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I N D I C E EDITORIALE: Riflessioni sulla partecipazione alla giornata di mobilitazione "Rompiamo il silenzio" promosssa da Psichiatria Democratica, Bari, 31 marzo 2017 - Carlo Minervini - Pag. 3 • Rompiamo il silenzio! - Gennaro Dinota - Pag. 4 • Documento redatto dal collettivo di Psichiatria Democratica - Pag. 5 • Intervento dell'Associazione 180amici Puglia all'incontro-dibattito "Rompiamo il silenzio" - Cosimo Venerito Pag. 7 • La necessità di un cambiamento - Maddalena Sterlicchio - Pag. 10 • Come muore la cultura della 180 in Puglia - Forum Salute Mentale - Pag. 12 LABORATORI • •

L'arte dell'anima - Noemi Albanese - Pag. 13 Io e il teatro - L. - Pag. 13

TESTIMONIANZE • Come fenici - Serena d'Angela - Pag. 14 • Nuovi orizzonti - Matilde Carrozzo - Pag. 14 • Note sulla sfida della cogestione, risorse e vincoli di una condizione di frontiera - Luca Negrogno - Pag. 15 • Il Centro Sperimentale Marco Cavallo: un’esperienza pilota di salute mentale nel Sud Italia - Riccardo Ierna Pag. 20 NOTIZIE DAI GRUPPI APPARTAMENTO • Paolo Minervini - Pag. 22 • Crescere insieme: Paolo, Patrizia e noi educatori - Alessandra Pisanò e Silvia Dimonte - Pag. 22 • Festeggiando la Pasquetta! - Cosimo Venerito - Maurizio Gasparello - Loredana P. - Vincenzo Malorgio - Pag. 23/24 IL FUORI DEL MARCO CAVALLO • •

Gita primaverile a Molfetta: il racconto dei nostri due inviati - Beatrice Solito - Paolo Minervini - Pag. 25/26 Presentazione del libro "Portare la vita in salvo" di Vito Calabrese - Filippo Cantalice - Alessandra Incontro - Fabio Alfonsetti - Pag. 27/28/29 Calcetto... che passione! - Donato Bruni - Pag. 30 "Premio Fraternità" al Marco Cavallo - Mimmo Cavallone - Pag. 31 Assemblea UNASAM del 22 aprile 2017 - Cosimo Venerito - Pag. 32 E allora... rompiamo gli schemi! - Gennaro Dinota - Pag. 33 Assemblea dell'Associazione 180amici Puglia ONLUS del 9 maggio 2017 - Cosimo Venerito - Pag. 34

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Questo è il periodico del Centro Sperimentale di Ricerca e Studio per la Salute Mentale di Comunità “Marco Cavallo” e dell’Associazione 180amici Puglia. Un centro del servizio Pubblico (Unità Operativa di Salute Mentale Mesagne/San Pancrazio - A.S.L. BR) cogestito con l’Associazione. Un impegno collettivo per la costruzione di un percorso di salute mentale di comunità e, nel contempo, un tragitto che porta a riconquistare i diritti di cittadinanza e renderli realmente esigibili per tutti. Nel periodico riportiamo le esperienze di tutti i protagonisti organizzate e vissute all’interno e all’esterno del Centro. Il periodico è ora iscritto al Tribunale di Brindisi, così da SRWHU GL൵RQGHUH PDJJLRUPHQWH O¶HVSHULHQ]D FROOHWWLYD GHO Marco Cavallo e non solo e si avvale della collaborazione del giornalista Maurizio Distante che ha accettato la nostra richiesta nell’essere direttore responsabile del nostro periodico 180Meraviglie.

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COMITATO di REDAZIONE Maurizio Distante Gennaro Dinota Augusta Caforio Alessandra Incontro Serena d'Angela Davide Marti Cosimo Venerito Noemi Albanese Maddalena Guida Maddalena Sterlicchio Fabio Alfonsetti e

con la partecipazione di tutti coloro che hanno qualcosa da dire


Editoriale

5LĂ€HVVLRQL VXOOD SDUWHFLSD]LRQH DOOD JLRUQDWD GL PRELOLWD]LRQH Âł5RPSLDPR LO VLOHQ]LR´ promossa da Psichiatria Democratica, Bari, 31 marzo 2016

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nnanzitutto vorrei ringraziare tutte/i del Marco Cavallo, anche chi non è venuto: infatti quella che andiamo a portare nei diversi momenti di confronto, tra cui quest’ultimo a Bari, è un'esperienza collettiva che vive grazie al contributo di tutte le persone che a vario titolo contribuiscono alla sua realizzazione. Un doppio grazie a chi ha voluto esserci; a partire da Gennaro che ormai è un “animale da palcoscenicoâ€? e con “professionalitĂ â€? è stato presente, a nome di tutti noi, al tavolo della presidenza: inoltre ha saputo, con calma e proprietĂ di linguaggio, sintetizzare, a braccio, le caratteristiche principali della nostra “scommessaâ€? ed i motivi che ci hanno spinti a condividere la giornata con Psichiatria Democratica. E che dire di Cosimo, il Presidente, oramai anche lui “rottoâ€? a presenziare a convegni ed iniziative varie presentando documenti ed elaborati in seno al collettivo, con pacatezza e giusti toni. Ma anche bravo Paolo che, seppur con qualche nota di ipercriticismo e un po’ di autoreferenzialitĂ intimistica, ha voluto e saputo esporsi anche mostrando la sua vena politica che ritengo sempre utile. E poi sottolineo la richiesta, che purtroppo non abbiamo potuto esaudire per mancanza di tempo, di Antonio De Cillis, che voleva anche lui intervenire al dibattito. Quindi la nostra presenza si è fatta sentire forte! Ma ringrazio anche tutte/i le/gli altre/i : Antonella e Maddalena, Fabio 1 e Fabio 2, Mimmo, Donato, Antonio F., Stefano, Giuseppe D., Giancarlo, Cosimo B., Rosa, Patrizia. Ho notato questa volta una presenza davvero attiva: tutti intenzionati non solo ad ascoltare con attenzione ma ad essere pronti alla “lottaâ€? per riconquistare il terreno che i servizi stanno perdendo giorno per giorno e ridare centralitĂ alle persone con esperienza diretta ed ai loro familiari. E poi credo che davvero non solo siamo stati presenti in tanti ma abbiamo risposto all’aspettativa degli amici di P.D. che ci avevano voluti proprio come esempio di “buona praticaâ€?. Abbiamo mostrato, con umiltĂ , l’alto livello raggiunto nella nostra esperienza sia come linguaggio sia come elaborazione di concetti ed idee, cosĂŹ come è stato evidente il frutto del quotidiano allenamento al ragionamento e al confronto. Abbiamo, oggi ancor piĂš di ieri, una precisa responsabilitĂ verso l’intera Regione: siamo, come testimoniato metaforicamente dal nostro stendardo in bella vista nella sala del Fortino, una realtĂ â€œportabandieraâ€? e fonte di speranza per molti! 3HU HVVHUH VLQFHUR VLQR LQ IRQGR GHYR GLUH FKH DQFKH LR VRQR ULPDVWR XQ SRÂś GHOXVR GDOOD OLPLWDWD DྡXHQ]D data l’iniziativa nata nel capoluogo e l’intenzione dichiarata di “rompere il silenzioâ€? e di “farci sentireâ€?, ma, ribadendo quanto detto nello scorso gruppo eventi, bisogna plaudire agli amici di Bari che hanno mostrato comunque la voglia di provarci e ancora credono che le cose possano cambiare; anzi la partecipazione non copiosa di operatori e cittadini baresi (la maggioranza dei presenti veniva da lontano!) sottolinea le enormi GLŕľśFROWj H OH JUDQGL UHVLVWHQ]H SROLWLFKH H SURIHVVLRQDOL D ULPHWWHUH LQ FHUWL ELQDUL OD VDOXWH PHQWDOH SXJOLHVH 8OWLPD ULĂ€HVVLRQH PL SDUH GL DYHU YLVWR D %DUL TXDOFKH VHJQDOH LQFRUDJJLDQWH SHU LO IXWXUR GHO 0DUFR &DYDOOR Mi spiego meglio: sappiamo tutti infatti che tra non molto io e la Dott.ssa Guida andremo in pensione e che, quindi, la possibilitĂ che l’esperienza vada avanti dipenderĂ in gran parte dal livello di maturitĂ raggiunto dall’Associazione 180amici e dai suoi Sepe: infatti la stessa Associazione, nel prossimo futuro, potrĂ proporre alla Regione di assumersi la responsabilitĂ di continuare a gestire il Progetto. Nella partecipazione attenta e motivata alla giornata di Psichiatria Democratica mi è sembrato di sentire la voglia di continuare e la consapevolezza di star partecipando ad una impresa di grande valore innovativo e culturale nonchĂŠ un forte senso di appartenenza. Grazie a tutto il collettivo del Marco Cavallo! Carlo Minervini

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Rompiamo il silenzio!

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’approccio alla salute mentale sta assumendo sempre piĂš una connotazione di tipo securitario. Si tratta di un processo non eclatante, sommesso, quasi silente. Ed è per questo che lo storico movimento di psichiatria democratica ha deciso di rompere il silenzio che da troppo tempo mette la sordina alle rivendicazioni di chi, a vario titolo, reclama un modo diverso di fare salute mentale. Ha indetto quindi l'incontro pubblico “Rompiamo il silenzioâ€?; l’appuntamento è per il 31 marzo a Bari, nel suggestivo scenario del fortino che lambisce il lungomare. Tra i promotori dell'evento Filippo Cantalice e Mariella Genchi, operatori di lungo corso della salute mentale FKH KDQQR YROXWR JUDWLÂżFDUH LO ODYRUR GHO 0DUFR Cavallo riservandoci un posto tra i moderatori della giornata, e dando la possibilitĂ al nostro Presidente di leggere il nostro documento col quale si denunciano le ormai ataviche storture del sistema salute mentale in Puglia. Cotanta stima è stata ripagata alla grande da parte nostra, con una partecipazione massiccia all’incontro, come sempre del resto.

Semmai il cruccio risiedeva nel fatto che fossero quasi totalmente assenti i giovani operatori della Salute Mentale, sempre piĂš estranei a quel modus operandi che vede nella contiguitĂ tra servizi, territorio e cittadinanza un elemento irrinunciabile per fronteggiare il sempre maggiore disagio, mentale e non solo. Una delle (amare) constatazioni emerse dall’incontro è stata quella che evidenzia una risposta al montante disagio mentale (accertato da analisi GHPRJUDÂżFKH FKH QH HYLGHQ]LDQR OH FRQFDXVH GL carattere prettamente ambientale e sociale), improntata a quelle pratiche di controllo sociale che sembravano ormai accantonate da decenni. Da qui l’esigenza di redigere un documento di denuncia dell’attuale situazione, condiviso da tutte quelle realtĂ che subiscono il colpevole abdicare dei servizi pubblici dal ruolo (insito nella loro natura) di registi di quella Salute Mentale che non può ridursi al ruolo di controllore sociale, ma deve accogliere in sĂŠ, all’interno della societĂ , quelle contraddizioni proprie della diversitĂ delle persone. E noi, come sempre, sosterremo questa iniziativa.

Erano presenti ovviamente altre realtĂ di Gennaro Dinota quell’associazionismo che da tempo immemore si batte contro la deriva securitaria che hanno assunto i servizi di salute mentale, forse in ottemperanza al sempre maggiore credito che riscuotono i teorici del riduzionismo biologico. Testimonianze condite da aneddoti a volte grotteschi hanno messo in luce un approccio intriso di tecnicismi stranianti, sperpero di ULVRUVH HFRQRPLFKH XQÂśLSHUWURÂżD EXURFUDWLFD TXDVL kafkiana. La persona, in tutte le sue sfaccettature, in tutta la sua complessitĂ , viene relegata in un cantuccio. Il grido d’allarme è stato condiviso anche da chi nei servizi ci lavora; perlomeno da chi non si è adeguato all’attuale andazzo, e pensa ancora che la militanza in un movimento come Psichiatria Democratica non sia un anacronistico aggrapparsi a velleitarie illusioni, bensĂŹ condizione irrinunciabile di messa in discussione dello status quo, fatto di CSM agghindati FRQ VRÂżVWLFDWL VLVWHPL GÂśDOODUPH H RSHUDWRUL H IUXLWRUL del servizio costretti in angusti locali. C’è stato chi tra i presenti ha lamentato la scarsa partecipazione all’incontro, forse memore GHOOÂśDྡXHQ]D RFHDQLFD FKH PDQLIHVWD]LRQL GL TXHVWR tipo riscuotevano alcuni decenni fa; osservazione rimandata al mittente da parte degli organizzatori, che hanno invece valutato positivamente la risposte di chi era stato coinvolto nell’iniziativa, e magari si è sobbarcato parecchi chilometri pur di essere presente. 4

La locandina dell'evento


Ecco il documento redatto dal collettivo di Psichiatria Democratica in seguito all'incontro a ll'incontro tenutosi a Bari lo scorso 31 marzo che ha evidenziato le croniche storture dei servizi di salute mentale in Pug glia... Puglia... Al Governatore della Puglia e Assessore alle Politiche della Salute ad interim Al Direttore Dipartimento Assessorato Salute $OOD 5HVSRQVDELOH 8ŕľśFLR 3VLFKLDWULD 5HJLRQH 3XJOLD Ai Direttori Generali ASL Puglia Al Sindaco di Bari All’Assessore al Welfare Comune di Bari p.c. Agli organi di stampa Il 31 marzo 2017, presso il Fortino di Bari, ha avuto luogo un incontro-assemblea, promosso dalla Sezione Pugliese della SocietĂ Italiana di Psichiatria Democratica, dal titolo “Rompiamo il Silenzio: salute mentale, crisi del welfare e malessere socialeâ€?. Dopo un lungo e approfondito dibattito, i partecipanti hanno deciso di riprendere con forza parola sulla prioritĂ salute mentale in Puglia ,attraverso il seguente documento di denuncia sulla condizione dei servizi di salute mentale regionali, avanzando una serie di proposte alternative da sottoporre ai referenti istituzionali della regione Puglia. Dopo le battaglie che hanno condotto all’abolizione del manicomio e allo sviluppo dei servizi di salute mentale, oggi c’è il rischio di un nuovo riduzionismo di tipo tecnico e securitario: agli operatori è chiesto in modo sempre piĂš insistente di etichettare, con le diagnosi psichiatriche, disagi personali e familiari strettamente connessi con situazioni di povertĂ e di malessere sociale. Dinanzi alla complessitĂ di tali problemi, la condizione di debolezza dei servizi pubblici QRQ FRQVHQWH GL RŕľľULUH ULVSRVWH DGHJXDWH H ULVFKLD GL produrre una “manicomializzazione del territorioâ€?. Negli ultimi 10 anni, infatti, il sistema dei servizi di salute mentale, che era in grado di fornire risposte complesse ai bisogni dei cittadini (non solo di quelli economicamente piĂš deboli), è stato depotenziato, perdendo il suo ruolo di presidio per la tutela della salute mentale della popolazione. I Centri di Salute Mentale sono diventati luoghi sempre meno accoglienti, se non addirittura respingenti.

Attualmente le criticitĂ piĂš evidenti sono: 1) Servizi territoriali sempre piĂš poveri di risorse umane ed economiche, allocate prevalentemente ai settori dell’ospedalizzazione (Servizi Psichiatrici di Diagnosi e Cura) e della residenzialitĂ pesante (comunitĂ a 24 ore di assistenza). Mancano invece le risorse: per l’apertura almeno a 12 ore dei CCSSMM; per i “progetti alla personaâ€?; per una residenzialitĂ leggera. Aumentano al contrario le incombenze burocratiche, in un clima di paura e di controllo securitario, di competitivitĂ personale e di rigida organizzazione gerarchica nel lavoro. 2) Eccessivo spostamento di risorse economiche verso il privato sociale (che non vuol dire negare la sua importanza). Questo sbilanciamento ha determinato un forte impoverimento del settore pubblico, con conseguente impossibilitĂ per le strutture territoriali GL DPSOLDUH OÂśRŕľľHUWD GL ULVSRVWH WHUDSHXWLFKH H ULDELlitative utili per gli utenti, anche di tipo innovativo per la Regione Puglia (si pensi al progetto del Centro Sperimentale “Marco Cavalloâ€? di Latiano, co-gestito dall’Asl Br e dai SEPE – soci esperti per esperienza – dell’Ass. “180amici Pugliaâ€?, e ad altre esperienze simili sparse nella regione). 3) Estrema carenza nei servizi territoriali di alcune ÂżJXUH SURIHVVLRQDOL FKH DVVLFXULQR XQD UHDOH SUHVD LQ carico globale, e che in alcuni casi (in particolare per l’assenza di assistenti sociali) compromette la possibilitĂ di adempiere agli obblighi di legge. 4) Chiusura di alcuni presidi territoriali. 5) Riduzione di molti Centri di Salute Mentale a semplici ambulatori, con una visione molto medicalizzata della salute mentale, in un momento storico che vede un notevole aumento dell’incidenza delle disabilitĂ psichiatriche, in stretta relazione con il disagio sociale GLŕľľXVR H FRQ IRUWL VROOHFLWD]LRQL GD SDUWH GL VHWWRUL e attori dell’intervento pubblico (Tribunali, Servizi Sociali, Distretti, Sert, ecc.) che prima non facevano direttamente riferimento ai servizi di salute mentale. 6) Mancanza di indicazioni per la presa in carico di soggetti adulti disabili intellettivi e soprattutto con disturbi dello “spettro autisticoâ€?. Assenza di un’adeguata e approfondita formazione degli operatori che in molti casi, in assenza di risorse aggiuntive dedicate, sono “sottrattiâ€? dai CSM, giĂ carenti di personale. Tutto questo produce un ulteriore depauperamento dei servizi di salute mentale e la costituzione di CAT inefÂżFLHQWL H LQHŕľśFDFL JLj GDOOD QDVFLWD 6L SXz GXQTXH prevedere che un sistema cosĂŹ carente possa solo favorire nell’immediato futuro l’appalto al privato degli stessi CAT. 5


*UDYLVVLPH GLŕľśFROWj QHOOÂśDVVLFXUDUH DQFKH VROR VXŕľśFLHQWL OLYHOOL GL DVVLVWHQ]D GD SDUWH GHL VHUYL]L GL Neuropsichiatria dell’Infanzia e Adolescenza, a causa dell’infelice attribuzione di compiti e funzioni da sempre svolte dai servizi di riabilitazione, senza aver prima proceduto al trasferimento degli operatori, in deroga agli accordi degli ultimi anni. 8) Progressivo “appiattimentoâ€? di molti operatori sulle indicazioni dei vertici, con colpevole silenzio circa le gravi problematiche dei servizi e la mancata condivisione delle scelte (è ben lontana l’ipotizzata partecipazione democratica alle scelte in materia di sanitĂ ). 3UHVR DWWR GHOOH VRŕľľHUHQ]H GHO VLVWHPD L ÂżUPDWDUL chiedono: a) Reale attribuzione del 5% del fondo sanitario regionale alla Salute Mentale. b) Assunzione del personale per i CSSMM con adeguamento delle piante organiche, che al momento VRQR DVVROXWDPHQWH LQVXŕľśFLHQWL SHU JDUDQWLUH XQÂśDVsistenza psichiatrica territoriale adeguata alla dignitĂ della persona. c) Apertura di tutti i CCSSMM per 12 ore e di almeno uno per Asl per 24 ore, come previsto dalle disposizioni programmatiche per la tutela della salute mentale (art. 9 della legge 26/ 2006). d) Nuova “legge quadroâ€? che ridetermini la suddivisione di competenze tra settore pubblico e settore privato. Tale legge dovrĂ prevedere una regolamentazione precisa sull’accreditamento e sui controlli, sia delle strutture di riabilitazione psichiatrica sia di quelle del circuito sociosanitario, attraverso l’istitu]LRQH GL FRPPLVVLRQL GL PRQLWRUDJJLR H YHULÂżFD GHOOD qualitĂ ; in tali commissioni dovranno essere presenti L UDSSUHVHQWDQWL GHOOH SHUVRQH FRQ HVSHULHQ]D GL VRŕľľHrenza psichica e dei loro familiari, mentre dovranno essere esclusi tutti quei soggetti la cui partecipazione FRVWLWXLVFD XQ SDOHVH FRQĂ€LWWR GÂśLQWHUHVVL H (PDQDUH SUHFLVH LQGLFD]LRQL DŕľśQFKp OH SHUVRQH FRQ disagio psichico, anche in fase di acuzie, siano curate e seguite all’interno della propria provincia di residenza. f) Adeguare tutti i Servizi ospedalieri Psichiatrici di Diagnosi e Cura (SPDC) della Puglia al modello No Restraint, che prevede il non ricorso alla contenzione ÂżVLFD H OH SRUWH DSHUWH J (ŕľľHWWLYD JHVWLRQH GHO EXGJHW GD SDUWH GHL UHVSRQsabili dei servizi territoriali (da riconoscere sempre come UnitĂ Operative Complesse), in quanto responsabili delle equipe che conoscono le reali esigenze dell’utenza. Ciò potrebbe consentire grandi recuperi economici e un’idonea razionalizzazione nella ges6

tione delle risorse. h) Politiche a favore dell’inclusione lavorativa delle persone con disagio psichico, attraverso l’istituzione GL XQ XŕľśFLR UHJLRQDOH Âł,QFOXVLRQH VRFLDOH´ GRWDWR GL XQ VLWR ZHE ÂżQDOL]]DWR D UDFFRJOLHUH WXWWH OH RSSRUWXnitĂ lavorative provenienti dai vari assessorati (welfare, scuola e formazione, politiche giovanili e pari opportunitĂ , lavoro, agricoltura ecc.). i) Avvio e sostegno a esperienze di abitare supportato e a gruppi di convivenza, che diventino percorsi alternativi alla cronicitĂ residenziale e per lo sviluppo delle autonomie personali e relazionali. j) Nuovi accordi con il sistema universitario, per potenziare lo svolgimento dei tirocini, in primo luogo dei medici specializzandi in Psichiatria e Neuropsichiatria Infantile nel sistema territoriale, ma anche di tutte le altre professioni di aiuto (psicologi, assistenti sociali, educatori, tecnici della riabilitazione psichiatrica, infermieri). k) L’esperienza, supportata da numerose evidenze VFLHQWLÂżFKH GLPRVWUD FKH SHU OH SHUVRQH FRQ VRŕľľHUHQza psichica sono salutari i progetti realmente mirati allo sviluppo della loro autonomia nei loro ambienti di vita. Perciò è necessario un deciso cambiamento di rotta: superare il paradigma del “posto lettoâ€?, che tanti danni ha fatto negli scorsi anni in Puglia, e attivare quello del budget individuale di salute, ritagliato su ogni persona e sui suoi bisogni. Di qui la proposta concreta di utilizzare almeno il 20% dell’attuale spesa per le comunitĂ residenziali a favore dei budget di salute. Questo permetterebbe per esempio di riconvertire ogni “rettaâ€? di 1 posto letto in ComunitĂ Riabilitativa (Euro 163,00 die ) in 6/8 budget di salute (da circa 20/30 euro/die ciascuno). l) Dedicare particolare attenzione alla salute mentale dei migranti attraverso la collaborazione con mediatori culturali, con altri servizi socio-sanitari e con le associazioni che si occupano dei rifugiati. m) Attivazione di un “Tavolo Regionale permanenteâ€?, per elaborare politiche condivise e realmente innovative, e che veda la partecipazione di tutti gli attori della salute mentale, in particolare dei primi e diretti interessati, ossia gli utenti e i familiari rappresentati dalle varie associazioni per la tutela della salute mentale. F.to SocietĂ Italiana di Psichiatria Democratica SocietĂ Italiana di Psichiatria Democratica - Sezione Pugliese Associazione 180amici Puglia – Latiano Associazione I giardini di Abele – Bari


