

1990•2025 anni insieme
1990 – 2025 NUMERO SPECIALE 35 ANNI GARDEN GRILL & PET







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L’effetto che li allontana. La fuga comincia qui.













































































sommario numero monografico


44 32


EDITORIALE
6. Trentacinque anni anche grazie a voi.
8. RICORDANDO SERGIO GALIMBERTI
11. L’EVOLUZIONE DEl mercato del garden
12. Dalla crescita esplosiva degli anni ’90 alla maturità dei mercati odierni.
20. Paolo Roagna Presidente AICG: così i garden center costruiscono la loro identità competitiva.
22. il passaggio generazionale
46. Le interviste a: Cargill, Hurtta, Monge, Necon, Purina. 20
24. Quando e a che condizioni diventa un’opportunità.
28. Case History Marina Systems: un cambiamento repentino affrontato con spirito di squadra.
30. l'evoluzione dei fitofarmaci
32. Dieci anni di evoluzione tra sostenibilità, innovazione e nuove prospettive per il settore.
36. Le interviste a: Agricom, Ital-Agro, Zapi.
42. L’EVOLUZIONE
44. Dalla compagnia all’appartenenza: il salto culturale che ha ridefinito il mercato.
DEL PET NEI GARDEN CENTER


Supplemento al n. 42 - 2025
Attualità, distribuzione, economia, mercato È organo ufficiale dell’Unione Professionisti Agri-Garden
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editoriale
Camilla Francesca Galimberti

Trentacinque aNNI Anche grazie a voi
La nostra rivista taglia il traguardo dei trentacinque di attività, confermandosi fra le testate editoriali più anziane nel mondo della stampa specializzata di giardinaggio. Non staremo però qui a delineare la nostra storia ed i nomi di chi si è avvicendato nella redazione e nella realizzazione del giornale. Sarebbe un lungo, noioso ed illeggibile elenco di persone, che in un modo o nell’altro hanno contribuito a trasformare e a far crescere questa rivista che vi è capitata di avere fra le mani. Preferiamo invece partire da voi lettori, perché se tale trasformazione è avvenuta dipende principalmente dal fatto che il nostro approccio con voi si è evoluto ed il rapporto è diventato più diretto grazie all’avvento dell’era digitale. E così si è lanciato sulla rete con un portale che nel corso degli anni ha trasformato la propria veste grafica per essere più accattivante. Ecco perché il nostro cuore non è cambiato. L’attenzione al cliente, l’approccio alle relazioni umane, la disponibilità all’ascolto e al cambiamento sono state sempre le leve che hanno spinto questo magazine ad adeguarsi alle logiche di chi si attende un’informazione corretta, mai ostentata o gridata. Talvolta con qualche sacrificio e con molti errori di percorso, il vero protagonista di questo sviluppo editoriale siete stati voi lettori, e non noi o la nostra rivista. Se siamo arrivati fino ad oggi, questo risultato non dipende dunque da noi, ma dalla nostra capacità di aver ascoltato sempre la vostra voce. È il caso delle rubriche storiche come quella de “La parola al rivenditore”, “La parola agli operatori” e degli Osservatori Regionali, le iniziative più originali e che nel corso degli anni hanno subìto le trasformazioni più significative grazie al rapporto che si è costruito con le aziende, i protagonisti del commercio e che in un modo o nell’altro hanno posto al centro dell’attenzione i loro bisogni e le esigenze. È soprattutto il caso dei rivenditori autorizzati di macchine da giardino, garden center, agrarie, i lettori di riferimento, che si sono evoluti anche grazie a consigli che non sono venuti dall’alto, ma da persone in grado di saper ascoltare i vostri crucci e le criticità che vi hanno assillato nel corso di questo trentacinquennio. Non possiamo nemmeno dimenticare il ruolo delle aziende. Abbiamo sempre cercato di offrire e di presentarvi al meglio, senza fronzoli, e con la dovuta originalità. Proprio per questo, siamo sempre stati e rimarremo i primi a proporre idee editoriali che altri hanno tentato di trasformare a proprio piacimento, seguendo logiche diverse.
E che dire del poster dei garden center? Creatura che è nata e cresciuta grazie alla vostra attenzione e al vostro impegno a comparire in modo degno ed irreprensibile. Siamo cresciuti insieme ed oggi, a trenta cinque anni dalla nostra nascita, abbiamo percorso un fantastico tragitto che ci ha portati a diventare sempre più originali e propositivi di idee ancora giovani e con la stessa voglia di continuare a crescere proseguendo il nostro cammino insieme a voi, e soprattutto grazie a voi.










Ricordando Sergio Galimberti
In un fascicolo dedicato agli ultimi 35 anni della nostra rivista non poteva mancare un tributo a Sergio Galimberti, il vero artefice della storia di Garden Grill & Pet, che ha guidato con passione e visione.
Avendo fatto parte di Ferramenta 2000 fin dalla sua fondazione, ho avuto modo di frequentare dall’inizio i propugnatori di questa attività editoriale. E devo dire che Sergio Galimberti è stato un pioniere, perché è riuscito a realizzare un giornale dalle cui pagine emergono con chiarezza e facilità espositiva le linee di sviluppo del settore. A lui vanno particolari ricordi grazie ai continui incontri e alla facilità, da parte sua, ad entrare in sintonia con tutti i collaboratori, contribuendo così a rendere sempre più grande e più attrattivo questo giornale.
Antonio Rana
Era spesso divertente e aveva uno spiccato senso dell’umorismo di cui probabilmente nemmeno si rendeva conto.
Marisa Luisi
Ho lavorato per Ferramenta 2000 dal 2010 al 2018 come venditore di spazi pubblicitari collaborando con persone di spessore professionale, ma anche di rare qualità umane come Camilla e Sergio Galimberti di cui conservo un ricordo speciale!
Massimo Gioia

Ho conosciuto Sergio Galimberti nel 1997, quando dopo una serie di colloqui sono entrato a far parte dell’organico della Hoga Italia, concessionaria dell’editore di Ferramenta 2000. Era sicuramente una persona con un fiuto per gli affari straordinario, un vulcano di idee e di nuove iniziative. Nel rapporto di lavoro ho avuto sempre la massima fiducia e stima. Mi ripeteva che dovevo fare l’agente e non l’amministrativo, perchè una persona con tanta grinta non l’aveva mai conosciuta. Ricordo inoltre la sua tranquillità nel prendere decisioni e, con piacere, alcune espressioni tipo “guardi me Nicola... guardi me…” che ancora oggi mi fanno sorridere. Un grande appassionato di auto sportive e di orologi di pregio. Incredulità e dispiacere quando ci ha lasciati.
Nicola Taormino
Conobbi Sergio Galimberti verso la fine del 2015, poco dopo aver iniziato a lavorare per la sua casa editrice. La nostra chiacchierata fu molto piacevole, non formale. Era interessato a conoscermi e subito trasparì la passione che aveva per il suo lavoro, le sue riviste. Mi colpì molto anche la profonda conoscenza che aveva di ogni cliente, e di tutto il lavoro che c’è in una redazione.
Laura Longoni
Ho avuto modo e piacere di conoscere il Direttore Sergio Galimberti apprezzando la sua eleganza, gentilezza e sportività. Quando ho iniziato a lavorare per lui viveva un periodo di forte inquietudine interiore, ma nonostante ciò era sempre disponibile ad ascoltare. È stato facile stimarlo quanto difficile dimenticarlo.
Antonio Gianfreda
Ricordare Sergio Galimberti come direttore di Ferramenta 2000 mi è più difficile rispetto al ricordo che ho di lui come direttore di Market Road. Abbiamo lavorato insieme per tanti anni, sempre rispettandoci a vicenda. Lo ricordo come una persona determinata, ma con modi gentili. Difficilmente si arrabbiava. Sempre attento e innovativo, mai sgarbato. Sempre proiettato verso le novità, tecnologiche, commerciali. Si inventava sempre qualche cosa di nuovo, dando prova di grande creatività.
Rossella Bianchi
Fin dal primo incontro, mi ha colpito per il suo notevole spessore professionale. Grazie alla sua conoscenza profonda delle aziende e dei protagonisti del settore della ferramenta, sapeva percepire tutte le implicazioni con una visione unica e illuminante. La sua passione per l’innovazione e l’amore sincero per Ferramenta (che amava quasi quanto la sua Ferrari!) lo spingevano a superare continuamente i limiti, cercando sempre nuove idee per lanciare iniziative speciali coinvolgendo tutto lo staff, dal commerciale alla redazione, guidandolo di volta in volta con determinazione verso l’obiettivo.
Marilena Del Fatti
Scrivo per esprimere la mia sincera gratitudine al Direttore Sergio Galimberti, nonché mio padre, per il suo sostegno incrollabile e a tutto campo durante la mia fase iniziale da dipendente e poi da imprenditrice. La sua gentilezza e competenza hanno avuto un forte impatto sulla mia formazione, spingendomi fuori dalla mia zona di comfort e aiutandomi a diventare un’imprenditrice più sicura e capace. La sua guida mi ha aiutata a modellare i miei obbiettivi professionali e a raggiungerli con eccellenza.
Ricordo la sua capacità intuitiva e geniale nel creare modelli editoriali al passo con i tempi, accompagnati da iniziative speciali che solo lui poteva pensare e portare al successo. Onorata di aver lavorato sotto la sua leadership. Grazie ancora
Camilla
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1990 • 2025
L’EVOLUZIONE DEL MERCATO DEL GARDEN
Dalla crescita esplosiva degli anni ’90 alla maturità dei mercati odierni
Dal boom delle macchine da giardino negli anni ’90 al calo dei rivenditori tradizionali, dall’esplosione del pet food alla rivoluzione dei canali digitali. Le trasformazioni che hanno ridisegnato il settore

1990•2025
QQuali sono i megatrend che in trent’anni hanno trasformato e stanno rimodulando il settore del garden e del pet? A questa domanda tenteremo di rispondere con qualche dato e un’analisi che travalica le informazioni specifiche che i vari istituti di ricerca specializzati offrono per comprendere le dinamiche di medio termine. Il nostro intento, pertanto, vuole andare oltre. Con la pretesa di essere meno scientifici ma un po' più osservatori di come è cambiata la realtà circostante. Per analizzare 35 anni di attività di un comparto ampio qual è quello del giardinaggio e del pet ci si è avvalsi pertanto di numerose fonti a seconda dei principali settori di riferimento. Per quanto riguarda il settore delle macchine da giardino, per dare una dimensione dell’evoluzione delle vendite si è fatto riferimento ai dati Federunacoma, Unacoma e Morgan, la cui verosimiglianza nel corso degli anni si è sempre più perfezionata. Quanto alla rete dei rivenditori di macchine e attrezzature da giardino ci si è avvalsi dei dati fonte CCIAA (Camere di Commercio), che pur non riuscendo a coprire l’intero periodo, offrono uno spaccato significativo delle linee evolutive di questo segmento di prodotto.
MACCHINE E ATTREZZATURE DA GIARDINO
I produttori di macchine e attrezzature da giardino
Negli ultimi 25 anni il numero dei produttori di macchine e attrezzature da giardino si stabilizza intorno a 1,6 mila unità. L’analisi temporale dell’evoluzione del sistema imprenditoriale di questo settore evidenzia una contrazione nei primi anni del nuovo secolo, per poi riprendersi e mostrare una decisa ripresa. Il fenomeno tende a stabilizzarsi nel primo periodo del secondo decennio. Poco più dei due terzi dei produttori è concentrato nelle regioni del nord. Seguono sud e centro. Le cinque regioni in cui è ubicato il maggior numero di operatori sono Emilia Romagna, Veneto, Lombardia, Piemonte e Puglia.

Per quanto riguarda l’attività florovivaistica, la dimensione del valore della produzione viene analizzata in modo approfondito da lungo tempo dall’Istat. A tale proposito si è anche fatto riferimento al 1° Rapporto sul Florovivaismo realizzato dal Centro Studi Divulga. Quanto alla struttura del commercio all’ingrosso e al dettaglio di fiori e piante si è ancora una volta fatto riferimento ai dati forniti dalle Camere di Commercio. Nel caso dell’analisi del comparto del giardinaggio nella GDS e nel settore dell’ingrosso, ci si è avvalsi di dati di fonte propria, già frutto di elaborazioni ad hoc per Ferramenta 2000 Evolution e per Garden Grill & Pet. Per quanto riguarda infine il mondo del pet, le fonti primarie di informazioni provengono da Assalco, che realizza le indagini annuali presentate in occasione di Zoomark, oltre che da varie notizie di stampa. Anche in questo caso, per l’analisi della rete di dettaglianti ci si è avvalsi dei dati delle Camere di Commercio. A seconda della disponibilità di dati, non si è potuto sempre partire dal 1990, anno di fondazione di questa rivista, ma l’analisi di lungo periodo a 25, 30 e in alcuni fortunati casi a 35 anni, come il florovivaismo, offre spunti significativi sul quadro evolutivo lungo il quale GARDEN GRILL & PET si è sempre mossa per cavalcare le onde del business. Giusto per specificare il dato relativo all’ultimo anno disponibile, il 2025, in ogni caso si fa riferimento a dati a preconsuntivo. Nel caso del florovivaismo, invece, l’analisi copre il periodo fino al 2024.
Fonte: elaborazione su dati CCiaa





nota: la rappresentatività del Campione migliora nel 2006 e nel 2011
Fonte: elaborazione su dati FederunaComa – unaComa – morgan
Le vendite di macchine da giardino
Negli ultimi 30 anni le vendite di macchine da giardino mostrano un andamento piuttosto altalenante. La crescita è buona tra la fine del secolo scorso e il primo decennio degli anni 2000, per rallentare nel secondo decennio.
L’emergenza sanitaria da covid 19 e la conseguente cura del verde privato accresce la domanda di macchine nel 2020. Il trend degli anni successivi appare meno brillante. Un quarto delle vendite di macchine riguarda i decespugliatori, le cui quote crescono a svantaggio di quelle di motoseghe e rasaerba. Fra le altre attrezzature che accrescono le proprie quote di vendite nel periodo in esame sono i soffiatori e gli aspiratori.

nota: la rappresentatività del Campione migliora nel 2006 e nel 2011
Fonte: elaborazione su dati FederunaComa – unaComa – morgan
La struttura del commercio di macchine e attrezzature da giardino
Negli ultimi 25 anni la rete del commercio di macchine e attrezzature da giardino evidenzia un tendenziale ridimensionamento dei rivenditori di questa categoria merceologica. Il processo è lento e inesorabile e prende inizio dal primo quinquennio del nuovo millennio. In pratica, fra il 2005 ed il 2025 si perdono circa 1,3 mila unità al ritmo medio annuo dell’1,3%.

Questo fenomeno è generale in tutte le aree geografiche e sembra più accentuato nelle regioni del centro-sud.
Nel 2025 le regioni con il maggior numero di rivenditori sono, nell’ordine, Sicilia, Campania, Lazio, Calabria, Puglia e Toscana. 25 anni prima la graduatoria era la seguente: Sicilia, Campania, Puglia, Lazio, Calabria e Sardegna.
Variazione media annua
Fonte: elaborazione su dati CCiaa
Fonte: elaborazione su dati CCiaa
L’ATTIVITA’ FLOROVIVAISTICA
La produzione florovivaistica
Nel 2024 la produzione florovivaistica italiana viene valutata intorno a 3,3 miliardi di euro, circa il doppio di quanto valeva circa 35 anni prima. La crescita è significativa ma non è costante e progressiva nel corso degli anni. Si possono infatti identificare due periodi in cui si assiste ad una contrazione dell’attività. Il primo riguarda gli anni di passaggio fra il vecchio ed il nuovo millennio (2020). Il secondo 15 anni dopo, visto che nel 2015 si registra un secondo calo. La ripresa è però decisa negli anni successivi, fino al 2024. Lo scenario non è simile nelle attività che compongono il comparto. Mentre la produzione vivaistica aumenta in modo costante e progressivo, seppur a fronte della frenata nel 2015, quella di fiori e piante in vaso mostra le defaillance più significative che segnano negativamente i risultati del settore. L’analisi territoriale evidenzia che mentre l’attività vivaistica è concentrata perlopiù nelle regioni del centro, quella di fiori e piante in vaso è appannaggio delle regioni del nord e del sud.
La struttura del commercio florovivaistico
Negli ultimi 25 anni la consistenza della struttura del commercio all’ingrosso di fiori e piante sembra essere tornata ai numeri iniziali del millennio, se non al di sotto. Se infatti nel 2000 si contavano 2,8 mila operatori, cinque lustri dopo se ne contano 2,7 mila. Questo risultato è frutto di una tendenza iniziale all’aumento nel primo decennio degli anni duemila, per poi discendere nel decennio successivo intorno alle 3 mila unità. E scendere al di sotto di tale soglia nel primo quinquennio degli anni ’20. Questo andamento riguarda nell’ordine, le aree del centro, del nord e quindi del sud, area territoriale – quest’ultima – che concentra il maggior numero di operatori. Le regioni che concentrano il maggior numero di operatori sono, nell’ordine, Campania, Lombardia, Liguria, Sicilia, Lazio, Puglia e Toscana. 25 anni prima le regioni erano, nell’ordine, Campania, Liguria, Lombardia, Toscana, Lazio, Piemonte e Veneto.
LA PRODUZIONE FLOROVIVIAISTICA ITALIANA (Mn

LA STRUTTURA DEL COMMERCIO ALL’INGROSSO DI FIORI E PIANTE (dati in unità)

Fonte: elaborazione su dati CCiaa
Fonte: elaborazione su dati istat, Centro studi divulga
LA STRUTTURA DEL COMMERCIO AL DETTAGLIO DI FIORI E PIANTE (dati in unità)
Fonte: elaborazione su dati CCiaa
Negli ultimi 20 anni la struttura del commercio al dettaglio di fiori e piante diminuisce in modo costante e continuo, scendendo dalla cifra di 19,5 mila operatori a poco più di 15 mila unità. Questo ridimensionamento riguarda indistintamente tutte le aree geografiche ed avviene progressivamente al ritmo medio annuo nei quinquenni in esame al ritmo dell’1,3 – 1,7%. I primi segnali di contrazione avvengono nel primo lustro in esame (2005 –2010), quando si registra un calo medio annuo dello 0,7%. La riduzione diviene più forte nei periodi successivi. Le aree geografiche che concentrano il maggior numero di operatori sono il sud, il nord e quindi l’area del centro Italia. Le regioni in cui è presente il numero più significativo di rivenditori sono, nell’ordine, Lombardia, Campania, Lazio, Sicilia, Puglia e Piemonte. 20 anni prima la graduatoria delle regioni vedeva Lombardia, Campania e Lazio ai primi tre posti. Seguivano, nell’ordine, Piemonte, Sicilia e Toscana.
L’EVOLUZIONE DEI CANALI DISTRIBUTIVI
Il giardinaggio nella gds
Se la GDS è nata alla fine degli anni ’80 e nel corso dei decenni successivi si è sviluppata a ritmi dirompenti, per le catene di giardinaggio questo fenomeno è avvenuto circa due decenni dopo. Sicché, oltre alle grandi superfici di vendita di DIY sorte fra l’inizio dell’ultimo decennio del secolo trascorso, l’inizio delle insegne di articoli da giardinaggio è stato invece più “timido” e non agli stessi ritmi della GDS. Si può così valutare che all’inizio del terzo millennio vi fossero una quarantina di punti vendita di articoli ed at-

trezzature per agricoltura e giardinaggio. Nel corso degli anni, questa cifra tende a crescere in modo significativo, anche se non allo stesso ritmo degli store del DIY In particolare, il numero dei punti vendita del garden raddoppia nel 2005 e triplica (rispetto al dato di inizio periodo) 5 anni dopo. Nel 2015 il dato raddoppia rispetto al periodo precedente, per stabilizzarsi cinque anni dopo intorno a 370 store. Nel 2025, contemporaneamente ad una riqualificazione e rivisitazione dei punti vendita dell’intero comparto della GD, la cifra delle superfici destinate alla vendita di attrezzature da giardino scende a 250 unità. Per quanto riguarda i principali operatori del settore del garden, le insegne più importanti che condizionano il trend del comparto sono Agristore, Garden Team, Giardineria e Tuttogiardino.
ANDAMENTO
DEL NUMERO DI PUNTI VENDITA TOTALI E DEI PUNTI VENDITA DI GIARDINAGGIO DELLA GDS (unità)

Fonte: elaborazione su dati CCiaa
Il giardinaggio nell’ingrosso
Negli ultimi 30 anni il numero di grossisti attivi in Italia tende a ridimensionarsi. Se nel 1995 se ne contavano 140, nel 2025 ve ne sono 112, ovvero una trentina in meno. Dei grossisti attualmente attivi poco più della metà è concentrato nelle regioni del nord, circa un terzo al sud ed il restante 17% nel centro Italia. Il fenomeno del ridimensionamento dipende essenzialmente da tre fenomeni: la concentrazione dei grossisti in realtà di gruppo, la dismissione del commercio di linee di prodotto e la cessazione dell’attività. Il primo fenomeno conduce più operatori a creare economie di scala.
Nel secondo caso si esce dal settore, pur rimanendo una realtà dell’ingrosso di altri materiali. Il terzo caso è rilevabile dalla chiusura di molte grandi realtà territoriali. Fra i grossisti presenti nel settore della ferramenta la quota di chi diversifica l’attività nel giardinaggio tende ad aumentare nel corso degli anni. Se ad inizio periodo la percentuale degli operatori presenti in questo comparto era intorno al 53%, negli ultimi anni tale quota sale a poco meno del 60%.
IL PET
Il mondo del pet
Nel 2025 il mercato del pet si valuta che raggiunga i 3,4 miliardi di euro, più del doppio dei risultati raggiunti venti anni prima. La parte del leone la fa il segmento del pet food per cani e gatti, che raggiunge i 3,2 miliardi di euro, con una crescita media annua nell’ultimo quinquennio del 7,8%.
È più stabile il trend del pet food destinato agli altri animali, pari a circa 14 milioni di euro. In questo comparto l’andamento appare più altalenante, vista la inferiore consistenza di altri animali domestici. Un business degno di attenzione è quello degli accessori, in cui si fa rientrare anche il settore delle lettiere, che negli ultimi anni arriva a concentrare poco più della metà del valore di questo segmento di domanda. Anche in questo caso, come nel pet food per cani e gatti, si rileva un raddoppio del valore del mercato
ANDAMENTO DEL COMPARTO TOTALE DELL’INGROSSO E DEI
GROSSISTI DISTRIBUTORI DI ARTICOLI DA GIARDINAGGIO unità)

rispetto a vent’anni prima. Gli accessori comprendono i prodotti per l’igiene, che oggi costituiscono oltre la metà del valore del mercato. Seguono, nell’ordine, masticativi, giochi e antiparassitari.
A questi dati vanno aggiunte altre cifre spese dai consumatori per la cura del proprio animale domestico, come soprattutto quella per il veterinario. Nel computo dei dati di mercato del pet sono inserite le vendite nella GDS e nelle superfici specializzate. Lo sviluppo del pet shop e dell’e-commerce sta trasformando anche la valutazione di questo settore di mercato.
L’ANDAMENTO DEL MERCATO DEL PET (Mn €)
Fonte: elaborazione e stime su dati assalCo, zoomarK
La struttura del commercio al dettaglio del pet
Negli ultimi vent’anni i canali distributivi del pet sono profondamente cambiati. Se nel 2007 il grocery assorbiva il 70% delle vendite e il restante 30% era appannaggio del canale specializzato, due decenni dopo questo canale ha ridotto il suo peso al 56,3%, lo specializzato è salito al 41,3%, anche grazie allo sviluppo delle catene petshop, ed è comparso il canale IRI On Line, che in pochi anni ha conquistato il 2,4% del fatturato complessivo.
Negli ultimi anni si rileva anche la nascita del nuovo petshop GDO, caratterizzato
Fonte: elaborazione dati di Fonte Ferramenta evolution
da un elevato livello di servizio con personale qualificato, servizi di toelettatura e, a volte, veterinari.
In base ai dati delle Camere di Commercio, il mondo dei dettaglianti specializzati nella vendita di animali e nel commercio di cibi, alimenti ed accessori di vario tipo nel corso di 20 anni aumenta in modo significativo, per rallentare nell’ultimo lustro.
Questo risultato è frutto di una contrazione dei punti vendita del nord ovest e del centro, mentre nelle altre aree territoriali si registra una sostanziale stabilità.
In proposito, è possibile rilevare che il maggior numero di questa rete di dettaglianti è concentrata nelle regioni del nord. Seguono, nell’ordine, il sud e il centro.
In particolare, le principali regioni in cui è ubicato il maggior numero di punti vendita sono Lombardia, Lazio, Campania, Sicilia e Piemonte. Venti anni prima la graduatoria era composta da Lombardia, Lazio, Campania, Piemonte e Sicilia. ■
LA STRUTTURA DEL COMMERCIO DEL PET (dati in unità)


Fonte: elaborazione su dati CCiaa

AICG – Associazione Italiana Garden Center
Paolo Roagna:
Così i garden center
costruiscono la loro identità competitiva
Una trasformazione epocale. Negli ultimi 35 anni che hanno visto la rivista
Garden Grill & Pet leggere e interpretare la vision e il cambiamento culturale dei garden center e dell’attività florovivaistica italiana, è successo praticamente di tutto. Ma quali sono stati i driver di questo cambiamento? E perché è successo tutto ciò? Come si è evoluto dunque il mercato?
A queste e ad altre domande ha risposto Paolo Roagna, il presidente dell’AICG (Associazione Italiana Garden Center). Grazie a questa associazione, il ruolo e il servizio offerto dai garden center italiani sta diventando determinante e sta costruendo una forte identità in un contesto sempre più competitivo. Ecco come e perché.
Garden Grill & Pet compie 35 anni, un periodo che ha visto cambiare profondamente il mondo del verde e della distribuzione. Quali sono stati i passaggi più significativi nell’evoluzione dei garden center italiani?

