Io Corro Cano 11 - Anno IV/2019 - nr12

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IO CORRO CAN Magazine di notizie del gruppo running canottieri

ANNO IV / 2019 - Numero 12

CANOTTIERI RUNNING TEAM

NYC MARATHON


IN QUESTO NUMERO

Magazine di notizie del gruppo running canottieri ANNO IV / 2019 - Numero 12

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Editoriale

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COGLI LA ROSA QUANDO È IL MOMENTO

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FILO DIRETTO CANO-NEW YORK

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UNA GARA, UN PERCORSO DI VITA

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MARATONA DI RAVENNA: UN MOSAICO DA RICOMPORRE

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IL PIACERE IMPAGABILE DI CORRERE TRA AMICI

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LA CENA PRENATALIZIA

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IO E LA CORSA

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CALENDARIO GARE

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EDITORIALE di Paolo Bonfanti

IL BINOMIO FATICA-SODDISFAZIONE

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meglio, più fatica, più soddisfazioni: è una costante incomprensibile per chi non si è mai avvicinato al nostro sport, ma ben noto, direi quasi nel DNA di chi pratica attività agonistica.

E dove è più facile trovarne la maggiore intensità di tale binomio è senza dubbio nella maratona. Quest’anno ben 10 atleti si sono cimentati in autunno nella regina delle corse, dividendosi tra New York, Ravenna, Firenze, con Marco che si è misurato addirittura per ben tre volte nel giro di 45 giorni, rispettivamente ad Abbiategrasso, Atene e Reggio Emilia. Gran parte di questo numero è dedicato alle loro imprese, palpitanti come i battiti del cuore di Adriana, emozionanti come il brivido di Adriana, impagabili come il piacere di condivisione di Francesca, da ricomporre come il mosaico di Massimo. Sempre nella costante del famoso binomio non si può perdere il racconto del nostro super triatleta Ghigo, che “per adesso” è campione europeo di categoria 2019 nel triathlon sprint. Il presente n. chiude con la cronaca della recente cena prenatalizia, accompagnata dalle consuete premiazioni degli atleti che si sono particolarmente distinti nell’anno ed è l’occasione per augurare a tutti i “Cano” e alle loro famiglie, di trascorrere serene festività natalizie e di inizio anno nuovo.

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TRIATHLON GHIGO

COGLI LA ROSA QUANDO È IL MOMENTO di Enrico Opipari

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fare prete, ma ho preferito diventare papà invece di papa.... quando più da adulto ho abbracciato Scientology, mi ero già trasferito negli USA con moglie e figli... era anche allora un “per adesso”... quando mi sono dedicato allo sciamanesimo... capanne... ritiri sciamanici... anche allora era un “per adesso”... quando ho fatto esperienze con sostanze trascendentali per raggiungere l’illuminazione, parlavo con l’erba... era anche quello un “per adesso”… quando per anni ho fatto urinoterapia... era anche quello un “per adesso”… quando ho lasciato moglie, figli e lavoro per seguire l’amore... era un “per adesso”... quando ho deciso di impostare la mia attività on line pur non conoscendo NULLA di computer era un “per adesso”, ma ora ci vivo su quella scelta; mi sono fatto del male per cercare di fare la maratona sotto le

iao, sono Enrico detto Ghigo, sono passati 25 anni da quando il nostro coach mi ha raccolto lungo il naviglio per instradarmi in un gioco fatto di allenamenti, gare, campestre, maratone, mezze… infortuni… ma in fondo è un gioco pieno di soddisfazioni che mi ha portato a raggiungere traguardi che mai mi sarei posto come obiettivo. Ho da poco ottenuto il titolo di campione europeo di triathlon sprint m7 e sono contento. In questo periodo sono intrippato con il triathlon, “per adesso” va così... forse ho un po’ trascurato le gare di running ma “per adesso” è così... “per adesso”... Nella mia vita ci sono stati vari momenti “per adesso”: quando da adolescente mi volevo

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TRIATHLON GHIGO 3 ore... era pure quello un “per adesso”... Insomma ADESSO faccio del triathlon e a parte i risultati ottenuti (campione italiano m7 di triathlon sprint 2018, campione europeo m7 triathlon sprint 2019, quarto assoluto sulla classifica superank su 4000 triatleti italiani) “per adesso” mi diverto così… “per adesso”. Una domenica mattina sono uscito a fare 14 km con due ragazze della Canottieri, Laura e Manuela, mi hanno fatto sputare sangue… ma alla fine ero contento come un bambino… Lo sport, la corsa è proprio questo: SOFFERENZA. Ma quando hai finito sei contento, sei soddisfatto, sei fiero di ciò che hai appena concluso. Comunque è sempre un “per adesso”… domani si vedrà! Ciao.

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FILO DIRETTO CANO-NEW YORK di Adriana Briotti

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l cuore batte oltre il suo ritmo, non ne vuole sapere di darsi una calmata, dovrei essere stanca e provare a dormire, ma chiudo gli occhi e la mente continua a rimbalzare in un caleidoscopio di immagini, gente che canta, balla, urla di una gioia incontenibile, proprio riposare non si può! Eppure la gara è trascorsa da giorni, NY è alle spalle, ma insiste nei miei pensieri, domina le mie emozioni con tutta la carica di entusiasmo che ha portato con sé, a cui mi sono volontariamente, perdutamente abbandonata. La maratona per antonomasia, questo è New York nell’immaginario collettivo della comunità runner e non solo, un evento memorabile che si rinnova ogni anno nella propria unicità e contagia irrimediabilmente chi abbia la fortuna di avvicinarvisi da protagonista o da spettatore. Non è, tuttavia, la sequenza di ogni miglio che voglio condividere con voi tutti, amici Cano runners, che con affetto e apprensione avete seguito i miei passi insieme a quelli di Aldo, Chiara, Francesco e Pietro. Sarebbe scontato raccontarvi che piangevo dall’emozione nell’avvicinarmi al Ponte di Verrazzano, che mi sembrava di volare, fra le casette di Brooklyn - sì proprio quelle dei film! - che avevo brividi a fior di pelle lungo la 1st avenue, che al trentesimo, nonostante dolori incipienti, non potevo e non volevo credere che dopo “soli” 12 km sarebbe già stato tutto un ricordo... No, queste righe sono tutte per la mia squadra, grazie a cui la mia maratona di New York è stata la più bella e intensa di sempre, difficilmente eguagliabile, mi sentirei di affermarlo con certezza. Tutti noi lo sappiamo, maratona signifi-

