scariche alle quali nessuno è abituato. All’epoca il pioniere di questa storia tutta cortinese fu Federico Terschack che a Cortina divenne il personaggio di primo piano degli sport invernali. Agli inizi degli anni ‘20 l’avventura continua su un tracciato fra gli alberi proprio dove oggi vengono ospitate annualmente competizioni internazionali e europee e dove se l’Italia intera contribuirà economicamente, visti i lavori milionari di ristrutturazione che si dovranno obbligatoriamente fare, si svolgeranno i mondiali del 2011. Per Cortina l’ultima manifestazione iridata fu organizzata nel 1999 ed ebbe un grande successo con milioni di telespettatori che seguirono l’evento in tutto il mondo. Tra gli ospiti di allora oltre ai più forti piloti del mondo fu invitato il

Photo: Dino Colli


Principe Alberto di Monaco, appassionato bobbista ed ex pilota della nazionale del Principato. Il prossimo inverno torneranno gli equipaggi più forti del mondo per sfidarsi nuovamente sui mitici e tecnici 1350 metri di lunghezza di una pista che trova la sua apoteosi nel passaggio dalla curva Antelao alla Cristallo dove all’ingresso i bob superano la velocità di 135 chilometri all’ora e la compressione corporea per gli atleti è potentissima. Tornando alla storia italiana e tutta cortinese di questo sport seguono negli anni migliorie al tracciato con la costruzione di curve sopraelevate in terra che d’inverno vengono ghiacciate grazie all’acqua pompata dal piccolo laghetto Bandion. Le vittorie cominciano ad arrivare in competizioni nazionali e internazionali grazie ai fratelli Gillarduzzi. Il loro bob si chiama “Rapid”. Sono in tre: Uberto, Guido e Sisto; ogni tanto si unisce a loro un quarto fratello, Pietro. Dalle prime imprese a dir poco spericolate su una pista senza alcuna sicurezza la consacrazione dell’impianto cortinese arriva nel 1937 quando vengono organizzati i primi Campionati Mondiali di bob a due. Nel 1939 tornano i mondiali a Cortina e lo spettacolo lo regalano i bob a quattro. La guerra ferma tutte le attività sportive e solo nel 1948 si ritorna a parlare di questo sport con la nascita del Bob Club Cortina. Sei i soci fondatori: Amedeo Angeli, in seguito sindaco del paese, Federico Terschack, Francesco de Zanna chiamato dai suoi compagni bobbisti “Cuto Ciocia” e gli inossidabili fratelli Gillarduzzi. Dopo alcuni anni per una scissione interna nasce un altro sodalizio il Bob Club Cristallo. Nel 1948 tornano i mondiali e viene realizzata sulla magnifica pista, disegnata come un labirinto in uno splendido bosco di larici, la famosa grande “S” ancora oggi il punto più spettacolare della pista. La leggenda del bob cortinese nel mondo comincia con la vittoria a Cortina ai Mondiali del

Il “Rosso Volante” Eugenio Monti - cui oggi è intitolata la pista di bob - con Sergio Siorpaes, l’inventore dello “snodo”

1954 del bob a due guidato da Guglielmo Sheibmeier con ai freni Andrea Zambelli detto “Meso”. Dagli anni 50’ comincia anche l’era del bob ‘made in Cortina’. La famiglia “Podar” dapprima e poi quella di Sergio Siorpaes diventano nel mondo il riferimento di tutti coloro che vogliono un bob vincente. Fino a qualche anno prima erano gli svizzeri Feierabend a dettare legge. L’intuizione geniale e vincente della progettazione cortinese è il famoso “snodo”, ancora oggi garanzia di massima aderenza, perfetta entrata e uscita dalle curve, con i quattro pattini contemporaneamente sul ghiaccio. La cosa curiosa è che molti ingegneri e case automobilistiche hanno negli anni cercato di copiare il modello ma con scarsi risultati. Solo la Germania in alcuni esemplari riuscì ad avvicinarsi all’ingegno degli artigiani cortinesi. I Giochi Olimpici invernali a Cortina del 1956 sono un trionfo organizzativo e un successo prestigioso per il bob azzurro che grazie ad una ex promessa dello sci italiano, vincitore di titoli italiani e una medaglia di bronzo nella discesa del Kandahar a Muerren, conquista le prime medaglie olimpiche. Lui si chiama Eugenio Monti e in breve tempo diventa il pilota per eccellenza. Monti, cadde sugli sci durante un allenamento al Sestriere nel 1951 lacerandosi i legamenti delle due ginocchia e ponendo fine alla sua carriera di sciatore. Gianni Brera lo soprannominò il Rosso Volante per il colore dei suoi capelli e per il coraggio. I trionfi per l’ampezzano si susseguono fino alle olimpiadi di Grenoble. La tecnica della scuola bobbistica di Cortina si impone sulle piste di tutto il

mondo e dopo alcuni gravi incidenti che alla fine degli anni ‘60 causano la morte di Sergio Zardini a Lake Placid e Leopoldo Gaspari a Cervinia si ritorna a vincere negli anni ‘70 con l’oro ai mondiali nel bob a due di Cervinia, grazie a Gianfranco Gaspari, nel 1975 è Giorgio Alverà che conquista il gradino più alto del podio. Oggi il Bob Club Cortina è presieduto da Gianfranco Rezzadore, ex pilota azzuro e erede della grande professionalità e passione di Luigino Grasselli che per anni ha mantenuto viva una tradizione diventata leggenda grazie ad una storia nata per gioco. Le speranze di prossime vittorie magari proprio ai mondiali del 2011 sono tutte ora riposte su due giovani piloti del sodalizio ampezzano: Simone Bertazzo e Michele Menardi. Da non dimenticare la neo azzurra Jessica Gillarduzzi, oggi del Centro Sportivo Forestale dopo gli esordi firmati dal Bob Club Cortina, che da quando questo sport ha aperto le porte alle donne è diventata la dolce erede del mitico Eugenio Monti. Il paragone al maschile sarà sempre storicamente impossibile.

A LEGEND CALLED BOB

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ver the course of the last century, bobsledding has become part of the folklore both of Italy and Cortina. Since the Olympic Games of 1956, with the great victories of “The Flying Redhead” Eugenio Monti, Italy has been known for proficiency in the sport. This prestigious past has forged bright expectations for the future, as Cortina prepares to host the 2011 FIBT World Bobsledding Championships. For more information, visit www.bobclubcortina.it

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Photo: Paola Dandrea - Archivio Cortina Turismo

STILE LIBERO

È una delle novità dell’estate 2008: è nata la Cortina Bike Resort, paradiso per gli amanti della bike in tutte le sue declinazioni, ma non solo. Una nuova opportunità per gli amanti dello sport ma soprattutto di uno stile di vita “en plein air”.

MA DOVE VAI BELLEZZA IN BICICLETTA?

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Sono 12 al momento i percorsi ufficiali, con caratteristiche diverse per soddisfare gli appassionati di uno sport in crescita esponenziale. Un vero paradiso per gli amanti della MTB che tra i tracciati ufficiali di diverse difficoltà e le decine di altri percorsi possibili, avranno la possibilità di sperimentare qualcosa di assolutamente unico nel panorama nazionale (le nuove cartine con tracciati disegnati su ortofoto sono in vendita presso edicole, noleggi e bike hotel). Tredici istruttori qualificati sono da quest’anno a disposizione di chi vorrà avvicinarsi a questa pratica, che trova nella MTB la versione estiva dello sci, permettendo ad una grande quantità di appassionati di avvalersi degli impianti di risalita grazie al varo del nuovo bike-pass acquistabile - con validità da 2 a 6 giorni - per scendere su percorsi dedicati, proprio come in inverno sulle piste da sci. C’è chi la bici la prenderà in affitto per una giornata (7 i noleggiatori a Cortina con un unico ed uguale tariffario), chi ne farà un’attività collaterale all’escursionismo, alla roccia o allo “struscio”. E chi, invece, a Cortina verrà appositamente per la nascita dell’area Bike Resort. Per questi turisti - abituati a viaggiare con la propria bici al seguito - sono sorti a Cortina numerosi bike hotel, alberghi in grado di offrire tutti i servizi necessari, dalla manutenzione e ricovero per le biciclette ad appositi menù. Per maggiori info: www.cortinabike.dolomiti.org e depliant Cortina Bike Resort 2008

WHERE ARE YOU GOING, BEAUTIFUL BICYCLE RIDER?

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he summer of 2008 heralded the opening of the Cortina Bike Resort, a paradise for bicycle-lovers of all types. The resort is a beacon not just for riding buffs but for all those who love living “en plein air.” The resort contains 12 different “official” routes of varying difficulty, but there are dozens of possible paths to take. In addition, the resort employs 13 qualified instructors and sells Bike Passes for anywhere from 2 to 6 days. There are those who rent a bike for only a day (from any one of the seven bike rental shops in Cortina) and those who ride as part of a comprehensive itinerary that also includes hiking, rock climbing, and exploring the many shops on Corso Italia, but there are also those who have come to Cortina specifically for the opening of the Bike Resort. For these tourists, who travel with their own bikes, there are numerous “bike hotels” that offer every service, from bike maintenance to restaurants. For more information, visit www.cortinabike.dolomiti.org.

TUTTI IN SELLA Sabato 26 luglio 2008

Cortina Kid’s Bike

Una gara in linea di MTB riservata ai bambini dai 7 ai 14 anni che si disputa su un circuito da ripetere più volte a seconda della categoria. Competizione aperta ai bambini dai 7 ai 14 anni. Domenica 27 luglio 2008

Cortina Dobbiaco MTB

Un grande classico di Cortina che si disputa su un percorso di media difficoltà completamente pedalabile molto veloce con tratti tecnici nella parte centrale. Adatta, insomma ad un pubblico allargato: per i ciclo amatori con famiglie al seguito. Perché il vero plus di questa competizione sono i suoi paesaggi mozzafiato di rara bellezza. Una competizione per agonisti e non che a partenze scaglionate cominciano la loro lotta contro il tempo dal Campanile di Cortina, nel pieno centro del Corso pedonale. 42 i chilometri complessivi, con un dislivello complessivo di salita di 600 metri. http://www.cortinadobbiacomtb.com

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Venerdì 15 agosto 2008

Off Track Saranno Famosi

Una gara di mountain bike, appartenente ad un circuito promosso dalla FCI, riservata ai bambini alle categorie giovani e giovanissimi. Parteciperanno alla competizione circa 100 ragazzi, da 0 a 12 anni. Domenica 17 agosto 2008

Campionato Provinciale Cross Country

Oltre 100 partecipanti affronteranno in una competizione di mountain bike, valida come campionato provinciale di Cross Country. Al momento più strettamente agonistico, si affiancherà una pedalata cicloturistica aperta a tutti. Sabato 13 e domenica 14 settembre

Downhill “1° Trofeo Freccia nel Cielo”

Sull’onda del successo del Campionato Italiano dello scorso anno nasce il I° Trofeo Freccia nel Cielo, competizione valida a livello provinciale. Una competizione nata con l’obiettivo di portare avanti la tradizione del Downhill presso Freccia nel Cielo. Circa 100 atleti sfrecceranno in 2 manches di easy downhill lungo la pista del Col Druscié.

