180Meraviglie N.24

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Periodico

180

M e ra v i g l i e

dell’Associazione 180amici Puglia e del gruppo studio e ricerca “Marco Cavallo” di Latiano (BR)

n.24 Luglio2016

Periodico informativo-culturale sulla Salute Mentale. Dir. resp. Maurizio Distante. Aut. Trib. di Brindisi n. 537/15 del 28/04/2015

ll numero 24 del “180 Meraviglie” viene dato in stampa in un clima di interrogativi e di dubbi sul futuro del Centro Marco Cavallo, un tempo di stasi, essendo in bilico tra il poter fare un passo in avanti YHUVR LO ULFRQRVFLPHQWR H൵HWWLYR FRPH FHQWUR SURPRWRUH GL UHFRYHU\ LQ VDOXWH PHQWDOH R LO JLDFHUH nel limbo della sperimentazione. Ma se ogni rivoluzione si fosse fermata davanti agli ostacoli che la società poneva, oggi l’uomo non avrebbe raggiunto tante conquiste; così la ricerca per la salute mentale di comunità non deve fermarsi mai. In questo numero, oltre alle attività che continuano a svolgersi all’interno del Marco Cavallo e all’esterno delle mura di questo, grande attenzione è stata dedicata al workshop “Il percorso autentico verso OD UHFRYHU\ GHO 0DUFR Cavallo del sud” tenutosi il 16 Giugno presso il palazzo dell’assessorato alla salute di Bari, nel quale sono stati esposti i risultati dell’importante ricerca svoltasi con il CNR di Roma. La ricerca porta sempre a un cambiamento ma è necessario avere l’animo pronto per accogliere la trasformazione che ne deriva. Disegno di Vincenzo Malorgio

180amici Puglia c/o centro Marco Cavallo Via C. Scazzeri 41 bis 72022 Latiano (BR) 180amicipuglia@libero.it 0831/728948

Centro Sperimentale Marco Cavallo Via C. Scazzeri 41 bis 72022 Latiano /BR) marco.cavallo2009@libero.it 0831/727722

Devolvi il 5x1000 all'Associazione "180amici Puglia" codice fiscale: 91056050742


I N D I C E EDITORIALE: Servizi di Salute Mentale alla deriva? - Gennaro Dinota - Pag 3 IL DENTRO DEL MARCO CAVALLO - Percorsi di Protagonismo - Carlo Minervini - Pag 4, 5 LABORATORI - Dal laboratorio 180ortaggi - Cosimo Venerito - Pag 5 - &RUVR GL WDPSRJUDÂżD SHU LO SURJHWWR 'RQQH FKH ODVFLDQR LO VHJQR 0DGGDOHQD 6WHUOLFFKLR Monica Erroi - Pag 6 0DVFKL FRQWUR )HPPLQH 8QR VFRQWUR WLWDQLFR $QQDPDULD &ROXFFLD 1RHPL $OEDQHVH 3DJ TESTIMONIANZE )LQDOPHQWH XQR VSLUDJOLR GL VHUHQLWj 0DVVLPR 5LEH]]R 3DJ 5LQQRYR &RQVLJOLR 'LUHWWLYR OH PLH PRWLYD]LRQL SHU OD VHFRQGD FDQGLGDWXUD $QWRQHOOD 6WHUOLFFKLR 3DJ WORKSHOP 9DOXWD]LRQH SDUWHFLSDWD OD VÂżGD GL SUDWLFDUH XQD WHRULD H OÂśLQVHJQDPHQWR GHO 0DUFR &DYDOOR 5DŕľľDHOOD 3RFREHOOR ,67& &15 3DJ - L'assemblea come luogo di accoglienza - Luca Negrogno - Pag 12,13,14,15 - 1RQ YRJOLDPR WRUQDUH LQGLHWUR 0DGGDOHQD 6WHUOLFFKLR 3DJ - ,QWHUYHQWR GL 7RPPDVR )LRUH 3DJ &RQVROLGDUH QRQ ULGXUUH OD ULFFKH]]D GHOOH SUDWLFKH 0DULHOOD *HQFKL 3VLFKLDWULD 'HPRFUDWLFD 3XJOLHVH Pag 17,18 - 5LĂ€HVVLRQL SRVW :RUNVKRS *LDQSLHUR7HVFDUL 3DJ 5LĂ€HVVLRQL GL 9LWR 0RUHWWL 3DJ ,/ )825, '(/ 0$5&2 &$9$//2 - 'DL OLEUL DOOD UHDOWj FRQ LO &HQWUR 0DUFR &DYDOOR DOOÂś8QLYHUVLWj GL %DUL Alessandra Incontro, Davide Marti, Davide Monte - Pag 21 - &RQIHUHQ]D GHL 6HUYL]L D 7HQXWD 0RUHQR WUD QHFHVVLWj H EXRQH LQWHQ]LRQL $XJXVWD &DIRULR - Pag 22 - &XQHJRQGD XQD UHDOWj WXWWD GD VFRSULUH %HDWULFH 6ROLWR Pag 22 &RQIURQWL WUD EXRQH SUDWLFKH 9LVLWD DO FHQWUR GLXUQR &XQHJRQGD 6HUHQD G $QJHOD 3DJ &Âśq DQFRUD ELVRJQR GHO 0DUFR &DYDOOR" ĂŠ OD GRPDQGD FKH FL SRQLDPR WXWWL 9HURQLFD 3HVDUL 3DJ $VVHPEOHH 81$6$0 GHO 0DJJLR &RVLPR 9HQHULWR 3DJ 81$6$0 'DYLGH 0RQWH 3DJ 18292 &216,*/,2 ',5(77,92 $662&,$=,21( amici 3XJOLD

Questo è il periodico del Centro Sperimentale di Ricerca e Studio per la Salute Mentale di ComunitĂ â€œMarco Cavalloâ€? e dell’ Associazione 180amici Puglia. Un centro del servizio Pubblico (UnitĂ Operativa di Salute Mentale Mesagne / San Pancrazio - A.S.L. BR ) cogestito con l’Associazione. Un impegno collettivo per la costruzione di un percorso di salute mentale di comunitĂ e, nel contempo, un tragitto che porta a riconquistare i diritti di cittadinanza e renderli realmente esigibili per tutti. Nel periodico riportiamo le esperienze di tutti i protagonisti organizzate e vissute all’interno e all’esterno del Centro. Il periodico è ora iscritto al Tribunale di Brindisi, cosi da poter GLŕľľRQGHUH PDJJLRUPHQWH OÂśHVSHULHQ]D FROOHWWLYD GHO 0DUFR Cavallo e non solo e si avvale della collaborazione del giornalista Maurizio Distante che ha accettato la nostra richiesta nell’ essere direttore responsabile del nostro periodico 180Meraviglie.

COMITATO di REDAZIONE

Maurizio Distante Gennaro Dinota Augusta Caforio Veronica Pesari Alessandra Incontro Davide Marti Beatrice Solito Cosimo Venerito Davide Monte Noemi Albanese Annamaria Coluccia Maddalena Guida Maddalena Sterlicchio Piero Di Stefano e con la partecipazione di tutti coloro

che hanno qualcosa da dire

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Ed ditoriale Editoriale

6(59,=, ', 6$/87( 0(17$/( $//$ '(5,9$" In questi giorni l’attenzione dei media di tutto il mondo è stata incentrata sul Brexit, il referendum col quale i britannici dovevano decidere dell’eventuale permanenza del Regno Unito all’interno dell’Unione Europea. Come sempre in questi casi, si sono sprecate le analisi sui possibili scenari che l’esito del voto popolare avrebbe comportato. Traslando il tutto nel campo della salute mentale, cosa accadrebbe, ad esempio, in Italia, se attraverso un referendum fosse abrogata la Legge 180 e la sua applicazione in senso comunitario e territoriale? Se, in sostanza, la deriva medicalizzante che ha imboccato la salute mentale (e le cui ripercussioni negative si sentono sempre di piĂš), non solo non fosse GLVLQFHQWLYDWD PD DGGLULWWXUD DYHVVH XQD ÂłJLXVWLÂżFD]LRQH OHJDOH´" Dapprima, ricorrendo al sacro dogma dell’esigenza di tagliare la spesa pubblica, si potrebbero ridurre i Centri di Salute Mentale a dei semplici ambulatori, magari aperti solo qualche giorno alla settimana, nei quali VL SURFHGH HVFOXVLYDPHQWH DOOD VRPPLQLVWUD]LRQH GHO IDUPDFR /H ÂżJXUH professionali necessarie ad un approccio multidisciplinare che cercano GL VRGGLVIDUH OH HVLJHQ]H GHOOD SHUVRQD LQ GLŕľśFROWj YHUUHEEHUR FRQVLderate un lusso insostenibile per le esangui casse del servizio sanitario (parlare di socio-sanitario ovviamente sarebbe un tabĂš). Naturalmente il disagio e il bisogno di risposte da parte delle persone con disagio psichico e dei loro familiari aumenteUHEEH LQ PDQLHUD HVSRQHQ]LDOH VSRJOLDWL L VHUYL]L WHUULWRULDOL GHOOD ORUR HŕľśFDFLD VL ULFRUUHUHEEH DG XQ SLDQR GL ÂłHGLOL]LD psichiatricaâ€?, strutture residenziali fortemente assistite nelle quali le pratiche cronicizzanti produrrebbero lo svilimento della professionalitĂ degli operatori della salute mentale, le cui mansioni si limiterebbero al contingentamento del denaro e delle sigarette delle persone con disagio psichico. 2JQL YHOOHLWj GL HPDQFLSD]LRQH GDO WRUELGR FRUWRFLUFXLWR UHWWD Âą SRVWR OHWWR YHUUHEEH VRSLWD RJQL SHUVRQD LQ GLŕľśFROWj non sarebbe altro che un nome da apporre su una pratica burocratica; un percorso “riabilitativoâ€? uguale per tutti, che non WLHQH FRQWR GHOOH VSHFLÂżFLWj LQGLYLGXDOL H GHOOH HVLJHQ]H FKH PXWDQR QHO WHPSR FRPH SHU TXDOVLDVL DOWUD SHUVRQD EsatWDPHQWH LO FRQWUDULR GL TXHOOR D FXL DPELVFRQR HVSHULHQ]H FRPH TXHOOD GHO &HQWUR 0DUFR &DYDOOR FKH FRQ OD ORWWD DOOR VWLJPD LO SURWDJRQLVPR GHOOH SHUVRQH FRQ GLUHWWD HVSHULHQ]D GL GLVDJLR SVLFKLFR H SURJHWWL FKH WRFFDQR OD SHUVRQD QHOOD VXD WRWDOLWj SURYDQR D SRUWDUH DYDQWL VHSSXU WUD PLOOH GLŕľśFROWj OÂśLGHD GL VDOXWH PHQWDOH FRPXQLWDULD Gli estremisti tra i promotori della campagna referendaria per l’abrogazione della Legge 180, si potrebbero spingere ancora oltre: richiamandosi a Lombroso, decreterebbero che per gli irrecuperabili non c’è posto migliore se non il manicomio. Ovviamente non si chiamerebbe cosĂŹ, suonerebbe politicamente scorretto; meglio un bell’eufemismo, pareti pulite, e chi ha votato a favore dell’abrogazione della 180 ha la coscienza a posto e ha eliminato il pubblico scandalo dalle strade. Meglio di cosĂŹ! Forse in tanti sarebbero allettati dalla prospettiva; andrebbero a votare di corsa per l’abrogazione della Legge 180, persuasi che “tanto a me e ai miei familiari non può succedere una cosa del genereâ€?. Purtroppo le cose non sono cosĂŹ sempliFL OD VRŕľľHUHQ]D SVLFKLFD QRQ q XQ FDVWLJR DUULYDWR GDOOÂśDOWR XQD SXQL]LRQH GLYLQD 8Q PRPHQWR GL SDUWLFRODUH GLŕľśFROWj QHOOD YLWD FRPH LQ WDQWL SRVVRQR WHVWLPRQLDUH SXz VFDOÂżUH DQFKH OD SHUVRQD SL ÂłIRUWH´ ÂżQR DG DUULYDUH D ULFKLHGHUH l’aiuto dei servizi di salute mentale; che allora saranno ormai ridotti ad un “muro di gommaâ€?, incapaci di fornire una risposta che non sia quella dell’alienazione e che le pratiche della Salute Mentale di ComunitĂ cercano oggi di evitare, WUD PLOOH GLŕľśFROWj ( WX FRVD YRWHUHVWL"

Gennaro Dinota

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Percorsi di Protagonismo

Il "dentro" del Marco Cavallo

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sarebbero svolti poi in altri luoghi deputati alla formazione esterni al Centro), incontri e dibattiti con la cittadinanza e con le agenzie formative come le scuole, organizzazione di eventi culturali e di prevenzione per ÂłFRQWDPLQDUH´ OD FLWWj su quanto di nuovo ed eccezionale stava succedendo nel mondo della psichiatria: proprio da quel punto generalmente considerato ai margini veniva lanciato qualcosa di importante e innovativo per l’intero tessuto sociale! Nella mia ultima esperienza, iniziata a gennaio 2008, al CSM di Mesagne ho ripreso questa mia caratteristica partendo da una causalitĂ favorevole: LO 'LUHWWRUH *HQHUDOH PL KD YROXWR DŕľśGDUH XQ LQWHUR piano di un palazzo storico a Latiano. Questi ha PRVWUDWR OXQJLPLUDQ]D H FRUDJJLR RŕľľUHQGR XQ OXRJR di prestigio alla salute mentale. Sappiamo tutti che di solito i luoghi in cui si pratica la psichiatria sono miseri, isolati, arredati con approssimazione, in sintesi emarginati come si presuppone sia l’utenza di cui devono occuparsi! Invece pensare a luoghi belli, inseriti nel tessuto urbano, attraversabili, familiari ha a che fare con l’etica che dovrebbe essere alla base delle professioni di aiuto e che si coniuga bene, appunto, con l’estetica. E’ proprio a partire dalla bellezza degli ambienti che si è potuto sviluppare un ragionamento sulla possibilitĂ di provare XQD JHVWLRQH GLYHUVD FROOHWWLYD FKH Carlo Minervini e altri esponenti della psichiatria investisse operatori e cittadinanza con una pugliese assistono al workshop tenutosi a Bari UHVSRQVDELOLWj FRQGLYLVD E allora in questo bel palazzo completamente vuoto sviluppando nei primi Centri di Salute Mentale abbiamo innanzitutto pensato a chiamare le persone Comunitari: lĂŹ l’alternativa al manicomio si era a riempirlo. E con quale modalitĂ potevamo farlo costruita, coerentemente, aperta sulle 24 ore! Gli se non con le assemblee? Quindi tutti convocati il operatori si interessavano della vita intera delle giovedĂŹ pomeriggio. SHUVRQH FKH DWWUDYHUVDYDQR OD VRŕľľHUHQ]D SVLFKLFD Nelle assemblee si discuteva proprio della possibilitĂ e non solo degli aspetti della “malattiaâ€?, metodo di inventare un nuovo polo della nostra UnitĂ GHÂżQLWR RJJL D ÂłZKROH OLIH´. In estrema sintesi direi Operativa, oltre alle 2 sedi istituzionali di Mesagne che erano molto piĂš che ambulatori, erano invece e San Pancrazio, in cui i cittadini potessero assumere luoghi di scambio sociale e culturale ove ritrovare un ruolo da protagonisti e condividere con il servizio se stessi. In questi luoghi di “sogliaâ€?, attraversabili pubblico la responsabilitĂ di una pratica ancora tutta in entrambi i sensi, operatori e utenti erano coinvolti da costruire. in continui, e a volte estenuanti, confronti, seguendo Pian piano aumentavano le ore e i giorni di apertura e la lezione imparata nella pratica di superamento del le diverse attivitĂ , rigorosamente in volontariato. manicomio. L’operatore si metteva continuamente Quindi si decise di elaborare collettivamente un LQ JLRFR H OD SHUVRQD FRQ VRŕľľHUHQ]D HUD FKLDPDWD D Progetto di co-gestione FKH IX SRL SUHVHQWDWR DOOD ÂżQH del 2009, in cui sperimentare in modo approfondito partecipare alla “scommessa terapeuticaâ€?. Quindi luoghi in cui, oltre ai farmaci e alle psicoterapie, il Protagonismo delle persone con esperienza di FÂśHUDQR TXHOOH FKH SRL VL VDUHEEHUR GHÂżQLWH DWWLYLWj GL VRŕľľHUHQ]D SVLFKLFD Centro Diurno: laboratori di ogni genere, assemblee L’allora Assessore alla Salute regionale Tommaso e gruppi di discussione, corsi di formazione e di Fiore, dopo aver partecipato con calore e umanitĂ alle QRVWUH DVVHPEOHH DSSURYz H ÂżQDQ]Lz LO 3URJHWWR VX avviamento al lavoro (sempre piĂš spesso questi si evo dire che ho sempre cercato la via della partecipazione diretta di quella che comunemente VL GHÂżQLVFH ÂłXWHQ]D´ DL VHUYL]L GL VDOXWH PHQWDOH riuscendovi spesso. Ricordo una per tutte la prima esperienza a Gravina in Puglia nei primi anni ’80. Questa cultura del coinvolgimento diretto l’ho vista e vissuta nel mio primo viaggio studio a Trieste nel ’77 quando, insieme a Roberto Mezzina, siamo andati a conoscere )UDQFR %DVDJOLD e la sua esperienza, DŕľľDVFLQDWL GD TXDQWR DYHYDPR OHWWR H VWXGLDWR VX Gorizia e le successive pratiche innovative, che allora VL GHÂżQLYDQR “esperienze pilotaâ€?. 5LPDVL DŕľľDVFLQDWR GD TXDQWR YLGL QHO PDQLFRPLR GL San Giovanni che si andava liberando e, soprattutto, nelle nuove pratiche che si andavano parallelamente