ca soffrire per mesi, piegarsi alla regolarità degli allenamenti, sempre più lunghi e impegnativi, domeniche senza un vero riposo, magari a chiusura di intense settimane di lavoro, concentrazione anche quando la quotidianità, con i suoi tiri spesso mancini, tenta di avere il sopravvento. È questa cocciuta determinazione il nostro “antidoto”, la nostra forza contro la sfiancante normalità, la nostra preziosa energia... rinnovabile, ne sono convinta. Ad affrontare con me un percorso di preparazione già altre volte vissuto insieme ad

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NYC amici cari, un gruppo numeroso, progressivamente sempre più affiatato, strenuo nel condividere lunghi tracciati dal caldo ancora intenso di agosto, alle prime piogge autunnali, motivati e reciprocamente motivanti, sebbene obiettivi e mete non fossero comuni a tutti. Pietro, Chiara ed io per NY, Max e Roby diretti a Ravenna, Marco ad Atene (passando per Abbiategrasso), Adriano con Firenze, l’obiettivo più lontano nel tempo. Ma anche Michele non ha mancato di unirsi alla compagnia, “sfruttandola” per preparare la sua mezza a Pavia. Eterogenei, ma decisi e motivati all’unisono, attenti a non perdere nemmeno un metro, una ripetuta, un “rifornimento”, diligenti nel rispettare le indicazioni del nostro coach - immancabili e sempre attenti alle esigenze individuali - certi di muoverci, grazie a lui, nel modo migliore verso il nostro traguardo. Tanto uniti e vicini da sostenerci anche a distanza. Difficile per me allenarmi in gruppo; per lavoro e non solo ho trascorso lunghi periodi lontana da Milano, dovendo variare i miei percorsi abituali, alla continua ricerca di tracciati adattabili alle tabelle proposte, fra saliscendi altrimenti sconosciuti, sui terreni più disparati e mille altre varianti, rubando ore al sonno per conciliare tutto con gli impegni di lavoro, nella costante consapevolezza di non essere mai sola, in virtù di quella curiosa alchimia con il mio gruppo.

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un’ubriacatura da endorfine non sembra voler essere smaltita: è come potenziata, perché ognuno fra tutti coloro che mi hanno accompagnata ne condivide una quota. La più consistente, non me ne vogliate, spetta al coach. Caro Max, so di non aver rispettato propriamente le tue disposizioni per la gara, sapevo che l’emozione avrebbe giocato scherzi insidiosi. Ho tentato, lo sai, di regolare fiato e passo su ritmi conservativi, ma fra i tuoi consigli c’era anche quello di godermi lo spettacolo e divertirmi, alla fine questo ho fatto e, personal best oppure no, penso di aver centrato l’obiettivo e ancora una volte il mio grazie più sincero va a te.

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E così sono partita serena, pur sapendo che non avrei avuto nessuna lepre, come i preziosi Katia e Marzio accanto a me a Milano, ma certa di avervi tutti con me. Così è stato, un filo diretto Milano-New York... e questa è stata la mia forza. E questa eccitazione da evento irripetibile perdura,

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UNA GARA, UN PERCORSO DI VITA di Chiara Bottoni

Goditela”. Tutti mi ripetevano questo i giorni prima della gara. Perché la maratona di New York è un’esperienza che prima di tutto va goduta, chilometro dopo chilometro. È una gara che si nutre di emozioni, da quel brivido che ti corre lungo la schiena quando ascolti l’inno nazionale americano sul ponte di Verrazzano al misto di gioia e sfinimento che si impossessa di te quando tagli il traguardo a Central Park. Dal momento in cui ho avviato la mia umile carriera di podista, New York è sempre stata il mio obiettivo, un momento epico al quale prendere parte prima o poi. E questo è successo nel peggiore periodo della mia vita. Ebbene sì, due enormi lutti in poco meno di un anno e mezzo, dei quali uno accaduto a tre settimane dalla corsa. Il cuore spezzato, la testa completamente scollegata. Lo ripetevo a tutti, se non fosse stata New York avrei mollato ogni velleità. Invece ho capito che il destino aveva riservato proprio questo per me. Non so per quale motivo. Ultimamente ho smesso di pormi ogni domanda. Vivo e basta. Come ho vissuto la mia maratona. In maniera più

o meno imperfetta, con i crampi dal 36esimo e un senso di nausea che è durato per due giorni. Ma con la consapevolezza di essere riuscita a portare a termine una gara che è stata come un percorso di vita. Un percorso di oltre 42 chilometri, oltre 26 miglia, attraverso cinque quartieri della Grande mela, ciascuno con le sue caratteristiche e con il suo tifo. Il mio grande viaggio è iniziato all’alba, alle 5.30 per l’esattezza. Ora dell’appuntamento con Adriana, compagna di squadra della Canottieri Milano, alla Public library, punto di partenza dei bus che hanno condotto i maratoneti a Staten island. Un’isola che ha il sapore di una località turistica marina, con tanta vegetazione a farle da corollario e un forte, Fort Wadsworth, in prossimità del quale è allestito il villaggio della partenza. È qui che veniamo depositati alle 7.15 circa per prendere confidenza con lo spazio, bere un the e visitare gli stand. Un momento che temevo particolarmente, viste le tre ore da trascorrere lì prima della partenza ma che passa velocemente, complici le chiacchiere con Adriana e le code per