UNA PASSIONE CHE VIENE DA LONTANO Uno dei primi raduni in Italia – organizzato dal Mountain Bike Group Cortina - si è tenuto a Cortina d’Ampezzo alla fine degli anni ’80 e risale al 1995 la nascita della ormai rinomata e consolidata Cortina – Dobbiaco. I 15 sentieri, che comprendono sia percorsi dedicati ai principianti che ai bikers più esperti, vengono presto resi fruibili dal pubblico, grazie all’iniziativa di Jgor Scappin, responsabile tecnico operativo della Cortina Bike Resort, che con notevole lungimiranza già nel 1996 aveva creato cartine dedicate alle escursioni in mountain bike. Ma il ruolo di protagonista della più rinomata località sciistica delle Dolomiti viene sancito definitivamente nel 2000, con l’organizzazione di tre importanti eventi, destinati a rimanere nella memoria e nel cuore di tutti gli appassionati. Nel gennaio 2000 la pista olimpica di bob completamente ghiacciata si trasforma in teatro per un evento unico al mondo: una gara di downhill. La competizione rappresenta una novità nel panorama della mountain bike, che per la prima volta viene considerata non solo come un fenomeno estivo. “Le biciclette raggiungevano velocità incredibili” - racconta Enrico Guala, organizzatore di eventi Mtb come la “24 Ore di Finale Ligure” ed ex campione italiano di bike trial - “Ogni team escogitava tra una manche e l’altra dei piccoli trucchetti per rendere le biciclette più veloci: dalle carenature all’utilizzo di piccoli pesi. L’idea di portare la mountain bike su una struttura storica e fantastica come la pista da bob – continua Guala – ha lanciato un forte segnale al mondo della Mtb: Cortina c’è!”. Dopo soli pochi mesi, nel maggio del 2000, Cortina ospita la Coppa del Mondo di Downhill sul monte Cristallo. Il percorso di gara è stato suggerito direttamente dall’ex campione del mondo di downhill, Bruno Zanchi, che ha seguito in prima persona i lavori di preparazione del tracciato. L’ottimo lavoro e la qualità della pista di Cortina ha spinto la IMBA – International Mountain Bicycling Association – a organizzare la prima Epic Ride Europea proprio a Cortina d’Ampezzo: una manifestazione che a livello internazionale rappresenta un marchio di qualità dei percorsi per la mountain bike. Nella foto: i fondatori del Mountain Bike Group Cortina. Da sinistra: Walter Menegus, Enrico Ghezze, Mariangela Cornacchia e Roberto Cardazzi.


Focus/ MOUNTAIN BIKE: una nuova opportunità di vivere la montagna di Marzio Bardi, direttore di TUTTO MOUNTAIN BIKE Il mondo delle “due ruote grasse”, così vengono definite le mountain bike, sta crescendo e potrebbe diventare uno dei futuri cardini del turismo estivo facendo dell’Italia un importante punto di riferimento europeo. Il condizionale è doveroso perché, sebbene il movimento “mountain-biker” in Italia sia cominciato intorno agli anni ‘80, oggi, altre nazioni stanno offrendo ai biker i servizi e le opportunità che avremmo dovuto proporre noi da tempo e per primi. Stiamo parlando del fenomeno dei Bike Park o Bike Resort, ovvero aree dedicate alla pratica della bici da montagna in tutte le sue interpretazioni: pedalata su lunghi sentieri con vari gradi di difficoltà, in discesa su piste più o meno ripide e tecniche, aree protette e attrezzate. La mountain bike ha grandissime affinità con lo sci, sia che si tratti di “bici pedalata” (cross-country) o di bici gravity (freeride e downhill). Perché, anche per la mountain bike, sui pendii si inizia a conoscere ed apprezzare il concetto di “gravity”, ovvero il divertimento in discesa e non più solo in arrampicata, come indicherebbe il nome stesso di mountain bike, la cui traduzione iniziale era “rampichino”. La storia della bicicletta da montagna inizia in California verso la fine degli anni sessanta: all’inizio si trattava di robuste biciclette modificate in modo da poter sopportare le sollecitazioni in fuoristrada utilizzate da gruppi hippie in cerca di spazi incontaminati. I pionieri del vero passaggio tecnologico furono Gary Fisher, Tom Ritchey e Joe Breeze che modificarono la geometria del telaio, rendendolo più leggero e introducendo il cambio a più velocità. Fu la ditta Cinelli a lanciare sul mercato il modello “rampichino”. Da allora (1985) fino alla fine del secolo le vendite di mtb incrementarono fino al punto di rappresentare la quota di due terzi del mercato, rilanciata anche dai primi risultati agonistici italiani, in particolare ottenuti da Paola Pezzo, medaglia Olimpica nel 1996 e nel 2000. Quindi il parallelismo tra la mountain bike estiva e gli sport invernali da montagna, diventa l’asse portante per una nuova rilettura del territorio, orientata alla riorganizzazione dello stesso, verso nuove opportunità di crescita del turismo, esattamente come succede per i comprensori sciistici. La testimonianza di come sia possibile adeguare un territorio già con grande vocazione turistica invernale alla mountain bike giunge proprio da Cortina che nel giro di qualche stagione è destinata a divenire un importante punto di riferimento per i biker. Impegno e tenacia sono gli ingredienti con cui Cortina Turismo sta perseguendo i suoi obiettivi. L’amore e il rispetto per la natura sono alla base della filosofia che da corpo al movimento MTB. Tra qualche anno il movimento e il target eterogeneo di pubblico che si recherà in un Bike Resort (o per dirla in italiano in un Comprensorio dedicato alla bici) sarà lo stesso che in questi anni, in inverno, si riversa sulle piste da sci. L’attenzione e le energie che gli amministratori pubblici e privati dedicano a questo argomento è un concreto investimento per il futuro del turismo in Italia.

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P A SS I O N I

Cortina Car Club. Si scaldano i motori Fervono i preparativi per la presentazione dell’esclusivo circolo che raggruppa collezionisti e amanti delle auto storiche. E, come sempre, grande attesa per la 61esima edizione della Coppa d’Oro delle Dolomiti. a cura di Cristina Palmiotto e Laura Salmi

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Pronti, partenza, via. Le strade della Regina sono già in fermento: quest’estate, la conca terrà a battesimo il Cortina Car Club. Connubio perfetto tra la passione per le vetture da sogno e paesaggi mozzafiato. Abbiamo sentito tanti cultori di auto storiche e moderne che hanno espresso aspettative, sogni e desideri. Lasciandosi andare ai ricordi legati ai loro primi amori a quattro ruote e risalendo all’origine della loro comune passione. Sud Africa, Stati Uniti, Australia: Massimo Barisetti, albergatore di Cortina, non si è perso neanche un Gran Premio di Formula Uno. Ovviamente con una sola grande passione nel cuore: la rossa di Maranello. Uno dei suoi ricordi più intensi risale al 1977 quando andò in Giappone per seguire Niki Lauda che, nonostante il tragico incidente in Germania dell’anno precedente, conquistò il suo secondo titolo mondiale. Ma il suo pilota preferito rimane Gilles Villeneuve: “Lauda era un calcolatore, Villeneuve correva col cuore”, racconta il ferrarista Barisetti che vede la nascita del Car Club con grande soddisfazione. Cortina conta anche altri due fervidi appassionati di auto: Luigino Grasselli, cultore della Maserati, e Mauro Zardini, apripista della Coppa d’Oro delle Dolomiti. Roberto Benelli, noto industriale toscano, è un uomo che nella vita ha sempre puntato ad avere il meglio, dalle auto da corsa più belle alle donne più affascinanti. Le quattro ruote sono però la sua grande passione da sempre, una passione costellata da tante soddisfazioni e vittorie, soprattutto nella corsa su strada in montagna che lo ha visto gareggiare sui prototipi che ha poi collezionato nel tempo. Affezionato a Cortina, meta vacanziera prediletta, vede il Car Club come occasione preziosa di incontro in un luogo magico per tutti gli appassionati, un arricchimento per la Regina delle Dolomiti e per il mondo dei motori. La passione per le vetture storiche del presidente della commissione Giustizia del Senato Filippo Berselli nasce attorno ai sedici anni quando, guardando con ammirazione automobili che ancora

non poteva guidare, comincia a nutrire un amore viscerale per le auto storiche. Tra i pezzi forti della sua collezione, la Steyr Truck dell’esercito austriaco, vettura piccola e snella che si arrampica sulle cime più impervie, e la Topolino, fedele compagna di corse con la quale ha partecipato anche all’edizione 2007 della Coppa d’Oro delle Dolomiti. Le opportunità offerte dal Cortina Car Club? Sicuramente la creazione di una maratona invernale, alla scoperta dei borghi nascosti coperti di neve. Gli anni Sessanta sono il leitmotiv della nutrita collezione del pluripremiato pilota bolognese Mario Caliceti – ultimo riconoscimento, l’assegnazione quest’anno della Coppa Csai della Montagna – e precursore del collezionismo di Porsche in anni non sospetti, quando queste vetture venivano rottamate senza troppe premure. Il suo parco annovera anche una 550 RS – vettura posseduta anche da James Dean – con cui ha recentemente aperto la cronoscalata storica Bologna-Passo della Raticosa. Da esperto pilota delle corse in montagna, dice convinto: “Cortina è il luogo perfetto per il ritorno ad un vecchio mito che in Italia è stato interrotto

Roberto Benelli

anni fa: il concorso di eleganza per auto moderne”.

Filippo Berselli

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Mercedes, Maserati, Lamborghini e Ferrari: il garage di Norberto Ferretti, presidente e fondatore dell’omonimo gruppo leader nel settore nautico, vanta esemplari di inestimabile valore come alcuni storici modelli della scuderia di Maranello che Ferretti ha pilotato in occasione di numerose corse – ultima, la Mille Miglia 2008 – che ha sempre affrontato senza curarsi troppo del cronometro. Legato a Cortina, che considera perfetta cornice per ogni tipo di manifestazione, dal concorso di eleganza alla gara d’epoca, dal nuovo circolo si aspetta che riunisca veri appassionati: le prestigiose quattro ruote delle loro collezioni diventerebbero così delle testimonianze di un pezzo di storia e di meccanica da mostrare con orgoglio alle giovani generazioni. Francesco Festuccia, volto noto del Tg2, di cui è inviato di cinema e spettacolo, non colleziona automobili d’epoca. Le guida. Ama a tal punto le auto da scegliere di non occuparsene per lavoro, perché la passione nutrita fin da giovane possa rimanere libera da ogni condizionamento. Un amore che ha portato Festuccia negli anni ’80 alla guida di una straordinaria Rolls Royce. Degli anni ’60 è invece la Spider con guida a sinistra che ricorda come una delle esperienze più emozionanti. L’auspicio per il Cortina Car Club è che l’amore per le auto d’epoca possa dare vita ad eventi d’arte, che mostrino il frutto del genio dell’uomo, una esaltazione della memoria che queste vetture sono in grado di far riaffiorare dalle pagine della storia passata. Riduttivo definire Marcello Fratini un appassionato di auto sportive. Si pensi che l’imprenditore fiorentino annovera nel proprio parco auto ben più di un conservato d’epoca, come la Ferrari 225 S Vignale Berlinetta del 1951, della quale si contano solo sei esemplari in tutto il mondo. Per non parlare dei suoi gioielli Nella foto del box, Mauro Zardini durante un’edizione della Coppa d’Oro delle Dolomiti degli anni ‘70.

