EffettoTre – n 140_LUG_2019_

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LUGLIO 201 9 • ANNO XIII • N UMERO 1 40


Novità dal mondo UNIVERSITARIO

R a g us a - s e s s i one d i l a ure a dal 9 al 26 luglio 2019 Si è svolta per la prima volta a Ragusa la cerimonia delle sedute di laurea dell'Università Telematica Pegaso. L'evento ha coinvolto circa 600 studenti provenienti da ogni parte d'Italia. Presenti il Magnifico Rettore Alessandro Bianchi ed il prof. Calogero Dii Carlo, responsabile nazionale delle sedi d'esame Pegaso. E' un momento significativo per Ragusa, il riconoscimento della centralinità Calogero di Carlo ha sottolineato che "i riisulltati eccellentii raggiunti da Upegaso, con le tante nuove sedi, stanno dando l'opportunità a tutti i giovani di conseguire un titolo di studio non più a km zero ma addirittura sotto casa E in questo modo svolgiamo una non indiifferente funzione anche sociale".

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Accademia Internazionale Mauriziana: chi us ura d e l l ' a nno a cca d e m i co 2 0 1 8 / 2 0 1 9 06 luglio 2019 L’Accademia Internazionale Mauriziana, Silvestri. ha festeggiato a Roma .presso il Gran Hotel Palace, la chiusura dell'anno Presenti oltre al Rettore Duca Fabrizio accademico. Mechi di Pontassieve ed il pro rettore prof. Calogero di Carlo, l'ambasciatore del Perù Nel corso dell'evento è stato presentato il Carlos Roca Caceres ed il prof. Mauro libro "Il potere del cambiamento" di Dario Minelli.

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L’Università telematica Pegaso partner dell’Universiade Napoli 2019 La dichiarazione del Presidente Danilo Iervolino 03 luglio 2019 Riceviamo e pubblichiamo dall’Ufficio Stampa Universiade Napoli 2019.

Le Universiadi sono un’occasione irripetibile per diffondere valori quali identità, costruzione comune, bellezza, creatività, impegno e dedizione, tramite esperienze condivise tra decine di migliaia di giovani atleti.

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Aggiunge Danilo Iervolino: Desidero augurare a tutti gli sportivi in gara di raggiungere traguardi sempre più alti, non solo nelle discipline agonistiche

Così Danilo Iervolino, Presidente dell’Università Telematica Pegaso, ha spiegato lo spirito della partnership con la 30^ Summer Universiade Napoli 2019.

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L’ateneo infatti affianca la manifestazione in qualità di partner, attraverso iniziative a supporto delle attività di accoglienza alle squadre. In particolare, sono stati distribuiti agli oltre 9600 partecipanti e a tutti i componenti dello staff zainetti con i loghi dell’Universiade e dell’Università Telematica Pegaso.

ma soprattutto nello studio e nella vita. Un in bocca al lupo particolare va agli atleti del’Università Telematica Pegaso, che seguiremo con partecipazione e affetto..

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U n i ve rsi tà Te l e m a ti ca P e g a so ri l e va i l 2 0 % d i G a m b e ro Rosso d a Cl a ss E d i tori 27 giugno 2019 Class Editori ha ceduto a Università Telematica Pegaso (attraverso la sua controllata al 100% Garage Start up Srl) 2.889.800 azioni di Gambero Rosso Spa, pari al 20% del capitale della società, i cui titoli sono negoziati all’AIM Italia di Borsa Italiana. La cessione è avvenuta a un prezzo di 1,12 euro per azione (per un valore di totale di 3.236.576 euro). In seguito all’operazione Class Editori mantiene il controllo di Gambero Rosso con una quota del capitale pari al 61,17% della società. “L’operazione rafforza il rapporto nel settore educational che già lega Class Editori e Università Telematica Pegaso , leader assoluto nell’e-learning. L’Education è uno dei settori di sviluppo della casa editrice, che così avanza anche nell’integrazione con Gambero Rosso”

dichiara Paolo Panerai, vicepresidente e amministratore delegato di Class Editori. “Il sempre più stretto rapporto con Pegaso ci consente di acquisire ulteriore know tecnologico, oltre a determinare il consolidamento della leadership di Gambero Rosso nel settore Educational Food & Wine”, aggiunge Paolo Cuccia, presidente esecutivo di Gambero Rosso e co-amministratore delegato di Class Editori. “Con quest’accordo si intensifica il già stretto rapporto fra le nostre due realtà di eccellenza, con un trasferimento di competenze nella produzione di contenuti e di tecnologie all’avanguardia che ci consente di essere sempre più competitivi e di rafforzare il nostro primato”, dice Danilo Iervolino, presidente di Pegaso Università Telematica.. www.ildenaro.it

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Dalla Terra nasce il futuro 24 giugno 2019 Si è svolto presso l'Antico Granaio sito sul lungomare degli Achei di Roseto Capo Spulico, il convengno "Dalla terra nasce il futuro", Workshop "Conoscenza dei mercati delle produzioni agroalimentari e sviluppo

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funzioni commerciali, vendita".

logistiche

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E' intervenuto il Prof. Calogero Di Carlo, Presidente Assolympo.

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Novità dal mondo UNIVERSITARIO Ultima giornata di formazione PEGASO e MERCATORUM

ECP/EI-Point Day 25 giugno Lamethia

Si è parlato anche dei nuovi corsi dell'Università Telematica Mercatorum: L-3: Laurea Triennale in SCIENZE E TECNOLOGIE DELLE ARTI, DELLO SPETTACOLO E DEL CINEMA. L-4: Laurea Triennale in DESIGN DEL PRODOTTO E DELLA MODA L-12: Laurea Triennale in LINGUE E MERCATI L-GASTR: Laurea Triennale in GASTRONOMIA, OSPITALITÀ E TERRITORI LM-31: Laurea magistrale in INGEGNERIA GESTIONALE

I nuovi corsi dell'Università Telematica Pegaso: L-26: Laurea Triennale in SCIENZE DELL'ALIMENTAZIONE.

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Dalla Terra nasce il futuro 22 giugno 2019 Si è svolto presso il Cormorano Resort & Spa d Grisolia (CS), il convengno "Dalla terra nasce il futuro", Workshop Diritto societario, Civilistico, Fiscale e Tributario per il settore Agricolo.

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E' intervenuto il Prof. Calogero Di Carlo, Presidente Assolympo, che ha sottolineato come oggi siano importanti le politiche europee per sradicarsi dal passato.

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Al via “Locandieri tolleranti”, percorso formativo per ristoratori destinato a soddisfare chi soffre di intolleranze alimentari 19 giugno 2019 tutti gli operatori della risto-razione attivi sul territorio. “Locandieri tolleranti verso chi non lo è, nel senso di chi manifesta forme cliniche dovute a scarsa tolleranza nei confronti di alcuni alimenti”, ha affermato l’immunologo salentino. “Intolleranze, allergie, sono termini un po’ abusati, per questo sarebbe clinicamente più giusto parlare di malattie infiammatorie da alimenti. “Locandieri tolleranti” è il titolo del programma di rigenerazione socioalimentare che l’Accademia Internazionale Mauriziana ha lanciato a livello nazionale e che è stato presentato questa sera in anteprima regionale pugliese a Lecce, nella sala conferenze del Palazzo del Seminario arcivescovile in Piazza Duomo. “Mi preme fare un plauso agli organizzatori per l’originalità del tema. Le intolleranze alimentari sono un argomento molto importante. Prima l’unica conosciuta era quella al glutine, ma adesso si sono moltiplicate e ben venga un confronto su questo tema”, ha affermato nell’intervento di saluto il padrone di casa, l’arcivescovo di Lecce e primate delle Chiese salentine mons. Michele Seccia. Il tema dell’iniziativa è stato sviluppato sul piano progettuale dal Presidente del comitato scientifico dell’Accademia prof Mauro Minelli, ideatore del Programma destinato a Issue 1

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Chi soffre di tale patologie, spesso non trova riscontro nella socialità e grandi difficoltà a individuare locali dove poter mangiare, per questo c’è bisogno di un processo formativo nei confronti dei locandieri e dei gestori di esercizi alimentari. Inoltre ci si può trovare di fronte a problemi di socialità, perché, la mamma di un bambino che soffre di intolleranze non lo porterà mai a mangiare fuori e di conseguenza neanche lo farà. Da qui la necessità di aggregare più competenze per realizzare un percorso nei confronti di queste persone che alla fine rischiano di diventare soggetti deboli. Il protocollo lo stiamo realizzando insieme a tutti quei gestori di locali che vogliono aderire previo un discorso di formazione specifica che li porti a individuare percorsi adeguati” continua

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Il programma scientifico è stato poi discusso da Heinz Beck, international chef manager premiato con le tre stelle della guida Michelin. Numerosi, poi, ristoratori ed esercenti che hanno inteso fin da subito aderire al programma di ristorazione personalizzata e di re-inclusione sociale per soggetti allergici e poli intolleranti. L’evento, coordinato dal capo delegazione di Lecce Marco Renna, è realizzato in collaborazione con la Curia arcivescovile di Lecce che nei giorni scorsi ha concesso uno spazio del Vecchio Seminario all’Accademia All’iniziativa hanno preso parte, altresì, il Mauriziana, a seguito dell’istituzione della Rettore dell’Accademia Mauriziana Duca delegazione salentina il 24 aprile scorso. Fabrizio Mechi e il prorettore prof. Calogero Di Carlo. www.leccenews24.it

G ra n G a l à d e l l e E cce l l e nz e Roma, 19 giugno 2019 L’Italia del Merito è stata premiata alla Camera dei Deputati di Roma. L’evento ha celebrato un patrimonio di eccellenza, competenza, innovazione, ricerca e sperimentazione, quei valori, che rendono l’Italia famosa in tutto il mondo. La sesta edizione di Italian Best Awards 2019, che si è svolta nella Sala dei Gruppi del Parlamento Italiano, ha selezionato le migliori eccellenze. L’evento, in collaborazione con le Istituzioni, è stato promosso da AgerMea, associazione presieduta da Domenico Cosentino, (già Presidente di SiamoImpresa Agricoltura), che da anni investe nella valorizzazione e tutela del Made In Italy. Il prestigioso evento, presentato da Manila Nazzaro e Marco Capretti, si è svolto alla presenza di Issue 1

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Istituzioni, personalità pubbliche e private, aziende e personaggi dello spettacolo. La cerimonia ha voluto valorizzare l’eccellenza dello stile italiano nei diversi settori. Le categorie in concorso. Le categorie in concorso: Cinema e TV – Comunicazione e giornalismo – Eccellenze Internazionali – Legalità Innovazione e tecnologia- Medicina- Storie di Eccellenza – Salute, Sport e Prevenzione – Produzioni di Eccellenza – Storie di Successo – Ricerca e Formazione. Durante la cerimonia del Gala del Made in Italy è stata premiata non solo l’eccellenza ma anche l’Italia del merito, quel patrimonio professionale e umano che ha sempre contraddistinto il nostro Paese.

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Novità dal mondo UNIVERSITARIO I nomi di coloro che sono stati premiati all’Italian Best Awards 2019. Di seguito i nomi di tutti i premiati al Best Awards 2019, divisi per categoria: Per la Categoria ‘Legalità’: La Polizia Postale delle Comunicazioni, L’Assistente Capo Coordinatore Dott. Alessandro Magno, il Dott. Giuseppe Cacciola responsabile No.Do. Infea Città Metropolitana di Messina, la Dr.ssa Mariangela Caponetti segretario Generale della città Metropolitana di Messina.Per la categoria Formazione e Ricerca:Professore Fabio Babiloni Fondatore e Responsabile Scientifico di BrainSigns srl, Sezione Neuromarketing; l’InG Gianluca Borghini, Ricercatore della Sapienza Università di Roma, Dipartimento di Medicina Molecolare, Categoria Bioingegneria, la Dott. ssa Assunta Baratta, avvocato e docente di diritto amministrativo nell’Università Telematica Pegaso,il Prof. Calogero Di Carlo Responsabile nazionale sedi d’esame UniPegaso, l’ Azienda DBlue- Sezione Fattori umani e Sicurezza.

Italia della Commissione Europea. Per la categoria Salute Sport e Prevenzione: il Prof Giorgio Meneschincheri, ideatore di Tennis & Friends, direttore medico delle relazioni esterne della Fondazione Policlinico Universitario Agostino Gemelli Irccs di Roma; Per la categoria Innovazione Tecnologica: la Dott.ssa Stefania Ranzato, imprenditrice veneta, che ha fondato realtà imprenditoriali, già vertici del mondo Hi Tech. Per la Categoria Medicina: Il Prof. Marco Colangelo, fondatore di Colamed il cui obiettivo è sviluppare attraverso laboratori di ricerca la tecnologia applicata alla bio medicina. Per la categoria storie di successo: Moody jazz cafè, di Nino Antonacci, il Dott. D’Arcangelo Davide Direttore e fondatore di Prometeo srl, Segretario Generale di Officina, I Renanera,Uno dei progetti di musica etnica piu’ rappresentativi del SUD Italia, la dott.ssa Di Salvatore, il Dott. LePera Enrico, regista e sceneggiatore, Mantia Vincenzo Tiberio Dottore commercialista,componente dei gruppi di studio “ internazionalizzazione delle aziende e delle attività professionali” “ Imprenditorialità , Business planning e start-up aziendali e strumenti di governo aziendali”, al dott.Satta Carmelo Fe.N.A.P.I. Federazione Nazionale Autonoma Piccoli Imprenditori, Al dott Sarzi Amade’ Pier Luigi Only Italia.

Per la categoria Storie di Successo: La Dott.ssa Laura Borrelli fine foods Gmbh,la dott.ssa Angela Calpona Hair Stylists,l’ Avv. Santi Certo, Il dott. Massimo Fusconi, Il dott. Giallella Raimondo Sindaco di Pietramontecorvino,Il dott Grilli Roberto FoodFind, la dott.ssa Maria Grazia Lo Schiavo Senologo chirurgo, Marco Azienda Agricola Terranova di Puglisi Angela, a Triscari Gianluca per i I Veri sapori Per la categoria Giornalismo e Comuni- dell’Etna. cazione: il Dott. Roberto Gueli, Vice Direttore TGR Rai, la Dr.ssa Katia La Rosa, Per le categoria Eccellenze internazionali: giornalista, già autrice del progetto di Il dott. Anthony Zhang Presidente Globally ricerca denominato Open 4.0 “Osservatorio Group, l’ ICM EUROPA (ISTITUTO DI per un Europa in Network, il Dott. Salvo Li CERTIFICAZIONE DEL MEDITERRANEO Castri vice Presidente Ordine dei EUROPA). (...) Giornalisti di Sicilia, il Dott. Maurizio Molinari Capo della Rappresentanza in www.mymagazine.news Issue 1

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Novità dal mondo UNIVERSITARIO Devolvi il 5 x mille all'Università Telematica Pegaso Grazie alla generosità del contributo di quanti hanno voluto devolvere il 5x1000 per il finanziamento della Ricerca Scientifica all’Università Telematica Pegaso, l’Ateneo ha potuto sostenere e promuove lo sviluppo dell’Istruzione e della Ricerca nazionale ed internazionale, anche e soprattutto attraverso lo scambio culturale tra i diversi Paesi e la collaborazione con gli Atenei di maggiore prestigio dell’area comunitaria e non. Conferenze, convegni, pubblicazioni inedite e scambi culturali in ambito comunitario ed extracomunitario, sono la testimonianza dell’operato di un soggetto attivo e vivo nel mondo della Ricerca scientifica italiana e straniera. Anche per l’anno in corso l'Università Telematica Pegaso rientra fra i soggetti beneficiari del 5 x mille che ciascun contribuente può destinare per il finanziamento della Ricerca Scientifica e dell’Università nella dichiarazione dei redditi sul CUD o 730 o Modello Unico persone fisiche. La procedura richiesta è molto semplice. Per devolvere il 5x1000 all’Università Telematica Pegaso occorre semplicemente: 1. Compilare la scheda CUD, il modello 730 o il modello Unico; 2. Firmare nel riquadro indicato come "Finanziamento della Ricerca scientifica e dell’Università”; 3. Indicare nel riquadro il codice fiscale dell’Ateneo: 05411471211

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Novità dal mondo UNIVERSITARIO Unimercatorum: nuovi corsi laurea a.a. 2019/2020 Laurea Triennale (L-4)

DESIGN DEL PRODOTTO E DELLA MODA Il Corso di Laurea Triennale Online in Design del Prodotto e della Moda spazia nell'orizzonte esteso del vasto mondo degli artefatti, dai beni di consumo ai beni durevoli e si articola in due specifici indirizzi: il design di prodotto e quello della Moda.

Laurea Triennale (L-GASTR)

GASTRONOMIA, OSPITALITÀ E TERRITORI Il laureato al Corso di Laurea Triennale Online in Gastronomia, Ospitalità e Territori conosce i processi produttivi, i legami tra cibi e territori, le loro valenze socioculturali, economiche e ambientali.

Laurea Triennale (L-12)

LINGUE E MERCATI Il corso offre una preparazione linguistica e culturale in due lingue straniere (a scelta tra quelle attivate nell'offerta formativa) oltre all'italiano, integrata dalla conoscenza degli aspetti giuridici, economici, socio-culturali.