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punto che entra in gioco la testa. Dentro di me penso che sono a Central park e che un’esperienza del genere non mi ricapiterà probabilmente mai più. Stringo i denti e vado dritta, lentamente, fino all’arrivo dove un’ala di folla mi abbraccia e mi accompagna verso il traguardo. Appena fermo le gambe, comincio a sentire dei dolori allucinanti ovunque. Non bene dato che sono consapevole di dover camminare ancora per un bel po’ per raggiungere l’uscita e il punto di recupero del poncho post gara. Per lenire la sofferenza mi attacco al telefono e inizio a chiamare Dario e poi mia mamma che aspettava mie notizie e che temeva cadessi e venissi schiacciata dalla folla come nella corsa dei tori di Pamplona. Poi mi chiama mia cugina Sara, una presenza preziosa in tutti questi mesi di dolore, che urla di essere orgogliosa di me come mia zia Luisa in lacrime per l’emozione. Penso soprattutto ai miei due angeli che mi hanno vegliata durante tutto il percorso… Ma poi la stanchezza prende il sopravvento. Il punto più duro della maratona infatti è proprio quando la gara è terminata. Le misure di sicurezza costringono le persone a una lunga peregrinazione e, prima di arrivare in hotel, passa circa un’ora e mezza, nonostante alloggiassi a breve distanza da Central park. Faccio fatica a parlare e mi colpisce una nausea che mi sono portata dietro per due giorni.

accedere ai servizi sanitari e ai banchetti delle bevande calde. Alle 9.30 aprono le griglie e parte il circo. Vestiti che volano nelle ceste per la beneficenza, gambe che si muovono per il riscaldamento e tanto, tanto, nervosismo. La partenza è adrenalina pura. Sotto un sole abbagliante a riscaldare una giornata dal freddo pungente, ti accorgi a malapena della salita del ponte di Verrazzano che porta subito verso Brooklyn, palcoscenico di band e tifosi scatenati che si dispongono lungo l’infinita Fourth avenue. È un vialone anonimo che conduce alla mia amata Williamsburg, zona hipster e radical chic, e poi via verso il Queens e il suo temuto Queensboro bridge, tappato dalla gente che faticava a portare a termine l’infinita salita verso Manhattan, in prospettiva di una curva dove il tifo non conosce sosta. Sulla First Avenue c’è mio marito Dario ad aspettarmi, poco prima del 30esimo. Sono io a vederlo, lui mi rincorre per cercare di farmi delle foto in mezzo alla folla. A questo punto sto ancora bene e lo starò fino al 35esimo o giù di lì, quando finisco vittima dei crampi. Forse mi sono idratata poco, anche perché dopo il 20esimo ho iniziato ad avere una sete folle che mi costringeva a fermarmi a ogni ristoro per afferrare due bicchieri d’acqua contemporaneamente. Sono costretta a pause di camminata ma è a quel

Ora, a distanza di qualche giorno, riesco a rimettere insieme idee e sensazioni e a scriverne. Se consiglio la maratona di New York? Assolutamente sì a tutti coloro che amano la corsa, anche per l’eterogeneità di livelli presenti e per l’unicità dell’esperienza. Se la rifarei? Non so. Si dice che Paganini non ripete. Se rifarei una maratona (sarebbe la mia terza…)? Al momento la risposta è no. Ho bisogno di rimettermi in piedi e incanalare le energie su altri fronti. Per correre senza troppe restrizioni e senza troppe tabelle.

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MARATONA DI RAVENNA

MARATONA DI RAVENNA: UN MOSAICO DA RICOMPORRE di Massimo Oliva

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anti pezzettini. La mia mente si sfalda in infiniti pensieri come i milioni di tessere che compongono la radiosa cupola di Sant’Apollinare in Classe. Anche i riflessi di questa splendida giornata autunnale sono il miglior auspicio per correre la mia prima maratona qui, a Ravenna, luogo scelto insieme al “Vate” per l’esordio sulla lunga distanza. In un attimo arriva il 10 novembre senza fare in tempo a riflettere sui mesi trascorsi coi miei “compagni di maratona” e senza godermi il tragitto di avvicinamento fatto di lunghe sgroppate su e giù per il Naviglio; troppo caldo per i “lunghi” di agosto, troppo lunghi i “medi” di settembre, infiniti i 35 e i 38. Ma “maratona” è una sensazione continua di fatica condivisa, di notti a rigirarsi aspettando il lunghissimo, di notti a rigirarsi dopo il lunghissimo, di “squadra” capitanata dal “Vate”, che sfrutta i primi tre Km domenicali per costruirti la mentalità da maratoneta; tutti in gruppo, tutti ad ascoltare, tutti a memorizzare sensazioni che, inevitabilmente, si ripresenteranno in gara.

rogati e temevi già che il professore avesse esaurito le domande facili, che è già ora di ritirare il pettorale. Per fortuna viaggio con Simona e Francesca, una che di maratone se ne intende e ha tanta pazienza da dedicare ai suoi “pazienti” e quindi chi, meglio di lei, può raccogliere i miei afoni dubbi, gli smarriti sguardi di chi si è avventurato fin qui perché “nella vita una maratona la vuole fare”. La storica architettura della città non riesce a distogliermi dal tentativo di realizzare un progetto perfetto e quindi seguo come un automa gli ultimi dettami pervenuti nelle tavole della legge, dove le parole riposo e

Tutti, nessuno escluso, a cercare di capire quello che poi sarà il tuo “ritmo gara” nelle criptiche tabelle personalizzate. Neanche un attimo per metabolizzarei risultati che arrivano da oltre Oceano per “LA” maratona di una settimana prima, neppure il tempo per andare in ansia da prestazione come quando a scuola eri nel secondo gruppo degli inter-