Paolo Roagna, Presidente
Il presidente AICG spiega come i garden center italiani siano passati dall’essere aziende floricole a punti di riferimento per servizi e cultura del verde. Nella sua visione innovazione, formazione e rete associativa sono i pilastri per affrontare il futuro e costruirsi un’identità capace di distinguersi in un mercato così complesso.
I cambiamenti più significativi sono due. Il primo riguarda la trasformazione dei principali garden center dalla produzione pura e semplice di fiori e piante alla specializzazione dell’attività di vendita e servizio alla clientela. Il secondo riguarda il riposizionamento delle merceologie di prodotto in termini di quantità e qualità. Lo sviluppo del settore è stato anche trainato dalle riviste di settore come la vostra che hanno influito sul cambiamento nell’approccio al mercato. Rispetto a 35 anni fa, quando lo stile di vita era in un certo senso basato sulla sussistenza, oggi si bada molto all’estetica e all’aspetto culturale nella gestione del verde. Si ricerca così anche il benessere della pianta, ritenuta come specie da preservare. È contestualmente cambiato il ruolo del garden center, oggi ritenuto un luogo dove si va alla ricerca del benessere.
Oggi l’AICG rappresenta un punto di riferimento per chi fa impresa nel mondo del garden. Qual è, secondo lei, il contributo più importante che l’associazione ha dato - e continua a dare - al settore?
L’AICG si impegna a fare cultura e a creare una rete fra i garden center soprattutto di piccola e medio-grande dimensione. Inoltre l’associazione consente di mettere in condivisione esperienze differenti su determinati aspetti riguardanti ad esempio
l’approccio al mercato, alla vendita e al servizio. In sintesi, l’AICG intende essere un riferimento associativo importante nel contesto nazionale e non solo.
In questi 35 anni la numerica dei garden center è sicuramente variata. Come si sono evoluti numericamente nel corso di questo periodo?
È difficile dare una valutazione numerica di quanti possano essere in totale le attività florovivaistiche in Italia. Secondo stime effettuate dall’AICG, una cifra verosimile del numero di operatori attuali di questo settore si aggira su 1.600 unità, tutti di una certa rilevanza. Esistono anche aziende medio-piccole che per le loro caratteristiche sfuggono alle statistiche ufficiali. In proposito, si può valutare che nell’arco di 35 anni questo dato è raddoppiato. Su questo fronte, l’AICG punta al riconoscimento dell’attività dei garden center ai fini della loro rilevazione anche statistica, visto che i garden center rientrano in diverse classificazioni, ad esempio aziende agricole all’ingrosso, al dettaglio e così via. Riteniamo che anche questo passaggio sia importante per dare un ruolo più strutturato e chiaro al nostro canale dei centri di giardinaggio.
In questo lasso di tempo come si sono evoluti i garden center e quali sono le principali sfide che attendono il settore
nei prossimi 10 anni?
Quali le opportunità da cogliere?
I fenomeni evolutivi e le sfide che i garden center hanno affrontato e affronteranno nei prossimi anni non possono prescindere da un cambiamento culturale nella gestione dell’attività. Si deve passare dal concetto tradizionale di azienda floricola a uno più attuale che vede il garden center come un cuore pulsante in cui vendita e servizio debbono andare a braccetto, senza prescindere dalla formazione del personale, che deve saper anticipare i bisogni della clientela.
Come sono cambiati i bisogni e i comportamenti dei clienti dei garden center negli ultimi decenni, e come si stanno adattando i punti vendita?
È questo il punto cruciale. Durante questi ultimi 35 anni si è assistito ad una notevole evoluzione dei bisogni e dei comportamenti della clientela, che è diventata sempre più esigente e attenta nella scelta delle piante e degli articoli annessi per la cura del verde e dell’ambiente esterno. Pensiamo, ad esempio, ai vasi, ai barbecue, all’arredo, agli impianti di irrigazione, agli articoli, alle attrezzature e alle macchine per la cura del terreno. In poche parole,
l’acquisto è sempre più consapevole. E quindi il personale del garden center deve essere molto preparato e pronto a rispondere alle esigenze del cliente.
Cosa deve proporre oggi un garden center ai suoi clienti per essere in linea con i tempi?
Come è evidente da quanto detto, la proposta deve essere ricca, variegata e diversificata. L’offerta non si deve limitare alla sola pianta. C’è bisogno di offrire verde completo e tutta una serie di articoli e servizi in grado di coprire a 360° le richieste del mercato. In questo senso, i garden center più attrezzati garantiscono anche servizi nel settore del wedding, dell’allestimento di meeting e altro ancora. E come già detto una formazione del personale ad hoc, che fornisca e differenzi in modo efficace la politica di servizio.
E-commerce, GDS, cambiamento climatico, evoluzione normativa: quali sono le priorità che un garden center non può più permettersi di ignorare?
Tutte quelle che ha citato. Forse l’evoluzione normativa merita qualche parola in più, visto che l’AICG sta puntando da alcuni anni affinché il nostro settore sia normato da una legge specifica e chiara, in modo tale che il ruolo del garden center possa avere un riconoscimento ufficiale. Quanto al cambiamento climatico, posso aggiungere che rappresenta un volano alla trasformazione delle tecniche di piantumazione e vendita delle piante a seconda della stagione e del clima durante l’anno. L’e-commerce è stata la “scoperta” durante il periodo dell’emergenza sanitaria ed ha consentito di avvicinare nuovi segmenti di clientela. Quanto alla GDS, la competizione con questo canale resta accesa su numeri di vendite e sui prezzi offerti da questo canale rispetto al nostro.
Alla luce delle priorità e del cambiamento culturale che i garden center debbono

affrontare, come è cambiato lo scenario dell’offerta di questo canale commerciale negli ultimi 35 anni?
Innanzitutto, le strutture dell’epoca erano differenti soprattutto dal punto di vista strutturale. Tanto per fare qualche esempio pratico, i viali delle aziende floricole non erano pavimentati, le piante non erano efficacemente presentate, le strutture per riparare i prodotti non erano sufficientemente adeguate. E chi non si è adattato al cambiamento, nel corso degli anni ha chiuso l’attività. Il mercato è stato estremamente selettivo.
Negli ultimi anni molti operatori italiani hanno guardato con interesse ai garden center esteri, soprattutto in paesi come Germania, Olanda o Francia. In cosa, secondo lei, i nostri garden si distinguono positivamente rispetto a quelli stranieri, e dove invece potremmo ancora crescere?
Il confronto è stato molto fruttuoso grazie anche ai viaggi studio e al ruolo formativo istituiti e organizzati dall’AICG. La visita a strutture e garden center qualitativamente superiori dei paesi esteri sono state utilissime a fornire input ad una politica di trasformazione e di miglioramento dei garden center nostrani. Questo processo ha anche favorito un incremento del fatturato e del successo di mercato nei territori di riferimento in cui la struttura è attiva. ■
1994 • 2024
IL PASSAGGIO GENERAZIONALE
Tra continuità, performance e innovazione
Per le imprese familiari la sfida è affrontare questo passaggio con un approccio strategico in modo da trasformarlo in occasione di crescita per l’azienda

1990•2025
QUANDO E A CHE CONDIZIONI DIVENTA UN’OPPORTUNITÀ
Il passaggio generazionale rappresenta oggi una delle principali prove di maturità del sistema industriale italiano. Se affrontato con metodo e visione, può trasformarsi da potenziale vulnerabilità a leva di innovazione e continuità competitiva.
Il tessuto produttivo italiano si caratterizza per l’elevata presenza di imprese a conduzione familiare. Secondo il XVI Osservatorio AUB, promosso da Aidaf–Italian Family Business, UniCredit, Cattedra Aidaf-EY di Strategia delle Aziende Familiari (Università Bocconi) e Fondazione Angelini, con il supporto di Borsa Italiana ed Elite (l’ecosistema che supporta la crescita sostenibile delle aziende familiari facilitando l’accesso a capitali, competenze e relazioni), queste realtà rappresentano il 67% del totale delle imprese italiane.
La quota sale al 71% tra le piccole aziende, ossia quelle con fatturato compreso tra 20 e 50 milioni di euro. Nel complesso, le imprese familiari generano oltre 1.200 miliardi di euro di fatturato e danno lavoro a circa 3,47 milioni di persone. Dallo stesso Osservatorio emerge che, sebbene dal 2020 la crescita dei leader ultra-settantenni si sia quasi arrestata, uno su quattro imprenditori ha ancora più di 70 anni, mentre i leader under 50 continuano a diminuire, rappresentando meno di due su dieci. La pandemia ha agito da acceleratore, stimolando una riflessione sulla continuità della leadership e sull’evoluzione dei modelli organizzativi. Molte famiglie imprenditoriali hanno iniziato a pianificare con maggiore attenzione il passaggio generazionale: dopo anni di stabilità, infatti, il tasso medio di successioni è salito dall’1,5% annuo (2013–2019) al 2,1% nel triennio 2020–2022. Nel rapporto “La sfida delle nuove generazioni” dell’Università Bocconi si osserva che il ricambio non è più inteso come un semplice passaggio di testimone padre-figlio, ma come un momento di ridefinizione strategica che coinvolge ruoli, governance e priorità. Le nuove generazioni portano con sé visione, digitalizzazione e sensibilità ESG, ma per affermarsi necessitano di un contesto favorevole alla coesistenza intergenerazionale e alla trasmissione dei valori fondanti. Non sempre ciò avviene: diversi studi indicano che meno del 30% delle imprese sopravvive alla seconda generazione e solo il 13% arriva alla terza. In molti casi il passaggio non è gestito in modo adeguato, soprattutto tra le PMI, dove la governance è spesso meno
formalizzata. L’assenza di un piano di successione strutturato può amplificare resistenze al cambiamento, conflitti generazionali e gap di competenze.
La successione come processo strategico
Come gestire allora questa fase così delicata? Il report Deloitte “Il passaggio generazionale come leva di crescita” (2023) invita a considerare la successione non come un evento “naturale”, ma come un processo articolato in cinque fasi: consapevolezza, progettazione, governance, convivenza e subentro. Le imprese che affrontano la transizione in modo strategico riducono i rischi di discontinuità e rafforzano la coesione interna. Comunicazione tra generazioni e pianificazione di lungo periodo sono elementi centrali, così come il coinvolgimento di attori esterni – advisor, fondazioni, consulenti – in grado di garantire equilibrio e visione. In questa direzione si muove anche Assolombarda, che individua sette condizioni di successo: chiarezza dei ruoli, meritocrazia, governance moderna, presenza di soggetti terzi, valorizzazione delle competenze, condivisione dei valori e disponibilità al cambiamento. L’inserimento graduale dei giovani in ruoli operativi e di responsabilità diventa così parte integrante



di una strategia di continuità e sviluppo. Per le PMI, tuttavia, tali condizioni rappresentano una sfida ancora più ardua, data la forte identificazione tra impresa e famiglia. Le aziende con fatturato superiore ai 20 milioni di euro, invece, mostrano una maggiore propensione a formalizzare il passaggio attraverso strumenti di governance evoluti - come holding, family office o patti parasociali - che consentono di bilanciare tradizione e managerialità.
Lo studio Deloitte “Il passaggio generazionale nelle PMI” (2023) sottolinea l’opportunità di parlare di affiancamento generazionale più che di semplice successione, valorizzando la “convivenza generazionale” tra senior e junior in ruoli complementari. Questo approccio favorisce il trasferimento progressivo di know-how, mantenendo equilibrio tra tradizione e innovazione. Dallo studio emerge anche che nel passaggio generazionale la via più praticata resta quella interna: circa il 70% delle imprese lo affronta mantenendo in famiglia sia la proprietà sia la gestione, con picchi del 77,4% nel Mezzogiorno. Circa il 13% opta invece per un cambio di proprietà, spesso per disaccordi tra eredi, assenza di successori o mancanza di interesse a proseguire l’attività - una casistica più frequente nel Nord-Est (15,1%). Le imprese di maggiori dimensioni mostrano una più alta propensione ad adottare forme di governance evolute (advisory board, comitati strategici, manager non familiari). Nord-Est e Centro superano la media nazionale per quanto riguarda l’ingresso in amministrazione di nuovi manager pur mantenendo la proprietà familiare, rispettivamente nel 13,9% e nel 13,3% dei casi.
Successione e performance: i dati del XVI
Osservatorio AUB
L’ultima edizione dell’Osservatorio AUB, che analizza oltre 6.000 imprese familiari, ha dimostrato empiricamente che un passaggio generazionale ben gestito migliora le
performance economiche e patrimoniali. Attraverso un’analisi econometrica Difference-in-Difference, si osserva che a tre anni dal passaggio generazionale, le imprese registrano in media:
• +1,1% crescita dei ricavi annua
• +3,6% incremento delle immobilizzazioni
• +0,4 punti ROA (Redditività operativa)
• +1,3 punti ROE (Redditività netta)
•+0,6 punti di produttività dei dipendenti (calcolata come incidenza del fatturato sul costo del personale
• –0,3 PFN/EBITDA, segnale di maggiore solidità patrimoniale
Le PMI beneficiano soprattutto in termini di redditività operativa e produttività, mentre le aziende oltre i 20 milioni di fatturato mostrano effetti più marcati sulla crescita dei ricavi e sull’efficienza degli investimenti, grazie alla disponibilità di risorse manageriali e finanziarie.
Alla luce di tali evidenze, è possibile affermare comenella maggior parte dei casi - le aziende familiari italiane hanno tratto significativi vantaggi dai passaggi generazionali. La pianificazione mirata della transizione tra generazioni, la trasmissione del know-how dalla generazione Senior e il graduale e attento coinvolgimento delle nuove generazioni hanno permesso di migliorare le performance competitive delle imprese gestite dai NextGen in termini crescita, redditività, solidità e produttività.
Il profilo dei NextGen: formazione, esperienze e visione
Il nuovo volto delle imprese familiari italiane è rappresentato da una generazione di leader altamente qualificata: 7 su 10 possiedono una laurea, e 1 su 10 ha conseguito un MBA o un PhD. L’Osservatorio AUB XVI mostra una correlazione diretta tra formazione e risultati aziendali: chi ha maturato esperienze lavorative esterne registra +3 punti di ROE e +4,3 punti di crescita dei ricavi, mentre chi ha avuto esperienze internazionali mostra +8 punti di incremento dei ricavi medi e +1,2 punti di ROA. Un ulteriore elemento di rinnovamento è rappresentato dalle NextGen donne, che oggi costituiscono una quota crescente della nuova leadership: l’84% è laureata, e mostra una maggiore propensione a introdurre pratiche di innovazione, digitalizzazione e sostenibilità. Le PMI in cui le donne assumono ruoli di leadership mostrano un approccio più aperto alla collaborazione e alla responsabilità sociale, mentre le imprese più grandi valorizzano la diversity come parte integrante della strategia di governance. Interessante anche il fatto che dall’Osservatorio AUB XVI emerge che prima



dell’ingresso in azienda:
- meno di 2 NextGen su 10 ha svolto una significativa esperienza lavorativa esterna (contro 7 su 10 tra i manager esterni);
- 1 NextGen su 20 ha svolto un’esperienza lavorativa all’estero (contro 1 su 10 tra i manager esterni)
- poco più di 2 NextGen su 20 hanno svolto (almeno) una esperienza lavorativa nella stessa industry dell’azienda di famiglia.
NextGen, digitalizzazione e sostenibilità
Il passaggio generazionale è sempre più associato alla trasformazione digitale e alla sostenibilità come leve competitive. Le nuove generazioni non si limitano a gestire



l’eredità familiare: reinterpretano i modelli produttivi in chiave tecnologica, orientandoli all’efficienza energetica, all’innovazione di prodotto e ai criteri ESG. Secondo l’Osservatorio AUB XVI, le imprese che inseriscono nei CdA figure giovani o diversificate registrano performance superiori in termini di redditività (ROE) e crescita dei ricavi. La diversity, dunque, non è solo un obiettivo etico, ma una variabile economica rilevante. Per le PMI, il passaggio generazionale diventa anche l’occasione per avviare percorsi di digitalizzazione interna (CRM, e-commerce, ERP), mentre le imprese di fascia medio-alta integrano la sostenibilità nella governance, trasformando la successione in leva di reputazione e posizionamento competitivo. ■
• Osservatorio AUB XVI (2024) - Università Bocconi, AIDAF, UniCredit, Borsa Italiana
• Deloitte (2023) - Il passaggio generazionale come leva di crescita
• Assolombarda (2023) - Le sette condizioni per un passaggio generazionale di successo
• Intesa Sanpaolo (2020) - Analisi sull’età dei capi impresa
• AIDAF (2023) - Proposte di policy per la NextGen leadership
• Bocconi (2025) - La sfida delle nuove generazioni
LE FONTI UTILIZZATE PER LA STESURA DI QUESTO TESTO
ACCOMODATEVI NEL FUTURO!







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CASE HISTORY - Ma.ri.na. Systems
UN CAMBIAMENTO
REPENTINO
AFFRONTATO
CON SPIRITO DI SQUADRA
Come è stato gestito il passaggio generazionale nella vostra azienda e, in particolare, cosa è stato fatto concretamente per preparare la nuova generazione ad assumere ruoli di leadership all'interno dell'azienda e per valorizzarne competenze e capacità di visione?
Il passaggio generazionale in Marina Systems è avvenuto molto bruscamente purtroppo a causa della dipartita di mio padre
Pierluigi Rivolta. Io ho sempre lavorato in azienda dal primo giorno, ricoprendo diversi ruoli con il passare degli anni. In questo modo ho imparato molto bene e in dettaglio ogni aspetto della nostra realtà aziendale. Sono partito dall’officina aggiustando motori per poi passare alla produzione assemblando tosaerba e al magazzino. Negli ultimi anni prima della morte di mio padre mi sono occupato di ricerca e sviluppo di nuovi prodotti e anche del commerciale. Non c’è mai stato con mio padre un vero e proprio passaggio di

Christian Rivolta, CEO
Entrato in azienda giovanissimo e cresciuto in ogni reparto, Christian Rivolta ha affrontato un passaggio generazionale improvviso, trasformando l’esperienza diretta in una risorsa decisiva e facendo leva su competenza e responsabilità condivisa
consegne ma la veloce e immediata presa di responsabilità. Credo che solo aver vissuto in azienda per tanti anni mi abbia consentito di poter continuare senza interruzioni e possiamo dire con successo l’attività dell’azienda.
Non avendo potuto prevedere un vero percorso di passaggio generazionale, come ha gestito questa repentina assunzione di responsabilità?
Come spiegato purtroppo è stato un passaggio obbligato: non si poteva fare diversamente. Ho sentito subito la responsabilità di tutte le famiglie dei nostri dipendenti, ci siamo parlati molto chiaramente con tutti e ci siamo rimboccati le maniche. Anche per questo non sono serviti consulenti esterni. Essendo un’azienda familiare ogni dipendente è stato coinvolto, abbiamo fatto dei cambiamenti importanti e ho avuto la fortuna di circondarmi di persone di cui mi fido e che lavorano a stretto contatto con me. Credo sia stata questa la chiave che ci ha permesso di poter superare il momento difficile e di
continuare la nostra attività.
Quali sono state le principali sfide e opportunità che avete incontrato e come le avete affrontate per assicurare una transizione fluida e garantire continuità e successo all’azienda?
Mio padre ha sempre guidato l’azienda da solo, la principale sfida è stata quella di rassicurare tempestivamente il mercato ed i clienti che nonostante il cambio forzato al timone dell’azienda restava il figlio di Pierluigi e che garantivamo la stessa qualità e servizio per cui siamo noti. L’azienda oggi è cambiata molto, così come è cambiato il mercato e le richieste dei clienti nel nostro settore. Abbiamo affrontato e affronteremo ancora molte sfide che costituiscono anche il bello del nostro lavoro. Credo che la nostra passione e la nostra competenza facciano la differenza e spero che i clienti riconoscano in noi questi valori che sono sempre stati le caratteristiche fondanti sin dall’inizio più di 35 anni fa. ■

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L‘EVOLUZIONE DEI FITOFARMACI
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Sono i fattori che guidano un cambiamento strutturale
che rafforza la competitività del settore e ne orienta le prospettive future in chiave europea

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Dieci anni di evoluzione tra sostenibilità, innovazione
e nuove prospettive per il
Il mercato degli agrofarmaci
italiani evolve verso sostenibilità e innovazione: cala l’uso dei principi attivi chimici, crescono le soluzioni biologiche e digitali. Tra riduzione del rischio, biocontrollo e ricerca avanzata, il comparto si conferma motore della transizione ecologica dell’agricoltura nazionale.

Negli ultimi dieci anni il panorama degli agrofarmaci in Italia ha subito una trasformazione profonda e strutturale. Quello che un tempo era un comparto centrato quasi esclusivamente sulla chimica di sintesi oggi è un ecosistema in rapida evoluzione, nel quale innovazione tecnologica, ricerca biologica e digitalizzazione stanno ridefinendo le regole del gioco. L’Osservatorio Agrofarma IV Report 2025, elaborato da Areté su dati Istat ed Eurostat descrive un settore in pieno cambiamento: le vendite complessive di prodotti fitosanitari si sono ridotte del 14% tra i trienni 2011-13 e 2020-22.
Nel 2022 i quantitativi di fitofarmaci venduti sono calati del 12% rispetto al 2021, toccando il minimo storico italiano di 103mila tonnellate di formulati commerciali contro le 116mila dell'anno precedente e le 142mila nel 2011 (nel 1990 erano 190mila).

settore


Il calo arriva al 20% se si considerano i soli principi attivi contenuti nei formulati. Dal confronto tra l’ultimo triennio e il triennio 20112013 emerge che negli ultimi tre anni l’Italia ha ridotto del -19% le vendite di principi attivi. Si tratta di gran lunga della riduzione più consistente tra i Paesi analizzati e rispetto alle media UE-27. Da segnalare che nel 2022 la contrazione delle vendite registrata nel nostro Paese è apparsa in linea con la media UE

-
intervento Evoluzione degli agrofarmaci: scenario attuale e prospettive future di Paolo Tassani Presidente Agrofarma - Bologna, 20 febbraio 2025
Grafico 1 - Dall’ intervento Evoluzione degli agrofarmaci: scenario attuale e prospettive future di Paolo Tassani Presidente Agrofarma - Bologna, 20 febbraio 2025
Grafico 2 - Dall’ intervento Evoluzione degli agrofarmaci: scenario attuale e prospettive future di Paolo Tassani Presidente Agrofarma - Bologna, 20 febbraio 2025
Grafico 3
Dall’

Questo risultato che pone l’Italia al secondo posto in Europa per riduzione del rischio armonizzato con un decremento di 54 punti rispetto alla base 100 del triennio 2011-13, superata solo dalla Spagna e ben oltre la media dell’Unione, che si ferma a -51 punti. Come si vede dai grafici che proponiamo in questo articolo, il processo di riduzione non è stato uniforme. Fungicidi ed erbicidi sono le categorie che hanno subito la contrazione più marcata, rispettivamente del 16% e del 14%, mentre gli insetticidi mostrano un calo più moderato ma costante. Qualche ulteriore dettaglio si trova nell’Osservatorio Agrofarma presentato lo scorso mese di marzo.

Il Grafico 5. Agrofarmaci in Italia, una contrazione delle vendite tratto dall’Osservatorio Agrofarma IV wave–Marzo 2025 mostra l’andamento delle vendite nelle categorie per cui sono disponibili dati dettagliati. Agrofarma segnala infatti un elevato numero di dati sottoposti a segreto statistico (quota che negli anni è andata aumentando e che quindi incide parecchio sul valore finale della produzione) e l’indisponibilità di dati complessivi per il 2023. Il grafico evidenzia una contrazione pari a circa il -13% rispetto al 2022 nel valore della produzione venduta
e un modesto incremento (+7%) rispetto al 2018. Il saldo commerciale italiano nel settore degli agrofarmaci resta negativo anche nel 2024, seppur in modo minimo rispetto ai volumi totali di scambio.

L’Osservatorio Agrofarma offre anche uno spaccato sull’andamento dell’ import e dell’export. Nei primi 11 mesi del 2024 valori di import ed export registrati sono leggermente superiori a quelli dello stesso periodo del 2022 e 2023. Il saldo commerciale nel 2023 risulta negativo per tutte le categorie, ad eccezione degli erbicidi, che registrano un saldo positivo di 6 milioni di euro, in linea con la tendenza alla riduzione delle importazioni nette osservata negli ultimi anni. Da notare, però, che nel 2024 il saldo ritorna negativo. Particolare attenzione merita la categoria dei fungicidi, che dopo un picco nel 2021 (saldo positivo di 60 milioni), ha registrato un calo delle esportazioni negli anni successivi sino a raggiungere nel 2024 un saldo negativo per circa 31 milioni. Infine, gli insetticidi registrano per la prima volta in sei anni un saldo netto positivo per circa 22 milioni.
La diminuzione non è soltanto un effetto della riduzione dei consumi, ma il risultato di un cambiamento di paradigma nell’intero sistema produttivo. Alla base vi è un insieme di spinte convergenti: la progressiva revisione normativa europea, che impone limiti più severi e tempi più lunghi per le autorizzazioni; la crescente sensibilità ambientale dei consumatori; e l’impegno dell’industria a sviluppare prodotti più selettivi e a minor impatto. È la fotografia di un settore che ha saputo rispondere a sfide complesse con pragmatismo e capacità di adattamento, rinnovando il proprio portafoglio tecnologico e produttivo. A completamento dell’analisi, si ritiene corretto evidenziare che dall'Osservatorio Agrofarma emerge che i dati sul consumo dei fitofarmaci risentono anche del fatto che nel nostro Paese sono in costante crescita le superfici ad agricoltura biologica, che nel 2023 risultavano pari a 2,5 milioni di ettari.
Grafico 4 - Dall’ intervento Evoluzione degli agrofarmaci: scenario attuale e prospettive future di Paolo Tassani Presidente Agrofarma - Bologna, 20 febbraio 2025
Grafico 6 - Tratto da Osservatorio Agrofarma - IV wave–Marzo 2025
Grafico 5 - Tratto da Osservatorio Agrofarma - IV wave–Marzo 2025


Grafico 8 - Dall’ intervento Evoluzione degli agrofarmaci: scenario attuale e prospettive future di Paolo Tassani Presidente Agrofarma - Bologna, 20 febbraio 2025
Questa crescita sostiene la domanda di prodotti di origine biologica che infatti appare in crescita. Il Grafico 8 mostra un aumento del 94% dei principi attivi biologici o di derivazione naturale tra il triennio 2020-22 e quello 2011-13. È un segnale inequivocabile della transizione verso un modello di difesa più integrato, in cui i prodotti chimici di sintesi convivono con soluzioni basate su microrganismi, estratti vegetali e sostanze a basso rischio.

