Impeesa, bollettino di attività scout n°4-2021

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Nazionale Giovani Esploratori Italiani ( C.N.G.E.I. ) fu fondato “scautismo” che si stavano diffondendo nel giovane Regno d’italia. Carlo Colombo è un medico torinese appassionato delle pratiche ginniche che aiutano la gioventù a crescere sana (una idea educativa giovane, nata sul finire del 1800, in un periodo che ha visto la nascita della maggioranza degli sport di squadra, soprattutto nell’impero inglese). Carlo conosce BP durante un viaggio ed è affascinato dallo scautismo. Nel 1912 pubblica su un grande giornale romano un “Appello agli italiani” ed invita i genitori a far partecipare i propri figli ad un evento presso la Canottieri Lazio prospettando attività utili ed importanti sotto l’aspetto fisico, morale e patriottico: la grande proposta e così, dopo un altro grande incontro nella primavera del 1913, dà vita al CNGEI, da subito aperto anche ai ragazzi più piccoli (detti novizi) ed alle ragazze e laico per una scelta di campo precisa in una Italia che viveva fortemente il dualismo – nato dopo l’unificazione del 1870 – tra il potere politico dello stato e quello religioso del papa. Colombo ha un forte senso di appartenenza alla nuova Italia unita e vede nell’impostazione originaria di BP (che sognava “uno scautismo che fosse unico per i giovani di ogni fede”) la risposta al suo sogno di dotare la nazione di giovani entusiasti e pronti di fronte ad ogni necessità: in questa fratellanza dunque le scelte religiose, così come le differenze culturali e di stato sociale, sono confinate assolutamente nella sfera privata della vita di ogni scout e non possono essere elemento di divisione o di prevalenze di parti… è questo il concetto di laicità per Colombo ed il CNGEI degli inizi, proprio come lo è del CNGEI attuale, pur espressa con altre parole. L’iniziativa ha grande successo ed in essa confluiscono anche i gruppi residui di altre iniziative simili [la REI di Sir Vane e le Gioiose liguri di Mazza]: si parlava di oltre 25.000 iscritti già nel 1916 e su varie riviste (tra le quali La Domenica Illustrata) vi erano spesso copertine dedicate alle attività dei Giovani esploratori. La Promessa si chiama giuramento e la legge decalogo , nella trasposizione italiana dei termini originali.Solo l’amor di Patria è il discrimine dell’appartenenza al CNGEI e ad esso si deve obbedienza e servizio. I Giovani esploratori sono infatti educati alla solidarietà umana, all’amor patrio e ad una cosciente disciplina: gli si insegnano nozioni di igiene e pronto soccorso, sono

SCAUTISMO LAICO C.N.G.E.I. COLLI ALBANI

IMPEESA

bollettino di attività scout

NUMERO 4 dicembre 2021

DI VERDE AVVENTURA

l’indisciplina e la degenerazione morale”. Il CNGEI registra l’adesione di personalità come Guglielmo Marconi (che essendo irlandese da parte di madre e perfettamente bilingue conosceva bene lo scautismo Britannico), i fratelli Bruno, Adriano e Marcello Ducati, Pietro Mascagni e quella che era indubbiamente la figura mediatica più influente dell’ Italia di allora, il poeta Gabriele D’Annunzio. In quanto italiani, la maggioranza degli associati era indubbiamente cattolica e pertanto ai campi e durante le grandi attività erano sempre previste delle Messe: ci sono foto storiche ed addirittura film dell’epoca che attestano ciò relativamente a tutte le sezioni allora esistenti, ma non vi erano certamente catechesi specifiche o momenti liturgici particolari né partecipazione di religiosi alle attività dei giovani. Per questi motivi nel 1916 un gruppo di adulti si staccò dal CNGEI per dare vita ad ASCI (Associazione Scout Cattolica Italiana) solo maschile e fortemente collegata con la chiesa e le sedi nelle parrocchie. Lo scioglimento degli scout e la Giungla Silente Roberto Villetti, divenuto Capo Scout nel 1922 e conosciuto ai più con il nome di “Papà Akela” perché favorì l’inserimento del Lupettismo nel CNGEI, portò avanti le riforme di Fiorini racchiuse poi nel Regolamento del 1924. Fu lui a chiedere alle Sezioni di sospendere le attività “per salvaguardare le vite dei propri iscritti”, con un testo che evidenziava l’importanza di portare avanti i valori che lo scautismo aveva insegnato ai propri ragazzi. I valori che ispirarono lo scautismo clandestino della Giungla Silente (durata dal 1928 fino al 1939 ovunque e dopo in forma più ridotta) furono infatti la fratellanza, il senso del servizio, l’educazione alla libertà di pensiero e di scelta in ogni ambito della propria vita e l’importanza dell’impegno cioè la scelta dello scout. Infatti durante il periodo fascista le attività del CNGEI proseguirono in qualche caso, ovviamente in modo clandestino ( il “lupercale” o il “Gruppo Escursionista Indomito” per citare alcune sigle sotto alle quali si nascondevano vecchi capi e dirigenti del corpo nazionale ) avendo come riferimento principale

Questo è lo stesso spirito che, mentre l’Italia veniva liberata dagli Alleati, poi

attività nel 1946, proprio Luigi Pirotta fu nominato Capo Scout: tra le varie cose che fece ci fu la scrittura definitiva di un regolamento più organico compresi i testi di Legge e Promessa, da allora mai più modificati. 1976: L’unione di scout CNGEI e scout UNGEI Negli anni ’60-’70 il CNGEI cominciò a sperimentare la Coeducazione (cioè educare insieme i ragazzi e le ragazze al fine di insegnare come collaborare rispettando però le peculiarità di ciascuno dei due sessi), con grande successo, fino a giungere nel 1976 ad unificare le due associazioni separate per sesso ( CNGEI ed UNGEI) in una nuova realtà, il CNGEI – Corpo Nazionale Giovani Esploratori ed Esploratrici Italiani.

Gli scout CNGEI dagli anni 2000 Altre scelte importanti della nuova associazioni sono la conferma della sua laicità e l’introduzione di una nuova democrazia di gestione grazie anche alla presenza di adulti non impegnati direttamente come capi. Sarà nel 2004 che il CNGEI aggiunge una 5° scelta caratterizzante tra i valori scout CNGEI: l’impegno Civile, declinato in 5 ambiti che sono: Ambiente, Pace, Diritti, Solidarietà e Volontariato.

La Verde Avventura

Una tappa importante nella vita di ognuno di noi, un modo divertente per vivere la natura, per amare ed apprezzare le cose semplici che la vita ogni giorno ci regala, un coinvolgente tuffo nella vita di gruppo, nella condivisione di valori, nella comprensione, nella fratellanza e nella crescita personale. Passo dopo passo, tra i mille colori e le diversità che il cammino ci riserva, affondano le nostre orme, in una verde avventura che aspetta solo te...