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MARATONA DI RAVENNA sei in grado di tenere il ritmo indicato dal Coach!”. Eppure dietro nessuno mi spinge… Passo i 21K, la strada si biforca e abbondoniamo il gruppo dei “mezzi maratoneti” che rimangono in centro storico. Per noi masochisti la direzione è quella del mare; la prima sensazione è la gioia di avere visto il bivio, la seconda è lo stupore che, nonostante stia riaffiorando il male al piede, sono ancora nel gruppetto dei palloncini delle 3h30’. Il ristoro dei 25 K mina le mie certezze, mi scontro più volte con quelli che il palloncino lo devono sentire rimbalzare in testa e perdo contatto di quei pochi metri che a volte sono nulla, a volte sono falle che ti aprono i primi dubbi nella mente. “Non pensare al piede e cerca di accorciare il passo e aumentare la cadenza” è il diktat di Capitan Cervello, ma la boa di levante a Punta Marina mi presenta un “bollettino” particolarmente preoccupante e il rientro verso Ravenna lo affronto come se andassi di “bolina stretta”. Rallento visibilmente fino a sentirmi sfilare i palloncini delle 3H45’; oramai l’unico obiettivo è rientrare in porto sano e salvo! Nonostante mi imponga un ritmo da “diportista” che comunque non riesco a mantenere, il dolore aumenta e le forze finiscono e quando vedo apparire il Mausoleo di Teodorico lo apprezzo entusiasta come un faro in mezzo alla tempesta, spendendo le restanti energie per chiudere sotto le quattro ore. Il counter posizionato al temine dell’infinita via di Roma distoglie il mio sguardo dalla splendida facciata di Sant’Apollinare Nuovo, e al passaggio sotto lo striscione dell’arrivo, l’orologio segna 3h53’.

corretta alimentazione sono incise a caratteri cubitali. Ho un fastidio a un piede che mi preoccupa, ma dopo tutta questa attesa devo partire, voglio partire! Lo sparo dello starter è come una liberazione, sono oltre il tappeto che rileva il passaggio e ora non rimane che “non pensare” e correre. Roberto riesce a depotenziarsi per 8K; poi, col suo passo dinoccolato pian piano mi stacca e lo rivedrò solo in rare occasioni di infiniti rettilinei andata/ritorno, peculiarità del tracciato scelto dagli organizzatori e dopo il traguardo, quando, ebbro di gioia e fatica, assaggia la sua medaglia avvolto in una coperta termica mentre viene ricoperto dall’affetto della sua amata. Illudersi che una gara di circa quattro ore ti permetta di “pensare”… non è propriamente esatto. Ogni km che scorre consente una riflessione che dura pochissimi secondi. Dopo i primi il commento è sempre lo stesso: “Troppo veloce, rallenta! Vedi che non

Non faccio in tempo a farmi premiare con la tanto agognata medaglia in mosaico, finalmente come un vero “finisher”, che già ho voglia di riprovarci. Lo devo al Coach per il suo impegno e la sua dedizione, ai miei compagni di squadra per i tanti consigli e incitamenti prima, durante e dopo, lo devo a chi mi vuole bene. E soprattutto lo devo a me stesso. Tanti pezzettini. La mia mente si sfalda in infiniti pensieri come i milioni di tessere di questa splendida città. Saprò ricomporre il mosaico?

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MARATONA DI RAVENNA

IL PIACERE IMPAGABILE DI CORRERE TRA AMICI di Francesca Sala

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utto è nato dal desiderio di condividere con Chiara l’idea di una maratona autunnale: lei a New York, io più vicino “a casa”. All’inizio pensavo al Lago Maggiore… poi devo dire che il disegno della medaglia di Ravenna mi ha attirato. Con me ho coinvolto Simona, che da diversi mesi è la mia compagna di allenamento. Appartiene al gruppo Verde Pisello, ma corre spesso con gli amici della Cano. E anche in questa occasione, più che la corsa, è l’amicizia e la condivisione a farla da padrone. Alla fine sono stati pochi gli allenamenti con Chiara, tanti quelli con la Simo, che mi ha affiancata e supportata nei lunghi e faticosi allenamenti. Eh sì… perché mai come questo anno la preparazione della maratona mi è sembrata faticosa. Gli allenamenti estivi, gravati dal caldo, mi sono pesati, forse ero meno motivata del solito. Ma di lungo in lungo siamo arrivati lì, nella cittadina che quest’anno ha ospitato i campionati italiani di maratona. E

quando è così, ci sentiamo un po’ campioni anche noi! Partiamo da Milano io, Simona e Massimo; ci raggiunge Roberto con la sua compagna. Max e Roby sono molto emozionati perché questa è la loro prima maratona. Ci ritroviamo in un albergo carino a Marina di Ravenna: andiamo subito a fare shopping in un mercatino di fronte all’albergo. Io acchiappo una giacca piumata un po’ lurida, Simona un cappottino fashion con il pelo e Roby un piumino di dubbio gusto. Ma siamo prontissimi adesso. Dopo un giro al mare a fare foto, la cena in un ristorante molto carino ma con un pasto non da maratoneti: la pasta ha troppa besciamella, per cui ci dedichiamo alla piadina. Dopo una notte serena, ci svegliamo in una domenica di sole, colazione vista mare e partiamo. La macchina l’abbiamo lasciata in un parcheggio comodissimo da cui partono le navette e in un lampo siamo alla partenza. Foto di rito, start con

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MARATONA DI RAVENNA i coriandoli ed è subito la festa dello sport che solo l’emozione della maratona sa creare. Che dire… la gara in sé non è andata come speravo: alla mezza gambe stanche, troppo per una maratona fatta bene. I successivi 21, di cui la maggior parte nel rettilineo avanti e indietro per il mare, è fatica di testa. Le gambe sono sempre più stanche e in alcuni pezzetti sento il bisogno di camminare… purtroppo passano i palloncini delle 4 ore e io accantono la speranza del personale che invece all’inizio della gara mi pareva possibile. Decido comunque di finire perché tutto, ma non il ritiro. Arrivo serena anche se molto delusa al finish. Ritrovo Simona nel punto concordato e il suo sorrisone mi alleggerisce la delusione. Mi fa pensare che ho perso un’occasione per il personale, perché le condizioni erano ottimali, ma ho avuto il regalo di un weekend con i miei amici. Ritroviamo anche Max e Roby e ci dirigiamo verso la conclusione del nostro magico fine settimana… stanchi ma felici della nostra impresa. Molto gentili gli albergatori che ci concedono la doccia e il late check out. E da qui si ritorna al nostro quotidiano.

gica di gambe, testa e cuore. Ma anche se il risultato ti delude, con la medaglia al collo ti senti un eroe anche tu, perché hai fatto fatica ma non hai mollato nella gara che forse più ci mette alla prova. Questa esperienza mi ha ricordato soprattutto il piacere della condivisione e mi ha regalato momenti di amicizia che scandiscono e danno valore allo scorrere dei nostri giorni. Pronti per nuove avventure! Keep on running!

