Le nuove del Pais 2016_3

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Anno XLXI • luglio-settembre 2016 • N. 3

Le nuove del Pais Bollettino del decanato di livinallongo 32020 BL-I

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L’undicesima Giornata per la custodia del creato ha come tema «La misericordia di Dio per ogni essere vivente»

La custodia del Creato, compito per ciascuno di noi L

a Giornata per la custodia del creato è un’iniziativa voluta dalla Conferenza Episcopale Italiana in sintonia con le altre comunità ecclesiali europee che consiste in una giornata annuale dedicata a riaffermare l’importanza, anche per la fede, dell’ambientalismo in tutti i suoi aspetti. Nel promuovere questa iniziativa la Chiesa Ortodossa ha tutt’ora un ruolo importante. La giornata si celebra il 1º settembre, capodanno ortodosso, partendo da una proposta fatta nel 1989 dell’allora patriarca di Costantinopoli Dimitrios I che nell’enciclica indirizzata per l’inizio dell’anno ecclesiastico, scorgeva tutto il pericolo per il deteriorarsi dell’ambiente, ma avvertiva tutta la responsabilità della Chiesa nei confronti dell’opera di Dio. Per questo

la ricorrenza annuale diventa anche un punto di incontro tra cristiani cattolici e ortodossi in Europa. Da noi le diocesi di Trento, Belluno-Feltre, Bolzano-Bressanone e Como la celebrano assieme incontrandosi in un luogo significativo di questi territori. Quest’anno è avvenuto in Val Visdende, in Comelico, dove l’arcivescovo di Trento monsignor Lauro Tisi ha condiviso e lanciato il “messaggio per il Creato” insieme alle altre diocesi. “Custodire il creato – dice l’appello letto nella chiesa della Madonna delle Nevi a Pra Marino - non significa sfruttarlo fino a compromettere la vita dei più poveri”. A partire dal “mea culpa” per i “gravi fenomeni d’inquinamento”‘, i territori “più urbanizzati e de-

La sottoscrizione del “messaggio per il Creato”.

gradati”‘, le catastrofi causate dall’uomo (come quella del Vajont nel 1963), il documento, firmato anche da due delegati dall’arcidiocesi ortodossa d’Italia e di Malta, insiste sulla responsabilità personale nel governo del territorio: “Ciascuno di noi non può pensare che i cambiamenti climatici siano ineluttabili, ma si deve impegnare con un personale stile di vita a ridurre gli sprechi, ad assumere comportamenti consoni e rispettosi, anche a evitare nuove infrastrutturazioni ove non necessarie al bene comune”. Nel suo intervento, monsignor Tisi, accompagnato dai delegati don Andrea Decarli e don Rodolfo Pizzolli e dai laici della pastorale sociale, ha osservato come la conversione ecologica, ribadita pure da Papa Francesco nel messaggio per la giornata di oggi, si realizza anche “nel riconoscere l’altro non come una minaccia ma come una risorsa e un’opportunità”. Papa Francesco, il suo messaggio lo conclude così: “Leggere in quest’anno la Laudato si’ (una sua enciclica sul creato) significa pure accogliere l’invito ad allargare il nostro cuore nel praticare la misericordia, scoprendoci membri di una comunità della creazione, che vive di una molteplicità

di relazioni vitali. «Creati dallo stesso Padre, noi tutti esseri dell’universo siamo uniti da legami invisibili e formiamo una sorta di famiglia universale, una comunione sublime che ci spinge ad un rispetto sacro, amorevole e umile». Dobbiamo ancora imparare a condividere la tenerezza del Padre per le sue creature, a riconoscerne il «valore intrinseco», aldilà della loro utilità per noi. Dobbiamo ancora apprendere le forme di un rapporto equilibrato tra la cura che dobbiamo agli esseri umani – in particolare verso le vittime del degrado ambientale provocato da guerre e migrazioni obbligate – e l’attenzione per gli altri viventi: in parecchi casi le nostre relazioni con essi comportano sofferenze che potrebbero essere evitate. L’Enciclica Laudato si’ è tutta un invito alla conversione ecologica, a un riorientamento delle pratiche che si radichi in un cuore rinnovato. Impariamo a sperimentare, in modo più intenso il dono del creato, scoprendoci immersi in una misericordia che chiama anche noi ad essere “in uscita”, nella cura responsabile per il creato e per la famiglia umana. Impariamo a praticare il dialogo con religioni e culture, a partire dalle Chiese cristiane, per ricercare assieme le vie di una custodia efficace di «sorella terra».


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