Impeesa, bollettino di attività scout n°5-2022

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Il Corpo Nazionale Giovani Esploratori Italiani ( C.N.G.E.I. ) fu fondato u cialmente nel 1913 riunificando sotto un’unica sigla i vari esperimenti di “scautismo” che si stavano diffondendo nel giovane Regno d’italia. Carlo Colombo è un medico torinese appassionato delle pratiche ginniche che aiutano la gioventù a crescere sana (una idea educativa giovane, nata sul finire del 1800, in un periodo che ha visto la nascita della maggioranza degli sport di squadra, soprattutto nell’impero inglese). Carlo conosce BP durante un viaggio ed è affascinato dallo scautismo. Nel 1912 pubblica su un grande giornale romano un “Appello agli italiani” ed invita i genitori a far partecipare i propri figli ad un evento presso la Canottieri Lazio prospettando attività utili ed importanti sotto l’aspetto fisico, morale e patriottico: la grande a uenza di giovani e famiglie convince Colombo della forza della sua proposta e così, dopo un altro grande incontro nella primavera del 1913, dà vita al CNGEI, da subito aperto anche ai ragazzi più piccoli (detti novizi) ed alle ragazze e laico per una scelta di campo precisa in una Italia che viveva fortemente il dualismo – nato dopo l’unificazione del 1870 – tra il potere politico dello stato e quello religioso del papa. Colombo ha un forte senso di appartenenza alla nuova Italia unita e vede nell’impostazione originaria di BP (che sognava “uno scautismo che fosse unico per i giovani di ogni fede”) la risposta al suo sogno di dotare la nazione di giovani entusiasti e pronti di fronte ad ogni necessità: in questa fratellanza dunque le scelte religiose, così come le differenze culturali e di stato sociale, sono confinate assolutamente nella sfera privata della vita di ogni scout e non possono essere elemento di divisione o di prevalenze di parti… è questo il concetto di laicità per Colombo ed il CNGEI degli inizi, proprio come lo è del CNGEI attuale, pur espressa con altre parole. L’iniziativa ha grande successo ed in essa confluiscono anche i gruppi residui di altre iniziative simili [la REI di Sir Vane e le Gioiose liguri di Mazza]: si parlava di oltre 25.000 iscritti già nel 1916 e su varie riviste (tra le quali La Domenica Illustrata) vi erano spesso copertine dedicate alle attività dei Giovani esploratori. La Promessa si chiama giuramento e la legge decalogo , nella trasposizione italiana dei termini originali.Solo l’amor di Patria è il discrimine dell’appartenenza al CNGEI e ad esso si deve obbedienza e servizio. I Giovani esploratori sono infatti educati alla solidarietà umana, all’amor patrio e ad una cosciente disciplina: gli si insegnano nozioni di igiene e pronto soccorso, sono impegnati a saper nuotare “per aiutare gli altri in di coltà”, si spronano a diventare “uomini migliori e cittadini e cienti, combattendo l’egoismo, l’indisciplina e la degenerazione morale”. Il CNGEI registra l’adesione di personalità come Guglielmo Marconi (che essendo irlandese da parte di madre e perfettamente bilingue conosceva bene lo scautismo Britannico), i fratelli Bruno, Adriano e Marcello Ducati, Pietro Mascagni e quella che era indubbiamente la figura mediatica più influente dell’ Italia di allora, il poeta Gabriele D’Annunzio. In quanto italiani, la maggioranza degli associati era indubbiamente cattolica e pertanto ai campi e durante le grandi attività erano sempre previste delle Messe: ci sono foto storiche ed addirittura film dell’epoca che attestano ciò relativamente a tutte le sezioni allora esistenti, ma non vi erano certamente catechesi specifiche o momenti liturgici particolari né partecipazione di religiosi alle attività dei giovani. Per questi motivi nel 1916 un gruppo di adulti si staccò dal CNGEI per dare vita ad ASCI (Associazione Scout Cattolica Italiana) solo maschile e fortemente collegata con la chiesa e le sedi nelle parrocchie. Lo scioglimento degli scout e la Giungla Silente Roberto Villetti, divenuto Capo Scout nel 1922 e conosciuto ai più con il nome di “Papà Akela” perché favorì l’inserimento del Lupettismo nel CNGEI, portò avanti le riforme di Fiorini racchiuse poi nel Regolamento del 1924. Fu lui a chiedere alle Sezioni di sospendere le attività “per salvaguardare le vite dei propri iscritti”, con un testo che evidenziava l’importanza di portare avanti i valori che lo scautismo aveva insegnato ai propri ragazzi. I valori che ispirarono lo scautismo clandestino della Giungla Silente (durata dal 1928 fino al 1939 ovunque e dopo in forma più ridotta) furono infatti la fratellanza, il senso del servizio, l’educazione alla libertà di pensiero e di scelta in ogni ambito della propria vita e l’importanza dell’impegno cioè la scelta dello scout. Infatti durante il periodo fascista le attività del CNGEI proseguirono in qualche caso, ovviamente in modo clandestino ( il “lupercale” o il “Gruppo Escursionista Indomito” per citare alcune sigle sotto alle quali si nascondevano vecchi capi e dirigenti del corpo nazionale ) avendo come riferimento principale Luigi Pirotta. Questo è lo stesso spirito che, mentre l’Italia veniva liberata dagli Alleati, poi portò alla rinascita dello scautismo in ogni dove. Alla ripresa u ciale delle attività nel 1946, proprio Luigi Pirotta fu nominato Capo Scout: tra le varie cose che fece ci fu la scrittura definitiva di un regolamento più organico compresi i testi di Legge e Promessa, da allora mai più modificati. 1976: L’unione di scout CNGEI e scout UNGEI Negli anni ’60-’70 il CNGEI cominciò a sperimentare la Coeducazione (cioè educare insieme i ragazzi e le ragazze al fine di insegnare come collaborare rispettando però le peculiarità di ciascuno dei due sessi), con grande successo, fino a giungere nel 1976 ad unificare le due associazioni separate per sesso (CNGEI ed UNGEI) in una nuova realtà, il CNGEI – Corpo Nazionale Giovani Esploratori ed Esploratrici Italiani.

