Io Corro Cano 11 - Anno IV/2019 - nr11

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IO CORRO CAN Magazine di notizie del gruppo running canottieri

ANNO IV / 2019 - Numero 11

CANOTTIERI RUNNING TEAM

STRAMILANO 2019


IN QUESTO NUMERO

Magazine di notizie del gruppo running canottieri ANNO IV / 2019 - Numero 11

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Editoriale

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GAMBE IN.. “SPALLA”!

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STRAMILANO

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24X1 ORA

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MONZA MONTEVECCHIA

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MONZA RESEGONE

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PREMIAZIONI CAMPIONATI SOCIALI

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IO E LA CORSA

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CALENDARIO GARE

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EDITORIALE di Paolo Bonfanti

EMOZIONI, EMOZIONI, EMOZIONI

P

uò essere considerato il filo rosso di questo numero. Si inizia col racconto di Roby Mazzi: “un runner sa bene cosa voglia dire mettersi in testa di voler fare qualcosa” a dispetto di tutte le avversità fisiche... Roberto Guarnieri ed Elena Magni ci fanno rivivere la nostra gara sociale sulla mezza maratona, scandendone efficacemente i momenti salienti. Che dire poi del cuore di Marco Assereto che nel momento topico ha sostenuto Franci nel realizzare il suo personale nella maratona... Ma più ci inoltriamo in questo numero e più crescono le emozioni: Marco Del Vecchio ci trascina sul traguardo della 24 x 1 ora, lasciandoci senza fiato, mentre Franci Sala ci riporta ad un incredibile evento atmosferico durante la stessa gara. Ma salendo ancora nella graduatoria delle emozioni, grazie anche alla particolare modalità di svolgimento di queste gare (rispettivamente in coppia e a terne) ci immedesimiamo, non senza una punta di invidia per non averle provate, nel racconto a quattro mani della coppia mista 14A e 14B, come ormai amano autodefinirsi Massimo Oliva e Adriana Briotti. Sembra di vederli alle prese col fango, il sudore e la fatica della Monza-Montevecchia, corsa di oltre 33 km. nel cuore e tra i sentieri dei boschi delle alture briantee... Ed eccoci arrivati all’Olimpo, alla cima Coppi, al mito della Monza-Resegone, giunta all’edizione n. 59. La corsa si snoda per ben 42 km. con partenza da Monza (m. 162 s.l.m.) e arrivo finale, dopo impervia salita, ai 1.173 m. della Capanna Monza. Questa volta è un trio a regalarci emozioni e sensazioni che salgono dalla pancia al cuore non solo dei protagonisti, ma di tutti coloro che amano questo sport (in primis i compagni del gruppo Cano che subito dopo l’impresa si sono scatenati nella chat con sinceri apprezzamenti). Il nostro coinvolgimento è reso ora più facile dagli articoli di Mario Gaeta e Massimo Oliva (davvero incredibile in questa stagione primaverile) e dalle ottime foto che completano l’articolo. Chiedo scusa se lascio come ultima citazione la serata delle premiazioni, efficacemente sintetizzata da Manuela Bassi, ma nel filo rosso che ho ricordato nel titolo, in questo caso i nostri atleti ci avevano già regalato le emozioni più genuine sui terreni di gara. Con un arrivederci in autunno, auguro un sincero anche se poco originale “Buone Vacanze”.

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SCARPA D’ORO

GAMBE IN… “SPALLA”! di Roberto Mazzi

E pensare che due mesi fa…” continuava a martellarmi in testa questa frase sospesa mentre entravo nello stadio al Km 20.8 della Scarpadoro, la mezza maratona della mia città, Vigevano. Guardo il cronometro, 1 ora e 48 minuti e spicci, penso che sia quasi incredibile; chiudo con un tempo ufficiale di 1h 49’ 26” con un Real Time di 1h 49’ 04” e, subito dopo il traguardo, scoppio di felicità e con un mega sorriso stampato in volto vado a salutare le mie tre ragazze (moglie e figlie) che mi aspettavano da una decina di minuti. Ma facciamo qualche passo indietro e torniamo al 2018, ad Aprile per la precisione, quando comincio ad accusare un dolore alla spalla destra nel compiere alcuni movimenti, specialmente quelli in rotazione. Minimizzo (ma neanche troppo), ma dopo qualche settimana mi affido ai Bason che mi aiutano da 15 anni a gestire il mio annoso problema con il mal di schiena. Centro Ambrosiano e il Dottor Calicchio mi conferma che si tratta di una calcificazione di 11 mm all’inserzione del tendine del sovraspinato. Mi consiglia di continuare con i lavori che sto già facendo ed eventualmente di valutare le onde d’urto focali.