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Diego Gianaroli

Massimo Barisetti

Una sfida d’altri tempi È da giugno che il rombo dei motori anima le cime di Cortina, che conferma così la sua vocazione ad accogliere vetture da sogno e grandi collezionisti. D’altronde, qui, la passione per le quattroruote dal glorioso passato è di casa: dalla Classic Marathon alle Mitiche Sport a Bassano alla Topolino sui Monti, la Regina è il palcoscenico privilegiato delle manifestazioni più importanti. Ma l’evento più atteso da appassionati, turisti e curiosi è la Coppa d’Oro delle Dolomiti, la competizione di regolarità classica nata sessantuno anni fa e riservata alle vetture costruite entro il 1961. A dare un tocco di mondanità, il Concorso di Eleganza: una kermesse di antica tradizione che, da settanta anni, mette in mostra la raffinatezza delle vetture nella cornice festosa ed esclusiva di Corso Italia. Nata come una gara di velocità su strada che si esauriva in una sola giornata, la Coppa Internazionale delle Dolomiti – divenuta in seguito Coppa d’Oro – è rientrata subito e a buon diritto nel gotha delle manifestazioni automobilistiche italiane. Da non dimenticare poi il suo nume tutelare, Tazio Nuvolari, che partecipò come ospite d’onore alle prime edizioni. Dal 4 al 7 settembre. Per maggiori informazioni www.coppadorodelledolomiti.org.


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Norberto Ferretti

Ruggero Minguzzi

della scuderia Rolls Royce collezionati negli anni. Una passione, quella per le auto dal passato glorioso, trasmessagli dal padre fin da bambino, che lo ha portato a commettere folli atti d’amore. Oggi Fratini vede nel Cortina Car Club l’occasione di promuovere diverse manifestazioni automobilistiche che coinvolgano la Regina delle Dolomiti e gli appassionati di auto e montagna. È con una certa dose di fierezza che Diego Gianaroli, imprenditore felsineo sempre in giro tra Emilia Romagna, Veneto e Friuli-Venezia Giulia, racconta di essere stato il primo a sfoggiare a Bologna l’ultima arrivata in casa Ferrari. Un modello in serie limitata che esaspera il concetto di sportività delle vetture da

Pier Luigi Santi

Francesco Festuccia

strada e che in pista raggiunge performance ottimali. Leggerezza, potenza e ‘guidabilità’, queste le caratteristiche che Gianaroli ha sempre ricercato in un’automobile e che ha finalmente trovato nella Ferrari Scuderia. Insomma, una passione per le rosse che, da ben vent’anni, non ammette concorrenti e che Diego coniuga da sempre al suo strettissimo legame con Cortina. Il Cortina Car Club, a suo parere, potrebbe dare l’opportunità di organizzare concorsi di bellezza per auto moderne - costruite quindi dagli anni Novanta – raggruppate in base a classi d’età. L’amore per le auto è per Ruggero Minguzzi, ingegnere con la passione per l’editoria, una questione di cromosomi: tutta la famiglia ha partecipato, e tuttora prende parte, a raduni storici in giro per l’Italia e l’Europa. Estimatore di ogni tipo di attività sportiva che si vive all’aria aperta, è fiero possessore di una Mercedes Pagoda cabrio, appena acquistata e in via di restauro. Ciò che si aspetta dal Cortina Car Club è l’attivazione di sinergie e gemellaggi con rinomati circoli automobilistici, come quello di Montecarlo, che importi format coinvolgenti come il percorso di auto storiche legate a sessioni di jazz nei club. È letteralmente da una vita che Pier

Luigi Santi, imprenditore bolognese, nutre la passione per i motori. Da quando, a sei anni, ebbe in regalo un motorino per piccoli grintosi. Il passo dalle due alle quattro ruote fu breve e, da allora, niente e nessuno l’ha più fermato. L’irresistibile tentazione di usare l’automobile dei genitori – a loro insaputa, ovviamente – le corse di go-kart, la ricerca di tutti gli espedienti per guidare le nuove arrivate sul mercato: questo ed altro, costituiscono il ricordo più vivo della sua giovinezza. Fino a quando la sua famiglia rileva una concessionaria Mercedes del capoluogo emiliano: da quel giorno, Mercedes, Smart, Maserati, Land Rover, Ford e Ferrari diventano il suo pane quotidiano. Una svolta decisiva che, oltre ad unire l’utile al dilettevole, gli avrebbe permesso di coltivare il suo sogno: mettersi al volante di automobili dalle prestazioni elevatissime, oltre che esteticamente appaganti. E per vetture da sogno, quale location migliore di Cortina, luogo del cuore di Pierluigi? Proprio la Regina delle Dolomiti può diventare, secondo Santi, il salotto di ritrovo ideale per amici che condividono questa rombante passione.

CORTINA’S FOUR-WHEELED PASSION

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reparations are well underway for the unveiling of the Cortina Car Club, an exclusive group for collectors of antique vehicles. Members of the Organizing Committee of the newborn club are all avid collectors who recount with pleasure the story of how they came to be so passionate about high-quality cars, and who excitedly await the opening of the Club. Car-lovers are also eagerly anticipating the 61st Annual Coppa d’Oro delle Dolomiti. September from 4 to 7. For more information, visit www.coppadorodelledolomiti.org.

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GIOCANDO A GOLF UNA MATTINA Con il simbolico taglio del primo albero, a fine maggio, la notizia è ufficiale: il green sorgerà sul versante sinistro della conca, modellato lungo i prati e i boschi alle falde del Faloria, pressappoco nella zona compresa tra l’Hotel Cristallo, Fraina e l’Hotel Miramonti. 70

E così anche Cortina avrà finalmente il suo campo da golf. La notizia non sarebbe di per sé da prima pagina (tutte le località di un certo prestigio ne hanno almeno uno) ma se si pensa che è dagli anni Settanta che se ne parla, che sono passati 18 anni da quando sono state fatte le prime mosse per realizzarlo e sei anni da quando si è costituita l’Associazione Golf Cortina… Beh, allora la notizia è di quelle che meritano la sottolineatura. Il green sorgerà sul versante sinistro della conca, modellato lungo i prati e i boschi alle falde del Faloria, pressappoco nella zona compresa tra l’Hotel Cristallo, Fraina e l’Hotel Miramonti. I lavori sono iniziati con il simbolico taglio del primo albero, a fine maggio, presente il Sindaco di Cortina, An-


Photo: Archivio Golf Club Miramonti

drea Franceschi, a significare l’appoggio all’iniziativa data dal comune, e tutti coloro che sono direttamente coinvolti nella realizzazione dell’opera. Si comincerà con un primo stralcio, 9 buche, per poi dar seguito al secondo stralcio per le rimanenti nove, una volta convinti alcuni proprietari a mettere a disposizione i terreni (già il 70% è acquisito). “Siamo fiduciosi di poter giocare a fine luglio nell’estate prossima - dice Giovanni Dibona - ex azzurro dello sci e primo presidente dell’Associazione Golf Cortina che tenacemente in questi anni ha creduto nell’iniziativa - l’impianto, nel suo complesso, si estenderà su un’area di 600 mila metri quadrati di terreno”. Dibona ha passato il testimone a Giorgio Carriero, industriale del petrolio, chiamato a dare una mano, come lui dice, dagli amici del posto: “Sono soddisfatto - commenta - ma lo sarò ancora di più quando inaugureremo il cantiere per le seconde nove buche. C’è da lavorare ancora». A realizzare il nuovo campo sarà invece la società Cortina srl, che può contare finora su oltre un centinaio di soci di cui recentemente è stato deliberato l’aumento di capitale a 6 milioni di euro. Non è però concesso a nessun socio di accumulare più del 2% delle quote. Come dire, vogliamo che sia aperta a tutti. E qui hanno dato il loro apporto le grandi famiglie che di Cortina hanno fatto la loro seconda dimora , dai Riello ai Barilla, dagli Andreani ai Fresco, dai Vanzina ai Gazzoni Frascara, dai De Longhi ai Coin, dai Frabboni ai Tabacchi. Paolo Scaroni, amministratore delegato di Eni, anch’egli tra i soci, golfista e fondista, non ha mai avuto dubbi che “se si vuole allungare la stagione turistica estiva ora ridotta a poche settimane il golf sia indispensabile”. E aggiunge: “In quel posto lo vedo bene”. Non altrettanto favorevoli erano gli ambientalisti, che hanno combattuto una lunga battaglia, i cui ricorsi però sono stati respinti, ma che hanno ottenuto miglioramenti del progetto dal punto di vista ambientale. Dicevamo della lunga attesa. Eppure a sfogliare le pagine della storia d’Ampezzo, Cortina fu addirittura all’avanguardia nel settore. Quando ancora quasi tutte le altre località dolomitiche che la circondano dovevano iniziare la loro ascesa turistica, nella conca si dava appuntamento d’estate e d’inverno la nobiltà e la borghesia dell’Italia di allora. Il primo campo da golf a 9 buche fu quello dell’albergo Tre Croci, nel 1930, seguito due anni dopo da quello, sempre a 9 buche dell’Hotel Miramonti. Quest’ultimo campo ebbe anzi una lunga vita, sia pur via via ridotto, fino a diventare un campo pratica. I Trenta furono anni di grande fervore, con una incredibile ripresa del turismo, e il lancio della stagione invernale, dopo il decennio successivo alla prima Guerra mondia-

S P O R T d ’autore

le. Gli alberghi erano 52, i posti letto 3350 e le presenze in Ampezzo nel 1937 toccarono quota 623 mila, per allora una cifra molto consistente, pensando che quelle odierne sono di circa un milione. Conseguentemente tutti i servizi per gli ospiti dovettero adeguarsi, e negli alberghi arrivò il lusso, con l’acqua corrente, il riscaldamento centrale, gli ascensori. Cortina diventò un punto di riferimento per la clientela internazionale e anche le attrezzature per la stagione estiva divennero all’altezza della fama che la conca Ampezzana si era guadagnata in Europa. Ecco perché all’Hotel Tre Croci (e poi al Miramonti) allora uno dei più lussuosi e frequentati, non sorse solo il golf, ma anche il tennis e la piscina. Cartoline oggi sbiadite, ma che con il nuovo green si spera di rinverdire. —Massimo Spampani

PLAYING GOLF ONE MORNING

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he news became official with the symbolic felling of the first tree in May: the new golf course will run along the left side of the valley, beside the fields and forests of Mount Faloria, in the area between Hotel Cristallo, Fraina, and the Hotel Miramonti. The green will initally be a single nine-hole course, to be followed by a second course in a matter of months. Giovanni Dibona, ex-member of the national ski team and President of the Cortina Golf Association, who has strongly supported the building of the golf courses, says, “We are confident that the first balls will be able to be played by the end of next July. When completed, the golf facilities will cover over 600 square meters of ground.”

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Porto Cervo, Santa Margherita Ligure, Miami e Key West sono solo alcune delle scene dove gli equipaggi dello Yacht Club Cortina hanno lanciato le loro sfide bordeggiando contro le flotte più agguerrite del momento. Tra i team che hanno fatto parlare di sé, spicca quello della neonata “Cortina d’Ampezzo”, imbarcazione di punta della classe Melges 24 che riprende i colori della Regina delle Dolomiti e che ha visto salire a bordo alcuni tra i professionisti più richiesti del panorama velico. Pensando al futuro e alle prossime tappe di Rimini (dal 18 al 20 luglio) e Torbole (dal 25 al 28 settembre) del Campionato Italiano Volvo Cup 2008, GianMarco Rinaldi, presidente del club ampezzano e armatore del “Cortina”, punta tutto sul giovane Simone Ferrarese, figlio d’arte e match racer spietato in lotta con i timonieri in testa alla ranking list mondiale, affidandogli il timone. Schiera alla tattica una garanzia, Lorenzo Bodini, ex olimpionico e consolidato stratega leader tra le boe dei circuiti d’altura più prestigiosi, e inoltre Francesco Berton co-armatore e drizzista, Fabrizio Lisco tailer e Irene Saderini prodiera. Ma lo scoiattolo rosso è una presenza inconfondibile anche tra le flotte italiane e internazionali della classe Melges 32, impresso sulla randa di “Matrix Cortina d’Ampezzo” dell’imprenditore bolognese Luigi Melegari, ora in rotta per scalare le classifiche del neonato circuito Audi Sailing Series, riservato proprio a questi monotipi. A bordo, schierata una vera macchina da guerra con punte di diamante del Matrix Fortitudo Sailing Team, tra cui i fratelli Ivaldi per i ruoli di tattico e tailer, Enrico Zennaro schierato alla randa, Francesco Di Caprio prodiere, Francesco Dal Bon comandante e drizzista, coadiuvati all’albero da Andrea Pavan e come secondo tailer Davide Di Maio. Ogni pronostico diventa difficile con il fervore dei preparativi e i momenti caldi della stagione che si avvicinano, oltre ai continui set up delle imbarcazioni. Lo stimolo costante dei soci dello Yacht Club Cortina è il sostegno più grande per queste sfide: nonostante le origini alpine, sono loro a rendere così concreto il sogno di avere i team migliori pronti a regatare sulla linea di partenza. Per maggiori informazioni www.yachtclubcortina.it.