Grafico 9 - Dall’ intervento Evoluzione degli agrofarmaci: scenario attuale e prospettive future di Paolo Tassani Presidente Agrofarma - Bologna, 20 febbraio 2025
L’Italia, in questo senso, si colloca tra i Paesi europei più virtuosi: a fronte di una generalizzata riduzione delle vendite delle categorie a rischio maggiore (Gruppi 2-4) - riduzione delle sostanze ad alto rischio è stata più accentuata rispetto alla media UE-27 – si registrano incrementi importanti e superiori alla media UE delle vendite di principi attivi a basso rischio e di sostanze non chimiche.
La spinta all’innovazione emerge con forza anche dal profilo regolatorio. Secondo l’analisi dei dati EU Pesticides Database, metà delle sostanze attive attualmente impiegabili nell’Unione Europea sono state autorizzate o rinnovate negli ultimi dieci anni. Nel contesto nazionale, il 44% delle sostanze oggi disponibili in Italia è stato approvato a partire dal 2015. Ancora più significativo è il dato sui prodotti commerciali: oltre l’83% degli agrofarmaci oggi in commercio nel nostro Paese è stato approvato dopo il 2011. Dei circa 10.000 formulati autorizzati prima del 2000, soltanto 111 restano effettivamente sul mercato, appena l’1%. Suona come una conferma del fatto che l’industria ha avviato un vero ricambio generazionale, sostituendo molecole obsolete con formulazioni più mirate, efficaci e sicure.
Nell’intervento “Evoluzione degli agrofarmaci: scenario attuale e prospettive future”, presentato a Bologna nel febbraio 2025, il Presidente di Agrofarma ha anche sottolineato come le imprese del settore abbiano ampliato il proprio raggio d’azione investendo in prodotti, ma anche in soluzioni integrate. Gli ambiti di ricerca spaziano dalle biotecnologie di nuova generazione - come l’RNA interference e le tecniche di editing genetico - al biocontrollo tramite microrganismi e sostanze naturali, fino all’agricoltura digitale e di precisione. Le aziende italiane del comparto destinano circa 32 milioni di euro l’anno alla ricerca e sviluppo, pari al 3% del fatturato complessivo, una quota doppia rispetto alla media industriale nazionale, che si ferma all’1,5% (Istat). È un dato che testimonia la vitalità di un settore spesso sottovalutato, ma cruciale per la competitività del sistema agroalimentare italiano.
Ma quali sono le prospettive del comparto agrofarma? Il cambio di visione secondo cui l’agrofarmaco da prodotto fine a sé stesso, diventa sempre più parte di un ecosistema che integra ricerca, consulenza, formazione e tecnologia applicativa, porta l’industria a investire nella stewardship digitale, un concetto che unisce formazione degli operatori, monitoraggio delle applicazioni e assistenza in tempo reale. Le piattaforme di supporto decisionale per la difesa fitosanitaria, i sistemi di irrigazione intelligente e i sensori di precisione consentono oggi un uso mirato e responsabile delle risorse, riducendo sprechi e rischi ambientali. È un
Grafico 7 - Tratto da Osservatorio Agrofarma - IV wave–Marzo 2025
cambiamento che coinvolge non solo le grandi aziende ma anche la distribuzione specializzata e il canale garden, sempre più attento a promuovere prodotti con profili di sicurezza elevati e a basso residuo. Sul piano politico e normativo, la fine del 2024 ha segnato un passaggio importante con il Dialogo Strategico sul Futuro dell’Agricoltura dell’Unione Europea, che ha delineato le raccomandazioni per la nuova Commissione. Tra i punti chiave figurano la definizione di un quadro semplificato per l’autorizzazione degli strumenti di biocontrollo, lo sviluppo di una regolamentazione per le tecniche genomiche (TEA - Tecniche di Evoluzione Assistita), il sostegno economico all’agricoltura digitale e la creazione dello European Agrifood Board come luogo di dialogo tra istituzioni e stakeholder. L’obiettivo dichiarato è favorire la transizione ecologica senza penalizzare la produttività e la redditività delle imprese agricole, un equilibrio che resta la sfida principale del prossimo decennio. In questo contesto, l’Italia appare in una posizione di forza. Non solo ha ridotto più di altri Paesi l’uso di principi attivi a rischio, ma ha mostrato una capacità di innovazione costante. L’industria nazionale degli agrofarmaci ha già da tempo abbracciato un approccio orientato alla sostenibilità, puntando su nuove formulazioni, principi attivi più selettivi e modalità di applicazione avanzate. È una strategia che guarda oltre il concetto di “prodotto fitosanitario” per costruire un modello di difesa basato su conoscenza, dati e tecnologia. Il futuro della protezione delle
colture sarà inevitabilmente ibrido. Chimica e biologia non si escludono, ma si completano all’interno di un sistema di difesa integrata dove ogni strumento trova il proprio ruolo. L’agricoltura digitale fungerà da collante, permettendo di raccogliere, analizzare e utilizzare le informazioni in modo sempre più preciso. Le prospettive delineate nel convegno svoltosi a Bologna lo scorso febbraio convergono su un punto: per garantire una strategia di difesa sostenibile ed efficace sarà necessario un approccio sinergico che combini innovazione tecnologica, conoscenza agronomica e politiche di supporto coerenti. L’industria degli agrofarmaci continuerà ad allargare i propri orizzonti, investendo in soluzioni che rispondano alle esigenze degli agricoltori e della filiera alimentare. La richiesta del settore è chiara: regole più rapide, percorsi autorizzativi più trasparenti e un riconoscimento concreto del valore dell’innovazione. Perché la sostenibilità non è soltanto una riduzione di quantità, ma una qualità del cambiamento, un nuovo modo di concepire la protezione delle colture come parte integrante di un sistema agricolo resiliente e competitivo.
Oggi il comparto italiano degli agrofarmaci è di fronte a una sfida cruciale: consolidare i risultati raggiunti e trasformare la riduzione in innovazione, la sostenibilità in opportunità. I prossimi anni diranno se l’Italia saprà mantenere la propria leadership europea in un settore che, più di ogni altro, unisce scienza, ambiente e futuro. ■

AGRICOM
Il futuro del verde passa da tecnologia, rispetto e passione
Carmine Albini, B2B Sales Manager, racconta come l’azienda stia innovando con soluzioni naturali, digitalizzazione e una maggiore attenzione all’ambiente.

Negli ultimi anni i fitofarmaci hanno subito un’evoluzione significativa. Quali sono secondo voi i cambiamenti più rilevanti che hanno inciso sull’offerta in Italia? Quali sono nelle vostre previsioni i trend che guideranno il mercato nel breve e medio periodo?
Negli ultimi anni abbiamo assistito a un cambiamento profondo nel settore dei fitofarmaci. Da un lato, la pressione normativa europea ha portato al ritiro di diverse molecole chimiche tradizionali; dall’altro, si è affermata una crescente consapevolezza da parte degli utilizzatori – professionali e non – verso soluzioni più sicure e sostenibili. Il risultato è un mercato che si sta muovendo con decisione verso prodotti a basso impatto ambientale, basati su principi attivi naturali, compatibili con l’agricoltura biologica
e sempre più “user-friendly”. La richiesta è chiara: soluzioni efficaci, ma che rispettino la salute delle persone, degli animali e dell’ambiente. Nel breve-medio periodo, prevediamo un consolidamento di questo trend, con una forte crescita di biopesticidi, formulazioni naturali e tecnologie intelligenti per la distribuzione e la diagnosi precoce delle patologie delle piante. Ci sarà inoltre una crescente domanda di digitalizzazione e automazione, anche nei canali distributivi.
Quali sono le principali innovazioni su cui la vostra azienda ha investito o sta investendo?
In Albagarden l’innovazione è parte integrante della nostra identità. Negli ultimi anni abbiamo investito molto nella Linea Naturale, con prodotti come ZeRo, che rappresentano una

vera svolta nel settore. ZeRo unisce tre principi attivi naturali – Zeolite, Zolfo e Rame – in un’unica formulazione che protegge, nutre e stimola la pianta. È stato pensato per offrire risultati concreti nel rispetto dell’ambiente, e il mercato ha risposto con entusiasmo. Un’altra innovazione strategica è AlbaGo, il nostro assistente digitale per la cura del verde. Con pochi click, guida l’utente - anche senza competenze specifiche - alla soluzione più adatta al suo problema. Questo progetto è nato per rispondere alla crescente domanda di prodotti personalizzati e supporto immediato, in un’ottica di semplificazione e consapevolezza.
Come state adattando il vostro portafoglio prodotti rispetto alla normativa su sicurezza e sostenibilità? Quali strategie adottate per coniugare efficacia, sicurezza e sostenibilità ambientale?
Abbiamo anticipato i tempi. La sostenibilità non è un vincolo per noi, è una leva competitiva. Tutti i nostri nuovi sviluppi rispondono a criteri precisi di sicurezza per l’utente, efficacia agronomica e basso impatto ambientale. Abbiamo avviato una revisione progressiva di tutta la gamma, riducendo o eliminando le molecole più impattanti e privilegiando formulazioni naturali, biodegradabili e conformi ai disciplinari
dell’agricoltura biologica. Ogni nuova linea viene validata non solo dal punto di vista tecnico, ma anche per il suo profilo ecotossicologico. Sul fronte strategico, investiamo molto nella formazione della rete vendita e dei clienti finali, per diffondere una cultura dell’uso consapevole e responsabile dei fitofarmaci. L’efficacia deve andare di pari passo con la sicurezza e il rispetto della natura.
Come state declinando la sostenibilità nelle vostre linee di prodotto? Come supportate agricoltori e rivenditori nella transizione green?
La sostenibilità per noi è concreta e misurabile. Non è solo una questione di ingredienti, ma un approccio a 360 gradi: dalla scelta delle materie prime alla logistica ottimizzata, dal packaging ecocompatibile alla distribuzione intelligente attraverso la nostra piattaforma di 12.000 mq in Basilicata. Con la Linea Naturale abbiamo creato una gamma interamente pensata per l’agricoltura sostenibile e l’uso hobbistico consapevole. Prodotti a base di Neem, Ortica, Equiseto, oltre a
innovazioni come ZeRo, stanno aiutando migliaia di agricoltori e appassionati a proteggere le piante in modo responsabile. Ai rivenditori offriamo strumenti di formazione, materiali divulgativi, supporto tecnico e digitale, e con AlbaGo rendiamo più semplice anche la vendita assistita online.
Il nostro obiettivo è costruire una filiera verde che parte dalla ricerca e arriva al consumatore finale, senza compromessi.
Come si è evoluta la domanda di fitofarmaci nei diversi canali di vendita? Che tipo di supporto vi viene chiesto?
La domanda è diventata più segmentata e più esigente. Il canale professionale continua a chiedere prodotti efficaci e affidabili, ma con un’attenzione crescente alla sostenibilità e alle soluzioni residue zero. I garden center e la GDO puntano su prodotti “pronti all’uso”, sicuri, con confezioni chiare e appeal comunicativo.
L’e-commerce, invece, è cresciuto in modo esponenziale. Noi, con oltre 500.000 ordini online evasi, abbiamo intercettato per tempo questo cambiamento. I clienti ci chiedono supporto decisionale,
semplificazione, accesso rapido all’informazione, ed è proprio quello che cerchiamo di offrire.
Come sta evolvendo l’approccio dell’utilizzatore professionale ai fitofarmaci?
L’utilizzatore professionale oggi è più informato, più esigente e molto più consapevole. Vuole tracciabilità, sicurezza per gli operatori, residui minimi o nulli, e soprattutto chiede risultati in linea con le normative e con le richieste della GDO. Riscontriamo un’evoluzione positiva anche in termini di competenza tecnica: il professionista cerca soluzioni integrate, combinazioni di prodotti, approcci agronomici innovativi. Per questo, il nostro supporto tecnico si è strutturato con consulenze agronomiche personalizzate e un dialogo continuo.
E invece, come sta evolvendo l’approccio dell’utilizzatore non professionale?
L’utente hobbista è cambiato radicalmente. Non si limita più a cercare “il prodotto che funziona”: oggi vuole sapere cosa c’è dentro, come si usa, e soprattutto se è sicuro per bambini, animali domestici e ambiente. Questo ha guidato molte delle nostre scelte, dalla creazione della Linea Naturale fino alla progettazione di packaging chiari e istruzioni semplici. AlbaGo, in particolare, è stato pensato per questo pubblico: chi non ha competenze specifiche, ma vuole fare le cose bene, con consapevolezza e responsabilità. Albagarden è un marchio che nasce da una lunga tradizione familiare, ma guarda al futuro con occhi nuovi. Innovazione, sostenibilità e ascolto del cliente sono i nostri pilastri. ■

ITAL-AGRO
Avanza una nuova cultura del verde
Simone Boroni, Marketing Manager, spiega come l’azienda stia guidando il cambiamento con soluzioni naturali, formazione ai rivenditori e un nuovo approccio alla difesa del verde basato su prevenzione e responsabilità ambientale
Negli ultimi anni i fitofarmaci hanno subito un’evoluzione significativa, sia in termini di formulazioni sia di ruolo sul mercato. Quali sono, secondo voi, i cambiamenti più rilevanti che hanno inciso sull’offerta in Italia? Quali sono nelle vostre previsioni i trend che guideranno il mercato dei fitofarmaci in Italia nel breve e medio periodo?
La riforma sull'uso non professionale (D.M. 33/2018) ha ridefinito l'offerta, ridimensionando i fitosanitari di sintesi e favorendo prodotti con un maggior rispetto per la salute e l'ambiente. Pur mantenendo un'ottima efficacia per l'uso hobbistico, la gamma attuale non copre ogni avversità, stimolando la ricerca di nuove soluzioni. I trend che guideranno il mercato nel breve-medio periodo sono la sostenibilità e la crescente domanda di prodotti naturali o di derivazione naturale, con un consumatore che predilige soluzioni a basso impatto per una gestione del verde sempre più consapevo-

le e integrata. Questa evoluzione rappresenta una grande opportunità per le aziende capaci di innovare in questa direzione.
Quali sono le principali innovazioni su cui la vostra azienda ha investito o sta investendo e che ritenete contribuiranno a rafforzare il vostro posizionamento in questo mercato?
La nostra strategia di innovazione si fonda su tre pilastri. Il primo è stato e rimane il potenziamento della gamma di corroboranti e sostanze di base, per promuovere un approccio preventivo che rafforzi le difese naturali delle piante. Il secondo è il consolidamento dell'offerta di fitosanitari PFnPO a basso rischio, garantendo la più ampia gamma di soluzioni efficaci e sicure per il settore ornamentale e la ricerca di nuovi PFnPE che possano essere il complemento di ciò che manca. Il terzo pilastro è l'introduzione strategica di fisioattivatori e biostimolanti, per miglio-

rare il benessere generale della pianta, rendendola più vigorosa e quindi meno suscettibile agli attacchi di patogeni e agli stress abiotici, spostando il focus dalla cura alla prevenzione.
Il contesto normativo europeo e nazionale pone vincoli sempre più stringenti, soprattutto per quanto riguarda sicurezza e sostenibilità. Come state adattando il vostro portafoglio prodotti e quali strategie adottate per coniugare efficacia. sicurezza e sostenibilità ambientale?
Coniughiamo efficacia, sicurezza e sostenibilità agendo sull'intero ciclo di vita del prodotto. Le normative non sono un vincolo, ma una guida per l'innovazione e lo sviluppo futuro. Il nostro portafoglio è in continua revisione secondo il principio di sostituzione, privilegiando, ove possibile, formulati a basso impatto e soluzioni di origine naturale. La sicurezza è centrale anche nel packaging: stiamo introducendo formati monodose e con dosatore per evitare sprechi ed errori, privilegiando materiali riciclati. Infine, investiamo sulla formazione del canale distributivo, trasformando il rivenditore in un consulente qualificato capace di guidare il consumatore verso una scelta consapevole della soluzione ideale al suo problema.
In particolare, come state declinando la sostenibilità nelle vostre linee di prodotto e

cosa fate per supportare agricoltori e rivenditori nella transizione verso pratiche più rispettose dell’ambiente?
La sostenibilità si declina nel nostro portafoglio attraverso la promozione di un approccio preventivo, basato su corroboranti, sostanze di base e biostimolanti, che riducono la dipendenza da interventi curativi.
Anche nei fitosanitari di sintesi, la scelta ricade su molecole a basso impatto, mentre il packaging è studiato per ridurre sprechi e impronta ecologica.
Non raggiungiamo direttamente gli agricoltori, ma supportiamo la transizione ecologica potenziando le competenze della nostra rete di rivenditori. Tramite una formazione tecnica mirata, li rendiamo capaci di consigliare strategie di difesa integrata, assicurando che le nostre soluzioni siano impiegate correttamente.
Come si è evoluta negli ultimi anni la domanda di fitofarmaci nei diversi canali di vendita nei quali siete presenti con i vostri prodotti?
Che tipo di supporto vi viene chiesto su questa specifica categoria di prodotto?
La domanda si è evoluta in modo specifico per ogni canale. Per l'e-commerce, che cerca semplicità e riscontro social, forniamo un supporto digitale completo con materiali chiari e tecnici. La GDS si concentra sui PFnPO con packaging autoesplicativo e di impatto sul consumatore, ma sta iniziando a inserire corroboranti e sostanze di base per rispondere alle nuove esigenze legate all’orto e al frutteto. Infine, garden center e rivendite agrarie, il canale specializzato, richiedono un'offerta ampia e performante per l'hobbista evoluto. Qui il nostro supporto è soprattutto consulenziale, con una formazione tecnica continua per garantire un consiglio esperto e qualificato al cliente finale.
Come sta evolvendo l’approccio dell’utilizzatore pro-
fessionale ai fitofarmaci? Riscontrate una crescente attenzione e anche competenza nella scelta?
L'utilizzatore professionale è sempre più competente e ricerca soluzioni efficaci, sia di sintesi che naturali, da inserire in strategie di difesa integrata. Il nostro posizionamento in questo mercato è specialistico: offriamo un portafoglio mirato di prodotti in piccole taglie, ideali per le esigenze di piccoli agricoltori e della para-agricoltura. Pur essendo un'offerta complementare, garantiamo altissima qualità e performance, mettendo a disposizione soluzioni di derivazione professionale garantite dal nostro gruppo.
E invece, come sta evolvendo l’approccio dell’utilizzatore non professionale ai fitofarmaci?
L'approccio dell'utilizzatore non professionale sta vivendo una trasformazione radicale, passando da una logica reattiva e puramente curativa a una proattiva e di gestione integrata del verde. La maggiore sensibilità ambientale, unita al nuovo contesto normativo, ha generato un hobbista più informato e consapevole. Oggi ricerca ancora la soluzione generica e onnipotente, ma esprime una netta preferenza per prodotti a basso impatto e di origine naturale. Si sta affermando un nuovo paradigma: non più solo curare la malattia, ma rafforzare la pianta per prevenirla. Questo consumatore evoluto è anche più esigente: cerca un supporto qualificato nel punto vendita e informazioni chiare, diventando un ambasciatore attivo nella promozione di un giardinaggio realmente sostenibile. ■

Il mercato è in piena evoluzione
Secondo Enrico Cesarin, Marketing Manager Consumer
Buic di Zapi, la riduzione dei principi attivi tradizionali impone nuove strategie basate su formulazioni biologiche, corroboranti e strumenti digitali a supporto di rivenditori e consumatori evoluti
Negli ultimi anni i fitofarmaci hanno subito un’evoluzione significativa, sia in termini di formulazioni sia di ruolo sul mercato. Quali sono, secondo voi, i cambiamenti più rilevanti che hanno inciso sull’offerta in Italia? Quali sono nelle vostre previsioni i trend che guideranno il mercato dei fitofarmaci in Italia nel breve e medio periodo?
Negli ultimi anni il settore dei fitofarmaci ha registrato un’evoluzione significativa, sia dal punto di vista delle formulazioni sia del ruolo sul mercato. Tra i cambiamenti più rilevanti vi è la poca disponibilità di fitosanitari

PFnPE “sopravvissuti” al taglio normativo prodotti, soprattutto insetticidi concentrati a causa del cut off api. Non si trovano più nel mercato i piretroidi concentrati sostituiti da formulazioni a base biologica (oli, saponi, ecc.). Molti insetti non sono più compresi nelle etichette e quindi esiste un problema di copertura. Mentre il problema non si pone per il pronto uso, i diserbanti totali a base di glifosate e i rameici. È da capire in questa situazione qual è il comportamento del consumatore con orto e come “vive” questi cambiamenti. Per dare più scelta al consumatore sono anche stati inseriti prodotti per la cura naturali come corroboranti e sostanze

di base e stanno incrementando anche i prodotti biostimolanti. I trend continueranno a vedere i fitofarmaci utilizzati con una crescita anche nel comporto dei prodotti alternativi non fito.
Quali sono le principali innovazioni su cui la vostra azienda ha investito o sta investendo e che ritenete contribuiranno a rafforzare il vostro posizionamento in questo mercato?
Alla luce di queste evoluzioni, la nostra azienda ha investito principalmente in due aree: ricerca di formulazioni a basso impatto ambientale e introduzione di soluzioni digitali per supportare il rivenditore nella scelta e applicazione dei prodotti. Abbiamo ampliato la gamma di prodotti quali corroboranti e


sostanze di base, con l’obiettivo di offrire strumenti efficaci ma sostenibili, riducendo al contempo i rischi per l’ambiente e la salute del consumatore. Questi investimenti contribuiscono a rafforzare il nostro posizionamento come partner affidabile e innovativo per il consumatore hobbista e i nostri rivenditori
Il contesto normativo europeo e nazionale pone vincoli sempre più stringenti, soprattutto per quanto riguarda sicurezza e sostenibilità. Come state adattando il vostro portafoglio prodotti e quali strategie adottate per coniugare efficacia. sicurezza e sostenibilità ambientale?
La linea è già stata tracciata, i fitosanitari rimasti saranno oggetto di revisione tra qualche anno e nel frattempo integriamo con altri prodotti che siano efficaci, sicuri per il nostro consumatore
finale e sostenibili per l’ambiente. Tutti i nuovi prodotti vengono valutati attraverso questi criteri.
In particolare, come state declinando la sostenibilità nelle vostre linee di prodotto e cosa fate per supportare agricoltori e rivenditori nella transizione verso pratiche più rispettose dell’ambiente?
La sostenibilità viene declinata attraverso linee specifiche di prodotti ammessi in agricoltura biologica , corroboranti e sostanze di base e formulazioni a basso impatto chimico. Parallelamente, offriamo formazione tecnica e strumenti operativi per supportare i rivenditori nella transizione verso pratiche più rispettose dell’ambiente con dei webinar mirati , tenuti dal nostro influencer agronomo Stefano Pagano che l’ azienda mette a disposizione . Questa attività include corsi di aggiornamento, consulenza
agronomica personalizzata e strumenti digitali per la gestione ottimizzata delle colture specialmente orticole , con l’obiettivo di coniugare produttività, qualità e responsabilità ambientale.
Come si è evoluta negli ultimi anni la domanda di fitofarmaci nei diversi canali di vendita nei quali siete presenti con i vostri prodotti? Che tipo di supporto vi viene chiesto su questa specifica categoria di prodotto?
Negli ultimi anni, la domanda di fitofarmaci è cresciuta in tutti i canali, con caratteristiche diverse: i rivenditori di agraria di norma hanno il patentino per i fitosanitari e richiedono soluzioni efficaci e supporto tecnico, mentre nei garden center e nella GDS cresce la domanda di prodotti facili ma comunque sicuri. L’e-commerce sta emergendo come canale complementare, soprattutto per prodotti specialistici o innovativi. In tutti i contesti, il supporto richiesto riguarda sia la formazione tecnica sia strumenti digitali che facilitino la scelta e l’uso corretto dei fitofarmaci.
Come sta evolvendo l’approccio dell’utilizzatore professionale ai fitofarmaci? Riscontrate una crescente attenzione e anche competenza nella scelta?
L’utilizzatore professionale mostra crescente attenzione e competenza nella scelta dei fitofarmaci. Oggi predilige prodotti efficaci, sicuri e sostenibili, supportati da dati tecnici e soluzioni integrate.
La formazione continua e l’accesso a strumenti digitali hanno reso più consapevole la gestione delle colture, con una maggiore integrazione tra difesa fitosanitaria e pratiche agronomiche innovative.
E invece, come sta evolvendo l’approccio dell’utilizzatore non professionale ai fitofarmaci?
Per l’utilizzatore non professionale, la sensibilità verso sicurezza e sostenibilità è in aumento.
Si osserva una preferenza per prodotti biologici o con ridotto impatto chimico, facili da applicare e con istruzioni chiare.
La richiesta di supporto riguarda principalmente consigli pratici, informazioni sui rischi e modalità di uso corretto, spesso veicolati tramite punti vendita, web o servizi di customer care. ■

Clip Fascetta brevettata ISI Plast
Innovazione, praticità e sostenibilità: tre parole chiave che guidano da sempre ISI Plast e che oggi trovano una nuova espressione in un brevetto destinato a rivoluzionare il packaging. La Clip Fascetta, sviluppata e brevettata dall’azienda di Correggio ISI Plast, è la soluzione che permette di sigillare i contenitori in modo sicuro, veloce e professionale, superando i limiti del tradizionale nastro adesivo. Chi lavora nel settore lo sa bene: chiudere un imballo non è sempre un’operazione rapida. Il nastro adesivo si piega, si spezza, lascia residui, compromette l’immagine del prodotto e spesso obbliga all’uso di materiali di riempimento come cartone o polistirolo. Un processo che rallenta i tempi, aumenta i costi e riduce la qualità percepita dal cliente.
La Clip Fascetta nasce per risolvere questi problemi in modo semplice ed efficace. Questo sistema innovativo consente di bloccare il coperchio durante il trasporto, trasformandosi in un vero e proprio sigillo di garanzia. L’applicazione è immediata: non richiede attrezzature o procedure particolari e al momento della rimozione non lascia tracce né residui. È facile da applicare, non lascia residui al momento della rimozione e restituisce al contenitore un aspetto ordinato e curato, valorizzandone il contenuto
La Clip Fascetta è realizzata in un unico pezzo di polipropilene e si applica con un gesto intuitivo, come una normale fascetta. È compatibile con tutti i contenitori dotati di fascione a partire dai 2 litri, rendendola una soluzione versatile per diversi settori: alimentare, industriale e medicale. Per i contenitori circolari ne servono tre, per garantire di una chiusura sicura e resistente.
Rispetto al nastro adesivo, il confronto è immediato:

• Nastro adesivo: applicazione complicata, residui, scarsa estetica.
• Clip Fascetta: applicazione rapida, nessun residuo, ottima presentazione.
Oltre a migliorare l’efficienza e l’immagine del prodotto, questa innovazione porta benefici anche sul fronte della sostenibilità. L’eliminazione di nastri, cartoni di rinforzo e materiali da imballo superflui consente infatti di ridurre sprechi e impatto ambientale, contribuendo a processi di confezionamento più snelli ed ecologici.

“Ogni secondo conta, soprattutto quando si parla di logistica e packaging – spiegano dall’azienda – con la Clip Fascetta vogliamo offrire ai nostri clienti uno strumento che semplifica il lavoro quotidiano, aumenta la sicurezza del prodotto e migliora l’immagine dell’imballo”.
1990 • 2025
L'EVOLUZIONE DEL PET
NEI GARDEN CENTER
Da presenza affettiva a perno della quotidianità
Negli ultimi vent’anni il legame tra famiglie e animali da compagnia ha compiuto un salto di qualità, con ricadute misurabili su scelte, spese e modelli distributivi

1990•2025
Dalla compagnia all’appartenenza: il salto culturale che ha ridefinito il mercato
L’umanizzazione dei pet si traduce in scelte sempre più consapevoli e orientate al benessere animale: cura, alimentazione, salute e comfort diventano temi centrali
NNegli ultimi vent’anni il rapporto tra le persone e gli animali da compagnia ha subito una trasformazione radicale, riflettendo un profondo cambiamento culturale e sociale. Il pet non è più soltanto un animale domestico, ma un vero e proprio membro della famiglia, al centro della vita affettiva e quotidiana delle persone. Questa “umanizzazione” dei pet ha ridefinito non solo le relazioni interpersonali, ma anche le abitudini di consumo, influenzando profondamente il mercato del pet food e del pet non food. Appare sempre più evidente infatti che questo cambiamento culturale si traduce in scelte sem-
pre più consapevoli e orientate al benessere animale: cura, alimentazione, salute e comfort diventano temi centrali. Gli animali vengono percepiti come compagni di vita, destinatari di attenzioni che un tempo erano riservate esclusivamente agli esseri umani. Anche la giurisprudenza italiana ha recepito questo mutamento, riconoscendo in alcune sentenze del 2025 la perdita del proprio animale come un danno morale, assimilando il legame affettivo con il pet a un diritto inviolabile della persona. Significativo, a questo proposito, il Rapporto Assalco–Zoomark 2025 e l’indagine Pet Monitor condotta su 450 proprietari di cani e gatti, che evidenziano come la crescente centralità degli animali da compagnia incida in modo diretto sui comportamenti di consumo. Il primo dato è che i canali di acquisto si diversificano: il 65% dei pet owner si rivolge alle catene specializzate, il 56% ai negozi tradizionali e il 53% alla GDO, mentre oltre un terzo degli acquisti avviene online. Questa pluralità di canali riflette un mercato dinamico, attento alla qualità e alla personalizzazione dell’offerta. Il Rapporto Assalco riporta anche il punto di vista dei retailer. La survey condotta nel 2025 su un campione di 50 punti vendita italiani mette in luce una forte crescita del segmento pet food, trainato da prodotti naturali, grain-free e funzionali, capaci di rispondere a specifiche esigenze di salute e benessere. I “prodotti complementari” - come integratori, paste o polveri - sono sempre più richiesti, insieme a formulazioni certificate green e sostenibili. Secondo l’indagine, il 71% dei retailer ritiene che la qualità nutrizionale sia il principale criterio di scelta per i clienti, seguita dai consigli del personale e dal prezzo.