SCAUTISMO LAICO C.N.G.E.I. COLLI ALBANI

IMPEESA

bollettino di attività scout

NUMERO 5

giugno 2022

SIAMO DELLO STESSO SANGUE FRATELLINO TU ED IO

Gli scout CNGEI dagli anni 2000 Altre scelte importanti della nuova associazioni sono la conferma della sua laicità e l’introduzione di una nuova democrazia di gestione grazie anche alla presenza di adulti non impegnati direttamente come capi. Sarà nel 2004 che il CNGEI aggiunge una 5° scelta caratterizzante tra i valori scout CNGEI: l’impegno Civile, declinato in 5 ambiti che sono: Ambiente, Pace, Diritti, Solidarietà e Volontariato.

La Verde Avventura

Una tappa importante nella vita di ognuno di noi, un modo divertente per vivere la natura, per amare ed apprezzare le cose semplici che la vita ogni giorno ci regala, un coinvolgente tuffo nella vita di gruppo, nella condivisione di valori, nella comprensione, nella fratellanza e nella crescita personale. Passo dopo passo, tra i mille colori e le diversità che il cammino ci riserva, affondano le nostre orme, in una verde avventura che aspetta solo te...

L'idea nasce nell'agosto del 2010 dalla volontà di un gruppo di giovani e adulti di arricchire la proposta di scoutismo laico ai Castelli Romani,portandola anche ad Ariccia. Il 29 gennaio del 2011 la prima riunione del gruppo vedeva già partecipe un bel Branco di 15 lupetti. I lupetti, insieme con i loro capi, tra le varie attività, hanno partecipato alla pulizia di Parco Chigi e a quella che si è svolta in occasione dell'inaugurazione di Collepardo. Entrambe promosse dal Comune di Ariccia. L'anno scout si è poi concluso con una vacanza di una settimana in un magnifico casale in Umbria, durante la quale il branco ha vissuto momenti entusiasmanti in varie attività, alcune organizzate con la collaborazione PROCIV ARCI (associazione nazionale di volontariato di Protezione Civile) nelle quali i lupetti hanno approfondito l'importanza della salvaguardia dei boschi dagli incendi, divertendosi anche con piccole esercitazioni con gli idranti. Poi cacce al tesoro, costruzioni, attività di mani abili il tutto condito da giochi e canti. Un'esperienza unica nel suo genere come solo lo scoutismo, attraverso il suo originale metodo educativo garantito da adulti esperti e preparati, riesce a creare.

2 In questo numero: Questa non è un’esercitazione 4 Editoriale 3 La mia prima uscita in tenda 7 Intervista ad Akela 8 Il fiore e le api 10 Il canyon non canyon 12 DDL Zan 14 Disegna con la Lontra 16 Avventura nel deserto 18 Giornata della Terra a Pavona 21 Lettere alla redazione 25 Campo di pasqua 23

Editoriale

Il 20 febbraio la nostra Sezione si è riunita per festeggiare insieme la giornata del pensiero. Nell'europa orientale la situazione stava rapidamente precipitando e il braccio di ferro tra superpotenze faceva temere l'imminente inizio di una nuova guerra... Il nostro Presidente di Sezione, non potendo prendere parte all'incontro, ha voluto comunque mandare il suo messaggio che abbiamo riportato in questo editoriale.

