I Quaderni del Conservatorio "Domenico Cimarosa", 4 2018

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RECENSIONI

Ritornato in Italia nel 1916 Casella riformato per motivi di salute e per essere figlio unico di madre vedova viene risparmiato dalla chiamata al Fronte, prende resia firma del Direttore ce ne appare altamente significativo uno del 1918 dal titolo Impressionismo e antimedesimo di Stravinskij, Ravel, Bartok, Kodaly e altri. Questa riflessione sulla logica degli opposti potrebbe essere messa in relazione con i Deux contrastes op.31 per pianoforte, dal sottotitolo Grazioso/Antigrazioso, composti da Casella proprio negli anni 1916-1918. Gli anni romani sono contraddistinti d stile identitario nazionale che, partendo dal presupposto che la Dodecafonia risulta incompatibile col temperamento italico, trovasse una via intermedia tra vecchio e nuovo, tra avanguardie e tradizione; insomma un modernismo non provinciale, ma temperato e distante da ogni estremismo. In particolare la produzione del 1923 semLingua italiana, sebbene talvolta di autori non italiani come nel caso della traduttrice e poetessa russo/ebrea Raissa Olkienzkaia, moglie del giornalista Filippo Naldi, fonon fu altrettanto gemellato come con la scimentali del Poliziano e di Ronsard, ad autori italiani del suo tempo quali Pascoli, spazio venne anche riservato alla Poesia francese di Baudelaire, Verlaine, un inedito Tagore tradotto in francese e altri poeti minori. Insomma egli scelse i testi in base a esigenze funzionali al progetto compositivo che intendeva affrontare, in maniera onnivora, piuttosto che per ben definite raro messaggio profondo. Ad esempio, a proposito del Balletto La Giara, scrive Mario

Dal 1924 in poi anche Casella, come tanti altri artisti suoi contemporan mato a prendere posizione nei confronti del Fascismo; tematica scabrosa che in queiaciuto come dato individuale. Appare chiaro che Casella fu anche un uomo delle Istituzioni essendo stato nominato nel 1930 primo direttore del Festival di musica contemporaTuttavia la sua non ci pare una posizione politica estremamente dichiarata come ad esempio quella di un Adriano Lualdi, di Rito Selvaggi o dello stesso Respighi, ma va detto che durante il Ventennio era molto difficile non essere fascisti senza subire gravi conseguenze personali e professionali. Insomma avremmo voluto capire meglio se 241


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