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cui stiamo lavorando tuttora. Un ultimo passo che voglio sottolineare è quello GHOOD ULFHUFD ¿Q GDOOœLQL]LR DEELDPR YROXWR TXHVWD dimensione come caratteristica importante di questa innovativa pratica di co-gestione. Una ricerca quotidiana in qualche modo autogestita ed una ricerca VFLHQWL¿FD 4XHVWœXOWLPD GRSR YDUL WHQWDWLYL KD SUHVR concretamente il via da circa 2 anni con il CNR di Roma. Nelle nostre intenzioni vorremo continuare il rapporto con il CNR perchÊ crediamo sia importante monitorare costantemente tutte le pratiche ed in special modo quelle innovative, questo anche per poterle rendere eventualmente replicabili. Carlo Minervini Nella consuetudinaria rubrica dedicata ai laboratori che si svolgono all'interno del Centro Marco Cavallo troverete nuovi progetti, nuovi modi di stare insieme, di condividere vissuti e di acquisire competenze per i frequentatori del centro e per i cittadini tutti

Dal laboratorio “18Ortaggiâ€?‌ Si allargano i nostri orizzonti

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Laboratori tesa della delibera comunale mediante la quale ci dovrebbe essere assegnato il terreno promesso giĂ da un po’ di tempo. Nel frattempo è arrivata la proposta di acquistare un terreno utilizzando i fondi del 5 x 1000 VSHWWDQWL DOOH 21/86 PD q DQFKH DUULYDWD OÂśRŕľľHUWD GL DŕľśWWR GL XQ WHUUHQR sempre nel nostro comune. Ci siamo iscritti al )RUXP 5HJLRQDOH Agricoltura Sociale in modo da entrare in una rete piĂš ampia, piĂš aggiornata, piĂš istruita della coltivazione sociale, una rete che, ad esempio, abbia i requisiti per partecipare ad un bando regionale o attingere a fondi Europei, bandi di cui ci tiene sempre al corrente il Forum. A questo scopo q VWDWR ÂżUPDWR OÂśDFFRUGR GL UHWH $*5, 32/2 FKH YHGH FRPH FDSRÂżOD OD Fondazione ITS di Locorotondo, ma a cui sono iscritti altri 171 enti o Associazioni, come le nostre 180amici 3XJOLD H &RRSHUDWLYD )KRUVH. Attraverso il Forum di Agricoltura Sociale abbiamo trovato dove reperire le piantine per una coltivazione biologica. Abbiamo ÂżUPDWR XQ DFFRUGR FRQ OD cooperativa Minerva che gestisce lo 635$5 )$5$+ di Latiano per la coltivazione di un loro terreno. Essi mettono a disposizione il terreno, l’associazione 180amici Puglia mette a disposizione le nostre risorse umane che giĂ lavorano QHOOD FROWLYD]LRQH ,QÂżQH DEELDPR SDUWHFLSDWR DJOL LQcontri conoscitivi e divulgativi organizzati dal GAL Terra dei Messapi, per far conoscere la nostra realtĂ e quello che facciamo in modo da essere possibili diretti o indiretti destinatari dei fondi, anche europei, messi a disposizione per le proposte interessanti dal punto di vista dello sviluppo del territorio, favorendo il turismo e tanto altro.

a 3 anni una nostra socia ci ha donato in uso gratuito un suo terreno grazie all’intuizione della S.E.P.E. Franca Cavaliere. Il Centro Marco Cavallo ha organizzato un gruppo di lavoro che si occupa della coltivazione del terreno e Franca ne è la coordinatrice. PoichĂŠ il nostro orto va bene, visto l’entusiasmo dei miei colleghi nel portarlo avanti e visti i risultati (ogni giorno il raccolto viene utilizzato per preparare il pranzo nel servizio mensa del Centro, oppure, viene venduto ai soci dell’Associazione per il consumo casalingo), per il futuro speriamo di allargare le vendite. Quindi, diventa anche importante fare rete nel mondo dell’aCosimo Venerito gricoltura sociale e interessarsi a ciò che succede nei nostri dintorni per quanto riguarda le coltivazioni allo VFRSR GL UDŕľľRU]DUH L OHJDPL VXO WHUULWRULR H UHQGHUH maggiormente competitivo il nostro orto, la produzione e la rendita. Ci siamo interessati ad un nuovo terreno, dato che tra poco dobbiamo lasciare il terreno della nostra socia e abbiamo chiesto un terreno in uso Cosimo Cavallone (a sinistra) e Sergio Carella (a destra) entrambi partecipanti al laboratorio "180rtaggi" gratuito al Comune di Latiano che vuole destinarne alcuni per la realizzazione di orti sociali. Siamo in at5


&RUVR GL WDPSRJUDÂżD SHU LO SURJHWWR 'RQQH FKH ODVFLDQR LO VHJQR

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’Associazione 180amici Puglia si era rivolta alla sede centrale della Fondazione Cassa di Risparmio di Puglia SHU LQIRUPDUVL VXOOD SRVVLELOLWj GL ULFHYHUH XQ Âżnanziamento per la ricerca in atto con il CNR di Roma sul Centro Sperimentale Pubblico “Marco Cavalloâ€?. In quella occasione abbiamo appreso che la Fondazione QRQ FL DYUHEEH ÂżQDQ]LDWL SHU OD ULFHUFD PD FKH HUD SRVVLbile presentare un progetto per partecipare ad un bando e ricevere una sovvenzione. (vedi articolo “Donne che lasciano il segnoâ€? pubblicato sul numero precedente). Nel giro di due giorni, Alessandra e Veronica hanno scritto un progetto pensato per un gruppo di donne intitolato appunto Âł'RQQH FKH ODVFLDQR LO VHJQR´ Quattro

mesi dopo, l’Associazione ha stipulato una convenzione con la Fondazione Cassa di risparmio di Puglia e da quel momento il progetto è partito. Esso prevede una forma]LRQH QHO FDPSR GHOOD WDPSRJUDÂżD DOWHUQDWD DG LQFRQWUL relazionali tra donne. Per quanto riguarda la formazione WDPSRJUDÂżFD OÂśDVVRFLD]LRQH KD DFTXLVWDWR XQD PDFFKLQD WDPSRJUDÂżFD SHU OD VWDPSD H XQ HVSRVLWRUH SHU OÂśLQFLsione dei clichè. Naturalmente era necessario trovare un formatore che avrebbe guidato il gruppo di donne ed in VHJXLWR D FRQIURQWL H ULĂ€HVVLRQL VL q SHQVDWR D 0RQLFD persona alla quale è cara l’associazione e il centro. Fra le varie aziende individuate per l’acquisto delle macchine abbiamo scelto la ditta GTO di Sassuolo la quale prevedeva anche un corso di formazione di stampa tampograÂżFD XQ DGGHVWUDPHQWR WHRULFR H SUDWLFR FRQ XQ WHFQLFR specializzato. Per questo motivo, oltre a Monica si è pensato ad un secondo formatore: Maddalena. CosĂŹ giovedĂŹ 10 marzo 2016 dopo il “gruppo dell’agire collettivoâ€?,noi Monica e Maddalena, in compagnia di Veronica e Gennaro ci siamo recate a Brindisi. In attesa del nostro treno che sarebbe partito intorno alle 22.00, Veronica ci ha ospitati a casa sua dove abbiamo gustato un ottimo the accompagnato da biscotti buonissimi. Verso le 20,00 Veronica e Gennaro ci hanno accompagnate al corso di Brindisi e dopo aver cenato ci siamo dirette in stazione. Sicuramente questo viaggio si è rivelato per entrambe un’occasione per conoscersi meglio in

quanto abbiamo avuto molto tempo per raccontarci. La mattina seguente siamo arrivate alla stazione di Modena dove abbiamo atteso l’arrivo di Liliana, una dipendente della ditta, che ci ha portate direttamente in azienda. Arrivate alla GTO siamo state accolte molto calorosamente GD 0RQLFD DGGHWWD DOOD UHFHSWLRQ OD TXDOH FL KD RŕľľHUWR XQ FDŕľľq FDOGR H FL KD IDWWR DFFRPRGDUH LQ VDOD GL DWWHVD perchĂŠ Walter, il tecnico, non era ancora arrivato. Dopo poco abbiamo cominciato la nostra formazione. EravaPR WRWDOPHQWH LQHVSHUWH QHO FDPSR GHOOD WDPSRJUDÂżD H Walter, pazientemente, ci ha illustrato le macchine e i loro componenti, il loro funzionamento e le loro caratteristiche. Abbiamo imparato ad incidere i clichè, come diluire il colore per la macchina ed abbiamo provato a stampare. Inizialmente questo mondo a noi sconosciuto ci ha un po’ spaventate ma, pian piano, le nostre paure si sono dissolte grazie alla pratica e all’incoraggiamento di Walter che ha sempre risposto alle nostre numerose domande. Abbiamo visitato tutta l’azienda, visto altre macchine piĂš grandi e potenti e siamo state al piano superiore dove si trova la ditta Pegaso per acquistare i vari accessori utili al funzionamento delle macchine. 1HO SRPHULJJLR DOOD ÂżQH GHO FRUVR DG HQWUDPEH q VWDWR rilasciato un attestato di frequenza. Eravamo stanche ma felici di aver imparato qualcosa di nuovo. Intorno alle 17.30 Liliana ci ha riaccompagnate alla stazione di Modena dove di lĂŹ a poco abbiamo preso il treno per rientrare a casa. Qualche giorno dopo assieme ad Alessandra e Veronica ci siamo adoperate per farci recapitare le macchine e gli accessori e per cominciare gli in-

contri con le altre donne. Siamo molto contente di poter trasmettere quanto abbiamo appreso e ci auguriamo che questo impegno comune possa dare origine ad un gruppo coeso che abbia anche sviluppi nel campo lavorativo. 0DGGDOHQD 6WHUOLFFKLR Monica Erroi A sinistra: le partecipanti al progetto riunite in uno degli incontri relazionali. A destra: prove pratiche di tampografia per le partecipanti

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Maschi contro Femmine uno “scontro titanico�

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el pomeriggio di giovedÏ 5 maggio 2016, una particolare e stravagante partita di calcio si disputa presso il campetto comunale di Latiano; in questa splendida giornata di sole, la squadra di calcio maschile GHO 0DUFR &DYDOOR D྾URQWD WHPLELOL DYYHUVDUL OH GRQQH del Marco Cavallo. Già da tempo molte di noi manifestavano la volontà di costituire una squadra di calcio femminile che potesse seguire, assieme a quella maschile, allenamenti e partite amichevoli. La gestione quotidiana delle varie DWWLYLWj GHO FHQWUR KD UHVR GLྜFLOH LO FRQFUHWL]]DUVL di tale proposta, tuttavia, il desiderio di mettersi in gioco anche in questo senso rimane forte. Durante uno degli incontri del JUXSSR HYHQWL´ del martedÏ si stabiliscono data e ora dell'incontro; l'inizio della partita

è previsto per le ore 15.30. Ci si organizza con pulmini e auto per raggiungere il campo, armati di fotocamera, acqua, palloni ma, soprattutto, entusiasmo e voglia di divertirsi. Ci raggiunge l'allenatore Fernando, il quale ormai da alcuni anni si occupa della preparazione atletica della squadra maschile e giĂ qui un punto a sfavore per noi GRQQH FKH FDXVD PDO WHPSR QRQ ULXVFLDPR DG HŕľľHWWXDUH l'unico incontro di allenamento concordato durante la riunione. Ma le donne del Marco Cavallo, si sa, sono impavide e temerarie e non si tirano indietro certo per cosĂŹ poco Giunti sul campo, l’allenatore stabilisce la formazione

delle due squadre; sul bordo-campo tutti quelli che non giocano fanno il tifo. Calcio di inizio! La squadra maschile è chiaramente piĂš preparata ma noi non FL VFRUDJJLDPR DQ]L DŕľľURQWLDPR OD SDUWLWD FRQ OD VWHVVD JULQWD H FDSDUELHWj FRQ FXL DŕľľURQWLDPR WXWWH OH DOWUH VÂżGH GHO 0DUFR &DYDOOR DWWDFFKLDPR OD SRUWD avversaria e difendiamo la nostra, subiamo tanti falli e alcuni goal. Alcune di noi subiscono tremendi scontri corpo a corpo e pallonate; si cade e ci si rialza subito. Insomma un incontro senza esclusioni di colpi anche perchĂŠ noi donne abbiamo deciso di giocare una partita equa, che non prevedesse tattiche "addolcite" solo perchĂŠ donne o meno preparate dal punto di vista atletico. Siamo riuscite a tener testa per tutto il tempo. Terminato l’incontro maschi contro femmine, giochiamo

una partita a squadre miste dopodichĂŠ tiriamo alcuni calci di rigore direttamente in porta, dando anche agli spettatori l'opportunitĂ di provare. Prima di rientrare DO FHQWUR DOOHVWLDPR XQ SLFFROR EXŕľľHW SHU ULIRFLOODUFL DSSURÂżWWLDPR GL TXHVWR PRPHQWR SHU VFDPELDUH EDWWXWH tra di noi e scattare alcune foto ricordo; rientriamo al Centro decisamente soddisfatte perchĂŠ, al di lĂ del risultato o delle ammaccature sul corpo, ci siamo divertite tantissimo; in queste occasioni aumenta il senso di appartenenza e coesione al gruppo nonchĂŠ quello di uguaglianza SHUFKp HŕľľHWWLYDPHQWH SHU QRL QRQ aveva grande importanza il fatto di giocare contro o con i maschi. L’obiettivo era unico per tutti: stare insieme e divertirsi, pertanto, il nostro proposito è quello di riprovare questa avventura in futuro. Grazie a tutti! Annamaria Coluccia Noemi Albanese In alto a sinistra: maschi e femmine del Marco Cavallo In basso a sinistra e a destra: momenti fatidici della partita

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La testimonianza diretta di chi vive da vicino il disagio psichico e dei familiari è sempre un contributo prezioso per la comunità soprattutto quando si riportano storie a lieto fine che hanno come protagonisti uomini e donne coraggiosi che affrontano lunghi percorsi di ripresa

Testimonianze riuscivo ad acquistaare e rivendere moltee marche che erano di moda in quel periodo. Tuttavia non riusciì a gestire il tutto perché vivevo troppo alla giornata, spendendo soldi a casaccio e pensando solo alle moto e alle auto.