L'idea nasce nell'agosto del 2010 dalla volontà di un gruppo di giovani e adulti di arricchire la proposta di scoutismo laico ai Castelli Romani,portandola anche ad Ariccia. Il 29 gennaio del 2011 la prima riunione del gruppo vedeva già partecipe un bel Branco di 15 lupetti. I lupetti, insieme con i loro capi, tra le varie attività, hanno partecipato alla pulizia di Parco Chigi e a quella che si è svolta in occasione dell'inaugurazione di Collepardo. Entrambe promosse dal Comune di Ariccia. L'anno scout si è poi concluso con una vacanza di una settimana in un magnifico casale in Umbria, durante la quale il branco ha vissuto momenti entusiasmanti in varie attività, alcune organizzate con la collaborazione PROCIV ARCI (associazione nazionale di volontariato di Protezione Civile) nelle quali i lupetti hanno approfondito l'importanza della salvaguardia dei boschi dagli incendi, divertendosi anche con piccole esercitazioni con gli idranti. Poi cacce al tesoro, costruzioni, attività di mani abili il tutto condito da giochi e canti. Un'esperienza unica nel suo genere come solo lo scoutismo, attraverso il suo originale metodo educativo garantito da adulti esperti e preparati, riesce a creare.

Il Corpo
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ANNI
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Dieci anni di Verde Avventura Editoriale Vacanze di Branco 2021 Campo Estivo 2021 Io capo Estate Rover 2021 Un bivacco di emozioni Gli altri siamo noi Il logo del decennale Siamo tutti fratelli 4 3 6 8 16 18 26 28 30 31
In questo numero:

Editoriale

Care sorelle e cari fratelli

issato le nostre bandiere, cantato i nostri inni e gridato i nostri urli così forte da farli echeggiare anche per gli anni a venire. L’inizio di un nuovo anno scout è sempre emozionante, e quest’anno,

per le scommesse e gli impegni che come Sezione ci stiamo ponendo per il nostro sviluppo, lo è per i nuovi staff delle unità, lo è perché allo scadere del decimo anno di esistenza del progetto “La verde avventura” continuiamo a vedere i frutti del nostro impegno: giovani adulti e adulte, cittadini e cittadine responsabili e consapevoli, che partono per i più diversi punti cardinali, con un importante bagaglio di esperienze, responsabilità e valori che sapranno essere certamente da bussola quando ne il sole ne le stelle potranno indicargli il cammino migliore.

Ricominciamo però in un periodo in cui ancora bisogna gestire l’emergenza sanitaria, ma ora non ci spaventa più come prima. Ci siamo impegnati, abbiamo imparato e siamo diventati così responsabili da saperla governare con consapevolezza e ora che siamo più “esperti” possiamo tornare a guardare lontano.Possiamo tornare a fare nuovi giochi, vivere nuove avventure e percorrere nuove strade…

È vero c’è anche un po’ di timore, ma sopra ogni cosa, c’è la speranza che quest’anno sia un anno nuovo in ogni senso, un anno in cui nascerà un nuovo Branco, in cui le nostre unità potranno essere sempre più luoghi dove possiamo crescere serenamente insieme, come comunità, vivendo nella normalità e al tempo stesso nell’eccezionalità della vita scout. Ed è quello che faremo quest’anno, andremo avanti, scopriremo altre qualità che non pensavamo di avere, esploreremo nuovi orizzonti, continueremo a viaggiare e a sperimentarci con il cuore e con la mente. Voi, ragazze e ragazzi, siete i protagonisti di questo viaggio meraviglioso in cui noi, capi e adulti, abbiamo il privilegio di accompagnar vi. A voi auguro di trascorrere un anno sereno nel quale poter crescere e diventare giovani cittadine e cittadini pronti a fare la differenza nella società di domani. A voi, genitori, auguro di poter vivere con serenità, entusiasmo e partecipazione la crescita dei vostri figli. A voi, capi, auguro di poter ritrovare presto la pienezza della vostra azione educativa senza le preoccupazioni di questi ultimi anni -

tare.

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DIECI ANNI DI VERDE AVVENTURA

Quelli che scrivono bene inizierebbero l’articolo “nella splendida cornice di Colle dell’Acero...” ma per noi Colle dell’Acero non è solo uno splendido posto. E’ quasi casa, De Gregori direbbe è quasi amore.

inizierebbero ha brato il decimo compleanno.

E’ a Colle dell’Acero che la Sezione dei Colli Albani del CNGEI, una delle espressioni dello scoutismo laico dei Castelli Romani, ha celebrato Domenica 6 Giugno, il suo decimo compleanno. Una sezione che oggi consta di circa 100 iscritti, tra giovani e volontari adulti. Una fitta rete di relazioni sociali, di scelte di ser vizio e di presenza sul territorio, che ne determinano la caratura e l’impegno. Nati come Gruppo della Sezione di Roma, poi Ariccia, infine Colli Albani. Dieci anni intensi, a volte faticosi, ma sempre col sorriso. Dieci anni di uniformi, di foulard blu bianchi e bordeaux, di distintivi e omerali che cambiano. Di uscite e di campi, di ser vizio, di spesa solidale, di amici che vanno e che vengono.

rete relazioni della intensi, sorriso. di di del Sezione: il che crescita

Di valori, quelli universali dello scoutismo, quelli specifici del CNGEI, associazione di Scout laici che opera come agenzia di educazione non formale con l’alto patrocinio della Presidenza della Repubblica. Pierpaolo Giordano, Presidente della Sezione, ha dichiarato a proposito del decennale della Sezione: “Presto ser vizio in questa sezione da qualche anno, e mi è stato subito chiarissimo l’alto potenziale che risiede nei giovani soci e nei capi unità che con incredibile passione e parecchi sacrifici fanno sì che questa esperienza prosegua nel tempo, elevando il termine volontariato alla più alta delle definizioni possibili, avendo in cambio solo la soddisfazione, che è tanta roba, di vedere i giovani percorrere un sentiero di crescita graduale e costante”

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Daniele Caldarelli, Responsabile Educativo della Sezione, tra i soci fondatori della medesima dieci anni fa, ci dice, a proposito dei ragazzi che terminano a diciotto anni il proprio percorso giovanile

eppure ci siamo riusciti, ci siamo visti in video e ci siamo visti dal vivo all’aperto. Ora per alcuni di loro la strada percorsa insieme finisce e continua su altri sentieri. Saranno le loro gambe e la loro testa a guidarli, noi speriamo di essere presenti nei loro passi, nelle loro pause di riflessione, nel loro dissetarsi, oltre che nei loro valori. Il nostro compito è stato accompagnarli all’età adulta aiutandoli a compiere scelte autonome e consapevoli. Ogni qual volta vediamo uno dei nostri ragazzi diventati uomini ci rendiamo conto dell’eccezionale importanza dello scoutismo”

La sezione dei Colli Albani rilancia la propria missione educativa nel territorio di Albano, raccogliendo iscritti da tutte le zone limitrofe. Prossimamente sono previste aperture di altre sedi, vista l'enorme richiesta di una socialità matura e consapevole per i giovani.