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COL VENTO IN POPPA

Lo Yacht Club Cortina porta lo scoiattolo rosso al mare

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eason’s must. Great excitement for “Cortina d’Ampezzo”’s success, the Yacht Club Cortina vessel. For more information, visit www.yachtclubcortina.it. Everybody is crazy about landing with chopper in Cortina, thanks to Elifriulia/ Elicortina (info 0436/3599).

Photo: Roberto Marci


TUTTI PAZZI PER L'ELI

s e ne parla

Il ritorno delle pale a Fiames, ecco il tormentone dell'inverno

Vanity Fair

Da Vanity Fair a Montebianco, dell'atterraggio in elicottero nella Regina delle Dolomiti ne hanno parlato davvero tutti. Raggiungere direttamente dai cieli le località in quota è tornato di gran voga tra i frequentatori della conca. Tra gli avvistati, Massimo Moratti, i fratelli Barilla, Rita Rusic e Canio Mazzaro. Scene che riportano dritti agli anni ‘70, quando Hernst Sachs von Opel, che era solito tenere il suo elicottero ‘posteggiato’ davanti all’Hotel Cristallo, inaugurò una delle tendenze ad alta quota più chic del momento. Oggi, nel club degli elica-addicted non figurano soltanto very important people. Il volo in elicottero è infatti un'esperienza alla portata, se non di tutti, di molti. Merito del servizio proposto da Elifriulia/Elicortina che per tutto l’anno assicura il trasferimento dei passeggeri in elicottero da Venezia, Treviso e Trieste, offrendo un bel risparmio di tempo e un panorama incantevole. Per maggiori informazioni 0436/3599.

Premium

Vie del Gusto

Sciare

Montebianco

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QUANDO IL CORSO SI TRASFORMA IN UN SET A giugno la via dello “struscio” ha fatto da cornice alle riprese del prossimo film panettone, “La fidanzata di papà” con Massimo Boldi e Natalia Bush. Macchine da presa, flash, scenografi, attori e comparse, il nostro backstage. On stage la moda di stagione, tra lo sportswear che fa chic, cocktail dress e preview invernali. Il tutto proposto dai migliori negozi di Cortina. Servizio fotografico/Photography: Giacomo Pompanin Styling: Eleonor Mejiò Trucco/Makeup: profumeria Thylly Acconciature/Hair: Parrucchiere Daniele e Paola Hanno posato per noi/Models: Giorgia Apollonio e Andrea Dibona

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In marcia con gli alpini Maglione in misto cachemire di lavorazione artigianale Leròsa, ricamato a mano abbinato a pantalone zuava in pelle scamosciata (Ghedina Galleria C. Bianca). Scarponcini marroni Gronell, set ferrata con dissipatore Petzl e imbragatura Arc’Teryx (K2 Sport).

Marching with the Alpini Giorgia shows her support for the Alpine troops while showing off a beautiful artisanal hand-embroidered cashmere sweater Leròsa, paired with suede pants (Ghedina Galleria C. Bianca). Brown Gronell shoes and Arc’Teryx climbing gear (K2 Sport) finish off the outfit.

WHEN MAIN STREET BECOMES A SET

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uring the month of June, Corso Italia served as the backdrop for the upcoming Christmas film La fidanzata di papa (“Dad’s Girlfriend”), starring Massimo Boldi and Natalia Bush. Cameras, flash bulbs, backdrops, and actors populated scenic Cortina. The town was a stage as actors modeled all the latest fashions, from sportswear to cocktail dresses to sneak peeks at winter styles, all kindly provided by Cortina’s bestknown shops.

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Baciato dal sole Maglioncino in cotone a righe grigie tono su tono Sun68 (La Cooperativa) abbinato al pantalone nero in tessuto tecnico e impermeabile Arc’Teryx (K2 Sport). Pratico zaino classico beige Fjäll Raven, caschetto blu Black Diamond e scarpe ad alta aderenza Five Ten (K2 Sport).

Sun-kissed Ready for a long hike and some rock climbing, Andrea wears a striped cotton Sun68 shirt (La Cooperativa) with black waterresistant Art’Teryx pants (K2 Sport), a classy and practical beige Fjäll Raven backpack, a blue Black Diamond helmet and Five Ten climbing shoes (K2 Sport).

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Casual & Chic Polo in cotone viola Sun68, sotto allo sfizioso giubbotto, rigorosamente viola, North Sails (La Cooperativa). Pantalone nero in tessuto tecnico e impermeabile Arc’Teryx (K2 Sport). Pratica la borsa in pelle bianca Orciani (Trifoglio), abbinata alle comode Superga bianche (La Cooperativa).

Casual & Chic Preparing for some serious shopping, Giorgia wears a practical and intensely violet North Sails jacket over a purple cotton Sun68 polo (La Cooperativa), with black water-resistant Arc’Teryx pants (K2 Sport), a stylish white leather Orciani bag (Trifoglio), and comfortable white Superga shoes (La Cooperativa).

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Cocktail in passerella Aperitivo sulla terrazza dell’Hotel Cortina nel cuore di Corso Italia. Per lei chic ed elegante la giacca in velluto nero doppio petto Fabrizio Lenzi (Trifoglio) sopra la camicia bianca in tessuto elasticizzato Borrelli (Fassina Donna). Il tutto abbinato a jeans chiari Jaggy (La Cooperativa). Ad aggiungere un pizzico di originalità le collane Maliparmi (Fassina Donna) e la borsa Hello Kitty (Top Store). Delicato maglioncino in cachemire Fedeli, dolcemente appoggiato sulla camicia bianca con sobrie righe lilla Glanshirt (Marinotti) per lui. Originalissimi i pantaloni a quadri grigi in cotone Jaggy, sulle scarpe nere Nero Giardini (La Cooperativa). Anche per le sedie e il tavolo, elegante e ricercatissimo mix di materiali ed evocazioni: osso, legno e ferro battuto per le opere artistiche di Fabbro Siorpaes Marco.

Cocktail in CORSO ITALIA Our models enjoy a lovely aperitif on the terrace of Hotel Cortina. She wears an elegant and chic black velvet Fabrizio Lenzi jacket with silver buttons (Trifoglio) over a white Borrelli shirt (Fassina Donna). Below, she wears pale-blue Jaggy jeans (La Cooperativa). Maliparmi necklaces (Fassina Donna) and a Hello Kitty bag (Top Store) add a touch of originality. For him, a light Fedeli cashmere sweater rests over a white, lightly striped Glanshirt top. Grey chequered cotton Jaggy pants and black Nero Giardini shoes make this outfit unique. Even the table and chairs are at the height of fashion: designed by Fabbro Siorpaes Marco, this elegant and sought-after furniture artfully combines antler, wood, and iron to create an innovative yet traditional ensemble.

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Elegantemente romantici Chic e sbarazzino l’abito in viscosa grigio Twin-Set Simona Barbieri (Twin-Set). Preziosissima la borsa Jamin Puech con decorazioni floreali in perline e il foulard viola Blayde (Ghedina XXIX Maggio). Per lui camicia a righe grigie D&G (Top Class) e cravatta Holliday and Brown (Fassina) sotto ad un’elegante giacca in pelle scamosciata Prada (Bredo-Guerresco). Il tutto indossato con disinvoltura sopra il pantalone blu Jaggy e le scarpe nere Nero Giardini (La Cooperativa).

Elegantly Romantic For her, an elegant and debonair grey Twin-Set Simona Barbieri (Twin-Set) is accompanied by a flowered Jamin Puech bag and a purple Blayde scarf (Ghedina XXIX Maggio). For him, a grey D&G shirt (Top Class) and Holliday and Brown tie peep out from under an elegant brown suede Prada jacket (Bredo-Guerresco), all topped (or, rather, bottomed) off with blue Jaggy pants and black Nero Giardini shoes (La Cooperativa).

Indirizzi/Addresses K2 Sport Lacedelli via Cesare Battisti 2 e 32, tel. 0436/863706 - 870126 La Cooperativa di Cortina Corso Italia 40, tel. 0436/861245 Bredo-Guerresco Corso Italia 60 e 23, tel. 0436/860407 - 866996 Fassina Corso Italia 198, tel. 0436/2389 Fassina Donna via Cesare Battisti 14, tel. 0436/863726 Ghedina Abbigliamento Galleria Croce Bianca 7, tel. 0436/861408 Ghedina Abbigliamento via XXIX Maggio 5, tel. 0436/878010 Marinotti Corso Italia 126, tel. 0436/3320 Top Class Corso Italia 42, tel. 0436/2923 Top Store via Cesare Battisti 11/a, tel. 0436/861417 Twin-Set Corso Italia 111, tel. 0436/862422 Trifoglio Boutique Corso Italia 93, tel. 0436/861192 Fabbro Siorpaes Marco Località Pian Da Lago 43, tel. 0436/867941 Hotel Cortina Corso Italia 92, tel. 0436/4221 Profumeria Thylly Corso Italia 54, tel. 0436/2270 Parrucchiere Daniele e Paola Corso Italia 145/a, tel. 0436/4301

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Eleganza e attenzione alla ricerca, armonia dei materiali e dei colori. In una parola, arte senza tempo quella che presenta Ambra Piccin. 82

a cura di Cristina Palmiotto e Alessandro Broccolo

ARCHITETTURA &ARTIGIANATO QUESTIONE DI FEELING

Parlare di sodalizio fortunato sarebbe riduttivo. Qui a Cortina, il connubio che ha preso – letteralmente – forma tra l’architettura e l’artigianato si è trasformato in qualcosa di più e d’altro di una mera collaborazione. Un incontro magico che ha generato uno stile unico e inimitabile, come testimoniano gli interni realizzati dall’architetto cortinese Ambra Piccin. È stata proprio lei, infatti, a incorporare i prodotti della tradizione nella sua attività di progettazione di ambienti. Forte di una profonda conoscenza delle botteghe artigiane che costellano la Regina delle Dolomiti, Ambra Piccin ha istituito un confronto dialettico con gli innumerevoli materiali in cui si declina la perizia degli artigiani del territorio – legno, ferro, vetro, ceramica, tessuti, solo per citarne alcuni. Il risultato? Un marchio di qualità fatto di antichi mestieri e innovative soluzioni stilistiche, orgogliosamente legato al territorio. Dopotutto, Cortina d’Ampezzo da sempre rappresenta un caso di eccellenza artigianale più unico che raro: in un’epoca dominata dalla dispersione e dallo stravolgimento della tradizione, non soltanto le maestrie locali sono state salvaguardate, ma hanno anche raggiunto standard qualitativi elevatissimi. Insomma, quell’eleganza senza tempo e quell’attenzio ne alla ricerca che non sono passate inosservate ad Ambra Piccin che ormai da anni si rivolge alle maestranze locali – come testimoniano i suoi due libri sugli interni di Cortina realizzati in collaborazione con il fotografo Diego Gaspari Bandion. Ed è proprio questo sodalizio con le botteghe locali ad aver spinto l’architetto a ideare un evento in loro onore. Un vero e proprio tributo all’imprescindibile ruolo che i laboratori ampezzani hanno esercitato nel forgiare la sua cifra stilistica. “Se il mio nome è conosciuto anche all’estero, lo devo anche alle maestranze locali di cui mi avvalgo nella mia attività - racconta Ambra Piccin - Si tratta di artigiani che hanno compreso il filo conduttore della mia filosofia: i materiali diventano architettonici quando vengono modulati dalla luce”. Ed è proprio la luce uno dei protagonisti dell’interior design secondo l’architetto ampezzano che, influenzato da una formazione fotografica (il padre era un noto fotografo), è alla costante ricerca della forma artistica, dell’armonia dei materiali e dei colori. Una propensione che ha investito anche l’artigianato, trattato da Ambra Piccin come arte, in quanto professione di antica tradizione svolta nell’osservanza di alcuni canoni codificati nel tempo.