Dopo un po’ di tempo, mi rinnovai aprendo un altro QHJR]LR /¶LQL]LR DQGz D JRQ¿H YHOH PD DG XQ WUDWWR )LQDOPHQWH XQR VSLUDJOLR GL VHUHQLWj tutto precipitò e iniziarono i veri problemi. Infatti il arissimi lettori, cercherò di raccontarvi la mia negozio non fruttava più per la forte crisi che c’era in storia sintetizzando un po’. Sono Massimo, ho quel campo riguardo alle riparazioni. Iniziai a stare 47 anni, sono male, non sapevo più come comportarmi, non andavo sposato e più d’accordo con mia moglie, arrivammo a lasciarci sono papà di H QH VR൵ULu PROWR 'D TXHVWR PRPHQWR LQ SRL HQWUz LQ ¿JOL )LQ gioco la mia salute mentale. dall’infanzia, ho vis- $QFRUD RJJL IDWLFR D FDSLUH VH LO PLR ODYRUR q ¿QLWR suto molto SHUFKp KR LQL]LDWR D VWDUH PDOH RSSXUH VH VRQR VWDvicino a mio WR PDOH SHUFKp OD PLD DWWLYLWj FRPPHUFLDOH IDOOLYD padre, per- Le risposte, grazie a Dio, sto riuscendo a capirle faché lui aveva cendo un lavoro molto impegnativo nel Centro Marco una attività Cavallo che mi ha tirato fuori dallo stare molto male, commerciale SHUFKp ULXVFLUH D IUHTXHQWDUOR KD VLJQL¿FDWR SHU PH (gioielleria) ¿QDOPHQWH XVFLUH GDOOH PXUD: ho iniziato a condalla quale io frontarmi con altra gente, sono riuscito a sbloccarmi HUR PROWR D൵DVFLQDWR 4XHVWR PL KD SHUPHVVR GL ODYR- nel parlare più spesso perché avevo perso anche la rare molto presto e guadagnare abbastanza, ma tutto voglia di parlare in pubblico o con la gente. Il Marciò non mi ha fatto bene, infatti all’età di 16 anni ave- co Cavallo, inoltre, grazie all’Associazione 180amici vo già molti vizi, tra i quali l'uso di eroina e cocaina. Puglia, mi ha dato un po’ di lavoro e quindi di rePresto però i miei familiari se ne accorsero cercando sponsabilità, mi ha fatto rialzare la testa. Ho iniziato a di farmi smettere, quindi entravo e uscivo da questo ULGDUH O¶HGXFD]LRQH DL PLHL ¿JOL H D GDUH ¿GXFLD D PLD tunnel faticoso. Avevo conosciuto già da molto tem- moglie, la quale mi ha aiutato a fare questo cammino, infatti nel frattempo ci po la mia attuale moglie siamo rimessi insieme. che mi consigliava di fare esperienza in comunità Oggi nel Centro Marterapeutica per tossicodico Cavallo gestisco la pendenti. manutenzione e riesco ad avere le mie soddiAll’età di 24 anni mio pasfazioni. dre morì d’infarto durante

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la notte e da questo episodio iniziai a sentirmi un po’ responsabile dell’acFDGXWR ¿QFKp QRQ GHFLVL ¿QDOPHQWH GL DQGDUH LQ FRPXQLWj $൵URQWDL LO percorso intero e ne usciì molto motivato. Subito, infatti, frequentai un corso di arte orafa a Napoli H ¿QLWR TXHVWR QH IUHTXHQWDL XQR GL LQFDVWRQDWRUH GL pietre a Lecce. Nel frattempo mi venne consigliato da amici e familiari di prendere in gestione una gioielleria che stava chiudendo i battenti. A 25 anni mi ritrovai a gestire l’attività e mi andava bene perché

Massimo Ribezzo

A sinistra: Massimo Ribezzo Al centro: il gruppo manutenzione intento nei lavori di ristrutturazione del Centro Marco Cavallo

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Rinnovo Consiglio Direttivo: le mie motivazioni per la seconda candidatura

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ell’autunno del 2015 dopo un periodo di scarsa partecipazione alla vita dell’Associazione, sono tornata ad essere piÚ presente e partecipe.

sapevolezze. Voglio dire invece che, per un familiare, frequentare con costanza il Centro e diventarne parte attiva, aiuta a migliorare la conoscenza del disagio, ad accrescere attraverso il confronto reciproco, con gli altri familiari e con tutti i frequentatori, la capacitĂ di fronteggiare i problemi e gli stati di crisi, arricchendo le relazioni su cui si basa il mutuo aiuto. In questi anni grazie all’aiuto dell’Associazione, del Centro e di tutti i suoi attori, grazie al confronto con altre realtĂ , quindi grazie ai viaggi studio, mi sono resa conto sempre piu’ di quanto siamo stati fortunati anche noi come “famigliaâ€? ad approdare al Marco Cavallo. Questa realtĂ ha realizzato il nostro desiderio, ha fatto in modo che, nonostante il disturbo importante manifestatosi in mia sorella, lei potesse imparare a condurre una vita ricca di “benessere, relazioni sociali e familiariâ€? che la facessero essere una “persona di dirittoâ€? in questa societĂ , piuttosto che una persona malata e irrimediabilmente condannata a condurre una vita ai margini della societĂ .

La mia esperienza ha maturato ormai un altro desiderio, quello che altri familiari come noi possano realizzare questo sogno, attraverso innanzitutto una C’è stato un episodio che mi ha “riavvicinataâ€?, un SUHVD GL FRVFLHQ]D GL TXHOOD FKH q OD VRŕľľHUHQ]D SVLmomento di malessere di mia sorella Maddalena. chica e poi attraverso un percorso di ripresa in mano GHOOD SURSULD YLWD GL IDPLOLDUH H GL SHUVRQD FRQ VRŕľľHLa sua partecipazione attiva alla vita e all’orgarenza mentale. Il desiderio che le persone “portatrici nizzazione dell’Associazione, del Centro ed andi interesse direttoâ€? diventino soggetti capaci di riche della Cooperativa, mi avevano indotto a conoscere e rivendicare i propri diritti di benessere, stare tranquilla, a pensare che ormai tutta l’organizdi vita dignitosa, di abitare e di lavoro che, quindi, ]D]LRQH GHO &HQWUR HUD VXŕľśFLHQWH FRPH VXSSRUWR attuino un percorso che miri a riconoscere la nasciInvece quel suo crollo ha fatto “crollare un po’ WD GL DOWUL &HQWUL LPSURQWDWL DOOD UHFRYHU\ FRPH LO QRanche meâ€? . Mi sono ritrovata a domandarmi: VWUR GLŕľľXVL VX WXWWR LO WHUULWRULR DOPHQR 5HJLRQDOH “E ora? Che faccio? Alle riunioni dell’associaQueste e altre ancora sono le ragioni che mi hanno zione ci raccontiamo tante belle cose e ci diciaindotta a presentare nuovamente la mia candidatumo che si puo’ guarire, invece Maddalena non ra dopo circa 2 anni di assenza dal direttivo. Sono sta bene ed io, non so come comportarmi!â€? stata eletta e attualmente rivesto la carica di tesoCosi’ ho chiesto aiuto, ho domandato a chi di com- riere. Come Presidente è stato riconfermato il caro petenza quale era l’atteggiamento, il comportamen- Cosimo Venerito e a lui e a tutto il direttivo auguto adeguato da seguire e mi sono resa conto che “la ro buon lavoro con la speranza di riuscire a rearete familiare, insieme a quella clinica, insieme a lizzare un movimento che ci porti verso una nuova quella sociale (i Soci Esperti Per Esperienza) e cultura che faccia Âł6DOXWH 0HQWDOH GL &RPXQLWj´ l’aiuto del nostro Centroâ€? sono un tutt’uno. Non $QWRQHOOD 6WHUOLFFKLR si puo’ pensare che il familiare possa a un certo punto allontanarsi dalla partecipazione attiva di questa trasformazione culturale che “il Centro Marco Cavalloâ€? ci sta insegnando. Naturalmente con questo non voglio dire che chi frequenta e lavora nel nostro Antonella Sterlicchio al workshop Centro non ha intrapreso un percorso di autonomia "Il percorso autentico verso la recovery del Marco che gli consenta di rendersi conto delle proprie caCavallo del sud" pacitĂ e dei propri limiti, dei propri punti di forza e delle proprie debolezze. Il lavoro che si fa al Centro è improntato proprio sul raggiungimento di queste con9


Il 16 Giugno si è tenuto a Bari un importante Workshop dal titolo "Il percorso autentico del Marco cavallo del sud" con il Patrocinio della Regione Puglia, al quale hanno partecipato molti esponenti della psichiatria pugliese. In questa rubrica i temi trattati in tale occasione, alcuni degli interventi e le impressioni dei partecipanti

Valutazione partecipata: OD V¿GD GL SUDWLFDUH XQD WHRULD e l’insegnamento del Marco Cavallo

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a ricerca che come ISTC CNR stiamo svolgendo insieme al Centro Marco Cavallo ha portato ¿QRUD D GXH SULQFLSDOL ULVXOWDWL Il primo risultato riguarda una maggiore comprensione dell’esperienza del Centro Marco Cavallo e XQD SULPD YDOXWD]LRQH GHOOœHྜFDFLD WHUDSHXWLFD Di questo abbiamo avuto modo di parlare estensivamente durante il Convegno tenutosi a Bari lo scorso 16 Giugno.

Raffaella Pocobello e Luca Negrogno durante il loro intervento

Il secondo risultato, che è quello sul quale mi concentrerò qui, riguarda un avanzamento teorico e metodologico nel nostro modo di intendere la valutazione partecipata. Da poco piÚ di dieci anni cerco di occuparmi di valutazione partecipata, con un interesse particolare per i servizi di salute mentale. Nel 2004 sono stata coinvolta come assistente di ricerca in un progetto triennale di valutazione partecipata dei Centri diurni di Roma. &ULVWLDQR &DVWHOIUDQFKL, che era il responsabile

WO ORKSHOP WORKSHOP RVFLHQWLÂżFR GL TXHO SURn getto e che è tuttora un riferimento fondamentale della mia ricerca, stava sviluppando in quegli anni la sua teoria su cosa doveva essere la valutazione partecipata, partendo dalla sua teoria del valore (Miceli e Castelfranchi, 1989). Ripetutamente in quel progetto, Cristiano ci metteva in guardia dalla “valutazioneâ€? e ci spiegava che non esisteva un “trucco tecnicoâ€? per valutare: per la natura multi-attore dei servizi pubblici come i Centri diurni che stavamo valutando, potevamo solo studiare le “valutazioniâ€?. Eggia’, perchĂŠ la valutazione dipende da interessi e scopi, e gli scopi degli operatori non potevano strutturalmente essere gli stessi degli utenti o dei familiari che avremmo intervistato. Quindi per valutare bisognava coinvolgere i diversi attori, tutti. Ma non solo. Bisognava prevedere l’utilizzo di meWRGRORJLH FKH JDUDQWLVVHUR FKH OD YRFH GHL VRJJHWWL piĂš deboli fosse ascoltata e “valorizzataâ€?. Ma non solo. Una volta esplicitati, questi diversi punti di vista e valutazioni andavano condivisi, discussi e negoziati ed era una nostra responsabilitĂ come valutatori. Ma non solo. Bisognava lavorare insieme agli operatori perchĂŠ si appropriassero di questa metodologia e della mentalitĂ valutativa. Ma non solo. Bisognava valoUL]]DUH DQFKH LO VDSHUH GHJOL RSHUDWRUL, nel senso di comprendere con loro che cosa di quello che facevano aveva valore e perchĂŠ. Ma non solo. Bisognava essere critici rispetto al proprio ruolo, al rapporto con gli stakeholders, soprattutto con la committenza e costituirsi come stakeholders, esplicitando il proprio SXQWR GL YLVWD DOOD ÂżQH GHOOD ULFHUFD Ispirata a questa idea di valutazione, la ricerca sui Centri diurni è durata tre anni e ha coinvolto piĂš di 700 persone, tra utenti, operatori, familiari, decisori politici, ed una parte del lavoro di ricerca fatto è stato poi tra l’altro oggetto della mia tesi di dottorato. Quel progetto ha complessivamente però anche mostrato molti limiti, che abbiamo per molto tempo vissuto PDOH H FKH VROR UHFHQWHPHQWH VL VWDQQR FRQÂżJXUDQGR FRPH QXRYH VÂżGH 1HOOR VSHFLÂżFR La valutazione come lavoro di esplicitazione dei diversi punti di vista è fondamentale, ma non può che essere preliminare ad una valutazione di esito, che segua in parte gli indicatori individuati dagli stakeholders e in parte quelli individuati dai ricercaWRUL VXOOD EDVH GHOOD OHWWHUDWXUD VFLHQWLÂżFD Il punto di vista dei ricercatori interagisce e PRGLÂżFD LO SXQWR GL YLVWD GHJOL DOWUL VWDNHKROGHUV H viceversa, e anche questa interazione deve essere oggetto di ricerca; Il coinvolgimento dell’utenza: perchĂŠ la va10


lutazione sia davvero garantista, al punto di vista piĂš debole va data possibilmente voce da subito, giĂ nella IDVH GL GHÂżQL]LRQH GHOOÂśRJJHWWR H GHO GLVHJQR GHOOD ULFHUca; Utilizzo di metodologie miste, di ricerca qualitativa e quantitativa, con particolare attenzione alle PRGDOLWj GL SUHVHQWD]LRQH GHL ULVXOWDWL FRQ JUDÂżFL H

controllare la adeguatezza etica della ricerca; raccogliere i dati (fase quasi completamente autogestita dal Centro); discutere e interpretare insieme i risultati attraverso momenti assembleari di restituzione. La prossima VÂżGD q UDSSUHVHQWDWD GD XQD FROODERUD]LRQH QHOOD VWHVXUD di articoli e nella disseminazione dei risultati, e siamo giĂ molto curiosi di ri-sperimentarci.