Carlo 5 Responsabile dieci a anno speriamo passi, v aga o dell’ecce errit e pre evole gio

VACANZE DI BRANCO 2021

E dopo un anno e mezzo finalmente torno a cacciare con i miei Lupi, quei Lupi che mi hanno dimostrato una forza d’animo grandissima, gli stessi che per quasi un anno ho visto solo attraverso uno schermo, a volte un po’ avviliti ma comunque pronti a giocare anche stando lontani, gli stessi che questo inverno anche quando il freddo ci tagliava il viso erano sempre presenti, gli stessi che non perdono occasione di dimostrarmi quanto sono uniti e quanto sono felici di appartenere a questo Branco!

Queste VdB sono state programmate nei minimi particolari, tutti noi dello staff abbiamo voglia che sia tutto perfetto, abbiamo bisogno di recuperare ciò che ci è stato tolto a causa del Covid, abbiamo voglia di metterci alla prova, e soprattutto abbiamo voglia di giocare e di divertirci col loro. Una volta arrivati nella casa di caccia i Lupi vengono catapultati immediatamente nell’antica Grecia dove regna i caos perché gli isolani sono stanchi di sottostare alle regole degli Dei dell’Olimpo; nostro arduo compito sarà quindi quello di ristabilire la Pace e mettere a tacere l’ira degli Dei.

Ci dobbiamo mettere subito in viaggio per conoscere al meglio gli abitanti di Rodi, Mykonos, Chios e Itaca, ci rendiamo immediatamente conto di quanto siano diversi tra loro, ma è necessario trovare qualcosa che accomuni tutti.

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Durante il nostro viaggio ci imbattiamo anche in alcuni Dei, Ermes per esempio, che attraverso i suoi messaggi ci insegna quanto sia importante essere aperti al dialogo e soprattutto all’ascolto.

Prezioso è il nostro incontro con Miner va che dopo averci aiutato a costruire un arco e a cacciare sempre nel rispetto della natura, scatena una lotta tra Mute all’ultima freccia imbevuta di tempera!

Affrontiamo dibattiti secondo i canoni dell’antica Polis dove

per attenuare le conflittualità tra Dei e isolani.

Ma i Lupi impazziscono quando arriva Fratel Bigio con una fantasti-

è il loro momento per gareggiare, tifare, esultare ma soprattutto per mettere alla prova le loro abilità fisiche. Ogni giorno si cimentano in prove diverse e i medaglieri di Muta iniziano a riempirsi.

L’atmosfera è sempre serena, tante le prede conquistate dai Lupi, siamo felici ne avevamo davvero tutti bisogno!

Arriva anche l’ultimo appuntamento alla Rupe con il racconto di Akela, sono emozionata ma cerco di andare avanti, la battaglia con i cani rossi è cruenta, Akela muore, Mogli piange, Phao prende la parola durante il racconto ed è un turbinio di emozioni, cerco di trattenere le lacrime ma lupi più grandi capiscono immediatamente ciò che sta accadendo e scoppiano in un pianto silenzioso trascinandosi dietro anche i più piccoli che non capiscono bene ma sono ugualmente emozionati! Dalle nostre bocche solo un filo di fiato per cantare attorno alla rupe ma non riusciamo a finire perché è troppo il bisogno di abbracciarci, di far scorrere quelle lacrime, di far sentire quanto siamo stati importanti gli uni per gli altri in questi quattro anni.

Ma poi ci ritroviamo intorno al nostro Fiore Rosso acceso in precedenza dai Lupi del CDA, è ora della Fiesta è ora di gustare tutti i piatti, i dolci e i drink preparati insieme nel pomeriggio, è ora di cantare, di ballare e di guardare le stelle e goderci la nostra ultima sera al campo!

Buona caccia fratellini, buona caccia Phao che il favore della giungla vi accompagni!

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Akela

CAMPO ESTIVO 2021

Sveglia all’alba in uniforme perfetta, noi esploratori ed esploratrici del Reparto Brownsea ci riuniamo a Villa Contarini per metterci in marcia verso il campo estivo 2021 che si svolgerà a Cardito, in provincia di Frosinone. Dopo un viaggio in autobus interminabile e stancante, arriviamo finalmente a destinazione dove i capi pattuglia, stremati dal precampo, corrono verso di noi alla baywatch. Con lo zaino in spalla raggiungiamo il campo, che si trova sottostante alla fermata dell’autobus.

che sottostante temuto, forma pattuglia. con

Durante la discesa per giungere al luogo tanto temuto, previsto per il campo, incontriamo noi stessi in forma di animali: sono maiali quelli che vediamo, i quali ci avrebbero tenuto compagnia per tutta la nostra permanenza. Tutte le pattuglie si dividono e si dirigono verso i propri sottocampi, scelti a sorteggio dai capi pattuglia. A noi povere Tigri capita ovviamente l’unico al sole e con l’erba alta, descritto in precedenza da Flavia come “il migliore”, ai Gufi capita il sottocampo più affollato, in quanto sarebbe diventato meta di tutti coloro che nel campo si sono cimentati in un nuovo gioco: D&D. Ai Falchi capita l’attico a due piani sotto l’ombra, con legna privata e boschetto tropicale personale e, infine, ai Cor vi spetta l’angolo pianeggiante situato sotto l’area relax. Dopo un tempo libero impiegato a montare tende e angoli cucina, ci chiamano per dirigerci tutti insieme appassionatamente al lago di Cardito, dove ci aspetta un pomeriggio tranquillo e divertente.

Si cena con la minestrina di Daniele e al suono del Kamaludu ci riuniamo per il primo fuoco serale organizzato dai Cor vi con lo scopo di far descrivere alle pattuglie le imprese svolte negli ultimi mesi. Stanchissimi andiamo a coricarci nei nostri sacchi a pelo, sapendo che l’unica cosa che ci avrebbe mandato a casa sarebbe

montare ci con nostri casa

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Villa
come ai

guadagnando durante serata.

stato entrare nella tenda di qualcun altro. Il secondo giorno ci svegliamo seguendo il meridiano di Brownsea, facendoci alzare quindi un’ora prima guadagnando più luce durante la serata. Si sentono le lagne provenire dall'angolo delle Tigri, che reclamano l’immediato bisogno di un osteopata e così, i capi regalano a tutto il reparto la gioia di farci montare l'alzabandiera, il portale su cui appoggiare i nostri stemmi creati dagli artigiani di pattuglia, di scavare le latrine e di far finire la costruzione dei sottocampi. Tutti i membri delle pattuglie si dividono per svolgere gli incarichi, ma la costruzione del portale e dell’alzabandiera è fallimentare, finché, nel pomeriggio, non arriva il nostro amato capo reparto Daniele a risolvere la situazione. Al termine della realizzazione di tutto, ci mettiamo in uniforme tra lamentele e risate, attendendo il quadrato

Alle sei ci chiamano per fare cambusa e cucinare da soli per la prima volta dopo due pranzi e una cena offerte dallo staff.

