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Tin bota

Così hanno scritto sulla sabbia i bagnini di Rimini dopo la disastrosa alluvione che ha colpito ampie zone della Romagna lo scorso maggio. Ripresa dai droni, la gigantesca scritta, realizzata posizionando i lettini da mare, è diventata subito virale. Da Ravenna e Faenza rispondono con te bota o ten bota, ma si sa, i linguaggi non hanno confini e quando si parla di dialetti, le differenze si riscontrano anche nell’arco di pochi chilometri.

I puristi del romagnolo poi dicono che bota si scrive con la dieresi sulla o, a indicare la pronuncia chiusa della vocale. Finezze… Il significato è uno solo ed è quello della frase di incoraggiamento che da quelle parti si usa tutti i giorni, ossia “tieni duro, ce la farai”. La gente di Romagna è così, resiliente. I romagnoli sono coriacei, ma hanno il cuore di burro.

Ti accolgono a braccia aperte, ma senza smancerie. Un evento climatico così disastroso, arrivato agli inizi della stagione balneare, ha fatto tremare gli operatori tu- ristici, ma sappiamo che ad avere la peggio non è stata la costa, ma le città dell’interno con le loro campagne, le colline e i rilievi dell’Appennino, così ricchi di corsi d’acqua.

Bisogna ammetterlo, la forza turistica della riviera oscura talvolta l’entroterra, che invece per paesaggio, tradizioni, gastronomia, storia e arte è tra i più stupefacenti del nostro Paese. L’offerta culturale di città e borghi è vastissima. Non solo sagre, ma anche festival musicali, letterari e teatrali. Abbiamo prediletto questi ultimi e ve ne raccontiamo alcuni. E’ un invito alla scoperta di nuovi territori, da fare in luglio e agosto, all’insegna di un turismo slow, via dalla pazza folla e dalle rotte più battute.

Musica Per Sei

Giunto alla sua XXXIII edizione, Borgo Sonoro è un festival musicale itinerante che interessa sei comuni (e le loro frazioni) appartenenti alle Terre del Ru- bicone, in provincia di Forlì-Cesena. Sono Roncofreddo, capofila del progetto, Longiano, Borghi, Mercato Saraceno, Sogliano sul Rubicone e Savignano sul Rubicone. Sì, il Rubicone, proprio quel fiume che ricordiamo tutti, quello che Giulio Cesare varcò con il suo esercito per andare a fare guerra a Pompeo nel 49 a.C. Fu in quella occasione che – secondo Svetonio - il futuro capo di Roma pronunciò con enfasi la leggendaria frase Alea iacta est, ossia “il dado è tratto”, dando

A sinistra il Borgo Sonoro a San Giovanni in Galilea

A destra Rossella Cappadone avvio, di fatto, alla guerra civile. Si sa, cose di altri tempi, perché qui oggi non si sente più il rumore di armi e soldati, ma regnano pace e silenzio nei centri lambiti dal fiume in pianura o adagiati su colline rotonde, dove la coltura della vite si alterna ai fitti boschi. Nove concerti di musica che attraverseranno tutti i generi, dal jazz allo swing, dalla musica classica a quella popolare, in nove differenti location, in genere di grande impatto scenografico.

Il paesaggio infatti crea l’atmosfera, il resto lo fanno i musicisti e, accanto a loro, associazioni, proloco e cantine che organizzano degustazioni di specialità tipiche, mentre la promozione del patrimonio culturale è assicurata grazie ad aperture straordinarie di musei e altri siti di interes - se storico-artistico. Negli anni, Borgo Sonoro si è guadagnato un posto di prestigio nel vasto panorama culturale della Romagna, ma quest’anno ancor di più tenacemente gli organizzatori lo ripropongono, nonostante alcuni centri della zono siano stati interessati dall’alluvione, con frane e allagamenti.

Come dicevamo, tin bota!

Sulle Orme Di Pascoli

Cortocircuiti narrativi è una rassegna letteraria che si svolge a San Mauro Pascoli, piccolo centro del cesenate, dove nel 1855 nacque il poeta Giovanni Pascoli. Il calendario prevede cinque incontri (due si sono già svolti a giugno) dove ogni volta uno scrittore presenta un suo libro, confrontandosi con un capolavoro della letteratura mondiale, entrando così in cortocircuito con un grande del passato, alla ricerca di affinità, ispirazioni o collegamenti.