Cosa concludo: ogni maratona insegna sempre. Questa mi ha insegnato che a volte non si è nel momento giusto per affrontarla. Per riuscire a raggiungere il risultato che vuoi occorre un’alchimia ma-

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CENA DI NATALE

LA CENA PRENATALIZIA di Chiara Bottoni

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n momento di convivialità per stare insieme, ricordare i momenti più belli dell’anno appena trascorso e prepararsi ad altri dodici mesi di sfide nel segno della corsa. La cena di Natale si è confermata anche quest’anno un appuntamento imperdibile per tutti gli atleti della squadra di running della Canottieri Milano. Come sempre, la tavola imbandita con antipasti a base di pesce e verdure, cui ha fatto seguito una classica combinazione di cotechino e lenticchie, ha fatto brillare la prima parte della serata, durante la quale sono stati assegnati i riconoscimenti ai runner più meritevoli del 2019. A partire dalle nomine degli atleti dell’anno che hanno visto vittorie abbastanza nette per Adriana Briotti e Massimo Oliva. Adriana è stata premiata per la sua costanza e per la sua tenacia che l’hanno portata a correre la maratona di Milano ad aprile e la blasonata New York in autunno con ottimi riscontri cronometrici. Vittoria anche per Massimo, tornato finalmente ad allenarsi con costanza dopo una serie di stop forzati che non hanno minimamente intaccato la sua determinazione.

Prato, Federica Foppiani e Andrea Ferretti che hanno già dimostrato la volontà di fare grandi cose per il team. C’è da scommettere che saranno di stimolo per tutti. Tornando ai riconoscimenti: Ivana Di Martino e Marco Del Vecchio sono stati premiati per la miglior prestazione in maratona dell’anno così come Adriana Briotti come External. Matteo Colombi si è aggiudicato il titolo di Gladiatore del Naviglio per la tenacia con cui affronta gli allenamenti di gruppo, mentre Elvio Pellegrinuzzi si è portato a casa il premio Mezzo Anno d’oro in virtù dei primi sei mesi dell’anno ricchi di ottime prestazioni. Infine, come da consuetudine, è stato proiettato il video che raccoglie le foto dell’anno (che ancora nessuno ha capito se sia veramente realizzato da Francesca oppure, come si vocifera da tempo, da Fabio!). Poi tutti riuniti per i saluti e per gli auguri in vista di un 2020 che si prospetta già ricco di sorprese. A partire dal mitico Trofeo Monga che tra gennaio e febbraio vedrà sfidarsi gli atleti della Canottieri Milano in prima fila. Pronti per nuove avventure

Atleti rivelazione del 2019 sono stati i giovani Alice Casartelli e Alberto Rosselli, entrambi in squadra da un paio d’anni ma alla loro prima cena di Natale. Chissà a chi spetterà il prossimo anno questo riconoscimento. Intanto la squadra si infoltisce e ben tre new entry porteranno in gara nel 2020 i colori della Canottieri Milano. Si tratta di Simona

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CENA DI NATALE

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CENA DI NATALE

PREMIAZIONI ATLETA DELL’ANNO NOMINATIONS 2019 Quando entra in griglia si trasforma da biondina tutto pepe a leonessa a caccia della sua preda. A suo dire, ogni tanto ci prova a correre piano ma è una cosa che proprio non le riesce. Già candidata ad atleta dell’anno nel 2018, nel 2019 ce l’ha messa tutta per conquistare una posizione di spicco tra le donne della Canottieri, allenandosi tra uno scavo e l’altro a costo di sveglie all’alba. Dopo le solite ottime prestazioni nelle campestri si concentra su un bis di maratone prima a Milano, dove scende sotto le 3h30, e poi a New York dove ottiene di nuovo il personale con una grandissima prova. In attesa di riuscire finalmente a gareggiare alla Monza-Resegone, candidata atleta dell’anno è…. ADRIANA BRIOTTI Il vento non spezza un albero che sa piegarsi. Un detto africano descrive bene la resilienza della nostra candidata ad atleta dell’anno 2019. Campionessa sociale external di cross, mezza maratona e 10k, prima di categoria al Trofeo Monga, ha gareggiato con ottimi risultati durante la prima parte dell’anno fino a uno stop forzato per infortunio che, da giugno, la costringe ad allenamenti a ritmo ridotto. Ma la sua tenacia sarà la medicina migliore per il recupero in vista di un 2020 che la vedrà di nuovo schierata sul prato delle campestri. Candidata atleta dell’anno è… ROSANNA VOLPE Stoffa da campionessa, sempre aperta a nuove sfide che l’hanno portata persino in cima al Monte Bianco. La nostra atleta è conosciuta per le sue imprese, finite sulle pagine dei giornali e in onda alla radio e alla TV. Ma tutti noi la conosciamo soprattutto per la sua tenacia in gara. Dopo una prima parte dell’anno trascorsa ferma per infortunio, in autunno si classifica 4^ di categoria alla mezza di Lodi, settima assoluta e seconda di categoria alla 33km del lago maggiore, chiudendo l’anno in bellezza come 4^ di categoria con una grande prestazione cronometrica alla maratona di Firenze. Candidata atleta dell’anno 2019 è... IVANA DI MARTINO