Un tributo alle maestranze

Una bottega d’arte a cielo aperto Per una settimana la centralissima piazza Venezia accoglierà dieci artisti del legno che realizzeranno le loro opere sotto gli occhi degli ospiti della vallata. Un evento che vuole celebrare la grande tradizione della scultura su legno che nel territorio rappresenta un’eccellenza da valorizzare. evento: Artisti a Cortina quando: dall’8 al 13 settembre dove: piazza Venezia info: 0436/3688

“Quando l’artigianato diventa arte. Le sensazioni che nascono dalla collaborazione tra le maestranze locali di Cortina d’Ampezzo e le progettazioni di Ambra Piccin”. Recita così il sottitolo dell’evento, fortemente voluto dall’architetto, che prevede l’allestimento di un percorso emozionale alla scoperta di un’arte declinata tra architettura e artigianato, che si riflette in suggestivi interni di abitazioni cortinesi, e di un’impronta orgogliosamente locale. Durante la serata verrà proiettato un cortometraggio girato all’interno delle botteghe di Cortina d’Ampezzo. evento: Sinergie Architettura@Artigianato by Ambra Piccin architetto quando: 29 agosto alle ore 21 dove: Alexander Girardi Hall (via Marangoni 1) info: www.ambrapiccin.it ----

Synergies Architecture@ Artisanship

For a week the town square, Piazza Venezia, will host ten wood carvers that will practice their craft for all the vacationers of the valley.

“When artisanship becomes art. Here one can experience the masterworks that have been born of the collaboration between local artisans of Cortina and the designs by Ambra Piccin.” This quote, from the exhibition brochure, describes an interesting event organized with the assistance of the architect, which pays homage to the artisans of the region.

When: from September 8 to 13 Where: Piazza Venezia Info: 0436/3688

When: August 29 at 9:00 pm Where: Alexander Girardi Hall (via Marangoni 1) Info: www.ambrapiccin.it

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Artists in Cortina

Nella pagina accanto, un motivo floreale in ferro battuto di Fabbro Zino (www.fabbrozino.it). Sopra, un interno dell’architetto Ambra Piccin, ritratta sotto insieme a Diego Gaspari Bandion, in stile classico (Photo: Diego Gaspari Bandion).

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Nella Regina delle Dolomiti, la cultura è di casa, specialmente durante il periodo estivo. Durante la bella stagione, infatti, Cortina d’Ampezzo diventa un luogo magico, capace di catalizzare nella sua orbita personaggi dell’arte in tutte le sue forme. Largo spazio verrà dato all’arte contemporanea con la rassegna Garden Art-installazioni che proporrà fino al 17 agosto, lungo i due tratti dell’ex-ferrovia, materiali riciclati, ceramiche, installazioni figurative e astratte, concettuali, sonore e floreali. Lavori molto diversi per materiali e per intento, ma con un unico comune denominatore: il confronto con questo spazio speciale (info 0436/3688). Appuntamento imperdibile con la fotografia, la mostra dal titolo CCCP the lost Empire, ultimo lavoro della serie “Anemos” del fotografo ampezzano Stefano Zardini. La vernice in programma il 16 agosto alle ore 18. Attraverso venticinque immagini viene svelata un’interpretazione particolarmente personale della città di Mosca. Presso la Ikonos Art Gallery (via del Mercato 1) fino al 13 settembre (info 0436/2930). Gli amanti della musica potranno godersi il concerto della Metropolitan London Symphony che, diretta da Maffeo Scarpis, proporrà musiche di Rossini e Tchaikovsky presso l’Alexander Girardi Hall (via Marangoni 1). Il 22 luglio alle ore 21 (info 0436/875502). È una galleria del Novecento dell’arte senza etichette e senza confini la mostra di ritratti-ex libris fatti con la bic dal titolo Casuali incontri. Un tesoro che Luigi Civerchia ha deciso di esporre nella libreria Sovilla (Corso Italia 118) dal 1° al 31 agosto (info 0436/ 868416). Due viaggi tra le forme dell’architettura tradizionale. Chiese e modelli di case dell’architettura anonima ampezzana racconta le caratteristiche e i particolari delle costruzioni storiche del territorio attraverso venticinque opere in esposizione presso il Municipio Vecchio (Corso Italia) fino al 30 luglio (info 0436/3688). L’abitazione come nido e come anima: queste le sensazioni che Giuseppe Toscani ha trasposto nella mostra Una casa, un tempio presso l’Hotel Ambra (via XXIX Maggio 28), quindici casette di montagna in miniatura realizzate con gli stessi materiali utilizzati per le case originali. Fino al 2 novembre (info www.hotelambracortina.it). Spazio al romanzo di inchiesta il 18 agosto con la presentazione di La bimba di tutti. Dopo anni di servizio nell’arma dei Carabinieri, Sante Convertini si cimenta in un’esperienza letteraria che ruota attorno a una storia vera. Saranno presenti l’autore e il critico Ennio Rossignoli. Presso il Concordia Parc Hotel (Corso Italia 28).

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Concerts, presentations, exhibitions

“G CONCERTI PRESENTAZIONI RASSEGNE MOSTRE

arden Art-Installations”. An exhibition of contemporary artists will be displayed along out of service cable car tracks. From July 13 to August 17. Info: 0436/3688. “Anemos. CCCP the lost Empire”. Twentyfive photographs by Stefano Zardini reveal a uniquely personal relationship with Moscow. Until September 13. Ikonos Art Gallery (via del Mercato 1). Info: 0436/2930. Metropolitan Symphony Concert. Don’t miss this unforgettable performance by the Metropolitan Symphony, conducted by Maffeo Scarpis. July 22 at 9:00 pm. Alexander Girardi Hall (via Marangoni 1). Info: 0436/881812. “Surprise Encounters”. A fascinating exhibition of twentieth–century portraits by Luigi Civerchia. From August 1 to 31. Libreria Sovilla (Corso Italia 118). Info: www.libreriasovilla.com. “Ampezzan Churches and Models of Houses”. Twenty-five accurate miniatures showing the unique characteristics of the most historic Ampezzan buildings. Until July 30. Municipio Vecchio (Corso Italia). Info: 0436/2930. “A House, a Temple”. Hotel Ambra (via XXIX Maggio 28) will host 15 miniature mountain houses made by Giuseppe Toscani with the same materials that were used to build the original houses in Cortina. Until November 2. Info: www.hotelambracortina.it. Presentation of Everybody’s Daughter. Sante Convertini, after years of service for the Carabinieri, presents a fascinating new book retelling his experiences in the barracks. August 18 at 5:00 pm. Grand Hall of the Concordia Parc Hotel (Corso Italia 28).

Nella foto, una delle immagini che Stefano Zardini espone nella mostra “CCCP the lost Empire”. Qui accanto, il ritratto di Thomas Mann dalla raccolta “Casuali incontri” (Photo: Dino Colli)

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Photo: Diego Gaspari Bandion

SFILATE E CORTEI SECONDO IL COSTUME AMPEZZANO Tra gli ingredienti più autentici dell’estate di Cortina, la musica riveste un ruolo speciale: gli eventi a carattere musicale sono appuntamenti imperdibili per valligiani e turisti. D’altronde, le sette note sono da sempre nel dna di Cortina, grazie a due colonne portanti come il Coro Cortina e il Corpo Musicale di Cortina d’Ampezzo. 50 elementi, 147 anni di attività, 150 servizi all’anno: questi i numeri di una formazione musicale che è molto di più di una banda. Il Corpo Musicale rappresenta, infatti, uno dei fulcri della tradizione di Cortina. Anche per quest’estate sono previsti concerti (7, 15 e 23 agosto) e sfilate (20 e 27 luglio) della formazione presieduta da Osvaldo Majoni e diretta da Antonio Rossi (info www.corpomusicalecortina.it). Saranno i magnifici canti e le armoniose melodie del repertorio del Coro Cortina a invadere con solennità e maestosità la Chiesa di Ospitale il 2 agosto e la Chiesa di Verocai il 23 agosto. In occasione di entrambi i concerti, il Coro Cortina, presieduto da Diego Gaspari Bandion e diretto da Marino Baldissera, proporrà famose canzoni

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APPOINTMENTS WITH THE TRADITIONAL MUSIC

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arching Band Parade. Cortina’s Marching Band, one of the city’s most beloved traditional organizations, presents its yearly parade. July 20 (Parade), July 27, and August 7, 15, and 23 (Concerts). Info: www.corpomusicalecortina.it. Cortina’s Choir Concert. Cortina’s choir has the pleasure of presenting its enchanting and harmonious repertoire at Ospitale Church on August 2 and Verocai Church on August 23. Info: www.corocortina.it. 32nd Annual Festival of the Bands. The Festival of the Bands, an event which both locals and tourists look forward to year-round, has filled the streets of the Queen of the Dolomites with music for the last 32 years, and will continue to do so for many more. From August 24 to 31. Info: www.corpomusicalecortina.it.

popolari in una versione particolarmente suggestiva (info www.corocortina.it). Suoni dall’anima di un paese in festa. Sulla scia del motto che accompagna le sfilate della banda - “l’anima di un paese in festa” - la Festa delle Bande è uno degli eventi più attesi da valligiani e turisti che, da ben 32 anni, accorrono al richiamo della trascinante musica, riempiendo le vie della Regina delle Dolomiti.Sarà proprio il centro di Cortina il cuore di questa manifestazione che raccoglie diverse occasioni musicali, coinvolgendo il Corpo Musicale e varie formazioni ospiti in concerti e festosi cortei. Dal 24 al 31 agosto (info www.corpomusicalecortina.it).