La rassegna è anche l’occasione per conoscere il Parco Poesia Pascoli, un progetto promosso dall’Amministrazione Comunale e la Regione per conservare la memoria del celebre poeta e che unisce due luoghi: il Museo Casa Pascoli, la sua casa natale, dove si trovano arredi originali, cimeli, fotografie e documenti autografi con Villa Torlonia, residenza della nobile famiglia, ai tempi amministrata dal padre di Pascoli, Ruggero, e luogo dove maturò la sua dolorosa poetica. Qui, infatti, il 10 agosto 1867, il dodicenne Pascoli assistette all’arrivo della “cavallina storna” che portava il cadavere del padre, ucciso da ignoti con una fucilata.Oggi Villa Torlonia ospita un percorso di visita dedicato al poeta, che si avvale delle più moderne tecnologie, dove tra postazioni interattive e videomapping è possibile approfondire la conoscenza dei luoghi del cuore di Pascoli e lo stretto legame con la sua terra d’origine.

Tra Teatro E Danza

La città di Santarcangelo sorge alle spalle a Rimini in un territorio che, a pochi chilometri dal mare comin-

Nach, Nulle part est un endroit, ph. Thomas Bohl riguardo ai tempi in cui viviamo e pone alcune domande sui temi dello sfruttamento (umano e ambientale), delle ingiustizie e delle disuguaglianze. Una quarantina tra performer e compagnie per un totale di novantasei repliche. Si tratta di teatro diffuso e per una settimana Santarcangelo sarà il palcoscenico di artisti già noti o esordienti, alcuni presenti in Italia per la prima la volta.

Per Puristi

A un certo punto della E45, la superstrada che da Cesena porta a San Sepolcro, si scorge Sarsina. Siamo ancora in provincia di Forlì-Cesena, nella Valle del Savio e qui – intorno al 250 a. C. nacque il poeta e commediografo latino Tito Maccio Plauto.

cia ad incollinarsi verso la verdissima Val Marecchia. Il suo antico borgo è’ sicuramente uno dei più noti e meglio conservati della Romagna, con gli stretti vicoli, le mura e la rocca malatestiana.

E se c’è un luogo in cui la romagnolitudine si esprime in tutta la sua essenza, questo è proprio Santarcangelo dove il rispetto delle tradizioni è totale, ma dove regna anche un istinto per la cultura del presente.

E’ nato infatti qui, nel 1971, il primo festival dedicato al teatro contemporaneo, che comprende anche la danza e altre forme di arti performative. Dal 7 al 16 luglio andrà in scena quindi la cinquantatreesima edizione della rassegna con lo slogan Enough is not enough che porta un messaggio chiaro

A quel tempo Sarsina era una città federata romana, ma l’area era stata abitata fin dall’antichità da popoli umbri. Nel Medioevo divenne un importante sede vescovile e centro di collegamento tra le località dell’appennino tosco-romagnolo.

Oggi il piccolo paese ospita uno dei musei archeologici più importanti della regione e la cattedrale di origine romanica, intitolata a San Vicinio. Il Plautus Festival si svolge qui ogni estate per celebrare l’arte del teatro antico.

La maggior parte degli spettacoli hanno luogo nell’Arena Plautina, che sorge in una posizione panoramica e ricalca le forme dei teatri greci e romani. La sessantaquattresima edizione, che prenderà il via il 14 luglio, vedrà un ricco cartellone tratto principalmente dal repertorio classico di Euripide, Eschilo, Omero, Aristofane e ovviamente Plauto.

Non mancheranno però opere di altri autori, ispirati a loro volta dalla drammaturgia classica, come l’Otello di Shakespeare e La finta ammalata tratta da Carlo Goldoni. ■

PLAUTUS FESTIVAL SARSINA

Dal 14 luglio al 18 agosto

PLAUTUS FESTIVAL SARSINA

Dal 14 luglio al 18 agosto

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