Ci spettano le costine, che sembrano non cuocersi mai, rischiando il

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ci

teste che riecheggerà per tutta la nostra permanenza al campo facendoci rovinare le corde vocali per l’urlo dello “YABADABADUUUU” all’inizio.

verme solitario. Questa volta è il turno dei capi a fare il fuoco serale, nel quale ci presentano con canti, bans e giochi, l’ambientazione del campo: i Flintstones. La canzoncina diventa subito il t or m e n t o n e delle nostre che crisi schiena. mancano e con tra e

I giorni susseguono non privi di colpi di scena: da pianti, a crisi fino a drammi. Passiamo le giornate tra attività e infortuni, come Damiano che si butta nell’ortica, Emma che si scola la pasta sul piede e Davide che rimane quasi paralizzato con la schiena. Non mancano litigi e pianti, con le discussioni interminabili tra Clio e Flavia, sfuriate di Flavio a Daniele e le urla di Lorenzo ai suoi pattugliotti. Ma i momenti più belli e indimenticabili sono quelli tra risate e tanto amore durante il tempo libero, con abbracci illegali

indimenticabili tra

un prete molto esperto e un po’ blasfemo. Arriva il giorno più importante dell’anno, quello più atteso, quello più emozionante: la finale degli Europei. Dopo preghiere e sacrifici, convinciamo i capi a farci vedere la partita, ma con una premessa da parte di Attilio: non avremmo dovuto insultare, imprecare o urlare verso gli avversari o verso l’arbitro .

Ci dirigiamo così verso il bar vicino al lago e giungiamo alla meta allo scoccare del terzo minuto sentendo risuonare per tutto il lago un “nooooooo” dovuto al goal degli inglesi. Durante la partita

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dovuto Durante nel o r

riusciamo a disubbidire a tutte le regole che Attilio ci aveva precedentemente detto, portando casino e coattaggine fino ad una delle città più tranquille e silenziose del Lazio. Torniamo verso il nostro campo cantando a squarciagola l’Inno italiano ed esultando con molta poca discrezione.

La nottata di divertimento si riscuote però sull' aspetto trasandato e distrutto delle nostre facce la mattina seguente. Stremati dai pochi, ma faticosissimi, giorni di campo, i capi decidono di fare l’attività più stancante, antipatica e inutile di tutte le possibili alternative che lo scoutismo nautico ci mette a disposizione: la staffetta in canoa.

Arriviamo al lago di prima mattina, irritati dalla notizia e in pena per le nostre povere ossa e ci lasciano dividere in squadre, creando palesemente il gioco più squilibrato che il reparto abbia mai visto. La prima manche è vinta dal gruppo più forte, composto da Lorenzo, Flavio, Davide e Gioele e dopo poche proteste da parte di noi perdenti, Daniele capisce che è meglio cambiare la situazione. Inutile parlare delle litigate e dei lamenti dovuti al caldo, che vengono ignorati da parte dello staff senza un minimo di compassione, ma lasciando accadere l’inevitabile: i baroni come Lorenzo Renzo e Andrea che decidono di tagliare la strada durante la gara arrivando prima, tra le urla e gli spintoni degli avversari.

mattina faticosissimi, e noi capisc ambiare vuti aldo, l’in vitabile: Lore zo Renz strada durante onfu-

Tra tanta confusione, non riusciamo a capire chi vinca e, dopo un sereno bagnetto e il non altrettanto sereno

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incidente che costa la faccia a Lorenzo Santonico, causato dal suo fallimentare tentativo di dimostrare ad Hiro come tuffarsi, torniamo al campo poco sani, ma comunque salvi.

L'hike di pattuglia ci fa emozionare, divertire e ci permette di dimoluglio i capi ci informano sul percorso che avremmo dovuto seguire per raggiungere il luogo in cui avremmo passato la notte. I percorsi -

mente noi Tigri scegliamo di optare per il più semplice e vicino, per le precarie situazioni fisiche e mentali in cui ci troviamo.

ci permette il luogo la e vicino, mentali e crescita

degli insetti noi Tigri decidiamo di non dormire, cercando di far passare il tempo con conversazioni senza senso dovute al sonno, a cui però noi non ci sottomettiamo e decidendo di far scorrere la notte contribuendo alla crescita della nuova dipendenza sbloccata da parte di tutto il reparto: la ludopatia. Come abbiamo detto in precedenza, l’angolo dei Gufi sarebbe

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campo

estreme, dopo che partorire va con

diventato il luogo di ritrovo per i giocatori di D&D e così, come variante per i meno esperti hanno deciso di creare le scommesse con il D20, uno dei dadi di Gioele. Capiamo di essere ludopatici quando qualsiasi decisione viene presa con i dadi. Dalle più banali, come chi lava le pentole, alle più estreme, come Luca obbligato a bere l’olio, fino alle più divertenti e inaspettate, come i Gufi che iniziano a ballare la macarena a torso nudo durante la cena facendo il giro di tutti i sottocampi. È dopo ore insonni, pioggia e gossippate che le nostre menti cominciano a partorire una strana e malsana idea che sarebbe stata odiata da tutti: il ballo della fiesta. Ma le sorprese che il nostro hike ci riser va non sono finite, quella notte fortunatamente Gesù è gentile con noi e ci risparmia dalla furia divina dei temporali, ma gli ultimi 3 giorni di campo purtroppo non prova più tanta compassione e finisce per fare il Lago di Cardito 2.0. Daniele arriva in nostro soccorso per proporci di tornare al campo, ma noi tutte, coraggiose, lo rifiutiamo e proseguiamo la nostra notte insonne in compagnia di mucche e volpi.

A portarci gioia la mattina seguente è la sveglia posticipata. Alle 13 in punto siamo tutti di nuovo al campo, dove i capi ci attendono con una splendida ispezione a sorpresa!! Inutile dire che è stata imbarazzante, ridicola e fallimentare, ma che ordine ti puoi aspettare di trovare in un angolo appena tornato da un hike?!

Nei giorni seguire i gara

ammazzarci

Nei giorni a seguire i nostri amati capi decidono di farci concorrere, come ogni anno, in una bellissima gara di cucina. Stilate le liste degli ingredienti necessari, Daniele va a fare spese lasciandoci ad ammazzarci alle Olimpiadi. Ci aspettano una corda alta 4 metri, il salto in lungo, il tiro del

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a d
t
ve c t

scalpo e un presentato dell’avversario.

peso, il lancio del giavellotto, il tipico scalpo e un gioco presentato pochi fuochi serali prima dai capi che consiste nel colpire con una clava il piede dell’avversario. Per fortuna i nostri più temuti avversari, Lorenzo e Davide, sono fuori gioco, chi per dolori lancinanti alla schiena e chi come arbitro e organizzatore delle attività.

del rabbia, le classiche che nostri Più tardi

Al rumore delle ruote della macchina di Daniele sul terriccio del campo, ci precipitiamo ai nostri angoli per iniziare ad accendere i fuochi e a organizzarci il lavoro da fare. I Gufi decidono di presentare come primo piatto una pasta alle erbe, i Falchi la classica e buonissima pasta al ragù e i Cor vi, come noi Tigri, orecchiette al pesto. Tra rabbia, agitazione e poca serenità, le classiche emozioni che si provano durante l’inferno delle gare, tutti noi riusciamo a compiere il nostro lavoro e a mano a mano presentiamo, chi col sorriso, chi con frustrazione, i nostri menù. Più tardi quella sera si annuncia il vincitore: noi Tigri, senza dubbi. Le nostre orecchiette fatte a mano con pesto, pomodorini e ricotta e il cordon bleu con versione vegetariana, fanno colpo su tutti, nonostante i commenti dei capi durante il giudizio finale abbiano steso in malo modo tutti noi, senza eccezioni.