Centro Sperimentale Marco Cavallo - Latiano Centro Diurno Cunegonda - Bari Associazione Amici di Cunegonda – Bari Associazione Valore Lavoro – Bari Associazione Noos Familiari Disagiati Psichici – Sez. Foggia e Lucera Associazione SPDC No Restraint – San Severo Associazione Tutti in Volo – Troia Squadra Atipici Rugby - Bari Possibileterra – Ginosa – Castellaneta Gruppo di Protagonismo Art. 32 - Trieste Associazione 180amici - L'Aquila Michele Grossi – Psichiatra $VVRFLD]LRQH *HQRYHŕľľD 'H 7URLD 0RQWH 6 $QJHOR Associazione Psychè – Manfredonia Centro Diurno Alda Merini – Manfredonia Forum Salute Mentale Nazionale Centro Collaboratore OMS – Trieste Conferenza permanente salute mentale nel mondo Franco Basaglia Cristiano Castelfranchi Professore CNR – Roma 5DŕľľDHOOD 3RFREHOOR 5LFHUFDWRUH &15 Âą 5RPD Enzo Maggiulli – Psichiatra Associazione 180amici – Roma Antonio Pettolino – Psichiatra Circolo Bel Lombroso - San Marco in Lamis Tina Abbondanza – Psichiatra Giulio Mastrovito – Psichiatra Mario Colucci – Psichiatra Gianni Vitucci – Psichiatra Pina Di Cesare - Resp. Agricoltura Sociale Asl Ta Riccardo Ierna - Psicologo Social Point Modena Associazione AFaSM - Ginosa Cgil Puglia Antonella Morga - Portavoce Comitato STOP OPG Puglia Associazione Nessuno Uguale Diversi Insieme - Taranto Gruppo Lavoro Rifugiati Onlus – Bari ARCI – Bari Associazione volontariato In.Con.Tra – Bari Associazione promozione Sportiva Etnie – Bari C.A.P.S - Bari

Intervento dell’Associazione 180amici Puglia all'incontro-dibattito “Rompiamo il silenzio�

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’Associazione 180amici Puglia nasce nel novembre del 2008 dalla volontĂ di un gruppo di cittadini, familiari, persone con esperienza diretta di VRŕľľHUHQ]D SVLFKLFD H RSHUDWRUL GHO VHWWRUH FRQ OÂśREbiettivo di garantire il riconoscimento dei diritti e dei bisogni delle persone con disagio mentale e delle loro famiglie, per favorire la tutela e la promozione della salute mentale comunitaria. A marzo 2012, avvalendosi di una Legge della Regione Puglia, la n. 26/2006, l’Associazione stipula con la Asl di Brindisi una convenzione per la co-gestione di un Centro Diurno per la salute mentale, gestito attraverso l’Associazione da utenti. Nasce cosĂŹ il “Centro Sperimentale Pubblico Marco Cavallo di Latianoâ€? che da piĂš di 5 anni, grazie all’impegno di 3 operatori part-time della Asl Brindisi e dei soci dell’Associazione 180amici Puglia, quotidianamente accoglie e accompagna tanti cittadini verso la recovery, cioè verso la ripresa di un buono stato di salute, il protagonismo, la cittadinanza attiva. La peculiaritĂ di questa esperienza consiste nel quotidiano confronto tra tutte le persone attive nella gestione del Centro, che si ritrovano ad essere a stretto contatto giorno per giorno. Ne derivano un continuo arricchimento di qualitĂ personali e di competenze per tutti i soggetti coinvolti, quindi una recovery non individuale ma collettiva. Inoltre le persone con esperienza diretta di disagio psichico riescono, attraverso questa esperienza che li vede attivamente coinvolti nei principali servizi utili a mantenere vivo il Centro, a trovare la maniera di “auto curarsiâ€? quindi di prendersi cura di sĂŠ stessi e di essere di supporto per gli altri poichĂŠ all’interno del Centro è possibile respirare un clima di automutuoaiuto.

Il confalone del Centro Sperimentale Pubblico "Marco Cavallo" portato con orgoglio al fortino di Bari

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La co-gestione rappresenta soprattutto un esempio di budget di salute: i SEPE (soci esperti per esperienza), in questo caso con esperienza diretta, hanno un regolare contratto di lavoro per svolgere dei servizi; trattandosi di un percorso di recovery sono comunque monitorati dall’equipe dell’Unità Operativa di Salute Mentale Mesagne - San Pancrazio. In questo modo il budget di salute funge da percorso terapeutico oltre che da reinserimento sociale e lavorativo.

QH FKH YLYRQR OD VRŕľľHUHQ]D SVLFKLFD DWWUDYHUVR LO PHtodo a “whole lifeâ€? (a vita intera) che va ben oltre la VSHFLÂżFD WHUDSLD SVLFRIDUPDFRORJLFD H SVLFRWHUDSLFD

Ogni CSM dovrebbe essere in grado di fornire all’utenza una “accoglienza diurnaâ€? e, in caso di necessitĂ , anche una “accoglienza notturnaâ€? per prevenire ricoveri incongrui o inutili; si auspica l’apertura di tutti i CCSSMM per 12 ore e di almeno 1 per ASL per 24 RUH FRQWDQGR VXOOD Ă€HVVLELOLWj RUDULD GHJOL RSHUDWRUL e sulla collaborazione dei Soci Esperti delle AssociaL’esperienza di questi anni, cosĂŹ brevemente raccon- zioni che collaborano con i servizi. tata, ha fatto maturare nei soci della 180amici Puglia la consapevolezza della necessitĂ di dar vita ad un Ad oggi i CCSSMM del nostro territorio sono aperti Coordinamento Regionale con l’auspicio che possa massimo 2 pomeriggi a settimana, chiusi il sabato poraccogliere consenso anche a livello Nazionale, con meriggio e tutta la domenica. LO ÂżQH GL DYYLDUH XQ FDPELDPHQWR FXOWXUDOH LQ 6DOXWH I Centri di Salute Mentale, oltre a fornire le attivitĂ Mentale. ambulatoriali, dovrebbero investire nell’assistenza Il Coordinamento intende impegnarsi per far sĂŹ che i domiciliare, attualmente carente. Dovrebbero inoltre Centri di Salute Mentale divengano luoghi facilmente raggiungibili, attraversabili, in cui poter entrare e uscire, con le porte aperte, allocati all’interno del tessuto sociale, con locali accoglienti ed esteticamente decorosi, aperti il piĂš possibile (quanto meno sulle 12 ore in tutti i giorni feriali), con un bacino di utenza non superiore ai 100.000 abitanti. Solo divenendo luoghi di opportunitĂ sociale e di emancipazione per tutti, dall’utenza allargata e dall’insieme della cittadinanza di riferimento territoriale, solo allora tali luoghi verranno riconosciuti, ritenuti propri e difesi fortemente dalla ComunitĂ .

Un momento dell'incontro-dibattito. Da sinistra verso deIl Coordinamento chiede che i Centri di Salute Men- stra: Pino Palomba, Mariella Genchi, Filippo Cantalice, WDOH VLDQR GRWDWL GL SHUVRQDOH GHOOH GLYHUVH TXDOLÂżFKH Gennaro Dinota.

non solo medici e infermieri ma anche psicologi, assistenti sociali, educatori, tecnici della riabilitazione psichiatrica, sociologi; che i Centri di Salute Mentale prevedano all’interno dei propri locali la presenza di associazioni per la tutela della Salute Mentale; che le associazioni possano essere partecipi dei percorsi di riabilitazione e punto di riferimento per chi lo GHVLGHUD DWWUDYHUVR VSRUWHOOL GL IURQW RŕľśFH FKH OH DVsociazioni vengano coinvolte nelle decisioni sull’organizzazione dei servizi. Il Coordinamento intende LPSHJQDUVL DŕľśQFKp L &HQWUL GL 6DOXWH 0HQWDOH VYLOXSpino non solo percorsi di “terapiaâ€? ma anche di prevenzione, a partire dalla collaborazione con scuole di ogni grado ed universitĂ , di ri-abilitazione nonchĂŠ di mediazione e trasformazione culturale e di inclusione sociale, attraverso tirocini formativi o inserimenti lavorativi presso aziende private. Solo in questo modo si potranno avere Centri di Salute Mentale forti in grado di rispondere alle complesse esigenze delle perso8

organizzarsi per poter garantire molte altre attivitĂ , soprattutto laboratori di formazione e inserimento lavorativo per la cittadinanza, dotandosi per esempio di servizio mensa e di stanze per l’accoglienza diurna ed eventualmente notturna. L’esperienza maturata presso il Centro Marco Cavallo, dimostra che, attraverso il protagonismo, è possibile che la persona con disagio muti la propria posizione sociale passando da utilizzatore di un servizio ad erogatore dello stesso, RWWHQHQGR EHQHÂżFL VXOOD VDOXWH HFRQRPLFL H VRFLDOL Naturalmente questo percorso comporta fatica e un notevole impegno da parte di tutti ma porta anche un grande cambiamento culturale superando l’assistenzialismo in favore di un reale inserimento sociale. Per quanto riguarda i Servizi di Diagnosi e Cura questi dovrebbero essere dotati di pochi posti letto e gestiti in modo “no restraintâ€? (non-contenzione e porte aperte). I soci credono che questo possa diventare


UHDOWj GLŕľľXVD LQ WXWWD OÂś,WDOLD se si punta, anche poOLWLFDPHQWH VX XQ UDŕľľRU]DPHQWR GHL &HQWUL GL 6DOXte Mentale: con una trasformazione dei Dipartimenti di Salute Mentale in tal senso, come ampiamente e VFLHQWLÂżFDPHQWH GLPRVWUDWR LQ UHDOWj GRYH FLz q DYvenuto, sarebbe possibile un notevole ridimensionamento del fabbisogno di posti letto ospedalieri dipartimentali. Questo avrebbe inoltre come risultato auspicabile una riconversione della spesa con la posVLELOLWj D FRVWR ]HUR GL PLJOLRUDUH H UHQGHUH ÂżQDOPHQte congrue le risposte ai bisogni della popolazione nel FDPSR GHOOD VDOXWH PHQWDOH $ŕľľURQWDQGR OD WHPDWLFD in maniera generale, si tratta anche di eliminare le disuguaglianze in tema di salute in Italia create da una non equa distribuzione delle risorse che penalizza in particolar modo le regioni del sud. Questa disuguaglianza ha portato ad avere 21 sistemi sanitari diversi nella nostra nazione. Si ritiene fondamentale una politica che porti a bilanciare il rapporto, da anni squilibrato, tra il servizio pubblico ed il privato sociale; è sotto gli occhi di tutti l’ingessamento del circuito riabilitativo residenziale che assorbe una gran parte della spesa psichiatrica, con un notevole rischio di cronicizzazione, data anche l’estrema debolezza dei servizi territoriali. E’ urgente che si sviluppi un rinnovato clima di collaborazione tra il privato sociale ed il servizio pubblico, quest’ultimo con ruolo riconosciuto di guida. Il Coordinamento ritiene necessario ed urgente FKH YHQJD ÂżQDOPHQWH VXSHUDWR SROLWLFDPHQWH H FXOWXralmente, il paradigma del posto letto, sia ospedaliero che residenziale, che tanti danni ha provocato negli anni successivi alla legge 180. Va invece utilizzato il metodo del budget di salute, ormai da anni validato QHOOÂśHVSHULHQ]D H QHOOH HYLGHQ]H VFLHQWLÂżFKH LO EXGJHW di salute, accorpando le diverse risorse umane ed economiche in una regia univoca, permette la costruzione di un progetto individualizzato che tenga conto GHOOH GLŕľśFROWj PD DQFKH GHOOH ULVRUVH GL RJQXQR costruzione condivisa dai diversi attori ed in primis dalla persona stessa interessata.

WURYDUH VROX]LRQL GLYHUVLÂżFDWH D VHFRQGD GHOOR VWDWR GL salute della persona. Utilizzando quindi il budget di salute per sostenere la crescita della persona attraverso l’inserimento lavorativo e l’abitare nella maniera piĂš autonoma possibile. Il Coordinamento ritiene fondamentale la realizzazione di interventi di ricerca all’interno dei serMariella Genchi vizi di salute mentale SULRULWDULDPHQWH ÂżQDOL]]DWL DOOD YDOXWD]LRQH degli esiti e dei processi, con una preferenza per l’utilizzo di metodologie partecipate e multi-stakeholders (multilaterali). In linea con quanto avviene in altri Paesi, il Coordinamento auspica la creazione anche in Italia di Centri di ricerca collaborativa e user led (utente guidato), in cui cioè le persone con esperienza diretta di disagio possano contribuire a gestire l’intero processo di ricerca. Si solleva inoltre la necessitĂ di dare presto piena attuazione alla legge sul “dopo di noiâ€?, attraverso l’emanazione di una legge regionale che sia vicina alle famiglie rendendo semplice e concreta la possibilitĂ di avvalersene e che preveda la possibilitĂ di gestire tali realtĂ da parte di Associazioni che abbiano al proprio interno sviluppato percorsi orientati alla recovery GL SHUVRQH FRQ HVSHULHQ]D GLUHWWD GL VRŕľľHUHQ]D SVLFKLFD FKH SRVVDQR HVVHUH GL VXSSRUWR DOOH DOWUH ÂżJXUH SURfessionali. Il Coordinamento si rende disponibile a fornire contributi consultivi ai decisori politici e, come soggetto formatore, si mette a disposizione di qualunque realtĂ dovesse richiedere il suo contributo VFLHQWLÂżFR HG HVSHULHQ]LDOH Il Coordinamento riconosce i risultati ottenuti dalla ricerca del CNR con il Centro Sperimentale Pubblico “Marco Cavalloâ€? del DSM dell’Asl di Brindisi. Da questa è possibile evincere che il “Marco Cavalloâ€? è orientato alla recovery (riprendere in mano la propria vita) ed è un SRWHQ]LDOH OXRJR GL IRUPD]LRQH SHU QXRYH ÂżJXUH GL Peer Support (supporto alla pari).

Ogni posto letto in ComunitĂ Riabilitativa costa circa â‚Ź 160,00 al giorno, per un totale annuo di circa â‚Ź 58.000,00 a persona. Fermo restando che per alcune persone realmente non autonome l’unica soluzione di vita è costituita dalla residenzialitĂ pesante, una buona fetta di persone, per mancanza di alternative, oggi è inserita in questo tipo di residenzialitĂ cosĂŹ tanto onerosa e contemporaneamente priva di una reale 3HU TXDQWR DŕľľHUPDWR LO &RRUGLQDPHQWR DXVSLFD FKH autonomia. il Centro orientato alla Recovery “Marco Cavalloâ€? Riteniamo che il Servizio Pubblico abbia l’obbligo di possa continuare la sua opera e che il suo modello 9


gestionale sperimentale venga inserito in via stabile all’interno dei Servizi per la tutela della Salute Mentale dalla Regione Puglia; auspica altresì che in un futuro imminente su tutto il territorio regionale e nazionale possano nascere altri spazi orientati alla recovery ispirati ai suddetti principi e linee guida che abbiano comunque una loro identità con peculiarità proprie: questo perché saranno portati avanti da altre persone con caratteristiche proprie e individuali. Cosimo Venerito

La necessità di un cambiamento

V

enerdì 31 marzo, in compagnia di un folto gruppo di amici del Marco Cavallo e soci dell’Associazione 180amici Puglia, ci siamo recati presso i locali del Fortino di Sant’Antonio a Bari per assistere ad un incontro organizzato dalla sezione pugliese di Psichiatria Democratica. Eravamo davvero numerosi, infatti per lo spostamento abbiamo utilizzato entrambi i pulmini di cui disponiamo. Per Psichiatria Democratica si intende il movimento nato e voluto da Franco Basaglia, fautore della legge 180, che ha avuto, sin dai tempi della sua fondazione, l’intenzione di svincolare dal circuito manicomiale le persone con esperienza di disagio psichico. L’appuntamento del 31 marzo, fortemente voluto dalla sezione pugliese di PD, è stato dettato dall’esigenza congiunta degli operatori pugliesi e delle associazioni di tutela della salute mentale di fare il punto sull’attuale situazione dei servizi pubblici e privati. All’incontro erano quindi presenti operatori e associazioni provenienti da quasi tutta la nostra regioQH H FLWWDGLQL VHQVLELOL DOOD WHPDWLFD D൵URQWDWD $G aprire la discussione sono stati gli operatori del servizio pubblico del territorio barese. Le loro testimonianze mi hanno molto rattristata, poiché si è parlato dell’incalzante impoverimento dei servizi pubblici al quale continuiamo ad assistere impotenti da anni ormai e dell’incessante e sempre maggiore investimento