“Care sorelle e cari fratelli scout, Avrei voluto essere con voi ma per motivi di lavoro mi sono dovuto assentare. Sono molto dispiaciuto di non poter festeggiare con voi questo giorno così importante per gli scout di tutto il mondo. Credo sia il giorno giusto per riflettere sul nostro essere scout sul nostro essere una comunità che va oltre i confini delle nazioni sul nostro essere portatori di pace. E come dice il Nostro Capo scout: Lo scautismo è un movimento di pace. Anzi, un movimento che ha scelto la pace quando avrebbe potuto crescere con un futuro diverso. Abbiamo oggi l’occasione di dire al mondo che vogliamo la pace e che le scaramucce che poi diventano provocazioni e poi battaglie e poi guerre non ci piacciono. Eppure ci riguardano, sebbene si odano a chilometri di distanza. E contro di esse dobbiamo far udire la nostra voce. Buona caccia e buona strada”

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Pierpaolo

QUESTA NON È UNA ESERCITAZIONE

1985, era forse Settembre o Ottobre. Civitavecchia. Vestivo una mimetica verde, le spalline con i gradi da Sottotenente. Ero di servizio come comandante della guardia all’undicesimo battaglione Trasmissioni “Leonessa”. L’ordine era di simulare un’intrusione dall’esterno, di notte, per testare la capacità di reazione e difesa. Il periodo era teso, si era ancora in piena guerra fredda, le caserme erano anche obiettivi sensibili del terrorismo nostrano. Uno dei militari fece suonare l’allarme, alle due e trenta. In pochi secondi l’intero corpo di guardia era in movimento, armi alla mano, caricatori inseriti nel Garand.

Questa non è un esercitazione. Sentivo al mia voce come provenire da un altro, mentre osservavo ragazzi che venivano da tutte le parti di Italia, da esperienze e mestieri diversi, che si preparavano con una serietà che non gli avevo mai visto. Lombardi e pugliesi, calabresi e marchigiani. Molti studenti, qualcuno con un mestiere alle spalle, qualcuno con la fedina penale già compromessa. Con armi in mano cariche, pronti ad usarle se necessario. Questa non è una esercitazione. Da quella serietà traspariva la paura. Gli sguardi erano tesi, aspettavano gli ordini sperando che non toccasse a loro. Colleghi più anziani, reduci da missioni all’estero, mi avevano raccontato di come lo sguardo delle persone cambia durante una missione, di come scende il silenzio anche tra coloro che normalmente sono chiacchieroni. Per farmi perdonare del fatto di essere l’unico a conoscenza di quell’ordine pagai da bere a tutti.

Questa non è una esercitazione.

2022. I venti di guerra percorrono l’est Europa, carri armati superano i confini ed aprono il fuoco. Immagini di bombardamenti, profughi, palazzi sventrati, morti civili. Racconti di abbandono delle proprie

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radici, persone ammassate nei sotterranei, rifugi di epoca sovietica o stazioni della metropolitana. L’anziana che chiude la porta di casa a chiave, cerca la figlia. L’altra che dice di essere troppo vecchia e che probabilmente non riuscirà a tornare nella sua città, vorrebbe solo che la sua vita finisse in quel momento. Immagini che avevamo colpevolmente ignorato, comuni a tutte i conflitti, non solo a quelli vicino a noi, che vedono persone bianche di pelle ad affrontarsi nel gelo dell’Ucraina. I profughi, milioni, non hanno colore ne religione. Ragazzi poco più grandi dei nostri Rover si affrontano sparando proiettili veri. Traccianti mostrano traiettorie di tiro, blindati pieni di una umanità ancora coperta di acne saltano in aria col loro carico di vite perdute. Si scavano trincee, si montano cavalli di frisia e si impilano sacchi di sabbia. Quella divisa di un altro colore spara, tra poco sui corpi veglieranno i papaveri rossi. Questo schiaffo, improvviso per chi non mangia pane e politica internazionale, ci riporta velocemente a riconsiderare cosa possiamo e dobbiamo fare per gli altri, per i più indifesi. Ci solleva il dubbio etico – irrisolvibile – sul significato di Pace. Siamo spettatori di una guerra di cui sappiamo (ora) molto, mentre di altre che

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vengono combattute ovunque nel mondo non sappiamo quasi nulla.

Questa non è una esercitazione.