Laurea Triennale (L-3)

SCIENZE E TECNOLOGIE DELLE ARTI, DELLO SPETTACOLO E DEL CINEMA Il Corso di Laurea Triennale Online in Scienze e Tecnologie delle Arti, dello Spettacolo e del Cinema si pone l'obiettivo di fornire una adeguata formazione per quanto riguarda le discipline della musica, del cinema e dello spettacolo. Page 12

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Sede EI-POINT - via Danimarca 52 - Palermo - Tel. 091 2523656 Resp. uniCESD - calogero.dicarlo@unimercatorum.it - cell. 331 8682197 Per info - veronica.eroico@unimercatorum.it - cell. 3208163324 Page 14

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SEDE DI PALERMO

I S CRI ZI O N I AP E RTE L’A Accademia Forense nasce con l’ambizioso obiettivo di fornire al mondo dell’Avvocatura uno strumento didattico/formativo di attività in ambito multidisciplinare del Diritto tese all’aggiornamento ed alla formazione del Professionista moderno, in un’ottica di crescente specializzazione del sapere imposta dagli ordinamenti sovranazionali e dall’andamento del mercato. . L’unica Accademia Forense on-line partecipata da 107 docenti provenienti da 40 Università! Si tratta di Master di II livello, vero e proprio punto di riferimento a livello nazionale per la specializzazione e l’aggiornamento professionale nelle varie discipline giuridiche. Si compone di vari ambiti formativi di notevole interesse, sia in termini di moduli didattici, svolti da Docenti di elevata e riconosciuta professionalità (clicca il link per visionare elenco dei Docenti) http://www.accademiaforensepegaso.it/i-docenti-dell-accademia/ co on esperienza a livello internazionale, siia come strumenti e tecniche che trasmette al discente, immediatamente spendibili nel mondo delle professioni ad alto valore innovativo. I Master sono destinati a tutti coloro che sono in possesso di un diploma di Laurea quadriennale, Laurea di II livello (3+2) e/o del previgente ordinamento Laurea Magistrale ed in particolare a tutti i laureati “PEGASO -CESD” che durante il “quinquennio” hanno conseguito la Laurea Magistrale (Vds. Progetto Siena ecc.). Possono, altresì, iscriversi al Master coloro i quali sono iscritti all’Albo degli Avvocati, una delle professioni in continuo aggiornamento, o coloro che sono abilitati alla professione, compresi i praticanti avvocati, abilitati all’esercizio della professione forense e/o non ancora iscritti all’Ordine degli Avvocati. Il titolo che si consegue al termine del Master è: Diploma Universitario Master Biennale di II livello, con il riconoscimento di 60 CFU. Ha la durata di due anni accademici per un numero complessivo di 1500 ore. Si può inoltre usufruire del permesso dedicato al diritto allo studio per un totale di 150 ore annuali. Ebbene, La Pegaso da oggi, ci consente di diffondere tale opportunità di formazione sull’aggiornamento professionale, ad un costo pari a € 600,00 anziché € 850,00 + 50,00 perbollo. I master di specializzazione • Diritto di famiglia, dei minori e delle persone; • Diritto commerciale; • Diritto amministrativo; • Diritto e Processo Penale; • Diritto delle responsabilità civile e delle assicurazioni; • Diritto industriale e della concorrenza; • Diritto della navigazione e dei trasporti; • Diritto del lavoro; • Diritto e Processo Tributario; • Diritto dell’Unione Europea. Si avvia un progetto di ampia divulgazione dell’Accademia Forense la cui responsabilità per la ricerca ed analisi è stata affidata al Prof. Calogero Di Carlo. Per info e dettagli: calogero.dicarlo@unipegaso.it - coord.palermo@unipegaso.it - infocesd@unipegaso.it 091/7654200 - 3318682197

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Master in "Criminologia e Studi Giuridi Forensi-M971" a.a. 19/20 - iscrizioni sempre aperte Le precedenti edizioni del master 56 + 78, 100, 127, 213, 240, 297, 391, 451, 541, 688 che si accingono ad iscriversi, quasi tutti, al V anno della Facoltà di Giurisprudenza, ed il 881 (IV edizione in corso) hanno riscosso un notevole successo, oltre ogni aspettativa grazie alla vostra fiducia che continuate ad accordarci. Prima di Voi, oltre 10.000 iscritti, hanno usufruito di questo straordinario Master, che ha visto come protagonisti dei pregiatissimi professori e illustrissimi professionisti nel campo criminologico, di fama Nazionale quali: il prof. Calogero Di Carlo, direttore accademico del master; il Prof. Paolo Procacciante, Direttore Medicina Legale, Università degli Studi di Palermo; il Generale Div. CC Nicola Ragetti, già Comandante del RACIS; il Prof. Nicola Malizia, Criminologo, Docente Università degli Studi Kore di Enna; il Cap. Pietro Maida – Comandante Sez. Chimica – Esplosivi e Infiammabili- del RIS Carabinieri di Messina; il Prof. Rosario Bianco, Docente Università Pegaso; il Prof. Francesco Fimmanò, Docente e Presidente Facoltà di Giurisprudenza dell’Università Telematica Pegaso e tanti che si sono susseguiti ed interscambiati, nell’illustrare le avvincenti materie oggetto di studi. In particolare durante le lezioni sono stati trattati i seguenti moduli: Il Criminologo Prof. Nicola Malizia, docente presso l’Università degli studi di Palermo e la Kore di Enna: 1. 2. 3. 4. 5. 6. 7. 8.

INTRODUZIONE ALLA CRIMINOLOGIA MODERNA IL BULLISMO SESSUOLOGIA CRIMINALE MOBBING CRIMINOGENO SERIAL KILLER CRIMINOLOGIA E VITTIMOLOGIA NELLA DONNA SONNAMBULISMO OMICIDIARIO SETTE SATANICHE ED IMPLICAZIONI CRIMINOLOGICHE

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Il Generale di Divisione, già comandante del RACIS Carabinieri, Dott. Nicola Raggetti, docente in diverse università italiane: 1. 2. 3. 4. 5. 6.

IL SOPRALLUOGO ED IL REPERTAMENTO ( 3 LEZIONI) IMPRONTE ( 4 LEZIONI) BALISTICA ( 4 LEZIONI) BIOLOGIA (2 LEZIONI) CHIMICA (2 LEZIONI) DVI : DISASTER VICTIM IDENTIFICATION (1 LEZIONE)

La criminologa Avv. Dott.ssa Clelia Gorga, tutor di questo master: 1. 2. 3. 4.

ELEMENTI PRATICI DI CRIMINOLOGIA STALKING LA VITTIMOLOGIA CRIME PROFILING.

Dott. Tommaso Comunale, università Forlì: 1. 2. 3. 4.

LA NASCITA DELLA CRIMINOLOGIA L'APPROCCIO POSITIVISTA ALLO STUDIO DELLA CRIMINALITA' LE PRINCIPALI TEORIE SOCIOLOGICHE DELLA DEVIANZA – PARTE I LE PRINCIPALI TEORIE SOCIOLOGICHE DELLA DEVIANZA – PARTE II -

Alla luce di quanto sopra, per far fronte ed esaudire richieste sempre più esigenti, oggi a Voi, più fortunati, viene offerto per l’anno 2019/2020 il Master in “Criminologia e Studi Giuridici e Forensi" in sigla MA971 per una durata di 1925 ore corrispondenti a 77 CFU, che consente la prosecuzione

degli

studi

nel

Corso

di

Laurea

Magistrale

in

di

Giurisprudenza.

Per maggiori informazioni: 0081 18893962 – 091 7654200 - 3318682197 mastercesd@unipegaso.it - coord.palermo@unipegaso.it (di carattere amministrativo e didattico)

comunicazioni@cesd-onlus.com (di carattere generale, logistiche/organizzative)

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E f f e t t o T re Co.Bo.Di.

Dentro ad un divorzio Cosa può succedere ad una coppia, una famiglia, figli compresi, quando si comincia un percorso legale spesso peggio dell'assurdo.

SMalcom X diceva che “Non si può separare la pace dalla libertà perché nessuno può essere in pace senza avere l a l i b e rt à . ” Analogalmente, in una famiglia non può esserci pace se qualcuno, anche se è il tuo Giudice, ti priva della libertà, costringendoti a seguire teorie e percorsi terapeutici che, di fatto, non condividi o, peggio, disapprovi profondamente. La dignità umana, infatti, si basa sul rispetto di se stessi e dei principi morali sui quali la vita di ognuno di noi si fonda e nessuno dovrebbe avere il diritto di calpestarla. In nessun caso. Eppure su circa 90.000 separazioni avvenute nel 2018, almeno il 20% finisce con uno scontro giudiziale dove la pace, la libertà e, soprattutto, la dignità individuale delle persone coinvolte rischia di lasciare il passo ad altre priorità che, nella maggior parte dei casi, hanno poco a che vedere con diritti di pari

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Luglio 2019 Riassumendo

Pag. 1 - Dentro ad un divorzio.

valore. Se pensate che la dignità personale sia un diritto fondamentale dell’uomo e che, se irriso e ostacolato, sia giusto rivolgersi ad un Tribunale per ottenere giustizia, sappiate che non è tutto ‘rosa e fiori’. La giustizia incarnata da quell’apparato fatto di giudici e tribunali può serbare sgradevoli sorprese. A chi non comprende ancora bene cosa cerchi di dirvi, legga quanto segue.

Pag. 4 - ARMA Pag. 21 - ARMA - concorsi Pag. 22 - ATTUALITA' NEWS Pag. 37 - CESD Pag. 39 - RUBRICHE

Una storia “semiseria” o “tragicomica”, certo, ma più illustrativa di mille premesse. Immaginate di essere all’inizio di un percorso giudiziario dove la vostra anima gemella cerchi di mettervi in ginocchio, magari chiedendo il collocamento dei figli senza aver mai fatto prima un giorno intero con loro. continua

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Immaginate anche di aver scoperto di essere stati traditi, a vostra insaputa, divenendo lo zimbello degli amici. Immaginate anche di scoprire che le difficoltà economiche sempre lamentate in casa celavano un occultamento progressivo di beni e sostanze, sottratti a voi e ai vostri figli. Cosa fareste? Una persona onesta, che ha fede nella giustizia, sceglierebbe un bravo avvocato per cercare di tutelare sè ed i figli, invocando a gran voce l’intervento del Tribunale in sostituzione di un accordo che non arriverebbe mai da una persona che, improvvisamente, è diventata nemica. Fine della storia? No. Tenetevi forte e allacciate le cinture. Prima udienza: “capiamoci bene” - il Giudice si protende con i palmi appoggiati allo scranno - “vi do venti giorni per mettervi d’accordo, o trovate un’intesa generale, anche sui figli, o ci penso io e vi dico subito che scontenterò tutti”. Perché è qui che tutto comincia. Ed è qui che tutto si sgretola. Il Giudice, anima sua, veste i panni di Salomone e, non sapendo che pesci prendere e a chi dar ragione sulla base dei soli atti contrapposti, dopo aver esortato “caldamente”, ma inutilmente, a trovare un accordo, dispone che i Servizi Sociali facciano un’indagine psico-sociale. Ma siccome i Servizi Sociali non sempre rispondono in modo solerte, il Giudice decide di fare una bella consulenza tecnica d’ufficio sul nucleo familiare incaricando uno psicoterapeuta di sua fiducia scelto nella “ristretta” cerchia di nomi. A sua volta il Consulente, con o senza autorizzazione, associa altri esperti per poter meglio approfondire la vicenda familiare. In un sol colpo ci si trova davanti ad un numero imprecisato di psicologi, psichiatri, neuropsichiatri infantili, mediatori, testisti, assistenti sociali a loro volta divisi in gruppi di responsabili e sotto-responsabili che, al confronto, lo squadrone della morte è una riunione oratoriale. E così, pagato il fondo spese all’avvocato, partono altri bonifici al CTU (come acconto Page 2

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sul maggior dovuto) al proprio consulente di parte e a tutti gli altri emeriti esperti incaricati di indagare sulla vostra idoneità genitoriale e sanità mentale, manco foste Hannibal Lecter, famoso mangiatore di fegati umani in piatti conditi con fave e accompagnati da un buon Chianti. Nel frattempo, il vostro conto corrente si assottiglia notevolmente ma è solo l’inizio. E forse non il male maggiore. Iniziano le sedute, la somministrazione di test, audizioni per mesi e mesi: stress, permessi di lavoro, ferie bruciate, litigi con i colleghi ed i capi, baby-sitter profumatamente stipendiate a far le veci per le assenze legate a questi impegni. Poi arriva l’esito: la montagna partorisce il topolino, almeno in apparenza. Il Consulente, con un bel ‘pari e patta’, denunzia un’eccessiva conflittualità della coppia, affida i figli al Servizio Sociale, prescrivendo a ciascuno un percorso di sostengo individuale, alla coppia di intraprendere un supporto genitoriale congiunto, ai figli - destabilizzati da tanto livore reciproco - l’ascolto da parte di un professionista, magari un neuropsichiatra da oltre 100 Euro all’ora. Ma, insomma, visto che uno dei due non si è mai occupato dei figli e pensa soltanto a farsi gli affari propri, a chi spettano i figli? Cosa c’entra la conflittualità? E la paranoia ossessiva compulsiva che avevate denunciato essere la causa dei litigi coniugali? E perché il Consulente non ha tenuto conto della volontà dei figli? Ma non doveva ascoltarli? E perché al Giudice non interessa il tradimento che avete subito? Quest’ultimo, forse oberato questioni, accoglie de plano rimento del suo consulente.

da altre il sugge-

Affidamento ai Servizi Sociali. Se la sbrighino loro a lavare i panni dei due livorosi. Altro giro di giostra . Nuova convocazione della coppia e ripresa di un iter che assomiglia molto a quello appena conclusosi: mattine polverizzate

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nell’attesa su anonime sedie di corridoi zeppi di volantini e disegni di bambini, due occhi inquisitori dietro occhiali senza montatura dell’Assistente Sociale che, d’imperio, pur con l’elaborato della CTU e il decreto del Giudice sotto l’avambraccio, riporta al povero “genitore” ormai sfinito una sua “personale” interpretazione del decreto. Ed ecco il risvolto surreale. “Mi scusi ma l’avvocato mi ha detto che io non ho perso l’esercizio della responsabilità genitoriale e, comunque, a breve farà un ricorso al Giudice perché la relazione che Lei ha depositato è piena di errori ed omissioni, io per esempio non ho mai detto quello che lei ha scritto”, osa dire l’ingenuo genitore. “Le do un consiglio: cambi avvocato o il Giudice potrebbe prendere decisioni drastiche. E io con il Giudice ci parlo molto spesso”. È una freccia letale quella lanciata dall’Assistente dei Servizi Sociali allo sventurato genitore, colpevole di essersi affidato ad un avvocato sgradito e troppo severo. Così, tra angoscia, paura, confusione, il tempo passa attraverso ricorsi, udienze, contestazioni. E i figli? A fatica - e all’ultimo momento vengono iscritti alle scuole dell’obbligo, a fatica riescono ad avere la loro vita. A fatica riescono ad esprimere i loro desideri. Altri permessi, altre ferie sacrificate, altri soldi. Tanti. Le certezze e la baldanza originaria vacillano.

sono persino indebitati. Ed ora voi avete paura e pervasi di delusione e confusione. Qui la storia è finita. Male, come avrete ben percepito. Avviso ai naviganti: non tutte le separazioni finiscono come quella che ho raccontato, lo dico a chi – leggendo – ha già pronta la telefonata al proprio legale per “bloccare tutto’ perché vuole riconciliarsi o trovare subito un accordo consensuale. Ho solo voluto presentare uno spaccato iperbolico e narrativo di una vicenda familiare che si incaglia in un altrettanto ipotetico Tribunale italiano. Cosa che può succedere. Eccome se può succedere. Morale: riflettete e, se del caso, pigiate quel tasto di ‘chiamata’ sul telefono. Qualcuno disse: “una guerra si perdere, ma con dignità e lealtà”.

p uò

Daniela Missaglia

L’unica cosa che sembra essere certa è la minaccia, tutt’altro che velata, dell’Assistente Sociale che in caso di violazione a queste prescrizioni sibila di poter prendere decisioni ancora più drastiche. Peccato che, a detta della Cassazione, imporre percorsi terapeutici non sia costituzionalmente legittimo, perché lede il diritto alla libertà personale. Ma così è se vi pare, di Pirandelliana memoria. Non c’è più logica, non c’è più nesso, non c’è più competenza specifica e ormai i più svariati esperti si affacciano, rivestendo ruoli confusi, esprimendo pareri che tracimano le loro competenze. Ormai la famiglia è denuclearizzata, i bambini strattonati e destabilizzati, i genitori sono totalmente esautorati da ogni decisione e han finito ogni risparmio e si Page 3

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L’analista e le bugie ai bambini "Facciamo il funerale di tuo papà"

29 giugno 2019 REGGIO EMILIA — «Ho paura che mamma e papà mi rapiscano. Ho davvero tanta paura». Letta così la frase della bambina avrebbe messo in allerta chiunque, tribunale dei minori compreso. Sono le parole che le affidatarie, una coppia di donne, della piccola F. hanno raccontato di aver ascoltato dalla ragazzina prima di segnalarle alle assistenti sociali di Bibbiano, che le hanno riversate in una relazione. Si tratta di uno dei falsi rilevati nell’indagine "Angeli e Demoni", e fa il paio con una serie di altre frasi, mai pronunciate dalla bimba e giudicate, dalle operatrici, «fortemente equivoche» a proposito di baci in bocca col papà. All’epoca dei fatti Federica Anghinolfi (ai domici-liari), responsabile del servizio, trasmise all’autorità giudiziaria inserendo tra virgolette frasi «frutto dell’elaborazione degli indagati». Come ad esempio: «Mamma non fa più da mangiare perché papà non le da i soldi per la spesa». Le diagnosi

Si tratta di frasi «testuali» mai pronunciate

o «adattate allo scopo». Di diagnosi psicologiche omissive o false, a cui facevano seguito pressioni sui bambini, «anche con strumenti elettromagnetici per indurli a ricordi negativi dei loro genitori». Così scrive nelle 277 pagine dell’ordinanza il gip di Reggio Emilia Luca Ramponi, che ha disposto 17 misure cautelari (27 gli indagati), per il giro di affari sugli affidamenti dei minori nei servizi sociali in Val d’Enza. La macchinetta Sembra essere stato chiarito il mistero della macchinetta usata durante gli incontri di psicoterapi con i bambini. Si tratta di uno strumento a impulsi elettromagnetici (Neurotek) con cavi che i minori dovevano tenere fra le mani. Uno strumento, chiarisce il procuratore Marco Mescolini che «non provoca elettroshock». I carabinieri, dopo averne sentito parlare nelle intercettazioni, lo hanno trovato Page 4

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durante le perquisizioni e, a prima vista, appare innocuo. Si tratta di un prototipo non commercializzato in Italia, ma solo negli Usa, e il suo utilizzo non è previsto dal sistema sanitario italiano. Mescolini in ogni caso ha deciso di farlo analizzare da un perito per capire se, oltre alla pressione psicologica avesse altre effetti sui ragazzini.

Cancellare i genitori I magistrati la definiscono una singolare «terapia di elaborazione del lutto » per considerare emotivamente morto un genitore e farlo sparire dai ricordi. Nella carte dell’inchiesta si parla di una psicoterapeuta che dice a un bambino: «È come se dovessimo fare un funerale». Nel colloquio, intercettato, la donna, Nadia Bolognini, (ai domiciliari), chiede al giovane paziente di ricordare «quando il padre lo umiliava» inducendogli, scrive il giudice, falsi ricordi. Il dialogo continua: «Dobbiamo fare una cosa grossa... Sai qual è? Gli psicologi la chiamano elaborazione del lutto (...) Dobbiamo vedere tuo padre nella realtà e sapere che quel papà non esiste più e non c’è più come papà. È come se dovessimo fare un funerale! ». La violenza verbale Nella carte si racconta anche dei litigi tra una bambina e la sua affidataria. Mentre sono in macchina, per un motivo banale, la donna perde le staffe e inizia a urlare alla piccola: «Porca puttana, porca puttana vai da sola a piedi… porca puttana scendi, scendi. Non ti voglio più». A quel punto si sente aprire lo sportello (in una giornata piovosa annotano i carabinieri) e la bambina scendere chiedendo: «Perché?». Un’altra volta la donna grida alla bimba: «Cosa credi? Che gli adulti che sono

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attorno a te sono degli idioti?». E, denigrando i genitori: «Forse quelli che avevi prima. Se vuoi fare quello che ti pare puoi andare a vivere sotto i ponti». Non esattamente un modello educativo. R oba da pe dofi l i «Una roba scritta da quattro pedofili ». Così uno degli indagati definisce la "Carta di Noto", cioè il protocollo con le linee guida deontologiche per lo psicologo forense, quando si trova di fronte ad abusi su minori. La frase è attribuita è Matteo Mossini, psicologo dell’Asl di Montecchio, che aggiunge: «Se una contestazione così in tribunale la facessero a me avrei chiesto

lo spostamento del processo in un altro tribunale, con un giudice più competente». Il sindaco Il procuratore Mescolini ieri ha ridimensionato le accuse al sindaco di Bibbiano: «Risponde solo di abuso d’ufficio e falso. Gli viene contestato di aver violato le norme sull’affidamento dei locali dove si svolgevano le sedute terapeutiche, ma non è coinvolti nei crimini contro i minori ». Il Pd dell’Emilia Romagna ne ha preso atto e ha fatto sapere che non intende chiedere provvedimenti contro Carletti. www.repubblica.it

Carabiniere si toglie la vita sparandosi alla testa nella sua autovettura 30 giugno 2019 L’appuntato lascia la moglie, 46enne e un figlio 20enne. I suicidi si susseguono con una cadenza impressionante. Una strage trasversale che interessa uomini e donne di tutte le realtà del comparto sicurezza e delle forze armate.

Nel silenzio dei media, continua la strage silenziosa degli appartenenti alle Forze di Polizia, numeri che stracciano ogni statistica e che dovrebbero far capire che il problema non è solo di natura familiare o economico, è un malessere più profondo e inascoltato.