Paolo, SEPE del Marco Cavallo, durante il suo intervento

10

da parte della nostra Regione (che continua ad investire la maggioranza delle risorse economiche destinate alla salute mentale, vale a dire l’80% circa dell’importo regionale stabilito) per soddisfare le esigenze delle strutture territoriali del privato sociale. Sicuramente oggi l’impoverimento dei servizi pubblici non riguarda solo l’ambito della salute mentale bensì il sistema sanitario pubblico in generale. Con questo voglio dire che la sanità pugliese si presenta con numerose carenze in ogni settore quindi a maggior ragione diventa più inquietante l’idea che si possa assistere ad una sempre più incalzante regressione del servizio SXEEOLFR R൵HUWR LQ WXWWR LO QRVWUR WHUULWRULR 'D TXDQGR sono arrivata al Centro Sperimentale Pubblico Marco Cavallo ho avuto l’opportunità di frequentare non solo il centro stesso ma anche di venire a conoscenza GHOOD GL൵HUHQ]D FKH HVLVWH WUD LO 0DUFR &DYDOOR H JOL altri servizi pubblici e privati della salute mentale. Mi è possibile oggi confrontare e valutare l’esito ottenuto dalle pratiche utilizzate dai servizi di salute mentale presenti nella nostra Regione perché mi è capitato, non solo in passato ma anche tutt’oggi, di doverne XVXIUXLUH SHU QHFHVVLWj GL൵HUHQWL FKH KR GRYXWR DIfrontare e risolvere in maniera più o meno soddisfacente. La singolarità del Marco Cavallo non è dovuta esclusivamente alla possibilità che le persone con esperienza hanno di potersi dedicare alla cogestione del centro ricevendo un regolare stipendio perché assunti con un ordinario contratto di lavoro. Inoltre l’impegno lavorativo dà l’opportunità alle persone con esperienza di essere quotidianamente impegnate QHOOD FRJHVWLRQH GHO FHQWUR /D GL൵HUHQ]D IRQGDPHQtale con gli altri servizi da me conosciuti nel corso degli anni, sta nel concreto reinserimento delle persone con esperienza all’interno della società poiché attraverso le attività svolte al di fuori del centro (ne è un esempio l’incontro del 31 marzo con Psichiatria Democratica) chi vive il disagio ha la possibilità di confrontarsi con altre realtà e questo genere d’esperienza non avviene solo in Puglia ma anche in altre regioni d’Italia e all’estero. Voglio dire che al Marco Cavallo i soci della 180amici Puglia e quindi i SEPE che sono assunti regolarmente, oltre ad essere impegnati quotidianamente in attività lavorative, hanno l’opportunità di confrontarsi con le altre realtà pugliesi ed extra regionali all’avanguardia ed inoltre possono esprimere la propria opinione e confrontare le attività terapeutiche adottate all’interno e all’esterno del centro. Mi VRQR YRORQWDULDPHQWH VR൵HUPDWD VXOOH HVSHULHQ]H svolte all’esterno del centro poiché è quando si va fuori dal centro che noi persone con esperienza assieme agli operatori che ci seguono possiamo entrare a contatto e confrontarci realmente con la società. Infat-


ti è quando siamo a stretto contatto con la cittadinanza che possiamo dimostrare di essere capaci di riuscire a reggere il confronto con il mondo che c’è all’esterno del Centro, poichĂŠ il Marco Cavallo rimane comunque un luogo di inserimento lavorativo si, ma si tratta sempre di un inserimento lavorativo protetto perchĂŠ supporMimmo Scoppio tato dalle revisioni e i colloqui che abbiamo con l’equipe medica dell’UOSM Mesagne – San Pancrazio. All’appuntamento organizzato da PD a Bari, il presidente della nostra associazione, Cosimo Venerito e Gennaro Di Nota, entrambi persone con esperienza, si sono fatti portavoce per noi tutti, dimostrando come l’esperienza del Marco Cavallo non si limita all’inserimento lavorativo, a darci l’opportunitĂ di arricchire il nostro livello culturale e le nostre esperienze, ma ci dĂ concretamente l’opportunitĂ di poter esprimere la nostra opinione sia all’interno del centro sperimentale Marco Cavallo sia al di fuori di questo. Il 31 marzo a Bari si è discusso molto su quanto i servizi pubblici di salute mentale pugliesi stiano divenendo sempre piĂš poveri di opportunitĂ per le persone che li utilizzano e mi riferisco non solo alle persone che ne usufruiscono, ma anche agli operatori stessi che lo compongono. In particolare sono rimasta colpita dall’intervento di XQ RSHUDWRUH FKH ODPHQWDYD GL GRYHU DŕľľURQWDUH DSprocci con i nuovi pazienti troppo legati ad incombenze burocratiche che non permettono di poter avere un contatto umano e quindi diretto con la persona. Ci ha raccontato che quando nel suo studio entra un nuovo paziente è costretto ad utilizzare le nuove disposizioni del servizio che lo portano a dover avviare la conoscenza con la persona, chiedendole carta d’identitĂ e tessera sanitaria. In seguito, poichĂŠ la procedura prevede cosĂŹ, l’operatore deve inserire i dati del paziente QHO VXR FRPSXWHU SHU SRL GRSR SRWHU ÂżQDOPHQWH LQLziare a rapportarsi concretamente con la persona. Mi sembra di aver capito che questo genere di attivitĂ non permette nĂŠ a lui (operatore) nĂŠ alla persona (con esperienza di disagio psichico) di cominciare serenamente un rapporto di conoscenza. Dal suo intervento KR SRWXWR FRJOLHUH TXDQWR q GLŕľśFLOH DSSURFFLDUVL DO servizio non solo per la persona con esperienza ma quanto, attivitĂ simili a quella prima descritta non aiuWLQR QHPPHQR JOL RSHUDWRUL D SRWHU DŕľľURQWDUH VHUHQD-

mente una nuova conoscenza ed allo stesso tempo non li mette in condizione di riuscire a mettere a proprio agio il nuovo paziente. Quest’ultimo, ritrovandosi in una situazione di approccio al servizio, non riesce a vivere spensieratamente anche questo nuovo GLVDJLR FKH GHYH DŕľľURQWDUH 'D TXDQWR DSSUHVR GD questa testimonianza, sembrerebbe che il rapporto che deve ancora crearsi tra l’operatore della salute mentale e il nuovo paziente da aiutare e confortare venga snaturato dalla mancanza di una buona dose di umanitĂ . Molto incisivo per me è stato anche quanto dichiarato dal Presidente di un’associazione di famiOLDUL /XL KD DŕľľHUPDWR FKH VL UHFD VSHVVR LQ VWUXWWXUH private di riabilitazione psichiatrica e che il piĂš delle volte rimane sconcertato dalle condizioni di vita a cui vengono abituate le persone con esperienza. In particolare sono rimasta colpita da una sua rivelazione: gli è capitato di assistere e quindi di poter comparare la GLŕľľHUHQ]D GL WHPSHUDWXUD FOLPDWLFD GHOOR VWXGLR GHO dirigente di una di queste strutture rispetto alla sala comune degli ospiti della casa. Questi ultimi vengono educati a rimanere inermi durante il corso della giornata e quindi senza svolgere alcun tipo di attivitĂ all’infuori di restare seduti in una stanza gelida con l’eventuale possibilitĂ di essere sollevati esclusivamente dalla Antonella Morga visione di qualche programma televisivo. Una situazione a mio parere davvero raccapricciante! Come si può mai pensare che il freddo, che magari aiuta il corpo a conVHUYDUVL PHJOLR OÂśLQDWWLYLWj ÂżVLFD FKH PDJDUL DLXWD solo a correre il rischio di aumentare il peso corporeo e la visione di alcuni programmi televisivi possano ULWHQHUVL DWWLYLWj GL ULDELOLWD]LRQH SVLFKLDWULFD" $ŕľľHUmo questo perchĂŠ, come ho giĂ detto prima, mi è capitato di dover trascorrere parte della mia vita in strutture residenziali e, quindi, posso innanzitutto comprendere che attraverso questo tipo di attivitĂ (o inattivitĂ , lascio a voi una libera interpretazione) non solo la riabilitazione di una persona che avrebbe sicuramente necessitĂ di fare tutt’altro, non potrĂ mai avvenire o, perlomeno, questa è la mia opinione. Ma FUHGR DQFKH GL DYHUH SLHQR GLULWWR GL SRWHU DŕľľHUPDUH che l’investimento economico regionale destinato alla salute mentale ed in particolare quello destinato al privato sociale, potrebbe decisamente essere investito in maniera piĂš salutare se non educativa. Inoltre 11


FUHGR DQFKH GL DYHU SLHQR GLULWWR GL SRWHU D྾HUPDUH che i soldi destinati a strutture private di riabilitazione psichiatrica potrebbero avere un tipo di investimento GL྾HUHQWH SHU RWWHQHUH ULVXOWDWL GL PDJJLRUH TXDOLWj %DVWHUHEEH ULÀHWWHUH VX FRPH IDUH SHU SRWHUOL ULFRQYHUWLUH LQ D]LRQL FKH SRVVDQR GDYYHUR GH¿QLUVL GL ULDELOLtazione ed inclusione sociale e non in attività che portano le persone alla cronicizzazione e alla regressione sociale. Credo che per ottenere quanto detto, sia necessario da parte della Regione Puglia un concreto LPSHJQR QHOOœDYYLDUH XQD QXRYD SLDQL¿FD]LRQH SHU l’investimento economico destinato alla salute mentale che preveda una collaborazione tra Regione, associazioni per la tutela della salute mentale ed operatori (poichÊ anch’essi direttamente coinvolti).

assicurare al DSM il personale necessario. Ma questo non basta. Per fermare l’avanzamento della logica manicomiale e neomanicomiale, perchĂŠ la 180 non sia tradita, è necessario che ci siano precise scelte politiche e organizzative. La salute mentale deve tornare a essere una prioritĂ regionale VFHJOLHQGR ÂżQDOPHQWH H FRQ ULQQRYDWR coraggio, il paradigma comunitario, mettendo di nuovo al centro i Servizi di Salute Mentale Territoriali e UHQGHQGR Ă€HVVLELOH OD VSHVD D IDYRUH GL SURJHWWL LQGLYLduali e collettivi attraverso i budget di salute.

In merito alla situazione del DSM Asl Br c’è bisogno: che le risorse umane tornino al piĂš presto ad essere nella giusta quantitĂ , garantendo la presenza di tutte Maddalena Sterlicchio OH ÂżJXUH SURIHVVLRQDOL H QRQ VROR GL TXHOOH SHUDOWUR DO PRPHQWR DVVROXWDPHQWH LQVXŕľśFLHQWL GL PHGLFL H infermieri); che le risorse umane presenti siano deRiportiamo R iportiamo un articolo pubblicato il 5 maggio o stinate in primis ai Centri di Salute Mentale e che sia interrotta subito l’attuale “emorragiaâ€? di personale 2017 sul Forum Salute Mentale... dai Centri di Salute Mentale ai Servizi di Diagnosi e Cura, che dovrebbero essere autonomi ed in sicurezza. Ăˆ necessario, quindi, che siano adottate urgenteCome muore la cultura della 180 in Puglia mente soluzioni organizzative adeguate e che l’Asl si a situazione in cui versa il Dipartimento di Sa- impegni altresĂŹ a creare le condizioni per poter assilute Mentale (DSM) di Brindisi, specchio di curare tutti i servizi previsti in adeguata sicurezza non quello che sta accadendo nell’intera Regione Pu- appena possibile. glia, è insostenibile. La denuncia ci arriva da parte Per comprendere che il caso della Regione Puglia di associazioni di cittadini, operatori e medici della non è certo isolato basta ripensare all’appello lanciato provincia pugliese e richiama, ancora una volta, la nequalche mese fa dalla SocietĂ Italiana di EpidemiocessitĂ di fare luce sulle condizioni drammatiche della logia Psichiatrica. Ăˆ evidente che sia arrivato il mosalute mentale nelle regioni italiane. mento di inaugurare una nuova stagione della salute /ÂśLQWHUR FLUFXLWR GL ULVSRVWD DOOD VRŕľľHUHQ]D SVLFKLFD mentale in Italia. dei cittadini è in crisi a causa della mancanza di una adeguata iniziativa politica e organizzativa: in tutta la Regione Puglia e nell’Asl Br in particolare, appaiono penalizzati i Centri di Salute Mentale Territoriali sempre piĂš ridotti ad ambulatori psichiatrico-psicologici, piuttosto che centro e regia della tutela della salute mentale nel territorio. Allo stesso tempo, l’assistenza “psichiatricaâ€? si svolge sempre piĂš o nei reparti di Diagnosi e Cura, intasati e impossibilitati a far fronte alle troppe e spesso incongrue richieste, o nel circuito cosiddetto “riabilitativoâ€? ad alti costi e scarsa qualitĂ emancipativa.

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Ormai i Dipartimenti di Salute Mentale Comunitaria sono morti ed al loro posto si sono sostituiti deboli Dipartimenti di Psichiatria! Sicuramente una delle richieste piÚ forti di operatori e cittadini della provincia di Brindisi (ma anche qui la situazione è uguale in tutta la Regione) è quella di 12


L’arte dell’anima

Io e il teatro

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A

gni martedĂŹ e giovedĂŹ mattina all’interno del grande salone vetrato, prende vita il laboratorio artistico del nostro centro. Due ore intense e ricche di cose da fare, vengono allietate da musiche di sottofondo che ci aiutano a rilassare la mente, stimolare la fantasia e la creativitĂ . Il laboratorio è il momento del fare e, in particolare, del fare insieme. Il nostro fare non consiste in un semplice intrattenimento, un modo per ingannare il tempo, ma in un lavoro che porta alla produzione di un risultato e di un senso, permettendo un arricchimento culturale ed emotivo delle persone. ,O ÂżQH GL TXHVWR ODERUDWRULR q TXHOOR GL VWLPRODUH OD creativitĂ e la fantasia, sperimentando forme nuove di rappresentazione del sĂŠ, il tutto per sviluppare e perfezionare le proprie abilitĂ artistiche. Scopo del laboratorio è quello, da un lato di favorire la socializzazione e l’integrazione nel gruppo e dall’altro di sollecitare e far accrescere le abilitĂ e le competenze, far mettere in campo le proprie risorse determinando di conseguenza un aumento dell’autostima e della JUDWLÂżFD]LRQH SHUVRQDOH 'XUDQWH OR VYROJLPHQWR GHL manufatti vengono fuori storie di vita, pensieri liberi e problemi che in queste due ore appaiono come OHJJHUL GD DŕľľURQWDUH VL WLQJRQR GL XQ FRORUH QXRYR quasi allegro e divertente, come lo stato d’animo che si viene a creare. C’è chi è piĂš lento, chi piĂš veloce, FKL WUHPD FKL KD GLŕľśFROWj D PDQWHQHUH OD FRQFHQWUDzione, chi pasticcia un po’ con i colori; ma questo a noi non importa perchĂŠ ognuno con il proprio modo d’essere e di fare, contribuisce nella realizzazione di oggetti unici e belli e rende leggeri e piacevoli queVWL PRPHQWL &RQFOXVR LO SURGRWWR OÂśREELHWWLYR ÂżQDOH sarĂ la vendita dello stesso, attraverso la nostra parteFLSD]LRQH D PHUFDWLQL ÂżHUH FRQYHJQL HG RJQL HYHQWR al quale partecipiamo, favorendo un processo di empowerment e potenziamento delle reti sociali esterne al Centro. Noemi Albanese

Momenti del laboratorio artistico

Laboratori

nche quest’anno sono contenta di partecipare per la terza volta consecutiva al teatro del maestro Rosario Diviggiano, che io chiamo cosĂŹ dai tempi in cui ho iniziato a conoscerlo e, anche se il maestro Rosario mi ripete di chiamarlo per nome, per me rimane il “Maestroâ€?. Inizio col dire che durante queste esperienze fatte in 3 anni mi sono trovata abbastanza bene, ce ne sono di risate ogni volta che si sta insieme! Me ne vado ancora ridendo ogni volta che esco dopo le prove e torno a casa felice perchĂŠ non vedo l’ora di stare di nuovo insieme ai miei amici per passare Alcuni partecipanti al laboratorio teatrale insieme quell’oretta. Sono stata esortata dalla dottoressa Guida e dal direttore Minervini a partecipare anche quest’anno, perchĂŠ avevo deciso che l’anno passato per me sarebbe stato l’ultimo, ma gira e rigira sono di nuovo qua. Vado d’accordo con tutti, anche gli altri vanno d’accordo con me, con i miei amici ho instaurato un bel rapporto sin da subito; alcune volte quando non riesco a capire mi aiutano e non mi fanno sentire sola, anche il maestro riesce ad aiutarci, però FL PHWWLDPR VHPSUH PROWR LPSHJQR DŕľśQFKp YHQJD fatto tutto nel migliore dei modi, altrimenti che teatro sarebbe? L’anno scorso quando abbiamo girato le scene sulla “Famiglia Addamsâ€? mi sono trovata un po’ in GLŕľśFROWj KR FHUFDWR GL ODYRUDUH WDQWR PD TXDQGR DUrivavo a casa ero distrutta e mi chiedevo: “Potrò mai farcela?â€? Poi meno male che una mia amica, L., mi diceva: “Dai siamo le sorelle siamesi, dobbiamo fare EHOOD ÂżJXUD ´ H FRVu JLRUQR GRSR JLRUQR PL VRQR IDWWD coraggio ed ecco la scena è fatta. Anche l’aver partecipato a S. Omero è stato bello, la scena che abbiamo portato lĂŹ, “1500 paroleâ€?, è passata come un fulmine a ciel sereno; lĂŹ avevo il copione davanti, ma “La famiglia Addamsâ€? è stata un po’ forte interpretarla. Ringrazio sempre il maestro per la pazienza che ha nei nostri confronti e spero sempre che continui a starci, me lo auguro perchĂŠ mi trovo bene con lui. Chiudo ringraziando il Marco Cavallo che mi ha dato la possibilitĂ di partecipare e la ComunitĂ â€œla Sardeddaâ€? e S. Omero per averci accolti. Un grazie particolare ai dottori, al maestro, e un saluto fraterno a don Antonio Ribezzi che ogni estate ci da la possibilitĂ di portare le scene alla Sardedda. L. 13


Testimonianze Come fenici

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ome vola il tempo! Mi sembra ieri che muovevo timidi passi in questo centro cosĂŹ grande e labirintiaco. Avevo paura di perdermi in cosĂŹ tanti corridoi, di non distinguere i volti e di non ricordare tutti i nomi. Ero confusa su come vi si svolgesse il lavoro e su quale fosse il compito di una tirocinante in psicologia in una realtĂ cosĂŹ variegata e sui generis; volevo fare bene il mio lavoro e in fondo credo di averlo fatto, YLVWR FKH ÂżQLWR LO WLURFLQLR H XQ EUHYH SHULRGR GL YRlontariato, mi è stato proposto un contratto part-time. Credo che per apprezzare appieno l’essenza del centro e per comprenderne il complesso modus operandi ci si debba mettere in gioco, venire di persona e vivere il Marco Cavallo, respirare ciò che respirano gli altri, mangiare ciò che mangiano gli altri e toccare con mano la quotidianitĂ , anche quella insita nelle piccole cose. Parlare delle peculiaritĂ di questo centro a chi lo vuol conoscere è utile, ma non rende giustizia a tutto ciò che esso rappresenta per chi con tanta fatica, ormai da molti anni, lo reinventa ogni giorno, lo costruisce e se lo cuce addosso cercando di accomodarlo alla realtĂ esterna, spesso ostile. Il partecipare alle lunghe assemblee collettive mi ha permesso sin da subito di immergermi nel mondo personale di ogni componente, mondo che nella seduta in cerchio si condivide, si espande e trova punti di connessione con il resto della collettivitĂ . Una cosa che sin da subito mi ha aiutata a sentirmi a mio agio è stata l’aver trovato persone accoglienti sempre disposte a guidarmi e indirizzarmi, soprattutto nel periodo del tirocinio post-lauream; la dottoressa Guida me lo ha detto da subito, “qui si laYRUD PROWR PD QRQ VHL VROD´ HG HŕľľHWWLYDPHQWH PL VRQR ULWURYDWD LQ TXHOOH SDUROH 1RQ FÂśq VWDWD ÂżQR D TXHVWR momento una sola occasione in cui io non abbia potuto contare su qualcuno, qui. La mole di lavoro è molta HG q DEEDVWDQ]D YDULD FL VRQR PRPHQWL GLŕľśFLOL DQFKH per via della convivenza tra persone che inevitabilmente hanno caratteri e vissuti diversi, ma il sostegno, la disponibilitĂ all’altro, la buona qualitĂ delle relazioni e il continuo sforzo di comprensione, aprono validi momenti di confronto e conforto e alimentano RJQL JLRUQR TXHOOD SLFFROD Ă€HELOH ÂżDPPD FKH UHVLVWH accesa da tempo. Ne è passata di acqua sotto ai ponti da quell’aprile 2016, ho conosciuto molte persone, ho acquisito nuove conoscenze, ho fatto tantissime esperienze, il mio bagaglio culturale e personale è cresciuto moltissimo. Ho dato tanto al Marco Cavallo e il Marco Cavallo da tanto a me. In primis mi ha dato sin da subito la possibilitĂ di esprimermi, dando vaORUH D FLz FKH LR DYHYR GD GLUH H GD RŕľľULUH LO 0DUFR &DYDOOR KD FUHGXWR LQ PH FRPH ÂżJXUD SURIHVVLRQDOH H non è poco, perchĂŠ noi giovani abbiamo un disperato 14

bisogno di qualcuno che ci dia una possibilitĂ e questo FHQWUR QH RŕľľUH D JLRYDQL H D PHQR JLRYDQL FKH FL VLD un’esperienza indiretta di disagio psichico o che ve ne sia una diretta. Il mio lavoro si svolge principalmente nella sala ricerche dove insieme ai miei colleghi mi occupo, tra le altre cose, del periodico 180Meraviglie, della gestione del servizio mail, della stesura dei verbali - in questo periodo soprattutto relativi al laboratorio “Donne che lasciano il segnoâ€? - e della creazione H GLŕľľXVLRQH GHO PDWHULDOH LQIRUPDWLYR JUDÂżFR UHODWLvo ai tantissimi eventi a cui prendiamo parte. NatuUDOPHQWH WXWWL TXHVWL FRPSLWL ROWUH D TXHOOR GL RŕľľULUH supporto e sostegno in uno scambio vicendevole con tutti i frequentatori del centro, sono svolti in qualitĂ di socia dell’Associazione 180amici Puglia e di SEPE indiretta. Attraverso tutta la serie di attivitĂ laboratoriali, attivitĂ socio-culturali e i servizi garantiti dal Centro, ciò che quotidianamente colgo in tutte le sue sfumature piĂš disparate è l’importanza che al Marco Cavallo rivestono le persone, ognuna con la propria storia, con i propri difetti sĂŹ, ma anche con le proprie risorse. Ogni giorno aggiungo tasselli ai racconti di cambiamenti, vedo idee divenire progetti, vedo la voglia di non mollare e andare avanti. Siamo uomini e donne che, tra alti e bassi, sono come fenici e risorgono dalle loro ceneri. Serena d’Angela

Nuovi orizzonti

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requentavo ogni tanto il Marco Cavallo il giovedĂŹ TXDQGR FL YHQLYR SHU YHGHUH ÂżOP H LQ TXHL ÂżOP ULVSHFFKLDYR OD PLD VRŕľľHUHQ]D 9LYR GD WUH DQQL H PH]]R nella struttura “Agrifoglioâ€? di Margherita Semeraro, da marzo sto frequentando il centro Marco Cavallo, prima tre volte a settimana e ora tutti i giorni; sono disponibile nel frequentare tutti i laboratori, mi piace confezionare tutto quello che si fa con la tampograÂżD QHO JUXSSR GRQQH VL SDUOD GL SUREOHPL FKH RJQXQD di noi ha subĂŹto, poi frequento il laboratorio artistico dove si svolge un lavoro molto delicato, si dipinge su materiale di legno e vetro, mentre il gruppo AMA è piĂš duro, non me la sento di frequentarlo e mi terrorizzo quando si parla di uomini e donne violenti. Per ora non mi va di leggere il giornale, ogni giorno WURSSH QRWL]LH FKH IDQQR PDOH OD PDÂżD JOL RPLFLGL le rapine, gli incidenti. Mi va di stare ad aiutare in cucina, poi mi piace la sala ricerche, voglio collaborare con tutti e tutte. Sto per andare a vivere al gruppo appartamento a Latiano dove sei piĂš libero, puoi andare in chiesa da sola. Oppure si possono fare dei viaggi senza che nessuno ti dica niente, ti gestisci da sola. Matilde Carrozzo


Di seguito Di seguit ito to il il contributo conttrib ibutto d dii Luca Luca Negrogno, Negrogno, scritto scrit ittto Centro dopo averci onorati della sua presenza al Centr ro dii Marco Cavallo l'11 aprile scorso. Per problemi d due spazio divideremo l'interessante intervento in du ue parti, una su questo numero e l'altra sul prossi iprossim mo o...... o.. mo...