I giorni seguenti ci attendono carichi di pioggia e maltempo, ma noi non ci scoraggiamo, se non nel momento in cui Daniele ci annuncia il temutissimo arrivo del Consiglio della Legge. Dopo la colazione ci vestiamo e abbelliamo da bravi scout modello, pronti per reggere quattro noiosissime ore sotto le nuvole, con cui il sole, quasi come se provasse pena per noi dopo la settimana più calda e soleggiata dell’anno, si nasconde. Il temporale dell'ultima sera ci ostacola particolarmente nell'organizzazione della fiesta, ma noi siamo pronti ed elaboriamo un progetto fantastico per poter festeggiare comunque. Infatti tutto il tardo pomeriggio lo impieghia-

ganizzazione

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ricotta finale
della

mo chi a cucinare e chi a creare il nostro enorme rifugio dove cenare e divertirci per tutta la serata. I piatti preparati e presentati dai nostri chef pluripremiati sono: lasagne un po' annacquate, patatine, pop corn e schifezze varie, crepes con Nutella e panna e dei bignè deliziosi. Il rinfresco è accompagnato dalla

stupenda Playlist composta da Emma e Clio nel pomeriggio e riprodotta dalla cassa Bluetooth donata in regalo alle Tigri per la loro vittoria nella gara di cucina. La serata prosegue tra balli, canti, grasse risate e fortissime emozioni, le quali si stampano nei nostri cuori e rendono indimenticabile questo meraviglioso momento. Con l'assenza di coprifuoco tutti andiamo a dormire a orari diversi, i più coraggiosi aspettano addirittura la mattina. Poverini, non sanno ciò che li aspetta la mattina seguente. Infatti veniamo svegliati dal solito e odioso canto e passiamo l'intera mattinata a fare su e giù per caricare il furgone, ma come se non fosse abbastanza , la pioggia non ci lascia soli nemmeno un istante. Zuppi e stanchi veniamo chiamati nell’unico momento di sole per il quadrato di chiusura e per la consegna delle varie specialità e subito dopo, super affamati, ci precipitiamo sul nostro amato pranzo cucinato dallo staff.

Arrivano piano piano le 17:30, orario in cui prendiamo l’autobus di ritorno. Con malinconia e tristezza lasciamo il nostro campo, senza guardarci indietro, pronti già per la prossima avventura.

Giunti alla meta di Villa Contarini, la nostra piccola famiglia si disperde nelle sue dimore, ma con i cuori ancora connessi tra di loro che pulsano al ritmo coordinato di un “Al fuoco di bivacco” cantato con le lacrime di gioia sotto alle stelle.

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Emma e Clio chef andiamo mattinata
la e

IO CAPO corso capi pattuglia 2020

Il nostro percorso da capo pattuglia è iniziato una domenica di ottobre. Non ci siamo subito resi conto del grande compito di cui eravamo incaricati perché eravamo troppo concentrati a seguire la cerimonia dei passaggi. Abbiamo capito di esserlo solo quando abbiamo salutato i ragazzi che stavano per andare in compagnia e ci hanno consegnato il guidone. In quel momento abbiamo voltato pagina ed è iniziato un nuovo capitolo della nostra vita nel reparto. Inizialmente non ci sentivamo veri capi perché le riunioni erano online, ma poi, con l’uscita a monte Artemisio ci siamo trovati per la prima volta a svolgere questo compito, sono arrivate le preoccupazioni. Avevamo paura di non essere all’altezza delle aspettative e di non essere in grado di mantenere un buon clima in pattuglia.

prima

Durante il Corso Capo Pattuglia ( CCP) di dicembre i nostri Capi Reparto hanno provato a renderci più consapevoli del nostro ruolo anche fugando alcuni nostri dubbi. Il giorno seguente abbiamo

ricevuto le nomine a capo.

Rimasti con dubbi e incertezze, abbiamo promesso di seguire la nostra pattuglia e formarne i componenti. Qualche giorno dopo ci hanno fatto questa domanda: cosa vuol dire essere capo pattuglia?

Noi siamo un esempio, abbiamo una grande responsabilità nel reparto perché siamo il punto di incontro tra la nostra pattuglia e lo

occhi della pattuglia ma neanche disinteressati agli occhi dei capi,

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non

dobbiamo saper creare un rapporto con i pattugliotti, creando così fiducia reciproca e un buon clima in pattuglia. Insomma, essere un capo pattuglia è

così reciproca e ove, vare

maturare e fare esperienze nuove, nonostante i grandi pesi e le responsabilità che questo compito necessariamente ci porta, insieme alle soddisfazioni nel provare a vincere il guidone di Reparto in modo di portare un po’ di sana competizione all’interno del Reparto.

Nessuno si aspettava di vederci capi pattuglia perfetti nel giro di un giorno, ma solo più consapevoli del nostro ruolo, con la speranza di vederci migliori più avanti. Ci siamo ritrovati capi pattuglia quasi da un momento all’altro, senza

neanche rendercene conto davvero, ma promettendo a noi stessi di fare sempre del nostro meglio ed essendo preparati a tutto, come dei veri Esploratori.

Flavia, Capo Pattuglia TIGRI

Flavio, Capo Pattuglia GUFI

Davide, Capo Pattuglia CORVI

Lorenzo, Capo Pattuglia FALCHI

Flavia, Davide, Lorenzo,

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ESTATE ROVER 2021

Che l’avventura abbia inizio. Belli come il sole, determinati e giocosi. Cosi sono i nostri Rover della Compagnia Gilgamesh. Qualcuno è stanco, reduce dal ser vizio al campo di reparto che si è concluso solo ieri sera. Qualcuno è alla sua prima Estate Rover, qualcuno all’ultima. Strada da fare e scarponi bene allacciati. Carta di identità: sorriso stampato in viso.

Giorno 1

Treno per Avezzano, poi bus per Villetta Barrea. Una mattinata lunga, la sveglia ha suonato presto. Arrivati a destinazione mangiamo il panino, un po’ di tempo e un paio di messaggi con Luca per orientarsi. E poi su, verso lo Stazzo senza nome. Una rampa corta, ma secca. Le gambe ancora non sono rodate, e lo zaino pesa. Sono i primi passi dell’Estate Rover, la Compa è in cammino.

Arrivati ci meritiamo un po’ di riposo, poi si monta il campo. Fa fresco e cade qualche goccia. Tradizione rispettata, ma domani, Giove Pluvio, non ti curar di noi.