Come Scout adulti ci siamo interrogati su come affrontare il tema con i nostri ragazzi, come fare a dare un senso alla brutalità della guerra, di tutte le guerre. Diverse sensibilità si intrecciano, tutte fondate sul proprio senso di Giustizia. Che si integra con quello di Libertà, di Pace. Su come questi concetti siano intimamente connessi, come nodi che tengono su i nostri Alzabandiera. Non serve andare lontano per trovare questi valori compromessi, non c’è Pace senza Libertà e Giustizia. Abbiamo deciso, nel nostro piccolo, di collaborare con Medici senza Frontiere, per contribuire ad una missione pratica e presente ovunque ci sia bisogno. Abbiamo deciso di aprire le nostre unità ai profughi presenti nel territorio, in collaborazione con i Comuni della zona. Sono piccole cose, sono quelle che possiamo fare, cercando di dare un senso all’educazione alla Pace, che ci ispira. Il Fare qualcosa cambia il mondo, ne siamo convinti. Che ognuno faccia ciò che può (e che deve, se crede nei valori), accoglienza, ascolto, integrazione. Comprensione, dialogo critico, confronto senza pregiudizi. Capire gli altri, prima di provare ad essere capito. Noi e i nostri ragazzi ci proviamo, come sempre. Moltiplicando l’attenzione per tutte le criticità sociali, anche quelle ignorate dalla comunicazione.

Noi ci siamo. Questa non è una esercitazione.

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LA MIA PRIMA USCITA IN TENDA

Alcuni raggi di Sole entrano nella mia stanza, mi svegliano e mi ricordano che sarà una giornata faticosa, ma anche emozionante. Sono pronto ad affrontare tutto. Infatti oggi è la mia prima uscita in tenda e sono molto entusiasta.

Appuntamento diretto al luogo dell’uscita, “Il cane a norma”, un centro cinofilo, un posto molto bello con un prato immenso e un fantastico bosco attorno.

Fa molto freddo, quindi arrivate circa le 17:00, mentre il sole sta tramontando, ci riscaldiamo giocando ad alce rossa: gialli vs rossi.

Ci divertiamo moltissimo!

Vincono i rossi di solo un punto, ma non pensiamo a questo, infatti dopo aver mangiato di pattuglia, comincia il fuoco serale, organizzato dalle Tigri, e siamo tutti pronti con i costumi per le scenette a tema cartoni animati: i gufi hanno “Aladin”, i falchi hanno “Lupin”, le pantere “Peter Pan” e i corvi hanno “La principessa e il ranocchio”.

Dopo un lungo e splendido fuoco di bivacco, tutti un po’ infreddoliti andiamo a dormire, ma la mattina seguente, appena svegli, siamo obbligati da Daniele a fare ginnastica. I Falchi però riescono a rallegrarci con una buonissima colazione a base di molte varietà di biscotti, succo d’arancia e succo tropicale.

Ci dicono che dobbiamo fare una gara di cucina: cuciniamo la carbonara con le zucchine, polpette di verdure e spiedini di frutta caramellata. Alla pasta manca un po’ di sale ma il resto è tutto buonissimo.

Mancano pochi minuti e dopo aver preparato gli zaini, facciamo una partita a palla avvelenata.

Torno a casa molto contento e soddisfatto di questa prima esperienza, facendo tesoro di tutto ciò che lo scoutismo mi insegna e di tutte le emozioni che mi regala.

Buona caccia a tutti.

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Valerio, ptg Falchi

INTERVISTA AD AKELA

Nome?

Claudia/Akela

Da quanto fai scout?

Ho fatto la mia promessa 6 anni fa: era il 18/12/2016 a piazza del Popolo in occasione dei festeggiamenti del centenario del Lupettismo.

Cosa ti ha spinto a partecipare?

Mi sono interessata perché, dopo aver iscritto i miei figli, ho scoperto e capito quali sono i principi e gli obiettivi dello scautismo: tutti questi valori già facevano parte di me. In quell'anno poi avevo desiderio di impegnarmi nel volontariato e questo mi è sembrato il modo migliore per concretizzare, in qualche modo, quei principi.

Che ruolo hai nel Gruppo?

Sono Akela del secondo branco e da quest'anno anche membro di CoS (Comitato di Sezione)

Cosa pensi dei ragazzi appena entrati?

Sono dei bambini davvero interessanti e con voglia di fare. Sono

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sicura che insieme ci divertiremo a cacciare delle grosse e succulente prede.

Qual è stato il tuo anno preferito?

L'anno che ho preferito, nonostante possa sembrare strano, è stato l'anno scout 2019-2020, l'anno in cui è scoppiata la pandemia e siamo stati costretti all'isolamento. È stato bello vedere come, a prescindere dalle di coltà del momento, i Lupetti non abbiano mai perso la voglia di giocare e vederci, anche solamente online; è stato un periodo importante di condivisione.

Cosa mi sai dire del gruppo?

La nostra sezione è nata 10 anni fa con un Branco composto da soli 10 bambini. Quest'anno siamo circa 100 tra adulti e ragazzi e con un secondo branco: un gran bel passo avanti! Sono molto orgogliosa, il mio augurio è quello che la Sezione possa coinvolgere il maggior numero di bambini e ragazzi del territorio.