1RWH VXOOD VÂżGD GHOOD FRJHVWLRQH Risorse e vincoli di una condizione di frontiera

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’incontro dell’11 aprile 2017 al centro Pubblico Sperimentale Marco Cavallo ha costituito per me OÂśRFFDVLRQH GL XQD YHULÂżFD H GL XQ DSSURIRQGLPHQWR del lavoro che, come ricercatore e come operatore, sto portando avanti all’interno delle esperienze di partecipazione di utenti e familiari alle politiche dei servizi di salute mentale. Come ho chiarito da principio durante la nostra assemblea, sento una forte connessione tra l’esperienza del Marco Cavallo e l’esperienza delle associazioni di utenti e familiari di Modena. In entrambi i casi, infatti, l’associazionismo ha sviluppato una forma di interlocuzione con i servizi di salute mentale che si distanzia dalle esperienze “tecnicizzateâ€? di partecipazione ma è altrettanto lontano dagli approcci piĂš movimentisti, contestatari o radicalmente alternativi alle istituzioni. Nella mia ricerca, di cui ho sintetizzato gli esiti provvisori nella tesi di dottorato discussa nel gennaio 2017, ho fatto rientrare le esperienze modenesi e quella di Latiano all’interno della categoria di “cogestioneâ€?: le associazioni si propongono di entrare nella gestione di segmenti del servizio istituzionale ma puntano anche a mantenere una forma di funzionamento interno, dei principi o un’identitĂ che li tenga piĂš vicini DL ELVRJQL UHDOL GHJOL DVVRFLDWL Âą VX TXHVWR GHÂżQLVFRQR XQD VRVWDQ]LDOH ÂłGLŕľľHUHQ]D´ GDOOÂśLVWLWX]LRQH 4XHVWD “doppia vesteâ€? è fonte di contraddizioni e ambiguitĂ ma DQFKH RFFDVLRQH GL UDŕľľRU]DPHQWR H GL FUHVFLWD La cogestione infatti implica che, da una parte, il soggetto associativo tragga il suo sostentamento materiale, organizzativo o in termini di risorse umane da uno stretto UDSSRUWR FRQ OH LVWLWX]LRQL XŕľśFLDOL GDOOÂśDOWUD L JUXSSL di utenti, familiari e operatori che appartengono alle associazioni mettono l’accento sulla capacitĂ di scelta e sulla autodeterminazione delle persone che all’interno GHL VHUYL]L XŕľśFLDOL VRQR YLVWL VROR FRPH ÂłXWHQWL´ H VXOOH loro famiglie, nella convinzione che le reti informali, paritarie e solidaristiche possano sviluppare una capacitĂ propria di migliorare le condizioni di salute mentale della comunitĂ , in forma complementare al sapere e all’organizzazione tecnica che viene dai servizi di salute mentale. La questione principale è dunque TXHOOD RUJDQL]]DWLYD GDWR FKH XQD GHOOH PDJJLRUL VÂżGH

che si pongono alle esperienze di cogestione sta nel sintetizzare i due bracci della contraddizione in una modalitĂ unitaria di guida e indirizzo dei processi che riguardano sia l’interno che l’esterno, intendendo con esterno tanto i rapporti con le istituzioni quanto i rapporti con la cittadinanza e il territorio in generale. Ma su questo torneremo alla ÂżQH Avendo studiato le forme di partecipazione orientate al paradigma della “cogestioneâ€?, soprattutto osservandole rispetto al loro contesto di riferimento, ho tratto l’impressione che queste vivano di una costante dialettica, tra “tecnicizzazioneâ€? e “resistenza alla tecnicizzazioneâ€?. Richiamerò ora brevemente i termini della questione, che ho piĂš ampiamente sviluppato nella mia tesi di dottorato. In generale, dopo quattro anni di ricerca in vari servizi e associazioni disseminati per l’Italia, mi è parso chiaro che i processi partecipativi assumono forme e caratteristiche strettamente legate al servizio in cui avvengono: il tema della “partecipazioneâ€? è troppo vago e indeterminato per GHÂżQLUH L FRQWHQXWL OH IRUPH OD TXDOLWj GHOOÂśDSSRUWR che utenti e familiari danno alle politiche di salute mentale. La formulazione degli Utenti e Familiari Esperti di matrice trentina, che attraverso la proposta di legge 181 è stata per qualche anno la forma piĂš visibile tra le varie esistenti a livello nazionale,

L'assemblea ospita Luca Negrogno

ha nei fatti irrigidito la lettura di questi fenomeni: tende a ridurre eccessivamente la molteplicitĂ di ipotesi organizzative, teoriche e pratiche che possono emergere dall’interlocuzione tra istituzioni pubbliche e soggetti dell’associazionismo e della societĂ civile. La mia proposta è di utilizzare l’approccio degli Utenti e Familiari Esperti come rappresentativo di una partecipazione “tecnicizzataâ€?: si tratta di una dinamica per cui le istituzioni creano al proprio interno nuovi spazi di D]LRQH SHU XWHQWL H IDPLOLDUL PD FRQÂżJXUDQGR SHU essi un ruolo subalterno rispetto alla cultura e alla 15


ricollegato con l’andamento complessivo delle risorse organizzative, economiche e istituzionali e con il Dalla mia ricerca è anche modo in cui queste sono investite. risultato evidente che i processi partecipativi, Come scrive Franco Basaglia nel 1975, quello anche quando tecnicizzati, che si osserva nella psichiatria delle societĂ comportano un ÂłSRVWPDQLFRPLDOL´ q XQD VRVWDQ]LDOH GLŕľľHUHQ]LD]LRQH cambiamento dei percorsi degli apparati, con zone liminali tra malattia presa in carico per chi vi e devianza, zone di distanziamento e zone di accede: si creano nuovi sovrapposizione, a causa dell’allentamento (ma non contesti di azione, si DŕľľDWWR ULVROX]LRQH GHOOD VDOGDWXUD WUD PDODWWLD H ampliano le possibilitĂ e controllo sociale. Il meccanismo che Basaglia illumina l’attenzione, si moltiplicano spietatamente è quello che conduce alla creazione di Luca Negrogno durante le possibilitĂ â€œriabilitativeâ€?. zone di “massimoâ€? e di “minimoâ€? investimento nella un intervento Contestualmente, in alcuni sanitĂ . Quelle di minimo investimento riguardano le casi sembra anche crescere popolazioni strutturalmente espulse dalla produzione la pressione “responsabilizzanteâ€? sull’utente o sulla mentre quelle di massimo investimento riguardano IDPLJOLD FKH SDUWHFLSD TXHVWR XQLWR DG XQD GLŕľľXVD i soggetti “integrabiliâ€? nell’ordine della produzione incertezza tattica e strategica dei soggetti collettivi e del consumo. Negli ambiti del servizio dedicati coinvolti e ad una certa ambiguitĂ su modalitĂ e DOOÂśXWHQ]D GD ÂłUHLQWHJUDUH´ HPHUJRQR OH ÂżJXUH GL QXRYL obiettivi della partecipazione, rischia di rendere anche WHFQLFL VSHFLÂżFL FRQ OÂśDSSDUHQ]D GHOOD QHXWUDOLWj H molto frustrante l’inserimento in percorsi partecipativi. dell’indipendenza dalle vecchie istituzioni, ma che nei Complessivamente però, nonostante possibilitĂ di esiti fatti agiscono come nuovi funzionari del consenso. I ambivalenti sui singoli, l’aumento della responsabilitĂ H GHOOD FRQWUDWWXDOLWj LQGLYLGXDOH WHQGRQR D FRQÂżJXUDUH modelli di “miglioramentoâ€? dei percorsi di presa in carico individuali. Complessivamente si può parlare, nei casi di “partecipazione tecnicizzataâ€? che ho preso in esame nella mia ricerca, di processi complessivi di innovazione dei servizi, cui le associazioni e i gruppi organizzati di utenti e familiari rispondono con adesione acritica oppure con una dialettica “internaâ€?, come vedo accadere spesso nel caso di Modena. prassi dei tecnici e dei professionisti.

La domanda con cui ho concluso la mia tesi riguarda la necessitĂ di approfondire come questi processi di innovazione si collochino sul piano epidemiologicosociale: la mia ipotesi, che permettano cioè ai 'LSDUWLPHQWL GL FRQÂżJXUDUH XQD IRUPD GL SUHVD LQ carico “allettanteâ€? per una nuova utenza giovane e scolarizzata del ceto medio – meno istituzionalizzata e che non vuole saperne di centri diurni - non esaurisce il campo delle possibili interrogazioni su questo punto. Sarebbe necessario capire come questa dinamica viene esperita nella pratica dagli operatori e dagli XWHQWL VWHVVL VH LQ DŕľľHWWL q DOOÂśRSHUD XQD GLQDPLFD di creaming implicito ; in che modo questo è 1 Il creaming è un fenomeno che avviene nelle organizzazioni sanitarie, per cui gli operatori “scelgonoâ€?, sulla base di considerazioni che restano per la maggior parte implicite, il tipo di utenza a cui destinare maggiore attenzione e risorse, a danno di altre categorie di utenza a cui viene riservato un certo pessimismo diagnostico, un tendenziale disimpegno e un progressivo abbandono.

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La grande sala "Franco Basaglia" gremita di partecipanti

soggetti di utenti e familiari che partecipano possono RJJL VYROJHUH HVDWWDPHQWH LO UXROR FKH VXO ÂżQLUH GHJOL DQQL Âľ HUD TXHOOR GHL ÂłQXRYL WHFQLFL QHXWUDOL´ ÂżJXUH che propongono un’idea di salute mentale fondata sull’autodeterminazione e sulla libertĂ di scelta, sulla VRJJHWWLYLWj H VXOOH UHOD]LRQL PD FKH PRGLÂżFDQR VROR un piccolo segmento del servizio, non intaccandone la logica complessiva. Nei processi di partecipazione che esprimono una dialettica costante tra tecnicizzazione e resistenza alla tecnicizzazione, la questione critica rimane: l’azione delle associazioni, e in generale l’interlocuzione tra utente, familiare e operatore, riporta l’interpretazione del disagio ad una dimensione vitale ed esterna alla psichiatria? Oppure riconferma la gestione e


il controllo tecnico - psichiatrico, con il suo portato di invalidazione, il suo stigma di incomprensibilitĂ ed esclusione? E se questo accade, se il servizio, informato dalla presenza “partecipativaâ€? di utenti e familiari, riesce ad agire in modo da restituire al “socialeâ€? il bisogno, in che modo lo fa? Lo fa per delegare ad altre agenzie le proprie funzioni di assistenza e di controllo? Lo fa per riconsegnare a circuiti di assistenza paternalistica (magari del volontariato) pazienti spogliati di agentivitĂ e soggettivitĂ ? Oppure lo fa per dare maggiori strumenti conoscitivi, maggiore capacitĂ di azione e di organizzazione alle comunitĂ e ai territori, al ÂżQH FKH HVVL DŕľľURQWLQR LQ PRGR WUDVIRUPDWLYR OH contraddizioni che insistono nel loro rapporto con il mondo? E se queste due possibilitĂ si presentano confuse, intrecciate e contemporaneamente presenti, FKL ÂżQLVFH QHO FROOR GL ERWWLJOLD GHOOÂśLQYDOLGD]LRQH e dell’intrattenimento e chi invece viene sospinto verso la via del potenziamento e dell’ottimizzazione LQGLYLGXDOH" &RVD GHÂżQLVFH OD GLŕľľHUHQ]D WUD TXHVWH due divergenti traiettorie esistenziali? Come questa GLŕľľHUHQ]D VL VWUXWWXUD QHJOL DUWHIDWWL FXOWXUDOL GHJOL operatori, dei familiari e dei pazienti? Come viene FRQFUHWDPHQWH DJLWD QHOOD SUDWLFD" 4XHVWD GLŕľľHUHQ]D q FROOHJDWD DOOD VWUDWLÂżFD]LRQH VRFLDOH" ,O VHUYL]LR GL VDOXWH PHQWDOH GL IURQWH D TXHVWD GLŕľľHUHQ]D OD naturalizza o la mette in discussione criticamente? E le associazioni di utenti e familiari? Mi sono avviato all’incontro con il Centro Marco Cavallo con l’idea che a queste domande si debba iniziare a formulare un tentativo di risposta collettivo, informato dall’elaborazione delle varie esperienze locali. L’incontro e le prime questioni scambiate con gli amici pugliesi, oltre all’esperienza svolta negli ultimi mesi a Modena lavorando con l’Associazione Insieme a Noi e osservando dall’esterno le esperienze dell’Associazione Idee in Circolo, mi ha convinto

Parte del gruppo "Sala ricerche" con Luca Negrogno

che il primo punto da provare ad analizzare fosse la questione organizzativa: sempre instabile esito della sintesi tra le varie tendenze contraddittorie interne ma soprattutto come piano da cui partire per analizzare il problema del rapporto con il contesto esterno. Soprattutto le associazioni modenesi, infatti, si trovano su un crinale delicato della contraddizione: se per ciascuna di queste realtĂ valgono piĂš o meno esplicitamente principi di “cogestioneâ€? con il servizio, il potere contrattuale che esprimono non è tale da FRQÂżJXUDUH XQD FDSDFLWj GL SRVL]LRQDPHQWR ÂłIRUWH´ rispetto ad esso. I due soggetti associativi sembrano alla ricerca di strategie per costruire particolari IRUPH GL LQWHUORFX]LRQH FKH WHQGDQR D ULFRQÂżJXUDUH maggiore agibilitĂ negli spazi che sono loro concessi, alternando momenti di critica a momenti di consenso, rivolgendo alternativamente le proprie energie nella ULGHÂżQL]LRQH GL TXHVWLRQL LQWHUQH DOOH LVWLWX]LRQL psichiatriche oppure privilegiando il contatto con la comunitĂ circostante. In questo contesto, il senso delle questioni problematiche non è dunque mai univoco: le alternative si presentano spesso confuse e intrecciate, in percorsi ricchi di ambivalenza. In un periodo come questo, che tra le due associazioni mancano momenti strutturati di confronto e di elaborazione comune, sembra che su molte questioni esse siano portate a disporsi tendenzialmente su lati opposti di questioni problematiche, come in una sorta di schismogenesi ; non mancano però i momenti in cui si sviluppa un FHUWR LVRPRUÂżVPR Altrettanto critica risulta la condizione del Centro Marco Cavallo, se guardato rispetto al suo contesto territoriale: le AUSL regionali dichiarano di supportare il Centro e di spendersi per la prosecuzione dell’esperienza, tuttavia sembra che l’esperienza del Centro debba rimanere “isolataâ€? e non divenire una reale avanguardia di un movimento di innovazione delle politiche di salute mentale sul territorio; le indicazioni della politica regionale sembrano a tutti molto chiare: non possono essere implementati gli organici, non possono essere sviluppati progetti innovativi di inserimento lavorativo e non viene lasciato spazio a nessuna forma di progettazione partecipata; nella stessa AUSL di cui fa parte il territorio di Latiano i Centri diurni e le ComunitĂ continuano ad essere luoghi di cronicizzazione e spersonalizzazione, non ci sono progetti per reimmettere le persone nella societĂ , non c’è lavoro per i pazienti. 2 La schismogenesi è quel processo che avviene in una relazione per cui le azioni che reciprocamente compiono i partecipanti riconfermano ad entrambi la loro, ed anzi DXPHQWDQR OD GLŕľľHUHQ]D FKH HVVL YHGRQR WUD GL ORUR

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Su tutto grava l’incertezza sulla continuità del centro Marco Cavallo: Carlo Minervini e Maddalena Guida, due dei tre dipendenti pubblici che lavorano al Centro, sono vicini alla pensione e non è cresciuta all’interno del servizio pubblico una cultura e una modalità orientata alla partecipazione, dalla quale possano emergere dei validi sostituti. Sembra inoltre che molta della forza contrattuale dell’esperienza dipenda dalla posizione e dalla storia di Carlo Minervini: una delle domande che circola riguarda la possibilità che il Centro possa continuare ad esistere senza di lui. La SDXUD FKH SRVVD GL൵RQGHUVL XQ FHUWR SHVVLPLVPR q stata per me palpabile dopo i primi scambi di battute con gli amici del Centro.

organizzativa è che, come ritengo, l’incapacità di elaborare una strategia complessiva, unitaria e sintetica nei confronti del servizio pubblico con cui cogestiamo le nostre attività sia uno degli elementi che gravano sulla vita delle organizzazioni. Quando questo peso non trova occasioni di corretta elaborazione e ULÀHVVLRQH LQWHUQD VL WUDVIRUPD LQ XQR GHJOL HOHPHQWL che usurano e rischiano di lacerare le relazioni umane tra coloro che partecipano all’esperienza.

La crisi dei rapporti umani, o il rischio della crisi, è stato un argomento che ha avuto sull’assemblea un IRUWH SRWHUH VWLPRODQWH H XQL¿FDQWH DQFKH DOFXQH condizioni che in questo periodo vive il gruppo del Non avendo risposte Marco Cavallo possono precostituite a nessuna essere inserite in questo delle domande e avendo campo di osservazione. Il anche poso tempo a problema della continuità disposizione, quando gli del gruppo oltre l’azione amici di Latiano mi hanno GHOOH ¿JXUH FDULVPDWLFKH chiesto in assemblea di di riferimento, la cornice produrre qualche spunto complessiva di precarietà sulla prosecuzione del data dall’incertezza sul nostro comune percorso rinnovo delle convenzioni, di ricerca, ho suggerito l’assenza di una di inquadrare la nostra partecipazione costante di conversazione in un DOFXQH ¿JXUH GHO JUXSSR tema-guida: quello delle che verranno chiarite forme organizzative che in assemblea e anche come soggetti associativi la situazione personale abbiamo assunto e di alcuni membri sono possiamo assumere, i loro esperienze del collettivo rischi e le loro risorse. del Marco Cavallo che Questo tema mi sembra riverberano con le mie. Luca Negrogno in visita al nostro orto infatti un punto di partenza Ricordo all’assemblea che fondamentale per toccare i vari fronti del problema questa è la prima occasione in cui torno ad incontrarli che viviamo. Ho premesso che nella discussione dopo la morte di Paola Relandini, la prima presidente avrei portato spunti ed elaborazioni provenienti dalla dell’Associazione Idee in Circolo, che molti degli situazione che vivo a Modena e che per me quella astanti hanno avuto modo di conoscere e di apprezzare assemblea era anche l’occasione di un confronto che per la profondità della sua empatia, la forza delle a Modena abbiamo avuto poche opportunità di fare sue idee-guida, la leggerezza con cui sapeva portare in questi mesi. In generale, inoltre, mi sembra che benessere nelle relazioni. Per noi modenesi la sua la questione della forme organizzative sia un punto scomparsa è stata un colpo basso e la sua mancanza fondamentale per osservare lo stato dei rapporti carsicamente riemerge in più occasioni. umani all’interno delle organizzazioni in cui viviamo: per reggere le contraddizioni strutturali in cui siamo L’assemblea ha prodotto un primo giro di interventi immessi come esperienze di cogestione abbiamo iniziali stimolati da questo inquadramento del discorso, bisogno di legami umani forti e profondi, altrimenti ci che abbiamo elaborato per iniziare. Il Marco Cavallo bruciamo. L’esperienza di Modena degli ultimi mesi è ha cercato ultimamente di porsi come portabandiera stata infatti, come ho riportato, un’esperienza di crisi regionale di un movimento per il cambiamento delle dei rapporti umani che si è riverberata su vari piani politiche di salute mentale, riuscendo ad acquisire e livelli. Il punto d’unione tra questo e la questione una certa visibilità in regione, tanto che è arrivata la 18


proposta di fare una giornata di formazione anche per i volontari di servizio civile del comune di Bitritto; purtroppo però questa visibilitĂ si accompagna anche all’isolamento politico: piĂš si emerge piĂš si rischia di subire resistenze e contraccolpi nel territorio. La paura della precarietĂ c’è, dice Giorgio, ma c’è anche una squadra che crede nel progetto. Nel suo intervento, come in quello di altri, è forte il legame tra la continuitĂ che si cerca in questo momento e la continuitĂ che si vede con la storia della deistituzionalizzazione; l’identitĂ di movimento “contro quello che c’è intornoâ€? costituisce un forte collante dello spirito di gruppo. C’è in altri interventi la consapevolezza che il gruppo deve essere unito quando si troverĂ a doversi rapportare con i UHIHUHQWL LVWLWX]LRQDOL VHQ]D LO ÂżOWUR FRVWLWXLWR GD &DUOR “chi guida il centro deve conoscere e condividere quello che facciamo, per questo dobbiamo rimanere uniti; senza le istituzioni non si va molto lontanoâ€?. Un altro intervento è “Quando rimarremo da soli ce la faremo; chi verrĂ , se noi sapremo fare come abbiamo imparato, si adatterĂ â€?.