Giorno 2

Ci sono immagini che valgono mille parole. Ci sono silenzi che si ascoltano, tanto sono fitti di pensieri. Un passo dopo l’altro, oggi si è saliti. Al ritmo della Compagnia, del tutti insieme, che anche se qualcuno va più lento va bene lo stesso. Non abbiamo meta, se non il sudare (e tanto!) insieme. Domani sarà tosta.

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Giorno 3

CI sono bivi che devi decidere da che parte andare. Come a Genova, 20 anni fa, come quando ti chiedi cosa è giusto fare e non sempre la risposta è facile. Talvolta addirittura quello che è giusto è illegale. Oggi il nostro bivio era più semplice, nessuna implicazione etica. Solo gambe da far andare, un passo dietro l’altro. Abbiamo perso il conto dei metri di dislivello. Dei passi da fare verso un mondo migliore invece il conto lo teniamo bene. 1, 10, 100 passi.

Giorno 4

Oggi niente foto. Il maledetto virus ha deciso di intromettersi nella nostra ER2021. In maniera indiretta, ha marcato il territorio, così come fanno alcuni animali. Ha provato a ricordarci che siamo in libertà vigilata, che dobbiamo prestare mille attenzioni. Che anche quando sembra essere lontano, in realtà è lì, dietro l’angolo. Uno dei nostri è tornato a casa, ora è in isolamento fiduciario. Contatto diretto di qualcuno positivo al covid. Noi tutti siamo contatti indiretti. Se prima prestavano attenzione ai protocolli, ora saremo inflessibili.

Cammineremo anche per voi.

Giorno 5

Il day after è sempre un'incognita. Ieri abbiamo perso due di noi, tornati a casa, tra isolamento e stanchezza.

Stamattina c’era un po 'di tensione, qualcuno non ha dormito bene. E allora ser viva relax, svago e risate. E visto che c’è un lago a portata di mano…

Ci aspettano 4 giorni intensi, ricaricare le

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batterie era necessario. Da domani torniamo girovaghi, tra le montagne d’Abruzzo. Lo zaino è serrato e compatto. Gli scarponcini lucidi. Il sorriso pronto. Per alcuni di noi si avvicina la partenza, ancora un bivio, il tempo passa e ci si trova grandi quasi per caso. Ci teniamo stretti questi ultimi giorni insieme. Poi le strade prenderanno direzioni diverse. Ma aver sudato insieme, ancora e ancora e ancora una volta, ci rende una cosa sola.

Noi siamo Gilgamesh.

Francesco, Jacopo e Gabriel, siete con noi!

Giorno 6

La giornata – ultima per Pierpaolo – inizia presto. C’è da scarpinare verso il rifugio della Liscia. Più conosciuto con il nome del sentiero che porta fin lì. La Camosciara. Bisogna prima scollinare la cresta che ci divide dal nostro obiettivo. Un’oretta passa presto. Ci fermiamo ad aspettare Luca che arriva in macchina, ci lascia Carlo e si porta via Pierpaolo. Che ci chiama limpidi come il cielo di questa giornata. Che dire, ‘sto Presidente è bravino!

E qui la sorpresa! Dalla macchina scende anche Francesco! Il tempo di gioire e si parte, il percorso non è lungo, ma sale ripido, il fiato si accorcia, rapido. Alla fine saranno una dozzina di km, diverse centinaia di metri di dislivello. Tempo di chiacchiere mentre mangiamo il panino… le cose brutte fino ad ora:

Pulci, il doppio tampone, Gabriel e Jacopo che non sono con noi, l’ansia dell'altro ieri… le pulci le avete dette? Le battute di Francesco e Andrea

Quelle belle: il monte Mattone, la cascata, Sara e Giulia, l’arrivo di Francesco, la canzone che stiamo facendo, il fatto che siamo tutti negativi, gli hikes in posti belli.

Una giornata piena, anche di qualche scivolone, di qualche paura. Ma insieme ci si rialza, si superano ponti e paure, mano nella mano.

Giorno 7

diamanti. Leggerete il messaggio contenuto nella bottiglia quando tutto sarà già avvenuto, oramai passato. L’assenza di rete ci costringe ad in racconto asincrono.

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Stamattina colazione robusta, uova e fagioli, ci attendono un paio d’ore con lo zaino grande, verso lo stazzo dell’acquasfranatara, sempre che si chiami proprio così.

La salita è dolce, forse meno per chi di zaini ne porta due. Compagnia è anche questo: due spalle in più per portare lo peso di chi non riesce, in questo caso complice l’ustione da sole presa al lago l’altro giorno.

Un paio di soste, e poi l’arrivo allo stazzo. Qui passeremo l’ultima notte assieme, quel bivio, quel bivio maledetto è arrivato. I cinque del terzo anno, più Jacopo che è a casa, canteranno, mangeranno e rideranno con noi per l’ultima volta. Che la strada vi porti lontano, fratelli, ovunque andiate. Che sia con noi, in un altro ruolo, o altrove. Non importa, portate al mondo un pezzo del nostro cammino insieme. Noi ci saremo. E che troviate sempre acqua limpida come questa.

Panini in riva al torrente, un po di svago, frisbee col maestro per alcuni, poesie, letture e chitarra per altri. E un po di riposo

Poi parliamo di Libertà e Responsabilità, legati stretti stretti

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assieme, l’una senza l’altra non si reggono. Come due Rover. Il tempo scorre insieme all’acqua, si porta via le foglie secche e le ore. È già tempo di cucina gourmet, polpette di melanzane e provola, churros per dessert. Prima che faccia buio che altrimenti mangiamo al lume delle candeline.

Quante volte ve lo siete e ce lo siamo immaginati questo ultimo fuoco. Quante volte abbiamo pensato a cosa cantare. Ma stasera la voce esce forte e chiara. La capsula del tempo ci dona sorprese, poi la veglia alle stelle. E poi nel sacco a pelo, a sognare domani.

Giorno 8

Oggi niente foto. Potremmo dire che è per via delle emozioni forti, delle lacrime, che le foto sarebbero venute sfocate. Oppure che abbiano preferito non farne, per rispettare la sacralità del momento.

La realtà è che avevamo i telefoni spenti, batterie consumate da due giorni di assenza dalla civiltà. Lo stazzo di Acquasfranatara –tra i suoi mille pregi – ha anche quello di essere senza copertura ed energia elettrica.

Stamattina ce la siamo presa comoda. Il terzo anno fremeva, gli altri avevano da finire quei pensieri che da tradizione sono

che faceva già caldo, contrasto col fresco dell’alba. Lavarsi al fontanile ghiacciato, nel silenzio assoluto, con l’acqua più pura che possiate immaginare, ecco quel fresco era già ricordo mentre scendevamo tra la polvere del tratturo. Il patto era che i partenti avrebbero scelto il posto, tra le tante radure a ridosso del torrente. Quando lo hanno indicato

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abbiamo realizzato che il momento era arrivato.

Un cerchio, un grido di Compagnia, la lettura della Carta. La forcola in mezzo, col suo bivio bene in vista.

Le firme, poi le parole.