Hai mai pensato di lasciare?

No, non ho mai pensato di lasciare perché per me non si abbandona "l'essere" scout. La parte migliore di essere scout, ed è proprio quella che non mi farebbe mai abbandonare, è stare insieme ai bambini e ai ragazzi.

Come ti senti a far parte del gruppo/branco 2?

Sono molto orgogliosa e lusingata che sia stato a dato a me il compito di aprire ip secondo branco. È una bellissima avventura che mi divertirà tantissimo, ma anche una bella sfida.

Qualche consiglio per gli scout?

Non stancarsi mai di voler giocare, anche quando si diventa grandi, anzi, "Vecchi Lupi" (in tutti i sensi), come me.

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Angelo, ptg Corvi

IL FIORE E LE API

Ci sono dei momenti che fanno da spartiacque nella vita di una sezione, e la Giornata del Pensiero 2022 è stato uno di questi.

La Sezione dei Colli Albani sta crescendo, e quest’anno ha aperto il suo secondo branco, che, per la prima volta in questa fredda domenica di febbraio, si è incontrato con il primo. E proprio durante questo momento così sentito, sia per le tematiche trattate che per la sensazione di crescita ed ottimismo che si respirava, si sono inanellate una serie di curiose coincidenze.

Il primo branco prende il nome dal fiore dell’albero della Mowha, il secondo dal Piccolo Popolo delle api indiane, e fa quantomeno sorridere che questo primo incontro tra le prime due ramificazioni della sezione dei Colli Albani venga associata proprio a uno dei simboli più universalmente riconosciuti - le api ed i fiori, appuntodi crescita, allegria e propserità. Anche per questo abbiamo deciso di sfruttare alcune delle attività del pacchetto fornito da WAGGGS che parlavano proprio di api e di fiori: c’è venuta a trovare Leydy Pech, apicoltrice messicana, simbolo della lotta, civile e pacifica, alla deforestazione ed allo sfruttamento ambientale che mettono a rischio non solo l’ecosistema, ma lo stile di vita di intere comunità. Abbiamo giocato con lei e con le sue api.

Poi, Greta Thumberg, iconica leader del movimento Friday For

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Future, che così tanti giovani ha coinvolto nella lotta al cambiamento climatico: abbiamo parlato con lei di inquinamento, riscaldamento globale e utilizzo di plastica nel mondo.

Due figure colossali nell’ambito della leadership femminile, a noi particolarmente legate anche per le modalità in cui portano avanti le proprie battaglie: tramite l’azione civile, la cittadinanza attiva ed il coinvolgimento di giovani e dell’intera comunità in cui vivono.

Quello che abbiamo imparato è stato poi “imbottigliato” e consegnato ad alcuni strani druidi, anche loro preoccupati come noi dei rapidi cambiamenti che interessano il nostro mondo.

Ma per il momento, perlomeno, api e fiori crescono insieme.

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Baloo Branco Piccolo Popolo

IL CANYON NON CANYON

DI ROCCA DI PAPA

-Ore 9, bello, ma verso dove?

Verso il….

…Canyon di Rocca di Papa - cosa?

IL CANYON DI ROCCA DI PAPA è sicuramente un posto che non tutti conoscono, ma con un oretta di cammino ci si può arrivare tranquillamente. Si trova nel ventricolo del Monte Ara. Esso è diverso dagli altri perché possiede un valore storico. La Tagliata delle Grotte Cave è un luogo che u cialmente non esiste. Non lo troverete indicato sulle cartine del Parco Regionale dei Castelli Romani, né menzionato nei grandi portali che si occupano della promozione turistica nei Colli Albani, tanto meno citato nella segnaletica nei boschi. La Tagliata delle Grotte Cave è un’arteria sprofondata nel verde dei boschi di Rocca di Papa, scavata nella roccia e costeggiata da molte di cavità a camera singola o multipla, spesso connesse fra loro. A terra, osservando con attenzione, si notano le tracce di quella fauna che negli ultimi anni sta reclamando con prepotenza il suo spazio nel territorio dei Castelli Romani, quali cinghiali, faine, lupi, tassi, scoiattoli e ricci. Le cavità laterali altro non sarebbero, perciò, che nicchie da cui veniva cavata la roccia, impiegate in un secondo momento come ricoveri per animali da pascolo. Nel corso della guerra, tuttavia, la popolazione di Rocca di Papa si ritrovò nella condizione di dover trovare rifugio dai bombardamenti e dagli attacchi armati e le Grotte Cave vennero a ospitare intere famiglie in cerca di sicurezza. Nuove cavità vennero scavate al fine di poter accogliere il maggior numero possibile di persone e la Tagliata fu popolata da sfollati fino

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al 1945, così come accadde all’Emissario del Lago di Nemi. Questo è quanto riporta la storia orale trasmessa dalle ultime generazioni. Le cave in genere si trovano su versanti scoperti dei pendii, i fianchi, come testimoniano - proprio a Rocca di Papa - i resti della cava ormai dismessa situata a pochi passi dai Campi di Annibale. Le stesse Vie Cave Etrusche di Pitigliano, Sorano e Sovana, di fatti, sono state storicamente segnate da più rimaneggiamenti successivi e il piano del calpestio attuale risulta per tutte più profondo rispetto a quello originale. Le autentiche Vie Cave, tuttavia, presentano una serie di co-occorrenze che ne costituiscono il sigillo.