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CENA DI NATALE ATLETA DELL’ANNO NOMINATIONS 2019 C’è chi sta pensando di ripristinare la navigazione delle merci lungo il naviglio e di affidargli il traino delle chiatte controcorrente, tanto lui è sempre lì a correre avanti e indietro, con il freddo, con la nebbia, col solleone. Coriaceo, determinato, agguerrito e competitivo, rilancia continuamente la sfida, a sé stesso prima ancora che agli altri. Già atleta dell’anno nel 2018, nel 2019 è campione sociale dei 10 k, della mezza maratona nonché - per la settima volta consecutiva - della maratona. Del resto ama ripetere che questa gara è il sogno di ogni podista. Per lui pare essere simile al richiamo irresistibile delle Sirene. E per essere coerente con il pensiero e le ambizioni ne corre ben tre in un mese e mezzo. Nell’ultima, a Reggio Emilia, stampa il suo personal best dell’anno. Esagerato! Candidato ad atleta maschile del 2019 è... MARCO DEL VECCHIO Già lo scorso anno ha ricominciato a saggiare i terreni di gara, dopo un lungo stop. Nel 2019 getta il cuore oltre l’ostacolo e si cimenta con prove da ardimentosi. Prima le campestri, poi la Stramilano, da lì è un crescendo di chilometri. A giugno si mette alla prova con una gara leggendaria, la Monza-Resegone, quindi trascorre l’estate calcando con assiduità l’alzaia del naviglio. A fine agosto si presenta tirato a lucido, pronto a lanciare la sfida alla regina delle competizioni. Si allena con dedizione e rigore, ligio alle consegne del “Vate”, come ama chiamarlo lui. Solo un fastidio al piede gli nega un risultato all’altezza delle attese alla maratona di Ravenna, che comunque porta a termine nonostante il dolore. Perché come sanno i podisti esperti, si corre con la testa prima ancora che con le gambe. Candidato ad atleta maschile del 2019 è... MASSIMO OLIVA

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CENA DI NATALE PREMIAZIONE “LA MARATONA PERFETTA” Con 1h58’38’’ nella prima metà, 1h58’55’’ nella seconda, solo 17’’ + lenta, per un totale di 3h57’33’’ tempo reale, 3h57’48’’ ufficiale, alla Maratona di di Milano. Premio speciale “La Maratona Perfetta” a FRANCESCA SALA Con 1h44’25’’ nella prima metà, 1h43’56’’ nella seconda, 29’’ + veloce, per un totale di 3h28’21’’ tempo reale, 3h28’37’’ ufficiale, alla Maratona di di Milano. Premio speciale “La Maratona Perfetta” a ADRIANA BRIOTTI Con 1h39’30’’ nella prima metà, 1h40’28’’ nella seconda, solo 58’’ + lenta, per un totale di 3h19’58’’ tempo reale, 3h20’14’’ ufficiale, alla Maratona di Reggio Emilia. Premio speciale “La Maratona Perfetta” a MARCO DEL VECCHIO

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CENA DI NATALE PREMIAZIONE RIVELAZIONE 2019 Ricci ribelli, grinta ma sregolatezza come è giusto che sia per una ragazza di neanche 30 anni... La nostra atleta rivelazione ha da poco cominciato ad allenarsi con la squadra ma ha già portato a termine la sua prima maratona a Milano. La sua ambizione? Migliorarsi sulla mezza e correrla in 1h45. Ce la farà? La stoffa c’è tutta a patto di rinunciare a qualche party a favore degli allenamenti domenicali! Premio rivelazione 2019 a ALICE CASARTELLI

Giovane atleta con grandi potenzialità. Dopo una prima apparizione come canottieri nel 2015 e nel 2016, torna con il gruppo verso la metà dello scorso anno, fa il suo esordio nelle campestri e ottiene il personale sui 10km al Trofeo del Parco Sempione. La regolarità negli allenamenti continua a non essere una sua caratteristica, ma confidiamo che questo premio possa essere da stimolo per un maggior impegno da parte sua. Premio rivelazione 2019 a ALBERTO ROSSELLI

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CENA DI NATALE PREMIAZIONE “I GLADIATORI DEL NAVIGLIO’’ Alto, spalle larghe, muscoli in evidenza. L’opposto di quello che ti aspetti da un runner. E invece lui ama correre. Gareggia poco - le sue apparizioni nelle competizioni sono più rare delle epifanie mariane - eppure è tra i più assidui agli allenamenti delle 13 sul naviglio. Ogni martedì e giovedì anima il manipolo sempre più assottigliato dei “veloci”. A guardarlo non sembra proprio un fulmine di guerra con quell’andatura dinoccolata e le braccia penzoloni. Invece le lunghe leve spingono e fanno la differenza. Con simulata noncuranza finge di volersi risparmiare, maledice la sorte se compare sull’alzaia qualcuno degli assatanati di risultati, ma appena il gruppo si sgrana non ci sta a restare indietro con quelli che fanno flanella. Premio gladiatori del Naviglio 2019 a: MATTEO COLOMBI

PREMIAZIONE MIGLIORI PRESTAZIONI MARATONA 2019 Miglior prestazione maschile in maratona 2019 con il tempo di 3h20’14’’ ottenuto alla Maratona di Reggio Emilia: MARCO DEL VECCHIO Miglior prestazione femminile in maratona 2019 con il tempo di 3h09’03’’, ottenuto alla Maratona di Firenze: IVANA DI MARTINO Miglior prestazione femminile in maratona 2019 EXTERNAL TEAM con il tempo di 3h27’05’’, ottenuto alla Maratona di NY: ADRIANA BRIOTTI

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CENA DI NATALE PREMIAZIONE “ANNO D’ORO” 2019 Lui è sempre stato così: poche parole, tanti fatti. Quando ha le scarpette ai piedi pensa solo a correre e a metterne dietro quanto più possibili, amici e non. Anche nel 2019 vanta un palmares impressionante: terzo di categoria al Monga, campione sociale Cross, secondo di categoria al Sempione, terzo di categoria alla Stramilano e alla mezza di Cernusco, secondo di categoria alla mezza del Lago Maggiore, ancora terzo di categoria alla 10 km di Zelo. Tutto questo solo nella prima parte della stagione. Poi, a fine giugno, un imprevisto. Il problema ora è risolto, ma i protocolli sanitari non gli consentono di avere l’idoneità per le gare. Così s’accontenta di far sentire il suo ruggito sul naviglio, dove continua a essere di esempio per molti. Premio mezzo anno d’oro, ma campione intero, a: ELVIO PELLEGRINUZZI