molto importante. Riporto a questo punto che anche a Modena il problema del coinvolgimento dei familiari è molto forte; ancora la famiglia è legata ad esperienze di dolore e di isolamento. Gennaro evidenzia un altro limite che tornerĂ anche QHOOH ULĂ€HVVLRQL VXOOD VLWXD]LRQH PRGHQHVH q GLŕľśFLOH funzionare quando queste esperienze sono legate solo alla buona volontĂ di singoli esponenti illuminati delle istituzioni. In generale, aggiungo io, è un limite quando le organizzazioni sono sostenute solo dal volontarismo dei singoli. Mi fa eco Maddalena Guida dicendo che complessivamente è pesante uno stato di precarietĂ che non favorisce la recovery, ricade sull’individuo, non ci fa guardare lontano come gruppo: “forse l’Associazione non è un’organizzazione abbastanza forte da continuare a portare avanti da sola questa idea, avendo attorno istituzioni lente e una sanitĂ che va peggiorandoâ€?. Carlo interviene su questo punto dicendo che tutti devono sentirsi ugualmente responsabili nel costruire il futuro del Marco Cavallo. L’assemblea propone di convocare una successiva assemblea mirata al ricoinvolgimento dei familiari YHFFKL H QXRYL &DUOR FRQFOXGH OD ULĂ€HVVLRQH GLFHQGR che bisogna essere presenti come cittadini organizzati in tutti i contesti in cui si discute di salute mentale e GL WHPL D QRL DŕľśQL SHU IDU DYDQ]DUH LO 0DUFR &DYDOOR “Bisogna uscire dalla dimensione in cui le cose sono altri a farle e noi ne usufruiamo ma bisogna sentire un senso del dovere comune nei confronti del futuro del centroâ€?: il suo sembra un richiamo all’assemblea, si deve in qualche modo passare dalla forma di protagonismo attuale degli utenti ad un percorso organizzato di attivismo, per portare fuori le ragioni GHO 0DUFR &DYDOOR H UDŕľľRU]DUQH OH SURVSHWWLYH

Luca Negrogno in visita al nostro orto con un SEPE

Luca Negrogno Maddalena Sterlicchio fa un’osservazione sull’assenza dei familiari e suggerisce una connessione tra la loro assenza e l’evoluzione del Centro: “questo posto ha vissuto di volontariato nei primi anni, molti familiari erano coinvolti i primi tempi e si sentivano protagonisti perchĂŠ da loro il centro dipendeva. Oggi si sente il bisogno di restare uniti tra le varie componenti che si sono un po’ disgregate, e per questo bisogna fare qualcosa di diverso. Si sono aggiunti nel tempo nuovi cittadini ma i familiari sono andati scemandoâ€?. Giorgio (un socio Esperto) risponde FKH ÂłELVRJQD VWLPRODUH L JHQLWRUL SL GHL ORUR ÂżJOL chiedere ai genitori di essere presenti. Prima da parte GHL ORUR ÂżJOL SRL LQ PDQLHUD RUJDQL]]DWD GD SDUWH GL XQ JUXSSR GL QRL FKH VL RFFXSL VSHFLÂżFDPHQWH GL questoâ€?. Per Maurizio la situazione dei familiari che vengono meno rispetto alle attivitĂ del centro è anche 19


Il Centro Sperimentale Marco Cavallo: un’esperienza pilota di salute mentale nel Sud Italia Alle donne e agli uomini del Centro Sperimentale Marco Cavallo, perchĂŠ non smettano mai di praticare la loro liberazione. Vorrei iniziare col dire una cosa scontata ma forse non del tutto banale: se volete capire cos’è il Centro Sperimentale Marco Cavallo venite a vedere il Centro Sperimentale Marco Cavallo! Un luogo capace di accogliere e “curareâ€? non è un luogo sanitario ma un luogo sociale in grado di restituire bellezza e diritti di cittadinanza. L’estetica contiene l’etica che fonda un habitat. Ma poi ci sono le persone che abitano un luogo e i rapporti che instaurano tra loro. Se questi rapporti cambiano, anche il luogo cambia e diviene spazio reale di confronto dove ognuno può esprimere la propria soggettivitĂ . La psichiatria non ha mai avuto un’etica dello spazio perchĂŠ non ha mai avuto un’etica della soggettivitĂ . L’uomo ridotto a cosa ha sempre vissuto e continua a vivere in un tempo indeterminato. Lo spazio che lo contiene non ha alcuna importanza, deve piuttosto restituire la miseria che è la miseria di un corpo inerte oggettivato dallo sguardo del medico. La psichiatria non DELWD H QRQ RVSLWD FRQWLHQH H VUDGLFD ÂżQR DOOÂśDQQLFKLOLPHQWR H DOOD PRUWH /D VDOXWH PHQWDOH LQYHFH FUHD connessioni, riattiva relazioni sociali, riannoda vite lacerate dall’abbandono e dall’incuria sociale. La vera prevenzione della malattia è nella bellezza e nella ricchezza dei luoghi sociali, spazi di relazione e di rapporto con il mondo. Spazi in cui si esercitano il diritto di cittadinanza e la contraddizione del vivere sociale. Io credo che Il Centro Marco Cavallo restituisca questa etica e questa estetica della soggettivitĂ , attraverso il suo essere struttura permeabile e transitabile in cui ognuno può esprimere le proprie contraddizioni nel rapporto con gli altri. Dove l’assemblea, ormai scomparsa da qualsiasi servizio psichiatrico o forse meglio da qualsiasi contesto comunitario, torna ad avere quel ruolo determinante di motore di scambio e di articolazione sociale. 'RYH ÂłDYHUH YRFH´ QRQ q OD FRQGL]LRQH IDOVD H PLVWLÂżFDWRULD GHOOH QDUUD]LRQL GHOOD QXRYD SVLFKLDWULD VRFLDOH quella della recovery e dell’empowerment - dispositivi di un pragmatismo anglosassone e statunitense che non ha mai spostato nulla sul piano dell’emancipazione dell’utente - ma possibilitĂ concreta di agire sulla propria vita e quella degli altri attraverso una prassi collettiva di liberazione dal ruolo di “malatoâ€?. Dove si GHFLGH LQVLHPH FRPH DŕľľURQWDUH H FRVWUXLUH LO IXWXUR GL RJQXQR DWWUDYHUVR OD SDUWHFLSD]LRQH GL WXWWL 'RYH OD salute diviene costruzione sociale partecipata. Uno spazio dove la voce delle donne torna ad avere un ruolo dialettico per se stesse e per gli uomini con cui vivono questa esperienza, a rappresentare un momento colOHWWLYR GL HODERUD]LRQH H ULĂ€HVVLRQH VXJOL HŕľľHWWL GHOOD YLROHQ]D VWUXWWXUDOH GL XQD VRFLHWj PDVFKLOH H ERUJKHVH 8Q OXRJR LQÂżQH GRYH LO ODYRUR QRQ FRVWLWXLVFH LO SUHPLR ÂżQDOH GL XQ ÂłSHUFRUVR ULDELOLWDWLYR´ R XQD WHUDSLD contro l’alienazione sociale, ma diviene piuttosto attivitĂ concreta di crescita e di sviluppo di sĂŠ, processo di “capacitazioneâ€? reale, strumento di scambio e di negoziazione con il mondo. Di fronte allo stato di precarietĂ e di emergenza in cui versano attualmente i servizi di salute mentale nel nostro paese, questa esperienza nel contesto pugliese dovrebbe avere un livello di attenzionamento maggiore da parte delle istituzioni e delle amministrazioni locali. Paradossalmente essa costituisce un’esperienza pilota nel Sud Italia, in risposta anche alla recente importazione di approcci e modelli stranieri di salute mentale comunitaria in alcuni DSM del Settentrione. Non a caso il Centro è diventato il focus di una ricerca del CNR sui modelli partecipativi in salute mentale. Io credo che se esiste un modo per riattualizzare il lavoro e il pensiero di Franco Basaglia, sia quello di volgere lo sguardo a questi straordinari laboratori di salute mentale sommersi del nostro paese, luoghi in cui grazie al lavoro di alcuni tecnici, amministratori, utenti, familiari e cittadini è ancora possibile dimostrare che si può lavorare e agire diversamente. Il fatto che tutto questo avvenga in un piccolo paese del Meridione d’Italia è la dimostrazione che, se c’è la volontĂ e il coraggio di utilizzare le risorse in modo appropriato e FUHDWLYDPHQWH q SRVVLELOH IDUH VDOXWH PHQWDOH DG RJQL ODWLWXGLQH 7ULHVWH QRQ q SL XQ OXRJR ÂżVLFR GD ULHYRcare nostalgicamente, ma traiettoria di un lavoro che ha cambiato la storia delle istituzioni e del rapporto tra scienza e societĂ . Occorre tornare a dimostrare con la pratica che tutto questo è stato ed è ancora possibile. Il &HQWUR 6SHULPHQWDOH 0DUFR &DYDOOR q LO WHQWDWLYR GL GDUH XQD ULVSRVWD GLYHUVD DOOD SHUVRQD FKH VRŕľľUH Dentro le sue contraddizioni, che sono le contraddizioni di qualsiasi istituzione o luogo sociale, c’è il progetto utopico, ma anche molto concreto, di una societĂ nuova, di nuove possibilitĂ di vita, di nuove possibilitĂ di rapporto, di nuove possibilitĂ di progetto. Per questo, io credo, la sua attivitĂ dovrebbe essere valorizzata e documentata e costituire luogo di formazione e studio per i giovani operatori, ma anche per tutti coloro che lavorano in questo campo. Spero anche solo in parte, con questa testimonianza, di aver contribuito a stimolare la curiositĂ per questa piccola straordinaria pratica di libertĂ . Riccardo Ierna 20


,O FROOHWWLYR GHO 0DUFR &DYDOOR DO VHPLQDULR FRQ 3 &HQGRQ

3DUWH GHOOD UHGD]LRQH GHO SHULRGLFR “180Meraviglie�

Il Marco Cavallo è un Centro Sperimentale Pubblico di studio e ricerca per la Salute Mentale di ComunitĂ , cogestito dall’Associazione di promozione sociale “180amici Pugliaâ€? e dall’UnitĂ Operativa di Salute Mentale Mesagne S. Pancrazio la cui direzione è situata all’interno del centro stesso. La realtĂ del Centro Marco Cavallo è un’esperienza unica in Puglia che XVXIUXLVFH SHU OD VXD PHVVD LQ DWWR GHOOD /HJJH 5HJLRQDOH Q GHO FKH SUHYHGH OD FRJHVWLRQH GL FHQWUL diurni da parte di associazioni. In effetti, il Marco Cavallo è operativo giĂ dal 2008, anno in cui l’Associazione 180amici Puglia è nata. All’esordio, persone con esperienza diretta di disagio psichico, familiari e volontari hanno avviato le attivitĂ rendendo il centro fruibile al territorio. Nel tempo la presenza dei familiari è diminuita lasciando maggiore spazio ai veri protagonisti: i soci esperti SHU HVSHULHQ]D 6 ( 3 ( GLUHWWD PD DQFKH LQGLUHWWD Nel 2010, l’Associazione di Volontariato 180amici Puglia si è trasformata in un’associazione di Promozione Sociale per avviare e sostenere il progetto “Marco Cavalloâ€?, approvato e finanziato dalla Regione Puglia. All’interno del progetto “Marco Cavalloâ€? i S.E.P.E. si occupano del front RIILFH GHOOD VHJUHWHULD dell’organizzazione della mensa, della guida dei pulmini, della manutenzione e dell’estetica del centro e del laboratorio permanente di ricerca (contatti, organizzazione eventi, redazione e stampa del periodico “180 Meraviglieâ€?, informazione e viaggi studio, sito web e social networks). Tutte le attivitĂ svolte al Centro Marco Cavallo vengono discusse e programmate nel corso dell’assemblea del “Gruppo Locandina convegno “Impazzire si può al sud?â€?

Eventiâ€? del martedĂŹ pomeriggio. L’assemblea è il metodo che il centro Marco Cavallo ha scelto di utilizzare poichĂŠ è uno spazio che permette a tutti i partecipanti di essere alla pari, di esprimere le proprie opinioni e di

Locandina Convegno “L’agire FROOHWWLYR H JOL VWUXPHQWL GL GLIIXVLRQH delle buone pratiche in salute mentale�

RWWHQHUH XQ FRQIURQWR DQFKH FRQ JOL RSHUDWRUL DWWXDOPHQWH JOL RSHUDWRUL GHO pubblico che coadiuvano il progetto “Marco Cavalloâ€?sono tre e possono dedicare solo parte del loro tempo a questa complessa e innovativa esperienza). La sperimentalitĂ consiste nell’avviare un SHUFRUVR GL ULIOHVVLRQH FULWLFD LQGLYLGXDOH DOOR VWHVVR WHPSR FROOHWWLYD SHU XQD PDJJLRUH FRQVDSHYROH]]D FRJQLWL va ed emotiva e quindi per focalizzare modalitĂ che possano aiutare la persona a stare bene ed a riappropriarsi della propria vita, con conseguenti doveri ma anche diritti. D’altro canto la sperimentalitĂ riguarda anche l’operatore che viene sollecitato a rivisitare e trasformare il proprio ruolo tradizionale. Difatti il rapSRUWR FRQ OD SHUVRQD FRQ GLVDJLR SVLFKLFR QRQ VL OLPLWD VROR DL FRQVXHWL FROORTXL DPEXODWRULDOL PD YD ROWUH LO quotidiano e si struttura uno scambio culturale continuo la cui base è la reciprocitĂ e la metodologia dell’agire Presentazione del libro â€œâ€Ś e tu slegalo subitoâ€? di G. Del Giudice 8QLYHUVLWj GL %DUL

collettivo. Quest’ultimo permette a chi frequenta il centro di riscoprirsi, di ritrovarsi e di confrontarsi in un OXRJR FKH GLYHQWD GL DSSDUWHQHQ]D SHU WXWWL L FLWWDGLQL ,Q SDUWLFRODUH L 6 ( 3 ( DWWRUL SULQFLSDOL GHOOD

8QLYHUVLWj GL %DUL L 6(3( SDUODQR DJOL VWXGHQWL

VSHULPHQWD]LRQH LQ TXHVWR FRQWHVWR LPSDUDQR D ULWURYDUH H ULVFRSULUH OH SURSULH ULVRUVH H SDUWHFLSDQR LQ SULPD SHUVRQD DWWUDYHUVR FDPSDJQH GL sensibilizzazione (seminari presso l’università , progetti con le scuole professionalizzanti, corsi aperti alla cittadinanza), all’abbattimento dello stigma e del pregiudizio legati DO PRQGR GHO GLVDJLR SVLFKLFR , 6 ( 3 ( KDQQR XQ FRQWUDWWR GL FROODERUD]LRQH D SURJHWWR SHU OD JHVWLRQH GHO FHQWUR e quest’anno tre persone hanno fatto un ulteriore passo mirato all’autonomia, DOOD UHFRYHU\ WUDVIRUPDQGR LO FRQWUDWWR FR FR SUR LQ XQ FRQWUDWWR D WHPSR LQGHWHUPLQDWR H rinunciando all’assegno di invalidità civile.

Rappresentazione teatrale “3500 paroleâ€? al convegno “Impazzire si puòâ€? di Trieste

Laboratorio “180 ortaggi�

Assemblea dell’ “Agire collettivo�

5LXQLRQH JUXSSR VLWR ZHE

6TXDGUD GL FDOFHWWR GHO 0DUFR &DYDOOR

21

Ideato e realizzato dal collettivo del Centro Sperimentale Marco Cavallo di Latiano (Br) e stampato dalla coop. Fhorse

,QDXJXUD]LRQH XIILFLDOH GHO &HQWUR LO 0DJJLR

,O &HQWUR 6SHULPHQWDOH SXEEOLFR GL VWXGLR H ULFHUFD 0DUFR &DYDOOR GL /DWLDQR %5


Notizie dai gruppi appartamento

I

l dieci marzo 2016 è iniziato il mio percorso insieme alla mia compagna Patrizia nel gruppo appartamento del centro Marco Cavallo di Latiano. Per me non è stata la prima esperienza in una struttura terapeutico-riabilitativa perchĂŠ precedentemente ero stato in una casa alloggio a Bisceglie. Mi mancava l’esperienza in un gruppo DSSDUWDPHQWR FKH GRYUHEEH FRVWLWXLUH LO WUDJXDUGR ÂżQDOH nel percorso per raggiungere l’autonomia dal punto di vista psicologico e per poter gestire la propria vita al di fuori delle strutture psichiatriche menzionate. Per Patrizia è stata invece la prima esperienza di percorso di crescita all’interno di una struttura. Patrizia era al principio PROWR GLŕľśGHQWH QHOOÂśDŕľľURQWDUH TXHVWD VÂżGD HG q VWDWD OD capacitĂ professionale del dottor Minervini e della dotWRUHVVD *XLGD D FRQYLQFHUOD DG DŕľľURQWDUH TXHVWR SHUcorso di vita. Nel gruppo appartamento ha per fortuna incontrato Loredana che le è stata vicino e l’ha aiutata DG DŕľľURQWDUH L SULPL PRPHQWL GL GLŕľśFROWj FKH SURYRFDvano continui pianti in Patrizia. Anche gli operatori Sonia, Salvatore, Antonio, Gabriella, Alessandra e Silvia le sono stati vicini in questa fase di adattamento al gruppo appartamento, svolgendo in maniera perfetta il loro compito professionale. Sono emersi successivamente GHL FRQĂ€LWWL WUD 3DWUL]LD H /RUHGDQD GRYXWL DL ORUR GLYHUVL FDUDWWHUL PD TXHVWL FRQĂ€LWWL VL VRQR VHPSUH ULVROWL FRQ una crescita comune e con il miglioramento continuo del loro rapporto all’interno del gruppo appartamento. Sono circa trent’anni, dalla morte dei miei genitori, che non ho piĂš rapporti con le mie sorelle, le quali non sono mai venute a trovarmi nelle strutture in cui sono stato prima del gruppo appartamenWR ,QFRQWUDUH $OHVVLR LO ÂżJOLR di Loredana, durante un’uscita fatta dal gruppo appartamento in una cittĂ in provincia di Lecce, è stato un po’ come incontrare i miei famigliari; ugualmente, quando venivano a far visita a Loredana sua sorella e suo fratello, era per me vivere una famiglia acquisita. I conĂ€LWWL FKH VL VRQR FUHDWL DOOÂśLQterno del gruppo appartamento Paolo e Patrizia sono stati per me e Patrizia un momento di crescita psicologica e spirituale perchĂŠ io e Patrizia abbiamo dovuto perfezionare la nostra capacitĂ di accettazione e di comprensione dell’altro. Paolo Minervini