TRA PAESAGGI INCONTAMINATI E CIELI STELLATI Dei tratti dolomitici, quello che fa da sfondo a Cortina è indubbiamente uno dei più impressionanti: le cime che cingono la Regina delle Dolomiti offrono scenari tanto dolci quanto maestosi e incutono quella miscela di rispetto e ammirazione, timore ed estasi che gli amanti della montagna ben conoscono. E, in questo ambiente preservato dalla cura delle famiglie ampezzane, lo sguardo rimane inevitabilmente catturato da angoli pittoreschi e da scorci di incomparabile bellezza. Tre occasioni per godere la magia della prima luce con la Spettacolare levata del sole da Cima Tofana con risalita in notturna con la funivia Freccia nel Cielo e colazione al rifugio Cima Tofana (19 luglio, 9 agosto, 6 settembre, info 0436/5052, 0436/862372, 338/8694531). Imponenti e silenziose, dominano il lato occidentale di Cortina: sono le Tofane, le tre maestose sorelle. Come da tradizione, una giornata della stagione estiva, il Tofana Day è dedicata a queste tre cime: un’occasione imperdibile per assaporare l’impressionante panorama che si gode dal percorso della funivia Freccia nel Cielo al prezzo speciale di 5 euro. Il 20 luglio (info 0436/5052, 0436/862372, 338/8694531). Magiche Note. Sulle note di Bach, Haendel, Mozart e altri compositori barocchi, scorreranno le immagini delle notti stellate cortinesi con la cornice delle Dolomiti. Una suggestiva serata presso il Cinema Eden (Corso Italia). Il 25 luglio alle ore 18 (info www.cortinastelle.it). Un’estate con gli astri. L’Associazione Astronomica Cortina propone la seconda edizione di CortinaStelle, il ciclo di conferenze (16, 22 e 29 agosto alle ore 18) dedicate ai misteri del cosmo che vedrà, in veste di relatori, esperti e luminari in materia. Presso la Sala Cultura don Pietro Alverà (largo Poste, info www.cortinastelle.it). Terza edizione per Dolomia 2008, il raduno annuale promosso dai quattro gruppi alpinistici storici delle Dolomiti: le Aquile di San Martino e Primiero, i Ciamorces di Fassa, i Catores della Val Gardena e gli Scoiattoli di Cortina d’Ampezzo. Il 13 settembre (info www.scoiattoli.org).

La Cometa Hale Bopp sopra il Pomagagnon (Photo: Alessandro Dimai e Renzo Volcan); in basso, l’aurora boreale dal Rifugio Scoiattoli (Photo: Giuseppe Menardi).

THE SPECTACULAR OF NATURE

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Beautiful Sunrise from the Top of Mount Tofana”. There is no better time than dawn to fully appreciate Mount Tofana, especially after an enchanting nocturnal ride on the Freccia nel Cielo cable car. July 19, August 9, September 6. Info: 0436/5052, 0436/862372, 338/8694531. “Tofana Day”. Traditionally, for one day a year during the summer season, visitors can explore the Tofane mountains and ride the Freccia nel Cielo cable car for the special price of 5 Euro. July 20. Info: 0436/5052, 0436/862372, 338/8694531. “Magical Notes”. A beautiful night of classical music accompanied by images of the night sky above Cortina, framed by the Dolomites. July 25 at 6:00 pm. Cinema Eden (Corso Italia). Info: www.cortinastelle.it. “CortinaStars” Summer 2008. The Astronomical Observatory of Col Druscié presents the second year of CortinaStars, a series of talks by well-known astronomers dedicated to the mysteries of the cosmos. August 16, 22, and 29 at 6:00 pm. Sala Cultura don Pietro Alverà (largo Poste). Info: www.cortinastelle.it. “Dolomia 2008”. Third annual rally of the four Alpine Troops of the Dolomites: the Eagles of San Martino and Primiero, the Ciamorces of Fassa, the Catores of the Val Gardena, and the Squirrels of Cortina D’Ampezzo. September 13. Info: www.scoiattoli.org.

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CALCIO, IPPICA E TENNIS CORTINA A TUTTO SPORT La Regina in rosso e nero. Alla scoperta delle tecniche del calcio immersi nelle bellezze delle Dolomiti. Questa è la filosofia del Milan Junior Camp che offre a tanti ragazzi la possibilità di trascorrere un’indimenticabile vacanza tra natura, sport e divertimento. Fino al 19 luglio (info www.sporteventi.com). È davvero ad alto tasso di eleganza l’International Show Jumping, un evento che riesce a soddisfare le esigenze degli atleti, dei cavalli, del pubblico e del territorio, e che può contare su strutture al top. Non solo, la bellezza di queste vallate riesce sempre a regalare al concorso un valore aggiunto che, avvolto dal fascino delle imponenti Dolomiti, risulta essere una delle manifestazioni equestri outdoor più suggestive. Dal 11 al 27 luglio (info www.jumpitalia.com). Anche quest’anno torna il tradizionale torneo di mezza estate, con ricchi montepremi per i vincitori. Il Torneo di Tennis di Ferragosto si terrà dall’8 al 10 agosto nel Tennis Country Club Cortina (località Sopiazes, info 0436/868486).

SPORT AND FUN

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ilan Junior Camp”. The famous soccer team AC Milan is holding a Junior Camp which offers children the chance to spend an unforgettable vacation experiencing nature and learning the sport. Until July 19. Antonella De Rigo Stadium (in Fiames). Info: www.sporteventi.com. “International Show Jumping”. One of the world’s most striking equestrian displays. From July 17 to 27. Info: www.jumpitalia.com. “Ferragosto Tennis Tournament”. This year the traditional midsummer tennis tournament will take place with spectacular prizes for the victors. From August 8-10. Tennis Country Club Cortina (in Sopiazes). Info: 0436/868486. Summer Polls. In order to better meet the needs of tourists, the association “For the Future of Cortina” will promote a poll this summer. Questionnaires will be distributed throughout July and August. Info: 0436/866252. Nella foto in basso, il Consiglio Direttivo dell’Associazione “Per il Futuro di Cortina”: da sinistra, Diego Gianaroli, Gemma Marzotto, Rosanna Donà dalle Rose e Franco Sabbadin.

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Il turista tra sogni e bisogni: ricerca Eurispes durante l’estate Il turista, una figura preziosa per Cortina d’Ampezzo. La sua presenza scandisce l’alternarsi delle stagioni e attorno a lui si costruiscono servizi ed eventi che a vario titolo animano la vita della Regina delle Dolomiti. Ma chi è il vero turista di Cortina? Per monitorare le principali esigenze di chi vive e frequenta la Regina, l’associazione “Per il Futuro di Cortina” promuove per questa estate una ricerca Eurispes con l’intento di tracciare una fotografia dell’esistente, cercando di individuare punti di forza e di debolezza, e soprattutto possibili linee di sviluppo. “Siamo sensibili a tutte le iniziative che possano in qualche modo favorire il territorio – spiega Franco Sabbadin, membro del Consiglio Direttivo dell’associazione – “le nostre attività sono strettamente guidate dall’amore per l’ambiente che cerchiamo costantemente di salvaguardare, permettendo quindi una piena valorizzazione delle meraviglie ampezzane. Siamo legati a questo paradiso incantato, dove abbiamo passato i momenti più sereni della nostra infanzia e ancora oggi Cortina è il luogo privilegiato in cui trascorriamo il tempo più importante dell’anno: quello dedicato alla famiglia ”. I questionari saranno distribuiti nei mesi di luglio e agosto (info 0436/866252).



IL SEGRETO DELL’INFANZIA A ZUEL

Photo: Stefano Zardini

piccole grandi eccellen z e

THE SECRET OF A “ZUEL” INFANCY

“F “Facciamo un Nido”, una scuola che non è una scuola, come vuole Montessori e come ci racconta Raniero Regni, professore associato di psicologia sociale presso l’università Lumsa di Roma. Spettacoli si succedono di continuo per chi cammina in montagna, e Cortina ne è prodiga, in ogni stagione. Il bello è ciò che chiama, ha scritto Platone, e qui molti sono i richiami. Nella valle ampezzana ci sono bellezze eclatanti, da cartolina, che tutti conoscono, ma ce ne sono altre, segrete, preziose. Come il centro “Facciamo un Nido” di Zuel, una scuola che non è una scuola, un luogo dove non solo si educa e si istruisce, ma dove si aiuta la vita e si coltiva la bel-

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lezza. Quasi cento bambini e una decina tra insegnanti e volontari, dal nido alle elementari passando per la Casa dei Bambini, la vivono ogni giorno. Come vuole Montessori, tutto è curato con amore e intelligenza, dal logo dell’associazione agli appendiabiti, dai laboratori di scuola elementare ai massaggi per il neonato. Sì, perché i bambini celebrano i dettagli, in essi si cela la buona educazione e lì, come diceva una vecchia canzone, “anche un sorriso può fare rumore”. L’imprinting montessoriano questa scuola se lo porta dietro in tutto quello che fa. Nata dall’iniziativa di un gruppo di genitori più di dieci anni fa, l’avventura è continuata fino alla realtà di oggi che ancora vede coinvolti padri e madri

acciamo un nido” (“Let’s Make a Nest”) is a small but important sign of excellence in Cortina. A school that is more than a school, students here receive not only an education, but also a love of life and an appreciation of beauty, using the Montessori method. This school is another gem that lies hidden in Cortina, waiting to be discovered.

nelle attività didattiche. Da non dimenticare il legame con il territorio. La scuola Montessori di Zuel sfrutta il bosco e la valle come aule, dal parco delle Dolomiti all’U.L.d’A. (Unione Ladini d’Ampezzo), con cui ha realizzato un testo a disegni in lingua ampezzana: La nascita della terra in rima. Molti gli insegnanti volontari, espressione di un’intera comunità locale che crede nell’educazione. Oltre a dialogare con il paesaggio, il centro deve saper connettersi al resto del mondo. E l’iniziativa della scuola di Zuel, pur nata in provincia, è tutt’altro che provinciale, come stanno a dimostrare i formatori di cui si avvale (Claus Dieter Kaul, direttore dell’Istituto per l’Apprendimento Olistico di Monaco di Baviera) e la traduzione di libri importanti nel panorama pedagogico italiano come Educare ad essere di Rebeca Wild. Insomma, c’è un altro aspetto della segreta bellezza di Cortina da scoprire.


gente che v iene gente che va

Parole in libertà, argomenti d’attualità, libri di cui parlare, appuntamenti da promuovere: questo ed altro ancora hanno condotto tanti personaggi nello studio di Radio Cortina, una mansarda al quarto piano di un edificio in pieno centro. Una ventina di minuti o poco più, nessuno di loro si è fermato oltre per un’intervista, ma non ce n’è uno che non abbia lasciato qualcosa. Una passerella di nomi straordinari che ha raggiunto il suo apice negli anni Ottanta, periodo clou degli incontri letterari organizzati dalla libreria Sovilla. A conservare la traccia di

ANDREOTTI LA TELECAMERA E LA PISTOLA Dall’osservatorio privilegiato di Radio Cortina. questi passaggi d’autore, autografi, firme e pensieri raccolti nel libro degli ospiti di Radio Cortina. Basta aprire una pagina a caso, e riaffiorano alla mente i ricordi di un incontro, gli aneddoti più curiosi legati a politici, scrittori, artisti. Tra gli altri, il senatore Giulio Andreotti, soggetto del recente film “Il divo”. Puntuale come pochi, ripeteva la sua visita ogni anno – a Cortina, ad onor del vero, all’epoca veniva in vacanza tutto il Governo – e non rifiutava mai un’intervista, ma metteva alcuni paletti: con lui bisognava alzarsi presto, anche all’alba. In compenso non chiedeva mai

di conoscere le domande in anticipo. La prima volta che varcò gli studi, ci dimenticammo di comunicare la presenza della televisione locale. Quando uno di questi si posizionò sul tetto dell’edificio per una ripresa frontale, fu istintivo per le guardie del corpo estrarre la pistola. Un ‘equivoco’ che non pregiudicò la sua presenza come ospite di Radio Cortina negli anni successivi. Di Andreotti ci resta anche la vignetta che Giorgio Forattini ha disegnato in esclusiva per noi e che recita così: “A Radio Cortina... in questa estate lunghina”. —Nives Milani

RADIO CORTINA: A PRIVILEGED OBSERVATORY

R

adio Cortina, broadcasting from a penthouse studio of a downtown building, airs discussions of books, events, and opinions. It is a pleasure to page through the author’s statements, autographs, messages and thoughts collected in the guest book of this historic broadcasting station.