In linea con la letteratura (Ramon, 2003; Rose, 2001; Tew, 2005), durante l’ultima assemblea di condivisione siamo stati tutti d’accordo nel ritenere che il coinvolgimento attivo dell’utenza, al di lĂ di un’ importante implicazione etica, abbia contribuito a migliorare la qualitĂ e l’utilità ’ della ricerca stessa. In futuro, ci piacerebbe usare un approccio user-led, dove gli utenti dirigono OD ULFHUFD H FKH ULFKLHGH XQ SHUFRUVR GL VWXGL VSHFLÂżFR che il Marco Cavallo ha tutte le potenzialitĂ per potere intraprendere. Si tratterebbe di un’esperienza pilota, perchĂŠ a livello nazionale, non esistono ancora esperienze di ricerca user- led nel campo della salute mentale. schemi che favoriscano la comprensione e la partecipa- Concludo con un’osservazione di Basaglia nel bel libro zione di tutti gli attori durante i momenti di restituzione GL 6FDELD FKH FUHGR FKH VLQWHWL]]L OD VÂżGD GHO ÂłVLPERe interpretazione e discussione dei risultati; loâ€? Marco Cavallo: l’ “essere artisti, reinventare il All’inizio pensavamo che il ricercatore in questo proprio ruolo criticamente e creativamenteâ€? . Vale contesto dovesse essere un facilitatore di processo, cosa per gli operatori, per gli utenti, per decisori politici e IRQGDPHQWDOH PD LQVXŕľśFLHQWH H SUHOLPLQDUH D XQ ODYRUR anche per i ricercatori. Questo statement è il collante di di ricerca piĂš ordinario, che e’ fondamentale per poter tutto il gruppo di ricerca. Ringrazio quindi per questa comunicare gli esiti del percorso di ricerca con una co- bella avventura l’assemblea del Marco Cavallo, Carlo munitĂ piĂš ampia di quella che ha partecipato alla valu- Minervini e Maddalena Guida che hanno accettato la tazione. VÂżGD GHOOD YDOXWD]LRQH 9HURQLFD 3HVDUL FKH KD DYXWR XQ fondamentale ruolo di coordinamento, i colleghi Luca L’esperienza al Centro Marco Cavallo ha rappresentato 1HJURJQR H 7DUHN HO 6HKLW\ FKH WDQWR JHQHURVDPHQWH e rappresenta ancora per noi una straordinaria opportu- KDQQR RŕľľHUWR H FRQWLQXDQR D RŕľľULUH LO ORUR FRQWULEXWR QLWj GL PLVXUDUFL FRQ TXHVWH VÂżGH H LQÂżQH &ULVWLDQR &DVWHOIUDQFKL VWHOOD SRODUH LQ TXHVWR Tutto questo può avvenire perchĂŠ il Centro Marco Ca- mio continuo tentativo di praticare una teoria. vallo ha espresso un genuino interesse per la valutazione, di processo e di esito, mostrando una certa onestĂ 5DŕľľDHOOD 3RFREHOOR ,67& &15

intellettuale e una volontà determinata a valutarsi e farsi valutare. Si tratta di qualcosa di molto raro nei servizi di salute mentale, che per lo piÚ temono ed evitano la valutazione. Inoltre, si tratta per noi della prima esperienza di ricerca davvero partecipata e co-prodotta, in cui gli XWHQWL VRQR FRLQYROWL LQ TXDOLWj GL ULFHUFDWRUL Infatti, c’e’ stato uno sforzo e un’attenzione costanti a favorire La location del workshop ha avuto una fondamentale imporil protagonismo del Centro nella ricerca, che ha portato tanza istituzionale: si tratta della sala conferenze presso il paa un coinvolgimento nella maggior parte delle fasi della lazzo dell'assessorato alla salute della Regione Puglia, nella ricerca, con eccezione della analisi dei dati che e’ rimasfoto a sinistra ta responsabilità dei ricercatori. Le fasi in cui c’e stato DWWLYR FRLQYROJLPHQWR VRQR UHODWLYH D LGHQWL¿FDUH OH WHPDWLFKH GHOOD ULFHUFD FHUFDUH ¿QDQ]LDPHQWL VSHFL¿FDUH le domande ed eventualmente le ipotesi della ricerca; 11


L’assemblea come luogo di accoglienza

DWWUDYHUVR XQD YHUL¿FD SUDWLFD GHOOH HODERUD]LRQL HG XQ confronto reale con la dialettica del processo in cui il gruppo è coinvolto.

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l momento assembleare costruito dall’associazione 180amici Puglia presso il Centro Sperimentale “Marco Cavallo� il 21/04/2015 ha sviluppato un percorso di con-ricerca e con-inchiesta a partire dal tema della “co-gestione� come modello operativo del Centro.

Le concettualizzazioni di malattia, trattamento, cura, guarigione espresse dai partecipanti all’assemblea sono state raccolte e analizzate secondo il modello dei nuclei tematici; è stata chiarita l’ipotesi preliminare che WDOH DQDOLVL SXz GDUFL HOHPHQWL SHU ULĂ€HWWHUH VXL SURFHVVL politici che avvengono nelle sperimentazioni organizLe prime ipotesi su cui si è provato a costruire l’indivi- zative in corso presso il Centro. Nella misura in cui le duazione di nuclei tematici sono state due: sperimentazioni in corso presso il Centro sono avvertite 1) la presenza di XQD UHOD]LRQH SRVLWLYD WUD TXDOLWj dagli stessi partecipanti all’assemblea come un “percororganizzativa del Centro e modello sperimentale di so di cambiamento dei serviziâ€?, possiamo cogliere che, co-gestione, tra operatori pubblici e associazionismo al di lĂ della caratterizzazione di operatore, familiare, persona con esperienza diretta o indiretta, i soggetti si di utenti e familiari; percepiscono collettivamente come “gruppo di riven2) la presenza di una relazione tra il cambiamento dicazioneâ€?, parlando infatti di “potere contrattualeâ€? per soggettivo degli utenti e un cambiamento del servizio analizzare il loro rapporto con la comunitĂ e i servizi. nel suo complesso. L’analisi dei processi organizzativi interni viene descritIl metodo di lavoro di con-inchiesta e con-ricerca parte ta come “capovolgimento dei rapporti di potereâ€?. L’edalla constatazione che il gruppo è protagonista di un sistenza interna di un “Centro studi sulla Salute Mentale progetto piĂš ampio di ricerca collaborativa, orientato a di ComunitĂ â€?, in cui lavorano persone con esperienza FKLDULÂżFDUH OH GLQDPLFKH LQWHUQH GL IXQ]LRQDPHQWR GHO diretta di disagio psichico in collaborazione con varie Centro sperimentale e ad analizzare il rapporto tra il forme di operatori viene indicata come elemento qualiCentro e il suo “fuoriâ€?, vale a dire il resto dei servizi ÂżFDQWH GHOOD ÂżOLJUDQD RUJDQL]]DWLYD GHO &HQWUR ,O &HQWUR ORFDOL GL 6DOXWH PHQWDOH H OD FRPXQLWj Secondo que- studi interni è un contesto che serve a tutti a porre domande o ad elaborare ipotesi sul funzionamento interno sto metodo, il ricercatore ha proposto stimoli e aree del Centro stesso; “La porta del centro studi è sempre apertaâ€?, viene detto a dimostrare che chiunque può partecipare a questo livello di elaborazione interna. Carlo Minervini introduce tra le ipotesi di lavoro che riguardano il rapporto con il resto dei servizi quello della “saturazione organizzativaâ€? cioè la tendenza secondo cui ogni segmento del servizio si costruisce la propria utenza di riferimento di cui, per cosĂŹ dire, si appropria complessivamente. Questo diventa consequenziale alla “carenza di riconoscimento da parte di altri segmenti del servizioâ€?, avvertita dall’assemblea. Viene fatto il seguente esempio su come questo si declina nell’esperienza soggettiva degli utenti: “Il paziente che diventa troppo consapevole dei suoi dirittiâ€?. “Il fatto che un paziente Luca Negrogno al centro Marco Cavallo cognitivamente presente frequenti il Marco Cavallo codurante l'assemblea tenutasi il 21/4/2015 stituisce un problema per altri segmenti del servizio, l’uWHQWH FKH KD IDWWR TXHVWR SHUFRUVR SXz GLYHQWDUH GLŕľśFLOH tematiche di discussione, costruendo varie “ipotesiâ€? di per altri segmenti del servizio, in quanto pone domande ODYRUR DO ÂżQH GL DUULFFKLUOH R PRGLÂżFDUOH DWWUDYHUVR JOL di senso e rivendicazioni di diritti scomode per altri opeinterventi in assemblea dei diversi soggetti. Questo meratoriâ€? . todo di lavoro, in un’assemblea di 2H 31’ con 29 parWHFLSDQWL SHUPHWWH GL GHÂżQLUH GHL QXFOHL FRQFHWWXDOL H Vari interventi di utenti presenti in assemblea danno uldelle relazioni interne ed esterne tra di essi. Questo ma- teriori declinazioni soggettive di questa dinamica: “Se teriale, di cui qui si fornisce un report, costituisce un ul- XQ XWHQWH DŕľľHUHQWH DG XQ DOWUR &HQWUR GL 6DOXWH 0HQWDOH teriore materiale di lavoro per l’assemblea, che continua viene al Marco Cavallo, perchè lo prova e lo trova piĂš il lavoro di con-ricerca mentre svolge la propria pras- interessante del suo centro diurno, il suo Centro di Salusi quotidiana nel Centro e sul territorio. Quindi anche te Mentale tende a scaricarlo complessivamente al 12


SURSRVWD GL PRGLÂżFD GHO UHJRODPHQWR GHL 'LSDUWLmenti di Salute Mentale. Uno dei punti su cui l’assemblea converge è la necessitĂ di porsi come soggetto inchiestante del servizio nel suo complesso, per declinare praticamente cos’è l’operativitĂ attuale del servizio e in che misura esso VL GLVFRVWD GDL SULQFLSL GHOOD UHFRYHU\ RSSXUH XVL LO WHPD GHOOD UHFRYHU\ VROR FRPH GLFKLDUD]LRQH DVWUDWWD senza legame con la pratica. Ci si interroga infatti su un ipotetico “Giovanniâ€? che rappresenta l’utente “che non viene al Marco CavalOR PD ELVRJQD FDSLUH GRYH ÂżQLVFH´ ,QWHUHVVDQWH D questo proposito la testimonianza di una tirocinante: Luca Negrogno e Raffaella Pocobello “Quando sono arrivata non mi hanno spiegato nulla gli operatori di riferimento, rispetto a chi fossero gli Marco Cavalloâ€?. utenti e quali patologie avessero, non mi hanno detto FKH TXDOFXQR HUD VWDWR XQ XWHQWH GLŕľśFLOH GD FROORFDUH Questa contraddizione si ripercuote anche sulla io dunque vedevo tutti come persone, senza etichetcollocazione dell’esperienza dei Soci Esperti Per te prodotte magari nel tempo dal servizioâ€?. Secondo Esperienza nel complesso delle forme sperimentali un altro intervento di un operatore :“Ci sono persone di partecipazione di utenti e familiari alle politiche che nessuno vuole, si fanno chiamate su chiamate alle di Salute Mentale presenti sul panorama nazionale. strutture ma non si riescono a collocareâ€?. “ConosciaRoberto Cuni, come viene riportato da Maddalena mo una ragazza di 30 anni che ha girato tutte le strutSterlicchio, nell’ultimo convegno a Sant’Angelo, ha ture del territorio, ma ogni struttura per lei è stata una dichiarato che “Le Parole Ritrovate sono appena encomunitĂ espulsiva, cosĂŹ come la famiglia, che non trate in Pugliaâ€?, di fatto non riconoscendo gli anni di riusciva ad interagire con lei. L’idea di dividerla da sperimentazione del Marco Cavallo. Il fatto che queIDPLJOLD H ÂżJOL HUD VWDWD VHJXLWD GDOOD VHPSOLFH LPPLVVWR HPHUJD LQ UHOD]LRQH DOOD ULĂ€HVVLRQH VXO ÂłPDQFDWR VLRQH LQ XQD VWUXWWXUD SULYDWD QRQ YHQLYD DŕľľURQWDWR LQ riconoscimentoâ€? e sulle possibili contraddizioni che il altro modo il bisogno, anche di quella famigliaâ€?. Centro Sperimentale anima rispetto al proprio servi]LR GL ULIHULPHQWR SXz JLXVWLÂżFDUH OÂśLSRWHVL GD YHULÂż- /D GLŕľľHUHQ]D HPHUJH IRUWHPHQWH QHOOD GHVFUL]LRQH GHO care, che sia da collocare nello stesso ambito tematico “trattamentoâ€? che si trova al Marco Cavallo. In primo anche la distanza da altre esperienze maggiormente luogo, il riconoscimento formale dal pagamento di istituzionalizzate di valorizzazione dell’Esperienza prestazioni e di una reale inclusione lavorativa. In degli utenti. alcuni racconti questa è la prima e fondamentale forma di riacquisizione di contrattualitĂ : “Io me ne stavo 'ÂśDOWUD SDUWH OÂśDVVHPEOHD FRJOLH DQFKH XQD VSHFLÂżFLWj seduto al parco, al centro di Salute Mentale non potelocale del gruppo pugliese di Parole Ritrovate rispetto vano aiutarmiâ€?. alle posizioni espresse a livello nazionale. L’assemblea infatti riporta il documento conclusivo della pri- ,QL]LD D FRVWUXLUVL XQÂśLSRWHVL VX FRPH GHÂżQLUH OH GLQDma giornata di Parole ritrovate Puglia nel quale si usa PLFKH RULHQWDWH DOOD UHFRYHU\ Âł4XL GLVFXWLDPR GHOOD un linguaggio di rivendicazione di diritti dei “cittadi- paga e di cosa c’è bisogno di fareâ€?. Si trovano modi QL VRŕľľHUHQWL SVLFKLFL´ H VL DUWLFROD XQ SURJUDPPD GL VSHULPHQWDOL GLVFXVVL LQ DVVHPEOHD SHU DŕľľURQWDUH punti su cui si richiede una presa di posizione da parte le debolezze che in altri contesti sono risolte invece dell’Assessorato regionale competente: 1) sperimen- de-responsabilizzando: “Io e Antonio discutiamo di tazione dei Budget di Salute e distoglimento dei fondi come gestire il suo budget e contrattiamo. Se il suo dai posti letto a vantaggio della salute mentale territo- livello di partecipazione alla vita sociale cresce anche riale; 2) operativitĂ dei Centri di Salute Mentale sulle i suoi bisogni ne sono accresciutiâ€?. 24 ore; 3) no all’istituzionalizzazione delle Residenze Socio Assistenziali e delle Residenze Socio Sanitarie; L’assemblea, per arricchire il nucleo tematico del rap4) no ai tirocini formativi e alle borse lavoro non real- SRUWR GHQWUR IXRUL LO &HQWUR 0DUFR &DYDOOR DŕľľURQWD PHQWH ÂżQDOL]]DWL DOOÂśLQFOXVLRQH SUHVHQ]D GL XWHQWL questo esempio: “C’è una persona, Francesco, che da e familiari negli organi decisionali; 6) adozione del qui passa ad una comunitĂ con operatori 24h; sta fremodello degli Utenti e Familiari Esperti nei servizi; quentando il Marco Cavallo ma per qualche mese è 7) adozione di modelli no contenzione e no restraint; ospite in una comunitĂ . Abbiamo visto che per la pri13


ma volta noi abbiamo creato una dialettica dentro/fuori rispetto a quella comunità . Francesco sta gestendo bene la cosa: esce dalla comunità , si rapporta con noi; gli operatori di quella comunità sono sconvolti per questa novità , che lui trovi un diversivo esterno rispetto a quella comunità ma coPXQTXH LGHQWL¿FKL LO ELVRJQR GL tornarci�. Questo arricchisce la ULÀHVVLRQH GHOOœDVVHPEOHD VXOOœ ipotetica capacità del Centro di SURGXUUH PRGL¿FD]LRQL QHJOL DOWUL VHJPHQWL GL VHUYL]LR

mento sta nella capacità di lottare che loro hanno mostrato, di contrapporsi a chi vorrebbe farti vivere situazioni non dignitose. Qui piÚ o meno consapevolmente si D྾HUPD FKH RSHUDWRUL VLDPR QRL WXWWL SHUFKq q FROOHWWLYD questa responsabilità �.

