Anno XLX • luglio-settembre 2014 • N. 3
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G
iornata interessante quella del 17 agosto ad Arabba, una delle poche – tra l’altro – riscaldate dal sole. Ricca rassegna dei carri delle Frazioni, delle associazioni e dei gruppi. È da quando sono arrivato a Fodom che il mio pensiero si sofferma con soddisfazione in particolare sul volontariato presente in maniera abbondante nella nostra comunità. Soddisfazione che si accompagna spesso con un po’ di rammarico perché temo che coloro che si dedicano a queste opere non siano consapevoli fino in fondo del valore che hanno. In prima pagina, voglio parlarvi di questo. Quando una persona dichiara la propria fede, capita di sentire (sempre un po’ meno, a dire il vero): “Sono un cristiano praticante” oppure: “credo ma non pratico” (molto più spesso!). Generalmente queste frasi fanno riferimento al fatto che uno la domenica va a messa o no. Quella domenica, guardando sfilare i volontari, mi è venuto spontaneo pensare: “cristiani praticanti”. Ve la ricordate la parabola del buon Samaritano che per gli ebrei era un maledetto straniero e non andava certo al tempio come il sacerdote e il levita? Non si fermarono loro a soccorrere quel disgraziato, ma lui, lo straniero. E Gesù lo porta come esempio di chi mette concretamente in pratica la cosa più importante che è venuto ad insegnarci: l’amore per il “prossimo” che fa un tutt’uno con l’amore per Dio.
Volontario: cristiano praticante Di conseguenza, quando uno vuol bene agli altri e li aiuta, mette in pratica quello che ha chiesto Gesù: cioè è “praticante”. A me dispiacerebbe che chi fa volontariato non fosse consapevole di questo aspetto così importante degli interventi che compie. Naturalmente non bisogna farlo per essere ammirati dagli altri, per quel certo fascino che la divisa comporta, e magari anche per un po’ di prestigio.
A dire il vero, e non potrebbe essere che così, mi dispiace anche quando non si è consapevoli della grande opportunità che ci da il Signore Gesù, dopo averci fatto capire il valore del volersi bene, di attingere da lui la forza per poterlo fare fino in fondo senza secondi fini, con la gratuità, la delicatezza, la premura e la generosità che solo lui sa insegnarci. Ce lo dice ogni volta che partecipiamo alla
messa, ascoltando quello che ci insegna e accogliendolo nella nostra vita. Allora abbiamo raggiunto il massimo del nostro essere cristiani. Come vedete non sono cose lontane dalla nostra vita, irraggiungibili: a volta sono più facili, altre, più impegnative, ma a portata di mano e danno alla vita un sapore diverso. Grazie, volontari! don Dario
Alcune espressioni del Volontariato Fodom, presenti alla sfilata di domenica 17 agosto ad Arabba.