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A TUTTO SHOPPING

Un’estate di sorprese sulla storica via dello “struscio”: prendono il posto di negozi storici grandi marchi dell’abbigliamento. E in più, nuove proposte di alto artigianato, tra le novità che ci segnala Alessandra Segafreddo. Un appuntamento immancabile a Cortina, soprattutto d’estate, è quello con lo shopping: oltre 250 sono i negozi che offrono il meglio della moda, oltre a prodotti tipici e grandi marchi. Ce n’è per tutti gusti e per tutti i portafogli. Acquistare abiti, scarpe, borse, oggetti per la casa, libri, tessuti o souvenir in centro

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a Cortina è possibile. Eterogenea, infatti, è la varietà di punti vendita che la Conca offre. Per tutte le occasioni, dalla gita in montagna alla serata di gala, Cortina offre la possibilità di avere indosso l’indumento adeguato, comodo e alla moda. Per la stagione estiva 2008 molte sono le novità che residenti e turisti si troveranno

lungo il Corso. Con il finire della stagione invernale hanno, infatti, chiuso i battenti alcuni storici punti vendita della Conca, che durante la primavera si sono trasformati, e ai primi di luglio hanno riaperto i battenti. Ha chiuso in centro lo storico negozio di abbigliamento Giacobbi. Da merceria, l’attività nata nel 1920 si trasfor-


mò negli anni in un vero e proprio punto di riferimento per l’abbigliamento classico e sud-tirolese. Il negozio è stato gestito da sempre dalla nota famiglia e tramandato di generazione in generazione. Ora però gli ultimi eredi hanno preso strade diverse. Giacomo, ex sindaco di Cortina, continua la sua professione di avvocato tra Belluno e Cortina; il fratello più grande,

Valerio, lavora in America per Luxottica. Al posto di Giacobbi abbigliamento ora si potranno acquistare splendidi paia di occhiali firmati Salmoiraghi & Viganò, o abiti di Ballantyne o di Benetton (al terzo punto vendita a Cortina). Lungo Corso Italia sarà sicuramente un altro passeggiare senza questo storico negozio e senza più poter vedere le originali vetrine che

verranno soprattutto ricordate per l’indimenticabile scena in “Vacanze di Natale” dei manichini di vanziniano ricordo. Altri ricordi che spazieranno dalla “Domenica del Corriere” alle prime figurine Panini quelli che si potranno avere percorrendo via Roma dove, da maggio, è cambiata gestione alla tabaccheria “da Mina” in via Roma. Agli esordi, negli anni ’30, solo ta-

EVERYTHING IS SHOPPING

T

his summer has been full of surprises on the historic avenue of Corso Italia. Taking the place of historical shops, famous clothing brands have been moving into town, along with new stores selling artisanal goods. It is always a pleasant experience to partake of Cortina’s rich offerings, with over 250 shops offering all the latest styles, along with traditional goods and brand names.

A sinistra, sopra, l’interno del nuovo negozio Robe di Kappa in Corso Italia. Sotto, una suggestiva panoramica del secondo negozio Ghedina in via XXIX Maggio. Quindi una vetrina di Ballantyne.

baccheria e rivendita di articoli elettrici, si trasformò in edicola col passare degli anni. Il negozio diventò un importante punto di riferimento per i fumatori tanto da far soprannominare Gabriella Mina la “pipaiola d’Italia”. Altro negozio storico che ha ceduto la sua attività è quello di Ferruccio Tormen, presidente dell’associazione cortinese dei commercianti. “La Fenice”, dopo 26 anni, è diventata “Marinotti”, negozio di abbigliamento che ha già in paese altri tre punti vendita. La vita de “La Fenice” è stata un’altra pietra miliare del commercio ampezzano. In controtendenza il negozio di abbigliamento Ghedina che invece ha duplicato i punti vendita. Oltre allo storico di Galleria Croce Bian-

ca, un nuovo prezioso atelier con marchi fashion e di ricerca in via XXIX Maggio. E, per finire, ha chiuso anche un piccolo e accogliente negozio: “Baby Chic” che per anni ha vestito i bambini della conca e i figli di tantissimi Vip. Al posto di “Baby Chic” ora aprirà una gioielleria. Tra i cambi di gestione va inoltre segnalato quello dell’edicola Constantini in Stazione. Non è stata una impresa facile trovare chi sostituisse, dopo 44 anni di attività, i fratelli Constantini alla conduzione della mitica edicola della stazione. Dopo una ricerca durata qualche anno, si sono fatti avanti due giovani del paese che sono subentrati in primavera: Klaus Cordella e suo cugino Andrea Gaspari. Ora l’edicola che ha

cambiato nome e si chiama “La Stazione” continuerà ad offrire giornali, riviste, libri, gadget e i biglietti dell’autobus urbano e suburbano. Non mancano poi per l’estate i nuovi punti vendita. All’inizio di via Cesare Battisti, dove prima c’erano uffici, l’edificio è stato completamente ristrutturato e ridipinto con gusto. Ora fanno bella mostra di sé quattro ampie vetrine che espongono il cachemire Duca di Valtorta. Un ritorno in centro della tradizione artigianale lo si trova, poi, con il nuovissimo negozio di Mauro Olivotto, in arte “Lampo”. A fine giugno ha aperto in via XXIX Maggio una bottega dell’intaglio dove l’artista espone le sue sculture e fa vedere ai passanti i momenti della realizzazione.

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pre v ie w

Proposte e offerte per le prossime stagioni

CORTINA COLLEZIONE AUTUNNO/ INVERNO 2008 a cura di Gabriella Talamini, responsabile della promozione di Cortina Turismo Photo: Paola Dandrea

Scorci d’autunno tra colori naturali e relax Il profumo del bosco con la legna appena tagliata, una passeggiata tra baite, parchi e laghi, un’escursione in bicicletta, il sapore dei funghi appena raccolti, l’odore della polenta ancora fumante. Questo ed altro è l’autunno a Cortina: una stagione tutta da scoprire, approfittando delle offerte ‘Regali d’Autunno’ di Cortina Turismo che propone una settimana o anche un solo finesettimana nei mesi di settembre e ottobre a prezzi vantaggiosi. Fra le proposte, i ‘Week-end a sorpresa’, i ‘Week-end con brio’ o la ‘Settimana bed–breakfast & bike’ e poi le ‘Escursioni e relax nelle Dolomiti’, ‘Di tutto un po’’ fino agli ‘Incontri ravvicinati con la natura’ per chi ama la vacanza tra albergo e rifugio, con le passeggiate in compagnia del Gruppo Guide Alpine, gli itinerari culturali dei Musei della Grande Guerra o le attività emozionanti presso l’Adrenalin Park.

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Un inverno super con il Dolomiti Superski A Cortina le stagioni sono tutte importanti, grazie alle offerte valide in tutto il comprensorio sciistico Dolomiti Superski per i periodi del ‘fuori stagione’. I pacchetti, gestiti come sempre da Cortina Turismo, regalano una giornata di vacanza sulla neve agli sciatori che desiderano inaugurare la stagione con dei brevi soggiorni a partire già dalla fine di novembre oppure concluderla godendosi le ultime sciate di aprile in un clima già primaverile. Ospiti d’onore saranno, ancora una volta, i bambini: fino ai 12 anni potranno usufruire di alloggio e skipass gratuito o scontato del 50%, oltre a riduzioni sui corsi di sci e sul noleggio dell’attrezzatura. Ecco le offerte del Dolomiti Superski (valide solo presso gli esercizi di Cortina che aderiscono alle iniziative, cui verrà data come sempre visibilità nell’apposito depliant realizzato in italiano, tedesco e inglese e sul sito www.cortina.dolomiti.org).

CORTINA COLLECTION AUTUMN/WINTER 2008

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all and Winter offer many prime opportunities to save while on vacation in Cortina. Autumn, with its enchanting sights and smells, is rife with “Fall Gift” packages offering a week or a weekend in October or September at considerable discounts at many hotels. Winter offers as many opportunities to save, with sales coupons valid everywhere within the “Dolomiti Superski” skiing district, even during the off-season. More information, and a full list of participating businesses, are available in Italian, German, and English at the website www. cortina.dolomiti.org.


PER ESSERE DAVVERO I PRIMI Dolomiti-Super-Première “La prima neve” 4=3. Valida dal 29 novembre al 23 dicembre per il soggiorno alberghiero, lo skipass, i corsi di sci e il noleggio. Un pacchetto che premia gli amanti dell’inizio stagione che, per soggiorni e acquisto di skipass superiori ai 3 giorni, riceveranno una giornata di vacanza sulla neve in omaggio.

A GIFT TO THE EARLY BIRDS Dolomiti Super-Première “First Snow” 4-for-3 offer. Valid from November 29 to December 23 for hotel stays, Ski Passes, and ski slopes and rentals. Those true lovers of the beginning of the season who purchase a Ski Pass for more than three days will receive a free night’s stay at a mountain hotel.

UN REGALO SOTTO L’ALBERO Valida dal 20 al 26 dicembre per il soggiorno alberghiero. Le famiglie che prenoteranno una vacanza di 5 giorni ricadente fra il 20 e il 26 dicembre presso gli alberghi convenzionati avranno un giorno in omaggio.

A GIFT UNDER THE TREE Valid from December 20-26 for hotel stays. Families who reserve a stay at a hotel for 5 days during this period will receive an extra night’s stay for free.

DOLOMITI SUPER CLASSICS Chi trascorrerà la propria settimana bianca a Cortina dal 17 al 25 gennaio 2009 potrà assistere gratuitamente a bordo pista a tutte le gare dell’ormai storico appuntamento della Coppa del Mondo di Sci femminile che animerà la Regina delle Dolomiti, dal 23 al 25 gennaio 2009.

SPECIALE BAMBINI Dolomiti-Super-Kids “Ski Special for Kids”. Valida dal 14 marzo fino a fine stagione (14-19 aprile) per il soggiorno alberghiero, lo skipass, i corsi di sci e il noleggio. Un’offerta formato famiglia: soggiorno e skipass gratuito per bambini fino a 8 anni, riduzione del 50% su alloggio e skipass da 8 a 12 anni, sconto del 20% sui corsi collettivi di sci e sul noleggio per tutti i bambini fino a 12 anni.

QUANDO LA MATEMATICA È UN’OPINIONE Dolomiti Super Sun “Sciare al sole di primavera” 7=6. Valida dal 14 marzo fino a fine stagione (14-19 aprile) per il soggiorno alberghiero, lo skipass, i corsi di sci e il noleggio. Una giornata di vacanza sulla neve in omaggio per divertirsi sulle piste sotto il sole di primavera. .

DOLOMITE SUPER CLASSICS Whoever spends the snowy week of January 17-25, 2009 in Cortina will be able to attend all of the races of the female World Ski Championships that will grace the slopes of the Queen of the Dolomites from January 23-25, 2009 free of charge.

SPECIAL FOR CHILDREN Dolomiti-Super-Kids “Ski Special for Kids.” Valid from March 14 to the end of the season (April 14-19) for hotel stays, Ski Passes, and ski slopes and rentals. An offer just for families: free hotel stays and Ski Passes for children under 8, a 50% discount for 8-12 year-olds, and a 20% discount on all ski slopes and rentals for all children aged 12 and under.