E’ la 24° tragedia dall’inizio del 2019, il 6° suicidio per l’Arma dei carabinieri. Neanche un mese fa a Perugia un appuntato, anche in questo caso del ruolo forestale, si era tolto la vita impiccandosi. . www.infodifesa.it

Apprendiamo in anteprima che oggi a Marliana in provincia di Pistoia, in una zona boschiva, un Appuntato Scelto 48enne, addetto alla Stazione Forestale di Pistoia, si è suicidato, in abiti civili, nella sua autovettura, esplodendosi un colpo all’altezza della tempia destra con la pistola d’ordinanza.

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Droga, i Carabinieri della Compagnia Frascati arrestano 4 persone. 19 Kg di cocaina 01 luglio 2019 Nelle ultime 24 ore, i Carabinieri della Compagnia di Frascati hanno eseguito mirati controlli nel quartiere Tor Bella Monaca. In manette sono finite 4 persone, sono stati sequestrati oltre 19 kg di droga ed è stato chiuso un bar frequentato da pusher.

cittadini romani, un 30enne già sottoposto all’obbligo di presentazione in caserma e un 28enne con precedenti, trovati in possesso di 26 dosi di cocaina e 510 euro. Sono stati portati in caserma e trattenuti nelle camere di sicurezza in attesa del rito direttissimo.

Impegnati in un posto di controllo alla circolazione stradale in via Prenestina angolo via Avola, i Carabinieri della Stazione Roma Tor Bella Monaca hanno fermato un 40enne del Kosovo e un 28enne romano a bordo di un’autovettura. Dagli accertamenti eseguiti alla Banca Dati sono emersi i precedenti per droga dei fermati e così i Carabinieri hanno deciso di perquisire il veicolo: nel vano portaoggetti è stato rinvenuto un panetto di cocaina del peso di oltre 1 kg. La successiva perquisizione nelle abitazioni dei due, ha permesso di sequestrare in totale 17 panetti della stessa sostanza, per un peso complessivo di oltre 18 kg, e 28.500 euro in contanti, ritenuti provento attività illecita. Gli arrestati sono stati portati in carcere a Regina Coeli.

Identificato e segnalato all’Ufficio Territoriale del Governo di Roma, quale assuntore, anche un 33enne romano trovato in possesso di alcune dosi di hashish. Nel corso delle attività, i Carabinieri hanno anche notificato ad una 40enne romana, titolare di un bar in via dell’Archeologia, la sospensione della licenza (ex art. 100 Tulps) e contestuale chiusura dell’esercizio per 20 giorni. Il provvedimento è stato emesso dal Questore di Roma su richiesta dei Carabinieri che, a seguito di numerosi controlli negli ultimi due mesi, hanno accertato l’assidua presenza, all’interno del bar, di persone con precedenti per spaccio di sostanze stupefacenti.

Al termine di un blitz in una nota piazza di spaccio in via Camassei, i Carabinieri dell’Aliquota Operativa della Compagnia di Frascati hanno invece arrestato due

Al termine dei controlli, i Carabinieri hanno identificato 74 persone e eseguito accertamenti su 55 veicoli. www.ilmanlio.it

Carabinieri in azione: arrestato 48enne affiliato al clan “Alleanza di Secondigliano” 02 luglio 2019 NAPOLI/ROMANIA – I carabinieri del Nucleo Investigativo di Napoli, col supporto del “Fast Team” della polizia romena ed il coordinamento del servizio/ di cooperazione internazionale della Divisione S.I.RE.N.E., hanno localizzato a Nadlac in Romania, Domenico Natale, un 48enne

affiliato al gruppo criminale noto come “Alleanza di Secondigliano”. Sfuggito alla cattura nel maxi blitz del 26 Giugno scorso, Manzo è stato arrestato e tradotto in un penitenziario romeno in attesa dell’estradizione.. www.imeridianonews.it

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B l i t z ne l l a " f os s a d e i l e oni " D rog a , 1 6 a rre s t i a Li b ri no 02 luglio 2019 Ed infatti il capo piazza è Rosario 'u biondu' Ragonese, elemento di spicco della cosca. Ad indicare che 'la fossa' è uno dei take away dello spaccio del clan Cappello sono stati due collaboratori di giustizia, "Sebastiano Sardo, detto occhiolino, e Carmelo Di Mauro, chiamato 'u ciociu", ha spiegato il pm Rocco Liguori, titolare dell'indagine. CATANIA - Quella di viale Grimaldi 10 è una delle piazze di spaccio di Librino che registra pi ù incassi giornalieri. La chiamano la "fossa dei leoni". Questa mattina il fortino della droga del Clan Cappello è stato azzerato: all'alba è scattato un blitz dei carabinieri che ha portato all'arresto di 16 persone e all'applicazione dell'obbligo di dimora per altri 9. È stata eseguita un'ordinanza emessa dal gip su richiesta della Direzione Distrettuale Antimafia etnea: i 25 indagati sono ritenuti responsabili, a vario titolo, di associazione finalizzata al traffico e lo spaccio di sostanze stupefacenti, con l’aggravante del metodo mafioso. "Siamo riusciti ancora una volta ad infliggere un duro colpo ai trafficanti di droga", ha detto il procuratore Carmelo Zuccaro. "Abbiamo tolto importanti proventi al clan", ha spiegato ancora il procuratore aggiunto Carmelo Petralia. "La piazza di spaccio avrebbe fruttato una media di 2500 euro al giorno", hanno spiegato i militari della Compagnia di Fontanarossa.

Ma il cuore delle indagini è costituito dalle intercettazioni video: sono stati immortalati i momenti della vendita della droga (si vede anche un ragazzo in groppa ad un cavallo comprare una dose), il passaggio anche tramite un secchio dello stupefacente al pusher. Il viale Grimaldi 10 era cinturato dalle vedette. "Una di queste era deputata a controllare i movimenti dei carabinieri di Fontanarossa: dalla finestra con un binocolo monitoravano la caserma", ha detto Raffaele Covetti, comandante provinciale dei carabinieri. "Ma siamo riuscire a bypassare questi controlli grazie ad un strategia investigativa, che come capirete, non possiamo comunicarvi", ha concluso il comandante. Nel corso del blitz, i carabinieri hanno trovato nel freezer della casa di Gaetano Girone, cognato di Ragonese, 9200 euro. La somma è stata sequestrata e sarà oggetto di ulteriori accertamenti.

La cosa certa è che oggi è stata cancellata dalla mappa dello spaccio catanese una "L’operazione è l’epilogo di una indagine delle piazze più importanti. (...). condotta dal settembre 2017 al febbraio 2018", scrivono gli inquirenti. L'inchiesta www.catania.livesicilia.it certosina dei carabinieri ha permesso di "definire la struttura, le posizioni di vertice e i ruoli". La piazza di spaccio, secondo gli investigatori, è riconducibile al clan mafioso dei Cappello.

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Sus a , a v e v a no i n ca s e rm a a l cuni ci m e l i f a s c i s t i : d u e c a ra b i n i e ri s a n z i o n a t i 04 luglio 2019

Avevano appeso al muro un calendario storico dei “carabinieri reali” datato 1939 con Benito Mussolini in copertina, un quadretto col profilo del duce e le foto della sua visita a Bardonecchia. Per questa ragione due marescialli dei carabinieri, all’epoca di servizio alla stazione dei carabinieri di Susa (Torino), sono stati sanzionati dall’Arma, sanzioni che di recente il Tribunale amministrativo del Piemonte ha confermato. Due giornate di consegna per il proprietario del calendario, una sola per il proprietario del quadretto. I fatti risalgono al 15 marzo 2016 quando tre No Tav finiscono ai domiciliari e altri vengono sottoposti all’obbligo di firma per aver circondato, il 17 settembre 2015, una pattuglia dei carabinieri della compagnia di Susa impegnata nei controlli ad un furgone. Tra gli indagati c’è anche una ragazza accusata di aver detto “fascisti” ai militari. Nel corso dell’operazione qualcuno, portato negli uffici della stazione dei carabinieri di Susa, nota in una delle stanze il calendario, il quadretto e le foto d’epoca. La notizia giunge all’allora senatore M5s Marco Scibona che informa il comandante della compagnia dei carabinieri. Viene fatta un’ispezione seguita dalla contestazione della violazione di due norme dell’ordinamento militare, quella sul senso di responsabilità e sul contegno militare. Il primo appuntato si è difeso dicendo che non era un calendario dedicato al fascismo, bensì un calendario storico dell’Arma dei carabinieri. Il secondo ha invece sostenuto che si trattava di una raffigurazione storica di un soldato con un elmetto militare e delle foto della colonia “Medail” di Bardonecchia. Le loro argomentazioni, però, finora non hanno retto. Le due sentenze del Tar del Piemonte, una del 21 giugno e l’altra del 28 giugno, ricordano innanzitutto che i doveri dei militari devono essere letti alla luce della Costituzione, “fondata sui valori dell’antifascismo e di ripudio dell’ideologia Page 8

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autoritaria fascista”. Poi riportano un aspetto specifico della contestazione fatta dai superiori ai due appuntanti. I due militari non vengono puniti soltanto per il “mero possesso” di quegli oggetti, ma per la loro esibizione negli uffici durante un’attività di polizia giudiziaria contro una indagata insieme ad altri militanti No Tav, “tra i quali ve ne era uno accusato di oltraggio a pubblico ufficiale per aver gridato ‘fascista’ a un carabiniere durante lo svolgimento del proprio servizio”. In sostanza, quell’esposizione – oltre a violare le norme dell’ordinamento militare – poteva sembrare una provocazione. Così le sanzioni sono state confermate dal Tar. “Da un punto di vista tecnico ritengo necessaria una nuova valutazione dei fatti da parte del Consiglio di Stato – spiega l’avvocato Alfredo Caviglione che difende i due carabinieri – perché l’istruttoria è stata eseguita dai superiori che avrebbero dovuto verificare la correttezza dei comportamenti prima della segnalazione del parlamentare”. Nessuno aveva mai osato dire qualcosa prima. Nel frattempo la persona indagata per resistenza a pubblico ufficiale e oltraggio, una 32enne del movimento No Tav, è stata assolta lo scorso 29 marzo da ogni accusa, a differenza di altri tre manifestanti. La giovane aveva ammesso di aver apostrofato un altro maresciallo dei carabinieri dicendogli “fascista”, ma di averlo fatto perché quest’ultimo – mentre si trovava circondato dai manifestanti – aveva detto che “i rumeni danno meno problemi dei No Tav” e che “se ci fosse lui il movimento non esisterebbe”. Il militare, sentito nel corso del processo, ha affermato di aver detto la prima frase, mentre non ha escluso di aver detto la seconda. Secondo i giudici la donna non ha pronunciato quella parola con “finalità offensiva, ma come istintiva reazione alla pronuncia delle frasi”. www.ilfattoquotidiano.it

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Sassari. Carabiniere restituisce la medaglia d'oro per protesta, lo Stato gli chiede il risarcimento

05 luglio 2019 L'aveva richiesta, accettata, restituita per protesta e ora la dovrà pagare. Il risarcimento allo Stato per la medaglia d'oro assegnata come vittima di terrorismo è di 1.458 euro e un centesimo, con lo sconto dell'Iva non dovuta solo per consuetudine. A ricevere il conto inaspettato è il superstite Pietro Sini, 55 anni, appuntato dei carabinieri ora in congedo scampato nel 2003 alla strage di Nassiriya, in Iraq, dove morirono in 28, di cui 19 militari italiani. Al suo rientro in patria Sini fu riformato, ma in questi anni non gli è mai stato riconosciuto il progressivo peggioramento dell'invalidità. Da qui le sue iniziative: "Mi sento un cittadino di serie B, una vittima del dovere". L'ultimo gesto a novembre dello scorso anno; una data scelta non a caso, proprio per l'anniversario dei quindici anni dell'attentato. Quel viaggio da Porto Torres - dove vive con la moglie - fino a Roma per restituire l'alto riconoscimento al comando generale dei carabinieri: la custodia blu con la medaglia e gli attestati in

pergamena. Un gesto premeditato perché già nel 2017 aveva tentato, invano, di lasciarla alla Prefettura di Sassari che aveva opposto un rifiuto. Ora, questa nuova notifica: "E' l'ennesima umiliazione - dice ecco come vengono trattati i militari. Non hanno nemmeno voluto sapere il perché, mai una convocazione in otto mesi. Però hanno continuato a mandarmi l'auto con autista per le cerimonie a Cagliari". Sini puntava alla cancellazione dell'onorificenza, ma l'atto - appunto - era un altro. Ha dato quindi mandato al legale Andrea Bava e annunciato una causa allo Stato. Su Facebook ha pubblicato un video girato a Sassari davanti al monumento per i caduti di Nassiriya. Guarda in camera e parla di responsabilità militari, ricorda di aver portato via i corpi, critica la retorica degli eroi e chiede al generale dei carabinieri: "Siamo italiani o siamo mercenari?". Poi la chiusura con un "Vergognatevi", rivolto al ministro dell'Interno, Matteo Salvini e alla ministra della Difesa, Elisabetta Trenta. . www.repubblica.it

Palermo: i carabinieri festeggiano l'appuntato che com p i e 1 0 0 a nni 06 luglio 2019 Cento anni festeggiati con i suoi colleghi dopo una lunga carriera. Ieri pomeriggio, i Carabinieri di Palermo hanno incontrato Salvatore Galante nato a Montedoro in provincia di Caltanissetta nel 1919, appuntato dei carabinieri in congedo, che, da poco, ha festeggiato il suo 100° compleanno. continua Page 9

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Nella sua casa, nel quartiere Oreto, a Palermo, circondato dai familiari e alla presenza del cappellano militare Don Salvatore Falzone, dei comandanti della locale compagnia, Maggiore Gebiola, e Stazione, Maresciallo Maggiore Girgenti, il Comandante Provinciale dei Carabinieri, Colonnello Antonio Di Stasio, ha portato un caloroso saluto e un affettuoso abbraccio dell’Arma al militare centenario. Nella circostanza, l’Ufficiale ha raccontato di essere figlio di un appuntato dei carabinieri, classe 1921, anch’egli partito per il fronte, immaginando che se il Papà fosse ancora in vita, avrebbero potuto incontrarsi anche oggi ricordando ai Carabinieri più giovani quelle medesime esperienze di vita e testimoniando contestualmente l’intramontabile e profondo sentimento di appartenenza alla Benemerita. Salvatore Galante sposa la signora Filomena ed ha due figli Angela e Vincenzo. Si arruola nell’Arma dei carabinieri il 24 febbraio 1939 e viene trasferito alla Legione di Verona. Si congeda dopo 35 anni di servizio il 14 aprile 1974 con nomina a Vice Brigadiere di complemento.

Ha partecipato alla 2° guerra mondiale, è stato mobilitato con la 150^ sezione a disposizione della Divisione Acqui destinazione Albania con l’incarico di “portaordini”. Dall’Albania in Grecia e da lì, sempre con la Divisione Acqui, è stato trasferito presso l’isola di Corfù. Rientrando da un servizio con la moto, a causa di un incidente con un’autovettura militare riportava la frattura della tibia e del perone della gamba destra ed a seguito di ciò veniva rimpatriato in convalescenza. I colleghi della Sezione, rimasti in Grecia, (ben 68 compreso il Comandante) morirono tutti nell’eccidio di Cefalonia. Dopo circa due mesi di convalescenza, di nuovo assegnato a Verona, da lì mobilitato con la 27^ Sez. presso la Divisione Mantova. Trasferito ad Asti, poi a Torino, da lì in Calabria a Marcellinara (Cz), poi Nicastro, infine trasferito a Palermo alla Caserma Bonsignore, oggi Caserma Carlo Alberto dalla Chiesa, quale responsabile dell’ufficio autodrappello fino al 1974.. www.palermo.repubblica.it

Cremazioni "bloccate", blitz del Nas dei carabinieri a Staglieno 06 luglio 2019 Genova - Anche i Nas hanno voluto vederci chiaro nella vicenda delle cremazioni in tilt al cimitero di Staglieno. Martedì scorso, complice il picco di mortalità causato dal caldo - che ha causato 90 morti in più questo giugno rispetto allo scorso - e i concomitanti lavori di manutenzione dei forni Socrem, c’erano 200 salme in attesa di essere cremate. In parte erano distribuite nelle cappelle e al tempio laico, altre erano ferme in un deposito provvisorio senza condizionatori che ha scatenato la protesta dei parenti. Proprio qui, venerdì poco dopo mezzogiorno, i carabinieri del Nas comandati dal maggiore Massimo Pierini, hanno effettuato un primo sopralluogo su impulso Page 10

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del pubblico ministero Giovanni Arena. I militari hanno anche ascoltato alcuni lavoratori e programmato di ritornare per successivi approfondimenti. «Stiamo cercando di risolvere la situazione da martedì, quando il problema ci è stato segnalato - dice l’assessore ai Cimiteri, Matteo Campora - già mercoledì abbiamo disposto l’installazione di 4 condizionatori d’aria all’interno della cripta temporanea che è stata costruita nel momento in cui sono cominciati i lavori di ristrutturazione del porticato centrale del cimitero. Ricordo

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che la cripta è gestita da Socrem. So del blitz dei Nas ma, al momento, al Comune non sono state mosse contestazioni anche perché appena è emerso il problema abbiamo dato tutte le prescrizioni necessarie per risolverlo» . Il problema, denunciato sul Secolo XIX di giovedì scorso, era dovuto in parte alla moria straordinaria causata dall’ondata di calore, in parte ai lavori di manutenzione effettuati dalla Socrem nei propri impianti nel mese di giugno. Alcuni parenti e congiunti di scomparsi negli ultimi giorni si erano indignati di fronte alla fatiscenza della cripta provvisoria e il Comune - che,

di fatto, ha progettato la struttura - si era affrettato ad apportare migliorie, come teli di copertura anche sul tetto della struttura, e a disporre il ricorso agli impianti crematori di Serravalle per alleggerire Staglieno dove si era verificata una straordinaria concentrazione di bare. Anche la Socrem a partire da martedì scorso, ha effettuato 44 cremazioni al giorno e lavorerà anche stamattina, in straordinario domenicale, per far tornare il cimitero alla normalità.. www.ilsecoloxix.it

Carabinieri Messina, il Generale Robusto incontra i giovani ufficiali in tirocinio in Calabria e Sicilia: “sacrificio ed umiltà i valori dell’Arma” 06 luglio 2019

Nella giornata di ieri, a Messina presso la caserma “A. Bonsignore”, sede del Comando Interregionale Carabinieri “Culqualber” il Comandante Interregionale Generale di Corpo D’Armata Luigi Robusto, ha incontrato 31 giovani Ufficiali della Scuola Ufficiali di Roma destinati in Sicilia e Calabria per un periodo formativo, in attesa di essere assegnati ai Reparti di destinazioni della linea territoriale, mobile ovvero addestrativa. Il Generale Luigi Robusto, rivolgendosi ai giovani Ufficiali, ha sottolineato l’importanza del ciclo formativo che allontana loro dai banchi della Scuola per dare un’anticipazione di quello che sarà il Page 11

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“banco di prova del loro domani” e, soprattutto, finalizzato al contatto diretto con la popolazione che deve essere considerato un momento pregnante che qualifica la vita dei giovani Ufficiali e che fornisce loro la possibilità di confrontare ciò che hanno studiato sui banchi di scuola con la realtà. Continuando, il Comandante Interregionale ha voluto evidenziare che essere Ufficiale dell’Arma, significa “oggi” dover operare anche in territori lontani dalla terra d’origine e, soprattutto, confrontarsi come nel caso dei 31 giovani Ufficiali, con altre realtà come quelle di Sicilia e Calabria, dove diventa fondamentale “indossare sempre l’abito del rispetto, senza esaltarsi pensando di trovarsi in territori di mafia e di n’ndrangheta”. Il Generale Robusto, ha concluso sottolineando che “il rispetto dell’Arma parte sempre dalle piccole cose –, poggiate su valori fondanti quali esempio, sacrificio ed umiltà – attraverso le quali si costruiscono le grandi cose, che si traduce in definitiva nel servire lo Stato ed il cittadino senza riserve e risparmio di energie” www.strettoweb.it