L’84% dei negozianti, inoltre, considera il servizio clienti una leva essenziale per la fidelizzazione.
Ma il cambiamento non riguarda solo l’alimentazione: anche il comparto non-food mostra un’espansione significativa. Secondo lo studio Nomisma 2024–2025, “Analisi del settore pet non-food”, gli italiani dedicano crescente attenzione a prodotti per l’igiene, la cura e il comfort dei propri animali. Nel 2023 la spesa complessiva per prodotti e servizi destinati agli animali d’affezione ha raggiunto i 7 miliardi di euro, di cui 1,2 miliardi destinati al non-food. Le categorie più rilevanti sono integratori e antiparassitari (quasi un quinto della spesa totale), lettiere per gatti (16%) e accessori per la casa - cucce, ciotole, cuscini - che rappresentano il 14%. Seguono gli articoli per il trasporto, l’abbigliamento e le apparecchiature elettroniche, segno di un’attenzione sempre più “umanizzata” anche verso il comfort tecnologico degli animali. Il canale specializzato rimane predominante anche per il non-food: il 37% dei proprietari sceglie catene dedicate, mentre un altro 35% si affida alla GDO. L’acquisto online continua a crescere, spinto dalla possibilità di confrontare prezzi e caratteristiche, ma anche dalla ricerca di brand sostenibili. Il 59% dei retailer segnala infatti che i clienti attribuiscono crescente importanza a prodotti eco-friendly, realizzati con packaging riciclabili o biodegradabili.

Come confermano anche le interviste che vi proponiamo nelle pagine a seguire, questo nuovo paradigma culturale ha ridefinito il mercato, che oggi deve saper coniugare valori affettivi, etici e ambientali. L’evoluzione del pet food verso prodotti premium e sostenibili si accompagna alla crescita del pet non food come espressione di un consumo “responsabile” e personalizzato. Gli animali da compagnia sono ormai specchio dell’identità dei loro proprietari, e il loro benessere è diventato parte integrante di uno stile di vita consapevole. Guardando al futuro, gli esperti del settore prevedono che questa tendenza continuerà a rafforzarsi. Le aziende stanno investendo in ricerca e innovazione, sviluppando soluzioni su misura per i diversi bisogni degli animali: alimenti funzionali per età e razze specifiche, accessori intelligenti con sensori integrati per monitorare la salute e il movimento, e servizi digitali per la gestione del benessere domestico. Il mercato pet, in questo senso, si conferma uno dei più resilienti e in crescita, capace di unire economia, emozione e sostenibilità. ■

La relazione, chiave del futuro per i Garden Center CARGILL
Per creare valore e fidelizzare il cliente in un contesto sempre più digitalizzato potranno distinguersi solo puntando su consulenza, assortimenti mirati e consulenza al cliente. Ne è sicuro Matteo Orlandoni, Trade Marketing Pet Food Specialist

Negli ultimi 25-35 anni
il mondo pet è radicalmente cambiato: dalla percezione del ruolo dell’animale in famiglia fino all’offerta commerciale. Qual è, secondo voi, la trasformazione più significativa che ha segnato questo percorso?
Negli ultimi 25-35 anni, il mondo pet ha vissuto una trasformazione profonda e strutturale, ma il cambiamento più significativo è, a mio avviso, l’evoluzione del ruolo degli animali da compagnia: da “presenze accessorie” a veri e propri membri della famiglia. Il legame tra persone e pet si è rafforzato al punto che, oggi, la maggior parte dei proprietari italiani considera il proprio animale una parte essenziale ed integrante del proprio nucleo familiare. Questo cambiamento culturale ha avuto un impatto diretto sul
mercato: non si parla infatti più solo di fornire alimenti o accessori di base, ma di rispondere a una domanda sempre più esigente e consapevole, che ricerca qualità, salute e benessere e sostenibilità. Il pet è diventato un soggetto attivo nelle scelte di consumo, capace di influenzare abitudini, stili di vita e priorità di spesa.
Il canale garden e quello della GDS hanno avuto un ruolo crescente nella distribuzione di prodotti pet. Come è cambiato il loro peso rispetto ai negozi specializzati e quali opportunità vedete ancora in questi canali?
Negli ultimi anni, il canale Garden e la Grande Distribuzione Specializzata (GDS) hanno assunto un ruolo sempre più rilevante nella distribuzione di prodotti per animali, contribuendo a ridefinire gli equilibri rispetto ai negozi specializzati. Le catene pet shop - comprese quelle integrate nella GDO o collegate ad essa - hanno registrato una crescita solida, non solo in termini di valore ma, in alcuni casi, anche in volume. Il canale Garden, in particolare, ha saputo evolversi, ampliando l’assortimento, introducendo referenze premium e funzionali, e offrendo un’esperienza d’acquisto arricchita da servizi, consulenze e contenuti che un tempo erano prerogativa quasi esclusiva degli specialisti. Oggi, quindi, il Garden non è più un canale marginale o complementare, ma una vera e propria piattaforma in espansione, capace di generare valore, innovazione e relazione per le aziende del settore pet. Nel nostro caso, con le linee GranForma, Otto e Oscar, presidiamo in modo capillare il canale retail tradizionale, mantenendo però uno sguardo aperto verso nuove opportunità distributive. Il nostro impegno è quello di accompagnare i partner con soluzioni di alta qualità, sviluppate per rispondere alle nuove esigenze del mercato: formulazioni mirate, trasparenza in etichetta, ingredienti selezionati e controlli rigorosi lungo tutta la filiera. La nostra strategia guarda al futuro puntando sul rafforzamento dell’offerta premium e sulla costruzione di gamme distintive in grado di intercettare i bisogni di un consumatore sempre più attento ed esigente.
Dal secco classico al fresco, dal bio al grain free, fino alle formule funzionali: come si è evoluta l’alimentazione per cani e gatti in questi anni e quali sono oggi i driver principali nelle scelte d’acquisto?
La trasformazione più significativa nel mercato pet food è stata l’evoluzione da prodotti standard a un’offerta molto più diversificata, specialistica e orientata al benessere globale dell’animale. Il consumatore oggi è sempre più attento e informato. I principali driver nelle scelte d’acquisto sono la ricerca di prodotti di alta qualità, studiati per razza, età e patologia, oltre all’attenzione crescente alla sostenibilità. Consapevoli della direzione che sta prendendo il mercato, la nostra azienda ha da poco lanciato una nuova linea di alimenti secchi per cani - GranFor-


ma Super Premium - che comprende tre ricette monoproteiche (Maiale, Coniglio, Tonno) con ingredienti naturali e funzionali come frutta, erbe officinali, Omega 3 e 6, prebiotici e condroprotettori. Tutta la gamma è senza glutine, per garantire il massimo della tollerabilità, e garantisce gusto, salute e vitalità.
Il consumatore è più informato ed esigente rispetto al passato: in che modo questo ha guidato l’innovazione dei prodotti e la comunicazione delle aziende del pet food?
Negli ultimi anni, l’evoluzione del consumatore pet è stata un motore decisivo per l’innovazione nel settore. Oggi il pet parent è molto più informato, consapevole e selettivo: si aspetta trasparenza, qualità, funzionalità e sostenibilità dai prodotti che sceglie per il proprio animale. Questa trasformazione ha spinto quindi le aziende del pet food a ripensare profondamente sia la formulazione dei prodotti che la comunicazione. Sul fronte prodotto, si è assistito ad esempio ad un’enfasi crescente su ingredienti naturali, “free from” e tracciabili, spesso ispirati alla nutrizione umana; allo sviluppo di formule funzionali, pensate per rispondere a esigenze specifiche come digestione, supporto articolare, salute della pelle o gestione del peso o ad un’espansione delle linee grain free, mono-proteiche o bio, che intercettano bisogni legati a sensibilità alimentari reali o percepite. Questa evoluzione ha alzato l’asticella dell’intero settore, portando a una competizione sempre più focalizzata sull’autenticità, sulla qualità e sulla capacità di costruire una relazione con il cliente finale. In Cargill, affrontiamo questa sfida investendo continuamente in ricerca e sviluppo, selezione delle materie prime che utilizziamo e trasparenza lungo tutta la filiera.
Guardando avanti, quali tendenze vi aspettate di vedere nei prossimi 5-10 anni nel pet food e nel canale garden/GDS? Quali saranno le sfide più grandi da affrontare?
Nei prossimi 5-10 anni ci aspettiamo che il mercato del pet food continui a evolversi in modo significativo, spinto da una crescente attenzione alla personalizzazione dell’alimentazione, alla sostenibilità e a un approccio sempre più integrato tra canali fisici e digitali. L’alimentazione per cani e gatti diventerà sempre più su misura, con formule pensate per adattarsi a età, razza, stile di vita e condizioni di salute specifiche, e con un interesse crescente verso proteine alternative – come ad esem-
pio gli insetti - e soluzioni “human-grade”. Al tempo stesso, il benessere dell’animale verrà affrontato in maniera più ampia, attraverso prodotti funzionali e preventivi legati alla salute mentale e fisica. In questo scenario, il canale garden e la GDS avranno ancora molto da dire, a patto che sappiano distinguersi con assortimenti mirati, servizi qualificati e soprattutto con una consulenza esperta: elementi che l’e-commerce difficilmente riesce a replicare. Le sfide non mancheranno, dalla necessità di gestire un portafoglio prodotti sempre più articolato, alla richiesta di maggiore trasparenza e sostenibilità da parte dei consumatori, fino all’adattamento ai nuovi stili di consumo delle generazioni più giovani. In Cargill, stiamo lavorando in questa direzione, investendo in innovazione e costruendo relazioni solide con i nostri partner per supportare una crescita del settore che sia consapevole e orientata al valore. ■

Dal comfort alla sostenibilità: il pet lifestyle secondo noi HURTTA
Ergonomia, sicurezza e materiali riciclati sono da sempre nel nostro DNA rivendica
Giancarlo Tavasci, General Manager, sottolineando che, ben prima che diventassero la norma, la sua azienda ha anticipato di anni i trend del mercato, unendo innovazione tecnica e attenzione per l’ambiente

Negli ultimi 25-35 anni
il mondo pet è radicalmente cambiato: dalla percezione del ruolo dell’animale in famiglia fino all’offerta commerciale. Qual è, secondo voi, la trasformazione più significativa che ha segnato questo percorso?
La trasformazione del ruolo emotivo dell'animale in famiglia è il motore culturale che ha guidato la crescita, la specializzazione e la sofisticazione dell'intera offerta commerciale. L'animale da affezione non è più visto solo come un "possesso" o un "compagno", ma come un vero e proprio "figlio peloso" o "membro a quattro zampe" della famiglia, con esigenze emotive e fisiche spesso considerate prioritarie. L'offerta commerciale è conseguentemente esplosa, trasformando il
settore in una vera e propria "Pet Economy” da miliardi di euro. Vi è una domanda crescente di alimenti premium, biologici, dietetici, personalizzati e di integratori.
Si registra un boom di servizi veterinari specializzati, assicurazioni sanitarie per animali e attenzione al benessere. Nascono servizi come dog-sitter, asili per cani, toelettature di lusso, hotel e spiagge pet-friendly. Aumenta la sensibilità sociale verso il benessere animale, spingendo verso leggi più severe contro il maltrattamento e l'abbandono, e facilitazioni (anche se ancora limitate) per portare gli animali nei luoghi pubblici, sui mezzi di trasporto e al lavoro.
Il canale garden e quello della GDS hanno avuto un ruolo crescente nella distribuzione di prodotti pet. Come è cambiato il loro peso rispetto ai negozi specializzati e quali opportunità vedete ancora in questi canali?
La nostra è principalmente un’offerta di prodotti tecnici e di alta qualità, gamme che fino a qualche anno fa erano considerate quasi incompatibili con questi canali. Oggi, molte di queste aziende hanno compreso l’importanza della “premiumizzazione” anche per gli accessori ed aprono spazi dedicati. Collaboriamo con


catene specializzate e con garden in molti Paesi. Un esempio concreto è il progetto avviato con la più grande catena canadese del settore, con angoli fortemente caratterizzati dal nostro brand. Se vi sono la volontà e la capacità di gestire un’offerta di qualità con tempi di reazione compatibili con i cambiamenti di gamma, le stagionalità e la costante innovazione, registriamo sempre successo e crescita.
Dai guinzagli e collari tradizionali ai modelli tecnici ed ergonomici, fino ai cappottini moda e ai materiali sostenibili: come si è evoluta negli anni l’offerta per i cani e quali sono oggi i fattori che orientano maggiormente le scelte dei proprietari?

Il nostro motto è “per il cane, la persona e l’ambiente”. Lo è da tanti anni, da ben prima che divenisse uno slogan. Siamo sempre stati fortemente focalizzati sull’ergonomia, sul comfort e sulla sicurezza. Per ottenere i migliori risultati, l’impiego di tessuti tecnici è imprescindibile. Siamo stati il primo marchio del settore al mondo ad aver lanciato intere gamme di prodotti realizzati con materiali riciclati e siamo il primo e solo marchio al mondo, del settore, ad operare con protocollo di sostenibilità. Si tratta, come detto, di una scelta operata tanto tempo fa, non in corsa e solo per rispondere alla crescente attenzione del consumatore.
Il consumatore è più informato ed esigente rispetto al passato: in che modo questo ha guidato l’innovazione dei prodotti e la comunicazione delle aziende del pet?
È un compito fondamentale delle aziende quello di saper rispondere alle richieste e alle tendenze del mercato. Noi siamo stati pionieri da questo punto di vista, anticipando di anni alcune tendenze e confermandoci leader nella sostenibilità. Siamo contenti di vedere i consumatori prestare maggiore attenzione alle questioni ambientali. Crediamo che la qualità e la sicurezza dei nostri prodotti, con il nostro concreto impegno per l’ambiente, facciano la differenza.
Guardando avanti, quali tendenze vi aspettate di vedere nei prossimi 5 anni nel pet e nel canale garden/GDS?
E quali saranno le sfide più grandi da affrontare?
Probabilmente, vi sarà una concentrazione ulteriore dell’offerta su questi canali. Le sfide più complesse saranno relative alla creazione del valore aggiunto necessario per competere con l’offerta online, alla formazione del personale che dovrà gestire consumatori sempre più informati e si dovrà accelerare e rendere più elastico il processo di scelta e di gestione dell’offerta. ■
Il Pet food sarà il motore di crescita per garden e GDS monge
In un mercato dinamico, dove l’online cresce e il potere d’acquisto tende a diminuire, la vera differenza la farà la competenza. Luciano Fassa, Direttore Generale di Monge, sottolinea come la consulenza qualificata e la conoscenza dei prodotti possano orientare i pet lover e rafforzare così il ruolo strategico di questi due canali

Negli ultimi 25-35 anni
il mondo pet è radicalmente cambiato: dalla percezione del ruolo dell’animale in famiglia fino all’offerta commerciale. Qual è, secondo voi, la trasformazione più significativa che ha segnato questo percorso?
Sono diversi i fattori che hanno contribuito a far crescere in modo così importante il mercato pet. La maggiore sensibilità verso i nostri amici a quattro zampe e l’umanizzazione del rapporto con loro, hanno certamente influito nella forte crescita degli animali domestici nel nostro Paese e, più in generale, in Europa e nel mondo. Oggi in Italia si stimano oltre 18 milioni di animali, alcune fonti par-
lano addirittura di 20 milioni, con la presenza di un cane o di un gatto in oltre il 60% delle famiglie Italiane.
Il canale garden e quello della GDS hanno avuto un ruolo crescente nella distribuzione di prodotti pet. Come è cambiato il loro peso rispetto ai negozi specializzati e quali opportunità vedete ancora in questi canali?
I garden hanno certamente contribuito a migliorare l’offerta per il consumatore finale; dedicando spazi importanti al reparto pet. Questo è vero soprattutto nel Nord Italia. Al Centro Sud vi sono ancora importanti margini di crescita, perché molti garden trattano ancora in modo marginale il comparto. A mio avviso in questo modo non colgono tutte le opportunità che questo segmento può offrire. Discorso diverso per le GDS dove il reparto pet è cresciuto molto in questi ultimi anni. E questo anche se gli spazi espositivi solitamente sono più contenuti e con un numero di marche e di referenze più limitato rispetto ai garden. È vero però che alcune insegne del fai da te, soprattutto nell’ultimo anno, hanno cominciato


a guardare con maggior sensibilità al comparto, prevedendo spazi dedicati molto più importanti e personale specializzato a supporto del consumatore.
Dal secco classico al fresco, dal bio al grain free, fino alle formule funzionali: come si è evoluta a suo parere l’alimentazione per cani e gatti in questi anni e quali sono oggi i driver principali nelle scelte d’acquisto?
L’alimentazione ha visto nascere negli ultimi 20 anni molti trend che ancora oggi sono attuali: il naturale ha certamente dominato la scena per molti anni, unendo questa caratteristica a prodotti standard, grain free e low grain. Più di recente è aumentata sensibilmente l’offerta nelle diete con ricette con formulazioni speciali. Il trend che oggi risulta essere molto dinamico e che conquista le preferenze dei nuovi petlover, è quello dei prodotti monoproteina, che aiutano spesso a risolvere molti problemi legati al disturbo alimentare.
Oggi il consumatore viene descritto come più informato ed esigente rispetto al passato: in che modo questo cambiamento ha guidato l’innovazione dei prodotti e la comunicazione delle aziende del pet food?
Il possessore di animale domestico, cioè l’acquirente, che deve acquistare il prodotto in un punto vendita tradizione oppure on line, tende continuamente a do-
cumentarsi e a cercare informazioni sull’ alimento che intende acquistare. Una parte considerevole di queste informazioni arrivano innanzitutto dall’allevatore e dal veterinario che aiutano a costruire la credibilità di un buon prodotto; ma molte altre notizie vengono cercate e condivise in rete nei blog. La comunicazione, quella che una volta chiamavamo reclame, non basta da sola a sostenere un brand se i contenuti di qualità promessi non vengono poi mantenuti nel tempo dal prodotto stesso. Non è sufficiente che l'alimento risulti gradito all'animale. Occorre anche che contribuisca a garantire il suo benessere nel tempo. Un alimento di qualità è la chiave per garantire una miglior qualità della vita per il nostro pet grazie a una migliore alimentazione.
Guardando avanti, quali tendenze vi aspettate di vedere nei prossimi 5-10 anni nel pet food e nel canale garden/ GDS? E quali saranno le sfide più grandi da affrontare?
Esistono problemi legati all’evoluzione del tessuto distributivo e alla crescita del mercato on line. Penso, però, che il punto vendita specializzato gestito da personale preparato e competente in ambito di alimentazione possa fare la differenza.
Esiste poi un problema che coinvolge tutti i produttori per quanto riguarda la difficile reperibilità e l’utilizzo di alcune materie prime. È il caso ad esempio dei prodotti a base di cavallo o di coniglio che per molti petlover sono di difficile utilizzo per motivi etici. Infine, la capacità di acquisto del consumatore, che negli ultimi anni si è ridotta sensibilmente anche nel comparto petfood e che ha modificato alcune delle abitudini del possessore di animali. Possiamo però affermare che il mercato pet rimane ancora molto dinamico e con ampi margini di crescita rispetto ad altri comparti: proprio per questo è un driver che può aiutare i garden e la GDS a conquistare nuove fette di consumatori. ■
NECON PET FOOD
La personalizzazione come nuova frontiera del benessere
Sempre di più, il principale driver nelle scelte d’acquisto è la ricerca di alimenti che contribuiscano alla salute e alla vitalità del proprio pet. Da qui la scelta, spiega
Maurizio Cruciani, Direttore Commerciale, di concentrarsi sullo sviluppo di gamme mirate a soddisfare soggetti particolarmente esigenti, con ricette funzionali e ingredienti essenziali per un’alimentazione su misura

Negli ultimi 25-35 anni
il mondo pet è radicalmente cambiato: dalla percezione del ruolo dell’animale in famiglia fino all’offerta commerciale. Qual è, secondo voi, la trasformazione più significativa che ha segnato questo percorso? Il mercato è sicuramente cambiato. Necon Pet Food quest’anno ha celebrato i suoi primi 20 anni di attività. Quando è stata fondata, nel 2005, il mondo pet era sicuramente differente rispetto ad oggi, Portiamo il no-
stro esempio. Per quanto ci riguarda eravamo focalizzati nella produzione di pet food per cani sportivi, atletici. Abbiamo poi iniziato a studiare e sviluppare alimenti dedicati anche ai gatti e ai cani di taglia mini, fino a 10 kg e a proporre alimenti complementari fino alla novità 2025 degli snack funzionali Necon Crispy. La trasformazione principale comunque riguarda il rapporto con gli animali e quindi il loro ruolo: oggi sono compagni, amici a quattro zampe, membri della famiglia di cui prendersi cura, in primo luogo scegliendo la migliore alimentazione.
Il canale garden e quello della GDS hanno avuto un ruolo crescente nella distribuzione di prodotti pet. Come è cambiato il loro peso rispetto ai negozi specializzati e quali opportunità vedete ancora in questi canali?
Vediamo un’ottima opportunità in questo canale specializzato che si rivolge a un target di nicchia, che ha un hobby preciso, il giardinaggio o attività affini, e, quindi, rispetto assoluto per la natura, l’ambiente, la sostenibilità e, sempre più spesso, anche per gli animali.



Dal secco classico al fresco, dal bio al grain free, fino alle formule funzionali: come si è evoluta l’alimentazione per cani e gatti in questi anni e quali sono oggi i driver principali nelle scelte d’acquisto?
Una corretta alimentazione contribuisce in generale a evitare all’animale possibili disturbi (intestinali, al pelo, alle articolazioni). Il principale driver nelle scelte d’acquisto è senza dubbio il benessere dei pet. Il proprietario acquista l’alimento che fa bene al suo pet.
La personalizzazione è quindi un ulteriore elemento distintivo. Un pet food ideale per un soggetto, potrebbe non esserlo per un altro, anche se di alta qualità. Necon ha infatti sviluppato e sta sviluppando le gamme con l’obiettivo di soddisfare anche soggetti particolarmente esigenti.

