Le nuove del Pais 2019_3

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Anno LIV • agosto-ottobre 2019 • N. 3

Le nuove del Pais BOLLETTINO DEL DECANATO DI LIVINALLONGO 32020 BL-I

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RISURREZIONE Risurrezione non è il ritorno della vita di prima, nemmeno alla vita di prima, ma la vita di prima passata attraverso la morte. Forse l’immagine del seme che marcisce, che muore, e che germoglia può donarci un’idea della risurrezione, della sua novità. Anche nella morte della chiesa dobbiamo cercare di morire con Cristo per poter risorgere con Lui. Non avrebbe senso parlare di Chiesa al di fuori di Gesù Cristo. Fino a quando non sapremo vivere il Calvario, non passeremo attraverso il silenzio, l’assenza del sabato santo, e non andremo alla tomba per visitare “il morto” non troveremo mai il vuoto di quella tomba e non vivremo l’incontro con la risurrezione.

I

UN’ALLEANZA, UNA TERRA, UN POPOLO

o credo che tutti siamo chiamati a rivisitare la nostra fede, in continuazione, personalmente e comunitariamente. E siamo chiamati a rivisitarla non con letture sociologiche, psicologiche, antropologiche, statistiche, politiche, filosofiche, ma alla luce della parola di Dio. La fede è una relazione, e come tutte le relazioni devono essere “rivisitate” in continuazione, pena la loro scomparsa. Anche la fede, per vivere e per essere viva, ha bisogno di essere rivisitata. Sono indispensabili alcuni atteggiamenti per una rivisitazione che sia vera: libertà, ricerca, fede, amore. La prima cosa richiesta è quella di “credere” nella fede. E non è un gioco di parole. Poi ci è richiesta la libertà per fare spazio alla novità della vita che vive, e anche della vita che muore. Quindi l’impegno della ricerca, e non da ultimo l’amore per quello che cerchiamo, che crediamo, e che vorremmo vivere. Andando alla Parola di Dio che è la sola sorgente di luce per la nostra fede, noi cogliamo già nell’Antico Testamento questi tre grandi contenuti di una promessa: un’alleanza, una terrà, un popolo. La promessa naturalmente chiede di fidarci. Dio promette un’appartenenza reciproca (sarò il tuo Dio e tu sarai il mio popolo), promette una terra (dove scorre latte e miele), una discendenza (numerosa come le stelle del cielo e la sabbia del mare). La prima terribile grande domanda: che

ne abbiamo fatto della nostra appartenenza a Dio? E della nostra terra? E della nostra umanità? Tragica risposta: Dio posto in un angolo, la terra inquinata e abbandonata, l’umanità umiliata in balia di tanti idoli. Dalla Parola di Dio abbiamo questa indicazione: la promessa è legata all’osservanza dei comandi che il Signore ci ha dato. Come possiamo riassumerli? Così: Ama il Signore, ama il prossimo, fate questo in memoria di me, annunciate il Vangelo, servitevi gli uni gli altri (con una attenzione particolare per il bisognoso), accogliere i bambini. Al di fuori di una obbedienza leale a questi comandi è impensabile l’attualizzarsi del contenuto delle promesse. Le promesse hanno bisogno di accoglienza, di annuncio, di servizio, di amore, di “ricordo”. Sono i pilastri dell’alleanza, che è la vera origine, il vero contenuto, la vera meta della vita. La vecchia alleanza è sancita dalle tavole della legge. Non è stata “rottamata”, ma su di lei si inserisce una nuova alleanza. Il Cristo è la nuova alleanza tra Dio e gli uomini e la grande Continua a pag. 2


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