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Carabiniere suicida in caserma non regge alla morte della moglie. “Rivedo le nostre f ot o e s t o m a l e ” 07 luglio 2019

vacanze, mi sento veramente male, pensando che tutto questo sia finito! Mia Ieri pomeriggio un appuntato scelto dolce e bellissima principessa, mi manchi dell’Arma dei carabinieri è stato trovato tanto, tantissimo. Nessuno potrà mai capire privo di vita nel bagno della Caserma quanto ci siamo amati, nessuno. Un giorno, Gonzaga di Foligno. Nicola Galardini, in un’altra dimensione, qualcuno dovrà questo il nome del militare, si è tolto la vita darmi spiegazioni. E le pretenderò, come in quel piccolo spazio. Un colpo alla testa. dicestu tu, tesoro mio, prima di lasciarmi. Spero vivamente che, intanto, qualcuno ti L’uomo non sarebbe riuscito a reggere la abbia dato spiegazione a questo calvario profonda prostrazione dovuta la recente terreno che hai (abbiamo) dovuto subire. perdita della moglie avvenuta circa 3 mesi Alla fine dei miei giorni, anche fosse tra 50 fa a seguito di una grave malattia. anni, vienimi incontro e abbracciamo, tuo per sempre, Nick».. «Sta arrivando l’estate – scriveva sul suo profilo Facebook il 4 di luglio – e rivedendo www.infodifesa.it le nostre foto delle nostre bellissime

Terremoto nell’Arma, abuso d’ufficio: processo per ex comandante Sardegna 09 luglio 2019 Sono stati rinviati a giudizio dal gup di Roma per l’accusa di abuso d’ufficio, per aver adottato “illegittimi provvedimenti di demansionamento e trasferimento ad altri uffici” di un colonnello, di un luogotenente e di un tenente dei carabinieri. Questa la decisione per l’ex comandante generale dei Carabinieri, Tullio Del Sette, insieme ad Antonio Bacile, ex comandante regionale della Sardegna, e Gianni Pitzianti, delegato del Cocer-Cobar, l’organismo di rappresentanza dell’Arma. Il processo è stato fissato al prossimo 5 novembre. Il giudice ha, invece, fatto cadere l’accusa di omissione di atti di ufficio per Del Sette e Bacile.

d’ufficio in relazione ai trasferimenti del comandante provinciale di Sassari colonnello Giovanni Adamo, del capitano Francesco Giola e del luogotenente Antonello Dore, rispettivamente comandanti della compagnia e del nucleo operativo di Bonorva, e poi trasferita a Roma per competenza territoriale. Antonio Bacile aveva lasciato la Sardegna nel 2016 per ricoprire un nuovo incarico a Roma nella direzione investigativa antimafia. www.sardiniapost.it

L’inchiesta era stata avviata dalla Procura di Sassari, il pm Giovanni Porcheddu aveva iscritto nel registro degli indagati il numero uno dei carabinieri per abuso Page 12

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Nicola Assisi, catturato il maggior broker italiano di cocaina dopo anni di latitanza tra case di lusso e chili di banconote 09 luglio 2019 Era nella lista dei cento ricercati più pericolosi, Nicola Assisi. Lo cercava anche la Drug enforcement administration (Dea) statunitense. Da anni era l’uomo in grado di muovere tonnellate di cocaina da Brasile, Perù e Venezuela verso il porto di Gioia Tauro passando per gli scali spagnoli. Negli anni d’oro, stimava la Guardia di Lo hanno beccato dopo un’evasione e anni finanza, faceva arrivare fino a duecento di latitanza dorata in Sudamerica. Si chili al mese. trovava insieme al figlio a Praia Grande, una località balneare nello Stato di San Già negli anni Duemila aveva avuto guai Paolo, in Brasile. Vivevano bene, con la giustizia per i suoi traffici con i nonostante i sequestri della giustizia narcos e il 6 novembre 2007, al termine del italiana: avevano tre appartamenti con processo “Elianto”, era stato condannato a piscina ai piani alti di un edificio non 14 anni e 4 mesi di reclusione per assodistante dalle spiagge, erano protetti da un ciazione a delinquere finalizzata al traffico sistema di videosorveglianza e avevano una internazionale di droga. Una pena mai stanza segreta in cui nascondeva scontata: era latitante, dal 2008. un’enorme quantità di soldi, al punto che gli investigatori hanno preferito pesarli anziché contarli: erano 20 chili. E poi tanta cocaina, la sua specialità, quella che secondo le sentenze faceva arrivare a quintali in Italia, agli intermediari della ‘ndrangheta in Calabria, Piemonte e Lombardia.

www.ilfattoquotidiano.it

Si è chiusa lunedì mattina la grande fuga di

Nicola Assisi, 61 anni, uno dei più importanti trafficanti italiani di droga, e di suo figlio Patrick, 36 anni. A mettergli le manette sono stati gli agenti della Policia Federal e i carabinieri di Torino che si erano messi sulle sue tracce dopo l’arresto di un altro figlio, Michael, avvenuto nel 2017 nel capoluogo piemontese. I tre Assisi erano sfuggiti all’operazione “Pinocchio”, condotta dal Gico della Guardia di finanza alla metà del giugno 2015, quando finirono in manette la moglie del broker di cocaina, Rosalia Falletta, e molti altri complici.

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Istituti di vigilanza della camorra”: sequestri e arresti tra Giugliano, Villaricca, S. Antimo e Roma 09 luglio 2019 Tre istituti di vigilanza nel mirino della Dda, sequestrati questa notte dai carabinieri di Aversa nella maxi operazione che ha portato all’arresto di numerose persone. Le tre società, con sedi a Roma, Giugliano e Villaricca venivano imposte ai commercianti dell’area a cavallo tra le province di Napoli e Caserta. Tra gli indagati c’è Enrico Verso, cognato dell’ex boss Raffaele Bidognetti ora pentito. Arrestato anche Salvatore Fioravante, già indagato a dicembre per il pizzo di Natale.

Per altri sono stati disposti arresti domiciliari e obblighi di dimora. Due le operazioni messe a segno dai carabinieri e che complessivamente hanno portato all’arresto di 16 persone appartenenti al clan dei casalesi. L’inchiesta si muove proprio su un presunto racket. www.internapoli.it

La C a s s a z i one chi ud e i l ca s o U v a : « A s s ol t i p ol i z i ot t i e carabinieri» 09 luglio 2019 Si è chiusa lunedì la lunga vicenda processuale legata alla morte di Giuseppe Uva, l’artigiano di 43 anni deceduto il 15 giugno del 2008 all’ospedale di Varese dopo aver passato alcune ore alla caserma dei carabinieri. La notizia è arrivata dopo la camera di consiglio della quinta sezione penale della Cassazione chiamata a decidere se accogliere o meno i ricorsi presentati dalla Procura generale milanese e dalle parti civili contro la sentenza con cui la Corte d’assise d’appello di Milano, il 31 maggio 2018, confermò le assoluzioni pronunciate in primo grado per i carabinieri e i poliziotti sotto processo per omicidio preterintenzionale e sequestro di persona. I ricorsi ieri sono stati rigettati. La decisione è arrivata poco prima delle 21: «È finita», hanno annunciato i difensori di carabinieri e poliziotti. «Ora la sentenza è definitiva. I tre gradi di giudizio che sono concordi e inequivocabili», ha commentato pochi minuti dopo la lettura del dispositivo l’avvocato di uno dei carabinieri, Luca Marsico. «Ora chiedo rispetto per questa Page 14

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decisione». In aula c’erano quasi tatti gli imputati, i militari Paolo Righetto e Stefano Dal Bosco e i poliziotti Pierfrancesco Colucci, Francesco Focarelli Barone, Bruno Belisario, Gioacchino Rubino, Vito Capuano e Luigi Empirio. E c’era anche Lucia Uva, sorella dell’operaio varesino fermato assieme all’amico Alberto Biggiogero la sera del 14 maggio di 11 anni fa nel quartiere varesino di Biumo mentre ubriachi stavano spostando una transenna. Le forze dell’ordine li identificarono e li portarono al comando dei carabinieri da dove Giuseppe Uva uscì in ambulanza: morì il mattino seguente in ospedale. La procura di Varese ipotizzò inizialmente un errore medico e indagò tre operatori sanitari che vennero tutti assolti mentre una seconda inchiesta coinvolse sei agenti e due militari che vennero assolti in primo grado a

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Varese perché «il fatto non costituisce reato», e in appello «perché il fatto non sussiste». Non è stata dunque accolta la richiesta del sostituto pg Tomaso Epidendio, che aveva invece sollecitato un processo d’appello-bis a Milano per riascoltare testimoni: l’operatrice sanitaria Assunta Russo, il medico psichiatra Enrica Finazzi e Alberto

Biggiogero. Lapidario il difensore delle parti civili, l’avvocato Fabio Ambrosetti: «Una sentenza sbagliata rimane tale anche se confermata in Cassazione. Faremo ricorso alla Corte europea dei diritti dell’uomo».. www.milano.corriere.it

Rio, presentata la stazione mobile dei carabinieri (in attesa della nuova caserma) 10 luglio 2019

nostri uomini in questo comune”. La stazione mobile dei carabinieri sarà composta da tre uomini e consentirà al cittadino di poter presentare una denuncia senza il bisogno di recarsi in caserma. Operativa negli orari di maggiore affluenza, sarà impiegata anche nelle frazioni del Comune di Rio specialmente in occasioni di feste e manifestazioni che prevedono una presenza massiccia di visitatori.

Oltre alla stazione mobile, l’Arma ha previsto la presenza di altri due uomini che I cittadini di Rio non resteranno da soli. Parola pattuglieranno il territorio a piedi lungo le del comandante provinciale dell’Arma dei vie principali del paese. Da quest’anno, poi, carabinieri, colonnello Alessandro Magro, si è anche aggiunta una pattuglia di questa mattina nel comune elbano per motociclisti. inaugurare la nuova stazione mobile dei “Anche per questa stagione – prosegue il provinciale dell’Arma – carabinieri che pattuglierà il territorio di comandante Rio, al momento senza una vera e propria abbiamo previsto dei rinforzi. caserma dopo lo sfratto dello scorso maggio. “Siamo in contatto con il Comune Allievi carabinieri e marescialli affianper la realizzazione della nuova caserma – cheranno i colleghi nei quotidiani servizi di pattugliamento”... spiega il colonnello Magro -. La procedura è in fase di approvazione, wwwcorrierelbano.it Stiamo aspettando il via libera dagli uffici competenti. Poi, potranno partire i lavori di ristrutturazione dell’immobile”. Ad ogni modo, l’impiego della stazione mobile sul territorio, prosegue Magro, rappresenta “un segnale importante per dire che l’Arma non ha abbandonato questo territorio. Con la stazione mobile garantiremo un servizio di prossimità al cittadino e al turista, oltre che la presenza fisica dei Page 15

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Mafia, nuovo colpo alle cosche agrigentine: 9 fermi, anche un consigliere di Licata

12 luglio 2019 I Carabinieri del Comando Provinciale di Agrigento hanno eseguito 9 ordinanze di custodia cautelare emesse nei confronti di vertici ed affiliati delle famiglie mafiose di «Cosa Nostra» di Licata e Campobello di Licata. L’operazione, eseguita su input della Direzione Distrettuale Antimafia di Palermo con il nome in codice "Assedio", fa seguito all’indagine che il 19 giugno scorso aveva già fatto scattare 7 fermi per associazione mafiosa armata.

duro colpo alle famiglie mafiose di Licata e Campobello di Licata. Sottoposto nuovamente agli arresti domiciliari per concorso esterno in associazione mafiosa un consigliere comunale in carica di Licata, Giuseppe Scozzari, che si era dimesso proprio a seguito del primo arresto. Su di lui, i Pubblici Ministeri hanno fornito al Gip di Palermo ulteriori elementi che avrebbero ulteriormente rafforzato il quadro probatorio. www.agrigento.gds.it

I Carabinieri hanno così inferto un nuovo

Silvia Romano il giorno di Natale era ancora viva. I Carabinieri del Ros tornano in Kenya

12 luglio 2019 I carabinieri del Ros torneranno in Kenya nelle prossime settimane per proseguire la collaborazione investigativa e acquisire ulteriore materiale probatorio nell'ambito dell'indagine sul sequestro di Silvia Romano, la cooperante milanese di 23 anni portata via da un gruppo armato da un villaggio a 80 km da Malindi lo scorso 20 novembre. La circostanze è emersa nel corso del vertice svolto oggi a Roma tra uffici inquirenti e investigativi dei due paesi. Sempre nell'ambito dell'incontro le autorità giudiziarie italiane si sono impegnate a fornire supporto investigativo, grazie al lavoro della Guardia di Finanza, alle autorità del Kenya che stanno lavorando su un caso di corruzione collegato alla costruzione di tre dighe il cui appalto è stato vinto da una ditta romagnola. I carabinieri, su delega del pm Sergio Colaiocco, partiranno per il Kenya per acquisire nuovo materiale probatorio raccolto dalle autorità locali che sono al Page 16

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lavoro per catturare cinque degli otto elementi della banda di sequestratori. Silvia a Natale era viva Almeno fino allo scorso Natale Silvia Romano era viva. Subito dopo però è stata ceduta a un altro gruppo di sequestratori e da quel momento non si sa più nulla di lei. E' quanto emerso dall'incontro di oggi a Roma tra le autorità giudiziarie italiane e kenyote. A confermare che Romano era viva certamente fino a Natale sono stati due kenyoti arrestati il 26 dicembre che saranno processati a Nairobi il 29 e 30 luglio prossimi e ritenuti esecutori materiali del sequestro. Al vertice nella Capitale erano presenti il procuratore generale del Kenya, Noordin Mohamed Haji e il pm titolare dell'indagine aperta a Roma, Sergio Colaiocco. Durante l'incontro

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gli inquirenti e gli investigatori hanno fatto il punto sulla vicenda. La ragazza è stata sequestrata nella contea di Kilifi, protagonista un gruppo di otto persone, composto da criminali locali, armato di Ak47 e granate che ha fatto irruzione nel centro commerciale di Chacama. Silvia Romano che nei giorni precedenti era stata seguita e pedinata, è stata portata via senza cellulare e senza passaporto e caricata su una moto che si è diretta verso una boscaglia nei pressi del fiume Tana.

Degli otto banditi, cinque sono attualmente ricercati, mentre i due che saranno processati a breve sono finiti in manette il giorno di Santo Stefano. Un terzo elemento fermato dalla polizia, un cittadino somalo di 35 anni,trovato in possesso di una delle armi utilizzate in quel blitz in cui rimasero feriti anche due minori, ha ammesso le sue responsabilità. www.rainwes.it

Messina, Carabinieri recuperano 342 libri di grande valore storico: appartenevano all’Ordine della Compagnia di Gesù 12 luglio 2019 rinvenuti, è stato individuato un nucleo di tomi che evidenzia le caratteristiche della preziosità e rarità, quali la presenza di annotazioni manoscritte, elementi decorativi miniati e note d’uso storicamente molto interessanti. E’ il caso di tre pregiati incunaboli, tra cui l’edizione del 1476 del “De unitate intellectus contra Averroem” di Tommaso d’Aquino, da considerarsi un unicum poiché edizione rara censita in soli 26 esemplari (2 in Sicilia). Le investigazioni, condotte mediante l’utilizzo del peculiare strumento di I militari del Comando Carabinieri Tutela indagine costituito dalla Banca Dati dei Patrimonio Culturale hanno sequestrato beni culturali illecitamente sottratti, la più 342 preziosi volumi antichi, riconducibili grande banca dati di opere d’arte rubate al ad un periodo storico compreso tra i secoli mondo, gestita dal Comando Carabinieri XV e XIX, di proprietà della Biblioteca TPC, hanno permesso di individuare un Ignaziana di Messina, appartenente privato cittadino che aveva attivato un’asta all’Ordine della Compagnia di Gesù. on-line per la vendita dei volumi. Questo dimostra, ancora una volta, come il web Le indagini, coordinate dalla Procura della costituisce uno dei canali di comunicazione Repubblica di Messina e condotte dalla preferenziali, in quanto consente di Sezione Carabinieri Tutela Patrimonio raggiungere facilmente una vastissima Culturale di Siracusa, in collaborazione con platea di potenziali acquirenti. All’indagato l’Arma territoriale di Messina, sono state è stato contestato il reato di “ricettazione”. sviluppate a seguito di una sistematica azione di monitoraggio dei siti e-commerce, più volte utilizzati anche per l’illecito commercio di beni d’antiquariato e www.strettoweb.it archivistici. Tra il consistente numero di volumi Page 17

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Seriate, in casa 31 chili di droga pura che vale tre milioni e ne l com od i no una p i s t ol a con i l col p o i n ca nna

12 luglio 2019

In casa deteneva 31 chilogrammi di stupefacente puro e, nel cassetto del comodino, accanto al letto, pronta all’uso, una Beretta calibro 6,35 con silenziatore montato e colpo in canna. Un blitz condotto dei carabinieri della tenenza di Seriate, supportati dalla compagnia di Bergamo, ha portato all’arresto di Emiliano Keci, albanese, senza fissa dimora, 38 anni, che da un paio di settimane aveva preso in affitto un bilocale in via Libertà, a Seriate, usato come «magazzino» per rifornire gli spacciatori.

marijuana e 10 grammi di eroina, per un valore complessivo di tre milioni di euro.

Le etichette sui pacchetti di droga con le città di destinazione Le etichette sui pacchetti di droga con le città di destinazione Al momento dell’arresto, mercoledì pomeriggio, l’albanese – che era sospettato poiché aveva già precedenti penali legati sempre alla droga – si stava dirigendo verso la propria auto, un’Alfa Romeo Giulietta quando è stato raggiunto dai militari: il sospettato ha provato a occultare in un doppio fondo ricavato nel cruscotto dell’auto il marsupio che conteneva un chilo di cocaina.

Ora i carabinieri proseguiranno l’indagine analizzando le agendine usate dall’albanese per annotare la contabilità. L’albanese è in carcere in attesa della convalida dell’arresto..