Crescere insieme: Paolo, Patrizia e noi educatori

C

on questa testimonianza vorremmo raccontare la nostra esperienza di educatori all’interno del gruppo appartamento di Latiano. Siamo Alessandra e Silvia e proveniamo da comunità terapeutiche ad alta intensità 22

assistenziale. Il nostro compito precipuo, come quello di tutti coloro che conoscono la realtĂ di queste strutture FKH SRWUHPPR SXUWURSSR GHÂżQLUH ÂłSVHXGR ULDELOLWDWLYH´ era quello di somministrare la terapia farmacologica agli ospiti, controllare, stimolare e, talora provvedere personalmente alla cura della loro igiene personale, stilare progetti riabilitativi che, raramente, avevano la possibilitĂ di essere posti in essere. La realtà è che veniamo da strutture che esprimono la naturale conseguenza di quelle manicomiali, fortunatamente chiuse grazie a Basaglia. Il nostro arrivo al gruppo appartamento è stato per noi provvidenziale in quanto è giunto in un momento di particolare sconforto personale, momento in cui anche il valore profondo del nostro lavoro veniva da noi stesse messo in dubbio. Il gruppo appartamento per persone con disagio psichico rappresenta, nell’ambito delle comunitĂ terapeutiche, una naturale e necessaria tendenza a dotarsi di appendici e costole, “istituzioni OHJJHUH´ DO ÂżQH GL JUDGXDUH OD GLPLVVLRQH GHL SURSUL ospiti. Tra le istituzioni leggere, il gruppo appartamento si pone come obiettivi quelli di garantire e promuovere l’autodeterminazione degli ospiti e allo stesso tempo lo sviluppo di forme di scambio, cooperazione ed aiuto tra gli stessi a loro vantaggio. In quest’ottica, l’operatore entra nella casa del soggetto con disagio e quest’ultimo concede un posto nella sua vita per vivere insieme la sua quotidianitĂ . Il gruppo appartamento non è un contenitore istituzionale, ma una casa dove due, tre o TXDWWUR SHUVRQH VHJXRQR XQ SHUFRUVR DO ÂżQH GL ULWURYDUH o raggiungere la propria autonomia. L’unico strumento che l’educatore ha a disposizione per il suo lavoro è la presenza, si vivono reciprocamente momenti, azioni, reazioni, emozioni; si deve essere pronti a mettere in gioco anche se stessi tenendo presente che l’educatore e OD SHUVRQD FRQ GLVDJLR QRQ SURYDQR HPR]LRQL GLŕľľHUHQWL ma piuttosto talune volte le canalizzano in maniera diversa. Può accadere che il soggetto con disagio psichico vada aiutato a gestire impressioni ed entusiasmi ponendo DWWHQ]LRQH VXO VLJQLÂżFDWR GHOOD SDUROD ÂłOLPLWH´ 1RQ FL si deve sostituire al soggetto interessato, ma prenderlo per mano e camminare con lui. Solo in tal modo sarĂ possibile non limitarlo ma aiutarlo. PerchĂŠ la diversitĂ non è un ostacolo ma una ricchezza che favorisce uno scambio quando viene trasformata in potenzialitĂ . Chi ha paura di scoprire e riscoprire se stesso non può essere un buon educatore e deve sempre sapersi ben porre con OD SHUVRQD FKH VRŕľľUH GL GLVDJLR SVLFKLFR LQ TXDQWR TXHVWÂśXOWLPD SXU QHOOD VRŕľľHUHQ]D ULPDQH XQ VRJJHWWR attivo che ascolta e osserva il proprio educatore. Se ciò avviene si può parlare di una possibilitĂ in piĂš per un percorso di ripresa empatico ed autentico. Nel corso di questo cammino vi sono cadute e fallimenti, i momenti di crisi sono frequenti, ma questi devono diventare strumenti educativi che ci aiutano a pensare che la vita di altre persone è in mano a noi e che dietro a un educatore e ad un paziente ci sono sempre due individualitĂ . Nel nostro lavoro non si usano i “ferri del mestiereâ€?, ma la PHQWH OH HPR]LRQL HG L SHQVLHUL FL VL DŕľśGD D VH VWHVVL


e a quel che si è capaci di trasmettere. Questo percorso professionale è innanzitutto un bellissimo percorso SHUVRQDOH 'HGLFDUVL DJOL DOWUL QRQ VLJQLÂżFD ULQXQFLDUH a se stessi, ma vivere due volte. Silvia ed io abbiamo avuto insieme ai colleghi il privilegio di accompagnare Paolo e Patrizia nel loro cammino verso l’autonomia. Questa coppia è entrata nel Gruppo Appartamento di Latiano circa un anno e mezzo fa. Al suo arrivo la casa era abitata da altri due inquilini i quali, opportunamente preparati dall’equipe terapeutico-riabilitativa, l’hanno adeguatamente accolta. Paolo e Patrizia provenivano dalla loro abitazione e l’obiettivo precipuo della loro permanenza all’interno del gruppo appartamento era quello di prepararli ad un rientro autonomo nella loro casa dopo aver sviluppato al massimo la loro capacitĂ di autogestione e di autonomia anche al di fuori da una istituzione terapeutico-riabilitativa. L’anno trascorso insieme a Paolo e Patrizia all’interno del gruppo appartamento di Latiano e del Centro Sperimentale di studi e ricerche per la salute mentale di comunitĂ â€œMarco Cavalloâ€? è stato per noi operatori particolarmente fruttuoso e formativo dal punto di vista personale e professionale. Il nostro lavoro ha mirato sostanzialmente a promuovere in Paolo e Patrizia la cura personale, la cura del proprio spazio di vita, le relazioni familiari lĂŹ dove possibile, le relazioni con gli altri inquilini e la gestione delle criticitĂ che, spesso, si sono venute a creare, lo spazio sociale e ricreativo e l’attivitĂ lavorativa sia nell’appartamento che all’interno del Centro. La coppia che abbiamo accompagnato in questo SHUFRUVR DOOÂśLQL]LR GLŕľśFLOH VL q PDQ PDQR ODVFLDWD guidare insieme a noi operatori, dal sostegno prezioso dell’equipe medico-psicologica e dai fondamentali suggerimenti formativi che ci siamo scambiati nel corso delle riunioni periodiche che si tengono al Centro “Marco Cavalloâ€?. Essa è stata in grado dopo un tragitto talora doloroso, talora ricco di soddisfazioni, di tornare nella sua abitazione anche se, nel frattempo, continua ad essere seguita sia dall’equipe medico-riabilitativa al Centro Marco Cavallo che dagli educatori presso il SURSULR GRPLFLOLR HG KD HŕľľHWWLYDPHQWH UDJJLXQWR XQ grado di autonomia tale da rendere Paolo e Patrizia attori protagonisti della propria vita.

Alessandra Pisanò e Silvia Dimonte

Festeggiando la Pasquetta!

E

ro a casa dai miei quando è arrivata la telefonata di Patrizia dal G.A. di Latiano con una richiesta di aiuto per il televisore della casa che non funzionava piĂš. Le ho detto che sarei passato piĂš tardi per controllarlo. Poi mi ha chiamato anche Maddalena per chiedermi se avevo voglia di andare a vedere insieme a Vincenzo il concerto di Torre Regina Giovanna vicino la spiaggia di Apani. Proposta subito accettata: siamo rimasti d’accordo che sarei passato dal Gruppo Appartamento di Mesagne verso le 15:00 dopo aver dato un’occhiata al televisore guasto di Patrizia, Paolo, Maurizio e Loredana. Maddalena mi ha suggerito che se dovevo andare a Latiano sarebbero venuti anche loro e poi da lĂŹ saremmo andati al concerto. CosĂŹ abbiam fatto: sono andato a Latiano con Maddalena e Vincenzo e purtroppo il televisore, giĂ vecchio, era guasto e ho proposto, dopo aver chiesto al Dottor Minervini, di sostituirlo momentaneamente con quello del Centro Marco Cavallo in attesa di comprarne uno nuovo. Maurizio, Paolo, Patrizia e Loredana volevano aggiungersi a noi per uscire, cosĂŹ ho chiamato il Dottor Minervini per chiedere l’utilizzo di un pulmino del Centro, eravamo in 7, ma Loredana ha chiesto di chiamare anche Paride. Il Dottor Minervini ha dato la disponibilitĂ per il pulmino, anche se era un’uscita non programmata, e dopo essere passati da Mesagne per prendere Paride ci siamo diretti verso Torre Regina Giovanna che non conoscevo e non sapevo esattamente dov’era. Siamo arrivati prima alla spiaggia di Torre Guaceto e poi da lĂŹ abbiamo trovato le indicazioni per il concerto. Arrivati all’entrata di Torre Regina Giovanna ci siamo accertati che il prezzo del biglietto del concerto era di 10 â‚Ź, Maddalena e Vincenzo sono scesi dal pulmino convinti del pomeriggio in musica, mentre io e il resto del gruppo abbiamo optato per qualcosa di piĂš tranquillo. Siamo infatti ritornati alla spiaggia di Torre Guaceto per fare una passeggiata a piedi, lĂŹ c’erano altre persone che hanno scelto la stessa meta per un pomeriggio in relax. Dopo la passeggiata ci siamo diretti verso Mesagne per prendere un gelato, ma nel frattempo ci ha chiamati Maddalena e Vincenzo per chiedere se passavamo a riprenderli. Siamo ritornati a Torre Regina Giovanna dove nel frattempo il parcheggio era diventato un manto di macchine e tutt’insieme siamo andati a Mesagne a prendere un gelato. Poi Maddalena e Vincenzo si sono diretti a casa a piedi e io e il resto del gruppo siamo ritornati a Latiano. Decisamente una Pasquetta diversa!

In posa da sinistra: Paride, Loredana, Patrizia, Paolo e Maurizio

Cosimo Venerito 23


P

asquetta è una festività che chiudendo gli occhi mi riporta alla mia giovinezza, quando tutta la mia famiglia si riuniva per fare un giro fuori-porta e si giocava con le uova sode, preparate dalla nonna e dalla mamma, tutte colorate. Riapro gli occhi e mi ritrovo sessantenne, con esperienze molteplici del giorno di Pasquetta, avendo vissuto molti anni all’estero, in Germania. Pasquetta da molti anni è una festività come molte altre entrate nel giro consumistico, venendo sfruttate per organizzare dei viaggi, visitare dei musei ecc… il turismo è per l’Italia una delle prime voci di entrata economica, la nostra terra è bellissima, ricca di storia, con dei reperti archeologici unici al mondo. Da alcuni anni vivo LQ XQ JUXSSR DSSDUWDPHQWR GL /DWLDQR SHUFKp VR൵UR di un disagio psichico bipolare, in un gruppo appartamento gestito dalla ASL e coordinato dal Centro Marco Cavallo diretto dal dottor Carlo Minervini.

sociazione, Cosimo Venerito. L’occasione è stata immortalata poi da varie foto ricordo. Da lì ci siamo recati presso la vicina contrada di Torre Regina Giovanna, dove si teneva un concerto dal vivo che tuttavia non abbiamo seguito tutti per il costo troppo alto del biglietto d’ingresso. Successivamente siamo tornati al mio paese natale, Mesagne, dove abbiamo gustato un bel gelato. Essendo giunte ormai le 20:00, abbiamo salutato due amici che erano stati con noi e che sarebbero rimasti a Mesagne, mentre noi tornavamo a Latiano. Ci tengo a sottolineare che di esperienze belle se ne possono fare tante, bisogna solo volerlo e non arrendersi al primo ostacolo che si incontra.

Spero che questa esperienza possa servire da stimolo a tutti, tanto è piaciuto a noi viverla assieme. Ho Questa Pasquetta abbiamo avuto l’opportunità di passato davvero una piacevole giornata che non avrei usufruire di uno dei nostri pulmini del centro, as- pensato di poter trascorrere senza l’aiuto della nostra sieme al presidente dell’Associazione 180amici Pu- associazione, alla quale devo dire un sentito “grazie”. glia, che ci ha fatto da autista, e siamo andati verso Un grazie va anche al Direttore Minervini, per averil mare, precisamente verso l’oasi di Torre Guaceto, ci dato la possibilità di usufruire del pullman ed agli XQR GHL SDUFKL FRQ ]RQD XPLGD H FRQ ÀRUD H IDXQD amici che hanno condiviso con me la giornata. che lo rendono uno dei più importanti d’Europa. Personalmente sono stato contento di questa uscita Loredana P. perché era già da un po’ di tempo, per problemi di na giornata in cui la moltitudine di gente è masalute, che non mettevo il naso fuori porta. Adesso estosamente in vacanza nelle vie dei centri, per mi sento molto meglio, in grado di partecipare anche chiese o altre attrazioni. Io e Maddalena ci siamo a dei programmi più impegnativi. Questa Pasquet- barcamenati in una festa di quelle in cui se non sei ta può essere per me uno dei tanti punti di partenza. sveglio puoi imbatterti in astratte felicità, baluginanti folgorazioni, nitide occasioni di fare scempio delle Maurizio Gasparello buone maniere imparate. Un posto super colorato fa da cornice a una giornata di sole. La musica pompata da molti angoli. Ragazzi e adulti alle prese con bicchieri, balli, sigarette, una sosta al rock-party, un’altra nel rave party, un’altra ancora immersi nel pubblico della disco; pochissima gente annoiata, su per giù si continuerà per tutta la notte, ma io e Maddalena siamo avvisati da Cosimo di farci trovare nel parcheggio per rientrare, così ci avviamo. A raccontarlo agli altri che ci aspettano nel pulmino (che Cosimo ha gentilmente chiesto al dottor Minervini di poter usare) ci sembra In posa da sinistra: Patrizia, Cosimo, Paolo, Maurizio e di sciorinare un bel po’ di stordimenti, loro se la sono persa, quella festa era caos e magari non si sarebbero Paride trovati bene, come me che dinanzi a cotanta esubeono Loredana, frequento il Marco Cavallo di La- ranza sentivo il bisogno di macinare i minuti trascorsi tiano e vi scrivo per raccontare della bella espe- come particine in cui contavano libero arbitrio, autorienza fatta il giorno di Pasquetta assieme agli amici nomia, fascinazione, in un mix di pura casualità. del Gruppo Appartamento ed al mio compagno Paride. Ho passato con loro un bellissimo pomeriggio, nel Vincenzo Malorgio quale ci siamo recati sul mare Adriatico, presso Torre Guaceto, accompagnati dal presidente della nostra as-

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Gita primaverile a Molfetta: il racconto dei nostri due inviati

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Il fuori del Marco Cavallo

l 23 marzo 2017 il Centro Marco Cavallo esce dal QLGR SHU WXŕľľDUVL LQ XQD FLWWj GL PDUH GL VWRULD H GL ossa, cui mancano quelle di mani e piedi. Abbiamo antiche tradizioni. Partiti da Latiano intorno alle 8:00, YLVWR LQROWUH LO IDPRVR DŕľľUHVFR GL &RUUDGR *LDTXLQWR abbiamo raggiunto Molfetta verso le 11:00, dove ab- GLSLQWR FKH UDŕľśJXUD OÂś$VVXQWD biamo partecipato ad una visita guidata per parte della cittĂ accompagnati dalla nostra guida, Rosanna, che Intorno alle 13.15 abbiamo raggiunto un vicino ristosi è dimostrata assai brava e preparata, facendoci co- rante, dove abbiamo passato un momento di piacevonoscere la sua rinomata e popolosa cittĂ , situata 25 le convivialitĂ , tra risate, brindisi ai due dottori, tanta km a nord del capoluogo regionale. Il nostro tour è DOOHJULD H IHVWRVLWj 3RL VXELWR GRSR FL VLDPR ULWXŕľľDWL cominciato con la visita a Torrione Passari: una torre nella storia di Molfetta, con il centro storico, il duoSRVWD VXOOD PXUDJOLD $OOD ÂżQH GHO Âľ FL IX OÂśDUULYR mo, le chiese e quant’altro assieme a Rosanna, con la dei turchi, perciò si rese necessario costruire questa quale ci eravamo dati appuntamento verso le ore 15 IRUWLÂżFD]LRQH FKH GLIHQGHVVH OD FLWWj ÂżQ GDO VXR GLUHWWR all’uscita dalla trattoria. Sulla porta principale della sbocco sul mare. La torre ha base quadrata, a punta di FLWWj q SRVWD XQD UDŕľśJXUD]LRQH GHOOD 0DGRQQD HG DOOH lancia, una struttura tondeggiante alta 13 metri, con sue spalle c’è la dogana. Il Seggio dei Nobili (nobili tre cannoni. La vecchia cattedrale, chiamata Duomo con il titolo) risale al 1500: sopra è situata la Madonna SHU GLVWLQJXHUOD GDOOD QXRYD FDWWHGUDOH HGLÂżFDWD QHO dei Martiri. Via Amente è caratteristica perchĂŠ all’an1700 alla quale è stata accorpata, fu costruita in stile golo della via c’era la gogna. Siamo tornati poi nei romanico-pugliese. Si contraddistingue per le due tor- pressi del duomo per visitarlo adeguatamente. Le due ri ad arco e le due cappelle gentilizie. Nei suoi pressi torri non sono uguali: la torre alle spalle ha una bifora, una di avvistamento. La ci sono anche la chiesa di parte absidale del duomo è S. Ada del 16esimo secoad archi incrociati e conlo, l’arco di S. Nicola, la tinua con capitelli e degli palizzata al mare. Molto DUFKL &Âśq SRL XQ ÂżQHVWURQH FDUDWWHULVWLFD ÂżQ GDOOD VXD con due leoni, sotto ai quadenominazione, la Chieli c’è la bocca della veritĂ . sa della morte (risalente L’interno è strutturato con all’11esimo secolo), dovuta su tre navate arabeggianti. al fatto che i corpi dei morti Abbiamo quindi ripreso i venivano messi nella fosI partecipanti alla gita a Molfetta nostri mezzi per raggiungesa comune, mentre i nobili preferivano costruirsi cappelle private. Proseguendo UH H YLVLWDUH OD SHULIHULFD EDVLOLFD SRQWLÂżFDOH PLQRUH il nostro viaggio lungo le stradine di un centro stori- la Basilica Minore della Madonna dei Martiri, dedicaco adeguatamente restaurato e restituito cosĂŹ ai visi- ta ai guerrieri morti sulla via della terra santa sepolti tatori, siamo giunti nella piazza del Municipio, dove in questa chiesa. Parte della chiesa venne abbattuta è situata la Sala dei Templari, destinata a vari eventi e poi rifatta nell’800, l’icona della Madonna è stata culturali. L’ultima tappa del programma mattutino si portata invece nel 1860. Questa bellissima chiesa ha è svolta presso la Cattedrale di Molfetta. L’assegna- subito dei ritocchi nel corso del tempo. Si distingue la zione del titolo di cattedrale fu dovuta al fatto che, giĂ Madonna della Tenerezza, ai cui ci sono due angionel ‘600, la popolazione della cittĂ era in ascesa, mo- letti. Il sepolcro è stato costruito con pietre, il monuWLYR FKH UHQGHYD LO GXRPR QRQ SL VXŕľśFLHQWHPHQWH mento presenta anche una cripta dall’ingresso assai capiente. CosĂŹ, la chiesa di Santa Maria Assunta (arte angusto. Siamo giunti cosĂŹ, verso le ore 17.30, al teralto barocco) fu elevata al rango di cattedrale. Essa mine di questa visita, rivelatasi assai interessante. In era la chiesa dei gesuiti: si distinguono al suo inter- conclusione mi sento di poter dire che si è trattato di no la croce latina, le cappelle laterali comunicanti, la una giornata da non dimenticare, che vorrei rivivere cappella del Santissimo con rifacimenti vari. In una anche perchĂŠ sono stata assai bene con il gruppo, con cappella c’è la croce pastorale di don Tonino Bello. la guida, e grazie anche alla presenza dei dottori, che Altre cappelle sono dedicate al vescovo Santucci ed a ci hanno accompagnato in questa gita. San Corrado di Baviera, di cui si conservano le reliquie, costituite dalla testa, un mezzobusto in argento Beatrice Solito (ex voto della popolazione per via della peste) e dalle 25


Gita primaverile a Molfetta: il racconto dei no- le ossa del compatrono di Molfetta, San Corrado di Baviera, una nicchia contenente oggetti appartenuti a stri due inviati

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ercoledÏ 23 marzo 2017, il Centro Marco Cavallo di Latiano si è recato a Molfetta, in provincia di Bari, per un viaggio culturale. Per il sottoscritto, originario della città costiera a nord di Bari ma residente a Latiano da 11 anni, è stata una felicissima VFHOWD TXHOOD SUHVD QHO QRVWUR *UXSSR (YHQWL GL H྾HWtuare questo viaggio culturale nella mia città natale, SRLFKp KD VLJQL¿FDWR FRQJLXQJHUH LGHDOPHQWH OH GXH realtà cui il sottoscritto è piÚ legato, sia pure con sentimenti contrastanti per quanto riguarda Molfetta. Il

Uno scorcio del lungomare di Molfetta

Don Tonino Bello, giĂ vescovo di Molfetta e prossimo alla canonizzazione. Abbiamo ammirato inoltre il EHOOLVVLPR H FHOHEUH DŕľľUHVFR GHOOÂś$VVXQWD RSHUD GHO noto pittore molfettese Corrado Giaquinto, attivo nel diciottesimo secolo. Dopo il pranzo in una vicina e rinomata trattoria, il nostro gruppo si è recato in visita presso il Duomo Antico, che abbiamo potuto ammirare sia dalla sua facciata anteriore, sia da quella posteULRUH FKH VL DŕľľDFFLD VXO PDUH 4XHVWR OXRJR KD ULVYHgliato ricordi, piacevoli e meno piacevoli, del periodo della mia adolescenza in cui ho praticato lo scoutismo cattolico a Molfetta. Tornati nel centro storico, è stato possibile ammirare il panorama dall’alto del borgo antico, salendo e percorrendo una muraglia che corre lungo il perimetro del centro storico. L’ultima tappa di questa bella giornata ci ha visto riprendere i nostri mezzi per raggiungere la periferica ma bellissima basilica minore della Madonna dei Martiri, compatrona della cittĂ insieme al giĂ citato San Corrado. Dopo averla visitata, sia internamente sia esternamente, ci siamo congedati dalla nostra guida, Rossana Salvemini, che abbiamo invitato a venire a trovarci a Latiano e ci siamo messi sulla strada del ritorno, a suo modo memorabile per un clamoroso nebbione che ha inveVWLWR OÂśLQWHQVR WUDŕľśFR YHLFRODUH SRPHULGLDQR DOOÂśDOtezza della tangenziale di Bari e per un buon tratto successivo. Nel tracciare un bilancio di questa uscita, posso dire che rivedere i volti di gente conosciuta da sempre, cosĂŹ come i luoghi in cui sono cresciuto, mi ha trasmesso forti e contrastanti emozioni, legate intimamente al mio vissuto. Essendovi tornato con gli amici del Marco Cavallo non ho avvertito il trauma che probabilmente avrei provato tornandoci da solo. Anche Patrizia, che a Molfetta ha vissuto cinque anni e che lĂŹ ho conosciuto, ha goduto, come tutti i partecipanti, della bella giornata primaverile.