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IO E LA CORSA

IO E LA CORSA

I podisti della Canottieri Milano si raccontano

Nome e cognome: Eugenio Randon Data di nascita: 26/02/56 Inizia a correre nel: 2006 Per la Canottieri Milano dal: 2009 Altri sport praticati: in passato calcio e ora - con scarsissimi risultati - nuoto Professione: commercialista Hobby: lettura Il libro più amato: L’Idiota di F. Dostoevskij Il film più amato: Apocalypse Now di F. Coppola RECORD PERSONALI 10 km: 44.32 Cusano, 2010 Mezza maratona: 1.37.23 Stramilano, 2011 Maratona: 3.34.08 Locarno, 2010

Perché hai iniziato a correre? Per scommessa (correre senza mai camminare e/o fermarsi la 2006 NY Marathon). Mediamente quanti km corri alla settimana? Se non sto preparando qualche gara circa 30km. In quale momento della giornata ti alleni? Pausa pranzo. Ti alleni da solo o in compagnia? Possibilmente, in compagnia.

La tua distanza preferita in gara? Maratona. Che scarpe usi? Ruoto senza alcun criterio brooks ghost, nike pegasus e adidas boost. Segui una dieta particolare? Quella che mi ritrovo a casa, ossia poco di carne, formaggi, dolci ecc. e troppe zuppe. Cosa mangi prima di una gara? Pane o fette biscottate e marmellata.

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Prima di una gara hai qualche rito scaramantico? No.marmi per rifare il nodo. C’é mai stato un momento in cui avresti voluto mollare tutto? No. Qual è l’episodio più curioso che ti è capitato durante una gara o un allenamento? Durante la 2016 NY Marathon ho perso di vista Clara e sono tornato indietro a cercarla. In realtà lei mi aveva superato per poi arrivare al traguardo mezzora prima di me.

Disponibile, preparato e… flessibile. Se dovessi descrivere la tua qualità migliore? La prudenza. E il tuo difetto? La prudenza. Il tuo prossimo obiettivo? Nel 2020, correre una maratona sotto le 3.45. In tre parole: la corsa per te è… Benessere, compagnia e fatica.

Nel bel mezzo di una gara vai in crisi: a cosa pensi? Che sono della “Razza Piave” e che non posso mollare. Ti consideri un podista meticoloso o ti affidi di più all’istinto? Decisamente meticoloso. La gara che ti porti nel cuore? Non una gara ma un lungo in solitaria a Gerusalemme, deserta nella parte ebrea per il giorno di digiuno dello Yom Kippur e festante nella parte araba per la Festa del Sacrificio. Che consiglio daresti a chi ha iniziato da poco a correre? Di “non correre”, nel senso di lasciare il tempo giusto al fisico per adattarsi alla corsa. Per un giorno il coach sei tu e hai la possibilità di premiare tre Canottieri: nomi e motivazioni. Ghigo: per la passione e il talento che lo aiutano a far sembrare facili le cose che fa. Ivana: vedi Ghigo, con in più l’essere mamma di tre figli ancora in crescita. Il coach: perché ci dimostra ogni suo allenamento e gara cosa vuol dire amare la corsa. Tre aggettivi per descrivere il tuo modo di correre. Leggero, attento e conservativo. Tre aggettivi per descrivere il coach.

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CANOTTIERI RUNNING TEAM


IO E LA CORSA

I podisti della Canottieri Milano si raccontano Nome e cognome: Cesare Corona Data di nascita: 03/04/1963 Inizia a correre nel: 2002 Per la Canottieri Milano dal: 2008 Altri sport praticati: ciclismo-nuoto Professione: custode Hobby: giardinaggio-lettura-escursioni Il libro più amato: I pilastri della terra Il film più amato: Blade runner RECORD PERSONALI 10 km: 37,54 Villasanta 31/05/2013 Mezza maratona: 1,22,20 Mezza del lago d’Orta 09/10/2011 Maratona: 2,58,23 Maratona di Torino 18/11/2012

Perché hai iniziato a correre? Perché il ciclismo praticato fino a quel momento mi assorbiva troppo tempo per gli allenamenti. Mediamente quanti km corri alla settimana? Dai 105 ai 125. In quale momento della giornata ti alleni? Alla sera dopo il lavoro e poi il sabato e la domenica mattina.

Ti alleni da solo o in compagnia? Siamo in quattro. La tua distanza preferita in gara? Maratona. Che scarpe usi? Saukony Kinvara. Segui una dieta particolare? No.

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Cosa mangi prima di una gara? Caffè latte e tanti biscotti.

Tre aggettivi per descrivere il coach. Presente, preparato, disponibile

Prima di una gara hai qualche rito scaramantico? No.

Se dovessi descrivere la tua qualità migliore? Sincerità.

C’é mai stato un momento in cui avresti voluto mollare tutto? No assolutamente, anzi, la corsa mi ha aiutato a superare momenti difficili.

E il tuo difetto? Sincerità.

Qual è l’episodio più curioso che ti è capitato durante una gara o un allenamento? L’estate scorsa a Giugno ci stavamo allenando sul nostro naviglio e ha incominciato a grandinare grossa come albicocche… peccato che il riparo più vicino fosse due chilometri avanti oppure due indietro.

Il tuo prossimo obiettivo? 10 maratone sotto le tre ore. Ne Mancano due a causa di una Milano in 3,00,12 e una Brescia in 3,00,26. In tre parole: la corsa per te è… Divertimento, benessere e stile di vita.