E le lacrime, impossibile trattenerle, un ciclo di tanti anni, troppi ricordi, una quantità di emozioni che si sono sovrapposte, coinvolgendo anche chi non c’era. Ma questo è Gilgamesh, non importa da quanto tempo ne fai parte. Il senso di amputazione amplificato da quel loro ultimo grido, lanciato mentre sparivano da dietro la cur va.

Ora Gilgamesh siamo noi.

– oggi per la prima volta abbiamo fatto il grido di compagnia tutti abbracciati così come è nato, è stata un emozione incredibile accompagnata poi dalla tristezza ma anche dall’orgoglio di tutti coloro che sono partiti ed hanno per ora concluso il percorso scout (Picchio Laborioso)

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– il momento delle partenze è stato il momento più intenso di tutta l’Estate Rover tra lacrime e saluti e discorsi. I più grandi ci hanno lasciati ma una parte di loro è rimasta con noi. (Antilope Dinamica)

– oggi come in nessun altro giorno , ho fatto i conti con le mie emozioni , con gli aspetti positivi e negativi dei rapporti con le persone e soprattutto lo scorrere del tempo. Nulla mi spaventa più del fatto che possa allontanarmi da ciò che mi ha reso la persona che sono oggi e che mi ha cresciuto : lo scoutismo , e tutti i miei fratelli . Ma so che la fiamma che ci unisce nei momenti di gioia e paura , non si estinguerà mai , a prescindere dal tempo tiranno. (Lepre spiritosa)

tra i sorrisi e le lacrime che hanno inciso i nostri volti voglio ricordare la sensazione delle braccia che riempiono quel vuoto che si sta per creare, mescolando odore e frasi mai dette. ( Colibrì Generoso)

– Oggi è stata una giornata molto intensa, dire addio ad una parte della compagnia, mi è dispiaciuto molto. Perdere persone meravigliose come Gala, JoJo, Margo… è triste soprattutto adesso che ho avuto modo di conoscerle meglio. Comunque riabbracciarci è stato bellissimo e spero che l’anno prossimo sia bello come quest’anno ( Coccinella Decisa)

– ci ricorderemo di loro perché sono dei modelli da seguire. Ci hanno insegnato tanto, ora è il nostro turno di mettere in gioco ciò che sappiamo per quelli che verranno (Ape Curiosa)

– Le partenze di oggi hanno rappresentato l’unione scoutistica, fra lacrime e risate singhiozzate, ho capito come determinate persone

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possano farti crescere e di come possano farti affezionare in poco tempo, non dimenticherò mai queste partenze, come non dimenticherò mai le persone che hanno preso una’altra strada (Puma Sorridente)

Giorno 9

Ultimo giorno, tra sistemazione del campo e nuovi equilibri. C’è un misto fritto di insofferenza e attesa, come di attesa di qualcuno che non è qui. Ora tocca a noi, noi siamo Gilgamesh. Gli ultimi chilometri, direzione lago, le ultime attività. sistemazione e pulizia del campo. Tempo di bilanci. Tanti chilometri, tanto dislivello. Una quantità industriale di pasta consumata – ma come fa un Rover a farsi 300gr di pasta al sugo a pasto?? – cucinata in

Una marea di risate, fotografie e parole scritte. Amicizie rinnovate, progetti per l’anno che verrà e canzoni nuove da cantare. Partito un menestrello ne abbiamo un altro, la nostra voce continuerà ad essere accompagnata da un Ukulele.

E poi le parole e le foto che ci hanno mandato oggi i ragazzi partiti.

C’è chi piange davanti ad un barattolone di coppa del nonno, chi ci ha scritto una canzone, chi ci ha dedicato parole uniche.

Oggi si è iniziato un nuovo ciclo, più forti, ancora più attenti alle differenti sensibilità, perché noi siamo una Compagnia. Noi siamo Gilgamesh!

Carlo

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SIAMO TUTTI FRATELLI

Era tempo, troppo, che non dormivamo insieme. Che non cucinavamo insieme.

L'occasione è il consiglio di inverno, il posto la bella base di Orso Scout, la Compagnia la migliore, Gilgamesh. Cantare con la mascherina è dura, ma se la chitarra suona come fai a non andargli dietro? Il fuoco crepita, è una bella serata, combattiamo l'umidità con the caldo, cioccolata e tenendo viva la fiamma. Distanziati, che le regole si osser vano sempre. Gran lusso i pancake dopo cena, il riso si è un po' attaccato ma sapeva di buono e di amico. Finocchi e arance, frittata e il piacere sottile di stare finalmente insieme. Mascherine ben calzate. Regole che rompono ma non si deroga. A nanna, chiacchiere fino a tarditardissimo, un paio di PSR (Pronto Soccorso Rover) per combattere qualche magone. Che a noi i problemi piace guardarli in faccia, sfidarli a braccio di ferro e, se riusciamo, batterli. E se non riusciamo, insistiamo, insieme. Di certo non ci giriamo dall'altra parte. Noi ci siamo.

maledetta, manc edele uscit

A giorno fatto, zaino in spalla, si sale. Pietraia maledetta, spine e tutto il corollario - stavolta per fortuna manca la pioggia, fedele presenza delle uscite. Il sentiero sale, obiettivo quel puntino lassù. Salendo si ride di meno, che il fiato ser ve. Qualcuno porta due zaini, le braccia si fanno catena di supporto per aiutare altri a salire. Stiamo già pensando al ritorno, pietre e spine in discesa non saranno una passeggiatina. Ma ci penseremo dopo.

a ena disc produc

Pranzo individuale, ma insieme. Spiritiere che producono prelibatezze che Masterchef scansati, vienici te quassù a cucinare zuppe, couscous e intingoli che sembrano migliori di quelli di casa. Sembrano? Lo sono!

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o t
per
te

Poi la discesa, i più veloci dietro a chiudere la fila. Qualche sederata lascerà lividi per qualche giorno. È ripida a scendere, lo zaino pesa

dovrebbe, ma ridiamo, è bello, bello, bello. Autobus per tornare a casa, si chiacchiera, qualcuno dormicchia, le poche ore di sonno e i chilometri si fanno sentire. A casa, felici. Un bel weekend.

Poi però, Martedì, tutto cambia prospettiva. "Ragazzi, sono positivo"

Tre parole, e la paura di quello che era solo un numero, una statistica. Quanto tamponi, quanti positivi. E ora invece è un pezzetto di futuro. Come stai? Come ti senti? Isolamento, qualche giorno di DaD. A ripensare se hai chiacchierato con lui e se siete stati vicini, a pensare se la mascherina l'hai portata bene, se il naso era coperto. La chat di Compa che esplode. Come stai? Hai sintomi? Forza, daje! Ci manca ora vedersi, l'uscita ci aveva fatto bene. Tamponi per tutti dopo dieci giorni, tutto ok, tutti negativi.

Anzi no.