nostro gruppo si è ritrovato presso il Marco Cavallo DWWRUQR DOOH HVVHQGR VWDWR ÂżVVDWR SHU OH RUH QHL pressi del duomo di Molfetta, l’incontro con la guida turistica che ci avrebbe accompagnato nella nostra sede di destinazione, Rossana Salvemini. Come avviene sempre in questi casi, la partenza è slittata per gli inevitabili ritardi e per gli ultimi preparativi di carattere organizzativo. La comitiva era infatti composta, oltre che dai due pulmini al completo, da diverse automobili, necessarie per trasportare i tanti partecipanti. Siamo comunque riusciti a rispettare l’orario di DSSXQWDPHQWR ÂżVVDWR FRQ OD QRVWUD JUD]LRVD JXLGD ,O percorso turistico-culturale è iniziato dall’entrata del Paolo Minervini centro storico di Molfetta, posta accanto al duomo giĂ menzionato ed ha previsto, innanzitutto, una doverosa visita ai suoi palazzi storici ed alla cosiddetta Torre GL 3DVVHUL XQD SRVWD]LRQH GL DYYLVWDPHQWR IRUWLÂżFDWD posta direttamente sul mare e che costituiva un presidio contro le popolazioni che, nel lontano passato, desideravano invadere ed occupare la cittĂ , dopo aver attraversato l’Adriatico. Il nostro viaggio ci ha consentito di ammirare le chiese piĂš antiche di Molfetta, poste sempre nella parte vecchia, e tramite l’uscita posteriore dalla stessa siamo giunti presso la Cattedrale, FKH FL KD DFFROWR FRQ OD VXD PDJQLÂżFD IDFFLDWD /D nostra guida, Rossana, ci ha illustrato le bellezze ed i Parte del gruppo di Molfetta ascolta la guida Rossana tesori del monumento, fra le quali l’urna contenente Salvemini 26


Presentazione del libro “Portare la vita in sal- 3DROD ÂżQR D TXHO WUDJLFR JLRUQR GL VHWWHPEUH Durante il dibattito abbiamo tutti concordato che la voâ€? di Vito Calabrese

I

l 27 aprile scorso ho avuto il piacere di essere ospite del Centro Diurno Marco Cavallo a Latiano, insieme allo psicologo Vito Calabrese, prima della presentazione nella libreria Mondadori Bookstore di Mesagne del suo bel libro “Portare la vita in salvoâ€?, che descrive la dolorosa esperienza della tragica scomparsa della moglie, la carissima collega psichiatra e amica Paola Labriola, accoltellata a morte da un paziente nel settembre 2013 durante il lavoro al Centro di Salute Mentale del quartiere LibertĂ di Bari. Conoscevo giĂ

vera sicurezza nei servizi socio-sanitari è legata alla solidarietĂ e alla condivisione dei progetti di cura tra gli operatori, piuttosto che all’arroccamento difensivo con accorpamento delle sedi, guardie giurate e sistemi di allarme. L’esperienza del Centro Sperimentale Pubblico Marco Cavallo si ispira proprio a tali valori H DQGUHEEH TXLQGL FRQVROLGDWD H GLŕľľXVD D WXWWD OD 5HJLRQH 3XJOLD DWWUDYHUVR HVSHULHQ]H OHJDWH DL GLŕľľHUHQWL contesti sociali. Filippo Cantalice

I

l giovedi culturale è uno dei momenti che chiama a raccolta il collettivo del Centro Marco Cavallo ormai da tempo. Le iniziative organizzate mensilmente, sono pensate per rinnovare l’importanza della condivisione e la bellezza delle piccole cose, restituendo il senso della collettivitĂ .

Un momento della presentazione. Da sinistra: Carlo Minervini, Maddalena Guida, Vito Calabrese, Filippo Cantalice, Giangabriele Sasso.

il Centro, ma sono stato ugualmente colpito dal granGH FDORUH DŕľľHWWLYR H GDOOD SDUWHFLSD]LRQH DWWLYD GHOOH persone che lo frequentano. Si respirava come sempre un’aria di solidarietĂ e di passione da‌cantiere in pieno fermento. Abbiamo pranzato tutti insieme nell’accogliente sala mensa con un’ottima cucina e un impeccabile servizio a cura degli ospiti del Centro. La presentazione del libro, in una moderna e colorata libreria di Mesagne, insieme al dott. Minervini e alla dott.ssa Guida, compagni di tante battaglie per la realizzazione della psichiatria di comunitĂ di ispirazione basagliana, è stata allietata dal suggestivo accompagnamento musicale del medico di famiglia-chitarrista Giangabriele Sasso. La presentazione è stata emozionante e caratterizzata da numerosi interventi di un pubblico attento e partecipe. Abbiamo ricordato FRQ QRVWDOJLD H DŕľľHWWR 3DROD FRQ OD TXDOH KR DYXWR LO piacere di lavorare, insieme a Vito, nella prima metĂ degli anni novanta, al CSM di Bari-S.Spirito, dove si conobbero, apprezzandone la grande professionalitĂ H XPDQLWj $OOD ÂżQH GHOOÂśLQFRQWUR KR QRWDWR FRQ VRUSUHVD FKH VXOOR VFDŕľľDOH GLHWUR GL QRL FÂśHUD SHU FDVR LQ bella evidenza il libro “L’ascolto gentileâ€? di Eugenio Borgna, psichiatra che ha contribuito alla chiusura del manicomio di Novara. E’ stato, infatti, proprio l’ascolto gentile che ha caratterizzato la vita professionale di

L’ultimo giovedi del mese di aprile ci ha visto protagonisti insieme a Vito Calabrese, Filippo Cantalice e Giangabriele Sasso, della presentazione del libro “Portare la vita in salvoâ€? di Vito Calabrese. Siamo stati lieti di ospitarli a pranzo per un momento di convivialitĂ fatto anche di ricordi trascorsi come quello in cui Carlo Minervini, Vito e Filippo si sono conosciuti e hanno iniziato la loro collaborazione professionale che nel tempo è diventata anche una bella amicizia. Attualmente si sono ritrovati attraverso il libro scritto da Vito che nonostante sia legato al suo grande lutto, è lo strumento che ad oggi ha permesso loro di ritrovarsi. L’obiettivo per il quale Vito ha deciso di scrivere è stato proprio quello di stare insieme agli altri per condividere la sua vicenda personalissima riguardo il vissuto di un dolore quale la perdita della sua amata moglie nonchĂŠ psichiatra Paola Labriola. La scrittura unisce, conforta, permette di esternare vissuti personali ma anche impersonali‌ ma è pur sempre una condivisione. L’organizzazione dell’evento ha previsto

Il nostro confalone presente anche nella libreria Mondadori Bookstore di Mesagne

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dei preparativi, che hanno dato vita a collaborazioni come quella con la libreria Lettera 22 di Mesagne, la TXDOH KD DFFHWWDWR GL RŕľľULUFL XQR VSD]LR SRPHULGLDQR per permettere a noi e dunque anche a loro, di portare sul territorio un’iniziativa di sensibilizzazione della FLWWDGLQDQ]D QHO WHQWDWLYR GL IDU HPHUJHUH ULĂ€HVVLRQL e fermarsi solo per qualche ora, a condividere uno spazio diverso dal solito, nella speranza di risvegliare gli animi. La presentazione del pomeriggio culturale, spetta a Carlo Minervini il quale esordisce dicendo che “Il connubio con la Libreria, che ci auguriamo abbia un seguito, ci ricorda l’importanza della collaborazione e della presenza di una rete sociale, costituita anche da questi contesti, che coadiuvano le iniziative volte a coinvolgere una collettivitĂ molto ampia quale è quella territoriale, quindi anche esterna al Centro, onde evitare referenzialismiâ€?. Ricorda ancora Paola Labriola con il suo sorriso e lo sguardo comune condiviso con lei sulla deriva della psichiatria della quale si discuteva giĂ in passato. Il contesto della libreria è stato contornato anche da un sottofondo musicale, che ha visto protagonista Giangabriele Sasso, medico e chitarrista, giĂ conosciuto in altri contesti, il quale VL q RŕľľHUWR GL DOOLHWDUH L PRPHQWL GL ULĂ€HVVLRQH VXO OLbro attraverso frammenti di brani musicali. Anche lui amico da tempo di Carlo, ha esternato una profonda ULĂ€HVVLRQH GXUDQWH OD TXDOH KD VSLHJDWR FKH JUD]LH DOOD musica è riuscito spesso a comunicare in contesti difÂżFLOL 6RWWROLQHD FRPH SHU OXL OÂśDUWH q OD PXVLFD FKH permette di entrare in empatia con l’altro anche attraYHUVR YLVVXWL GL VRŕľľHUHQ]D

perdere la speranza. )LOLSSR &DQWDOLFH DŕľśDQFDQGR OÂśLQWHUYHQWR GHOOÂśDXWRUH ULFRUGD FRQ DŕľľHWWR OH ORUR GLVDYYHQWXUH GHJOL DQQL Âś Ripercorre anche il ricordo di Paola, la sua forza e il suo spirito critico costruttivo. Ammira la capacitĂ GL ULVROOHYDUVL GL 9LWR H OD VXD VÂżGD QHO WUDVIRUPDUH la rabbia in azione costruttiva per indurre un cambiamento. Spiega inoltre che dopo l’episodio accaduto a Paola, c’è stata una risposta difensiva e di arretramento da parte dei Servizi di Salute Mentale. Piuttosto però che puntare alla vigilanza e alla sicurezza, si dovrebbe tornare ad avere uno sguardo comune che IRUVH q DQGDWR SHUGXWR QHO WHPSR ,QÂżQH QRQ VRQR mancati alcuni contributi tra i presenti sull’importanza di smuovere le emozioni e di interrogarsi giorno per giorno ricercando una continua alleanza tra operatori e persone con esperienza di disagio, recuperando cosĂŹ il senso di comunitĂ collettivo. Questo pomeriggio ci ha permesso di pensare che la scrittura, la lettura, la musica, sono bisogni che hanno in comune l’espressione di un’emozione, la necessitĂ di esternare un contenuto personale profondo rivolto ad un altro che attraverso l’ascolto, deposita dentro di se ciò che gli è stato donato attraverso un libro, un strofa musicale, un racconto a voce di un’esperienza diretta. &RPH DŕľľHUPDWR GD 9LWR &DODEUHVH L’alibi per non fare niente è la lamentela. Ognuno di noi può fare qualcosa, anche se non ci sono le risorse, l’importante è fare le cose insieme

Prosegue il dialogo con l’autore Maddalena Guida la TXDOH DŕľľHUPD FKH DWWUDYHUVR L WHPL DŕľľURQWDWL QHO OLEUR Alessandra Incontro GHOOD SHUGLWD GHO GRORUH H GHOOD VRŕľľHUHQ]D LQ JHQHUDOH l’autore è riuscito a trasmettere tutto il suo coraggio e le emozioni che ha vissuto. L’utilizzo della parola è molto importante per poter esprimere delle emozioni in quanto aiuta a tollerarle. Oltre a questo dimostra anche la sua gioia nell’essersi ritrovata con tutti. Il lutto è stato un’occasione di svolta per Vito piuttosto che di isolamento. Segue l’intervento dell’autore il quale spiega che la scrittura è stata per lui una sorta di “attivitĂ ordinatrice in una situazione caoticaâ€?, un orientamento nel proprio percorso che gli è servita per restituire senso in una vicenda di dolore. “Grazie alla scrittura, l’Altro c’è!â€?. La sua intenzione non è stata quella di creare sentimentalismi, nonostante gli faccia piacere che ci sia chi si emoziona. E’ stato proprio grazie agli altri che ha contrastato la solitudine; sottolinea quanto dolore ci sia stato e c’è dentro di lui ma ha colto anche tutta la grazia che gli è stata donata. “Questo è il paUDGRVVR WUD LO GRORUH H OÂśDPRUH´ DŕľľHUPD 0D OÂśDPRUH DOLPHQWD OD YLWD H OD ÂżGXFLD QHOOÂśDOWUR SHUPHWWH GL QRQ 28

La sala gremita della libreria Mondadori Bookstore di Mesagne


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a presentazione del libro di Vito Calabrese “Portare la vita in salvoâ€?, che il Centro Marco Cavallo ha organizzato nel pomeriggio dello scorso 27 aprile presso la libreria Mondadori di Mesagne, ha rappresentato innanzitutto un doveroso omaggio DOOD ÂżJXUD GHOOD SVLFKLDWUD 3DROD /DEULROD PRJOLH GL Vito Calabrese, uccisa barbaramente il 4 settembre del 2013 in un Centro di Salute Mentale di Bari da un paziente seguito dai servizi psichiatrici. L’importante PRPHQWR GL ULĂ€HVVLRQH KD YLVWR OD SDUWHFLSD]LRQH oltre che dell’autore del libro, di Filippo Cantalice, anch’egli psichiatra impegnato nei servizi del capoluogo ragionale ed esponente di Psichiatria Democratica, e di Giangabriele Sasso, medico di base e dotatissimo chitarrista classico, che col suo strumento ha accompagnato e scandito le fasi della presentazione del libro e del dibattito che ne è seguito.

Carlo Minervini ha presentato l’autore e coordinato il programma, che ha previsto la lettura di alcuni brevi H VLJQLÂżFDWLYL SDVVL GHO OLEUR GD SDUWH GL 0DGGDOHQD Guida, che sono serviti come spunto a Calabrese per raccontare le ragioni che lo hanno spinto a comporre il suo lavoro, cosĂŹ come a condividere ricordi ed emozioni legate a sua moglie. Le motivazioni salienti non potevano che essere, a maggior ragione per uno psicoterapeuta quale lo stesso Vito Calabrese è, quelle di trovare, tramite la scrittura ed il racconto, XQD IRUPD GL FXUD SHU SURYDUH DG DŕľľURQWDUH PHJOLR il terribile lutto che ha sconvolto piĂš di tutti lui e i VXRL ÂżJOL PD DQFKH WXWWD OD VRFLHWj FLYLOH GHOOD FLWWj GL Bari e soprattutto i colleghi di Paola Labriola, coloro i quali a vario titolo avevano avuto la possibilitĂ e la fortuna di conoscerla e di apprezzarla, tanto come professionista quanto come persona. Fra questi anche Carlo Minervini e Filippo Cantalice, che ne hanno testimoniato le qualitĂ indiscutibili. ,O IDWWR GL GRYHU DŕľľURQWDUH OD SHUGLWD GL XQD SHUVRQD cara, morta per di piĂš a causa di un’azione sciagurata, impone ad un certo punto l’esigenza di trovare mezzi per elaborare e convivere con l’evento irreparabile, ed è questo che ha spinto innanzitutto Calabrese a cercare conforto nella scrittura. L’autore ha precisato che nel suo libro mancano, volutamente, quei toni patetici che i lettori potrebbero aspettare di trovarsi in una narrazione che ha come oggetto un atroce assassinio ed il dolore enorme della perdita. Il principio è assolutamente condivisibile se si considera come siamo esposti, da ormai 10-15 anni, ad un uso smodato dei fatti di cronaca nera, i quali possono essere anche legittimamente oggetto d’interesse, ma che sono trattati quasi unicamente, dalla cosiddetta “tv del doloreâ€?, per alimentare una morbositĂ sguaiata. E questo è avvenuto anche perchĂŠ, è bene ricordarlo, alcuni protagonisti di queste

vicende tragiche hanno visto in esse, furbescamente, l’opportunitĂ di cavalcarle per entrare a loro modo nel circuito mediatico, prestandosi cosĂŹ agli interessi delle stesse televisioni o della stampa di genere. Niente di piĂš lontano dai presupposti di Vito Calabrese il quale, forse anche in virtĂš della forte emozione che egli stesso ha ammesso di provare nel parlare di questo OLEUR KD SUHIHULWR IUD OÂśDOWUR QRQ VRŕľľHUPDUVL VXOOD cronaca del tragico evento, non ha parlato della sua reazione immediata nĂŠ di come è stato informato dell’accaduto, non ha citato mai l’assassino di Paola, SUHIHUHQGR QRQ DŕľľURQWDUH SUREDELOPHQWH JOL DVSHWWL piĂš dolorosi della vicenda. L’autore ha ricordato poi un aspetto apparentemente paradossale: discutendo con un suo caro amico, venuto appositamente nei giorni successivi all’evento, si erano VRŕľľHUPDWL VXOOD IRUWLVVLPD SDUWHFLSD]LRQH FROOHWWLYD manifestatasi spontaneamente, culminato nei funerali. Quel clima di dolorosa e vivissima vicinanza, il senso di comunitĂ creatosi, non andrebbero forse fatti vivere anche nella normalitĂ , senza che a causarli ci sia un atroce delitto o magari una calamitĂ naturale? Se è inevitabile che le forti emozioni, tanto spiacevoli TXDQWR SLDFHYROL ÂżQLVFDQR FRQ OÂśDYYLFLQDUH GL SL OH SHUVRQH q WXWWDYLD DQFKH LO FDVR GL ULĂ€HWWHUH VXOOH ragioni per cui nella quotidianitĂ esse siano quasi sempre trascurate in una societĂ che, al contrario, ha fatto diventare l’individualismo, la competitivitĂ e la precarietĂ esistenziale che ne deriva i “valoriâ€? VXO FXL DOWDUH VDFULÂżFDUH OR VSLULWR GL VROLGDULHWj H OD condivisione amichevole del vivere quotidiano. 0ROWR VLJQLÂżFDWLYD q VWDWD OD WHVWLPRQLDQ]D GL 3DROR che aveva continuato ad avere in Paola Labriola la propria psichiatra di riferimento anche quando si era trasferito a Latiano, tanto da averci parlato telefonicamente la stessa mattina in cui venne uccisa. 3DROR KD ULFRUGDWR GL DYHU VRŕľľHUWR GL JUDYL FULVL GL panico e di come Paola sia stata in grado di aiutarlo a superare questo suo problema, addirittura eliminando il ricorso agli ansiolitici. ,O GLEDWWLWR KD DŕľľURQWDWR LQHYLWDELOPHQWH DQFKH il tema della sicurezza nei luoghi di lavoro che si interfacciano con realtĂ sociali fortemente disagiate, delle possibili misure di prevenzione del rischio. E’ possibile certamente aumentare le norme di sicurezza, ma occorrerebbe anche creare dei Centri di Salute Mentale piĂš inclusivi, partecipati ed aperti, prospettare un percorso di aiuto che non si basi solo sulle terapie farmacologiche ma che punti anche, per quanto possibile, sulla valorizzazione delle risorse personali di ogni persona, il solo modo per promuovere forme di consapevolezza ed autonomia. Fabio Alfonsetti 29


Calcetto... che passione!

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iovedĂŹ 18 maggio ho partecipato alla giornata di calcio amichevole con gli amici del quartiere San Paolo di Bari dell'Associazione “I giardini di Abeleâ€?, questa volta sono venuti loro a Latiano mentre la giornata di andata si è svolta qualche mese fa e ci siamo recati noi a Bari. Questa è stata una partita che mi è piaciuta molto, la squadra era formata dal mister Fernando Argentieri, Francesco D’Errico il nostro portiere che ha parato anche l’impossibile e ha giocato una partitona, Giorgio, Stefano Miccoli, Fabio Alfonsetti, Cosimo Belluscio, io, Davide Monte, Paolo Galasso. Abbiamo perso 5 a 4, ma comunque ci siamo impegnati e soprattutto ci siamo divertiti. Quando è ÂżQLWD OD SDUWLWD GRSR XQD GRFFLD ULQIUHVFDQWH GXUDQWH le varie chiacchierate gli amici di Bari si sono ricordati del nostro cavallo azzurro che avevamo portato in occasione del seminario di ottobre a Bari, quindi hanno chiesto di rivederlo, siamo tornati tutti al Marco Cavallo, i nostri ospiti hanno visitato il centro, c’era XQ JUDQGH EXŕľľHW SUHSDUDWR SHU OÂśRFFDVLRQH GDOOD QRstra mensa, dopodichĂŠ ci siamo salutati contenti per l’esperienza condivisa insieme.

Il Marco Cavallo riceve il "Premio Fraterni FraterniitĂ " a Novoli (Lecce) il 25 maggio. Di seguito la testimonianza di un SEPE che ha partecipato alla cerimonia di premiazione e uno stralcio del deel giornale di Lecce che parla dell'evento.

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ramite un’e-mail abbiamo appreso al Marco Cavallo che ci hanno conferito il Premio FraternitĂ . Chi ci ha premiati è l’Associazione Chiara Luce di Novoli che si occupa fra le altre cose di ristrutturare vecchie torri e del verde pubblico. L’appuntamento è il 25 maggio alle 19.30 al teatro di Novoli. Partiamo dopo le 5 del pomeriggio, con un caldo terribile, e arriviamo dopo le 6. Siamo in piazza, di fronte c’è il teatro. Un HGLÂżFLR D XQ SLDQR VHPEUD XQ YHFFKLR VWDELOLPHQWR costruito prima della guerra, niente di attrattivo. AnGLDPR D SUHQGHUH XQ FDŕľľq DO EDU QRQ KR YRJOLD GL HQWUDUH SHUFKp OÂśHGLÂżFLR QRQ PL DWWUDH 2UD VRQR QHOOÂśDtrio, la visione non è delle piĂš belle; entro nel teatro e ULPDQJR VWXSLWR q EHOOLVVLPR FL VRQR PROWL DŕľľUHVFKL FKH UDSSUHVHQWDQR PXVH ÂżJXUH XPDQH ÂżRUL H IRJOLH I palchetti in alto tutti intorno sono ricchi di lampade e lumi di Murano, le poltrone della sala sono in

Donato Bruni

In alto, la locandina dell'evento. Sotto, il teatro di Novoli

Sopra, Donato e Margherita alle prese con i preparativi. Sotto, le squadre e le rispettive tifoserie.