Tante domande, tante ipotesi, ma resta il fatto che è un posto da visitare, guardare e godere.

Matteo, ptg Gufi

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“L'uomo che è cieco alle bellezze della Natura, ha perduto metà del piacere di vivere.”

DDL ZAN

Cos’è il DDL Zan? Il DDL Zan sarebbe stata una legge che avrebbe preso misure di prevenzione e contrasto della discriminazione e della violenza fondati sul:

Razzismo: ogni tendenza di assurgere a teoria o di esser legittimata dalla legge, che, fondandosi sulla presunta superiorità di una razza sulle altre o su di un'altra, favorisca o determini discriminazioni sociali o addirittura genocidio.

Orientamento sessuale: attrazione emozionale, romantica e/o sessuale di una persona verso persone di sesso opposto, dello stesso sesso o di entrambi i sessi.

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Identità di genere: Senso di appartenenza di una persona a un sesso e a un genere con cui essa si identifica. Se una persona presenta un'identità di genere diversa dal sesso e/o dal genere assegnatogli alla nascita, allora è definita transgender.

Disabilità: Restrizione o carenza, conseguente ad una perdita, che incide più o meno gravemente sulla persona, della solidità dell'e cienza.

Il ddl si è bloccato in Senato il 27 ottobre 2021. L’Aula di Palazzo Madama, con voto segreto, si è espressa a favore della cosiddetta “tagliola” che ha fatto saltare l’esame degli articoli e degli emendamenti. In pratica il senato ha affossato questa legge.

Aurora e Maya, ptg Tigri

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Disegna con la Lontra

Quarta edizione del corso di disegno più giunglastico che ci sia. Sta volta disegneremo Kaa, il grande pitone delle rocce della Giungla.

1. Per iniziare disegnate un grande 2, come in figura 1, aggiungete due palline in cime che saranno la testa e il muso e una specie di U alla fine, che farà la nostra coda. Occhio queste linee devono essere leggere, servono solo per darci la forma di Kaa, non sono il suo vero corpo.

2. Adesso che abbiamo una forma, seguite la figura 2, quindi facciamo il corpo, la coda e colleghiamo le due palline per realizzare il muso. Kaa è molto lungo, quindi potete fare più curve nel suo corpo o allungare di più la coda.

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3. Non ci resta che cancellare qualche linea, disegnare i dettagli come occhi, narici e lingua (figura 3) e colorare il nostro Kaa (figura 4), usate i colori che più vi piacciono, io ho scelto 2 tonalità di verde e il marrone per i dettagli.

Il nostro Kaa è finito! Alla prossima edizione!

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Luca, ptg Gufi

AVVENTURA NEL DESERTO

Questa è la storia di due fratelli, Rose e Alex, vanno alla ricerca dell'eredità che gli ha lasciato il nonno però le cose non saranno così semplici… Gli aspetta una grande avventura!

Io e mia sorella Rose, eravamo diretti verso casa di nostro nonno, una villa immersa nel verde, piena di aiuole con una pineta, per ricevere l’eredità che ci aveva lasciato prima di morire. Entrammo in casa e iniziammo a cercare qualcosa che ci potesse aiutare, al nonno piaceva farci gli indovinelli e sicuramente ci servivano degli indizi per trovare ciò che ci aveva lasciato. Infatti trovai una lettera, rovistando in giro.

“Rose vieni a vedere! Ho trovato una lettera con dentro un bigliettino”

“Eccomi, cosa c’è scritto?” disse Rose

“E’ una lettera scritta dal nonno, probabilmente ci saranno indicazioni sul posto in cui ha nascosto l’eredità”.

“Cari Nipoti, se state leggendo questa lettera vuol dire che sono morto e che siete venuti per prendere la vostra eredità. Sappiate che le cose non saranno semplici come credete, da piccoli vi piaceva molto fare la caccia al tesoro così ho deciso di nasconderla in un posto molto lontano. Vi ho lasciato una vecchia mappa nel cassetto del mio u cio, vi servirà a trovare il tesoro. Detto questo, spero che vi divertiate.

Vostro nonno, Tom”

“Bene una caccia al tesoro… ci mancava solo questa!” esclamò Rose con tono arrabbiato.