Roberto mi suggerisce di fare qualche seduta di onde d’urto perché secondo lui si tratta di una tendinite probabilmente dovuta a calcificazioni. Chiaramente seguo il consiglio e cominciamo con i trattamenti. Passano i mesi, la situazione rimane stabile, non miglioro in maniera “sostanziale” ma non peggioro, gestisco il problema sia con le terapie che con il lavoro in palestra, elastici, lavoro in isometria, tutto sommato la situazione mi sembra soddisfacente, ma soprattutto non smetto mai di correre. L’estate e le vacanze passano senza grossi problemi, la spalla sembra non dare preoccupazioni, corro con costanza, continuo il lavoro in palestra e ben presto arriva l’autunno. Decido di fare almeno una ecografia alla spalla e così contatto il

Ad ottobre mi sembra addirittura di avvertire un miglioramento netto e deciso delle condizioni, il dolore che accusavo in alcuni movimenti sembra ridursi, la mobilità migliorare, insomma sono ottimista, penso che il lavoro dei mesi passati stia pagando e mi dico che nel giro di qualche altro mese forse potrò ritenere chiusa la vicenda. Ma… c’è sempre un ma in queste storie che sembrano arrivare troppo in fretta ad un lieto fine;

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SCARPA D’ORO un giorno di fine novembre, dopo aver fatto i miei soliti lavori in palestra, torno in ufficio e dopo poco avverto un dolore che si intensifica velocemente, sembra un’onda anomala che acquista potenza mano a mano che si avvicina alla costa. Nel giro di 3 ore fatico a muovere la spalla. Il dolore è molto intenso e pulsante, la mobilità si riduce sempre di più, perdo la forza nel braccio, non mi era mai successa una cosa del genere. Arrivo a casa dopo l’ufficio, non ho fame, troppo male, ma mi sforzo di mandare giù qualcosa per imbottirmi di antidolorifici.

ledì, ancora 2 giorni e lo studio chiude per le festività, ci rivediamo tra 2 settimane, nel frattempo mi affido alle medicine. 1200mg di Ibuprofene al giorno, riesco anche a fare una RMN alla spalla al volo che conferma sostanzialmente l’esito dell’ecografia in assenza di danni ai tendini. Gennaio, passano le feste e riprendo a fare Tecar e Laser, la spalla va meglio, il dolore è “sopportabile” ma la mobilità è scarsa. Arrivo al 35/40% non di più, non posso alzare il braccio, ruotare la spalla, portare pesi, a fatica riesco ad allacciarmi le scarpe e a fare la doccia, devo dosare i movimenti, in pratica la mia spalla destra è ufficialmente in “pensione anticipata” e faccio tutto con il braccio sinistro.

Mossa inutile, la notte sembra non passare più, il dolore aumenta, non riesco a stare in nessuna posizione. Da sdraiato o da seduto non cambia nulla, il dolore è veramente forte. Finalmente arriva la mattina, a fatica faccio una doccia e mi metto in auto per andare al lavoro (grazie a Dio ho il cambio automatico, non avrei potuto usare la macchina altrimenti). Nel frattempo chiamo Roby Bason che mi vede dopo l’ufficio, gli dico che ho bisogno di un miracolo, lui mi dice che non mi assicura di potermi esaudire, ma cominciamo con Tecar e Laser praticamente ogni 2 giorni per arginare la situazione. Passano 2 settimane, miglioro, muovo la spalla e il dolore è quasi sparito.

Le giornate passano molto lentamente, il morale è sotto le suole, non posso nemmeno giocare con le mie bimbe perché la spalla mi fa malissimo non appena la muovo un tantino in più del normale. In ufficio sono costretto ad usare il mouse del computer con la sinistra che uso anche per scrivere, un disastro, faccio una fatica allucinante a fare qualsiasi cosa, mi sento come se improvvisamente dovessi fare a meno di un braccio ma non solo, della spalla, della parte destra della schiena… Assurdo.

Non capisco cosa mi sia successo e mi riprometto di vedere un Ortopedico per cercare di approfondire, nel frattempo dal momento in cui inizia la fase acuta smetto i lavori in palestra e naturalmente anche la corsa. Passano i giorni e sento che la spalla va meglio, inizia la settimana che precede il Natale, poi sarò in ferie qualche giorno e progetto di recuperare un po’ di riposo notturno e di energia mentale. Ma… c’è un altro ma in questa storia, a 3 settimane circa dal primo episodio, un martedì pomeriggio in ufficio, senza che ci sia una causa scatenante, nel giro di poche ore torno nella situazione di fine novembre. Spalla dolorante, immobilizzata, braccio senza forza. Mi prende il panico, torno a casa, mi bombardo di antinfiammatori ma niente, la mattina successiva chiamo Roby Bason e si ricomincia, Tecar e Laser, ma è già merco-