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velluto di colore rosso acceso. Dopo una mezz’oretta DUULYDQR L SULPL RVSLWL ÂżQR DOOH OD VDOD q TXDVL piena. Comincia la premiazione di un'Associazione di nome Ortinsieme, premiata da un rappresentante di /LEHUD OD TXDOH FROWLYD OH WHUUH VHTXHVWUDWH DOOD PDÂżD Ortinsieme pianta un po’ di tutto ed è aiutata anche dai bambini. Tutto quello che produce viene consumato dalle famiglie, lo trasforma, lo impacchetta, lo inscatola per poi venderlo. Lo scopo è quello di eliminare i FRVWL GL SURGX]LRQH H GL RŕľľULUH DL FOLHQWL XQ SURGRWWR D


costi contenuti. Ora il sindaco e il vicesindaco di Novoli spiegano le ragioni che hanno portato a premiare giĂ da alcuni anni alcune cooperative e associazioni. Arriva il nostro turno, viene proiettato un video sull’assemblea che è un nostro tratto distintivo e caratterizza il lavoro del Marco Cavallo, dopo il dottore mi fa un cenno, io chiamo gli altri per salire sul palco. Il dottore è al centro, comincia a parlare della nostra associazione, stiamo tutti zitti e ascoltiamo. Non mancano gli applausi che sono tanti. A un certo SXQWR ÂżQLWR LO GLVFRUVR FL FRQVHJQDQR LO SUHPLR 6L tratta di una targhetta riposta in un cofanetto dove c’è VFULWWR 3UHPLR )UDWHUQLWj ,QVLHPH VL SXz DO &HQWUR Le occasioni pubbliche sono per il Centro un'opportunitĂ Sperimentale Pubblico Marco Cavallo. per distribuire materiale informativo, come il Periodico Dopo ascoltiamo un motivo al pianoforte suonato da una bella ragazza e alle 10.30 decidiamo di andare via. L’esperienza è stata bella, non mi ero mai trovato in un teatro cosĂŹ sfarzoso con gente che lo riempiva, che ci applaudiva. Penso che tutto questo abbia un senso, quello di essere molto conosciuti come centro sperimentale innovativo. Tutto ciò ci consente di creDUH XQD UHWH VHPSUH SL ÂżWWD FKH FL DŕľľHUPHUj LQVLHPH ad altre realtĂ simili.

180Meraviglie.

Mimmo Cavallone

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Assemblea UNASAM del 22 aprile 2017

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er il 22 aprile 2017 era stata convocata l’assemblea dei soci UNASAM con il seguente o.d.g.: 1. Relazione della presidente sull’attività svolta nell’anno 2016 e programmazione attività e azioni per il 2017; 2. Approvazione bilancio consuntivo 2016; 3. Rinnovo cariche sociali

si è smontata nei vari pezzi compresa la molla che è DQGDWD D ¿QLUH SHU WHUUD +R ULPRQWDWR OD SHQQD H sono ritornato alla mia sedia. La vice Presidente ci ha comunicato dell’assenza della presidente per motivi di salute, al suo posto avrebbe relazionato sull’attività 2016 e sulla programmazione 2017. Il Tesoriere ci ha illustrato il bilancio 2016, tutti avevamo una copia che potevamo visionare durante la spiegazione, non era un bilancio come quelli che compilano i commercialisti, le vari voci erano abbastanza chiare e il bilancio è stato approvato all’unanimità. Il dibattito VL q SRL VR൵HUPDWR VXO UXROR GHOOH $VVRFLD]LRQL DOO¶LQterno dei DSM, un ruolo che deve essere di contrasto alla mancanza di informazioni e di dati che i DSM offrono a fronte delle richieste delle Associazioni. Non sempre, ad esempio, sono chiare le informazioni circa le contenzioni e spesso quella che è una contenzione per un Associazione non lo è per il DSM. L’UNASAM qualche mese fa ha sottoscritto il documento di denuncia dello stato dei servizi di salute mentale in Italia promosso dalla SIEP (la Società Italiana di epidemiologia psichiatrica). Questo documento, per la verità, a qualcuno non è piaciuto per il linguaggio utilizzato (psichiatria, clinico, farmaci, ecc.), io ho ricordato che molti dati riferiti ai DSM italiani sono stati raccolti dalla SIEP e divulgati durante il Convegno “Ri-prendersi” organizzato dalle Fondazioni Internazionali “Don Luigi Di Liegro” e “d’Harcourt” per il 27 e 28 Gennaio 2017. A questo convegno era anche presente il Dott. Pezzano che ha sostituito la Presidente durante lo spazio destinato all’UNASAM. In questo stesso spazio anch’io ho fatto un intervento d’accordo con il Dott. Minervini.

Ovviamente non potevo mancare, l’assemblea si sarebbe svolta a Roma presso la sede del CESV (il Centro Servizi al volontariato della regione Lazio). Ho prenotato il bed & breakfast vicino alla fermata “Garbatella” della metropolitana, il solito bed & breakfast che abbiamo utilizzato più volte andando a Roma, comodo proprio perché vicino a questa fermata. Per il viaggio ho utilizzato una nuova linea di bus dal prezzo molto conveniente, infatti con circa 50 € sono andato e tornato da Roma. Per il viaggio di andata siamo passati da Napoli, sosta che invece non abbiam fatto al ritorno. Mi ha fatto sorridere una notizia letta sui giornali: a Napoli avevano sequestrato delle bici elettriche, perché andavano come motorini, invece passando dalla città ho notato le persone in moto, tutte con il casco e passando per le vie della città l’inconfondibile allegria del dialetto partenopeo. Arrivato a Roma ho preso la metropolitana dopo aver dato un’occhiata alla mappa delle fermate e in breve tempo sono arrivato in albergo. Per la cena sono andato in un ristorante lì vicino, non molto economico, ma dagli ottimi sapori. Il mattino seguente ho fatto una colazione abbondante e sono andato alla riunio- Queste le raccomandazioni consigliate durante il Dine. Quando sono arrivato la sala era ancora vuota, rettivo: poco dopo è arrivata Daniela C. di Gorizia a cui ho raccontato della nostra esperienza alla rassegna teatrale “Altre Espressività” che si tiene normalmente a novembre proprio a Gorizia, mi ha anche chiesto del nostro Davide Mo., ma gli ho spiegato che per quest’incontro c’ero solo io. Sembra strano, ma lei non conosceva il Convegno “Impazzire si può” che si tiene lì a pochi chilometri, nella città di Trieste, riconosciuta come avanguardia nel campo della salute x Rispondere a tutte le E-mail che arrivano mentale. Prima dell’Assemblea sono stato vittima di dall’UNASAM uno scherzo: la sede del CESV era provvista di sedie con scrittoio ribaltabile, sullo scrittoio della mia sedia x 9HUL¿FDUH OH VHJQDOD]LRQL FKH DUULYDQR avevo poggiato dei fogli per gli appunti e una penna biro a scatto. Nella confusione di inizio assemblea era x Proposta di aggiornamento del sito internet scomparsa la penna che avevo lasciato sullo scrittoio, con i documenti su cui discutere KR ¿UPDWR OD SUHVHQ]D VXL UHJLVWUL FKH DYHYD SRUWDWR LO x 3URSRVWD GL GH¿QL]LRQH GL XQ GRFXPHQWR VXOOD segretario e tesoriere dell’UNASAM Giancarlo C. e salute mentale da inviare alle Istituzioni ho ritrovato la penna sulla scrivania dei relatori, non ero neanche sicuro che fosse la mia che non stavo trox Mantenere un coordinamento Regionale vando più. Quando sono andato a prenderla la penna 32


x Comunicare criticitĂ al Direttivo e all’Assem- dell’equipe del Servizio Pubblico che rende possibile blea la nostra esperienza di cogestione. x No utilizzo logo e nome UNASAM per chi Hai voglia a dire che non bisogna preoccuparsi, non è in regola con il pagamento della quota che queste cose competono ai Dottori: la preoccud’iscrizione pazione per il futuro, che riguarda tutti, indistintamente, è paradossalmente uno dei successi del x 9HULÂżFKH DQQXDOL SHU FKL QRQ YHUVD OD TXRWD nostro lavoro. associativa controllando le motivazioni Paolo Minervini ha insistito sul fatto che il Marco Cax PossibilitĂ di dilazionare la quota che comun- vallo, per proseguire la sua esperienza, ha bisogno di que rimane d’importo invariato un referente politico. Al pensiero di Paolo si accoda x PossibilitĂ di raccogliere i dati dai DSM attra- Giorgio, che sottolinea anche il fatto che il Centro DYUj ELVRJQR LQ IXWXUR GL DOFXQH ÂżJXUH GL ULIHULPHQWR verso un modulo da far girare che fungano da sostegno per le persone maggiormenLa presidente, inoltre, per telefono, ci ha informa- WH LQ GLŕľśFROWj ti che la commissione di bioetica sta preparando un documento di denuncia sullo stato dei servizi i salu- Giocoforza, se il Marco Cavallo vuole andare avanti, te mentale e c’è in programma una proposta per una dovrĂ cambiare alcune delle sue peculiaritĂ , in primis nuova legge. Finito l’incontro siamo andati a pranzo il rapporto tra Associazione e Servizio Pubblico: la in un locale consigliato da Elena C., consigliera per grande scommessa, come sottolineato da Carlo Miil Lazio, e poi in metropolitana ho raggiunto Roma nervini e da Maddalena Guida, consisterebbe nel diTiburtina. Da lĂŹ ho preso l’autobus di ritorno per Brin- mostrare, da parte dell’Associazione 180amici Puglia, di aver acquisito le competenze e lo spirito per potersi disi. interfacciare direttamente con le Istituzioni, sanitarie H SROLWLFKH H FRQWLQXDUH DG RŕľľULUH TXHO VHUYL]LR FKH Cosimo Venerito ÂżQRUD q VWDWR UHVR SRVVLELOH GDOOD FRJHVWLRQH 6HFRQGR Maddalena Sterlicchio, l’evoluzione verso l’autogestione è un cambiamento che deve trovare la sua giuVogliamo V ogliamo chiudere questo numero con due concon nVWLÂżFD]LRQH QHOOD /HJJH 5HJLRQDOH FKH SRQH WWULEXWL ULEXWL SHU QRL PROWR VLJQLÂżFDWLYL OD ULHODERUD D- grande enfasi sul ruolo dell’Associazionismo quale ULHODERUDzzione ione del verbale dell'Agire Collettivo dell'11 importante strumento per l’implementazione di Serm aggio e di quello dell'Associazone 180Amic ci vizi di Salute Mentale sempre piĂš forti, seppur in via maggio 180Amici P uglia ONLUS del 9 maggio 2017 Puglia sperimentale.

E allora... ROMPIAMO GLI SCHEMI!

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l futuro del Marco Cavallo sembra quanto mai incerto. Il clima è pesante, sale la demotivazione, la frustrazione per il timore che anni di impegno vengaQR YDQLÂżFDWL Abbattersi però non serve a nulla: bisogna muoversi, come si è sempre fatto. E allora l’Agire Collettivo, storico momento mensile di proposte e idee che vengon su dalla pancia del Marco Cavallo, nel suo appuntamento di maggio è dedicato ad un brainstorming che possa portare alla luce delle iniziative che scongiurino il pericolo di chiusura del Centro.

Una delle esperienze che in qualche modo potremmo prendere come riferimento è quella dell’Associazione “La Panchinaâ€? di Trento e dei suoi U.F.E. (Utenti e Familiari Esperti), che con il sostegno del locale Dipartimento di Salute Mentale, ha visto riconosciuto XŕľśFLDOPHQWH LO VXR RSHUDWR DQFKH FRPH HQWH IRUPDWRUH GL DOWUH UHDOWj DŕľśQL ,O QRVWUR DXVSLFLR HUD HG q che anche qui in Puglia la 180amici possa avere lo stesso riconoscimento. Paolo Minervini, attingendo al suo abituale pragmatismo, sottolinea il fatto che ELVRJQD ODYRUDUH DODFUHPHQWH SHU DŕľľURQWDUH L SUREOHmi che ci hanno impedito di andare a regime, perchĂŠ una volta ricevuto un endorsement da parte della Regione chiunque sostituirĂ dovrĂ attenersi al protocollo “Marco Cavalloâ€?. Da piĂš parti, durante l’Assemblea, sono stati invocati i risultati della ricerca con il & 1 5 FRRUGLQDWD GD 5DŕľľDHOOD 3RFREHOOR FRPH OHYD VXOOD TXDOH SRJJLDUH OH QRVWUH ULFKLHVWH DŕľśQFKq LO QRstro metodo di lavoro abbia un posto al sole nel complesso mondo dei Servizi di Salute Mentale pugliesi.

Ovviamente non si può non partire dall’elemento VFDWHQDQWH VLŕľľDWWL WLPRUL RYYHUR LO YHQLUH PHQR QHL prossimi mesi, dell’apporto professionale di Carlo Minervini e di Maddalena Guida, ovvero due terzi Gennaro Dinota

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Assemblea dell’Associazione 180amici Puglia limiti e fra questi individua una sorta di infantilizzazione delle persone che frequentano il Marco Cavallo, le ONLUS del 9 maggio 2017

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l presidente dell’associazione Cosimo Venerito ha aperto l’Assemblea che aveva all l’O.d.g. i seguenti argomenti: - Situazione della Ricerca con il CNR Roma; - Futuro del Centro Marco Cavallo; - Varie ed eventuali;

quali riterrebbero infallibile l’equipe che dirige attualmente il Centro. Se non si è andati a regime bisogna individuare gli ostacoli che lo hanno impedito. Se si otterrĂ questo risultato, chi verrĂ dopo Minervini dovrĂ applicare i protocolli con cui è andato a regime il Centro. Sono stati commessi anche altri errori come il fatto di non cercare alleanze con realtĂ politiche e sindacali. Per Alessandra la ricerca è lo strumento che permette di accertare se questa realtĂ funziona e, citando Vito Calabrese, anche se non ci sono le risorse l’importante è fare le cose insieme, rimboccarsi le maniche. Antonio ha sostenuto che la ricerca svolta col CNR ha valorizzato sicuramente il lavoro svolto. La sua preoccupazione è tuttavia legata all’eventualitĂ che, quando il Dottor Minervini e la Dott.ssa Guida andranno in pensione o la Dott.ssa Brugnano dovesse avere un altro incarico dall’ASL, con un’altra equipe direttiva si ritorni ai vecchi metodi in cui conta solo la terapia farmacologica. Giorgio ha criticato un certo stato di abbandono nel quale i funzionari della Regione, a dispetto delle garan]LH H GHJOL HORJL RŕľľHUWL DO ODYRUR TXL VYROWR DYUHEEHUR ODVFLDWR LO &HQWUR ĂŠ RSLQLRQH GLŕľľXVD IUD L SDUWHFLSDQWL come sia necessario valorizzare pienamente i tratti distintivi del Marco Cavallo, un Centro Sperimentale che ogni anno ha dovuto combattere per vedere rinnovata la convenzione. Ăˆ necessario sfruttare ciò che la stessa legge regionale prevede nei termini dell’autogestione da parte delle associazioni, traghettando il progetto dall’attuale co-gestione. In questo senso, la situazione richiede di programmare e lavorare, in questa fase di transizione, come se si trattasse giĂ di un’autogestione. Minervini, mettendo in chiaro i rischi che la convenzione possa essere interrotta o trasformata in altre forme, considerando la scarsa attenzione con la quale il DSM guarda alla realtĂ sviluppatasi a Latiano, invita a guardare all’esperienza di Trento, dove l’Associazione “La Panchinaâ€? è diventDWD FDSRÂżOD H OD 5HJLRQH SHU prima, direttamente, le ha riconosciuto questo ruolo. Anche qui in Puglia dovrebbe accadere la stessa cosa, la Regione dovrebbe riconoscere la 180amici Puglia come formatrice per le altre Associazioni, per evitare che arrivino gli speculatori privati che nei centri come il nostro vedono solo una possibilitĂ di business da far fruttare. A suo dire, la ricerca è fondamentale perchĂŠ OÂśRFFKLR HVWHUQR DLXWD PHJOLR QRL VWHVVL D ULĂ€HWWHUH VXOOD QRVWUD UHDOWj H FRQIHULVFH XQ LQGXEELR YDORUH VFLHQWLÂżFR a quest’esperienza. La domanda conclusiva e riassuntiva che aleggia un pò su tutti i partecipanti è la seguente: la Regione e l’ASL possono permettersi di tagliare le ali ad un’esperienza che ha un valore riconosciuto da ULFHUFKH VFLHQWLÂżFKH FKH q FRQVLGHUDWD XQ HVHPSLR DQche nella seminale realtĂ triestina?

Fabio aveva voluto fortemente questo incontro perchĂŠ voleva discutere, come del resto gli altri soci, del futuro del Centro ed ha preso la parola in apertura di assemblea. Pur riconoscendo i progressi fatti, ha sostenuto di avvertire un clima di incertezza che grava sul centro Marco Cavallo, motivo che lo spinge a guardarsi intorno per valutare opportunitĂ di lavoro alternative. Ha chiesto quindi a quale stadio fossero le trattative con la Regione per ottenere il rinnovo e la stabilizzazione della convenzione. E del resto, come hanno argomentato Alessandra e Noemi, l’assemblea è il luogo migliore sia per discutere del problema sia per alleviare, collettivamente, questo stato di precarietĂ che genera in molti dell’ansia. Antonio, vicepresidente dell’Associazione, è intervenuto per cancellare questi timori, sostenendo FKH D SDUHU VXR QRQ YL q GXEELR VXOOD FRQWLQXLWj GHO Âżnanziamento da parte della Regione e quindi di questa realtĂ . Antonella, anche rispondendo alla richiesta fatta da Lucia di avere chiarimenti sulla sostituzione del Dottor Minervini, si è detta certa che l’esperienza maturata dai membri dell’associazione in questi anni GL SURÂżFXR ODYRUR FRVWLWXLVFD XQD VROLGD EDVH SHU DQdare avanti, auspicando che magari lo stesso Minervini possa mantenere un ruolo da supervisore. L’Associazione, i familiari, gli utenti devono esigere, proprio alla OXFH GHO GXUR ODYRUR VYROWR ÂżQRUD GL DQGDUH DYDQWL H D tale scopo ha proposto di contrattare direttamente con il DSM il futuro del Centro, facendo valere anche il IDWWRUH FRRSHUDWLYD H OH ÂżJXUH SURIHVVLRQDOL FKH VL VRQR avvicinate all’Associazione nel corso del tempo. Gli interventi di Francesco e di Maddalena hanno spostato il focus dell’assemblea sulla questione lavorativa, con OH VSHFLÂżFLWj FKH WDOH GLPHQVLRQH ULYHVWH SHU OH SHUVRQH FKH KDQQR VRŕľľHUWR R VRŕľľURQR GL XQ GLVDJLR SVLFKLFR ,O 0DUFR &DYDOOR RŕľľUH GD TXHVWR SXQWR GL YLVWD OD QHFHVVDULD SURWH]LRQH H OÂśDGHJXDWD Ă€HVVLELOLWj GHWWDWH da possibilitĂ lavorative che non sono, evidentemente, uguali per tutti. Ed è tuttavia indubbio, ha detto Maddalena parlando della propria esperienza, come avere un lavoro aiuti molto a stare meglio, mentre Francesco ha lamentato l’assenza di corsi di formazione che possano aiutare le persone a trovare un impegno lavorativo congruo alle loro possibilitĂ , vero asse portante di un progetto basato sulla Recovery. Viene letto in seguito il documento “Rompiamo il silenzioâ€?, sull’incontro organizzato da Psichiatria Democratica a Bari il 31 marzo scorso. Paolo ha criticato quella che secondo lui è Cosimo Venerito un pò una forma di immaturitĂ dell’Associazione: per poter crescere sarebbe importante riconoscere i propri 34


IL VALORE E IL SENSO DELL’ASSEMBLEA

confronto, condivisione, ascolto, accoglienza, uguaglianza, riconoscimento dell’altro, contenuto, libertà di parola, sviluppo di emozioni, democrazia, legami, famiglia, amicizia, ĂĐĐĞƩ ĂnjŝŽŶĞ, ripresa, protagonismo, ĚĞĐŝƐŝŽŶŝ ĐŽůůĞƫ ǀĞ, diversità di pensiero, valore e potere delle parola, parole che diventano azioni.

Disegno di Vincenzo Malorgio

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180amici Puglia c/o Centro Marco Cavallo Via C. Scazzeri 41 bis 72022 Latiano (BR) 180amicipuglia@libero.it 0831/728948

Centro Sperimentale Marco Cavallo Via C. Scazzeri 41 bis 72022 Latiano (BR) marco.cavallo2009@libero.it 0831/727722

IN ATTESA DEL PROSSIMO NUMERO IN USCITA AD OTTOBR E...

Vignetta realizzata da Augusta Caforio

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Devolvi il 5x1000 all'Associazione "180amici Puglia" codice fiscale 91056050742


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