Il consumatore è più informato ed esigente rispetto al passato: in che modo questo ha guidato l’innovazione dei prodotti e la comunicazione delle aziende del pet food?
Gli alimenti innovativi sono realizzati con pochi ingredienti essenziali e alcuni funzionali al benessere animale.
Il consumatore consulta con attenzione l’etichetta e sa riconoscere un pet food di qualità premium o superpremium.
Guardando avanti, quali tendenze vi aspettate di vedere nei prossimi 5-10 anni nel pet food e nel canale garden/GDS? E quali saranno le sfide più grandi da affrontare?
La sfida più importante sarà raggiungere e soddisfare le nuove generazioni che già si stanno avvicinando al mondo pet in maniera dirompente.
Il loro approccio sarà differente rispetto a quello dei genitori e sin da ora dovremmo essere capaci di anticipare le nuove tendenze in un mercato sempre più competitivo ed esigente. ■
PURINA
L’evoluzione del consumatore guida l’innovazione
Oggi il pet parent non è più un semplice acquirente, ma un decisore attivo, esigente e informato. Questa evoluzione, sottolinea Sybil Pezzotta, Specialist BU Director, ha costretto l’industria a evolversi più rapidamente, ridefinendo l’idea stessa di qualità: non solo gusto, ma salute, fiducia e responsabilità verso il benessere dell’animale
Negli ultimi 25-35 anni
il mondo pet è radicalmente cambiato: dalla percezione del ruolo dell’animale in famiglia fino all’offerta commerciale. Qual è, secondo voi, la trasformazione più significativa che ha segnato questo percorso?
In questo lasso di tempo il mondo pet ha indubbiamente vissuto una vera e propria rivoluzione, ma la trasformazione più significativa è stata senza dubbio l'elevazione del proprio pet da "compagno" a membro effettivo della famiglia. L'animale da compagnia

non è più solo un semplice compagno, ma un vero e proprio "figlio" per i Millennials o un "punto di riferimento emotivo e identitario" per la Gen Z. Questo profondo legame, in grado di offrire persino sostegno psicologico e ridurre la solitudine, ha innescato una domanda di prodotti che rispecchiano i nostri stessi standard di vita: qualità, benessere, salute mirata e sostenibilità.
Oggi i pet owner non si accontentano più di una semplice alimentazione, bensì cercano soluzioni su misura, attente alla salute, alla qualità e alla sostenibilità, che rispecchino i propri valori e stili di vita. È proprio questa crescente attenzione a spingere il mercato a crescere costantemente, trasformando il petcare in uno dei comparti più dinamici e innovativi del largo consumo.
Il canale garden e quello della GDS hanno avuto un ruolo crescente nella distribuzione di prodotti pet. Come è cambiato il loro peso rispetto ai negozi specializzati e quali opportunità vedete ancora in questi canali?
I Garden e la GDS (Grande Distribuzione Specializzata) hanno in effetti ridefinito il panorama degli acquisti. Sebbene la GDO continui a rimanere cruciale, l'espansione dei drugstore e dei negozi specializzati ha introdotto una dimensione di acquisto più segmentata e premiumizzata, offrendo prodotti che richiedono maggiore spiegazione e consulenza. Questi canali hanno acquisito un ruolo chiave offrendo un alto valore aggiunto, che va oltre il semplice prodotto; propongono fino a 1.800-2.000 referenze non-food e servizi accessori come toe-


lettatura e consulenze. (Rapporto Assalco 2025). L'opportunità risiede proprio nel continuare a offrire questa specializzazione e personalizzazione, elementi fondamentali per chi cerca soluzioni "più mirate". La nostra strategia, infatti, si basa su proposte specifiche, come le linee di Pro Plan che grazie all’expertise di un team di medici veterinari ed esperti nutrizionisti, ha l’obiettivo di offrire una nutrizione avanzata e specifica per ogni fase della vita del cane. Queste linee si caratterizzano per ricette che sono formulate con ingredienti accuratamente selezionati in modo da garantire alta digeribilità, ottimale assorbimento dei nutrienti e alto contenuto proteico.
Dal secco classico al fresco, dal bio al grain free, fino alle formule funzionali: come si è evoluta a suo parere l’alimentazione per cani e gatti in questi anni e quali ritiene siano oggi i driver principali nelle scelte d’acquisto?
Negli ultimi anni l’alimentazione per cani e gatti sta vivendo una fase di costante evoluzione, guidata da una crescente attenzione dei pet owner verso qualità, benessere e personalizzazione delle scelte nutrizionali. Un cambiamento che trova riscontro anche nei trend di mercato. I dati più recenti lo confermano: tra gennaio e maggio 2025 il mercato del pet food ha raggiunto vendite pari a 1.332 milioni di euro, con una crescita del +2,6% rispetto allo stesso periodo del 2024. Si tratta di un comparto sempre più rilevante, che pesa oggi per l’84% sul totale pet care e che trova la sua principale spinta nel segmento gatto, cresciuto del +3,7% e pari al 51,2% del valore complessivo.
Pur registrando una lieve flessione (-0,6%), anche il segmento cane resta strategico, rappresentando il 32,8% del mercato. All’interno del segmento gatto, la crescita è trainata soprattutto dall’umido (+1,5%), con un contributo positivo anche dal secco (+0,6%). (Fonte Circana Perimetro DM+Discount+Drugstore YTD agosto 2025). Un trend che sta guadagnando grande rilevanza è quello dei pet supplements, un comparto in forte espansione che registra una crescita a valore del +18% e un +46% di famiglie acquirenti. I supplements rispondono a bisogni molto specifici – dalla mobilità articolare alla gestione dello stress, fino alla salute digestiva e al rafforzamento dell’immunità. In questo contesto Purina si inserisce con la linea formulata dai veterinari e nutrizionisti Purina Pro Plan Supplements. Questa gamma specifica di prodotti complementari offre una vera e propria integrazione all’alimentazione di cani e gatti, in grado di fornire numerosi benefici, come il supporto per la salute del sistema immunitario e dell’equilibrio naturale per il benessere quotidiano dei pet.
Il consumatore di oggi viene descritto come più informato ed esigente rispetto al passato: secondo lei in che modo questo ha guidato l’innovazione dei prodotti e la comunicazione delle aziende del pet food?
Un consumatore più informato ed esigente ha spinto l’industria a innovare su ingredienti, formati e trasparenza. Le imprese investono in R&D per rispondere a bisogni specifici e comunicano in modo più diretto e trasparente, soprattutto sui canali digitali, per costruire fiducia.
Inoltre, l’innovazione non è solo prodotto: include packaging più pratici, soluzioni sostenibili e servizi che aiutano il pet owner. Il consumatore moderno è


indubbiamente più informato ed esigente, e questa consapevolezza ha agito come un vero e proprio acceleratore per l'industria. L'esigenza di prodotti ad alto valore aggiunto e "mirati" ha spinto l'industria a un'innovazione continua, investendo costantemente in ricerca per supportare la salute e la qualità di vita dei pet. Questo ha portato, come abbiamo visto, allo studio di formule avanzate come quelle offerte dalla gamma Pro Plan e alla focalizzazione su segmenti in crescita come i supplements. Contemporaneamente, l'esigenza di conquistare la fiducia del consumatore ha imposto alle aziende una comunicazione che sia sempre più trasparente e diretta. ■
1990 • 2025 GARDEN CENTER
E RIVENDITORI DI
MACCHINE DA GIARDINO
Il settore punta su esperienza, consulenza e innovazione
Le voci dei protagonisti delineano uno scenario in cui il futuro del verde è fatto di esperienza, servizio, attenzione all’ambiente e digitale che non si vede ma aiuta

1990•2025
BORRA
Tra sostenibilità e innovazione
La titolare Claudia Borra spiega come l’azienda stia rispondendo all’evoluzione del mercato puntando su servizio, competenza e una gestione sostenibile dell’attività
Fondata nel 1958 per iniziativa di Gilberto Borra, Borra mette la propria consolidata esperienza nella vendita di attrezzature e macchine per la cura del verde a disposizione di privati e aziende.
Guardando ai vostri inizi, come è cambiato il vostro punto vendita negli ultimi anni in termini di assortimento, layout e tipologia di clientela?
Abbiamo notato un cambiamento significativo nelle abitudini dei nostri clienti e anche una maggiore consapevolezza: le persone sono più attente a scegliere prodotti sostenibili, efficienti e in linea con le esigenze attuali, anche dal punto di vista ecologico. Spesso arrivano già molto informate, dopo aver fatto ricerche online, e hanno un’idea chiara di cosa vogliono. Anche il nostro settore si è evoluto. Oggi i modelli disponibili sono molti di più rispetto al passato, così come è aumentata la varietà di macchine e attrezzi, per rispondere a ogni tipo di esigenza, dal giardiniere amatoriale al professionista del verde.
In che modo è cambiato il vostro rapporto con i marchi e i fornitori di macchine da giardino? Oggi cosa cercate di più: qualità, servizio, esclusività, margini?




Con la diffusione dell’e-commerce e l’offerta a prezzi sempre più competitivi, oggi è diventato più difficile per i rivenditori specializzati mantenere l’esclusività su certi prodotti e garantire margini sostenibili. I fornitori, infatti, richiedono ordini minimi sempre più elevati, spingendo verso volumi importanti che, però, riducono sensibilmente la redditività.
Come si è evoluto il ruolo delle macchine da giardino nel vostro punto vendita? Sono ancora un reparto trainante o hanno lasciato spazio ad altri segmenti?
Dal punto di vista dell’assortimento, non abbiamo introdotto grandi novità: continuiamo a concentrarci principalmente su prodotti per il giardinaggio e per il legno, con una piccola parte dedicata anche al settore agricolo.
Come immaginate il vostro punto vendita tra dieci anni? Quali reparti, servizi o modelli di vendita saranno protagonisti del futuro?
È certo che vedremo una presenza sempre maggiore di macchine a batteria e tagliaerba robotizzati, che stanno diventando sempre più richiesti grazie alla loro praticità e sostenibilità. ■
FRATELLI INGEGNOLI
Continueremo a focalizzarci sul verde
Per il Presidente Francesco Ingegnoli, questo è un modo per continuare a offrire competenza, qualità e valore distintivo ai clienti
èil 1789 quando Francesco Ingegnoli, originario di Sesto
Calende, ingegnere fluviale e appassionato viticultore, decide di trasferirsi a Milano per dar vita ad un’impresa industriale in campo agricolo. Da allora l’impresa vivaistica è un riferimento per i milanesi e non solo, specie dopo il lancio nel 1880 del catalogo delle vendite per corrispondenza.
Guardando ai vostri inizi, come è cambiato il vostro punto vendita nel corso degli anni in termini di assortimento, layout e tipologia di clientela?
Nasciamo a Milano come vivaio più di 150 anni fa e questa caratteristica ha continuato a caratterizzare il nostro primo “Garden Center” aperto in pieno centro a Milano nel 1960. Ovviamente, essendo anche un’azienda sementiera, l’assortimento è fortemente caratterizzato da queste due tipologie di prodotti: sementi e piante. Nel corso degli anni molte cose sono cambiate, ma abbiamo continuato la vendita “servita” che è una nostra caratteristica molto apprezzata dalla clientela.
Come mai avete deciso di non introdurre nuovi reparti come barbecue, pet, decorazioni natalizie o altro? Quale di questi ha avuto il maggiore impatto sul vostro business?
Non abbiamo mai introdotto reparti di questo tipo principalmente perché abbiamo ritenuto fosse inutile andare



a mettersi in concorrenza con grandi catene tipo brico e/o Leroy Merlin e poi perché non abbiamo competenze e spazi per gestirli. Abbiamo preferito focalizzarci verticalmente sul verde che conosciamo bene.
Qual è stata la scelta o il cambiamento più coraggioso che avete fatto nel vostro garden center in questi anni? E con il senno di poi, rifareste la stessa cosa?
Il cambiamento più coraggioso affrontato negli ultimi anni è quello di acquistare e proporre piante tropicali di grandi dimensioni per arredamento d’interno, e… con il senno di poi lo rifaremmo!
Come immaginate il vostro garden center tra 10 anni? Quali reparti, servizi o modelli di vendita saranno protagonisti del futuro?
Immaginiamo il nostro garden del futuro come un centro di consulenza su misura molto vasto: dall’orto ai prati, dalle piante da frutto a quelle ornamentali con una vendita assistita che si fa servizio per il cliente. ■
GEROSA
Cerchiamo l’unicità senza compromessi
Andrea Gerosa, titolare insieme al fratello Manuel e allo zio Antonio, spiega che in questo modo
l’azienda è riuscita a trasformare l’esperienza in autorevolezza nel guidare il professionista nella scelta della soluzione più indicata
Mentre si prepara a tagliare il prestigioso traguardo dei 100 anni di attività, l’azienda comasca unisce vendita, assistenza e noleggio di macchinari selezionati, offrendo soluzioni su misura per ogni esigenza di lavoro nel verde e mettendosi a disposizione con tutta la competenza frutto di una lunga e consolidata esperienza.
Guardando ai vostri inizi, come è cambiato il vostro punto vendita negli ultimi anni in termini di assortimento, layout e tipologia di clientela?
La nostra azienda è nata nel 1926 per volontà del mio bisnonno, Luigi. Ora siamo alla quarta generazione. Siamo partiti come riparatori di carretti trainati da cavalli. Oggi, oltre a essere rivenditori di macchine da giardino, disponiamo anche di una flotta di noleggio composta da settanta macchine.
Da circa dieci anni siamo anche importatori nazionali per due marchi di cippatori: Forst e Rabaud. I nostri clienti tipo sono il manutentore del verde e l’arboricoltore, oltre ai nostri concessionari e a qualche privato.


Qual è la vostra vision?
Ogni lavoro ha esigenze specifiche. Noi aiutiamo il cliente a scegliere gli strumenti perfetti per lavorare senza pensieri.
Ci riteniamo il partner di fiducia per tutte le attrezzature da giardino e per tutti i tipi di verde.
In che modo è cambiato il vostro rapporto con i marchi e i fornitori di macchine da giardino? Oggi cosa cercate di più: qualità, servizio, esclusività, margini?
Noi cerchiamo l’unicità, abbiamo sempre gestito prodotti professionali e di alta gamma senza scendere a compromessi.
Decidere di noleggiare e importare è stata una scelta dettata dalla nostra passione per il lavoro che facciamo senza dover rincorrere un mercato “usa e getta” che non ci appartiene in alcun modo.
Come si è evoluto il ruolo delle macchine da giardino nel vostro punto vendita? Sono ancora un reparto trainante o hanno lasciato spazio ad altri segmenti?
Le macchine da giardino, intese in senso lato del termine, restano il nostro prodotto trainante.
Certamente il core business da tempo non è più il rasaerba. Da quindici - vent’anni i robot hanno preso il sopravvento su tutto.
Il resto di ciò che vendiamo sono macchinari professionali.
Come immaginate il vostro punto vendita tra dieci anni? Quali reparti, servizi o modelli di vendita saranno protagonisti del futuro?
La nostra azienda ha deciso da anni di essere il punto di riferimento per il professionista ed il privato esigente. Continueremo per questa strada congiuntamente al nostro sito e-commerce. ■
da sinistra a destra Antonio, Manuel e Andrea Gerosa
PANERO FRANCESCO
Si è fatto strada un nuovo modo di vendere, assistere e fidelizzare
Alice Panero, che gestisce l'attività insieme al padre
Mauro
e allo zio Ettore,
descrive la transizione da un commercio basato sul rapporto personale a un modello in cui il servizio, la rapidità e la tecnologia fanno la differenza
Nella sua storia Panero Francesco è passata dal laboratorio artigianale alla specializzazione su robot e batterie. E questo ripensando spazi, servizio e relazione con i nuovi clienti diventati via via sempre più esigenti ed informati. Una transizione che mette efficienza, assistenza e tecnologia al centro dell’esperienza d’acquisto.
Guardando ai vostri inizi, come è cambiato il vostro punto vendita negli ultimi anni in termini di assortimento, layout e tipologia di clientela?
Quando è nata, l’azienda era composta da due locali distinti: uno con l'esposizione per la vendita, l'altro, qualche chilometro più distante, con l'officina e il magazzino per la consegna del venduto. Oggi la nostra realtà è completamente cambiata. In via San Maurizio 157, a Ciriè (TO), abbiamo creato un

edificio di circa 800 metri quadri con un grande spazio lasciato all'esposizione, una comoda officina specializzata e il reparto di ricambistica. Qualche anno fa il negozio è stato rinnovato per quanto riguarda la sezione dedicata ad Honda, il nostro maggior fornitore, che ci ha riconosciuto il titolo di Master Dealer e ha rinnovato lo spazio espositivo rendendolo dinamico e coinvolgente. Il cliente che entra da noi si sente avvolto dall'atmosfera dell'innovazione Honda e percepisce subito la qualità dei prodotti e l'assistenza ad essi correlata. La clientela è cambiata moltissimo negli anni: prima c'era una sorta di cieca fiducia nel venditore, il compratore si affidava a noi nella scelta del prodotto più adeguato alle sue esigenze. Oggi il cliente tipo è molto più critico, più diffidente; si informa online e spesso pone quesiti volti a cogliere qualche discordanza per poter capire se può fidarsi. I nostri clienti ci conoscono ormai da anni


e tornano sempre, hanno capito che per noi loro sono sempre al primo posto.
In che modo è cambiato il vostro rapporto con i marchi e i fornitori di macchine da giardino? Oggi cosa cercate di più: qualità, servizio, esclusività, margini?
Chi è del nostro settore, conosce benissimo i margini, che non hanno, purtroppo, nulla a che vedere con quelli del commercio in generale. Pertanto, ricercare i margini più alti nei fornitori non è pressoché fattibile. Nella ricerca dei nostri prodotti, abbiamo sempre puntato alla qualità e affidabilità, non necessariamente mettendo la nomea del marchio al primo posto. Oltre ad Honda, abbiamo puntato su Grin, Ego e Kress, che reputiamo molto affidabili ed esclusivi. Il servizio è il nostro fiore all'occhiello, abbiamo una reperibilità ampia e una tempestività negli interventi che reputiamo sopra alla media. I fornitori sono molto più assenti rispetto al passato; prima c'era un rapporto di stima reciproca, quasi di amicizia. Ci si incontrava parecchie volte all'anno, si pranzava o cenava insieme, si conoscevano direttamente i proprietari delle aziende. Oggi gli agenti passano da noi due-tre volte l'anno solo per i prestagionali o per presentare le novità; purtroppo si è un po' perso quel senso di appartenenza alla medesima categoria che portava anche solidarietà, comprensione, empatia.
Come si è evoluto il ruolo delle macchine da giardino nel vostro punto vendita? Sono ancora un reparto trainante o hanno lasciato spazio ad altri segmenti?
Le macchine da giardino a motore sono sempre meno richieste,
oggi i clienti preferiscono le macchine a batteria e i robot rasaerba, settori nei quali ci siamo sempre più specializzati. È cambiata la mentalità del consumatore: prima il giardino era motivo di orgoglio, la domenica si trascorreva con piacere a casa a prendersene cura e viverlo con la famiglia e gli amici. Oggi il proprietario di una casa con giardino lo vede spesso come un impiccio da dover mantenere con il minor sforzo possibile, la domenica viene tenuta libera per altri svaghi fuori casa e non può essere "persa" per tagliare il prato. Qui entra in gioco il robot, che mantiene sempre l'erba ad un'altezza ideale senza lo sforzo di dover tagliare manualmente. Ovviamente, la velocità di intervento su un guasto di robot è fondamentale, in quanto il cliente ormai la pretende, non riesce più a farne a meno.
Come immaginate il vostro punto vendita tra 10 anni? Quali reparti, servizi o modelli di vendita saranno protagonisti del futuro?
Tra 10 anni prevedo degli enormi cambiamenti nel nostro settore. Credo che l'esposizione diventerà un puro accessorio sostituibile da belle foto su un tablet e l'officina potrà essere decisamente ridotta a favore di tavoli puliti con strumenti di precisione per robotica e batterie. Ci sarà sempre più la necessità di un servizio a domicilio, studiato ad hoc sulle esigenze dei clienti che, di anno in anno, diventano sempre più in cerca di comodità. Sicuramente i robot saranno i protagonisti del futuro e ogni anno diventeranno sempre più tecnologici e con capacità avanzate. Il nostro compito è quello di non restare fermi, di avanzare con il progresso, come hanno sempre fatto le menti dei grandi mentori del passato. ■
SGARAVATTI GROUP
Il futuro del garden è esperienziale
Grazie a un mix tra digitale, sostenibilità e contatto diretto con il verde, osserva Rosi Sgaravatti, Ceo dell’azienda, i garden center si connoteranno sempre più anche come luoghi dove il consumatore va a imparare
a conoscere e rispettare la natura
Sgaravatti Group ha saputo interpretare i cambiamenti del mercato trasformando il proprio modello di garden center: ha ampliato l’offerta, investito in sostenibilità e innovazione digitale e posto al centro un cliente nuovo, sempre più informato e alla ricerca di emozioni e di un modo diverso di vivere il verde. Soddisfare questa esigenza sarà la sfida più significativa dei prossimi anni.
Guardando ai vostri inizi, come è cambiato il vostro punto vendita nel corso degli anni in termini di assortimento, layout e tipologia di clientela?
Il nostro core business è sempre stato il verde: piante, fiori, arbusti, prati. A Capoterra il punto vendita è cresciuto accanto al vivaio produttivo, mentre ad Arzachena abbiamo sviluppato una realtà che nel tempo è diventata un riferimento per il nord Sardegna e per la Costa Smeralda, con un’attenzione particolare alle esigenze di privati, professionisti e strutture ricettive. Negli


anni abbiamo razionalizzato gli spazi espositivi, soprattutto esterni, per renderli più fruibili alla clientela, migliorato gli impianti di irrigazione e ampliato le varietà disponibili, con l’inserimento periodico di piante diverse da quelle abitualmente reperibili sul mercato. La clientela si è evoluta insieme ai garden, diventando via via più informata e attenta. Accanto alle piante, che restano il cuore della nostra proposta, negli anni abbiamo inserito anche una selezione di prodotti per la cura delle piante e accessori per il giardino e la casa, il pet food, i barbecue, le decorazioni natalizie e tanto altro. L’idea è offrire ai clienti un’esperienza più completa, che accompagni la scelta delle piante con prodotti in grado di valorizzare e arricchire i loro spazi verdi. La recente apertura di un punto vendita a Cagliari ci ha permesso di portare la stessa passione in un contesto urbano, con una struttura più compatta e immediata, pensata non come vivaio ma come spazio dedicato alla vendita e all’esperienza del verde per chi vive la città.
Quando e perché avete deciso di introdurre nuovi reparti come barbecue, pet food, decorazioni natalizie o altro?
Quale di questi ha avuto il maggiore impatto sul vostro business?
Barbecue, pet food e decorazioni natalizie sono stati inseriti negli anni come completamento dell’assortimento, per offrire ai clienti un servizio più ampio e rendere la proposta più varia. A questo si sono aggiunti corsi ed eventi, che ci permettono di condividere conoscenze, avvicinare le persone al mondo delle piante e diffondere quella passione per il verde che da sempre accompagna la nostra storia. Tutti questi elementi hanno dato maggiore completezza alla nostra offerta, restando sempre in coerenza con il cuore verde che ci contraddistingue.
Qual è stata la scelta o il cambiamento più coraggioso che avete fatto nel vostro garden center in questi anni? E con il

senno di poi, rifareste la stessa cosa?
Più che di scelte coraggiose parlerei di una crescita progressiva e costante. A Capoterra e Arzachena abbiamo razionalizzato gli spazi, migliorato gli impianti e reso i punti vendita più funzionali. Con Cagliari abbiamo intrapreso un percorso diverso, scegliendo un format urbano più compatto e vicino alle esigenze di chi vive in città. A tutto questo si è affiancata l’attenzione alla sostenibilità, con l’installazione di impianti fotovoltaici e con sistemi di recupero e riciclo delle acque per l’irrigazione. Sono cambiamenti che hanno reso i nostri garden più efficienti e accoglienti, permettendoci di lavorare meglio e con maggiore attenzione alle persone e all’ambiente.
Come immaginate il vostro garden center tra 10 anni? Quali reparti, servizi o modelli di vendita saranno protagonisti del futuro?
Il modo di vivere il garden sta già cambiando e nei prossimi dieci anni probabilmente cambierà ancora di più. Pensiamo che i clienti non si limiteranno a cercare prodotti, ma daranno sempre più valore anche alle esperienze: vorranno conoscere il significato delle piante per la biodiversità, scegliere specie

adatte al nostro territorio e soluzioni verdi pratiche per la vita quotidiana, attente anche al risparmio idrico. Ci aspettiamo una crescente richiesta di consulenze personalizzate e di un rapporto più diretto con chi produce. Il digitale potrà facilitare la scelta, con strumenti semplici come QR code, schede interattive e contenuti multimediali, ma il cuore resterà l’esperienza sensoriale: colori, forme, profumi da scoprire tra le piante, da vivere in un allestimento, in un laboratorio o in un evento. Guardando avanti, ci immaginiamo punti vendita sempre più ordinati ed efficienti, con spazi espositivi chiari, una gestione del verde attenta alle risorse e una scelta di piante e prodotti in linea con le esigenze di chi ci sceglie. Il nostro auspicio è che il verde non venga percepito come un semplice bene di consumo, ma come un’esperienza da vivere nei punti vendita, un patrimonio da conoscere insieme e rispettare. Ci auguriamo che il garden del futuro non sia solo un luogo di acquisto, ma uno spazio che trasmetta rispetto per il territorio e la natura attraverso le piante, coltivando al tempo stesso una maggiore consapevolezza per l’ambiente in cui viviamo. ■

Garden Cagliari
Garden Capoterra
VIRIDEA
La sfida è e sarà nascondere il digitale per far emergere la bellezza della natura
Alberto Volpi, responsabile commerciale e zoo garden immagina un garden center dove la tecnologia si fa sempre più discreta e lascia spazio all’esperienza tangibile: la cura, il profumo e il piacere che la cura del verde sa trasmettere

Nata dall’esperienza di Rappo Srl, attiva dal 1983 nel settore del verde e delle aree sportive, Viridea apre il suo primo garden center a Cusago nel 1997 e avvia un percorso di crescita costante che la porta a dieci punti vendita in meno di vent’anni. L’inserimento dei reparti di alimentari biologici e naturali e, nel 2019, la nascita di Erba Matta, il marchio di ristorazione che unisce gusto e cultura del verde testimoniano che la società è in costante sviluppo.
Guardando ai vostri inizi, come è cambiato il vostro punto vendita nel corso degli anni in termini di assortimento, layout e tipologia di clientela?
Nel corso degli anni i nostri punti vendita si sono evoluti sempre più nel cercare di offrire un’offerta sempre più ampia e profonda
proponendo un assortimento sempre aggiornato in riferimento ad innovazione e tendenze del mercato senza dimenticare gli argomenti che sono sempre più identificati e ricercati in un garden center. Il layout è stato rivisto per renderlo fruibile e navigabile anche agli occhi dei clienti meno esperti, la clientela d’altro canto si è evoluta sempre più anche perché gli strumenti di comunicazione ed informazione sono diventati ormai ad uso e consumo quotidiano. Da qui la necessità di avere personale sempre più formato e professionale per dare sempre ai nostri clienti supporto ed informazioni precise.
Quando e perché avete deciso di introdurre nuovi reparti come barbecue, pet, decorazioni natalizie o altro? Quale di questi ha avuto il maggiore impatto sul vostro business?


Per quanto riguarda Viridea i nostri punti vendita nascono già con i reparti sopra citati all’interno del proprio layout. Nel corso degli anni gli stessi hanno variato proposta e spazi in ragione dell’andamento dei vari settori e delle esigenze e tendenze del mercato. Per quanto ci riguarda ogni reparto contribuisce, anche per stagionalità, alla salute del nostro business.
Qual è stata la scelta o il cambiamento più coraggioso che avete fatto nel vostro garden center in questi anni? E con il senno di poi, rifareste la stessa cosa?
La scelta più coraggiosa che abbiamo fatto in questi anni è quella di avere sempre una coerenza tra assortimento, spazi destinati ai clienti anche ludici, ed identità di Viridea, nonostante varie vicissitudini esterne alla vita del garden. Il messaggio di Viridea è sempre rimasto lo stesso, “siamo dedicati alla natura”, stringendo un patto con i clienti che ci hanno preso sempre più come punto di riferimento per la casa, il giardino, il Natale, il verde ed il pet.
Come immaginate il vostro garden center tra dieci anni? Quali reparti, servizi o modelli di vendita saranno protagonisti del futuro?
Immaginare i nostri garden fra dieci anni è un esercizio obbligatorio ma complesso, ci sarà sempre più interazione tra servizi smart e verde, ma la nostra forza è proprio quella di trasmettere la bellezza della vita all’aria aperta, della tradizione, dello stupore nel veder crescere una pianta, nel realizzare una composizione floreale, un addobbo natalizio o nel vedere la felicità del proprio cane o gatto premiandolo con un accessorio nuovo o un alimento prelibato. Quindi in sintesi, a mio avviso, dovremo “nascondere” l’evoluzione digitale in un mondo che, per fortuna, è principalmente materiale, fatto di terra e piante, mobili da giardino ed accessori per la casa fino ad alimentare i nostri piccoli pet. In un mondo di visualizzazioni e like dovremo garantire ai nostri clienti la soddisfazione di trovare beneficio in azioni materiali volte al benessere personale e della natura. ■

1990 • 2025 I GROSSISTI NEL
MONDO DEL GARDEN
L’evoluzione del mercato vista da tre realtà storiche
Tra assortimenti più ampi, servizi evoluti, canali digitali e attenzione alla sostenibilità, il ruolo di questo anello della filiera diventa sempre più strategico

1990•2025
DEODATO
Per noi è un’area strategica di crescita
Espansione e diversificazione dell’offerta sviluppo dei canali digitali e potenziamento dei servizi al cliente: sono le tre leve con cui
Stefano
Deodato, contitolare insieme ai fratelli Mirko e Rossana, punta a rafforzare il fatturato
Fondata nel 1973, Deodato ha iniziato la sua attività con un piccolo negozio di 50 metri quadrati. Nel corso degli anni, l'azienda è cresciuta fino a diventare un punto di riferimento nel settore della ferramenta professionale e del "fai da te". Oggi, gestisce tre punti vendita BricoCasa e dispone di una rete di agenti operativi in Puglia, Basilicata e Calabria, offrendo supporto commerciale e consulenze specializzate.