Il racconto di un altro familiare a questo punto è stato emblematico di come ci sia necessitĂ di tematizzare la questione del rapporto dentro/fuori con strumenti e praWLFKH HŕľśFDFL Âł0LD ÂżJOLD IUHTXHQWD LO &HQWUR PD RUD q LQ una struttura. Abbiamo cercato di mantenere la continuitĂ con il Centro ma ora gli operatori pongono dei problemi. Il fatto che lei un giorno alla settimana possa uscire dalla struttura per venire qui diventa problematico per la gestione della struttura perchĂŠ sembra un privilegio inL’assemblea accetta di discutere la proposta di tema del giusto nei confronti delle altre persone ospitate lĂŹ. “Qui ricercatore riguardante il rischio che attraverso i mec- D GLŕľľHUHQ]D GL TXHOOR FKH VXFFHGH LQ DOWUH VWUXWWXUH QRQ canismi di partecipazione si vengano a produrre utenti di serie A e di serie B. Il rischio cioè che la capacitĂ GL SDUWHFLSDUH JLXVWLÂżFKL XQD IRUPD GL GLVFULPLQD]LRQH L’assemblea riconosce subito l’importanza di questo tema e riporta una dichiarazione che torna spesso nelle conversazioni con operatori di altri segmenti del servizio: “Marco Cavallo prende solo le persone che stanno beneâ€?. Ma su questo gli operatori dicono che c’è molta attenzione nel “creare sempre nuovi equilibri di integrazione tra situazioni piĂš e meno evoluteâ€?: la storia di Carletto è eloquente, come tante altre che vengono riportate: “Non lo voleva nessuno e lui non voleva stare da nessuna parte, era stato dichiarato schizofrenico a 13 ci sono le persone abbandonate sul divano o abbandonaanniâ€?. Attraverso i percorsi assembleari, di formazione e te a se stesseâ€?. “Io adesso ho un contratto per fare lavori di riacquisizione di un ruolo diverso, il Centro è riuscito di manutenzione e mi sento importante. La depressione e la dipendenza dall’alcool non sono guarite, ci ricado, ad esser “accoglienteâ€?. ma ora so cosa posso fareâ€?. “E’ importante immaginare Sulla dinamica di accoglienza incide il meccanismo altre forme per uscire verso la comunitĂ , trasformarsi assembleare: “Le relazioni si costruiscono insieme nel in cooperativa che lavora e crea prodotti per l’esternoâ€?. TXRWLGLDQR DWWUDYHUVR L FRQĂ€LWWL H OH FRQWUDGGL]LRQL´ Nella discussione a proposito dell’assemblea emergono Attraverso tutto il percorso di elaborazione svolto WHUPLQL SDUWLFRODUPHQWH VLJQLÂżFDWLYL FRPH ÂłDPLFL]LD´ dall’assemblea emerge la necessitĂ di tematizzare e “crescitaâ€?, “spazio per la spiritualitĂ â€?, quando si cerca approfondire la questione del ruolo del Centro Marco di isolare e analizzare le dinamiche della pratica quo- Cavallo rispetto all’economia complessiva dei servizi, tidiana che fanno stare meglio. Ma emergono anche le alle dinamiche di salute mentale del territorio e dunque dinamiche che permettono di “cimentarsi in un ruolo DOOH ELRJUDÂżH GHL VLQJROL XWHQWL 3URSULR TXHVWH ELRJUDnuovoâ€?, dove trova spazio la dimensione della respon- ÂżH VRQR LQ TXHVWR FRQWHVWR OR VWUXPHQWR SHU DUULFFKLUH sabilitĂ personale come esito di un processo collettivo: e svolgere l’argomentazione politicamente, attraverso il “Ho imparato la gestione dei miei alti e bassiâ€?, “siamo dispositivo assembleare, che permette di ricostruire il senso delle esperienze individuali all’interno di un pronoi che ci aiutiamoâ€?. cesso collettivo, che riguarda il territorio e i servizi. Un familiare dice: “Il fatto che spesso si sente, che bisogna imparare a sopportare, a convivere con il dolore, Il bisogno che emerge con forza è quello di “uscireâ€? dal SHQVR FKH VLD XQD ULFHWWD VEDJOLDWD ĂŠ GLŕľľXVR LO FRQFHWWR contesto isolato e protetto del Centro. Esso ha costituito che bisogna abituarsi a stare male, anche io l’ho usata e per molti lo strumento di riappropriazione della dignitĂ l’ho consigliata ad altri, ma non è il modo giustoâ€?. Gli Carlo Minervini (in alto a sinistra) e Mariella Brugnano viene fatto eco da una altro partecipante: “Bisognereb(a destra) con Gennaro Dinota (moderatore dell'evento) e be mostrare la possibilitĂ di una bella vitaâ€?. Riprende il Marisa De Palma durante i loro inteventi al workshop familiare: “Ho visto in questo un miglioramento nelle operatrici che lavorano al Marco Cavallo. Il migliora14


PD VL DYYHUWRQR LQ PDQLHUD IRUWH OH EDUULHUH H OH GL൵Hrenze con quello che accade fuori, negli altri segmenti del servizio e nel territorio circostante. Questa fase della ricerca ha permesso infatti di arricchire e di speFL¿FDUH XOWHULRUPHQWH XQ HOHPHQWR JLj GH¿QLWR FRPH critico in fase di valutazione: la capacità di “Andare incontro ai bisogni di diversi gruppi sociali” e “Assicurare che i servizi siano accessibili alle persone che vivono quotidianamente i loro problemi di salute mentale” sono apparse anche attraverso gli altri strumenti di rilevazione due punti su cui è ancora limitato l’intervento del Centro. Parallelamente, va arricchiWD OD ULÀHVVLRQH VXOOD TXHVWLRQH GHOO¶LPSUHVD VRFLDOH come strumento per travalicare i muri del servizio e produrre dinamiche di inclusione e riappropriazione sul restante territorio. Sembra che ancora sia embrionale la capacità di individuare un costrutto capace di mettere in relazione la dinamica assembleare, fulcro della cogestione, con la capacità di incidere sulla governance del servizio nel suo complesso e sui determinanti sociali di salute del territorio in cui il Centro insiste. Il meccanismo della “saturazione organizzativa”, correttamente individuato dall’assemblea, deve essere ulteriormente approfondito per evitare che la SUDVVL GHO &HQWUR ¿QLVFD SHU FRQIHUPDUH OD QDUUD]LRQH GL൵XVD VXSHU¿FLDOH SHU FXL YL VL FXULQR ³VROR TXHOOL che stanno già bene”. Probabilmente il dispositivo assembleare può sviluppare le potenzialità trasformative che ha mostrato nella capacità di accoglienza divenendo il luogo centrale di elaborazione di una progettualità che vada oltre il campo ristretto del Centro allargandosi ai servizi e al territorio. Il tratto distintivo dell’esperienza del Centro rispetto ad altri fenomeni del panorama nazionale riguarda la preminenza del fattore collettivo su quello individuale. Anche quando emerge il tema della responsabilità individuale, esso appare subordinato al processo collettivo di decisione e di confronto quotidiano con il reale. L’aspetto più “colpevolizzante” che spesso accompagna le retoriche sulla partecipazione in contesti di attivazione di utenti e familiari qui viene esplicitamente negato (si veda il discorso sul dolore “inevitabile”). Questo forse rappresenta il germoglio da valorizzare e da non perdere anche in una successiva fase, in cui il “riconoscimento” tanto mancato può accompagnarsi con il rischio dell’istituzionalizzazione. Luca Negrogno

A destra: Maddalena Sterlicchio durante il suo intervento, Maddalena Guida e Paola Povero

Non vogliamo tornare indietro

A

ll’indomani del workshop “Il percorso autentiFR YHUVR OD UHFRYHU\ GHO 0DUFR &DYDOOR GHO VXG -risultati di una ricerca partecipata”, organizzato dal Centro Sperimentale Pubblico “Marco Cavallo” in collaborazione con l’Associazione di promozione sociale 180amici Puglia e la Fhorse Società Cooperativa Sociale, gli animi dei soci tutti e dei tre operatori dell’Unità Operativa di Salute Mentale Mesagne-San Pancrazio che assieme co-gestiscono il centro sperimentale ancora non si sono placati.

Il 16 giugno 2016 presso il Palazzo dell’Assessorato alla Salute a Bari sono stati infatti presentati ad un gruppo ristretto di operatori della Salute Mentale provenienti da tutta la Puglia, (la sala non permetteva di avere un pubblico molto numeroso, c’erano circa 100 posti a sedere) i risultati della ricerca che il CNR di Roma ha svolto sul Marco Cavallo. Erano presenti nelle veci del Governatore della Regione Puglia Paola Povero, Marisa De Palma funzionario della Regione Puglia, Domenico Suma Direttore del DSM di Brindisi, Domenico Semisa Direttore del DSM di Bari, Matteo Giordano Direttore del DSM Foggia, Maria Nacci, Direttore DSM Taranto e i Direttori dell’UOSM di Manfredonia Michele Grossi dell’UOSM di Castellaneta Gianni Vitucci, lo psichiatra del CSM di Lecce Sergio Longo, Mariella Genchi in qualità di referente di Psichiatria Democratica, Gianfranco Carbone per il Centro Diurno Cunegonda di Bari e altri operatori della Salute mentale, persone con esperienza diretta di disagio psichico, familiari e cittadini. 5D൵DHOOD 3RFREHOOR, ricercatrice del CNR di Roma coadiuvata da Luca Negrogno ha riportato i risultati GHOOD ULFHUFD SDUWHFLSDWD DL SUHVHQWL GH¿QHQGR LO &HQtro Sperimentale Pubblico “Marco Cavallo” come centro orientato alla recovery e potenziale luogo GL IRUPD]LRQH SHU QXRYH ¿JXUH GL SHHU VXSSRUWHU La ricerca ha dimostrato due dati fondamentali che contraddistinguono il Marco Cavallo come uno tra i 15


pochi luoghi in Italia ma anche nel mondo che mettono le persone che lo frequentano nelle condizioni di riprendere in mano la propria vita. I due dati fondamentali FKH FRQVHQWRQR GL GHÂżQLUH LO 0DUFR &DYDOOR FRPH FHQWUR RULHQWDWR DOOD UHFRYHU\ VRQR OD GLPLQX]LRQH R OÂśDQnullamento dei ricoveri ospedalieri e la riduzione della terapia farmacologica. Abbiamo potuto dimostrare che frequentare il Marco Cavallo, partecipare alle attivitĂ che vengono svolte all’interno e all’esterno del centro (mi riferisco ai numerosi viaggi studio che permettono ai soci della 180amici Puglia non solo di conoscere altre realtĂ all’avanguardia ma anche di testimoniare l’esperienza del Marco Cavallo di Latiano e, anche, alle numerose volte in cui i soci sono stati invitati presso le FacoltĂ di Psicologia e di Psichiatria di Bari per svolgere dei seminari dedicati agli studenti e a tutte le altre numerose volte che l’associazione ha organizzato manifestazioni di lotta allo stigma e al pregiudizio destinate alla cittadinanza in Italia e all’estero ecc.), essere SEPE e quindi svolgere i principali servizi utili a mantenere un centro diurno vivo permette ai soci dell’Associazione 180amici Puglia e a tutti coloro che hanno la possibilitĂ di frequentare il Centro Marco Cavallo che, ahimè, dobELDPR DQFRUD FRQWLQXDUH D GHÂżQLUH VSHULPHQWDOH DLXWD le persone a riprendere in mano la propria vita. La delusione maggiore è dovuta al fatto che nel corso del workshop nonostante gli interventi dei SEPE, degli operatori, dei familiari e dei ricercatori del CNR, la Regione Puglia, che si era impegnata a mandare a regime il Marco Cavallo e cioè a farlo divenire un centro dell’ASL di Brindisi, ha rimandato la realizzazione della promessa fatta. La sorte del Marco Cavallo sarebbe cambiata invece ci troviamo a dover far fronte ad altri tre mesi di convenzione con i pochi fondi rimasti. Con questo voglio dire che il Centro Marco Cavallo, centro RULHQWDWR DOOD UHFRYHU\ H OXRJR DGLELWR DOOD IRUPD]LRQH di QXRYH ÂżJXUH GL SHHU VXSSRUWHU, non ha le risorse HFRQRPLFKH SHU FRQWLQXDUH D SLHQR OH VXH DWWLYLWj ÂżQR al 30 settembre di quest’anno. Inoltre, quanto abbiamo sempre chiesto a partire dalla seconda convenzione, e cioè aumentare il fondo destinato a questa strana forma di “cura del disagio psichicoâ€? non è ancora possibile e il ÂżQDQ]LDPHQWR ULPDUUj WDOH DQFKH VH DG XQ WUDGL]LRQDOH centro diurno che, a mio avviso, non è altro che una forma di assistenzialismo cronicizzante e parcheggio pasVD WHPSR ULFHYH DQQXDOPHQWH XQ ÂżQDQ]LDPHQWR GL JUDQ lunga maggiore per ospitare un massimo di 20 persone accudite da 9 operatori. Siamo tutti delusi ma la cosa che piĂš ci preme adesso che abbiamo conosciuto un’alternativa ai farmaci ed ai ricoveri ospedalieri è questa. “NOI NON VOGLIAMO TORNARE INDIETROâ€?. 0DGGDOHQD 6WHUOLFFKLR

,QWHUYHQWR GL 7RPPDVR )LRUH

I

n verità sono qui e ringrazio molto Carlo per l’invito, per ascoltare, non ho preparato un intervento. Gli interrogativi che sono stati posti sono moltissimi, ciascuno dei quali meriterebbe un approfondimento.