Sui pacchetti di merce c’erano le etichette Lecco, Bergamo e Brescia, a indicarne la destinazione. Sono stati trovati, oltre alla Beretta con matricola abrasa, anche una Tokarev calibro 7,62 e una pistola scacciacani. L’indagine è stata condotta in modo tradizionale, tra osservazione diretta e appostamenti, che hanno consentito di ricostruire i movimenti del 38enne.

www.bergamo.corriere.it

Nell’abitazione sono stati trovati altri 18 chili di cocaina, in gran parte nel vano motore del frigo, 8 di hashish, 4 di

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LE REGIE PATENTI 13 luglio 2019 dell’Arma dei Carabinieri (giunta al suo quarto volume) – era «un Corpo nuovo, dalla valenza multipla e dalle attribuzioni particolari, ispirato ai principi di libertà, di riconoscimento pieno dei diritti delle popolazioni, di esaltazione dei valori dell’uomo ormai pienamente acquisiti dopo la Rivoluzione francese». Il 13 luglio 1814 (la data offre una prova

Vittorio Emanuele I affidò alla Segreteria di Guerra il compito di stendere un Progetto d’istituzione di un corpo militare pel mantenimento del buon ordine. Sicuramente fece pressioni perché l’idea si realizzasse in un tempo brevissimo. Dopo poche settimane, infatti, erano già pronte due relazioni: la prima messa a punto da Luigi Prunotti, capitano reggente di Pinerolo, a nome della Segreteria di Guerra; la seconda preparata da una apposita commissione (relatore Francesco David). È curioso sottolineare come, nonostante i sentimenti apertamente antifrancesi del re e della corte, entrambi i progetti si ispirarono all’ordinamento della Gendarmeria francese, un’istituzione di antica data, perfezionata nel corso del tempo e giunta al suo più alto grado di efficienza nel periodo napoleonico, con oltre 30mila effettivi distribuiti sul territorio in 2.500 unità operative. Quel che Vittorio Emanuele I aveva in testa – ha scritto il generale di Corpo d’Armata Arnaldo Ferrara, autore di una monumentale Storia documentale Page 19

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della sollecitudine con la quale si lavorò: erano passati appena due mesi dal rientro a Torino del monarca) furono promulgate le Regie Patenti, che segnarono la nascita dei Carabinieri. Le patenti costituivano un atto ufficiale con il quale si dava formalmente il via a progetti di particolare rilievo per lo Stato. Il documento era composto da 16 articoli, preceduti da un preambolo, nel quale si spiegavano gli obiettivi del decreto. In questi termini (debitamente aulici): «Per ricondurre, e assicurare viemaggiormente il buon ordine, e la pubblica tranquillità, che le passate disgustose vicende hanno non poco turbata a danno de’ buoni e fedeli Sudditi Nostri, abbiamo riconosciuto essere necessario di porre in esecuzione tutti que’ mezzi, che possono essere confacenti per iscoprire, e sottoporre al rigor delle Leggi i malviventi, e male intenzionati, e prevenire le perniciose conseguenze, che da soggetti di simil sorta, infesti sempre alla Società derivare ne possono a danno de’ privati, e dello Stato. Abbiamo già a questo fine date le Nostre disposizioni per istabilire una Direzione generale di buon Governo specialmente incaricata di vegliare alla conservazione della pubblica, e privata sicurezza e andare all’incontro di que’ disordini, che potrebbero intorbidarla.

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E per avere con una forza ben distribuita i mezzi più pronti e adattati onde pervenire allo scopo, abbiamo pure ordinata la formazione, che si sta compiendo, di un Corpo di Militari distinti col nome di Corpo de’ Carabinieri Reali, e colle speciali prerogative, attribuzioni, ed incumbenze analoghe al fine che Ci siamo proposti per sempre più contribuire alla maggior felicità dello Stato, che non può andare disgiunta dalla protezione, e difesa de’ buoni e fedeli Sudditi Nostri, e dalla punizione de’ rei». Le Regie Patenti del 13 luglio 1814Negli articoli si fissavano alcuni punti destinati a definire alcuni aspetti specifici. Nell’articolo 6 si stabiliva che le deposizioni dei carabinieri avrebbero avuto la stessa forza di quelle dei testimoni; all’articolo 11 che i carabinieri non potessero essere distolti dalle autorità civili o militari dall’esercizio delle loro funzioni (salvo circostanze di urgente necessità, nel qual caso si sarebbe dovuta inviare al Comandante del posto una motivata richiesta scritta, cui lo stesso Comandante avrebbe dovuto aderire); al 16 che il Corpo dei Carabinieri Reali sarebbe stato considerato nell’armata il primo fra gli altri, dopo le Guardie del Corpo.

allora “bassa forza”). Tra gli ufficiali si contavano un colonnello, un aiutante maggiore, quattro capitani, dieci luogotenenti (gli attuali tenenti), dieci sottotenenti e un quartiermastro, che aveva compiti di natura logisticoamministrativa quali, tra gli altri, l’organizzazione della caserma. I sottufficiali erano 4 marescialli a piedi e 13 a cavallo, 51 brigadieri a piedi e 69 a cavallo. La truppa era formata da 277 carabinieri a piedi e 367 a cavallo. I carabinieri a cavallo erano in numero maggiore per garantire al Corpo una migliore mobilità nel territorio, una presenza capillare e un intervento immediato in caso di bisogno. www.carabinieri.it

Soprattutto quest’ultimo punto offriva una chiara definizione dei Carabinieri come corpo di élite. La storica Elena Papadia – a conferma di questo aspetto – ricorda come «i criteri di reclutamento prevedevano un accesso quasi esclusivo a chi avesse prestato servizio per quattro anni in altri corpi; la selezione avveniva comunque solo tra coloro che superassero il metro e settantacinque di statura, e che sapessero leggere e scrivere: per l’epoca, si trattava di requisiti molto severi. La paga, del resto, era proporzionata alla rigidità dei criteri di accesso: cinquecento lire per un carabiniere a piedi e mille per uno a cavallo costituivano un buon incentivo per l’arruolamento volontario. Ma anche l’eleganza della divisa poteva contribuire ad avvolgere il nuovo corpo militare in un alone di prestigio, e così nello stesso 1814 il capitano Camillo Beccaria propose al re che “i gendarmi facciano uso al colletto degli alamari d’argento: questa distinzione avrebbe invitato molta gioventù civile a passare nel Corpo e nulla costerebbe a Sua Maestà”». L’organico iniziale fu di 27 ufficiali, 776 sottufficiali e truppa (detta Page 20

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ARMA - CONCORSI

C O N C O RS I P U B B L I C I NOVITA': - Pubblicato la graduatoria di ammissione al tirocinio pratico relativo al Concorso, per esami, per l'ammissione al 201° Corso dell'Accademia per la formazione di base degli Ufficiali dell'Arma dei Carabinieri - Pubblicato il Decreto definitivo, e relative graduatorie, degli allievi carabinieri designati per la specializzazione in materia di sicurezza e tutela forestale, ambientale e agroalimentare, appartenenti al 138° Corso Allievi Carabinieri - Pubblicato l' avviso relativo al calendario di svolgimento della prova scritta facoltativa lingua straniera del concorso pubblico per l'ammissione al 9° Corso Triennale Allievi Marescialli - Pubblicato il calendario della prova orale del concorso, per titoli ed esami, per il reclutamento di 11 tenenti in s.p. del Ruolo Forestale dell'Arma dei Carabinieri - Pubblicato il calendario della prova orale del concorso, per titoli ed esami, per il reclutamento di 13 tenenti in s.p. del Ruolo Tecnico dell'Arma dei Carabinieri "I vincitori del concorso devono presentarsi dalle ore 8.00 alle ore 12.00 del giorno 25 giugno 2019, presso la Scuola Allievi Carabinieri di Torino, Via Cernaia, nr.23. Gli stessi devono prendere visione dell 'avviso contenente le prescrizioni per l 'incorporamento - Pubblicato il calendario di convocazione alla prova orale del concorso per l’ammissione al 201° corso dell’Accademia per la formazione di base degli Ufficiali dell’Arma dei Carabinieri” - Pubblicato, per i concorrenti idonei, l'esito della prova scritta del concorso, il risultato conseguito nella valutazione dei titoli di merito e la data di convocazione per la successiva prova concorsuale - Pubblicato l’avviso relativo all'accertamento della conoscenza della lingua inglese ed alla prova facoltativa di lingua straniera per l’ammissione al 201° corso dell’Accademia per la formazione di base degli Ufficiali dell’Arma dei Carabinieri - Pubblicato l'avviso di convocazione alle prove di efficienza fisica, accertamenti psico-fisici e attitudinali del Concorso, per esami e titoli, per il reclutamento di 3.700 allievi carabinieri in ferma quadriennale.i www.carabinieir.it

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ATTUALITA' - NEWS

Il rigurgito jihadista che infiamma il Sa he l 01 luglio 2019 C'è un problema di fondo che si nasconde dietro ai poligoni quasi regolari che corrispondono ai confini dei 54 Stati che compongono l'Africa: quella spartizione, livellata a colpi di squadra, non tenne conto di quanto e di cosa stava dividendo. Perché all'epoca della grande "zuffa" al continente africano si guardava come a un catino di possibili sfide commerciali, a rotte di esplorazioni per scoprire se il Congo e lo Zambesi fossero o meno navigabili, se il bacino del Niger celasse qualche ricchezza o se il Nord non contenesse solo fasti delle civiltà passate. Attorno al tavolo di Berlino, nel 1884, si discusse solo di come spartirsi il tutto, perché lo "scramble for Africa" era iniziato da un pezzo: da Capo Verde a Equatoria e da Alessandria fino alle già sfruttate riserve diamantifere di Kimberley, ai confini del Transvaal boero, la strategia coloniale europea fu una "corsa" in tutto e per tutto. E in quanto tale, non tenne in considerazione quello che stava travolgendo. Niente di strano che, pur a distanza di un paio di secoli (più o meno), l'eredità di una spartizione quasi geometrica continui a sortire effetti devastanti sugli abitanti ancestrali di quelle terre, preda facile delle inevitabili intemperanze etniche, così come della dilagante azione del fondamentalismo. Una situazione che contraddistingue larghe parti dell'Africa centrale ma che, allo stesso modo, cresce in altre aree del continente, interessando in particolar modo la fascia del Sahel, ritenuta al momento la più sensibile all'influenza dei gruppi jihadisti. Il caso del Mali Quello del Mali è un caso limite. Interamente attraversato dalla fascia del Sahel, il Paese presenta le tracce forse più evidenti degli attriti etnici dovuti alla frammentazione territoriale della fascia al di sopra e al di sotto del Sahara. La riduzione degli spazi in una regione estremamente frammentata come quella maliana (da un punto di vista antropico) ha

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indirettamente favorito il contatto fra etnie lontane fra loro per tradizione e vocazione, i cui dissensi sulla questione territoriale sono stati esasperati da influenze esterne che, a loro volta, sono andate a inserirsi nelle fratture antropologiche favorendo l'instabilità sociale dei popoli e, di conseguenza, quella di tutta l'area geografica. Una polveriera di cui si conosce relativamente poco, nonostante la violenza esercitata dagli attori in campo. Forse per un'attenzione globale poco propensa a gettare uno sguardo su aree remote del pianeta, pur nella parziale consapevolezza di come la lotta al fondamentalismo passi anche da una garanzia di stabilità in situazioni di devastanti fratture etniche. In Mali, la più grave di queste corre lungo le frastagliate pareti della Falesia di Bandiagara, nel sud-est del Paese, non lontano dal confine con il Burkina Faso e terra ancestralmente dimora della tribù Dogon, coltivatori e astronomi, ormai in perenne contrasto, estremamente violento, con l'etnia nomade dei Fulani, pastori e notoriamente praticanti dell'Islam. Faida etnica Non c'è solo una distinzione culturale che il contrasto sul confine, infiamma nonostante la spartizione dei territori, fra porzioni di terre coltivabili e altre utili per i pascoli, costituisca uno dei motivi più frequenti delle intemperanze fra i due gruppi etnici: il fattore religioso, infatti, sarebbe il principale veicolo dell'instabilità, ovviamente declinato nella sua versione meno spirituale. L'Islam dei Fulani, infatti, sarebbe in buona parte influenzato dalle interferenze dei gruppi jihadisti, vicini alle bandiere nere che operano più a sud ma con reclutatori dati piuttosto operosi in una zona fragile come quella attorno a Bandiagara. Un'affiliazione, quella che scelgono alcuni pastori Fulani, malvista dai vicini Dogon, animisti e, a loro volta, accusati di intrattenere relazioni di collaborazione non dichiarate con l'esercito maliano.

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Uno scambio di accuse che, in un clima di forte instabilità, significa quasi inevitabilmente violenza. Una furia di cui si conoscono i nomi e, purtroppo, anche i numeri: ad aprile 150 morti ad Ogassogou, nel Mopti, quasi tutti di etnia fulani. Responsabili, pare, i cacciatori Dogon. Il 10 giugno la risposta, un'altra strage: il villaggio di Sobane-Kou viene spazzato via dai jihadisti fulani, stroncando almeno 95 persone. Solo gli ultimi episodi di una faida che, di mese in mese, cresce nel suo tributo di sangue.

mossa dei Tuareg, che aveva di fatto ravvivato le pretese islamiste su una regione dove la compressione degli spazi aveva già fomentato i dissapori etnici. E dove, per effetto domino, era già aumentata l'infiltrazione jihadista. Il punto di non ritorno, in questo senso, è stato raggiunto nel 2015, quando il gruppo fondamentalista creato da Amadou Koufa, il Front de Liberation du Macina, aveva già iniziato il reclutamento fra i pastori fulani, coinvolti indirettamente dalle intemperanze nell'Azawad.

Un Paese instabile Gli scontri in atto nella zona centrooccidentale del Mali avvengono quasi inosservati, in una condizione di silenzio che, di fatto, taglia il Paese in due. Non più tardi di sei anni fa, nel 2013, l'Operazione Serval, guidata dalla Francia, aveva rappresentato il primo intervento internazionale nella sanguinosa guerra civile esplosa a seguito della ribellione dei Tuareg nel nord del Mali appena un anno prima, con la dichiarazione d'indipendenza (non riconosciuta da nessuno Stato) della regione dell'Azawad (durata comunque appena un paio di mesi).

Porzioni di territorio che, in sostanza, sono rimaste fuori dal ripristino dell'ordine operato su gran parte dei principali poli urbani del Paese da Bamako e che, ora come ora, pagano lo scotto di una frattura che ha permesso alla shari'a di tornare a far leva, insinunadosi in quelle divisioni ancestrali che, fino a poco tempo fa, costituivano solo una separazione culturale, non certo una ragione per dar parola alle armi. Un'instabilità che, oggi, rischia di creare il possibile embrione di un jihadismo che ha già raggiunto gravi livelli di efferatezza. Situazione che non riguarda solo il Mali, ma che corre, quasi in una tragica retta, lungo tutta la fascia del Sahel.

Una situazione che, anche per lo schieramento francese al fianco del governo di Bamako, aveva richiamato l'attenzione della Comunità internazionale, senza però considerare gli effetti collaterali della

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Nomine Ue, due donne leader in Europa: Ursula von der Leyen alla Commissione. Christine Lagarde alla Bce 02 luglio 2019

socialista ha scelto David Sassoli come candidato ufficiale. Forse in staffetta con il popolare tedesco, Manfred Weber. Ma su questo non ci sono ancora certezze. Si è scelto di separare la nomine del presidente del Parlamento dal resto del pacchetto di nomine.

Alla presidenza della Commissione va la ministra della Difesa tedesca Ursula von der Leyen, della Cdu. Alla guida della Bce la francese Christine Lagarde, attuale direttrice del Fondo monetario internazionale. L'asse franco-tedesco, insomma, ha retto. Alla presidenza del Consiglio, il premier liberale uscente Charles Michel. Lo spagnolo Joseph Borrell sarà invece Alto rappresentante per la politica estera al posto che era di Federica Mogherini (una vittoria del premier spagnolo Sanchez). Il socialista Frans Timmermans e la liberale Margrethe Vestager saranno invece i vicepresidenti vicari della Commissione. Sessanta anni, sette figli, von der Leyen è stata la prima donna ministro della Difesa in Germania, dal 2013, e prima di allora, dal 2009, ministro del Lavoro e della Famiglia. È considerata una fedelissima della cancelliera quindi la nomina rappresenta un successo per Merkel, che era stata messa in minoranza nei giorni scorsi dagli altri capi di Stato e di governo del Ppe quando aveva portato avanti la candidatura del socialista Timmermans per la guida della Commissione. "Il voto dei leader è stato unanime", ha sottolineato Merkel in conferenza stampa. Ma ha spiegato che Berlino si è astenuta per problemi interni alla coalizione con i socialdemocratici a Berlino. Infine, la presidenza dell'Europarlamento dovrebbe andare un socialista: nel pomeriggio è stato fatto il nome del bul-aro Sergei Stanishev, ma a fine serata il gruppo Issue 1

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Anche perché dal fronte di Strasburgo, dove oggi è cominciata la nuova legislatura, nonostante il sì al pacchetto del premier spagnolo Sanchez (del Psoe), c'è stata una sollevazione in casa dei socialisti. Che si sentono beffati dopo il tramonto della candidatura di Timmermans. L'irritazione è forte soprattutto nei confronti di Sanchez. A lanciare il segnale è stata l'eurodeputata Tanja Hajon che ha detto via twitter: "La maggioranza non è pronta a sostenere l'accordo attuale sui posti apicali, le audizioni hanno segnalato in modo forte che la proposta non è accettabile per molti capi delegazione" (il presidente della commissione deve infatti ottenere il consenso della maggioranza degli eurodeputati). Critiche anche dal gruppo dei Verdi. Il vicepresidente del gruppo, Bas Eickhout, ha detto: "Congratulazioni al Consiglio. Lo stato di diritto massacrato per alcuni incarichi per Merkel, Macron e Sanchez". Intanto, sul fronte italiano, c'è la candidatura del dem David Sassoli alla presidenza dell'Europarlamento Mentre è l'eurodeputata leghista Mara Bizzotto il nome scelto da Matteo Salvini e dal gruppo sovranista Identità e democrazia per la candidatura alla vicepresidenza. Il governo italiano si dice soddisfatto. Giuseppe Conte spiega che l'Italia ha avuto garanzie per una vicepresidenza e un portafoglio economico di alto profilo (si parla della Concorrenza).

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Il primo a commentare, in Italia, è stato Matteo Salvini, che nei giorni scorsi ha più volte attaccato la candidatura del socialista Timmermans. Sceglie di non pronunciarsi sui nomi scelti. "A prescindere dai nomi, l'importante è che in Europa cambino le regole, a partire da immigrazione, taglio delle tasse e crescita economica. E su questa battaglia l'Italia sarà finalmente protagonista". A ruota - anche lui prudente - l'altro

vicepremier, Luigi Di Maio: "Ora sarà fondamentale vedere quale ruolo sarà assegnato all'Italia che vanta un grandissimo credito". Dal Pd il segretario, Nicola Zingaretti, commenta: "È stata persa una grande occasione, le nomine sono state un clamoroso autogol per l'Italia. Salvini ha detto no a Timmermans che voleva un'Europa del lavoro e ha scelto Von der Leyen, simbolo del rigore e della continuità". (ANSA)

Le Ong:"'Se necessario agiremo ancora come Sea Watch" 03 luglio 2019 "Noi facciamo monitoraggio nel Mediterraneo. Se dovessimo trovarci in una situazione in cui siamo l'unica imbarcazione che può svolgere il salvataggio, agiremo come ci impone la legge del mare. Faremo quello che è previsto dalle normative che ci obbligano a comportarci in un certo modo, come ha fatto la Sea Watch. È così che abbiamo fatto e così faremo", ha detto Alessandro Metz di Mediterranea Saving Human in una conferenza stampa congiunta delle Ong. Intanto la procura di Agrigento ha negato il nulla-osta all'allontanamento dall'Italia di Carola Rackete fino al 9 luglio, giorno in cui la comandante della Sea Watch sarà interrogata dai pm che la indagano per favoreggiamento dell'immigrazione clandestina. Il provvedimento di allontanamento emesso ieri dal prefetto di Agrigento dovrà essere comunque convalidato dalla sezione specializzata del tribunale civile di Palermo, ma non sarà eseguibile fino a quando non arriverà il nulla-osta della Procura.

rivolgendosi al giudice in diretta Facebook e poi ha aggiunto: "io non mollo, anche perché ci sono tanti giudici che vogliono applicare la legge e non ribaltarla. Io conto su di voi" . "È una sentenza vergognosa", aveva commentato in precedenza Salvini, a margine dell'esercitazione sull'uso del taser all'istituto per ispettori di polizia a Nettuno, vicino Roma. "La scarcerazione mi ha provocato tanta rabbia - ha aggiunto -. È stata una scelta incredibile con motivazioni incredibili perché qui si è messo a rischio la vita di alcuni uomini delle forze dell'ordine che stavano facendo il loro lavoro". Intanto diverse ong chiamate in audizione alla Camera nell'ambito dell'esame del decreto sicurezza hanno deciso di disertare per solidarità nei confronti della ong Sea Watch il cui intervento è stato cancellato ieri su richiesta di Lega ed FdI.