Quali sono i segmenti del garden rappresentati nella vostra offerta prodotto e come si è evoluto nel tempo il vostro catalogo in questo ambito?
La nostra offerta per il segmento Garden si è evoluta negli anni per rispondere a un mercato sempre più attento alla qualità, alla funzionalità e alla sostenibilità dei prodotti. Attualmente copriamo un ampio ventaglio di categorie, tra cui irrigazione, utensileria da giardino, arredo outdoor, vasi e contenitori, prodotti per la cura del verde, illuminazione per esterni. L’evoluzione del nostro catalogo è stata guidata da una doppia esigenza: da un lato, l’ampliamento della gamma per offrire un assortimento completo al punto vendita; dall’altro, un incremento della qualità e dell’innovazione, sia nei materiali che nella funzionalità dei prodotti.
Come vi posizionate in questo mercato? Quali sono i vostri punti di forza distintivi nel mondo garden rispetto agli altri attori (es. qualità, gamma, servizio post-vendita, logistica, sostenibilità)?
Ci posizioniamo come partner affidabile e flessibile per i
rivenditori del settore garden, grazie a una combinazione di ampiezza di gamma, selezione qualitativa e servizi su misura. Uno dei nostri principali punti di forza è la capacità di offrire un assortimento profondo, che va dal prodotto entry-level fino alle soluzioni professionali, mantenendo un elevato standard qualitativo in tutte le fasce.
Il servizio post-vendita, la disponibilità di stock, una logistica puntuale e capillare, e la personalizzazione dell’offerta in base alle esigenze del canale di vendita ci permettono di differenziarci.
Quali sono oggi i principali driver di crescita nel Garden - dai comportamenti di acquisto alla richiesta di prodotti più sostenibili - e tra questi su quali state puntando perché pensate incideranno maggiormente sul mercato nei prossimi anni?
Tra i principali driver di crescita nel mercato Garden rileviamo:
• L’aumento dell’attenzione al benessere domestico e al vivere all’aria aperta;
• L’importanza della facilità d’uso e manutenzione;
• L’interesse per soluzioni smart e tecnologiche, anche nel giardinaggio.
Stiamo puntando in particolare su prodotti innovativi, in grado di coniugare design e performance. Stiamo rafforzando l’offerta in quest’area, accompagnandola con strumenti di comunicazione che ne evidenziano i benefici al consumatore finale.
Tra ferramenta, garden center, GDS ed e-commerce, quali canali hanno maggiore peso per voi nelle vendite

del segmento garden?
Attualmente, i garden center specializzati e l’e-commerce rappresentano i canali più strategici per le nostre vendite nel segmento Garden, grazie alla loro capacità di valorizzare l’offerta tecnica e proporre una consulenza qualificata al cliente finale. In particolare, l’online ci consente di intercettare un pubblico più giovane e digitalizzato, con esigenze molto specifiche. Per questo stiamo lavorando per ottimizzare la presenza del nostro catalogo su questo canale, garantendo contenuti digitali efficaci.
Quali servizi (logistica, formazione, supporto al rivenditore, packaging, comunicazione) ritenete fondamentali per rafforzare il vostro posizionamento nel Garden?
Nel nostro modello di business, i servizi a valore aggiunto sono determinanti per consolidare la relazione con i clienti del mondo garden. In particolare, riteniamo fondamentali:
• una logistica efficiente e flessibile, che consenta consegne puntuali anche in alta stagione;
• programmi di formazione tecnica e commerciale per i rivenditori;
• materiali di comunicazione chiari e orientati al sell-out (schede prodotto, espositori, contenuti digitali);

• un servizio clienti dedicato, in grado di rispondere in tempi rapidi a qualsiasi esigenza post-vendita.
Investiamo costantemente in questi ambiti perché crediamo che la differenza si giochi non solo sul prodotto, ma sull’esperienza complessiva offerta al cliente.
Puntate a far crescere il fatturato sviluppato in questo segmento? Se sì, con quali strategie (offerta, servizi, canali distributivi) intendete rafforzare la vostra presenza nel breve e medio periodo?
Sì, il segmento Garden rappresenta per noi un’area strategica di crescita. Puntiamo a rafforzare il fatturato attraverso una strategia articolata su tre direttrici principali:
• espansione e diversificazione dell’offerta, con focus su prodotti innovativi;
• sviluppo dei canali digitali e rafforzamento della presenza nei punti vendita fisici attraverso merchandising mirato;
• potenziamento dei servizi al cliente, in particolare supporto commerciale.
Nel medio periodo prevediamo anche partnership con fornitori specializzati, ampliamento della rete vendita, sempre con una forte attenzione alla qualità.
Con riferimento alla vostra azienda, quali previsioni avete per il segmento Garden nel breve periodo in termini di volumi, margini e andamento della domanda?
Le nostre previsioni per il segmento Garden nel breve termine sono positive sia in termini di volumi che di marginalità. Ci aspettiamo una domanda in crescita, trainata dall’interesse crescente per il verde domestico e la sostenibilità. I margini sono previsti in leggera crescita, grazie all’introduzione di linee a maggiore valore aggiunto. Puntiamo a incrementare l’incidenza dei prodotti innovativi sul totale venduto, poiché crediamo che rappresentino la leva principale di differenziazione e fidelizzazione. ■
Offriamo un mix equilibrato tra riconoscibilità e convenienza
Arsenio Spinillo, Direttore Acquisti spiega che questo
è il risultato della combinazione di marchi propri, che rafforzano l’identità aziendale, e brand selezionati, che garantiscono qualità e fiducia al cliente
DFL, acronimo di “Distribuzione Ferramenta Lamura”, ha sede a Sala Consilina (provincia di Salerno).
Fondata oltre 45 anni fa da Giuseppe Lamura è ora guidata dai figli Pasquale, Francesco e Carol. Utensileria, ma anche articoli per l’edilizia, l’agricoltura e il giardinaggio, casalinghi, arredo per interni ed esterni: il suo catalogo conta oltre 30.000 referenze e 9 private label.

Quali sono i segmenti del garden rappresentati nella vostra offerta prodotto e come si è evoluto nel tempo il vostro catalogo in questo ambito?

La nostra proposta nel settore Garden si articola in più aree: attrezzature e utensili per il giardinaggio, irrigazione, arredo outdoor, barbecue e accessori per la cottura all’aperto, fino alla linea dedicata agli animali domestici. Negli ultimi anni il catalogo è cresciuto in quantità e in qualità, seguendo le nuove abitudini di consumo: da un lato la ricerca di prodotti performanti e durevoli, dall’altro la richiesta di soluzioni accessibili e veloci da utilizzare. L’evoluzione più rilevante riguarda proprio la sezione Grill & Pet, che da nicchia è diventata un comparto strategico per intercettare stili di vita sempre più orientati al comfort, al benessere, alla convivialità e alla cura della casa prendendo in considerazione i nostri amici pet.
Come vi posizionate in questo mercato? Quali sono i vostri punti di forza distintivi nel mondo garden rispetto agli altri attori?
DFL si posiziona come partner affidabile e flessibile per il rivenditore, con un’offerta che unisce ampiezza di gamma, logistica efficiente e attenzione costante alle esigenze del mercato. La nostra forza è la capacità di integrare prodotti a marchio proprio, che garantiscono margini competitivi e identità, con brand selezionati di riferimento, così da offrire un mix equilibrato tra riconoscibilità e convenienza. Inoltre,
la rete distributiva su cui possiamo contare ci permette di assicurare tempi rapidi di consegna e continuità di assortimento. Un ulteriore elemento distintivo è il nostro impegno per la sostenibilità, che si concretizza anche attraverso l’utilizzo di energia pulita nei nostri cicli lavorativi.
Quali sono oggi i principali driver di crescita nel Garden? Tra questi su quali state puntando?
Tre sono i driver che consideriamo centrali: la qualità, la sostenibilità e la praticità. La qualità perché i consumatori sono sempre più orientati a prodotti con un buon rapporto qualità-prezzo. La sostenibilità perché le persone sono sempre più attente all’impatto ambientale e prediligono articoli che coniughino funzionalità ed eco-compatibilità. La praticità perché chi acquista desidera articoli semplici da montare, manutenere e riporre. In questo scenario stiamo investendo soprattutto in linee moderne che uniscono utilità quotidiana e attenzione alla responsabilità ambientale. Riteniamo che questi ambiti siano i più promettenti per differenziare la nostra offerta e consolidare il rapporto con i clienti.
Tra ferramenta, garden center, GDS ed e-commerce, quali canali hanno maggiore peso per voi nelle vendite del segmento garden?
Il canale ferramenta continua a rappresentare il nostro punto di riferimento principale, perché incarna il valore della prossimità e del rapporto fiduciario con il cliente finale. Tuttavia, riconosciamo che i garden center hanno un ruolo crescente nella valorizzazione dei prodotti a maggiore contenuto emozionale, come barbecue e arredi outdoor. Allo stesso tempo, l’e-commerce resta un canale da monitorare e sviluppare, sia per la capacità di intercettare un pubblico ampio, sia per la velocità con cui sta cambiando le abitudini di acquisto. La nostra strategia è quindi multicanale: mantenere la centralità del rivenditore tradizionale e affiancarlo con strumenti che gli permettano di competere anche sul digitale.
Quali servizi ritenete fondamentali per rafforzare il vostro posizionamento nel Garden?
In un comparto fortemente stagionale come il Garden, la logistica è il primo servizio imprescindibile: disponibilità del prodotto nei momenti chiave e tempi di consegna certi sono elementi che fanno la differenza. Accanto a questo, la formazione che riserviamo ai nostri agenti di vendita – e, di riflesso, ai rivenditori – è decisiva: conoscere le caratteristiche tecniche, le modalità d’uso e i vantaggi di un prodotto consente di trasferire valore aggiunto al cliente finale.

Anche il packaging ha un ruolo importante: deve essere chiaro, accattivante e facilmente comprensibile. Infine, la comunicazione serve a rafforzare la percezione del brand e a creare campagne coordinate che aiutino il rivenditore a presidiare meglio il proprio mercato.
Con quali strategie puntate a far crescere il fatturato sviluppato in questo segmento presenza nel breve e medio periodo?
Il Garden è per noi un settore di crescita e ci siamo dati obiettivi chiari. Da un lato vogliamo arricchire l’offerta con nuovi articoli, in particolare nel mondo Grill & Pet, ampliando la gamma a marchio e continuando a stringere partnership selettive con produttori specializzati. Dall’altro, puntiamo a rafforzare i servizi al rivenditore: strumenti di comunicazione, formazione mirata e soluzioni logistiche sempre più efficienti. A livello di canali, continueremo a sostenere la ferramenta indipendente, che resta la nostra base, senza però trascurare l’opportunità di affiancare i clienti in un percorso di diversificazione dell’offerta, oggi sempre più orientata a coprire segmenti trasversali e a rispondere a bisogni generalisti.
Con riferimento alla vostra azienda, quali previsioni avete per il segmento Garden nel breve termine in termini di volumi, margini e andamento della domanda?
Le nostre previsioni per il comparto Garden sono positive. Ci aspettiamo una crescita moderata ma costante nei volumi, grazie all’incremento dei prodotti a marchio e al presidio di fasce di prezzo equilibrate. La domanda dovrebbe mantenersi stabile nei segmenti più tradizionali come utensili e irrigazione, mentre ci attendiamo un incremento più dinamico nei barbecue e negli accessori per animali domestici. In generale, notiamo che, mentre in passato i clienti tendevano a specializzarsi, oggi si orientano sempre più verso un approccio generalista, ampliando l’assortimento per intercettare un pubblico più ampio. Questa trasformazione conferma l’importanza di avere un catalogo versatile e ben strutturato, capace di sostenere la loro evoluzione. ■
VIRLINZI
Qualità, servizio e territorio: il nostro approccio al comparto
Il modello descritto da Filippo Consolo, Responsabile Commerciale è basato su assortimenti costruiti sull’esperienza, un equilibrio costante tra qualità e prezzo e un servizio logistico rapido
Da oltre cento anni Virlinzi opera in Sicilia nella commercializzazione e distribuzione prodotti di ferramenta, utensileria professionale ed hobbistica, elettricità, giardinaggio, acquedottistica, edilizia, termoidraulica e climatizzazione. Negli anni settanta ha partecipato del consorzio Ferritalia, oggi proprietario dei marchi Maurer, Maurer Plus, Papillon e Yamato.

Quali sono i segmenti del garden rappresentati nella vostra offerta prodotto e come si è evoluto nel tempo il vostro catalogo in questo ambito?
Siamo un’azienda associata a Ferritalia e distribuiamo i prodotti del catalogo Papillon. Nel corso degli ultimi 25 anni la nostra offerta è cresciuta in ampiezza e profondità, passando dalle 143 pagine del catalogo 2001 alle 300 pagine attuali.
Oggi il catalogo Papillon comprende una gamma molto ricca di macchine e utensili per la cura del giardino, tutto per l’irrigazione, le coperture e le recinzioni e molteplici prodotti per la vita all’aria aperta, gli hobby e il tempo libero. Abbiamo inoltre integrato l’assortimento con alcuni articoli legati alle esigenze del territorio regionale in cui operiamo.
Come vi posizionate in questo mercato? Qualità, gamma, servizio post-vendita, logistica, sostenibilità… Tra questi quali sono i punti di forza
che nel mondo garden vi stanno consentendo di distinguervi rispetto agli altri attori?
Il nostro assortimento è frutto di una selezione attenta e mirata ed è studiato per soddisfare le esigenze del consumatore finale, sia per un utilizzo hobbistico, sia, in misura minore, professionale. Da sempre si contraddistingue per l’equilibrio tra prezzo e qualità che ci consente di soddisfare al meglio ogni richiesta.
Quali sono oggi i principali driver di crescita nel mondo del Garden – dai comportamenti di acquisto alla richiesta di prodotti più sostenibili – e tra questi su quali state puntando?
In generale, nel mercato del garden si avverte una maggiore attenzione verso i prodotti eco-sostenibili e riciclabili. Notiamo anche una crescente attenzione verso strumenti di lavoro a batteria, che sono sempre più apprezzati dalla clientela.
Tra ferramenta, garden center, GDS ed e-commerce, quali canali hanno maggiore peso per voi nelle vendite del segmento garden?
La parte più rilevante delle nostre vendite si concentra nel canale tradizionale e riguarda i nostri marchi di proprietà (Papillon, Maurer, Yamato). Per quanto riguarda invece i garden center. siamo presenti a macchia di leopardo sul

territorio regionale in cui operiamo, che è quello della Sicilia.
Quali servizi (logistica, formazione, supporto al rivenditore, packaging, comunicazione) ritenete fondamentali per rafforzare il vostro posizionamento nel Garden?
Offriamo un servizio di consegna entro 3 giorni lavorativi con una percentuale di evasione del 96%. I nostri prodotti a marchio hanno un packaging funzionale ed attrattivo. Dal 2023 è operativo il progetto Accademia VirPro col quale realizziamo corsi formativi online per la forza vendita e i clienti. Ferritalia. Inoltre, supportiamo il nostro lavoro con una forte presenza sui social.
Puntate a far crescere il fatturato sviluppato in questo segmento? Se sì, con quali strategie (offerta, servizi, canali distributivi) intendete rafforzare la vostra
presenza nel breve e medio periodo?
Il settore non rappresenta il nostro core business. Ciò detto, il miglioramento dei servizi unito all’ampliamento dell’offerta e a un corretto posizionamento dei prezzi ci inducono ad essere piuttosto ottimisti sulle nostre possibilità di crescita anche in questo mercato.
Con riferimento alla vostra azienda, quali previsioni avete per il segmento Garden nel breve termine in termini di volumi, margini e andamento della domanda?
Negli ultimi anni il trend del settore è piuttosto stabile ma, grazie soprattutto alla qualità dei prodotti Papillon e al crescente gradimento del brand da parte della nostra clientela, riteniamo ragionevole un sensibile incremento delle vendite. ■

1990 • 2025 LE FIERE DI RIFERIMENTO
Il loro ruolo non è in discussione
L’avvento del digitale non ne ha ridotto il valore. Restano infatti un momento chiave per il networking e il contatto diretto con clienti e prodotti, offrendo visibilità, rafforzando la brand identity e anticipando trend e strategie di mercato

1990•2025
CHRISTMASWORLD
Francoforte, 6-10 febbraio 2026
quando l’ispirazione genera valore
Punto d’incontro tra creatività, innovazione e relazioni professionali, la fiera si conferma come il motore del mercato stagionale.
Intervista a Stefan Schopp, Show Director di Christmasworld
Qual è il vero valore aggiunto di questo evento rispetto ad altre fiere del settore, in termini di espositori, visitatori qualificati e opportunità di business?
Christmasworld è la principale fiera mondiale dedicata alla decorazione stagionale e festiva ed è anche una piattaforma di riferimento per il settore del verde. In fiera fioristi, garden center e rivenditori di articoli per il giardinaggio hanno la possibilità di incontrare fornitori internazionali di materiali per la floricoltura, decorazioni per giardini e per il Natale e le altre festività. Un altro valore aggiunto di questa fiera è la forte sinergia con Ambiente e Creativeworld che fa sì che questo sia di fatto l’unico evento dove è possibile trovare una così

ampia e diversificata offerta internazionale di prodotti e assortimenti complementari ad alto potenziale commerciale.
In che modo lavorate per garantire un ritorno concreto sull’investimento per gli espositori e quali strumenti utilizzate per attrarre buyer e professionisti di alto profilo?
Christmasworld collega i professionisti in modo rapido ed efficiente sia in presenza sia in formato digitale.
Con il nostro nuovo strumento di matchmaking basato sull’intelligenza artificiale, acquirenti e visitatori ricevono suggerimenti di contatto personalizzati già a partire dal momento della registrazione.


Inoltre, la funzione di ricerca digitale degli espositori dotata di filtri avanzati consente ai visitatori di organizzare la visita andando a individuare i fornitori rilevanti in base a gruppi di prodotti o a interessi specifici, come ad esempio Ethical Style by Christmasworld, il nostro programma dedicato alla sostenibilità. Venendo invece alla seconda parte della sua domanda, mi piace sottolineare il ruolo fondamentale svolto dal Messe Frankfurt Business Club, che garantisce ai buyer di alto livello un ambiente premium e confortevole per tutta la durata della fiera, con accesso a lounge riservate, Wi-Fi veloce, servizi di concierge e catering, oltre a condizioni alberghiere vantaggiose. In questo modo consente loro di concentrarsi esclusivamente sugli affari e di valorizzare al massimo le opportunità di costruire relazioni di business di valore.
Christmasworld è una manifestazione internazionale dedicata alle decorazioni stagionali e festive, al visual merchandising, all’illuminazione e a tutto l’ambito “festività & atmosfera” per negozi, centri urbani, centri commerciali e attività legate all’arredo e al retail. Si svolge in contemporanea con Ambiente e Creativeworld presso Messe Frankfurt. Propone anche un programma di conferenze, webinar, percorsi tematici e seminari e aree espositive come Decoration Unlimited, Christmasworld Trends 26+ ed Ethical Style.

In conclusione, perché un’azienda dovrebbe scegliere di esporre a Christmasworld e perché un operatore professionale non dovrebbe perdere l’occasione di visitarla?
Christmasworld è una fonte di ispirazione esclusiva e attentamente curata e propone allestimenti emozionali e idee che contribuiscono concretamente a stimolare le vendite. Proprio per questo è riconosciuta come l’evento di riferimento per chi vuole avere successo nel business stagionale e natalizio. Un‘altra ragione è che offre la possibilità di scoprire le ultime tendenze con Christmasworld Trends 26+ e anche di vivere presentazioni emozionali di prodotto come Decoration Unlimited. In sostanza Christmasworld è l’appuntamento da non perdere per chi sia interessato a incrementare il fatturato stagionale e a portare nuova energia al proprio punto vendita. ■

Settori merceologici:
■ Articoli per il presepe e decorazioni natalizie
■ Decorazioni annuali e stagionali
■ Nastri e carte da regalo
■ Piante e fiori artificiali
■ Candele e incensi profumati
■ Articoli pirotecnici
■ Articoli e accessori per il party
■ Illuminazione e Shop & Display
Dati ultima edizione:
• Espositori: 665
• Paesi rappresentati: 114
• Superficie lorda espositiva: 73.257 mq
• Visitatori: 34.583
• Grado di internazionalità dei visitatori: 75 %
EIMA INTERNATIONAL
Bologna, 10-14 Novembre 2026
Nell’era del digitale vince il reale: EIMA rilancia il valore dell’incontro
Per Simona Rapastella, Direttore Generale di FederUnacoma, un punto di forza della manifestazione è che risponde al bisogno di esperienze autentiche che compensa il diffondersi di IA e realtà virtuale unendo tecnologia, business e contatto umano
Qual è il vero valore aggiunto di questo evento rispetto ad altre fiere del settore, in termini di espositori, visitatori qualificati e opportunità di business?
L’esperienza dell’EIMA dimostra che due elementi sono fondamentali per il successo di una rassegna “business-to business”: la qualità delle tecnologie esposte e la caratura internazionale dell’evento. L’EIMA è da sempre focalizzata sull’innovazione, perché le case costruttrici espongono il meglio della produzione e le novità di gamma, e partecipano numerosissime al concorso Novità Tecniche. Una rassegna con queste caratteristiche consente agli operatori di avere,

con una sola visita in fiera, un aggiornamento pressoché totale sul settore, e questo ottimizza l’attività di business. Per quanto riguarda la dimensione internazionale, bisogna ricordare che la domanda di meccanizzazione agricola è destinata a crescere a livello mondiale perché la produzione agricola è in crescita in ogni continente sia in termini di quantità sia in termini di qualità. I mercati di riferimento sono oggi quelli tradizionali, vedi in particolare Europa e Stati Uniti, ma anche quelli emergenti, vedi ad esempio il Sud Est Asiatico e l’Africa. Una rassegna come l’EIMA offre la possibilità di monitorare tutte queste realtà, creando occasioni di business che guardano in ogni direzione.

Come lavorate per garantire agli espositori un ritorno concreto sull’investimento, e quali strumenti mettete in campo per attrarre buyer e operatori professionali di alto profilo?
Come organizzatori abbiamo il dovere di costruire un “contenitore” il più efficiente e funzionale possibile, offrendo una copertura merceologica completa, una ripartizione razionale delle aree tematiche, un sistema di servizi che favorisca realmente le attività di business, vedi ad esempio l’assistenza nella contrattualistica, i servizi di interpretariato per gli operatori economici, la miglior copertura possibile in


termini di comunicazione e stampa. Prezioso si è dimostrato negli anni il lavoro di selezione degli operatori che la nostra organizzazione riesce a fare con i propri database, e con la collaborazione di istituzioni come l’ICE che con noi organizza le numerosissime delegazioni estere. Questo è molto importante perché il valore di una rassega si misura sui dati di affluenza (EIMA ha raggiunto il suo record la scorsa edizione con quasi 350 mila presenze) ma anche sulla qualità dei contatti e sulle concrete opportunità di business. Se la
EIMA International è l’Esposizione Internazionale di Macchine per l’Agricoltura e il Giardinaggio, rassegna a cadenza biennale promossa dal 1969 da FederUnacoma (Federazione Nazionale Costruttori Macchine per l’Agricoltura) ed organizzata dalla sua società di servizi FederUnacoma surl, in collaborazione con BolognaFiere. Alla rassegna, organizzata in 14 settori merceologici e articolata anche nei saloni specializzati di EIMA Componenti, EIMA Green,
nostra organizzazione predispone il “contenitore”, le industrie espositrici si occupano del “contenuto”, vale a dire la gamma dei prodotti da esibire, e da promuovere con le migliori strategie di branding e marketing. Da questa sinergia nasce il successo complessivo della rassegna.
Perché un’azienda dovrebbe scegliere di esporre e perché un operatore non dovrebbe mancare di visitarla?
Siamo ormai entrati nell’era della realtà virtuale, e dell’intelligenza artificiale che scompone, decontestualizza e spesso falsifica la realtà. Questo sta producendo un bisogno di compensazione, un interesse per la fiera proprio come luogo fisico. Gli operatori hanno bisogno di vedere i prodotti nella loro concretezza e di stabilire relazioni reali con le case costruttrici, soprattutto in un settore come quello della meccanica agricola nel quale l’acquisto di una tecnologia è un investimento importante che richiede una conoscenza diretta del prodotto e dell’azienda costruttrice. Insomma, la fiera è per gli espositori come per i visitatori un’esperienza insostituibile, la sfida è renderla sempre più ricca, utile e gratificante. ■