WHEN MATH IS AN OPINON Dolomiti Super Sun “Skiing under the Spring Sun” 7-for-6 offer. Valid from March 14 to the end of the season (April 14-19) for hotel stays, Skipasses, and ski slopes and rental. Take advantage of a free vacation day on the snow to have a few last days fun on the slopes at season’s end.

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L’ALMANACCO

Aperitivi, stuzzichini, caffè... Drinks, snacks, coffee... Drinks, Snacks, Kaffee... Bar Arnika - C.so Italia, 102 - 0436 3266 Bar Belvedere - Loc. Pocol, 38 - 0436 863770 Bar Caffè Sport - C.so Italia, 132 - 0436 868444 Bar Darman - C.so Italia, 230 - 0436 2209 Bar del Nano - Via del Castello, 10 - 0436 4727 Bar Dolomiti - Via Roma, 50 - 0436 868344 Bar El Becalen - Via C. Battisti, 22 - 0436 868597 Bar Freccia - Funivia Freccia nel Cielo - 0436 866141 Bar Gelateria Eddy - Via Marconi - 0436 860427 Bar Gelateria Mokarabia - C.so Italia, 44 - 0436 863777 Bar Gelateria Pasticceria Lovat - C.so Italia, 65 - 0436 3307 Bar Gelateria Rubens - C.so Italia, 200 - 0436 3359 Bar Genzian - Largo Poste, 65 - 0436 2615 Bar La Suite - P.zza Venezia, 6 - 0436 860563 Bar La Scossa - Pian da Lago, 77 - 0436 862373 Bar LP 26 Prosciutteria - Largo Poste, 26 - 0436 862284 Bar Pasticceria Domino - Via Roma, 23 - 0436 4663 Bar Stazione - Via Marconi, 7 - 0436 2529 Bar Trampolino - Zuel di sopra, 40 - 0436 863771 Bar Z8 - C.so Italia, 234 - 0436 868621 Birreria Hacker Pschorr - Via Stazione, 7 - 0436 867625 Blues Bar Lacedel - Loc. Lacedel - 0436 868009 Cristallino - L.go Poste, 65 - 0436 867999 Enoteca - Via del Mercato - 0436 862040 Enoteca Brio di Vino - Largo Poste, 17 - 0436 862218 Enoteca Caterina (degustazione/ingrosso) - Via Majon 18/a - 0436 866600 Enoteca Villa Sandi - Largo Poste, 1 - 0436 862412 Molo 3 / Pub - Via Majon, 4 - 328 5778957 Osteria Pane Vino e San Daniele - C.so Italia, 137 - 0436 868110 Top Club Sala Giochi/American bar - Via C. Battisti, 11 - 0436 868370

Gourmet, piatti tipici, pizza... Gourmet, typical dishes, pizza... Gourmet, einheimische Küche, Pizza... Al Camin - Alverà, 99 - 0436 862010 Al Passetto - Via Marconi, 8 - 0436 2254 Amadeus (H. Villa Blu) 0436 867450 American bar (H. De la Poste) 0436 4271 Ariston - Via Marconi, 10 - 0436 866705 Baita Fraina - Loc. Fraina - 0436 3634

Baita Il Cervo - Loc.Pocol, 46 - 0436 878033 Camping Cortina - Loc. Campo - 0436 867575 Camping Olimpia - Loc. Fiames - 0436 862230 Cervo d’Oro (H. Europa) 0436 3221 Cinque Torri - Largo Poste, 13 - 0436 866301 Cortina (H. Cortina) 0436 4221 Crignes - Lungoboite di M., 35/a - 0436 879672 Croda - C.so Italia, 163 - 0436 866589 Da Beppe Sello - Loc. Ronco, 68 - 0436 3236 Da Ferruccio (H. Villa Oretta) 0436 866741 El Bronsin - Via Roma, 47 - 0436 867051 El Toulà - Ronco, 123 - 0436 3339 El Zoco - Loc. Cademai, 18 - 0436 860041 Fattoria Meneguto - Loc. Fraina, 6 - 0436 860441 Fiames (H. Fiames) 0436 2366 Il Ponte - Via Franchetti, 8 - 0436 867624 L’incontro al Bellevue - Via d. Castello - 0436 883400 La Perla - P.tta S.Francesco, 3 - 0436 4681 La Veranda del Cristallo (H.Cristallo) 0436 881630 Lago Ghedina - Lago Ghedina, 2 - 0436 876479 Lago Pianozes - Campo di sotto, 1 - 0436 5601 Lago Scin - Lago Scin - 0436 2391 La Tavernetta - Via del Castello, 53 - 0436 868102 Leone e Anna - Loc. Alverà, 112 - 0436 2768 Meloncino al Camineto - Loc. Rumerlo, 1 - 0436 4432 Ospitale - Loc. Ospitale, 1 - 0436 4585 Pontejel (H. Astoria) 0436 863828 Ra Stua (H. Regina) 0436 868341 Porto Rotondo - P.zza Venezia - 0436 867777 Siesta - Via Franchetti, 16 - 0436 867857 Son Zuogo - P.sso Tre Croci - 0436 867571 Staulin - Loc. Staulin, 8 - 0436 3311 Taverna Artisti (H. Ancora) - 0436 3261 Terrazza Viennese (H. Ancora) - 0437 3261 Vip Grill (H. Europa) - 0436 3221 Tivoli - Loc. Lacedel, 34 - 0436 866400 Vienna - Via Roma, 66/68 - 0436 866944 Zanvor - Via C.Battisti, 64/A - 0436 860789

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Gastronomia in alta quota, panorami, rifugi alpini... Food, breathtaking views, mountain huts... Gastronomie mit Aussicht, Berghütten... Agritur. Degasper Giorgio Fraina 1.304 m - 0436 860441 Agritur. El Brìte de Lariéto Rio Gere 1.664 m - 368 7008083 Agritur. Malga Federa Federa 1.816 m - 0436 861447 Alpe di Sennes Sennes 2.170 m - 0474 501311 Averau 5 Torri 2.416 m - 0436 4660 Bai de Dones 5 Torri 1.900 m - 0436 860688 Baita Guargné Guargné 1.304 m - 0436 3243 Baita Pié Tofana Tofane 1.670 m - 0436 4258 Baita Son dei Prade Son dei Prade 1.650 m - 0436 2540 Biella Cròda del Béco 2.350 m - 0436 866991 Capanna Alpina Armentarola 1.726 m - 0471 849418 Capanna Guido Lorenzi Cristallo 3.003 m - 0436 866196 Cimabanche P.sso Cimabanche 1.530 m - 0474 972442 Cima Tofana Tofane 3.243 m - 0436 5052 Cinque Torri 5 Torri 2.137 m - 0436 2902 Col Druscié Tofane 1.770 m - 0436 862372 Col Gallina Falzarego 2.055 m - 0436 2939 Col Taron Tofane 1.620 m - 0436 868330 Col Tondo Mietres 1.437 m - 0436 3244 Da Strobel Falzarego 2.055 m - 0436 3609 Dibona Angelo Tofane 2.000 m - 0436 860294 Duca d’Aosta Tofane 2.060 m - 0436 2780 El Faral Socrepes 1.322 m - 0436 860356 El Soréi Socrepes - Pocol 1.460 m - 0436 877017 Fedare P.sso Giau 2.000 m - 0437 720182 Faloria Faloria 2.120 m - 0436 2737 Fanes Fanes 2.042 m - 0474 501097 Fodara Vedla Sennes 1.966 m - 0474 501093 Giussani Tofane 2.600 m - 0436 5740 Lagazuoi Lagazuoi 2.750 m - 0436 867303 Lago Ajal Lago d’Ajal 1.404 m - 368 944299 Lavarella Fanes 2.042 m - 0474 501079 Malga Ra Stua Ra Stua 1.609 m - 0436 5753 Malga Pezié de Parù Pezié de Parù 1.535 m - 0436 862068 Mietres Mietres 1.710 m - 0436 3245 Nuvolau Nuvolau 2.576 m - 0436 867938 Palmieri alla Croda da Lago Croda da Lago 2.066 m - 0436 862085 Passo Giau P.sso Giau 2.236 m - 0437 720130 Passo Falzarego P.sso Falzarego 2.105 m - 0436 860393 Pederù Pederù 1.545 m - 0474 501086 Piezza da Aurelio P.sso Giau 2.175 m - 0437 720118 Pomedes Tofane 2.340 m - 0436 862061 Prato Piazza Prato Piazza 1.993 m - 0474 748650 Ra Valles Tofane 2.470 m - 0436 3461 Ria de Saco Lacedel 1.300 m - 0436 860907 Rio Gere Rio Gere 1.680 m - 0436 3434 Scoiattoli 5 Torri 2.280 m - 0436 867939 Scotoni Lagazuoi Armentarola 2.040 m - 0471 847330 Sennes Sennes 2.126 m - 0474 501092 Socrepes Socrepes 1.520 m - 0436 866744 Son Forca Cristallo 2.235 m - 0436 866192 Tondi di Faloria Faloria 2.340 m - 0436 5775

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Valparola P.sso Valparola 2.192 m - 0436 866556 Vallandro Prato Piazza 2.040 m - 0474 972505 Vandelli Sorapis 1.926 m - 0435 39015

Consorzio Cortina Turismo +39 0436 866252 Tourist Association / Tourismus Verband Informazioni turistiche +39 0436 3231 / 2711 Tourist Information / Informationsbüro (Piazzetta S. Francesco, 8 & Piazzale Roma) Ufficio Skipass +39 0436 862171 Skipass office / Skipassbüro Gruppo Guide Alpine +39 0436 868505 Alpine Guides / Bergführer Verein Cortina Adrenalin Center & Adrenalin Park +39 0436 860808 Regole d’Ampezzo, Musei, Parco Naturale +39 0436 2206 Regole d’Ampezzo, Museums, Natural Park of the Dolomites Regole d’Ampezzo, Museen, Naturschutzpark der Dolomiten GIS Cortina - Alexander Girardi Hall-Impianti Sportivi +39 0436 881811 “Alexander Girardi Hall” - Sport facilities / Sportanlagen Associazione Albergatori Cortina +39 0436 862013 Hotel Association / Hotel Vereinigung +39 0436 860750 Associazione Artigiani +39 0436 868526 Craftmen Association / Cortina Kunsthandwerker Verein Associazione Commercianti +39 0436 867685 Cortina Chamber of Trade CPT/ Cortina Händler Verein SEAM Servizi Ampezzo info e biglietteria treni autobus +39 0436 867921 Public Transport Company Tickets&Info for rail and buses Fahrkarten & Info (Bahn/Büsse) SUEM - Croce Bianca - Emergenza (118) +39 0436 862075 Emergency Helicopter / Hubschrauber Rettungsdienst Weises Kreuz Ospedale Civile Codivilla Putti +39 0436 883111 Hospital “Codivilla-Putti“ / Krankenhaus “Codivilla-Putti” Soccorso Alpino +39 0436 2943 / 866022 Alpine Rescue / Bergrettungsdienst Carabinieri Pronto Intervento (112) +39 0436 882000 Emergency “Carabinieri” / Notruf Carabinieri Polizia (113) +39 0436 882811 Emergency “Police” / Notruf Polizei Municipio +39 0436 4291 Town Hall - Lost property / Gemeinde-Rathaus

CORTINA.wakeUP Per il mese di agosto sarà in distribuzione CORTINA.wakeUP, il daily informativo di CORTINA.TOPic, nato con lo scopo di tenere sempre aggiornati gli ospiti sulle tante iniziative, eventi e appuntamenti che offre la Regina delle Dolomiti. CORTINA.wakeUP è disponibile negli alberghi e nelle sedi istituzionali. Aggiornamenti in tempo reale al sito www.cortina.dolomiti.org.


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