Bailamme in Aula alla Camera dopo le accuse di "omicidio" lanciate dal deputato "Nessuno mi toglie dalla testa che quella di leghista Igor Iezzi durante un intervento Agrigento è una sentenza politica". Così il dopo il forfait delle ong in audizione. vicepremier e ministro dell'Interno Matteo "Alcuni deputati, usando il loro ruolo, sono Salvini è tornato sulla decisione del Gip di saliti su una nave che stava violando le non convalidare l'arresto della comandante norme di sicurezza e hanno dato copertura della Sea Watch Carola Rackete. "Togliti la continua toga e candidati con la sinistra" ha aggiunto il titolare del Viminale Issue 1

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politica al tentativo di uccidere alcuni agenti della Guardia di finanza", ha detto Iezzi. A quel punto sono seguite urla e contestazioni dei deputati di minoranza e il vicepresidente della Camera Ettore Rosato, che sta presiedendo l'assemblea, ha chiesto al leghista di interrompere l'intervento spiegando: "Non accetto che si dia dell'assassino a nessun deputato". E successivamente ha aggiunto: "Le parole di Iezzi saranno oggetto di valutazione all'ufficio di presidenza per la gravità dei

suoi contenuti". Ieri i gip di Agrigento non ha convalidato l'arresto della comandante della Sea Watch Carola Rackete e non ha disposto nei confronti della giovane tedesca nessuna misura cautelare. La Procura aveva chiesto la convalida del provvedimento e il divieto di soggiorno in provincia di Agrigento. Carola dunque torna libera. (ANSA)

Sicilia, 80 milioni per censire gli immobili. Ma la Regione non può accedere alla banca dati: “Non abbiamo la password” 04 luglio 2019 Quel censimento, compiuto oltre dieci anni fa, costò alla Sicilia oltre 80 milioni di euro. Ma i risultati di quel lavoro sono custoditi in una banca dati che la Regione, che allora sborsò i soldi, non può consultare. Il motivo? Non dispone della password. Il caso salta fuori durante una seduta d’Aula dell’Assemblea regionale siciliana. Il governo, infatti, ha deciso di inserire in una legge attualmente in discussione nel parlamento dell’Isola, una norma che attribuisce agli uffici della pubblica amministrazione il compito di censire il patrimonio immobiliare siciliano. E così, dai banchi di Sala d’Ercole, sono emersi i dubbi: quel lavoro non era stato compiuto anni fa ed era pure costato parecchio? La risposta è affermativa, ma l’assessore all’Economia Gaetano Armao ha dovuto allargare le braccia: “Non disponiamo della password”. Com’è possibile? La risposta è in un contenzioso tra la Regione e un imprenditore finito più volte nelle cronache giudiziarie dell’isola e non solo: Ezio Bigotti per molti anni è stato l’amministratore della società regionale Sicilia patrimonio immobiliare. Una società mista, controllata per tre quarti dalla Regione e per un quarto in mano ai privati. Cioè a Bigotti, appunto. È stata questa società a portare avanti un censimento milionario su cui si sono presto allungate

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molte ombre. I dubbi, anche sull’entità dell’appalto, sono stati messi nero su bianco dalla Corte dei conti. Da Pinerolo a Consip – Bigotti era già finito nelle carte dell’inchiesta su Consip, con l’accusa di turbativa d’asta sul mega appalto Fm4, gara da 2,7 miliardi di euro per l’affidamento di servizi nella pubblica amministrazione. La procura di Roma ha contestato, tra gli altri, a lui e ad Alfredo Romeo, di aver creato un cartello per spartirsi i 18 lotti di appalti.L’immobiliarista, titolare della società Sti, poi, nel febbraio dell’anno scorso era finito ai domiciliari nell’ambito dell’inchiesta sul cosiddetto Sistema Siracusa insieme a Massimo Gaboardi, ex tecnico petrolifero. Sono accusati di corruzione in atti giudiziari e falso ideologico commesso da pubblico ufficiale. Il procedimento è legato all’inchiesta della Procura di Messina, guidata da Maurizio de Lucia che aveva portato all’arresto di 13 persone accusate di far parte di un “comitato di affari” capace di condizionare indagini e procedimenti giudiziari. L’indagine ha coinvolto, oltre all’ex pm di Siracusa Giancarlo Longo, gli avvocati Piero Amara e Giuseppe Calafiore.

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La (s)vendita dei beni – Bigotti del resto ha un lungo e solido rapporto con la Sicilia. È stato infatti per molti anni amministratore unico e socio al 25 per cento, tramite la Psp Scarl, dell’azienda che ha gestito il patrimonio regionale siciliano e che ha anche portato avanti la vendita, a un fondo, dei beni della Regione siciliana. Una operazione voluta nel 2007 dal governo di Salvatore Cuffaro, quando la Spi individuò una rosa di immobili da mettere in vendita. Nella prima tornata sono scelti 33 palazzi e sono stati ceduti a un Fondo (capofila la società Pirelli Re) per il 65% della proprietà. Il valore complessivo dei beni era di 263 milioni. Alla fine delle operazioni, la Regione ha incassato (al netto delle spese) circa 179 milioni. Vendendo i propri immobili a un prezzo che la stessa corte dei conti, che avviò un’istruttoria sul caso, ha considerato “fuori mercato”: tra i mille e i 1.300 euro circa al metro quadro. In alcuni casi si tratta di prestigiosi palazzi nel pieno centro di Palermo. Ma la Regione, tra gli edifici dismessi, aveva previsto anche alcuni immobili che in quel momento erano utilizzati come sedi di assessorati ed enti regionali. In quel caso, l’amministrazione decise di rimanere locataria, pagando un affitto pari al 7,95% del prezzo dell’immobile. Più di venti milioni all’anno. La pubblica amministrazione siciliana, insomma, ha finito per pagare l’affitto nei locali di cui essa stessa era proprietaria fino al giorno prima. Una situazione sulla quale la Corte dei conti ha chiaramente puntato i riflettori: “L’eseguita operazione – scrissero i magistrati contabili – è risultata in concreto non conveniente ed è assai criticabile”. Il motivo? Sintetizzando al massimo, la Regione ha “svenduto” i suoi beni a prezzi bassissimi al metro quadro, e ha invece pagato una locazione “fuori mercato”. Cioè troppo cara.

fino a 80 milioni. Un lavoro portato avanti sempre da Spi e sul quale si sono allungate altre ombre. Il governo di Raffaele Lombardo avanzò una “costituzione in mora” per oltre 90 milioni per una ventina di amministratori di quegli anni (tra il 2005 e il 2007). Poi il governo regionale ha deciso di togliere dalle mani di Spi la gestione del patrimonio siciliano, quindi l’azienda è stata anche posta in liquidazione. Nel frattempo, sono partiti i contenziosi tra la Sicilia e Bigotti. E la procura di Palermo ha anche aperto un’inchiesta condotta dal procuratore aggiunto Dino Petralia e dalla sostituta Claudia Ferrari. Regione senza password – Intanto, come detto, la Regione non può nemmeno accedere a quella banca dati costata decine di milioni. “Non abbiamo la certezza – ha allargato le braccia l’assessore all’Economia del governo siciliano Armao – su quando potremo risolvere il problema. Adesso però rischiamo di restare fermi e di non rispondere a un adempimento previsto dalla legge. Noi abbiamo ereditato questa vicenda, non l’abbiamo prodotta”. Così, ecco che salta fuori quell’altra norma: “Ci pensino i dipendenti regionali” a compiere il lavoro. Un lavoro già fatto da altri. E pagato a peso d’oro..

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Intanto, il Fondo ha cambiato veste e i soci “traslocano” in Lussemburgo. Il censimento d’oro – Ma cifre da capogiro, intanto, la Regione aveva sborsato per il censimento di quel patrimonio immobiliare. Un censimento che doveva costare 13 milioni, e che nel corso degli anni, fino al 2008, è “lievitato”, di fattura in fattura, Issue 1

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Giallo sui migranti a Malta "Roma smentisce l'accordo" 05 luglio 2019

A questo punto, quando la situazione sembrava definitivamente sbloccata, è arrivato un altro stop. A quanto pare non ci sarebbe nessun accordo tra Roma e La Valletta.

Il cavillo per aggirare lo stop Infatti dopo l'apertura da parte de La Valletta, la ong Mediterranea avrebbe rifiutato lo sbarco a Malta. Il motivo, secondo quanto riportato dalla stessa Mediterranea, sta nelle caratteristiche dell'imbarcazione. L'equipaggio di Alex ha fatto sapere che la barca non può navigare per oltre 100 migliua nautiche e che dunque la traversata verso Malta è impossibile. In questo momento la barca si trova a limite delle acque territoriali italiane. Sull'imbarcazione pende un divieto predisposto dal Viminale (lo stesso usato nel caso Sea Watch) che blocca l'ingresso nelle acque italiane. Salvini ha invitato l'ong ad accettare l'offerta maltese ma gli uomini di Mediterranea hanno fatto sapere che sono disponibili solo ad un trasbordo dei migranti sulle unità della Guardia Costiera maltese e italiana per poi scortare i migranti in porto. Da qui la mossa del governo de La Valletta che con un comunicato ha annunciato una svolta in questo braccio di ferro: "A seguito di contatti tra i governi maltese e italiano, è stato deciso che Malta trasferirà 55 migranti, che sono stati salvati in mare al largo della Tunisia e che sono a bordo della nave Alex, a bordo di una nave delle forze armate di Malta e saranno accolti a Malta. D’altra parte, l’Italia prenderà 55 migranti da Malta". Poi, sempre le autorità maltesi, hanno precisato i termini dell'accordo: "Questo accordo non pregiudica la situazione in cui questa operazione ha avuto luogo e in cui Malta non ha alcuna responsabilità legale, ma fa parte di un’iniziativa che promuove uno spirito europeo di cooperazione e buona volontà tra Malta e l’Italia". Issue 1

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A renderlo noto è proprio l'ong: "Purtroppo - afferma la portavoce di Mediterranea, Alessandra Sciurba - non c'è nessuna nave delle Forze Armate in arrivo da Malta per trasbordare e prendersi in carico le 54 persone che sono a bordo del nostro veliero." "Il nostro capo missione - prosegue la portavoce di Mediterranea - ha appena parlato con il Centro di coordinamento dei soccorsi di Roma il cui responsabile ha affermato che non c'è alcuna intenzione di organizzare il trasferimento con mezzi militari maltesi o italiani." "Intanto - conclude Sciurba - la condizione di donne, bambini e uomini a bordo della Alex, ancora bloccata al largo di Lampedusa, si sta rapidamente deteriorando. La concessione di un porto sicuro di sbarco è urgente".Insomma su questo trasbordo adesso è giallo. La nave resta davanti le acque italiane. Sempre più vicina a Lampedusa... www.ilgiornale.it

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Borse euforiche e spread ai minimi, ma il rally è sostenibile? 06 luglio 2019 Un’euforia contagiosa, con l’ombra di qualche (legittimo) dubbio finale. I mercati finanziari archiviano una settimana da incorniciare su tutti i fronti o quasi, ma iniziano a porsi qualche domanda sulla sostenibilità di un rally tutto basato sulle aspettative di nuove mosse espansive da parte delle principali Banche centrali, a partire dalla Federal Reserve americana e dalla Bce che nel post-Draghi sarà guidata dall’attuale numero uno del Fondo monetario internazionale, Christine Lagarde. L’effetto Lagarde e la «resistenza» dell’economia Usa Se è stata proprio la designazione dell’esponente francese (a scapito di candidati «falchi» come il tedesco Jens Weidmann) a dare l’ultima spinta alla marcia delle azioni e soprattutto delle obbligazioni dell’Eurozona, nell’aspettativa di una politica monetaria accomodante e nel segno della continuità con il predecessore Draghi, la parziale marcia indietro è coincisa invece con l’ultima seduta della settimana e con la diffusione del dato sul mercato del lavoro Usa, che ha evidenziato a giugno una creazione di nuovi posti superiore alle previsioni (224mila contro stime medie ferme a quota 165mila). L’insospettata «resistenza» della prima economia mondiale ha contribuito infatti a frenare le attese di quanti già ipotizzavano a fine mese una mossa aggressiva da parte della Federal Reserve: i valori che si ricavano dai contratti future assegnano ormai probabilità implicite vicine allo zero a un taglio di 50 punti base dei Fed Funds (erano superiori al 20% prima della diffusione dei dati), pur mantenendo al 100% l’ipotesi di una sforbiciata «base» da 25 punti rispetto all’attuale livello (2,25%2,50%). Tutto questo si è riflesso sull’andamento dei mercati.

Per Piazza Affari una settimana comunque da incorniciare Nella seduta di venerdì hanno infatti frenato i principali asset che avevano inscenato un autentico rally nei giorni precedenti, a partire da Wall Street (dove l’S&P 500 si è allontanato dal traguardo dei 3mila punti sfiorato mercoledì) per proseguire con l’azionario europeo. Piazza Affari ha terminato in ribasso dello 0,61%, ma le prese di beneficio non hanno comunque offuscato una settimana da incorniciare - caratterizzata anche dalla riduzione delle tensioni attorno al debito italiano - che il listino milanese chiude con un progresso del 3,5%, tornando sui massimi da quasi un anno. Di rilievo soprattutto l’avanzata dei titoli del settore finanziario (+7,4%), con Mps in grado di rimbalzare addirittura di quasi il 45% nell’arco delle ultime cinque sedute. I minimi dei BTp (e dello spread) L’accenno alle banche di casa nostra porta inevitabilmente a considerare l’altro movimento di rilievo delle ultime sedute, quello dei titoli di Stato che affollano i loro portafogli e il cui recupero ha indubbiamente favorito la recente rincorsa. Ieri le prese di benefico hanno riguardato appunto anche il mondo del reddito fisso nel complesso: la riconsiderazione delle mosse Fed ha fatto risalire i rendimenti dei Treasury (quello a 10 anni è tornato sopra il 2%) e di riflesso anche i governativi europei, BTp compresi. Il tasso del decennale italiano è cresciuto di nuovo all’1,75% riportando lo spread nei confronti del corrispettivo tedesco a 211 punti base, ma anche in questo caso occorre tenere conto dei movimenti precedenti e del fatto che livelli simili non si vedevano rispettivamente dall’autunno 2016 e dal maggio 2018. continua

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Le incognite per gli investitori Lo scenario di base, quello che prevede appunto le principali Banche centrali mondiali nelle vesti di «colombe» e sul punto di rendere ancora più accomodanti le proprie politiche monetarie, non sembra comunque uscire intaccato da un singolo dato. Qualcuno però sui mercati ha iniziato a rivalutare le posizioni al rialzo aggressive assunte di recente su azioni e bond. «Se il mercato del lavoro e, per estensione, il consumatore americano mantengono condizioni di salute ragionevoli, i rischi di recessione potrebbero iniziare a sembrare troppo elevati», spiega Oliver Blackbourn, gestore di Janus Henderson, ricordando come una situazione simile si sia già proposta in un paio di occasioni durante questo ciclo e che «ogni volta i consumi, che costituiscono la spina dorsale dell’economia, hanno resistito».

Conclusione: «Non è affatto certo che l’attuale rallentamento sia sufficiente a riportare gli Stati Uniti in recessione». Occhi sempre puntati su Powell e la Fed Sullo sfondo, le Banche centrali continuano a muovere le leve dei mercati finanziari, ma da ieri gli investitori sono probabilmente un po’ più cauti nell’ipotiz-zare un atteggiamento particolarmente accomodante sui tassi. Difficile capire se si sia trattato di beneficio fisiologiche o se ci si sia resi conto di aver fatto in precedenza il passo più lungo della gamba, assumendo rischi eccessivi. La testimonianza di fronte al Congresso Usa del presidente Fed, Jerome Powell, in programma mercoledì prossimo, potrebbe offrire qualche chiarimento utile. www.ilsole24ore.com

I MERCATI E LE MOSSE DELLA FEDERAL RESERVE Issue 1

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Migranti sbarcati nella notte, la Finanza sequestra il veliero Alex 07 luglio 2019 Sono sbarcati all'1.30 di questa notte i migranti della nave Alex della ong Mediterranea ormeggiata a Lampedusa. Un applauso liberatorio è partito dai sostenitori della ong riuniti al molo Favarolo. Una svolta arrivata dopo la notifica del sequestro probatorio della nave da parte della Guardia di finanza, al capitano Tommaso Stella, indagato per favoreggiamento dell'immigrazione clandestina. I migranti, 46 secondo quanto confermato da fonti di Mediterranea, sono stati condotti all'hotspot dove si trovano già in tanti dopo i ripetuti sbarchi 'fantasma'. "C'è stata una chiara volontà politica di non darci altra possibilità. La decisione di dirottarci a Malta era pura propaganda politica che voleva trattare le persone come sacchi di patate. Salvini voleva solo il

nostro scalpo", hanno detto nel corso di una conferenza stampa a Lampedusa la portavoce di Mediterranea Alessandra Sciurba e il capo missione Erasmo Palazzotto, ribattendo a tutte le accuse del Viminale sulla vicenda della nave Alex. Con il ministro dell'Interno che controreplica via Twitter: "Ecco una delle tante bugie delle Ong di sinistra: il gommone soccorso non aveva nessun problema!". Intanto Malta ha deciso di negare alla nave Alan Kurdi dell'ong tedesca Sea Eye, con 65 migranti a bordo, l'accesso alle acque territoriali. Il governo ha incaricato le forze armate di "intraprendere le azioni appropriate se la nave dovesse entrare" entro le 12 miglia dall'arcipelago. La nave nella notte aveva deciso di fare rotta dalle acque al largo di Lampedusa verso Malta. . www.iltempo.it

L' E urop a b a ci a t a d a G i ud a 08 luglio 2019 Papa Francesco ha smascherato un’ipocrisia che in Europa accomuna spesso istituzioni civili e religiose. Aldilà delle speculazioni e strumentalizzazioni di opposto segno, è innegabile che in questi anni l’Italia, intesa come Paese ma anche come Chiesa italiana, sia al primo posto nel continente per accoglienza di persone migranti. L’impegno dell’episcopato e del terzo settore cattolico è stato nel nostro Paese costante e coraggioso, mentre gradiremmo maggiori informazioni su quale sia stato davvero il contributo delle conferenze episcopali degli altri Paesi europei. Magari, nel caotico villaggio della comunicazione globale, si sono perse per strada le notizie di questa indispensabile solidarietà (ossia condivisione) di tutte le Chiese europee, Issue 1

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nessuna

esclusa

.