“Vabbè… non importa, andiamo a prendere la mappa e vediamo dove ci porta” dissi io.

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Salimmo la lunga scalinata che portava al piano superiore e percorremmo il corridoio fino ad arrivare al suo u cio. Una volta entrati, ci dirigemmo subito alla scrivania per prendere la mappa.

Quest’ultima era molto vecchia e rovinata, il che non faceva capire bene ciò che c’era scritto ma notammo comunque un punto segnato da una piramide.

“COSA?!”, dissi io con un tono sorpreso e leggermente preoccupato, “Si trova in un deserto?!”

“Non è possibile che abbia nascosto l’eredità in un deserto, non la troveremo mai!” disse Rose.

“Ok, va bene, ci andremo.”

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”Ma tu sei matto, non possiamo andare in un deserto per un’eredità” disse Rose

“Non importa dove si trova, noi ci andremo e la troveremo.

Poi guarda, c’è una piramide, quindi vuol dire che si troverà in Egitto”

Fortunatamente, insieme alla mappa, nel cassetto si trovavano anche dei soldi lasciati dal nonno per farci andare in Egitto.

Tornammo a casa di fretta per fare le valigie, una volta finito, comprammo i biglietti e ci dirigemmo subito all'aeroporto.

Ci imbarcarono e mentre aspettavamo di arrivare, esaminammo la mappa, cercando di farci un’idea su quello che ci aspettava, ma non c’erano indizi.

Una volta atterrati, ci dirigemmo verso il punto indicato sulla mappa e trovammo una grande piramide. Percorremmo tutto il perimetro e provammo a cercare qualcosa sotto la sabbia, ma niente.

Decidemmo di entrare, solo per trovarci immediatamente davanti una trappola, la stanza aveva il pavimento in mattonelle di diverso colore, se avessimo calpestato quella sbagliata, si sarebbe attivato il meccanismo e dai fori delle pareti, sarebbero uscite delle frecce avvelenate. Superammo la trappola senza troppo sforzo, come con le altre della piramide, e ci trovammo finalmente l’eredità del nonno: di fronte a noi, una cassa con oro, collane e altri gioielli costosi.

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Noemi, ptg Pantere

GIORNATA DELLA TERRA

A PAVONA

“Procurate di lasciare il mondo un po' migliore di come lo avete trovato”, così Baden Powell ci insegna, e quale giorno migliore per mettere in pratica questa frase se non il Giorno della Terra? Eccoci qui io, tre Rovers e 15 dei miei Esplo (eh sì, finalmente posso dire “miei esplo”), prontissimi per una nuova sfida: l’associazione Retake-Castelli Romani ci ha invitati a partecipare ad un pomeriggio di pulizia e riqualifica di Via Roma a Pavona; oltre a noi sono presenti altri membri di diverse associazioni del territorio e qualche impavido genitore. Dopo un breve momento di presentazione Chiara, la responsabile di Retake, ci ha distribuito il

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materiale per iniziare il lavoro: un gruppo si sarebbe occupato di piantare fiori e sistemare alcune aiuole, il secondo avrebbe percorso la via raccogliendo e differenziando i rifiuti e l’ultimo

gruppo si sarebbe cimentato nella pulizia di gra ti e adesivi. Iniziamo a lavorare subito con grande entusiasmo: parte la gara a chi avrebbe raccolto più bottiglie o riempito più sacchi, a chi avrebbe trovato il rifiuto più strano o avrebbe piantato la pianta più bella; le risate e le voci di noi Scouts sono quelle che risuonano per tutta Pavona.

È stato bello ascoltare e capire che i nostri ragazzi sono molto sensibili al tema: per loro è impossibile abbandonare consapevolmente così tanti rifiuti e rovinare i luoghi in cui vivono, una cosa contro Natura, letteralmente.

Dopo 15 sacchi riempiti, due cartelli stradali, una tenda da campeggio e pezzi di telaio di una macchina, con tanto di sospensioni e freni, ci ritroviamo tutti davanti al Centro Anziani per un piccolo rinfresco offerto da Retake: inutile dire che sia stato preso d’assalto dai ragazzi, che dopo due ore di lavoro avrebbero mangiato qualsiasi cosa.

Si conclude sotto una pioggia leggera questo pomeriggio: soddisfatti, felici e con la consapevolezza di aver lasciato il nostro mondo un po’ migliore di come lo abbiamo trovato

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Francesca

CAMPO DI PASQUA

Il campo di Pasqua è stato senza dubbio un momento che tutti noi ricorderemo.

Soriano nel Cimino, ecco la nostra meta, così con bagagli e pullman siamo partiti.

Una volta arrivati, tra caldo e sudore, ci siamo messi subito all’opera.