Ragazzi, sono positiva anche io. Fratelli, Rover entrambi, potevano non vivere questa esperienza insieme? Ma fratelli - se non di sangue come loro - lo siamo anche noi, tutti. Possiamo solo andare a trovarli, cantare per stare insieme, abbracciarli con lo sguardo. Siamo qui, siete qui. Vi aspettiamo, fate presto. Che state bene lo vediamo, ma non ci basta. Vi vogliamo bene, vi vogliamo con noi. Con la mascherina ben calzata, che ser ve, porca miseria se ser ve.

Quel pezzetto di futuro ce lo riprenderemo. Con calma, con le mascherine, coi vaccini, e poi coi fuochi al campo e gli abbracci. Torneranno, torneremo.

Intanto ...Conosco a memoria il morse! Carlo

27 qualcuno invece lui Ci Che

UN BIVACCO DI EMOZIONI

tempo

Il tempo di infilarmi sotto la doccia che la pelle inizia a molto presto. Pensandoci, era da molto tempo che non provavo più quella sensazione e i ricordi di un’ uscita in tenda erano molto sbiaditi.

Il sabato mattina ho preparato lo zaino come se fosse la prima volta: tre magliette, due calzini, biancheria, kit di igiene ecc., nella mia testa ripetevo ossessivamente tutto l’occorrente per uno zaino perfetto. Nonostante conoscessi già il posto (e che non fosse uno dei miei preferiti), appena arrivata a Giulianello, un piccolo brivido mi ha percorso la schiena e mi sono fiondata nel nostro angolo per montare la mia nuova tenda. Mi sono sentita come una bambina con un giocattolo nuovo e vedevo che tutti stavano giocando allo stesso modo; in quel momento ero serena e guardavo come si stesse di nuovo tornando a quella complicità che forse era andata un po’ persa. Terminato il montaggio tende ci siamo dedicati ad una simpatica attività per puntualizzare alcuni aspetti della nostra Carta di Compagnia: da quel documento tanto bello quanto lungo e complesso, abbiamo dovuto tirare fuori delle frasi che fossero comprensibili a primo impatto. Finalmente, dopo la cena, l’attesissimo fuoco rover. Bisogna ammettere che eravamo parecchio arrugginiti e che non erano arrivati molti contributi ma, grazie al dono dell’improvvisazione, siamo riusciti a divertirci e dopo una partita a lupus in fabula e al gatto e topo, era giunto il momento di andare a dormire. In realtà è andata a dormire solo una parte della Compagnia perché il resto si è fermato attorno al fuoco per decidere i nomi Totem dei ragazzi che non lo avevano ancora ricevuto; la scelta dei nomi Totem è sempre stata divertente, e anche quel momento non è stato meno degno di nota.

perfetto. già non stato

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La domenica mattina ci siamo svegliati tutti abbastanza infreddoliti e assonnati, con un unico pensiero nella testa: la colazione. Soddisfatti i nostri bisogni vari e dopo un lungo smontaggio tende, ci siamo incamminati finalmente per il nostro hike: destinazione il lago di Giulianello. Il percorso è iniziato un po' a tentoni, ma dopo aver stabilito un rigido ritmo di cammino, siamo riusciti a raggiungere il lago abbastanza in fretta e prendendo soltanto 20 minuti di pioggia. Il posto ricordava un paesaggio uggioso di Jane Austen, vasto e silenzioso, animato soltanto dai nostri schiamazzi durante il pranzo e dallo starnazzare di alcune oche contrariate dalla nostra presenza. Ci siamo sfidati poi in una battaglia di

riconoscimento del segno zodiacale, che ha visto come risultato la vittoria in parità di tre di noi. Ed ecco poi il momento tanto atteso: la cerimonia dei Totem. Cerchio, grido di Compagnia e via alle domande per scoprire quali animali fossero stati assegnati: abbiamo dato così il benvenuto a Colibrì Generoso, Coccinella Decisa, Pinguino Socievole e Puma Sorridente. La Compagnia era completa a tutti gli effetti.

grido il era effetti. stata

Ci siamo avviati verso l’uscita del sentiero, leggeri, stanchi e sorridenti. Forse non è stata l’uscita perfetta o quella meglio riuscita, ma è stata quella di cui avevamo tutti davvero bisogno.

Lince Determinata

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paesaggio

GLI ALTRI SIAMO NOI

Vecchie e nuove fragilità gridano la loro richiesta d’aiuto,

Come rimanere indifferenti? Lo scoutismo è fare, prendere iniziativa, non girare lo sguardo. Per questo ci vedete davanti all’ingresso del supermercato. Noi siamo quelli che vi rompono le scatole mentre ricontrollate la lista della spesa o prendete il carrello. Quelli che armati della sola sfacciataggine vi invitano a contribuire alla spesa solidale. Quelli che difesi dal solo foulard al collo vi creano quel senso di fastidio, quelli che vi fanno cambiare lato di ingresso, quelli che vi attaccano un bottone infinito quando andate di fretta. Noi siamo quei ragazzini, quei giovani, quegli adulti che – quasi stalker – non si fermano davanti alla vostra indifferenza e vi ringraziano lo stesso, anche se non lo sentite. Siamo quelli che premiate quando, all’uscita dal supermercato, lasciate un pacchetto di caffè o della pasta. Chi una busta piena, chi un pacco di biscotti. Poco o tanto non importa, si vede anche da dietro alla vostra mascherina il sorriso di chi sa di aver fatto la cosa giusta. Perchè sorridono anche gli occhi. Il nostro grazie alla vostra generosità sostituisce il grazie di chi potrà affrontare questo periodo con un pensiero in meno, che di problemi da risolvere ne ha troppi.

Una vecchia canzone dice che gli altri siamo noi. Basta tendere la mano, basta un passo, uno solo e poi un passo ancora, per cercare di lasciare il mondo un po’ migliore di come lo abbiamo trovato. Lo facciamo per gli altri, lo facciamo per noi.

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IL LOGO DEL DECENNALE

Come ogni evento che si rispetti anche il decennale della sezione meritava un logo adatto all’occasione. Dopo tante prove, revisioni e votazioni finalmente il gruppo comunicazione della sezione ha presentato il logo dei dieci anni della erde

La foglia che ci ha accompagnato per questi anni ha lasciato il posto ad un albero mosso dal vento. La sezione è cresciuta e quei ragazzi che prima erano la nostra foglia adesso sono il tronco robusto su cui altre foglie crescono. Questo logo lo vedrete cucito sulle nostre camice, attaccato alle nostre cinte e a fermare il nostro foulard. Dieci anni sono solo il primo traguardo, noi intanto aspettiamo con ansia di poter disegnare il prossimo logo.

Gabriele

VerdeAvventura .org

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www. La
“Passo dopo passo, tra i mille colori e le diversità che il cammino ci riser va, affondano le nostre orme, in una verde avventura...”
SEZIONE DEI COLLI ALBANI - C.N.G.E.I. www.impeesa.it www.laverdeavventura.org collialbani.cngei.it info@laverdeavventura.org facebook.com/cngeicollialbani instagram.com/cngeicollialbani youtube.com/c/cngeicollialbani

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Impeesa, bollettino di attività scout n°4-2021 by cngei_ColliAlbani - Issuu