Fatto sta che la Cei si è fatta carico, a sue spese, della collocazione di richiedenti asilo, con una mobilitazione meritevole da Premio Nobel per la Pace. Inoltre, la Chiesa italiana è sempre stata vicina, solidale e collaborativa con i governi, incluso quello in carica, al di là di talune sterili polemiche e con reale spirito costruttivo. Non sappiamo se possiamo dire altrettanto delle altre conferenze episcopali europee. L’appello del Papa, è bene ricordarlo, non è rivolto solo al nostro Paese e alla Chiesa italiana. Quella finestra dalla quale si affaccia il successore di Pietro è spalancata

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sul mondo e non rinchiusa in dispute locali. E soprattutto a prestare ascolto non sono solo interlocutori laici ma anche, anzi innanzittutto, ecclesiali. L’Europa ha un presidente fresco di nomina, anzi ne ha due; sarebbe bene che le parole del Pontefice arrivassero chiare ai governanti e ai pastori del vecchio continente. Certo, il mondo non è racchiuso nel Mediterraneo e tra le due Americhe ci sono “mari” di separazione altrettanto dolorosi, ma il pensiero vola spontaneamente a quei Paesi dell’Est che si riempiono la bocca di cristianesimo e poi rifiutano qualunque redistribuzione delle quote dei migranti. Essere cristiani solo a metà contraddice il Vangelo e lo riduce ad un’ideologia intermittente. Non si può prendere dalle Sacre Scritture solo ciò che piace o fa comodo. “Ero forestiero e mi avete accolto”, c’è scritto in quella Buona Novella che per quei popoli ampiamente aiutati durante la guerra fredda è diventata scomoda. Triste osservare che la storia, ancora una volta, non ha insegnato granché. Dietro il paravento dell’identità nazionale, nel polmone dell’Europa orientale, e non solo, si respira egoismo e ingratitudine per il sostegno ricevuto lungo i tornanti del ‘900. Un po' la stessa amnesia che ha colpito i solitamente loquaci governanti francesi che, sorvolando sull’improvvida destabilizzazione della Libia, dimenticano che a pagare il prezzo dei loro interessi “particolari” (concessioni petrolifere, ingerenze geopolitiche e rivalità interne all’Europa) sono i migranti rinchiusi nei nuovi campi di sterminio dall’altra parte del Mediterraneo.

Tre le speranze affinché ci siano sempre meno “Giuda” a tradire l’umanità. Le conferenze episcopali non tacciano con i loro governanti anzi, si facciano avanti per mediare sulle politiche migratorie e diventarne interlocutrici come avviene in Italia. Seguano l’esempio del Patrono San Benedetto che seppe unire azione e contemplazione, carità e preghiera. Sarebbe un grande segno, specialmente per educare i nostri giovani, se la Santa Sede, auspicabilmente, istituisse (o si facesse promotrice) di una giornata del “migrante ignoto” dedicata a tutti coloro che spariscono nelle fauci dei mari e dei deserti. Sono gli invisibili della terra: bambini, mamme, ragazzi giovanissimi finiti negli abissi della tratta e dell’indifferenza. Infine ci si faccia l’esame di coscienza, ogni volta che da dietro una comoda tastiera, si fa il tifo come allo stadio, godendo degli infortuni di chi ha responsabilità da assumere. Troppo facile fingersi esperti quando non si deve decidere. www.interris.it

E anche quella tomba d’acqua nella quale migliaia di vittime ignote e innocenti si scontrano con l’assenza di una comune politica di accoglienza Ue, implora pietà dal cielo. Così l’Europa, sotto il profilo della pluralità politica e religiosa, non ha ancora trovato un linguaggio condiviso per far sentire concretamente la propria voce. Ai tavoli dove si decidono le nuove “Yalta”, l’Europa semplicemente non esiste. Francesco la chiama “nonna”, ormai rischia di diventare una cara estinta.

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A d d i o b a d g e , i d i p e nd e nt i p ub b l i ci useranno le impronte digitali

08 luglio 2019 Al dipendente pubblico non si chiederà più di estrarre il badge per entrare in ufficio, dovrà invece porgere il dito: sarà l'impronta digitale a identificarlo e marcare così l'orario di servizio. Non solo, a scanso di equivoci, la scena sarà ripresa da telecamere ad hoc. Funzioneranno così le cose appena il regolamento attuativo, messo già a punto dalla Bongiorno, scatterà. D'altra parte la legge che introduce la novità, il provvedimento intitolato 'Concretezza', è già in vigore. L'obiettivo dichiarato è mettere fuori gioco i 'furbetti del cartellino' con nuovi meccanismi di identificazione. La legge parla di "verifica biometrica", che potrebbe passare teoricamente anche attraverso il controllo dell'iride ma il ministro della P.a, madre del provvedimento, ha sempre insistito sulle impronte digitali. Per assicurare la riservatezza dei dati, tutto sarà poi criptato: trasformato in codici alfanumerici. Tra i principi che verranno seguiti anche quello della gradualità, per cui, probabilmente, la

novità sarà prima fatta digerire alle amministrazioni più grandi per poi portarla, mano a mano, sul territorio. Detto ciò lo stesso ministro più volte ha sottolineato come ci siano realtà che si sono portate avanti, ad esempio in Campania - dove il sistema è già stato sperimentato. Restano esclusi gli insegnanti per cui fa fede il registro di classe. Invece rientrano i dirigenti. E i presidi non fanno eccezione, anche se per loro ci sarà un decreto apposito. Come di tradizione, il personale 'non contrattualizzato' - dai magistrati ai prefetti - risponde ad altre regole. L'era delle impronte è quindi alle porte, ma per avere una road-map precisa bisognerà attendere i vari pareri sul regolamento, in primis quello del Garante della Privacy, che non ha mancato di far sentire le sue critiche. Servirà poi un'intesa in sede di Conferenza unificata, visto che gli apparecchi andrebbero installati anche nei Comuni più piccoli. www.lastampa.it

Soldi e scuola, l’autonomia frena: scontro M5S Lega su risorse e istruzione regionale 09 luglio 2019 ROMA Un passo avanti e due indietro. Lo “spacca-Italia”, il progetto autonomista di Veneto e Lombardia avanza con l’andatura del gambero. Il vertice di governo di ieri al quale hanno partecipato il premier Giuseppe Conte, il vice premier Matteo Salvini, la ministra per gli Affari Regionali Erika Stefani e una nutrita pattuglia di membri grillini dell’esecutivo tra cui il vice ministro Laura Castelli e il sottosegretario alla presidenza Stefano Buffagni, si è concluso con una fumata nera. Anzi, Issue 1

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nerissima. L’accordo che sulla carta era stato raggiunto la scorsa settimana sulle risorse finanziarie da destinare al finanziamento delle funzioni trasferite alle Regioni del Nord si è dimostrato scritto, ancora una volta, sulla sabbia. Lega e Cinque Stelle sono ancora distanti su un punto centrale: a chi deve andare il maggior gettito fiscale che matura da un anno all’altro in Veneto e

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Lombardia una volta saldato il conto delle funzioni trasferite dallo Stato centrale? L’accordo della settimana scorsa prevedeva che confluisse in un fondo perequativo. I soldi, cioé, dovevano servire a finanziare i servizi delle Regioni (soprattutto meridionali) che hanno meno risorse. Secondo la Lega, invece, i soldi dovrebbero restare nel bilancio dello Stato, o meglio in quello delle Regioni, le quali avrebbero diritto comunque ad una quota di questo gettito extra. Insomma, Veneto e Lombardia non sono disposte a rinunciare tanto facilmente a quel “dividendo fiscale” sul quale hanno costruito i loro referendum sull’autonomia. Un accordo le squadre di Lega e Movimento Cinque Stelle non l’anno trovato neppure sulla definizione dei Lep, i livelli essenziali delle prestazioni, ossia il livello minimo dei servizi che deve essere garantito a tutti i cittadini italiani a prescindere dalla Regione nella quale risiedono. Per provare a sciogliere i nodi finanziari, è stata convocata una nuova riunione per giovedì, alla quale sarà chiamato a partecipare il ministro dell’Economia Giovanni Tria. Ma quello finanziario non è l’unico nodo. La questione della scuola continua a tenere banco. Il Movimento rimane fermamente contrario all’articolo 12 dello schema della riforma, dedicato all’assunzione diretta dei docenti e ai concorsi regionali.

serie A, B e C con la possibilità di incappare inoltre nell’incostituzionalità della norma. Del resto il 24 aprile scorso, il presidente del Consiglio Conte aveva firmato un accordo con i sindacati della scuola in cui assicurava l’unitarietà dell’istruzione. Nessun passo avanti, inoltre, è stato fatto su un altro delicatissimo punto: le infrastrutture. Veneto e Lombardia continuano a chiedere la titolarità delle concessioni autostradali e la proprietà della rete ferroviaria. Un passaggio, questo, fortemente ostacolato dal Movimento Cinque Stelle. Che, invece, ha ottenuto un punto a suo vantaggio riuscendo a far stralciare dalle bozze la regionalizzazione del Fus, il Fondo unico per lo spettacolo. Matteo Salvini ha detto che «il vertice è andato bene», nonostante abbia abbandonato il tavolo in anticipo. Luigi Di Maio ha detto invece che c’è «ancora molto da fare». La ministra Stefani si è detta ottimista, ammettendo però di brancolare ancora nel buio sui tempi dell’intesa ma garantendo che si «andrà ad oltranza». Inoltre, ha spiegato la ministra, «il Parlamento deve essere principe e padre della riforma e sarà prerogativa dei presidenti della Camera e del Senato decidere quali saranno le modalità di discussione» della riforma sulle Autonomie. Un altro aspetto fondamentale dello “spacca-Italia” ancora avvolto dalla nebbia.

IL RISCHIO Per i pentastellati il rischio è di recare danno alle Regioni istituendo scuole di

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T ut t i s t a nno a rm a nd o l a Li b i a : cos ì i l m ond o v i ol a l ’ e m b a rg o 11 luglio 2019 Droni turchi, armi americane ma passate ai francesi, oppure armi emiratine trasportate a Bengasi: in tutto questo intreccio emerge un’unica inquietante incertezza che vede la Libia sempre più come caserma d’Africa. Eppure, in teoria, nel paese nordafricano da otto anni non dovrebbe arrivare nemmeno una singola pistola. Segno di come, evidentemente, sul rispetto del diritto internazionale la vigilanza è solo ad Issue 1

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intermittenza. L’embargo deciso nel 2011 Come ben si sa, tutto inizia nel 2011 e più precisamente nel febbraio di quell’anno: caduti Ben Alì in Tunisia e Mubarack in Egitto, la cosiddetta “primavera araba” ha luogo anche in Libia con le città del paese

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che vedono l’inizio di manifestazioni contro Gheddafi, al potere da 42 anni. Nel paese il rais è ben saldo al potere, anche se non mancano dissensi e dissidi interni. Ben presto quelle manifestazioni rivelano la loro reale natura: si è difronte ad una guerra tra tribù ed a rese dei conti tra clan rivali. L’Europa però non comprende la situazione e su spinta anglo – francese dà vita ad un intervento militare capace di compromettere la stabilità delle istituzioni libiche. Ma tutto parte in realtà come “azione umanitaria” volta alla difesa dei civili. Il principio cioè non è quello di un intervento militare mirato contro Gheddafi, bensì di una serie di azioni volte ad impedire al rais di sedare le manifestazioni. Nel mese di marzo del 2011 infatti, a causa delle notizie poi rivelatesi false diffuse su alcuni canali arabi, si ha la sensazione che le forze di Gheddafi utilizzassero anche l’aviazione per contrastare il dissenso. Ecco quindi che le Nazioni Unite autorizzano sia la no fly zone, che l’embargo di armi in Libia. In pratica, con l’ombrello della Nato, l’occidente interviene per far evitare agli aerei di Gheddafi di prendere il volo e per evitare che dentro il paese arrivino nuove armi. Un’operazione di polizia che invece, come si sa, si rivela una vera e propria guerra contro il rais il cui potere termina definitivamente con l’avanzata dei ribelli nell’ottobre del 2011. Caduto Gheddafi, la no fly zone non ha più ragione d’esistere. Viene però mantenuto l’embargo sulle armi. Ma in otto anni di guerra civile e di contrapposizione tra milizie e tribù che si contendono ciò che rimane della Libia, le armi circolano liberamente e nei combattimenti che coinvolgono il paese nell’era post Gheddafi ad essere impiegate non sono soltanto munizioni rimediate dai depositi lasciati incustoditi dell’esercito del rais. Dall’estero, anche dal Mediterraneo, giungono in Libia grandi quantità di armi moderne dai più svariati sponsor internazionali delle varie milizie impegnate nei vari campi di battaglia.

sbagliato, l’intervento contro Gheddafi rientra nei crismi del diritto internazionale. Si tiene dunque a sottolineare che l’Europa ha contribuito a destabilizzare un paese ma, al tempo stesso, ha sempre cercato di muoversi nei meandri del diritto. Oggi che proprio il diritto internazionale è palesemente violato, nessuno interviene. Il vecchio continente, così solerte a giustificare un errato e deleterio intervento militare in nome del rispetto del diritto internazionale, oggi appare ben lontano dal muoversi politicamente per far rispettare le norme. Questo sintetizza l’attuale situazione in Libia e ben spiega come mai nel paese nordafricano qualcuno si muoverà, nel concreto, per arrivare quanto prima alla pace od almeno ad un cessate il fuoco. Lo scoop del New York Times, che evidenzia come le armi trovate in un deposito di Haftar a Gharyan nei giorni scorsi appartengano ai francesi, è solo l’ultimo di una lunga serie di episodi del genere. Nelle ultime settimane, ed in special modo da quando a Tripoli il governo di Al Sarraj e l’esercito di Haftar si fronteggiano per il controllo della capitale, in Libia è una vera e propria corsa agli armamenti. I turchi inviano i droni a favore di Al Sarraj, gli emiratini armi per Haftar. In mezzo anche rinforzi qatarioti da un lato, egiziani dall’altro. E poi armi e mezzi giunti negli ultimi anni, in gran segreto, dal Mediterraneo. Se la Libia è una polveriera lo si deve anche al mancato rispetto del diritto internazionale che, sul fronte dell’embargo sulle armi, nessuno ha la seria intenzione di rispettare.. www.it.insideover.com

Il diritto internazionale è carta straccia Ed è qui che emerge una delle tante contraddizioni della guerra in Libia. Si ripete da anni che, pur se politicamente Issue 1

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Quota 100 svuota gli ospedali: corsa alla pensione per medici e infermieri

12 luglio 2019 I pensionamenti dovuti a «Quota 100» a maggio 2019 sono stati secondo la survey 5.325, di cui 682 medici, 1.009 infermieri, 352 operatori s oci o sanitari, 1. 070 amministrativi, 2.212 altri, soprattutto tecnici. A questi si aggiungono i pensionamenti dovuti a Opzione donna, che sempre a maggio 2019 sono risultati 589, di cui 36 medici, 189 infermieri, 40 Operatori socio sanitari, 11 amministrativi, 243 altri. Sono già migliaia i medici, gli infermieri e gli altri operatori che hanno lasciato il lavoro prima del previsto approfittando di «Quota 100», e il trend rischia di svuotare gli ospedali, con effetti sulle prestazioni. A lanciare l'allarme è la Fiaso, la federazione delle aziende ospedaliere, che ha fatto i conti per il periodo gennaio-maggio: I pensionamenti dovuti a «Quota 100» a maggio 2019 sono stati secondo la survey 5.325. Il 30% di quelli complessivi

Il 30% dei pensionamenti del 2019, sottolineano gli esperti Fiaso è dovuto a Quota 100 e Opzione donna. «A fronte di questa situazione - precisa Ripa di Meana Fiaso ha presentato al tavolo una serie di proposte. Nel breve riteniamo necessario l'aggiornamento del percorso di specializzazione, consentendo anche alle aziende sanitarie di stipulare direttamente ulteriori contratti rispetto a quelli banditi annualmente dalle Università. L’allarme di Fiaso riunita in assemblea a In secondo luogo, in caso di oggettiva Roma è stato lanciato durante il tavolo di impossibilità a garantire i servizi, abbiamo confronto sul Patto per la Salute. proposto la stipula di incarichi liberoprofessionali per i periodo strettamente «Quota 100 rischia di far aumentare del necessario, ricorrendo a medici in quie24% i pensionamenti anticipati del scenza o abilitati alla professione anche se personale sanitario - ha sottolineato il non ancora specializzati». presidente Carlo Ripa di Meana accentuando le criticità già esistenti e www.ilsole24ore.com mettendo in discussione l'offerta assistenziale, al punto da porre le aziende sanitarie nella condizione di dover individuare soluzioni per scongiurare l'interruzione di pubblico servizio». Dai dati, frutto di un'indagine condotta dalla stessa Federazione su oltre il 50% delle aziende sanitarie pubbliche, è emerso un significativo aumento dei prepensionamenti in particolare tra gli amministrativi (+33%), gli operatori sociosanitari (+26%) e gli infermieri (+20%), con una adesione rilevante a “Quota 100” anche dei medici (+16%).

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" A s p e t t a nd o i l G i ro" , a C a s t e l b uono p rot a g oni s t i ol t re 4 0 0 a m a t ori 16 giugno 2019 Nella gara di oggi a Castelbuono il grande Peppino Terenzio ha guidato la nostra squadra sul carro dei vincitori mantenendo il suo titolo di brigadiere volante a carattere nazionale e portando a casa la vittoria di squadra sia per la categoria

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Uomini che Donne... Un grazie speciale a tutti i Pegasiani che, Uniti nella squadra e guidati dalla passione, sono saliti sul podio come una delle migliori squadre a carattere regionale. Forza Pegasiani... siete mitici.

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Novità Giuridiche ... curiose.... ed altro IMMIGRAZIONE A rischio in patria il diritto al lavoro e alla salute: niente protezione in Italia. Respinta definitivamente la richiesta presentata da un uomo originario del Bangladesh. Non decisivo, per i Giudici, il richiamo alla precaria situazione economica presente in patria. (Corte di Cassazione, sez. VI Civile -1, ordinanza n. 18208/19; depositata il 5 luglio)

Laddove vi sia una pluralità di locatori, a ciascuno di essi sono riconosciuti pieni poteri gestori. Presumendosi, in difetto di prova contraria, il consenso degli altri locatori, il singolo locatore può agire al fine di ottenere il rilascio dell’immobile, dovendosi escludere la necessità di integrazione del contraddittorio. (Corte di Cassazione, sez. III Civile, sentenza n. 17933/19; depositata il 4 luglio))

RISARCIMENTO DANNI IMPUGNAZIONI Il termine di impugnazione della sentenza di interdizione non è soggetto alla sospensione dei termini feriali. In tema di sospensione feriale dei termini processuali, il carattere di eccezionalità della norma di cui all’art. 3 l. n. 742/1969, che pone una precisa deroga al principio generale di sospensione dei termini durante il periodo feriale, comporta non solo che non possa esserne estesa l’applicazione a tipologie di controversie diverse da quelle espressamente richiamate, ma anche che le categorie sottratte all’operatività della regola generale della sospensione dei termini durante il periodo feriale deve essere ristretta ai soli casi in cui la sua ritardata trattazione potrebbe produrre grave pregiudizio alle parti come avviene per i procedimenti che dispongono l’apertura o la chiusura dell’amministrazione, di contenuto corrispondente alle sentenze pronunciate in materia di interdizione ed inabilitazione. (Corte di Cassazione, sez. VI Civile - 1, ordinanza n. 18015/19; depositata il 4 luglio)

Manutenzione carente, ma la buca sul marciapiede è visibile: niente risarcimento per la donna caduta Escluso ogni addebito a carico del Comune. Responsabile per l’episodio, verificatosi in un piccolo paese in Calabria, è esclusivamente la persona danneggiata, che avrebbe dovuto assumere un comportamento più attento a fronte di un pericolo evidente. (Corte di Cassazione, sez. III Civile, ordinanza n. 17903/19; depositata il 4 luglio)

CIRCOLAZIONE STRADALE Il triplice obbligo di condotta del conducente nei confronti del pedone. Ispezionare la strada; conservare il controllo del veicolo; prevedere tutte le situazioni di comune esperienza, in modo da non costituire pericolo o intralcio per gli altri utenti della strada. (Corte di Cassazione, sez. IV Penale, sentenza n. 29277/19; depositata il 4 luglio)

LOCAZIONE Il rilascio dell'immobile locato può essere richiesto anche da uno solo dei locatori. Page 39

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Novità Giuridiche ... curiose.... ed altro Consiglio di Stato: chiarimenti su distinzione tra sostituzione, ristrutturazione e nuova costruzione

02 luglio 2019 Non la sentenza n. 3208/2019 pubblicata il 20 maggio, la Sezione Seconda del Consiglio di Stato ha ricordato che “un intervento di demolizione e successiva ricostruzione può essere qualificato come di ristrutturazione edilizia solo laddove vi sia una certa continuità tra la nuova opera e quella precedente alla demolizione”. Il criterio discretivo tra l’intervento di 'demolizione e ricostruzione' e la 'nuova costruzione' “è costituito proprio, nel primo caso, dall’assenza di variazioni del volume, dell’altezza o della sagoma dell’edificio, per cui, in assenza di tali indefettibili e precise condizioni si deve parlare di intervento equiparabile a “nuova costruzione”, da assoggettarsi alle regole proprie della corrispondente attività edilizia”.

pregio interpretativo a seguito dell’ampliamento della categoria della demolizione e ricostruzione operata dal d.lgs. n. 301 del 2002 in quanto “proprio perché non vi è più il limite della ‘fedele ricostruzione’ si richiede la conservazione delle caratteristiche fondamentali dell’edificio preesistente nel senso che debbono essere presenti gli elementi fondamentali, in particolare per i volumi” per cui “la ristrutturazione edilizia, per essere tale e non finire per coincidere con la nuova costruzione, debba conservare le caratteristiche fondamentali dell’edificio preesistente e la successiva ricostruzione dell’edificio debba riprodurre le precedenti linee fondamentali quanto a sagoma, superfici e volumi” (cfr. Cons. Stato, sez. V, 9 agosto 2018, n. 4880).