Il sole batteva forte, ma noi temerari continuavamo a fare il nostro

dovere: costruire l’angolo in pieno bosco.

Senza dubbio ciò che ricorderò di più sono state le sere, tra canti e imbarazzo per gli spettacoli, mi sono davvero divertito.

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Sicuramente non scorderò la parte di Angelo sul palco, che mi ha fatto davvero ridere.

La mia salvezza per riuscire a completare la mia prima specialità e anche per avere un momento di sana cultura e fare un po’ di introspezione, sono state le botteghe che ogni nostro capo e vice ptg ha deciso di creare per farci cimentare in nuove esperienze.

Il giorno seguente con il pullman siamo tornati a Pavona, sani e salvi!

Matteo, ptg Gufi

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Lettere alla Redazione

“Pepsi”

È la mattina del secondo giorno di campo; dopo aver fatto colazione e attività fisica, ci prepariamo per accogliere il Consiglio di Akela, i futuri esploratori che entreranno nel reparto. Viene dato un compito ben preciso a tutte le ptg. Ci dividiamo i ruoli, alcuni vanno a fare il ponte di Leonardo, altri preparano i pezzi di legno con il nome del nuovo pattugliotto/a. Poco prima che i nuovi esploratori arrivino, dato che non ho capito bene il cognome del nuovo pattugliotto, lo chiedo ad un capo, ma per la fretta sento di nuovo male. Quando il nuovo arrivato entra in ptg, provo a parlargli, sbaglio il cognome. Lui scoppia a ridere e mi corregge. Alla fine gli chiedo se posso chiamarlo con questo cognome sbagliato. Questo è l’aneddoto del soprannome “Pepsi”.

Perchè lo fai?

E’ la domanda che sento più spesso quando parlo di scout e puntualmente mi blocco come un pesce lesso. Il fatto è che non te lo posso spiegare lì, su due piedi, mi servono almeno 2 ore di preparazione per raccontarti tutto.

Ti potrei raccontare delle salite sulle montagne, con lo zaino che ti spezza la schiena, i calzini abbassati, le gambe ferite dai rovi, di tutta la fatica premiata da una vista mozzafiato e dal tuo corpo che si irrobustisce sempre più.

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Ti potrei raccontare del freddo delle notti, del caldo del fuoco, del gelo sulle ginocchia, della faccia che si brucia quando so sul fuoco per ravvivarlo.

Ti potrei raccontare delle stelle, dei boschi e delle tende, ti potrei raccontare dei marshmallow bruciati, delle costruzioni che facciamo con filagne e corda, delle schegge di legno nelle dita e della soddisfazione di spaccare il legno con l’ascia.

Ti potrei raccontare delle pentole da lavare, della tua prima pizza agli scout, della tua prima bruciatura e della tua prima Fiesta.

Ti potrei raccontare degli scherzi, dei momenti di debolezza ma allo stesso tempo di sicurezza con la tua pattuglia, dell’ambizione a diventare qualcuno di migliore, dello sforzarsi di essere un esempio per chiunque.

Ti potrei raccontare della complicità tra di noi, della fame di stare insieme, delle risate e dei pianti intorno al fuoco, le prime per le scenette imbarazzanti, gli altri per l’addio di un repartaro.

E poi dei capi, delle uscite, dei SanGiorgio, Jamboree, Tecnicamp, delle discussioni, degli abbracci, dei fuochi serali, delle panche sbilenche, dei sacchi a pelo, dei rifugi improvvisati, degli hike, delle notti sotto un telo perché pioveva, delle foto, dei giochi, della luce del fuoco, delle sveglie presto, dei tu nei laghi, delle confessioni e delle speranze di un ragazzino, proprio come ero io.

Ecco, questo ti potrei raccontare.

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Luca, ptg Gufi

UNA SPINTA DIVENTA TUFFO

Era luglio 2021, quando il mio dottore mi consigliò di fare scout, ma io ero contrario.

I miei genitori mi costrinsero a fare la prova di scout. Luca: prima persona che incontrai al parcheggio di Villa Contarini, il suo atteggiamento da vero uomo mi ispirò talmente tanto da seguirlo. Fatta la presentazione, Luca mi aggiunse ai corrispettivi gruppi di ptg e Reparto, così capii che non potevo più tornare indietro.

Forse inizialmente diedi del pazzo al mio dottore ma ora 15/04/2022, non posso fare altro che ringraziarlo. In un giorno di pioggia: ecco il mio primo amore nella vita scout che spero di non scordar MAI.

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Matteo, ptg Gufi
SEZIONE DEI COLLI ALBANI - C.N.G.E.I. www.impeesa.it www.laverdeavventura.org info@laverdeavventura.org facebook.com/cngeicollialbani instagram.com/cngeicollialbani youtube.com/c/cngeicollialbani

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