Nel bel mezzo di una gara vai in crisi: a cosa pensi? Faccio il conto alla rovescia sui chilometri che mancano alla doccia. Ti consideri un podista meticoloso o ti affidi di più all’istinto? Meticoloso in allenamento istintivo in corsa (quando non faccio il pacer). La gara che ti porti nel cuore? La maratona di Venezia 2010. Chiusa comunque sotto le tre ore nonostante l’acqua alle caviglie negli ultimi quattro chilometri. Che consiglio daresti a chi ha iniziato da poco a correre? Di continuare, continuare e continuare. Per un giorno il coach sei tu e hai la possibilità di premiare tre Canottieri: nomi e motivazioni. Senza nulla togliere ai colleghi maschietti premierei tutte le donne della nostra società. Tre aggettivi per descrivere il tuo modo di correre. Leggero, efficace, motivante se nel ruolo di pacer.

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CANOTTIERI RUNNING TEAM


CALENDARIO

GARE

Gennaio 2019 / Aprile 2020 a cura di Roberto Mazzi

CANOTTIERI RUNNING TEAM

gare consigliate

DATA

CORSA

LUOGO

06/01/20

MEZZA MARATONA SUL BREMBO 21 KM

DALMINE (BG)

CROSS DEL CAMPACCIO

SAN GIORGIO SU LEGNANO (MI)

MONGA III° PROVA CROSS

CITTIGLIO (VA)

MONGA IV° PROVA CROSS

BOLGARE (BG)

MEZZA MARATONA DI SAN GAUDENZIO 21 KM

NOVARA

5 MULINI CROSS

SAN VITTORE OLONA (MI)

02/02/20

STRAMAGENTA 10 KM

MAGENTA (MI)

02/02/20

MEZZA MARATONA DELLE DUE PERLE 21 KM

S. MARGHERITRA LIGURE (GE)

09/02/20

MEZZA DEL CASTELLO 21 KM

VITTUONE (MI)

16/02/20

MONGA V° PROVA CROSS

PIOLTELLO (MI)

23/02/20

MEZZA MARATONA DI TREVIGLIO 21 KM

TREVIGLIO (BG)

06/01/20 CANOTTIERI RUNNING TEAM

12/01/20 CANOTTIERI RUNNING TEAM

19/01/20 CANOTTIERI RUNNING TEAM

19/01/20 26/01/20 CANOTTIERI RUNNING TEAM

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CALENDARIO GARE 25/02/20

MEZZA DI FONTANELLATO 21 KM

SALSOMAGGIORE

25/02/20

SALSO - FIDENZA 9,1 KM

SALSOMAGGIORE

25/02/20

CORSA DEL PRINCIPE 28,9 KM

SALSOMAGGIORE

25/02/20

MARATONA TERRE VERDIANE 42 KM

SALSOMAGGIORE

01/03/20

TRECATE 10 KM

TRECATE (NO)

01/03/20

LECCO CITY HALF MARATHON 21 KM

LECCO

01/03/20

TRECATE MEZZA MARATONA 21 KM

TRECATE (NO)

TROFEO SEMPIONE 10 KM

MILANO

ROMA-OSTIA 21 KM

ROMA

SCARPADORO HALF MARATHON 21 KM

VIGEVANO (PV)

STRAMILANO HALF MARATHON 21 KM

MILANO

MARATONINA CERNUSCO LOMBARDONE 21 KM

CERNUSCO L. (LE)

29/03/20

MARATONA DI ROMA 42 KM

ROMA

05/04/20

GENERALI MILANO MARATHON 42 KM

MILANO

05/04/20

MARATONA DI PARIGI 42 KM

PARIGI

LAGO MAGGIORE HALF MARATHON 21 KM

VERBANIA (VCO)

19/04/20

MEZZA MARATONA DI GENOVA 21 KM

GENOVA

26/04/20

MEZZA MARATONA DEI TRE COMUNI 21 KM

LACCHIARELLA (MI)

26/04/20

MARATONA DI LONDRA 42 KM

LONDRA

26/04/20

MARATONA DI MADRID 42 KM

MADRID

03/05/20

PLACENTIA HALF MARATHON 21 KM

PIACENZA

03/05/20

RED BUCCELLA RUN 10 KM

VIGEVANO (PV)

data da conferm.

CANOTTIERI RUNNING TEAM

08/03/20 15/03/20

22/03/20

29/03/20

CANOTTIERI RUNNING TEAM

CANOTTIERI RUNNING TEAM

CANOTTIERI RUNNING TEAM

19/04/20 CANOTTIERI RUNNING TEAM

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ARRIVEDERCI ALLE PROSSIME CAMPESTRI

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IO CORRO CAN

CANOTTIERI RUNNING TEAM

Canottieri Milano Alzaia Naviglio Grande n. 160 20144 Milano - tel. 02 48952364 REDAZIONE Corrado Bonelli Pierpaolo Bonfanti Chiara Bottoni Michele Mauri Roberto Mazzi Paride Sciascia Massimo Zini HANNO COLLABORATO A QUESTO NUMERO DELLA RIVISTA C. Bottoni A. Briotti C. Corona M. Oliva E. Opipari E. Randon F. Sala

GRAZIE A...

CONVENZIONI

Il presente numero nasce grazie alla disponibilità e alla competenza delle persone qui sopra riportate. Il vero gradimento spetterà ai lettori, cui chiediamo di voler collaborare fin dal prossimo numero per poterlo migliorare con scritti, foto, esperienze, ricordi, comunque attinenti alla nostra comune passione.

Sono attive e in fase di aggiornamento le seguenti convenzioni: - ALTAMURA FISIOTERAPIA Via Altamura n. 8 - 20148 Milano - KOALA Via Dei Gracchi n. 26 - 20146 Milano - ENERVIT Viale Achille Papa n. 30 - 20149 Milano

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Indirizzo Via Dei Gracchi 26, 20146 Milano Tel: 02 469 0011/469 2886 Fax: 02 481 7888 web: www.koalasport.com mail: info@koalasport.com

Orari di apertura Lunedì: 15.30-19.00 da Martedì a Venerdì: 10.00-12.30 e 15.30-19.00 Sabato: 10.00-12.30 e 15.00-18.30

ALTAMURA FISIOTERAPIA VIA ALTAMURA 8 20148 MILANO TEL: 024048378


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