Tali criteri hanno un ancora maggiore

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Ztl: la scritta “varco attivo” diventa i l l e gi t t i m a 04 luglio 2019 Nelle linee giuda del ministero dei Trasporti, la nuova segnaletica per avvisare gli automobilisti che le telecamere sono accese e che non si può passare, diventa “Ztl attiva”. Scompare per sempre la segnaletica con la scritta “varco attivo” in prossimità delle Ztl (zone a traffico limitato): i Comuni dovranno rimpiazzare la vecchia scritta con una dicitura più chiara e coerente. Questo perché la parola “varco”, nella lingua italiana, significa “passaggio” e non già Issue 1

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“controllo”. Tant’è che, alla vista “varco attivo”, più di un conducente ha creduto sino ad oggi di poter transitare senza infrangere il Codice della strada. Salvo poi vedersi notificata a casa una contravvenzione. Ora però diventa illegittima la scritta “varco attivo” per le Ztl. A cancellare l’equivoco che in tutti questi anni è costato diverse multe agli automobilisti sono le linee guida appena

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Novità Giuridiche ... curiose.... ed altro approvate dal ministero dei Trasporti e diffuse ai Comuni. Un apposito paragrafo delle nuove istruzioni sulle Ztl è dedicato proprio alla segnaletica delle Ztl per garantire una maggiore trasparenza e comprensione agli utenti della strada. In pratica, da oggi in poi, oltre alla segnaletica con il simbolo Ztl, dovremo trovare una di queste due scritte:

vigenza e/o la fascia oraria di divieto della Ztl. Il pannello integrativo deve inoltre riportare limitazioni, deroghe ed eccezioni. Se c’è una telecamera, è necessaria l’esposizione di un pannello integrativo con la dicitura “controllo elettronico Ztl”.

Ztl attiva, quando il divieto di transito è in Al posto di Varco Attivo dovremo trovare vigore; scritto Ztl Attiva Ztl non attiva, quando il divieto non è in vigore. Nel caso di Ztl variabile, con controllo elettronico, in aggiunta alla segnaletica Se hai preso una multa con “varco attivo” verticale sopra riportata, deve essere si può annullare installato sopra il segnale di varco un Quante volte sei passato davanti a un pannello a messaggio variabile (Pmv) per cartello con la scritta Ztl e ti sei chiesto se un miglioramento per l’utenza stradale potevi passare o meno. Di recente i Comuni della segnalazione della vigenza o meno hanno istituito degli apparecchi di controllo della disciplina della Ztl (v. Tavola 10 – elettronico tramite telecamere. Ma non varco 5). sempre queste sono in funzione. Nel caso infatti di Ztl variabili (ossia limitate a Il Pmv deve riportare le seguenti diciture: determinati giorni o ad alcuni orari) ben potrebbe essere che il passaggio in centro quando è vigente il divieto: Ztl attiva sia permesso. Per consentire agli (possibilmente di colore rosso); automobilisti di capire quando transitare, quando non è vigente il divieto: Ztl non gran parte dei Comuni ha usato un’ap- attiva (possibilmente di colore verde). posita segnaletica con la scritta varco attivo. Se si tratta di una zona turistica, il La dicitura, però, è infelice. Alla lettera, pannello integrativo deve riportare le infatti, la scritta “varco attivo” significa che seguenti diciture in lingua inglese, ed il “passaggio è aperto”, e quindi libero. eventualmente con la corrispondente Nelle intenzioni dei Comuni, invece, c’era colorazione: la volontà di dire che la telecamera era attiva e, quindi, il divieto era vigente. Ztl closed quando è vigente il divieto (in colore Proprio per questa ragione, molti giudici rosso); di pace hanno iniziato a cancellare le multe Ztl opened quando non è vigente il divieto (in ricevute da chi ha trovato la scritta “varco colore verde). attivo”. Leggi sul punto Varco attivo: che Che ne sarà delle nuove multe? significa? Stando a quanto è intuibile, dopo l’approvazione delle nuove linee guida, Come cambia la segnaletica Ztl Le nuove linee guida del Mit spiegano potranno essere impugnate le multe per Ztl invece come deve essere la segnaletica Ztl. se c’è ancora il vecchio segnale con la Il Comune deve valutare la possibilità di scritta varco attivo. Seppure ciò non risulta inserire innanzitutto una segnaletica ancora formalmente in una norma del orizzontale, ossia le classiche linee e scritte Codice è tuttavia un percorso interpretativo giustificabile e sostenibile in sulla strada. Sarà possibile tracciare a terra il simbolo giudizio alla luce della novità appena introdotta dal ministero dei Trasporti. Ztl nei varchi in ingresso. La segnaletica verticale, invece, prevede il classico simbolo Ztl insieme al pannello ww.laleggepertutti.it integrativo con il periodo e/o i giorni di Issue 1

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Novità Giuridiche ... curiose.... ed altro R e a t o v e nd e re ca nna b i s l i g ht 11 luglio 2019

anche il loro commercio quando sono diversi da quelli indicati dalla normativa. Che fine fa la cannabis light? Per sapere che fine farà la cannabis light non c’è che leggere la direttiva europea in materia [3]. È lecito coltivare le varietà di canapa che compaiono nel catalogo delle specie di piante agricole per uso alimentare, per la produzione di cosmetici, di combustibili o di fibre oppure per la bioedilizia. Ma non per altri fini.

Vendere cannabis light è reato. Lo conferma la Cassazione nelle motivazioni della sentenza [1] con cui aveva scritto di recente la parola «fine» sulla vicenda della cosiddetta canapa leggera. Non è punibile, invece, la coltivazione o il commercio della canapa per prodotti autorizzati dalla legge [2], come fibre e carburanti.

Cannabis light: le polemiche con Salvini Interessante «l’assist» che la Cassazione lancia al Parlamento: nella sentenza, la Suprema Corte suggerisce che il legislatore può intervenire di nuovo sulla regolamentazione delle attività imprenditoriali coinvolte nella coltivazione e nella vendita dei derivati della cannabis light. Il che non dispiacerebbe ai commercianti A questo punto, e dopo il pronunciamento del settore, costretti a chiudere bottega delle Sezioni Unite della Suprema Corte, dopo le critiche rivolte dal ministro commercializzare cannabis light equivale dell’Interno Matteo Salvini. allo spaccio di droga, in quanto non è permessa la cessione di foglie, di olio, di Il vicepremier leghista, infatti, aveva resina e delle inflorescenze derivati da annunciato controlli più ferrei sui negozi di questa pianta. Non importa se il contenuto cannabis che lo stesso Salvini considera – di thc sia basso: tutt’al più, i derivati messi come da lui sostenuto pubblicamente – in vendita devono essere privi di effetti «luoghi di spaccio». Tanto è bastato per far psicotropi o droganti. Oppure, il livello di partire una raffica di querele per thc compreso tra 0,2% e 0,6% venga diffamazione contro Salvini e di cause raggiunto nel momento in cui matura una contro lo Stato da parte dei negozianti che, a loro parere, sono stati messi in cattiva coltivazione legale. luce dal ministro, oltre ad essere stati economicamente danneggiati. Cannabis light: le motivazioni della sentennote za Ma perché? Secondo la Cassazione, non è [1] Cass. pen. SS.UU. sent. n. 30475/2019. condivisibile il principio secondo cui una percentuale di Thc inferiore allo 0,6% non [2] Legge 242/2016. comporti un effetto drogante. Quella percentuale – spiegano i giudici – è la [3] Direttiva 2002/53/CE della Commissione soglia ammessa per scagionare europea.. l’agricoltore che utilizza delle qualità di canapa consentite dalla legge. Ciò non vuol dire, precisa la sentenza, che siano legali i ww.laleggepertutti.it derivati della cannabis light e, quindi, Issue 1

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Il mondo della Tecnologia

H p - D e l l p e ns a no a p rod urre f uori d a C i na Prosegue la fuga dell'hi-tech Usa, nonostante tregua commerciale

06 luglio 2019 La tregua della guerra commerciale tra Usa e Cina, firmata a Osaka per la seconda volta in sette mesi dai presidenti Donald Trump e Xi Jinping, non cambia i piani dei principali gruppi dell'elettronica di largo consumo sullo spostamento di parte della produzione fuori dal Dragone. HP, Dell, Microsoft e Amazon stanno ingrossando l'esodo che minaccia la posizione di leadership mondiale della Cina nei gadget tecnologici, favorendo lo sdoppiamento della supply chain, il processo di produzione e distribuzione su scala globale, necessario a causa dei dazi incrociati tra Washington e Pechino. Un fenomeno che sembra confermare le affermazione di Trump "sulle molte compagnie che stanno lasciando" la Cina a favore di altri Paesi. In base a diverse fonti, il quotidiano Page 43

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Nikkei Asian Review ha riportato che HP e Dell, rispettivamente numero 1 e 3 del pianeta nei personal computer con una quota aggregata di circa il 40% del mercato globale, puntano a delocalizzare fino al 30% della loro capacitĂ di notebook. Microsoft, Google, Amazon, Sony e Nintendo stanno valutando mosse simili per le console di videogame e la manifattura di smart speaker. Stesse misure sono al vaglio di altri costruttori di pc come la cinese Lenovo, Acer e Asustek. Apple, sempre secondo le indiscrezioni di stampa, sta studiando gli effetti dello spostare fino al 30% della produzione degli iPhone. . FONTE

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A c hi l l e p i è v e l oc e Ci sono libri che ti commuovono e ci sono libri che ti fanno ridere. E poi ci sono quei libri speciali che sono capaci di fare entrambe le cose, e questa è un po' la firma di Stefano Benni. Achille piè veloce (Feltrinelli, 2003) è un libro duro e poetico, un libro sulla vita, sull'impossibilità di viverla da una parte e sull'incapacità di cambiarla dall'altra. Il rapporto tra Achille ed Ulisse è un rapporto che di epico non ha soltanto il nome. Il viaggio che intraprendono è un viaggio mentale, letterario, che avviene nell'immobilità di una stanza buia ma nella velocità della scrittura. E' proprio la scrittura il punto di incontro fra queste due personalità così diverse, uno scrittore poligamo politropo e un ragazzo gravemente malato, che porterà i due a scontrarsi contro quei mostri che si nascondono sotto una parvenza di normalità. Mostri quotidiani, quasi banali. Benni affronta questi temi con ironia, facendoci capire come anche storie così terribili possono essere raccontate con piglio leggero, pur facendoci promettere, inconsciamente, di non dimenticarle. Ulisse è uno scrittore che sta vivendo una profonda crisi creativa: ha pubblicato un solo libro dal successo mediocre e, attualmente, lavora presso una casa editrice di sinistra come correttore di bozze, anzi, citando una sua espressione, come lettore di “scrittodattili”, racconti inviati da scrittori alle prime armi, che egli immagina, in miniatura, venir fuori dalla sua tasca per chiedere di essere i primi a essere letti. Ulisse è pieno di lavoro, pur essendo retribuito in modo irrisorio e saltuario, il suo animo tormentato gli parla per mezzo di questi piccoli aspiranti autori, che lo stuzzicano spesso in cerca di attenzione. Il suo capo, Vulcano, è alla ricerca di qualcosa che salvi la casa editrice dal fallimento in cui sta pietosamente crollando. Crisi creativa a parte, Ulisse non è certo un uomo depresso: è innamorato di una ragazza bellissima, che tuttavia non esita a tradire saltuariamente. Pilar è una splendida immigrata sudamericana senza permesso di soggiorno, che sta combattendo per tenersi il suo posto di lavoro presso un centro commerciale che minaccia licenziamenti. Tra il suo lavoro e i tentativi di aiutare la fidanzata, Ulisse vive una quotidianità senza eccessivi colpi di scena. Un giorno Ulisse riceve la lettera di Achille, protagonista vero della vicenda e fulcro della storia. Tenuto in casa dalla madre che lo ama e dal fratello che lo odia, nascosto al mondo per via di una grave malformazione che lo ha reso paralitico, Achille è un ragazzo coltissimo che vive in compagnia della sua fornita libreria. L’incontro di questi due personaggi dai nomi omerici avrà conseguenze inaspettate: comunicando in modi diversi (Ulisse parlando, Achille scrivendo), si instaura un’amicizia bizzarra e forte, che si rivelerà importante per entrambi. Achille cerca Ulisse per un motivo preciso e, quest’ultimo, nello sforzo di aiutare l’altro, si aprirà sulla sua vita personale; Ulisse, un uomo taciturno e riservato, e Achille, complicato essere dal carattere sarcastico e a tratti odioso, si racconteranno l’un l’altro arricchendo, entrambi, le loro esistenze. Antonio Savastano

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Effetto ..... Letteratura a cura di Pietro Pancamo Pietro Pancamo, autore della silloge poetica «Manto di vita» (LietoColle), conduce un podcast letterario a cadenza mensile su Radio Big World (emittente italofona di Madrid) e scrive per la piattaforma culturale di Hong Kong «Beyond Thirty-Nine». Ha collaborato, come recensore, con il sito dell’edizione fiorentina del «Corriere della Sera». Dopo essere stato incluso nell’antologia «Poetando» (Aliberti), curata da Maurizio Costanzo, si è visto pubblicare una breve raccolta di versi dal blog «Poesia» di RaiNews 24 e dedicare una puntata del programma «Poemondo» dalla radio nazionale della Svizzera italiana. Di recente è apparso su «Diogen», rivista letteraria di Sarajevo fra le più importanti d’Europa.

Amici di «EffettoTre», mentre Alessandro Petacchi farfugliava, vittima d’una misconoscenza a dir poco plenaria, seriale e terminale della lingua nostrana; mentre Andrea De Luca, con la sua proverbiale incapacità di mettere in croce anche solo due parole, riusciva (paradossalmente) a mettere in croce tutto l’italiano; e mentre Fabio Genovesi lodava a “ciclo” continuo i paesaggi toscani, il campione olimpico Elia Viviani perdeva a tavolino, il 13 maggio scorso, la terza tappa del Giro d’Italia. Ma il ciclismo non è soltanto il nobile sport di Bartali e Froome, od un mero programma televisivo come il Giro d’Italia, per l’appunto, e il Tour de France. No, è anche una metafora della vita, cari lettori: a dimostrarlo chiaramente, contribuisce una serie nutrita di frasi celebri, fra cui spiccano senz’altro quella di Elias Canetti (“Corridore: non tollera ombre sulla propria ombra”) e quella di Vasco Pratolini (“I corridori ritardatari, anime dannate che Dante si dimenticò di cantare”); frasi, naturalmente, molto più belle e significative della poesiola striminzita che vi propongo qui di seguito. Pietro Pancamo ***

IL TRAGUARDO I cerchioni nel grano di una bici caduta. Anzi no: scagliata via. E mentre il traguardo straguardo da lontano, mi dico a pugni stretti: «La fede è più fragile persino della vita». Pietro Pancamo (pietro.pancamo@alice.it) Page 45

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Presi per la..... Gola!!!!

C ri s p e l l e con ri cot t a o a cci ug a

Questo popolare cibo di strada nasce da ingredienti poveri, ma si rivela molto saporito. In talune zone della Sicilia, soprattutto a Catania e in territorio etneo, non vi è festa o sagra di paese nella quale non si vedano affollate friggitorie ambulanti dove è possibile consumare le crispelle calde, spesso insieme ad un buon bicchiere di vino rosso.. Ingredienti -

500 g di farina 10 g di lievito di birra 12 acciughe diliscate 100 g di ricotta 1 l di olio extra vergine di oliva

d’acqua, impastando finché otterrete un composto molto morbido ed elastico che lavorerete ancora a lungo. 2 Ponete la pasta a lievitare per tre ore. Con le mani bagnate prendete due cucchiai di pasta, formate una pallina (grande come una da tennis); 3 inseritevi una pallottola di ricotta oppure un’acciuga e gettate le crispelle in abbondante olio bollente. Quando saranno dorate da ogni scolatele bene e servitele calde.

Vino consigliato: Vulkà Etna Rosso - DOC Etna

PREPARAZIONE

FONTE

1 Preparare una pasta con farina, un pizzico di sale, il lievito sciolto con un po’ Issue 1

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Effetto....gusto.. Vulkà - ETNA ROSSO DOC Etna Vulka Etna Doc nasce come interpretazione autentica di ciò che il vulcano rappresenta, da sempre, per chi vive all’ombra del suo inconfondibile profilo: natura potente e forza rigeneratrice. Un’energia vitale che si ritrova in questi vini dalla vibrante mineralità, a cui l’origine vulcanica e l’altitudine dei vigneti conferiscono carattere, eleganza e uno stile unico Vulkà Etna Rosso, blend di Nerello Mascalese e Nerello Cappuccio, è un’interpretazioneautentica del terroir etneo, ma capace di coniugare eleganza e bevibilità. L’energia vitale dell’Etna si ritrova in questo vino a cui l’origine vulcanica e l’altitudine dei vigneti conferiscono grande mineralità e un carattere straordinario. Uvaggio : Nerello Mascalese 80% - Nerello Cappuccio 20% Vigneti : terreni composti da sabbie vulcaniche, derivati dal disfacimento delle masse laviche, molto ricchi di minerali, posti ad un’altitudine che va dai 650 ai 750 m s.l.m. con notevoli escursioni termiche tra il giorno e la notte; sistema di allevamento: contro-spalliera a cordone speronato Raccolta : manuale in cassette, nella seconda-terza settimana di ottobre Macerazione : a freddo per 24 ore Fermentazione : per circa 10-15 giorni a temperatura controllata (22-24°C) Affinamento : prevalentemente in acciaio, poi breve passaggio in tonneaux e infine 5-6 mesi in bottiglia Grado alcolico : 13% vol. - Alla vista : rosso rubino vivace Al naso : ampio profilo aromatico con sentori floreali e note di frutta rossa e spezie Al palato : grande mineralità ed equilibrio, con tannini levigati che conferiscono rotondità ad un rosso di buona struttura, dal lungo finale fruttato Abbinamenti : ideale con gustosi primi piatti, carni arrosto e formaggi semi-stagionati, ma ben s’abbina anche con piatti di pesce particolarmente saporiti Servire a : 16-18°C. Fonte Page 47

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"Non ti viene mai dato un sogno senza che ti venga dato il potere di farlo avverare. Può darsi tuttavia che tu debba faticare per questo.". (Richard Bach )

Luglio 2019 • Anno XIII 15 luglio 2019

• Numero 140

Co.Bo.Di.

email - co.bodi@yahoo.it

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