EIMA Energy, EIMA Idrotech ed EIMA Digital, partecipano direttamente industrie costruttrici di ogni continente.
Dati ultima edizione:
• Espositori: 1.750
• Paesi rappresentati: 50
• Superficie lorda espositiva: 375.000 mq (122.000 mq la superficie espositiva netta)
• Visitatori: 346.800 di cui 63.100 provenienti da 150 Paesi.
EUROFLORA
Genova, 2028
Il valore del verde tra imprese e territorio
Per Corrado Brigante, Project Manager Euroflora (Porto Antico di Genova), la manifestazione è oggi un motore di relazioni tra aziende, istituzioni e pubblico nel quale il verde diventa strumento di sviluppo sostenibile
Rispetto ad altre fiere del settore qual è il valore aggiunto di questa manifestazione?
Euroflora si inserisce nella categoria delle "floralies", manifestazioni internazionali nate per promuovere la cultura del verde. In quasi sessant’anni di storia, ha saputo rivoluzionare i suoi spazi e il suo format, evolvendo dalla concezione puramente estetica del 1966 a un moderno strumento di comunicazione e marketing. I suoi contenuti sono stati approfonditi e professionalizzati per dialogare con un pubblico più esigente, composto sia da visitatori consapevoli che da operatori del settore. Dopo due edizioni nei Parchi e nei Musei di Nervi, il ritorno nell'ex quartiere fieristico - oggi trasformato nel Waterfront di Levante su progetto di Renzo Piano - ha rappresentato la scenografia ideale. Questa scelta ha offerto un'anteprima di come un uso sapiente del verde possa migliorare la vivibilità urbana e il nostro benessere. Tutto ciò apparirà in modo ancora più evidente nel 2028, quando il progetto del Waterfront sarà interamente completato. Oggi Euroflora parte dalle eccellenze produttive per connettersi a temi di grande attualità come l'architettura del paesaggio, la ricerca, l'innovazione e la sostenibilità, offrendo al contempo proposte di coinvolgimento interattivo. I giovani sono diventati protagonisti di una nuova percezione dell'evento e lo saranno ancora di più in futuro. Una ricerca commissionata da Regione Liguria ha infatti evidenziato un interesse crescente nella fascia più giovane, con una soddisfazione (88,4%) e una propensione a ritornare (88,9%)

decisamente superiori alla media. Questo gradimento nasce da un mix estremamente variegato. A livello espositivo, basti pensare ai monumentali esemplari di palme della Florida, alla collezione di bonsai, alle cactacee del Jardin Exotique de Monaco o alle perfette ambientazioni di Liguria, Piemonte, Marche e Campania, fino alle dodici realizzazioni di architettura del paesaggio selezionate per il concorso "Ars Urbana". Quattro arene hanno offerto al pubblico e agli operatori 150 eventi, tra cui incontri con personalità del calibro di Stefano Mancuso, Mario Tozzi, Federico Quaranta e Peppe Vessicchio. Si sono tenute lezioni giornaliere di maestri fioristi, garden designer e maestri bonsaisti di fama internazionale come il giapponese Naoki Maeoka, oltre ai laboratori dei Carabinieri Forestali. La sostenibilità ha permeato ogni aspetto della mostra: dalla

scelta di materiali riciclati e riciclabili per gli allestimenti, come legno e cartone, al tema del concorso di architettura del paesaggio. I temi dell'innovazione e della ricerca sono stati sviluppati dall'Istituto Italiano di Tecnologia (IIT), con dimostrazioni delle tecnologie più avanzate per l'agriflorovivaismo; da Space V dell'astronauta Franco Malerba, con il prototipo di serra spaziale; e da Nemo's Garden, con le sue sfere per la coltivazione sottomarina di piante a uso alimentare.
Cosa fate per garantire agli espositori un ritorno sull’investimento e per attrarre buyer e operatori professionali di alto profilo?
Dal punto di vista economico, la differenza sostanziale rispetto a una fiera tradizionale è la gratuità degli spazi espositivi, come previsto dal regolamento AIPH per le floralies. Lo stesso vale per un'importante quota di materie prime, come sabbia e tappeto erboso. Gli espositori sono chiamati a realizzare un’esposizione a giardino che esprima la loro eccellenza produttiva e sappia anche ricreare e suggerire ambientazioni capaci di stimolare un concreto interesse al consumo. A garanzia delle linee guida dell'esposizione è stato istituito un comitato scientifico composto da professionisti di chiara fama. I concorsi, altro elemento distintivo delle floralies riconosciute da AIPH, rappresentano un incentivo economico e un prestigioso riconoscimento del livello raggiunto dai produttori. Ne sono stati organizzati 254 - suddivisi tra tecnici, estetici e d'onore - con un montepremi complessivo di oltre 150.000 euro. L'iscrizione è gratuita. Nelle ultime tre edizioni i giurati sono stati scelti tra i più qualificati esperti di caratura internazionale. Per la tredicesima edizione, i 105 giurati sono stati affiancati dai 7 membri del comitato scientifico e assistiti da una complessa macchina organizzativa, garanzia di qualità per vincitori e visitatori. Determinante, sul piano professionale, il contributo del MASAF e delle Associazioni di categoria – ANVE, Coldiretti, Confagricoltura, Federfiori e Affi. Oltre ad aver realizzato aree espositive tra le più apprezzate per contenuti e progettazione, hanno arricchito il programma con appuntamenti di altissimo livello, come la presentazione in anteprima dell’Osservatorio ANVE-ICE sul florovivaismo italiano, il convegno Coldiretti-CNR “Dal Bosco alla città. Il verde che cura” e il seminario di Confagricoltura sul futuro


del settore tra ricerca e mercati globali. Il Mercato Verde, area dedicata ad attrezzature, prodotti per il giardinaggio e vendita diretta, costituisce per le aziende una fonte di ricavo immediato e una delle poche voci di entrata, insieme a biglietteria e sponsorizzazioni, per la società organizzatrice Porto Antico di Genova. Grazie alla rafforzata collaborazione con ICE Agenzia, è stata realizzata una campagna pubblicitaria sulle principali testate estere di settore e sono state organizzate missioni B2B per oltre 80 buyer da Europa, Paesi Arabi, Far East e Canada. Per la prima volta, una giornata interamente dedicata agli operatori ha visto la presenza di missioni organizzate dalle Camere di Commercio di Genova e di Nizza e dalla rete EEN (Enterprise Europe Network), a cui si è aggiunta una delegazione dal Kazakhstan.
Perché un’azienda dovrebbe scegliere di esporre e perché un operatore non dovrebbe mancare di visitarla? Euroflora si afferma oggi come una delle rare occasioni in Europa capaci di riunire e far dialogare l'intera community del settore. Offre opportunità di incontro trasversali in un contesto scenografico di grande bellezza, dove la ricreazione di giardini e ambienti naturali offre un panorama vastissimo e una valorizzazione dei prodotti inimmaginabile in altri contesti. Forte di una grande attenzione mediatica, Euroflora è essa stessa un potente strumento di comunicazione. Con i suoi 200.000 visitatori, rappresenta un caso unico nel panorama degli eventi specializzati di settore. ■
Dati ultima edizione:
• Espositori: 400 + 154 giardini
• Visitatori: 200 mila circa
• Superficie espositiva: oltre 85 mila mq
MY PLANT & GARDEN
Milano Rho Fiera, 18 - 20 febbraio 2026
Siamo il riferimento per l’orto-florovivaismo e il garden
Secondo Valeria Randazzo, Exhibition Manager, la
fiera
offre un
ecosistema
per sviluppare relazioni, innovazione e opportunità di crescita
Come si posiziona la fiera nel panorama fieristico nazionale e internazionale del settore e quali elementi ne definiscono l’unicità?
Sin dall’anno del debutto a livello nazionale, Myplant si è distinta per la rapida crescita da ogni punto di vista: superfici occupate, aziende e visitatori partecipanti, qualità del visitatore. Ciò l’ha resa un ‘caso’ all’interno del panorama fieristico internazionale, posizionandola ai vertici delle agende di chi opera nel settore e nel cuore dei mercati di riferimento. Per noi è un grande onore, ma anche un pungolo, un richiamo alle nostre responsabilità di organizzatori. Un concetto che ci è ben chiaro, sul quale lavoriamo tutto l’anno per raggiungere, insieme a chi partecipa alla fiera, nuovi traguardi e nuove soddisfazioni.

professionali del verde vivo e progettato, in ogni sua sfumatura. La nostra intenzione è far sì che qualunque operatore del comparto in cerca di qualsiasi soluzione trovi ciò di cui ha bisogno e scopra di poter contare su quanto di meglio, più proficuo, innovativo e affidabile si possa trovare sul mercato. Questo è il concetto che fa da perno a Myplant: la combinazione unica di ampiezza espositiva, qualità dei visitatori - architetti, paesaggisti, buyer, distributori, garden center, amministrazioni pubbliche, progettisti, rivenditori e operatori specializzati -, internazionalità su tutti i fronti. Ciò crea le condizioni ideali per sviluppare business domestico e su scala più ampia.
Qual è il vero valore aggiunto che questa manifestazione rispetto ad altre fiere del settore, in termini di espositori presenti, visitatori qualificati e opportunità di business?
Myplant è la più importante manifestazione italiana, e seconda in Europa, per i professionisti internazionali dell’ortoflorovivaismo: un comparto composito che annovera fiori e piante, vasi e chimica, macchinari e progettazione, decorazione, vivai e arredo. È una grande vetrina organizzata in 9 macrosettori espositivi, garanzia di un’ampiezza di offerte, soluzioni e innovazioni davvero unica. Quando abbiamo iniziato questa grande avventura fieristica ci eravamo posti l’obiettivo di diventare il grande contenitore delle filiere
Come lavorate per garantire agli espositori un ritorno concreto sull’investimento e quali strumenti mettete in campo per attrarre buyer e operatori professionali di alto profilo?



Lavoriamo tutto l’anno per individuare, selezionare, invitare i profili più in target con ciò che gli espositori chiedono a Myplant. Lo facciamo nei nostri uffici, lo facciamo in collaborazione con agenzie governative e agenzie specializzate che si affiancano al nostro lavoro.
Definiamo tempi, modi, budget e obiettivi di reclutamento piuttosto stringenti. Facciamo una analisi delle realtà imprenditoriali con cui veniamo in contatto, valutiamo i bilanci e le potenzialità di spesa, chiediamo conferme alle rappresentanze di categoria locali. Attiviamo anche programmi di ospitalità in situazioni particolarmente promettenti. La presenza di decine di delegazioni ufficiali di buyer da decine di paesi, tra Europa, Medio Oriente e Asia, testimonia la capacità di attrarre operatori da mercati diversi e in espansione. Questo rende Myplant & Garden non solo la fiera italiana di riferimento, ma una piattaforma internazionale per l’incontro tra domanda e offerta. In questo processo intervengono anche molti nostri espositori, che ci indicano con precisione i loro desiderata: è una cooperazione che abbiamo attivato sin dall’edizione del debutto: era il 2015. La programmazione del business, per chi vende e per chi
acquista, è un elemento fondamentale per il successo.
Perché un’azienda dovrebbe scegliere di esporre e perché un operatore non dovrebbe mancare di visitarla?
All’espositore possiamo dire che Myplant è la rassegna che offre la più alta qualità del profilo del visitatore, sia esso italiano o internazionale, sia esso del mondo trade o del mondo professionale, che diventa trade in un secondo momento. Al visitatore possiamo dire che il Salone internazionale del Verde offre la più ampia e completa esposizione di aziende del settore, è l’evento culturalmente più ricco e profondo, è il momento di relazione più proficuo, è una piattaforma di networking unica, è il palcoscenico formativo più aggiornato, integrale e rilevante, è l’opportunità migliore per confrontare i prodotti e le soluzioni più nuove e innovative. ■

Myplant & Garden, la più importante fiera internazionale in Italia dedicata ai professionisti dell’orto-florovivaismo, del garden, del paesaggio e del verde sportivo.
Dati ultima edizione:
• Espositori: 810 marchi
• Visitatori: oltre 27 mila

• Superficie espositiva: 55.000 mq
• Macrosettori espositivi: Vasi, vivai, tecnica, servizi, macchinari, fiori, decorazione, sport & landscape, arredo giardino
• Delegazioni ufficiali rientrate nel Buyers Program: 200 provenienti da 45 Paesi e 5 continenti.
ZOOMARK
BolognaFiere, 11-13 maggio 2027
Un hub internazionale per la pet industry globale
Riunendo aziende, buyer e professionisti da tutto il mondo favorisce connessioni strategiche, sviluppo di business e visioni condivise per il futuro del settore.
Ne parliamo con Luisa Bersanetti, Exhibition
Manager
Qual è il vero valore aggiunto che questa manifestazione rispetto ad altre fiere del settore, in termini di espositori presenti, visitatori qualificati e opportunità di business?
Zoomark è la fiera internazionale b2b del pet food e del pet care che ogni due anni riunisce a BolognaFiere tutti i professionisti del settore dei cinque continenti: espositori di livello mondiale e visitatori altamente qualificati che ricercano opportunità di business concrete. I numeri dell’edizione 2025 (che si è svolta dal 5 al 7 maggio 2025) parlano da soli: 1.268 espositori - di cui 43 startup - su 90.000 metri quadrati di area espositiva, mentre sono stati sfiorati i 31,000 visitatori con una crescita importante della componente estera. Ma al di là dei dati, ciò che rende Zoomark unica è l’atmosfera che si crea: stimolante, produttiva, capace di generare dialogo e relazioni di valore. Zoomark quindi non è solo una fiera, ma un vero hub globale per il pet food e il pet care. È il luogo dove le aziende incontrano buyer qualificati da tutto il mondo, dove nascono partnership e dove si delineano le prospettive future del mercato. Con l’edizione 2027 - in programma dall’11 al 13 maggio - vogliamo consolidare questo ruolo, rafforzando ulteriormente il nostro posizionamento internazionale, costruendo un evento sempre più efficiente, orientato al business e capace di catalizzare progresso per l’intero comparto.

Come lavorate per garantire agli espositori un ritorno concreto sull’investimento e quali strumenti mettete in campo per attrarre buyer e operatori professionali di alto profilo? Per noi è fondamentale offrire agli espositori un ritorno concreto sull’investimento, creando occasioni di incontro realmente produttive con buyer e operatori qualificati. Per questo abbiamo sviluppato un programma mirato che combina selezione accurata dei buyer internazionali, strumenti digitali per facilitare il matchmaking e servizi esclusivi in fiera, come aree dedicate al networking e pacchetti di ospitalità pensati per agevolare le relazioni di business. Accanto a queste iniziative, la costruzione di partnership strategiche resta al centro del nostro lavoro. Lo abbiamo dimostrato già nel 2025 con l’ingresso di Zoomark in EPO - European Pet Organization, la partnership con la fiera turca Petzoo Eurasia e la recente collaborazione con la Pet Sustainability Coalition negli

Stati Uniti: passi concreti che rafforzano le sinergie con gli stakeholder del settore e consolidano la nostra presenza nei mercati chiave.
In questo modo Zoomark si conferma non solo come un appuntamento fieristico di riferimento, ma come una piattaforma internazionale capace di generare valore, connettere attori globali e stimolare la crescita dell’intera industria pet.
Perché un’azienda dovrebbe scegliere di esporre e perché un operatore non dovrebbe mancare di visitarla?
Per gli espositori Zoomark 2027 rappresenta una vetrina internazionale unica, capace di garantire visibilità mirata e costante grazie a percorsi tematici e aree speciali che guidano i visitatori alla scoperta delle novità più interessanti. Esporre a Zoomark significa entrare in contatto con buyer e operatori qualificati da tutto il mondo, valorizzare le proprie innovazioni all’interno di format esclusivi come l’area dedicata alle novità di prodotto - Pet Vision - e beneficiare di un contesto che favorisce concretamente lo sviluppo di relazioni commerciali e strategiche. Allo stesso modo, visitare Zoomark implica non solo di scoprire un’esposizione completa e aggiornata del settore, ma anche la partecipazione a un fitto calendario



di eventi formativi e di networking: conferenze, workshop e dimostrazioni live, con focus sui temi più caldi per il mercato. Le sei aree tematiche speciali, che si sono confermate tra gli elementi di maggiore interesse e successo dell’evento di quest’anno - Factory per sostenibilità e supply chain, Next 5.0 per start-up e pet tech, Pet Vision per i trend emergenti, Atelier per l’eccellenza premium, Aqua Project per acquari e terrari hi-tech e PawFect! per il grooming con formazione e spettacolo - saranno riproposte anche nell’edizione 2027, offrendo un’esperienza immersiva in grado di anticipare i trend e fornire spunti concreti per far crescere il proprio business.
In sintesi, esporre a Zoomark significa mettere in luce la propria offerta davanti a un pubblico internazionale, mentre visitarla consente di accedere direttamente a idee, contatti e innovazioni che stanno definendo il futuro della pet industry. Chi sceglie Zoomark trova non solo visibilità, ma soprattutto connessioni strategiche, competenze specialistiche e un punto di riferimento autorevole che continua a crescere insieme al mercato pet globale. ■
Da 21 edizioni, Zoomark è la fiera b2b del pet food e del pet care riconosciuta come punto d’incontro internazionale fra l’industria e la distribuzione nel settore del pet perché ogni due anni coinvolge tutti gli attori della filiera produttiva e distributiva.
Dati ultima edizione:
• Espositori: 1.268, (tra cui anche 43 startup) provenienti da 56 Paesi
• Visitatori: 30.826, più del 64% provenienti dall’estero
• Superficie espositiva: 90.000 mq
1990 • 2025 I PROTAGONISTI DI QUESTI 35 ANNI
Nuovi modelli per un mercato in grande evoluzione
Vi proponiamo un racconto a più voci di come i player del settore si sono confrontati con la profonda trasformazione del mercato, rinnovando prodotti, servizi e modelli di business. Dalla sostenibilità al digitale, ecco quali sono le leve su cui puntano oggi per cogliere le nuove opportunità e rafforzare competitività e posizionamento

1990•2025
ART PLAST - I PROTAGONISTI DI QUESTI 35 ANNI
PUNTIAMO SU FUNZIONALITÀ, SOSTENIBILITÀ E DESIGN
Da quanto tempo operate nel settore Garden e quali sono le tappe considerate decisive nell’evoluzione della vostra azienda?
Art Plast opera nel settore Garden da 15 anni, distinguendosi per innovazione, qualità e sostenibilità, valori che continuiamo a perseguire nello sviluppo dei nostri prodotti per il giardino. Tra le tappe più decisive nella nostra evoluzione ricordiamo l’introduzione dei primi articoli per il giardino in plastica riciclata, che ha segnato il nostro impegno concreto verso la sostenibilità; l’automazione dei processi produttivi mantenendo alti gli standard qualitativi e l'espansione verso i mercati esteri, che ha consolidato la nostra posizione come realtà a livello internazionale nel settore Garden.
Come si è trasformata la vostra offerta di prodotto e di servizi per rispondere all’evoluzione del concetto di ‘vivere il giardino’ e, quindi, delle esigenze del consumatore?

In Art Plast abbiamo colto questo cambiamento come un’opportunità di crescita, ampliando la nostra offerta con prodotti che uniscono funzionalità, estetica e sostenibilità. Oggi proponiamo soluzioni pensate per migliorare la vivibilità degli spazi outdoor: vasi di design, pavimentazioni ad incastro, mobili resistenti alle intemperie, ideali per creare ambienti belli e funzionali. Al centro della nostra visione c’è la sostenibilità, i nostri articoli sono prodotti con plastica riciclata rispettando l’ambiente.
Su quali trend di consumo vi state concentrando in particolare per confermare e anche rafforzare la vostra rilevanza sul mercato del garden?
Abbiamo identificato alcuni trend chiave su cui stiamo concentrando la nostra strategia, spinta da nuove abitudini di consumo e da una crescente attenzione alla sostenibilità:
- Design e funzionalità: Il giardino è oggi uno spazio da vivere e arredare con cura. Proponiamo infatti prodotti che uniscono design e funzionalità, come i nostri vasi Nova vita, piastrelle auto aggancianti, e armadi e bauli.
- Sostenibilità e materiali riciclati: Investiamo in soluzioni a basso impatto, come la linea Nova Vita, realizzata al 100% con plastica riciclata.
- Facilità d’uso e manutenzione: Progettiamo articoli facili da montare e durevoli nel
Davide Baraggioli. Direttore commerciale
tempo, ideali anche per chi cerca soluzioni rapide e pratiche. È su queste leve che continuiamo a costruire e rafforzare la nostra presenza nel mercato, puntando su un’offerta sempre più completa, attenta alle tendenze e orientata al valore.
Come si articola la vostra strategia commerciale tra retail tradizionale, GDS, e-commerce e altri canali? In quali canali distributivi del garden siete oggi presenti e tra questi qual è quello per voi più rilevante e nel quale state ottenendo le migliori performance di vendita?
La nostra strategia commerciale si articola su più canali, con un approccio multicanale che ci permette di essere presenti in modo capillare sul mercato del garden. Siamo attivi in: GDS, tra cui il fai-da-te e giardinaggio, che rappresenta uno dei nostri canali più rilevanti per volumi e visibilità; Retailer, attraverso una rete di rivenditori locali e negozi specializzati, fondamentale per presidiare il territorio e offrire un servizio più diretto;


E-commerce, è un ambito su cui stiamo lavorando ed in fase di implementazione, soprattutto per raggiungere nuovi target e mercati internazionali. Oggi otteniamo le migliori performance nella GDS specializzata, dove possiamo valorizzare la qualità e l’estetica dei nostri prodotti. Tuttavia, guardiamo con grande attenzione anche i retailer e l’e-commerce, che consideriamo strategico per il nostro futuro.
Con quali attività sostenete oggi i punti vendita nella valorizzazione dei vostri prodotti? Garantite il supporto sempre o
soltanto in occasione del lancio di una novità?
Supportare i punti vendita è per noi un elemento centrale della strategia commerciale, non solo in fase di proposta articoli, ma durante tutto l’anno. Puntiamo a valorizzare l’offerta, rafforzare il sell-out e garantire un’esperienza d’acquisto di qualità.
Ai nostri clienti proponiamo materiale espositivo (totem, cartellonistica, schede tecniche), come il recente podium dedicato ai vasi Nova Vita, con grafiche utili a far conoscere meglio il prodotto. Su richiesta dei clienti proponiamo alcuni display e layout espositivi, mostrando come disporre gli articoli sugli scaffali e garantirne quindi la visibilità.
Infine, proponiamo offerte promozionali stagionali, prestagionali e in base ai vari periodi dell’anno (black Friday, etc..) e un’assistenza post-vendita rapida ed efficiente.
In che modo integrate presenza fisica e strumenti digitali per costruire una relazione più efficace e continuativa con il consumatore
Oggi costruire una relazione efficace con il consumatore significa garantire una presenza integrata, sia nel punto vendita fisico che nei canali digitali.
Per questo ritengo fondamentale visitare personalmente i clienti nei punti vendita: un’occasione preziosa per offrire supporto diretto, raccogliere feedback concreti e proporre soluzioni che rispondano meglio alle esigenze del mercato. Lato fisico, i nostri prodotti sono distribuiti capillarmente sul territorio attraverso GDS, retail e rivenditori specializzati, dove puntiamo molto sulla visibilità a scaffale e sul materiale informativo. Stiamo anche investendo in modo crescente sugli strumenti digitali, che ci permettono di mantenere un dialogo diretto e continuativo con i nostri clienti, ad esempio con il sito web e i canali social.
Se doveste riassumere in tre parole
chiave le leve su cui intendete puntare della vostra azienda in questo mercato, quali scegliereste e perché?
Le tre parole chiave che sintetizzano la nostra strategia nel mercato del garden sono:
• Funzionalità, perché i nostri prodotti nascono per rispondere a esigenze reali, con soluzioni pratiche, facili da usare, resistenti e adatte a diversi contesti abitativi
• Sostenibilità, perché crediamo che oggi il mercato premi chi sa coniugare innovazione e responsabilità ambientale. Lavoriamo con materiali rigenerati, processi produttivi efficienti e un approccio attento all’ecosostenibilità.
• Design, perché vivere il giardino oggi significa anche valorizzare l’estetica e creare ambienti belli, curati e in linea con lo stile della casa, puntando su linee pulite e finiture versatili. ■
ISI PLAsT - I PROTAGONISTI DI QUESTI 35 ANNI
COSTRUIAMO RELAZIONI
SOLIDE CON I BUYER
Da quanto tempo operate nel settore Garden e quali sono le tappe considerate decisive nell’evoluzione della vostra azienda?
ISI Plast opera nel settore Garden da oltre vent’anni, un arco di tempo in cui abbiamo visto crescere e trasformarsi le esigenze dei consumatori. Le tappe decisive per noi sono state l’introduzione di soluzioni plastiche innovative, pensate per coniugare resistenza, praticità e design, e il progressivo ampliamento della gamma destinata al mondo del giardinaggio e del Pet. Fondamentale anche l’attenzione crescente verso la sostenibilità: oggi gran parte delle nostre linee integra materiali riciclati o riciclabili, senza mai compromettere la qualità.
Come si è trasformata la vostra offerta di prodotto e di servizi per rispondere all’evoluzione del concetto di ‘vivere il giardino’ e, quindi, delle esigenze del consumatore?
Il giardino non è più solo uno spazio esterno, ma un ambiente da vivere

quotidianamente: relax, convivialità e cura delle piante si intrecciano. Per questo ISI Plast ha puntato su prodotti versatili, dal design curato e disponibili in molteplici formati e colori, in grado di integrarsi con i diversi stili di vita. Oggi offriamo soluzioni che uniscono estetica e funzionalità, con particolare attenzione alla praticità d’uso e alla durata nel tempo.
Su quali trend di consumo vi state concentrando in particolare per confermare e anche rafforzare la vostra rilevanza sul mercato del garden?
Stiamo lavorando su tre direttrici principali:
- Sostenibilità, con prodotti in plastica riciclata e riciclabile.
- Design e colore, perché il consumatore cerca soluzioni belle da vedere oltre che funzionali.
- Multifunzionalità, con articoli che si adattano a diversi contesti (giardino, balcone, terrazzo, spazi interni).
Come si articola la vostra strategia commerciale tra retail tradizionale, GDS e altri canali? In quali canali distributivi del garden siete oggi presenti e tra questi qual è quello per voi più rilevante e nel quale state ottenendo le migliori performance di vendita?
La nostra strategia commerciale punta a presidiare i principali canali: dal retail tradizionale, che rimane fondamentale per
Gianluca Melli CEO
il rapporto diretto con i clienti, alla Grande Distribuzione Specializzata (GDS), che ci permette di dare grande visibilità alla gamma e raggiungere un pubblico ampio ed eterogeneo. È proprio la GDS dedicata al Garden il canale per noi più rilevante e quello che oggi ci offre le migliori performance di vendita.
Con quali attività sostenete oggi i punti vendita nella valorizzazione dei vostri prodotti? Garantite il supporto sempre o soltanto in occasione del lancio di una novità?
Il nostro supporto non si concentra sul punto vendita singolo, ma piuttosto sulla collaborazione diretta con le catene che

scelgono i nostri prodotti. Lavoriamo insieme ai buyer per individuare le soluzioni più adatte alle loro esigenze e garantire sempre continuità di fornitura, qualità costante e flessibilità produttiva. Il nostro obiettivo è costruire rapporti solidi e duraturi con i nostri partner commerciali, offrendo un supporto costante e non limitato al lancio di novità.
In che modo integrate presenza fisica e strumenti digitali per costruire una relazione più efficace e continuativa con il consumatore?
La nostra presenza è principalmente fisica, attraverso la distribuzione dei nostri prodotti nei canali specializzati. Parallelamente, utilizziamo gli strumenti digitali come vetrina istituzionale per presentare la gamma e comunicare i nostri valori, in particolare quelli legati a sostenibilità, innovazione e qualità. Questo ci consente di rafforzare la percezione del brand e di creare un legame più diretto e continuativo con i consumatori.
Se dovesse riassumere in tre parole chiave le leve su cui intendete puntare della vostra azienda in questo mercato, quali scegliereste e perché?

Qualità, perché è da sempre il nostro tratto distintivo.
Sostenibilità, perché il futuro del settore passa da qui. Innovazione, perché solo anticipando i bisogni del consumatore possiamo restare competitivi e rilevanti. ■

MAKITA - I PROTAGONISTI DI QUESTI 35 ANNI
INNOVAZIONE E RAPPORTO QUALITÀ
E PREZZO
Da quanto tempo operate nel settore Garden e cosa ha convinto un gruppo internazionale come il vostro a interessarsi a questo mercato?
Makita è stata la prima azienda al mondo a commercializzare utensili professionali a batteria. Affermandosi nel tempo come il principale produttore al mondo di elettroutensili e come fornitore globale di una gamma completa di strumenti, investe per creare ambienti abitativi e lavorativi più confortevoli e sostenibili. Tra i focus dello sviluppo innovativo dei progetti Makita vi è sicuramente l’attenzione verso l’ambiente. La continua ricerca tecnologica in questa direzione ha portato alla produzione di utensili a minor impatto ambientale e rispettosi della salute degli operatori. Il concetto Zero Emission si basa sull’utilizzo di energia rinnovabile per usi professionali con la proposta di attrezzatura e kit energy idonei per ogni esigenza dell’utente evoluto. Il mercato garden è sempre più orientato verso la batteria che rappresenta una buona opportunità di crescita per il nostro brand.