Le ultime battute che ho ascoltato nel dibattito riguardano il tema della ricerca, come si fa la ricerca. 0DQFKLDPR GL LQGLFDWRUL GL HŕľśFDFLD H DEELDPR SHUVR XQ sacco di tempo a copiare dal servizio nazionale inglese JOL LQGLFDWRUL GL HŕľśFLHQ]D VROWDQWR TXHVWR DVSHWWR PHULterebbe una lunghissima discussione. In una situazione dedicata all’analisi di un’ esperienza, che è una espeULHQ]D D PLR DYYLVR VWUDRUGLQDULD q GLŕľśFLOH q PROWR GHFHQWUDWR DŕľľURQWDUH LO WHPD FRPSOHVVLYR GHOOÂśDVVLVWHQza psichiatrica in Puglia; va fatto in un contesto naturalmente piĂš articolato. E tuttavia in estrema sintesi si può dire che noi abbiamo la necessitĂ di liberare risorse in questa Regione perchè sappiamo benissimo dove sono state utilizzate. In tutta la storia di questi dieci anni c’è stato un tentativo di liberare risorse. Rispetto ad una situazione bloccata dall’esplosione storica dei cosĂŹ detti centri di riabilitazione psichiatrica‌questo è! Tutti i regolamenti, le leggi, le norme, tutto ciò che è stato fatto per dare un VHQVR SROLWLFR ULFRVWUXLUH XQ ÂżOR OD ULVSRVWD SLXÂś VHPplice anche in Puglia, dal momento in cui fu avviata la chiusura dei manicomi, fu quella di rifare tanti manicomietti che hanno drenato risorse in quantitĂ colossale ed hanno consolidato interessi economici corposi che è VWDWR GLŕľśFLOLVVLPR QRQ GLFR VPDQWHOODUH FRVD FKH QRQ è stata fatta, ma intaccare. (Âś LO UDSSRUWR GL IRU]D FKH determina l’applicazione e la disapplicazione delle leggi H SHU PRGLÂżFDUH UDSSRUWL GL IRU]D q QHFHVVDULR PHWWHUH LQ FDPSR XQD IRU]D D VXD YROWD VXŕľśFLHQWH /D mia esperienza di ex assessore è di essere stato incapace GL FUHDUH DOOHDQ]H VXŕľśFLHQWL SHU PRGLÂżFDUH OD VLWXD]LRQH che è stata invece, soltanto, intaccata. L’esperienza di Latiano è stata una esperienza positiva, ormai, anche per le dimensioni raggiunte. A Brindisi, per situazioni diverse da quelle di altre zone della PuTommaso Fiore durante il suo intervento al workshop

16


glia, dieci anni fa non c’era la forza del privato organizzato e il Marco Cavallo ha impedito che emergesse. A Bari, attraverso, addirittura, l’individuazione di persone, si è cominciato a limitare un mercato che aveva come oggetto, come spessissimo succede, questo settore, da noi chiamato di fragilitĂ . Ogni volta che esistono dei bisogni c’è qualcuno che cerca la maniera di metterli D SURÂżWWR Ma al di lĂ di questo, io credo che esperienze come quelle del Marco Cavallo abbiano una loro valenza generale culturale ed è sostanzialmente questo che mi ha interessato del Marco Cavallo, al di lĂ dell’ aspetto del curare le persone che hanno dei problemi. La valenza culturale generale, non è semplicemente il problema VWRULFDPHQWH GHÂżQLWR da Basaglia, che è quello della liberazione, il processo della libertĂ , di cui abbiamo sentito le testimonianze oggi. Non è soltanto questo: q LO IDWWR FKH OD SVLFKLDWULD D GLŕľľHUHQ]D GL DOWUH GLVFLSOLQH mediche si interroga di piĂš. Voi state dentro, non solo voi come psichiatri, ma voi che vivete l’esperienza collettiva, state dentro ad un problema formidabile che è il vero problema del 900, cioè la scomparsa del soggetto. Questo è. E trovare la modalitĂ attraverso cui, come dire, accettando tutto ciò che è accaduto nella cultura occidentale, si riesce comunque a campare, rispetto a paradigmi culturali che sono scomparsi, è un’impresa straordinaria. Nel momento in cui arrivai a Latiano dissi: “Perbacco! Questi ci provano! Con la voglia di trovare stradeâ€?. Devo dire che l’amico Gianfranco Carbone ha fatto un percorso altrettanto impegnativo e altrettanto interessante, qui a Bari, tra l’altro in un quartiere delicato, perchĂŠ, poi diciamo, non è vero che la Puglia sia del tutto povera di esperienze. Quindi c’è una ricchezza che secondo me parte da un punto che prima volgarmente ho GHÂżQLWR HVVHUH TXHOOR GHO Âł&RPH IDFFLDPR D FDPSDUH"´ Il fatto che la psichiatria si interroghi piĂš di altre discipline e che voi del Marco Cavallo lo facciate in modo FRQVDSHYROH q HVWUHPDPHQWH DŕľľDVFLQDQWH *UD]LH

Tommaso Fiore all'inaugurazione del Centro Marco Cavallo avvenuta nel Maggio del 2009

Consolidare QRQ ULGXUUH OD ULFFKH]]D GHOOH SUDWLFKH

L

a giornata di studio realizzata il 16 giugno presso l’Assessorato alla Salute della Regione Puglia ci ha dimostrato in maniera evidente il processo di consolidamento dell’esperienza del Centro Sperimentale “Marco Cavalloâ€? di Latiano che, a vari livelli, si pone come percorso pilota nel campo delle pratiche avanzate GL VDOXWH PHQWDOH GL FRPXQLWj RULHQWDWH DOOD ÂłUHFRYHU\´ /ÂśHVSUHVVLRQH GHOOH VRJJHWWLYLWj OD FHQWUDOLWj GHOOD persona, il protagonismo e l’autonomia non sono solo enunciati di lavoro nel Centro Marco Cavallo, ma tangibili percorsi che stanno trasformando la vita reale delle persone. Le testimonianze degli esperti per esperienza diretta, che si sono susseguite in questa giornata, ci fanno capire quanto per molti di loro si sia trasformata la propria vita. Gli esperti per esperienza, come si nominano con forza le persone che nel Marco Cavallo garantiscono il funzionamento del Centro e ne gestiscono le molteplici attivitĂ , sono il cuore pulsante GL TXHVWD UHDOWj FKH VDUHEEH LPSRUWDQWH GLŕľľRQGHUH I dati emersi dalla ricerca del CNR sul Centro Marco Cavallo, presentata nella giornata del 16 giugno, forniscono i primi elementi obiettivi sugli esiti di questi percorsi come la riduzione dei ricoveri e dell’assunzione di psicofarmaci da parte delle SHUVRQH FKH IUHTXHQWDQR LO &HQWUR La rete di appartamenti autonomi e gli inserimenti ODYRUDWLYL DUULFFKLVFRQR LO SHUFRUVR GL UHFRYHU\ analizzato nella ricerca condotta dal CNR che ha sottolineato il valore di questo processo che parte dalle capacitĂ di ripresa di vita e di potere personale e sociale di ognuno. Anche in questo il Marco Cavallo è antesignano nello sforzo di avviare una valutazione della propria esperienza in termini piĂš rigorosi e VFLHQWLÂżFL XVFHQGR GDL ULVFKL GHOOÂśDXWRUHIHUHQ]LDOLWj Ho avuto l’opportunitĂ di conoscere in maniera diretta le competenze sviluppate dai S.E.P.E. e da altri amici del Marco Cavallo e dell’Associazione 180amici Puglia. L’apporto professionale ed esperienziale nei percorsi di auto mutuo aiuto e di agire collettivo di Davide, Cosimo, Vincenzo, Gennaro, Maddalena, solo per ricordare alcune delle persone con cui gli scambi sono stati piĂš frequenti, è stato fondamentale nella creazione del primo Centro di Salute Mentale in Egitto, intitolato a Franco Basaglia. Questo Centro è nato ad Alessandria d’Egitto all’interno di un importante percorso di cooperazione internazionale iniziato nel 2010 dall’Agenzia Regionale Sanitaria della Puglia 17


insieme alla Regione Lazio per avviare la creazione di Servizi di Salute Mentale di ComunitĂ in contrasto all’istituzione manicomiale. In questo progetto la collaborazione dell’Associazione 180amici Puglia insieme all’Associazione Mediterraneo di Livorno è stata preziosa nella formazione degli operatori egiziani, nella creazione di gruppi di auto-mutuo aiuto e nella realizzazione di esperienze di socializzazione e di percorsi di formazione al lavoro.

e di altre realtà che realizzano forme simili di cogestione che, come è emerso nella giornata del 16 JLXJQR VL VWDQQR D྾HUPDQGR LQ 3XJOLD

Come Psichiatria Democratica Pugliese cogliamo delle remore da parte del Governo regionale nel compiere questo percorso di riconoscimento del Centro Marco Cavallo che, ricordiamolo, ha realizzato per primo in Puglia una co-gestione tra un’associazione di utenti ed il servizio pubblico come prevede l’art. 9, sulla salute mentale, della Legge Regionale n. 26 del 20 Il progetto 05. Âł ) R U P D U V L Ci chiediamo il perchĂŠ di queste remore e perchĂŠ le i n s i e m e â€? , istituzioni regionali non siano pronte a fare quel salto p r o m o s s o GL TXDOLWj che il Centro, con tutte le altre realtĂ che vi e realizzato ruotano intorno, ha ben dimostrato di saper fare! dall’Ares Puglia Crediamo che questo ritardo non giovi a nessuno, n e l l ’ a m b i t o e tanto meno alle istituzioni regionali a cui la dei programmi regolamentazione di queste esperienze non solo regionali di darebbe prestigio ma eviterebbe il rischio di far p r e v e n z i o n e arretrare realtĂ avanzate, riconosciute a livello è stato l’altra nazionale ed internazionale, come è l’esperienza i m p o r t a n t e del Marco Cavallo. Soprattutto, si eviterebbero le e s p e r i e n z a conseguenze di un tornare indietro nella vita di condivisa con molte persone rispetto ai traguardi di benessere e l’Associazione 180amici Puglia. In questo ricco e di autonomia raggiunti. complesso percorso di lotta contro il pregiudizio e Noi ci auguriamo, insieme agli amici del Marco lo stigma, condiviso con altre associazioni di utenti e Cavallo di Latiano, che il Governo regionale sblocchi CSM della Regione Puglia, insieme a studenti e docenti al piĂš presto questa situazione e si faccia garante di di scuole superiori, il contributo dell’Associazione una continuitĂ stabile e riconosciuta in termini non 180amici Puglia è stato indispensabile. Senza di loro VROR VFLHQWLÂżFL PD DQFKH OHJLVODWLYL non si sarebbero mai realizzati sei soggiorni vacanza In una fase storica e sociale in cui sono a rischio le in cui, per la prima volta, in Puglia, studenti, docenti, condizioni di sopravvivenza di persone e di intere operatori ed associazioni della salute mentale hanno popolazioni, non è possibile pensare che laddove si condiviso un’importante esperienza di vita insieme. stiano creando maggiori condizioni di benessere e di miglioramento della qualitĂ della vita, si rischi, per A questo punto ci si chiede cosa manchi ancora dal ritardi o blocchi istituzionali, di far arretrare la vita punto di vista dell’evidenza, DŕľśQFKp OH ,VWLWX]LRQL delle persone. regionali, che pure hanno sempre sostenuto questa E’ da questo Governo regionale, non da altri, che esperienza, consentano al Centro sperimentale Marco ci aspettiamo avvenga quella scelta di qualitĂ che Cavallo di uscire dalla condizione di sperimentazione permetta alla Regione Puglia di continuare a sostenere ed essere riconosciuto e accreditato nella sua pratiche ed esperienze innovative della salute mentale VSHFLÂżFLWj GL &HQWUR FR JHVWLWR La co-gestione che possono costituire un punto importante di tra l’Associazione 180amici Puglia ed il Centro di riferimento anche per altre realtĂ italiane. Salute Mentale di Mesagne-San Pancrazio diretto dal dott. Carlo Minervini che con la dott.ssa Maddalena 0DULHOOD *HQFKL Guida ed altri operatori, hanno promosso con grande 3VLFKLDWULD 'HPRFUDWLFD 3XJOLHVH WHQDFLD OD GLŕľľXVLRQH GL SUDWLFKH GL SDUWHFLSD]LRQH democratica, è ormai un’esperienza consolidata dal 2008. Per realizzare questo passo avanti, le Istituzioni La locandina dell'inaugurazione dell'Alex Work Shop regionali dovrebbero sancire a livello legislativo la Center, Alessandria d'Egitto VSHFLÂżFLWj dell’esperienza del Centro Marco Cavallo 18


5LĂ€HVVLRQL SRVW :RUNVKRS GL *LSL

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iovedĂŹ 16 giugno ho avuto l’onore di assistere al Workshop organizzato dagli amici del “Marco Cavalloâ€?. Un mio familiare, la persona che amo, partecipa da 6 anni alle attivitĂ del Centro e con estrema sintesi tale esperienza è stata decisiva nel miglioramento del suo stato di salute ma anche della mia situazione personaOH H GL TXHOOD GHL QRVWUL ÂżJOL GRSR DQQL GL GLŕľśFROWj di buio, di povertĂ economica e di mancanza di speUDQ]D H GL ÂżGXFLD QHO IXWXUR

FKH LO EHQHVVHUH SVLFRÂżVLFR è conseguente alla partecipazione attiva ad un ecosistema umano, spontaneo, QRQ DUWLÂżFLRVR DG XQD UHWH GL UHOD]LRQL SHUVRQDOL PD anche istituzionali dove ci si sente “protagonistiâ€?, padroni della propria vita nel rispetto degli altri (persone ed istituzioni). Ecco, durante la relazione della Dott.ssa Pocobello, nella sala della Regione Puglia, davanti ai rispettabili Dirigenti dei Dipartimenti di Salute Mentale pugliesi, ho sentito che i miei obbiettivi coincidono con stanGDUG ULFKLHVWL SHU OÂśHŕľľHWWLYD UHDOL]]D]LRQH GL SLDQL WHrapeutici nella cura della Salute mentale. I risultati ottenuti da me e da tanti altri amici del “Marco Cavalloâ€?, venivano in qualche maniera avYDORUDWL GD XQD ULFHUFD HŕľľHWWXDWD VXOOD EDVH GL SURWRcolli convalidati da organismi internazionali di studi SVLFR VRFLDOL H GHÂżQLWLYDPHQWH ULFRQRVFLXWR GDO &15 PDVVLPR RUJDQLVPR GL ULFHUFD VFLHQWLÂżFD LQ ,WDOLD

Il gruppo del Marco Cavallo con Luca Negrogno, Gianni Vitucci, Tommaso Fiore, Marisa De Palma, Mariella Genchi, Michele Grossi e altri partecipanti al workshop

$QFKH D FDXVD GHOOD ORQWDQDQ]D JHRJUDÂżFD OD PLD frequentazione del Centro è stata frammentaria ma fondamentale nella mia crescita umana e civile. Negli anni ho seguito l’attivitĂ di mia moglie, sostenendola quando potevo, e lo sviluppo delle attivitĂ del “Marco Cavalloâ€? che ha portato a tanti risultati concreti e importanti a livello istituzionale: lo sviluppo dell’Associazione 180amici, la partecipazione a Bandi e concorsi, l’organizzazione di eventi e convegni, il rLFRQRVFLPHQWR GHOOD ÂżJXUD SURIHVVLRQDOH GHL SEPE, i loro interventi come relatori in tante occasioni (UniversitĂ !) la creazione della Cooperativa )KRUVH FRQ OH VXH DWWLYLWj GL VWDPSD JUDÂżFD VHUYL]LR pulizie, piccola manutenzione e con il desiderio e la prospettiva di ampliare i servizi da svolgere quali, ad HVHPSLR OD WDPSRJUDÂżD A volte partecipo anche alle assemblee, al cineforum, ai momenti conviviali altrettanto importanti a livello umano in un clima di serena, a volte appassionata, condivisione di umanitĂ diverse. Tutto questo “ciâ€? ha portato (mi riferisco al mio nucleo familiare) ad un periodo di rinascita, di rinnovato interesse civile, di approfondimenti sul tema GHOOD 6DOXWH PHQWDOH HG DQFKH DOOD FRQVDSHYROH]]D