Come si è trasformata la vostra offerta di prodotto e di servizi per rispondere alle esigenze di questo settore e quali sono i requisiti su cui avete deciso di puntare?
La manutenzione di tutte le aree verdi e la cura professionale di parchi e giardini, gli interventi in resort turistici o strutture ricettive in genere, affiancato da un focus per il settore agricolo oltre che essere una questione di ordine e sicurezza, è anche un fattore distintivo per il benessere delle persone, sia operatori che fruitori dei servizi. Negli anni l’impegno dell’azienda e gli investimenti sullo sviluppo di nuovi progetti per rispondere alle esigenze dei professionisti, fa in modo che Makita Italia possa proporre la propria gamma completa di utensili a batteria per lavorare senza emissioni di gas, con la massima silenziosità, vibrazioni ridotte e manutenzione minima.
Su quali trend di consumo vi state concentrando in particolare per garantirvi un corretto posizionamento anche nel mercato del garden?
La nostra proposta è costruita per rispondere alle esigenze del professionista ed è in grado di adottare le tecnologie più evolute oggi disponibili e i più moderni sistemi per garantire il rispetto per la salute fisica degli operatori fornendo prodotti confortevoli ed ergonomici, e partecipando attivamente
Luca Gilardi, Direttore Commerciale
alla tutela dell’ambiente attraverso la totale eliminazione di emissioni nocive ed uso di carburanti o miscele e l’adozione di accessori costruiti con materiali innovativi che non rilasciano residui nelle zone di lavoro. Anche l’hobbista più esigente trova ampia scelta per la dotazione privata di attrezzi per la cura dei propri spazi verdi. Prodotti sempre più innovativi con un ottimo bilanciamento tra qualità e prezzo sono le linee guida del brand.
Come si articola la vostra strategia commerciale tra retail tradizionale, GDS, e-commerce e altri canali? In quali canali distributivi del garden siete oggi presenti e tra questi qual è quello per voi più rilevante e nel quale state ottenendo le migliori performance di vendita?
Il principale canale di vendita di Makita rimane il tradizionale, soprattutto quello che segue l’evoluzione della domanda e monitora


con attenzione le tendenze del mercato ed è sempre desideroso di conoscere le novità di prodotto che nel caso di Makita sono molto numerose ad ogni semestre, soprattutto per quanto riguarda la gamma XGT, piattaforma di oltre 180 articoli alimentati da batterie da 40Vmax.Negli ultimi anni con l’ampliamento di gamma professionale XGT 40Vmax, la proposta Makita si sta inserendo decisamente anche dagli specializzati. Rimane invece sempre presente una selezione di prodotti Home presso le principali insegne della GDS e nelle ferramenta generiche.
Con quali attività sostenete oggi i punti vendita nella valorizzazione dei vostri prodotti? Garantite il supporto sempre o soltanto in occasione del
lancio di una novità?
La comunicazione è un fattore fondamentale per supportare la conoscenza delle novità da parte dei consumatori finali. Oltre a stand espositivi, cataloghi specifici di settore e pratiche di offerta dedicate - come la promo dedicata agli utilizzatori denominata redemption sulla piattaforma XGT - stiamo sempre più puntando alla divulgazione attraverso utilizzo di video specifici sia nei punti vendita che sui principali canali social, che rappresenta per Makita un importante elemento di informazione tecnico-commerciale. Un ulteriore investimento finalizzato alla diffusione della nostra proposta per il settore Outdoor Power Equipment è rappresentato dalla squadra di tecnici specializzati a bordo dei loro Van allestiti. I.O.S. (Innovation On Site), questo è l’acronimo che contraddistingue i dimostratori specializzati che tutti i giorni ed in tutto il territorio nazionale, sono sul campo a dimostrare le caratteristiche e le performance dei nostri prodotti. Chi è interessato può chiedere la visita di un nostro dimostratore ( I.O.S.) per testare il prodotto e solo dopo decidere di compiere l’acquisto, con la certezza che è rispondente alle sue esigenze. Completa la proposta a supporto
delle vendite l’Academy, che fornisce, su richiesta, sessioni di approfondimento soprattutto sul corretto utilizzo dei prodotti in base agli studi sulle specifiche esigenze applicative. Spesso la scelta del corretto accessorio abbinato al prodotto rappresenta la soluzione per i professionisti.
In che modo integrate presenza fisica e strumenti digitali per costruire una relazione più efficace e continuativa con il consumatore?
Oggi il giusto approccio, specie verso le nuove generazioni, è costituito da una costante comunicazione visual attraverso i principali canali social (Facebook, You tube, Instagram)Al contempo non vi è metodo più efficace per convincere l’acquirente finale, di far provare il prodotto in uso. Non a caso Makita Italia per questo settore partecipa a tutte le principali manifestazioni fieristiche con un’ampia parte dimostrativa che permette loro di non avere più dubbi su cosa acquistare in base alle reali esigenze.
Se dovesse riassumere in tre parole chiave le leve su cui intendete puntare della vostra azienda in questo mercato, quali sceglierebbe e perché?
Innovazione costante, con l’inserimento di novità di prodotto e aggiornamenti sempre più rispondenti alle esigenze del mercato. Affidabilità, da sempre caratteristica dei prodotti Makita e pilastro della brand identity della multinazionale giapponese.
Servizi, garantiti dagli investimenti di Casa Madre che in Italia ha da pochi anni costruito un nuovo polo logistico offrendo spedizioni entro 48 ore dalla ricezione dell’ordinativo e tempi di riparazione estremamente rapidi grazie al magazzino ricambi in Italia sempre all’interno della nuova sede di Arluno (Mi) e dalla capacità di supportare l’utilizzatore grazie ai tanti centri assistenza sparsi sul territorio nazionale. ■
MA.RI.NA. Systems - I PROTAGONISTI DI QUESTI 35 ANNI
MODELLI A BATTERIA E MADE IN ITALY
Da quanto tempo operate nel settore Garden e quali sono le tappe considerate decisive nell’evoluzione della vostra azienda?
Siamo un’azienda italiana giovane e dinamica fondata quasi 35 anni fa. La sede è a Cisano Bergamasco, lungo il fiume Adda, in provincia di Bergamo. MA.RI.NA. Systems nasce infatti nel 1991, per volontà di Pierluigi Rivolta. Nel 2001 l’azienda espande la superficie totale arrivando a 17.000 mq con l’obiettivo di garantire ai propri clienti un servizio veloce ed efficiente con prodotti sempre caratterizzati da livelli di qualità e affidabilità assoluti. Nel 2016 l’azienda passa di mano al figlio, Christian Rivolta. Da sempre Marina produce anche tosaerba e scarificatori per i più grandi e importanti brand del settore, a dimostrazione dell’alta qualità e della capacità di personalizzazione per esaudire le richieste dei clienti.
Come si è trasformata la vostra offerta di prodotto e di servizi per rispondere all’evoluzione del concetto di ‘vivere il

giardino’ e, quindi, delle esigenze del consumatore?
Siamo sempre molto attenti all’evoluzione del mercato e alle richieste dei clienti e dei nostri rivenditori. Anni fa la produzione era sempre impegnata con tosaerba elettriche e tosaerba a motore di dimensione medio piccola, oggi questi prodotti sono diventati marginali, sostituiti da attrezzature a batteria e di importazione cinese che costano decisamente poco e che riescono a soddisfare le esigenze di chi ha un piccolo giardino con poca spesa. Ci siamo quindi concentrati e focalizzati su prodotti speciali, di maggior qualità ed efficienza come ad esempio la 4Maxi tosaerba 4x4 non permanente e il Grinder, il nostro prodotto di punta, mulching professionale anche per erba alta.
Su quali trend di consumo vi state concentrando in particolare per confermare e anche rafforzare la vostra rilevanza sul mercato del garden?
Christian Rivolta, CEO
Oggi ci stiamo concentrando su prodotti sempre più professionali e performanti come il Grinder che consente di tagliare in metà tempo, senza mai spegnere il motore e senza dover gestire l’erba tagliata che rimane sminuzzata molto finemente sul terreno diventando un concime naturale.
Inoltre, abbiamo attivato una partnership con EGO per installare la loro “power unit” a batteria sui nostri tosaerba e scarificatori. Molti clienti oggi richiedono un motore a batteria invece del tradizionale motore termico, abbiamo scelto chi ci consente di avere un motore potente e affidabile per poter gestire la potenza richiesta dai nostri tosaerba. Per differenziare ulteriormente l’offerta dal 2022 siamo diventati distributori esclusivi per l’Italia dei trattori agricoli compatti Captain, che hanno dimostrato di essere un ottimo prodotto.
Come si articola la vostra strategia commerciale tra retail tradizionale,

GDS, e-commerce e altri canali? In quali canali distributivi del garden siete oggi presenti e tra questi qual è quello per voi più rilevante e nel quale state ottenendo le migliori performance di vendita?
MA.RI.NA. Systems non vende attraverso la GDS, ma solamente attraverso i rivenditori specializzati e tramite il sito web aziendale sul quale vengono spinti
principalmente i prodotti che i nostri rivenditori non acquistano o linee dedicate alla vendita web.
Siamo probabilmente l’unica azienda al mondo a produrre così tanti modelli di tosaerba con tutti i migliori produttori di motori come Honda, Kawasaki, Kohler, Loncin ed EGO.
Con quali attività sostenete oggi i punti vendita nella valorizzazione dei vostri prodotti? Garantite il supporto sempre o soltanto in occasione del lancio di una novità?
Abbiamo un team di agenti commerciali



plurimandatari molto selezionati che seguono i rivenditori per ogni regione d’Italia, supportiamo i nostri punti vendita con openday e sconti sui prodotti per chi partecipa a fiere locali.
Facciamo diversa pubblicità su riviste di settore e stiamo preparando un kit marketing per personalizzare i punti vendita. Siamo sempre disponibili per confrontarci costruttivamente con i nostri rivenditori.
In che modo integrate presenza fisica e strumenti digitali per costruire una relazione più efficace e continuativa con il consumatore?
Abbiamo due siti web, e siamo presenti si facebook, youtube e instagram.
Se doveste riassumere in tre parole chiave le leve su cui intendete puntare della vostra azienda in questo mercato, quali scegliereste e perché?
Made in Italy, qualità e innovazione. Siamo fieri di essere italiani e dei nostri prodotti che esportiamo con successo e che sono superiori.
Non facciamo compromessi con la qualità e la performance. Cerchiamo sempre nuove soluzioni innovative per soddisfare le diverse esigenze del mercato. ■
SBM LIFE SCIENCE ITALIA - I PROTAGONISTI DI QUESTI 35 ANNI
INNOVAZIONE CONTINUA E PROSSIMITÀ CON IL CONSUMATORE
Da quanto tempo operate nel settore Garden e quali sono le tappe considerate decisive nell’evoluzione della vostra azienda?
SBM Life Science opera da più di 30 anni nel settore Garden europeo, con un percorso che ha radici profonde e un approccio imprenditoriale sempre orientato all’innovazione e alla vicinanza al consumatore. In Italia, la nostra presenza si è consolidata progressivamente grazie a marchi storici come NutriOne, Solabiol, Protect Garden e Protect Home, fino ad arrivare alle più recenti integrazioni con brand internazionali come Biogents e Thermacell, che ci hanno permesso di rafforzare la nostra proposta nel segmento del controllo delle zanzare. Tra le tappe

Ferdinando Quarantelli, Cluster Head Sud Europa
decisive sicuramente la trasformazione da realtà francese a conduzione familiare a gruppo internazionale, che ha reso SBM un attore di riferimento in Europa, senza mai perdere lo spirito pionieristico e la capacità di rispondere in modo agile alle evoluzioni del mercato, sempre sotto la guida della famiglia Simmler. Un altro passaggio importante è stato l’apertura verso partnership mirate, che ci hanno permesso di portare sul mercato soluzioni sempre più innovative, efficaci e sostenibili.
Come si è trasformata la vostra offerta di prodotto e di servizi per rispondere all’evoluzione del concetto di “vivere il giardino” e, quindi, delle esigenze del consumatore?
Il giardino non è più percepito soltanto come uno spazio esterno da mantenere, ma come una vera e propria estensione

della casa, un luogo di benessere, socialità e relax. Di conseguenza, la nostra offerta si è evoluta per rispondere a esigenze sempre più diversificate. Accanto alle linee storiche di nutrizione e protezione delle piante con NutriOne, Sanium e Solabiol, abbiamo introdotto soluzioni che migliorano la vivibilità degli spazi esterni, come i sistemi antizanzare Biogents che non spruzzano insetticida, rispettosi dell’ambiente e della salute delle persone e le gamme Forminix e Fastion contro formiche e scarafaggi. Inoltre, accompagniamo il consumatore con un approccio educativo: non vendiamo solo prodotti, ma offriamo contenuti e corsi di formazione che aiutano a usarli in maniera consapevole e sostenibile.
Su quali trend di consumo vi state concentrando per confermare e anche rafforzare la vostra rilevanza sul mercato del garden?
Vediamo tre macro-trend principali. Il primo è la ricerca di soluzioni naturali e sostenibili: i consumatori vogliono prodotti efficaci, ma rispettosi dell’ambiente, e in questo Solabiol rappresenta una risposta concreta per il mondo delle piante, mentre Biogents ne è l’emblema nel mondo antizanzare. Il secondo è la crescente attenzione alla salute e al comfort negli spazi esterni, con la domanda di protezione contro le zanzare ed altri insetti striscianti che cresce anno

dopo anno, spinta anche dai cambiamenti climatici. In questo stiamo investendo molto sulla nostra offerta integrata “Zzzero Zanzare” (Biogents, Thermacell e Protect Home), ma anche su marchi storici e riconosciuti per formiche e scarafaggi come Forminix e Fastion. Il terzo è la semplificazione d’uso: chi si avvicina al giardinaggio spesso cerca soluzioni intuitive, facili da utilizzare, con un forte imprinting tecnologico. Noi lavoriamo proprio per intercettare queste nuove aspettative dei nostri clienti e del consumatore finale.
Come si articola la vostra strategia commerciale tra retail tradizionale, GDS, e-commerce e altri canali?
La nostra strategia è multicanale. Siamo presenti nei canali tradizionali specializzati, che restano fondamentali per la consulenza al cliente; nella
GDS, che ci garantisce capillarità e visibilità in tutto il territorio; e stiamo investendo in modo crescente online, che è in forte crescita soprattutto tra le nuove generazioni di consumatori. Oggi il canale più rilevante resta la distribuzione specializzata e la GDS, dove otteniamo le migliori performance grazie a una gamma completa e a un presidio costante del punto vendita. Tuttavia, l’e-commerce rappresenta un canale complementare strategico, perché consente di raggiungere target nuovi e di rafforzare la notorietà dei nostri brand.
Con quali attività sostenete oggi i punti vendita nella valorizzazione dei vostri prodotti?
Il supporto ai punti vendita è per noi una priorità costante, non legata soltanto al lancio di novità. Investiamo in attività di formazione tecnica, in materiali punto vendita e strumenti digitali di comunicazione, in newsletter e giornate promozionali instore per intercettare il consumatore nel momento dell’acquisto. Inoltre, abbiamo sviluppato programmi di collaborazione con i nostri clienti partner sul mondo giardino ed il mondo zanzare, tramite i nostri brand di punta NutriOne, Sanium, Biogents e Thermacell.
In che modo integrate presenza fisica e strumenti digitali per costruire una relazione più efficace e continuativa con il consumatore?
La chiave è l’integrazione. La nostra presenza fisica sul punto vendita è insostituibile, perché ci permette di incontrare i clienti, i consumatori ed i partner di persona. Allo stesso tempo, abbiamo costruito “Seezon Italia”, un ecosistema digitale fatto di sito web, social media e contenuti educativi che permettono di mantenere vivo il dialogo anche dopo l’acquisto. Questo approccio omnicanale ci consente di accompagnare il consumatore lungo tutto il percorso: dall’ispirazione alla scelta del prodotto, fino all’utilizzo, al post-vendita e alla fidelizzazione.
Se doveste riassumere in tre parole chiave le leve su cui intendete puntare della vostra azienda in questo mercato, quali scegliereste e perché?
Le tre parole chiave che riassumono la nostra visione sono Sostenibilità, Innovazione e Prossimità. Sostenibilità, perché rappresenta un impegno imprescindibile verso l’ambiente e verso le generazioni future. Innovazione, perché crediamo che solo attraverso la ricerca e lo sviluppo si possano offrire soluzioni realmente efficaci e differenzianti per i nostri clienti e consumatori (vedesi la nostra registrazione Sanium).
Prossimità, perché al centro del nostro lavoro ci sono le persone: i consumatori, i clienti, i partner. Restare vicini a loro, ascoltarli e rispondere alle loro esigenze è la condizione per crescere insieme, come dice il nostro slogan “Let’s Grow Together”. ■

ZAPI - I PROTAGONISTI DI QUESTI 35 ANNI
IL PRESIDIO DEL MERCATO È UN NOSTRO VALORE AGGIUNTO
Da quanto operate nel settore Garden e quali sono le tappe decisive nell’evoluzione della vostra azienda?
Zapi nasce a Padova nel 1970 per iniziativa del Cavaliere Pietro Zambotto. Fin dagli inizi, l’azienda ha avuto una forte vocazione all’innovazione sviluppando biocidi rodenticidi e insetticidi e negli anni ha continuato a espandersi diventando leader in Italia nel canale specializzato garden e agrarie con il marchio ZapiGarden, leader nella produzione di biocidi rodenticidi in Europa con il private label ed esportazioni in oltre 60 paesi del mondo, e tra le aziende leader nella disinfestazione professionale in Italia e Spagna con la società Pest Net. Zapi ha continuato a investire nel miglioramento della sua organizzazione: dal dipartimento tecnico regolatorio e di ricerca e sviluppo, dedicato alla ricerca e registrazione di dossier biocidi (7 brevetti tra nazionali e internazionali e oltre 500 autorizzazioni nel mondo), all’industria con investimenti e ampliamenti, alle certificazioni di qualità,

ambiente, salute e sicurezza: ISO 9001, ISO 14001 e ISO 45001, al modello 431. Una tappa fondamentale è l’entrata nel 2021 nel gruppo Fumakilla Giappone, specializzata nella ricerca, produzione e distribuzione in tutto il mondo di insetticidi ambientali con il marchio Vape, che ha aperto nuove opportunità permettendo di rafforzare ulteriormente il know-how aziendale e di beneficiare di sinergie tecnologiche e commerciali a livello globale.
Come si è trasformata la vostra offerta di prodotto e di servizi per rispondere all’evoluzione del concetto di ‘vivere il giardino’?
In Italia l’offerta di prodotti e servizi si è evoluta per rispondere ai cambiamenti nelle abitudini dei consumatori e al concetto sempre più moderno di “vivere il giardino”. Tra i marchi più iconici di Zapi legati alla lotta alle zanzare in giardino ci sono gli insetticidi concentrati Zapi Zanzare Bia e Tetracip Multi contro le zanzare, Speed Spray contro le vespe e Zapicid contro le formiche, solo per citarne
Enrico Cesarin, Marketing Manager Consumer Buic
alcuni. Zapigarden ha anche una gamma completa di prodotti per la nutrizione, la cura e la difesa del verde, comprendente fertilizzanti, corroboranti, fitosanitari e altre soluzioni per il benessere delle piante. Un esempio concreto di questa evoluzione è la linea Go Natural!, pensata per rispondere alla crescente domanda di prodotti più sostenibili, biologici o con componenti naturalistiche.
Su quali trend di consumo vi state concentrando in particolare per confermare e anche rafforzare la vostra rilevanza sul mercato del garden?
L’attenzione ai trend di consumo è centrale nella strategia di Zapi. La nostra competenza nella lotta contro topi e insetti ci porta ad essere sempre attenti alle esigenze dei consumatori dentro e fuori casa. Quindi dal 2024 per integrare la nostra offerta con insetticidi per uso “dentro casa” distribuiamo direttamente in esclusiva per agrarie, consorzi e garden center tutti i prodotti Vape, dagli elettroemanatori ai dermorepellenti. Un altro trend che stiamo seguendo sono i prodotti per

la cura del verde “naturali” contro insetti, malattie e infestanti: si nota un crescente interesse verso la cura di balconi, orti e piccoli spazi verdi che meritano attenzione e prodotti specifici. La sicurezza dei prodotti, soprattutto quelli di protezione contro insetti e parassiti, resta una priorità, così come il rispetto delle normative più rigorose. Infine, la comunicazione è sempre più multicanale: presenza in TV e Radio, campagne con esperti, articoli e consigli online contribuiscono a rafforzare il rapporto con il consumatore e a diffondere la cultura della cura del verde.
Retail tradizionale, GDS, e-commerce e altri canali: dove siete presenti oggi, quale canale è più rilevante e con migliori performance?
Per quanto riguarda l’Italia, il retail specializzato rimane il punto di forza: agrarie, garden center e consorzi agrari rappresentano le realtà

principali con cui Zapi opera direttamente con il marchio Zapi garden con una presenza capillare in oltre 3.500 punti vendita e una rete di oltre 35 agenti. Un altro canale che ci sta dando soddisfazioni e crescite è il canale ferramenta attraverso il marchio specifico Protemax. Sebbene il commercio digitale e altri canali siano sempre più rilevanti, il retail tradizionale continua a rappresentare la colonna portante della distribuzione, garantendo presenza e affidabilità sul territorio.
Con quali attività sostenete i punti vendita? Garantite il supporto sempre o solo in occasione del lancio di una novità?
Il supporto ai punti vendita non si limita al lancio di nuovi prodotti. Zapi cura campagne mediatiche e promozionali anche per le linee già presenti sul mercato, come nel caso della linea Go Natural! che è promossa nei social e la linea Zapi Zanzare promossa nel web e in Radio. Ai rivenditori vengono forniti strumenti per valorizzare gli scaffali, packaging informativi, materiali promozionali e webinar dedicati, creando così un rapporto

di collaborazione duraturo e proficuo.
In che modo integrate presenza fisica e strumenti digitali per costruire una relazione più efficace e continuativa con il consumatore?
Cataloghi online e strumenti digitali per clienti e rivenditori, come il catalogo Zapi Garden 2026 disponibile sul sito, permettono di avere sempre aggiornamenti sui prodotti. La comunicazione si sviluppa sia sui media tradizionali sia sul web e sui social, lanciando campagne, prodotti e consigli pratici. Il servizio al consumatore finale si arricchisce di contenuti utili e informativi, dai consigli sui prodotti alle news, creando un legame continuativo con chi acquista.
Se dovesse riassumere in tre parole chiave le leve su cui intendete puntare della vostra azienda in questo mercato, quali sceglierebbe e perché?
Se dovessimo sintetizzare le leve strategiche dell’azienda in tre parole chiave, sarebbero:
- Innovazione e Qualità Tecnica, per la costante ricerca, sviluppo di nuovi prodotti, dossier regolatori, brevetti e certificazioni, indispensabili per mantenersi competitivi
- Relazione con il rivenditore, perché la presenza capillare sul territorio e il supporto costante ai canali specializzati garantiscono affidabilità e valore al cliente finale, consolidando la leadership nel mercato.
- Sostenibilità, perché i prodotti naturali e a basso impatto ambientale rappresentano un trend crescente e un elemento distintivo. ■
ZUCCHETTI CENTRO SISTEMI - I PROTAGONISTI DI QUESTI 35 ANNI
LA STRATEGIA GO-TO-MARKET DELL’AZIENDA PRODUTTRICE
Da quanto tempo operate nel settore Garden e quali sono le tappe considerate decisive nell’evoluzione della vostra azienda?
Zucchetti Centro Sistemi (ZCS) nasce nel 1985 in Toscana; Ambrogio Robot arriva nel 2000 con l’intuizione di portare l’automazione domestica nei prati. Da lì, le tappe chiave: sviluppo di piattaforme 4WD, introduzione di connettività/ app e, più recentemente, la navigazione RTK che abilita il taglio centimetrico senza filo perimetrale.
Oggi Ambrogio è progettato e prodotto da ZCS ed esportato in oltre 60 Paesi. Abbiamo da sempre puntato a coniugare qualità di taglio, facilità di utilizzo e solidità nel tempo,

con
Michele Balò - Technical Sales Manager
Come si è trasformata la vostra offerta di prodotto e di servizi per rispondere all’evoluzione del concetto di ‘vivere il giardino’?
Negli ultimi anni abbiamo reso l’esperienza più semplice e costante nel risultato, puntando su precisione, facilità e affidabilità.
L’introduzione dei modelli RTK consente un taglio centimetrico senza filo perimetrale, mentre trazioni evolute fino al 4WD e le lame a 4 punte garantiscono finitura uniforme anche su pendenze e terreni complessi. La gamma residenziale si articola tra soluzioni
Traditional (massima semplicità) e Smart/ RTK (più libertà e controllo), affiancata da una

linea Professional per grandi aree con gestione multi-zona e strumenti di fleet management. A supporto, una rete specializzata cura installazione, manutenzione programmata e ricambi, con formazione dealer e pacchetti di garanzia/assistenza.
Su quali trend di consumo vi state concentrando in particolare per confermare e anche rafforzare la vostra rilevanza sul mercato del garden?
Li elenco:
-Autonomia & tempo libero: robot più prevedibili e costanti, anche su terreni complessi.
-Semplicità d’uso: interfacce chiare e, dove possibile, RTK per un’esperienza wire-free.
-Sostenibilità & qualità: efficienza energetica, componenti durevoli, filiera europea e riparabilità.
- Assistenza pre e post-vendita: consulenza in store (analisi del prato e scelta del modello), installazione professionale, messa in servizio e manutenzioni programmate con ricambi, rimessaggi invernali e formazione dei dealerper un’esperienza fluida lungo tutto il ciclo di vita.
Retail tradizionale, GDS, e-commerce e altri canali: dove siete presenti oggi, quale canale è più rilevante e con migliori performance?
La nostra strategia go-to-market è omni-


canale: presidiamo il retail specializzato con una rete di dealer formati su consulenza, installazione e assistenza; collaboriamo con la GDS con referenze selezionate e l’e-commerce per accessori e modelli a setup semplice; affianchiamo canali professionali (municipalità, sport, hospitality) con proposte e servizi su misura. Assortimenti dedicati, rete formata e
assistenza strutturata, dall’installazione alla manutenzione, garantiscono continuità di servizio in tutti i canali.
Con quali attività sostenete i punti vendita? Garantite il supporto sempre o solo in occasione del lancio di una novità?
Garantiamo un rapporto diretto tra rivenditori e casa madre: canale prioritario per richieste tecniche e commerciali, con contatto immediato con i nostri tecnici per diagnosi, set-up e casi complessi. Manteniamo
disponibilità continuativa di ricambi originali con tempi di evasione rapidi e tracciamento degli ordini. Supportiamo i dealer con materiali dedicati, POP e asset digitali per esposizione e comunicazione - oltre a formazione periodica (in presenza e online) su prodotto, installazione e service.
L’obiettivo è dare al punto vendita tutto ciò che serve per consigliare, installare, mantenere il robot e garantire al cliente finale un’esperienza fluida nel tempo.
In che modo integrate presenza fisica e strumenti digitali per costruire una relazione più efficace e continuativa con il consumatore?
La nostra assistenza è presente fisicamente sia su campo sia in store per i casi più complessi: interventi di diagnosi, installazione/messa in servizio, tarature e risoluzione guasti che richiedono presenza del tecnico.
Per i casi gestibili da remoto siamo sempre raggiungibili tramite portale, telefono o app: supporto a distanza, tele-diagnostica, indicazioni operative e follow-up, con tracciamento delle richieste per dare risposte rapide e coerenti.
Con la nuova piattaforma “Robot Park”, rivenditori e tecnici hanno accesso alla flotta di macchine circolanti: è possibile effettuare un controllo live e un’analisi del lavoro svolto dal robot, così da monitorare l’andamento, individuare eventuali criticità e pianificare in modo mirato gli interventi, sul campo o da remoto.
Se dovesse riassumere in tre parole chiave le leve su cui intendete puntare della vostra azienda in questo mercato, quali sceglierebbe e perché?
Precisione. Semplicità. Affidabilità.
Tre leve che sintetizzano la nostra direzione: RTK e sistemi intelligenti per il risultato sul prato, interfacce e installazioni più snelle, prodotti e rete service pensati per durare. ■