Cioè Il Centro “Marco Cavalloâ€?, dopo valutazioni avvenute nell’arco di 2 anni, è stato accreditato non solo FRPH PRGHOOR HVHPSODUH SHU OÂśHŕľľHWWLYD HŕľśFDFLD GHL risultati in campo terapeutico ma anche per la cura nella gestione economico-amministrativa fondata sull’applicazione sperimentale del “budget di salute personalizzatoâ€?, per la trasparenza, il corretto uso delle risorse e la disponibilitĂ dei dati resa pubblica. Gli interventi dei SEPE del “Marco Cavalloâ€? durante l’incontro, hanno dimostrato i progressi ottenuti da persone che in altre situazioni non vengono ascoltate nel giusto modo e con la dovuta attenzione. Chi soffre dovrebbe ispirare metodi e consigli di cura, non altrimenti. La mia “uscita dal tunnelâ€? del disagio è quindi diventata una delle tante microstorie che nel corso degli ultimi anni erano successe alle tante persone che hanno frequentato il Centro e come tale comparata e VWXGLDWD GD ULFHUFDWRUL DO ÂżQH GL LQGLYLGXDUH FULWHUL H NQRZ KRZ SHU OÂśDSSOLFD]LRQH GL HŕľľHWWLYH EXRQH SUDWLche di Salute mentale. Rimando gli interessati e i professionisti alla lettura della pubblicazione per approfondire eventuali analisi e dati tecnici assolutamente interessanti ed utili. Posso dire che avvicinandomi le prime volte al “Marco Cavalloâ€? sono stato molto colpito da 2 cose: 1. le “porte aperteâ€? fra le varie stanze e di conseguenza fra le varie situazioni. Tale apertura rendeva indistinguibili anche i ruoli delle persone che si incontravano: non si capiva chi era LO PHGLFR OD SHUVRQD FRQ VRŕľľHUHQ]D RSSXUH LO 19


visitatore! 2. l’approccio del fruitore del servizio di cura con i professionisti della Salute mentale che al “Marco Cavalloâ€? sono riusciti a svestire i panni dello SVLFKLDWUD SVLFRORJR per diventare “ingegneriâ€? di relazioni umane, costruttori di reti sociali, facilitatori nello sviluppo di intelligenza collettiva del gruppo. 6LFXUDPHQWH HVLVWRQR HVSHULHQ]H DOWUHWWDQWR VLJQLÂżFDWLYH LQ 3XJOLD HG LQ ,WDOLD H LQYLWR WXWWL D GLŕľľRQGHUOH H D IDUle conoscere in modo che sempre piĂš persone possano ULVROYHUH VLWXD]LRQL GLŕľśFLOL H FKH VL SRVVD FUHDUH XQD FRmunicazione fra realtĂ diverse per condividere “modi di fareâ€? esemplari. Ciò che però contraddistingue il “Marco Cavalloâ€? è stato quello di promuovere un percorso, attivo tutt’ora, prima di autovalutazione e poi di sottoporsi al giudizio autorevole del programma di ricerca della Dott.ssa PoFREHOOR H GHO VXR VWDŕľľ (VLVWRQR DOWUH VWUXWWXUH SXEEOLFKH in grado di farlo, disposte a farlo? Il “Marco Cavalloâ€? si è dimostrato eccellenza a livello nazionale e non è una novitĂ per i SEPE sempre invitati come relatori in importanti convegni nazionali. In Italia tante realtĂ lo considerano esempio ispiratore e modello GL 6DQLWj SXEEOLFD HŕľśFDFH VRSUDWWXWWR SHUFKp D SDUODUH ad illustrare esperienze sono le persone con esperienza diretta di disagio e non i medici . 3HUFLz VRQR ÂżHUR GL SRWHU IUHTXHQWDUH TXHVWD VLWXD]LRne e farò tutto quello che posso perchĂŠ il Centro possa Qui di seguito la riflessione post workshop di Vito Moretcontinuare a svilupparsi. La strada è stata tracciata, ora ti, familiare e attivista nella difesa dei diritti delle persone devono crescere i tanti giovani che lo frequentano e che con esperienza diretta di disagio psichico lĂŹ studiano e lavorano. Spero che la Regione Puglia abbia il coraggio e la lungioi siete un esempio di come le persone, opportunamiranza di sostenere questa iniziativa che può veramenmente supportate, si riprendono la loro vita e divente diventare un volano di energia contagiosa per tutti se tano protagonisti del proprio destino. Questo purtroppo, sostenuto adeguatamente. D PH VHPEUD FKH QRQ YDGD EHQH SHU OH JUDQGL OREE\ FKH Un ringraziamento a tutti i SEPE del Marco Cavallo per gestiscono la residenzialitĂ del disagio. Dall’ultimo inl’instancabile lavoro e al Dott. Minervini che ha avuto il contro è emerso che il vostro progetto costa la metĂ , che DOFXQH SHUVRQH ODYRUDQR D WHPSR LQGHWHUPLQDWR HG LQÂżcoraggio di mettersi da parte ed ascoltare. ne, e non meno importante le persone in comune accorGianpiero Tescari do con i medici/operatori gestiscono la cura farmacologica. Mi sembra il minimo che la regione possa IDUH FLRq FRQWLQXDUH D ÂżA destra: il "dietro le quinte" del workshop: Anna Mevoli nanziare questo progetto.

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mostra le magliette prodotte dal laboratorio di serigrafia, Alessandra Incontro e Serena d'Angela alla segreteria organizzativa, altri interventi e il dibattito finale In basso a destra: Vito Moretti

Un abbraccio Vito Moretti 20


Fare ricerca in salute mentale vuol dire anche far RETE con le altre associazioni e realtà innovative presenti sul nostro territorio, nonchè con le istituzioni quali l'Università e le aziende sanitarie locali. In questa rubrica i reportage delle incursioni fuori dalle mura del Centro Marco Cavallo

'DL OLEUL DOOD UHDOWj FRQ LO &HQWUR 0DUFR &DYDOOR DOOÂś8QLYHUVLWj GL %DUL

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a giornata del 30 maggio ci ha visto protagonisti di una trasferta all’Università di Bari durante l’ultima lezione del primo semestre accademico del prof. Alessandro Taurino. Come ogni anno questa giornata interattiva, voluta fortemente da entrambe le parti, VROLGL¿FD LO UDSSRUWR costruito nel tempo ed alimentato da incontri culturali-esperenziali.

prof. Taurino che ha sottoo- Il "fuori" del Marco Cavallo lineato l’importanza dellaa nostra presenza. Ha sintetizzato l’organizzazione della mattinata di interventi che hanno avuto inizio con la presentazione del dott. Minervini. E’ stata introdotta la storia di )UDQFR %DVDJOLD attraverso un excursus dalla chiusura dei manicomi, le sue esperienze negli ospedali SVLFKLDWULFL L VXFFHVVLYL VYLOXSSL GHOOD /HJJH ÂżQR alla nascita dei primi CSM. In seguito parte della nostra delegazione, riportando le proprie esperienze, ha testimoniato con enfasi il proprio percorso sottolineando l’importanza del protagonismo come aspetto FKH ÂłID OD GLŕľľHUHQzaâ€? rispetto ai tradizionali metodi di fare salute mentale. Ognuno ha raccontato ciò che caratterizza il Marco Cavallo, dalle assemblee che diventano un momento di confronto alla pari alla cogestione tra l’associazione 180amici Puglia e l’ASL di Brindisi. E’stato spiegato come i SEPE, Soci Esperti Per Esperienza svolgono varie mansioni come il trasporto, la mensa, la segreteria, la sala ricerca, la manutenzione e le pulizie.

Ci siamo organizzati portando materiale informativo come numerose copie del periodico ideato dal nostro Centro e stampato trimestralmente dalla cooperativa Fhorse, i libri della collana 180, la telecamera per fare riprese e la fotocamera per avere una documentazione IRWRJUDÂżFD GHL YDUL PRPHQWL GHOOD La narrazione di ciascuno ha catturato l’attenzione di giornata, mantenendo cosĂŹ, sem- tutta l’aula consentendo alle parole di lasciare una tracpre viva, una memoria storica del- FLD VLJQLÂżFDWLYD WUD WXWWL JOL VWXGHQWL ,QIDWWL LO GLEDWWLWWR le nostre trasferte “fuori portaâ€?. ÂżQDOH q VWDWR LQWHUDWWLYR FRLQYROJHQGR VWXGHQWL H WXWWL QRL del Marco Cavallo in uno scambio di interrogativi, opiObiettivo dell’incontro era quelnioni, dubbi, certezze. lo di portare ciascuno la propria esperienza vissuta al Centro “Mar- /D JLRUQDWD q VWDWD PROWR SURÂżFXD H VLJQLÂżFDWLYD LQ quanto è stato possibile trasmettere alla nuova generazione di futuri psicologi, un modello innovativo e al di fuori di ogni schema didattico-universatario, aprendo co Cavalloâ€? testimonianOD PHQWH D QXRYL VSXQWL GL ULĂ€HVVLRQH VXO WHPD GHOOD VDOXdo di fronte agli studenti te mentale e su future modalitĂ di intervento terapeutico. in via di formazione del Alessandra Incontro corso triennale di psicologia. Al nostro arrivo Davide Marti siamo stati accolti da tutDavide Monte ta l’aula con entusiasmo ed interesse. Si avvertiva nell’aria un clima di trepiAl centro: il collettivo del Marco Cavallo nel cortile dazione e curiositĂ . dell'UniversitĂ di Bari Una volta preso posto, siamo stati presentati dal

A sinistra: Alessandra Incontro e Alessandro Taurino, fautore dell'evento

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Conferenza dei Servizi a 7HQXWD 0RUHQR WUD QHFHVVLWj H EXRQH intenzioni

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artedì 17 Maggio 2016, una delegazione dell’associazione 180amici Puglia si è recata a Tenuta Moreno in Mesagne (Br) , dove si è svolto un incontro della Conferenza dei Servizi alla presenza dei massimi dirigenti della ASL brindisina. Il direttore generale dott. Pasqualone il direttore sanitario dott. Greco hanno conferito sugli orientamenti della locale ASL, puntati verso il potenziamento del servizio domiciliare e verso la conversione di alcuni ex presidi ospedalieri in altro tipo di presidi di cura, causa la carenza di risorse che,non ne permette più la messa a norma. Sarà stata tutta causa del federalismo, come ha lasciato intendere il direttore generale?

&XQHJRQGD XQD UHDOWj tutta da scoprire

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unegonda è un centro sperimentale pubblico a gestione diretta che ha sede nel quartiere San Paolo di Bari.

Tutte le attività infatti sono discusse, mensilmente, con un’assemblea di operatori, famigliari, utenti. Si è iniziato a lavorare nel 2012, con fondi del progetto ministeriale del 2001. (¶ VWDWR HGL¿FDWR GRYH F¶HUD XQD YHFFKLD VWUXWWXUD GHO mercato coperto ristrutturata con fondi comunitari. Cunegonda prende il nome da un intercalare della madre del responsabile del centro. Quando si doveva dare un nome ad esso, si è fatto un referendum tra gli ospiti del centro ed è stato chiamato” Cunegonda.” Non tutto viene per nuocere: spostare l’asse verso il raf- 6DQWD &XQHJRQGD q GLYHQWDWD SHU¿QR OD VDQWD GHO ODERUDforzamento dell’assistenza domiciliare, ci fanno notare WRULR GL IDOHJQDPHULD /D ¿QDOLWj GHO FHQWUR &XQHJRQGD i vertici ASL, è importante per il ULVSHWWR GHOOD GLJQLWj è quella di fare in modo di riappropriarsi delle capadella persona, la quale, in determinati casi, invece di FLWj HG q RULHQWDWD DOO¶LQFOXVLRQH ODYRUDWLYD. Ci sono stare in reparto tanto tempo, può ricevere aiuto in casa infatti laboratori di restauro, falegnameria, pelletteria, propria. Tra una proposta e l’altra di riassetto delle strut- informatica, cucina, trucco. ture e presentazione dei servizi esistenti, vi è stata l’opSi da così una portunità per la nostra delegazione presente all’evento, prospettiva agli GL GHQXQFLDUH OH FULWLFLWj FKH D൷LJJRQR L VHUYL]L GL VDOXWH ospiti del cenmentale. Esse riguardano la QHFHVVLWj GL DXPHQWDUH OH tro. ore di apertura dei Centri di Salute Mentale che riLo sviluppo schiano sempre più di impoverirsi a semplici ambulatonaturale delle ri e che non prendono in carico sotto aspetti diversi da attività si sta quelli medicalizzati e farmacologici le persone che ne orientando verusufruiscono. Ci siamo consolati, nel sentire dal dott. so una coopePasqualone che alcuni CSM non verranno chiusi o acrativa sociale corpati. Siamo comunque ancora ben lontani dal Centro di tipo B. di Salute Mentale ideale! Cunegonda ha, tra l’altro, un’associazione di famigliari Augusta Caforio “Amici di Cunegonda”. “Cunegonda” prevede tra l’altro la creazione di un gruppo di “attualità” ideato da una psicologa: si dedica un’ora per leggere gli articoli di un quotidiano, scelto dai partecipanti stessi . Si formano così dei gruppi di discussione sulle problematiche sociali e di condivisione delle proprie esperienze. Ci sono poi colloqui individuali di sostegno psicologico e tanto altro ancora… Beatrice Solito

A sinistra: Cosimo Venerito fra il relatori della conferenza (primo da destra) A destra: scorcio del laboratorio del centro Cunegonda

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&RQIURQWL WUD EXRQH SUDWLFKH visita al centro diurno Cunegonda, Bari, 19 maggio 2016

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D SDUWHQ]D HUD ÂżVVDWD SHU OH GHO PDWWLQR HUDvamo organizzati con due pulmini e una macchina. Siamo giunti a Bari intorno alle 10.00. Ad accoglierci calorosamente uno striscione: “Benvenuto Marco Cavalloâ€? che ci ha commossi e ci ha fatti sentire da subito come a casa.

Entrati nel centro c’era un’aria di festa che ci ha contagiati tutti all’istante, sembrava di essere tra amici di vecchia data che si rivedevano dopo tanto tempo, è stata una bella sensazione. Immediatamente ci hanno colpiti gli spazi enormi: il salone dell’ingresso era stato allestito con un’enorme tavola imbandita di caffè, crostate, ciambelle, torte, succhi di frutta e acqua. Dopo esserci rifocillati, siamo stati guidati in una sala conferenze dove il signor Carbone, infermiere, ci ha illustrato le peculiaritĂ del loro centro. E’ stato un momento molto piacevole di confronto e arricchimento, nel quale ci sono stati numerosi interventi anche da parte dei nostri S.E.P.E., abbiamo distribuito il nostro periodico ed è stata consegnata ad ognuno di noi una cartellina con materiale informativo sul Cunegonda. Il signor Gianfranco Carbone ha raccontato l’origine del nome dato al centro: la sua mamma sin da quando era piccolo usava frequentemente l’intercalare “Santa Cunegonda!â€?; quando poi, anni dopo, si decise di dar vita al primo laboratorio di restauro e si era perplessi circa il fornire agli utenti strumenti pericolosi necessari alle DWWLYLWj DOFXQL RSHUDWRUL HG XWHQWL VL DŕľśGDURQR VHPSUH piĂš spesso a “Santa Cunegondaâ€? che divenne quindi la protettrice del laboratorio. L’intercalare nel frattempo iniziò ad essere usato durante le attivitĂ e i laboratori coinvolgendo pure gli operatori del Servizio. Il centro

Cunegonda è un centro a gestione diretta, cioè è un centro pubblico gestito direttamente dal pubblico, con personale assunto dal pubblico. Gli operatori sono coVWLWXLWL GD ÂżJXUH SURIHVVLRQDOL FRPH 26 SVLFRORJL H XQ infermiere, il signor Carbone per l’appunto, che ci ha espresso il suo rammarico riguardo l’essere l’unico ad avere un contratto a tempo indeterminato: questo infatti rende la situazione del loro centro continuamente instabile perchĂŠ gli altri operatori sono a tempo determinato. Nel centro Cunegonda è presente un’associazione, “Gli amici di Cunegondaâ€?, composta da utenti, familiari e cittadini che svolgono un ruolo di puro volontariato; questo è un punto di diversitĂ con il nostro centro, in quanto il centro Marco Cavallo vede la cogestione del pubblico e dell’associazione “180amici Pugliaâ€?, che essendo un’associazione di promozione sociale, può assumere i suoi soci. Veniamo a conoscenza del fatto che al Cunegonda ci sono all’attivo cinque contratti di lavoro che sono stati fatti da una cooperativa esterna di tipo B, come previsto dal regolamento regionale, a persone con esperienza diretta di disagio psichico, le quali si occupano dei servizi mensa, pulizia e ristrutturazione. Il &XQHJRQGD KD XQ PRGXV RSHUDQGL FKH PHWWH DO SULmo posto la persona, la lotta allo stigma, la prevenzione e un tentativo di inserimento o reinserimento QHO FRQWHVWR VRFLR ODYRUDWLYR GL FKL KD XQD VRŕľľHUHQ]D psicologica.

Ăˆ importante il recupero di tutte quelle capacitĂ individuali, relazionali e sociali volte alla riacquisizione dell’autonomia della persona e alla riappropriazione del diritto alla cittadinanza attiva, in modo che si possa superare il disagio e lo stigma che spesso lo accompagna. Molte sono le attivitĂ che ci sono state presentate e raccontate: musica, teatro, scrittura, pittura, informatica, comunicazione, ceramica, pelletteria, falegnameria, riuso, sport, gite, escursioni, feste aperte al territorio; sono SUHVHQWL DQFKH DWWLYLWj SHUIRUPDWLYH H IRUPDWLYH ÂżQDOL]zate all’inclusione socio lavorativa (tirocini formativi, borse lavoro) oltre che servizio di segreteria, preparazioQH GHOOD GRFXPHQWD]LRQH IRWRJUDÂżFD FDUWDFHD H ÂżOPDWD 23


degli eventi, preparazione e somministrazione del servizio catering. Il signor Carbone ci ha riferito che tutti i ODERUDWRUL VRQR DWWLYL WUDQQH IRWRJUDÂżD H FRPXQLFD]LRQH YLVLYD FKH ULSUHQGHUDQQR GRSR OÂśHVWDWH $OOH ÂżQLWD la discussione, siamo stati gentilmente invitati a pranzo: anche in quell’occasione è stata preparata una lunga tavolata piena di leccornie e sono stati sistemati tutti attorno dei tavolini da occupare per consumare il pasto. Ăˆ stato molto bello che il momento conviviale sia stato condiviso tutti assieme, entrambi i centri in mescolanza, perchĂŠ c’è stato uno scambio di idee, sorrisi e vissuti. Una volta ripartiti, nel primo pomeriggio, abbiamo fatto un giro al centro di Bari per una passeggiata, un gelato e qualche foto. Dopo aver visitato la mostra su “Lello il Viandanteâ€? siamo ripartiti alla volta di Latiano, stanchi ma arricchiti, felici e consapevoli di non esser soli LQ TXHVWR GLŕľśFLOH SHUFRUVR FKH SURPXRYH H SHUVHJXH OH buone pratiche di salute mentale. Serena d’Angela

In alto: il nuovo Marco Cavallo prima di essere scoperto In basso: Giovanna Del Giudice (al centro) durante il suo intervento al convegno di Manfredonia

C’è ancora bisogno del Marco Cavallo? ĂŠ OD GRPDQGD FKH FL SRQLDPR WXWWL

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uando il 25 maggio arrivammo nel cortile del CSM di Manfredonia, l’aria che si respirava era quella di una grande festa di famiglia ma non solo‌ spirava un vento di novitĂ e di nuove conquiste. Per noi del Marco Cavallo di Latiano fu un’occasione per ritrovare gli sguardi e i sorrisi di persone che mesi addietro ci avevano ospitato e avevano collaborato con noi all’importante ricerca che svolgevamo con il CNR di Roma. 0HQWUH FL VDOXWDYDQR FDORURVDPHQWH XQD VWUDQD ÂżJXUD coperta da un drappo osservava tutto in silenzio. L’occasione di ritrovo era quella di un convegno dal seducente, forse provocatorio, titolo “C’è ancora bisogno di Marco Cavallo?â€?. Subito fummo invitati ad entrare nel Centro Alda Merini per l’apertura dei lavori e giĂ dal primo intervento si percepiva la portata degli argomenti che sarebbero stati trattati. Il primo intervento fu quello del Direttore Generale della ASL di Foggia Vito Piazzolla, giunto a sorpresa spinto dalla curiositĂ . Un intervento per me illuminante, un invito alla vita a dispetto della mera sopravvivenza e un elogio a esperienze come quella che si sta svolgendo al Centro Alda Merini, luogo di benessere non solo per i frequentatori del Centro, ma anFKH SHU FKL YL ODYRUD, avendo la possibilitĂ di svolgere il proprio compito con passione. In tale occasione ci fu la presentazione del libro “E tu slegalo subitoâ€? di Giovanna Del Giudice, storica collaboratrice di Basaglia. SarĂ stata la terza o quarta presentazione di questo libro alla quale assistevo, ma ogni volta mi stupisco della capacitĂ di questa scrittrice, di questa paladina dei diritti di chi non ha una voce, di apSRUWDUH VHPSUH QXRYH ULĂ€HVVLRQL Dritta al punto Giovanna risponde subito alla domanda del giorno‌.SI c’è ancora bisogno di Marco Cavallo, GL EDWWDJOLH GL VHQVR SHU L GLULWWL FKH VRQR DQFRUD PHVsi in discussione proprio per le fasce piĂš deboli, c’è ancora bisogno di coniugare etica e competenze professionali. La verità è che ancora oggi, nella maggior parte dei dipartimenti italiani, si contiene, ancora oggi molti psichiatri si pongono la domanda “dove lo metto?â€? piuttosto che “cosa posso fare per lui?â€?. Confesso che mi sale un groppone in gola quando, scacciando una mosca fastidiosa dal suo viso, Giovanna dice “Pensate‌ se fossi legata‌ non potrei neanche fare cosĂŹâ€? e allora la miseria della contenzione si palesa davvero nella mia mente. E comprendo davvero cosa la Dottoressa del Giudice intende quando dice che è necessario contaminarsi con la VRŕľľHUHQ]D FRQ LO SUREOHPD PHQWDOH FKH QRQ q ORQWDQR 24


da noi, come quello della contenzione. Ma nel bel mezzo dell’intervento di Giovanna accadde che uno dei partecipanti al convegno avesse qualcosa da dire e lo fece con una certa veemenza, urlando in viso a Giovanna, a Michele Grossi e agli astanti: “Cos’è la 180?â€? Cos’è la contenzione? Se ancora si nega una sigaretta a una persona con esperienza diretta?â€?.

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er il 7 Maggio a Bologna era prevista un’ assemblea straordinaria dei VRFL SHU DOFXQH PRGLÂżFKH allo Statuto dell’Associazione, un’ assemblea ordiQuesto intervento inatteso lasciò tutti interdetti, ma non naria per eleggere il nuoGiovanna, che fece notare a tutti come certi argomenti vo consiglio direttivo e mettano in subbuglio l’animo di chi vive da protagoniuna riunione del direttivo sta i servizi di salute mentale e le mancanze di questi. per assegnare le cariche dell’Associazione. Davide si è reso subito disponibile per il viaggio a Bologna e per fare le cose con tranquillitĂ abbiamo scelto di arrivare la sera prima per recarci il giorno dopo riposati ai lavori delle assemblee. Come al solito per i viaggi a Bologna riesco a trovare l’aereo per l’andata, ma non per il ritorno e cosĂŹ il ritorno lo facciamo in treno. Annamaria ci ha accompagnati all’aeroporto in orario, ma a causa di un guasto all’aereo la partenza è stata ritardata GL RUH /D 5\DQDLU SHU IRUWXQD FL KD RŕľľHUWR XQ SH]]R GL focaccia e una bottiglietta d’acqua al bar nell’attesa. ArPiĂš tardi notai che la stessa persona, allontanandosi rivati a Bologna il bus per portarci dall’aeroporto in cendalla sala, assisteva da lontano agli interventi dei nostri tro cittĂ non c’era. Roberto, un ragazzo con un pulmino SEPE e, forse non a caso, tornò in sala solo dopo di VL q RŕľľHUWR GL DFFRPSDJQDUFL ULVSDUPLDQGR VXO SUH]]R questi, scusandosi per la sua irruenza. Ciò mi da ragiodel biglietto del bus e visto che erano giĂ le 23.30 ne ne ancora una volta dell’importanza della condivisione DEELDPR DSSURÂżWWDWR ,O SXOPLQR HUD SLHQR GL DOWUL YLDJdelle esperienze dirette di disagio psichico. Anche in giatori e durante il viaggio Roberto ci ha dato il suo biquell’occasione l’apporto di Carlo Minervini e dei noJOLHWWR GD YLVLWD GL PHVWLHUH ID OÂśDXWLVWD H RŕľľUH XQ VHUYLstri SEPE ai temi trattati fu arricchente. D’altra parte ci zio trasporto. Siamo scesi nello stesso punto dove c’è la siamo sempre sentiti profondamente in sintonia con le fermata del bus dell’aeroporto e da lĂŹ al Bed & Breakfast metodiche del Centro Alda Merini. ci sono voluti 5 minuti a piedi. L’albergo aveva il bagno Quando, durante il dibattito, Tonino D’Angelo, diret- in comune fuori dalla stanza, ma ,considerato il prezzo, tore dell’Art Village disse “Siamo tutti il Centro Marco un ottimo posto. Con Davide siamo riusciti a mangiare &DYDOOR GL /DWLDQR´ PL VHQWLL SURIRQGDPHQWH ÂżHUH GL una pizza lĂŹ vicino e poi siamo rientrati subito visto l’ofare parte di una realtĂ cosĂŹ amata e rispettata. D’angelo ra tarda. Al mattino continuò esprimendo il suo sdegno per il fatto che una abbiamo fatto colaUHDOWj FRPH OD QRVWUD VLD GHÂżQLWD VSHULPHQWDOH TXDQGR zione con calma e a piedi ci siamo recati molti CSM sono fuorilegge per molti aspetti. Inoltre egli ritiene che, oggi, chiamare un centro Marco in via Sant’Isaia, sede Cavallo vuol dire DVVXPHUVL OD UHVSRQVDELOLWj GL QRQ dell’UNASAM. possedere i pazienti. Nella prima AssemAl termine dei lavori fummo invitati nuovamente nel blea, quella straordicortile, era il momento che tutti attendevamo...lo sve- naria abbiamo votato ODPHQWR GHOOD VLOHQ]LRVD ÂżJXUD 6RWWR LO GUDSSR VLOHQ]LR- D IDYRUH GHOOH PRGLÂżso si celava un nuovo cavallo azzurro, un nuovo Marco che statutarie. L’AsCavallo, una nuova speranza per la salute mentale di semblea si è svolta e conclusa abbastanza comunitĂ . velocemente. L’AsVeronica Pesari semblea successiva invece, quella ordinaria, è stata quella che ha preso piĂš tempo, perchĂŠ ognuno ha espresso la sua posizione in 25


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merito ai temi della salute mentale prima delle elezioni vere e proprie. Nell’Assemblea ordinaria inoltre c’è VWDWD OD UDWLÂżFD GHOOH DGHVLRQL GHOOH QXRYH DVVRFLD]LRQL Abbiamo ascoltato la presidente che ci ha relazionato sull’attivitĂ svolta nell’anno 2015 e abbiamo approvato il bilancio 2015. La mia posizione è ovviamente quella giĂ espressa piĂš volte nelle riunioni del Centro, sia nel Gruppo Eventi che nell’Agire Collettivo, ma anche in altre occasioni di confronto. No alle legge 2233, sĂŹ ad una nuova legge progetto obiettivo nazionale per la salute mentale. La legge LVWLWXLVFH GHOOH QXRYH ÂżJXUH GL ODYRUDWRUL JOL 8)( che dopo un corso ad hoc andrebbero a svolgere un laYRUR SRFR TXDOLÂżFDWR R GL VHULH Âł%´ ULVSHWWR DG HVHPSLR ad uno psicologo di ruolo. Vanno invece riscoperte le risorse delle persone con disagio psichico o trovarne di nuove, allo scopo di riportare o portare le persone con disagio psichico ad appropriarsi o riappropriarsi di un laYRUR TXDOLÂżFDWR FRVu FRPÂśq SHU WXWWL L ODYRUDWRUL $VFROtate le varie posizioni siamo passati alle elezioni e per la Puglia sono stato rieletto nel consiglio direttivo, mentre le cariche sociali sono rimaste le stesse visto l’ottimo ODYRUR VYROWR ÂżQ TXL FRQ *LVHOOD 7ULQFDV 3UHVLGHQWH Cosimo Venerito

A destra: il logo dell'UNASM Unione Nazionale delle Associazioni per la Salute Mentale

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n data 7 Maggio 2016 si è svolta a Bologna l’assemblea UNASAM. Io e Cosimo Venerito siamo stati presenti. Siamo partiti con l’aereo e anche se con un po’ di ritardo siamo giunti a destinazione. Nel corso della serata ci siamo avviati al Bed&breakfast, e poi siamo andati a cenare. Prima di partire per questo evento abbiamo portato con noi il periodico 180meraviglie come materiale informaWLYR H OD PDFFKLQD IRWRJUDÂżFD /Âś DVVHPEOHD VRVWDQ]LDOmente si è occupata di bilancio consultivo del 2015 e elezioni del nuovo consiglio direttivo. Sottolineo anche che l’assemblea è stato anche un momento di confronto su alcuni temi riguardanti la salute mentale. L’UNASAM svolge un ruolo consultivo verso l’ attivitĂ politica con sostegno alle organizzazioni locali, ma anche verso associazioni presenti sul territorio. Durante l’assemblea si è discusso sui possibili atteggiamenti da adottare quando si parla di salute mentale. Il territorio ha bisogno di proposte e sostegno, di avere un vero confronto con il ministero della salute per comprendere come si sta lavorando per i servizi di salute mentale, sulla loro organizzazione e sulle risorse a disposizione. La strategia politica spesso è quella di rendere silenti le associazioni. Invece ci deve essere un riconoscimento serio di esse e delle persone, nonchĂŠ dei progetti. Si è discusso anche di Stop opg ,del lavoro intenso che è stato fatto e si è accennato anche della L.181 che prevede l'inserimento degli ufe negli S.P.D.C. e nei dipartimenti, tema per cui l’UNASAM si rivela contraria e si dissocia. Al termine del confronto in assemblea su queste tematiche si è proceduto alle votazioni. Cosimo Venerito Presidente della Associazione 180amici Puglia è stato confermato come rappresentante della nostra regione. Alle conclusioni di questa giornata ci siamo avviati a pranzare: questo stare insieme ci ha permesso ancora di discutere, parlare del centro Marco Cavallo attraendo gli altri. Ci siamo poi avviati in stazione e abbiamo preso il treno per ritornare. Concludo con il dire che è stata una bella esperienza e spero che ci sia occasione di ritonarci al piĂš presto. Davide Monte 26


Nuovo Direttivo

Pubblichiamo qui di seguito l'elenco del nuovo consiglio direttivo dell'Associazione 180amici Puglia Venerito Cosimo - PRESIDENTE Solito Antonio - VICE PRESIDENTE Sterlicchio Antonella - TESORIERE Annè Simona - SEGRETARIO Guida Maddalena D'Errico Cosimo Pesari Veronica Sterlicchio Maddalena Chionna Annamaria

Devolvi il 5x1000 all'Associazione "180amici Puglia" codice fiscale: 91056050742 27


LRFDQGLQD GHO :RUNVKRS ,O SHUFRUVR DXWHQWLFR YHUVR OD UHFRYHU\ GHO 0DUFR &DYDOOR GHO VXG $ŕśŒŕśŒŕśˆŕľźŕś‚ŕľşŕś“ŕś‚ŕśˆŕś‡ŕľž amici Puglia ŕľź ŕśˆ &ŕľžŕś‡ŕś?ŕś‹ŕśˆ 6ŕś‰ŕľžŕś‹ŕś‚ŕś†ŕľžŕś‡ŕś?ŕľşŕś…ŕľž 0ŕľşŕś‹ŕľźŕśˆ &ŕľşŕś?ŕľşŕś…ŕś…ŕśˆ 9ŕś‚ŕľş & 6ŕľźŕľşŕś“ŕś“ŕľžŕś‹ŕś‚ ŕľťŕś‚ŕśŒ /ŕľşŕś?ŕś‚ŕľşŕś‡ŕśˆ %5

7ŕľžŕś… )ŕľşŕś‘ ( ŕś†ŕľşŕś‚ŕś… amicipuglia@libero.it Periodico informativo-culturale sulla Salute Mentale. Dir. resp. Maurizio Distante. Aut. Trib. di Brindisi n. 537/15 del 28/04/2015

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