Dopo altre 3 settimane di terapie dai Bason non riesco a vedere la luce in fondo al tunnel, mi sembra che la situazione sia in uno stallo che mi deprime ogni giorno di più. Intorno al 20 gennaio arriva poi la mazzata finale, influenza stagionale che non prendevo da 12 anni, sono a pezzi ho dolori dappertutto, antibiotico per 7 giorni, addirittura arrivo a dire a mia moglie che devo andare al Pronto Soccorso per farmi fare una iniezione di antidolorifici perché non sopporto più il dolore alla spalla e alla schiena. Soprassiedo e sopporto, una settimana a casa dal lavoro stando malissimo, quando finalmente dopo 8 giorni mi sveglio una mattina e…. mi sembra un sogno, non ho più dolori. Sono debolissimo, faccio fatica a fare le scale ma i dolori sono spariti quasi del tutto. Anche quello alla spalla. Non

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SCARPA D’ORO canto vittoria ovviamente ma è una fiammella di speranza che mi si accende e che mi fa stare bene dopo tanti giorni bui. Riprendo il lavoro, ma sono ancora debole, ci metto circa 10 giorni a recuperare dall’influenza, siamo al 10 di febbraio circa, il 14 ho una visita prenotata da un ortopedico specialista della spalla. Dentro di me sono rassegnato, quest’anno di sicuro non correrò la Scarpadoro. Arriva il giorno della visita, il dottore mi spiega la situazione, mi dice che devo farmi 3 settimane di cortisone e che poi vedremo il da farsi.

trando allo stadio, dentro di me penso che 2 mesi prima ero all’inferno e che ora stavo entrando nel mio paradiso personale, gli ultimi 300 metri sono una sciocchezza ormai, arrivo davanti alle tribune, cerco lo sguardo delle mie ragazze e le vedo che mi salutano, taglio il traguardo e penso che la forza di volontà talvolta è superiore a qualsiasi cosa, e che un runner più di tanti altri sa bene cosa voglia dire mettersi in testa di voler fare qualcosa. Sono contento di condividere questo mio racconto con i miei compagni di squadra, ognuno ha avuto il suo inferno personale dovendo stare fermo, qualcuno lo starà vivendo proprio in questo momento, io ne sono uscito da poco e credo di esserne uscito più forte di prima, anche se la strada e il lavoro da fare con la spalla sono ancora molto lunghi.

Timidamente gli chiedo se secondo lui posso correre e lui mi risponde… SÌ! Sorrido, sia in viso che dentro di me, torno a casa e “lucido” le scarpette pensando che il giorno dopo un bel 6 o 7 km non me li leva nessuno… ma piano piano, senza esagerare. Ricomincio a correre ufficialmente il 15 febbraio, un mese esatto alla Scarpadoro, dentro di me ci penso ma mi dico che non devo fare sciocchezze, che non posso correre 21 KM dopo aver vissuto 2 mesi e mezzo d’inferno. Archivio. Ma… c’è un ultimo ma in questa storia, dopo una settimana e 4 allenamenti, riesco a correre 12 Km in campagna un sabato pomeriggio. La mia testa è in subbuglio, penso di potercela fare se non ho male a correre 21 km, al limite ne correrò 15 e poi alternerò corsa e cammino, però devo anche considerare che l’ultima volta che ho corso 21 km era il mese di marzo 2018, sempre la Scarpadoro. Poi nessun’altra mezza.

La corsa mi ha insegnato tanto e continua a farlo, così come tutte le persone che attraverso la corsa ho potuto conoscere. Non smetterò mai di essere un runner, e spero che un giorno le mie bambine capiscano anche dai racconti che farò loro che la volontà è determinante nella vita di ognuno. A tutti voi che leggete auguro buone corse e soprattutto GAMBE IN… SPALLA!!!

CANOTTIERI RUNNING TEAM

Calma, con calma, vediamo come va la settimana prossima. Scrivo al coach, lui mi dice di andare avanti che ce la posso fare, il sabato dopo corro 18 km in 1 ora e 35’!!! È fatta dico dentro di me, ce la faccio!!!! Mi iscrivo, faccio la visita medica, ultimo allenamento il giovedì prima della gara, la gamba gira bene, faccio solo 8 km per non affaticarmi. Ma la testa è già a domenica 17 marzo dentro allo stadio. E dentro di me so già che la correrò tutta, che non camminerò dovessi tirare fuori anche l’ultimo briciolo di forze non camminerò nemmeno per un metro. E così torniamo all’inizio della storia, sto en-

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MARATONA MILANO

L’ACCOMPAGNATORE QUESTO SCONOSCIUTO! di Marco Assereto

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omenica 7 aprile si è corsa la maratona di Milano e alcuni amici della Canottieri hanno partecipato. Io? Io no, non scherziamo! È una distanza proibitiva per me. Ogni tanto sentendo gli altri ragazzi parlare delle varie esperienze nelle loro maratone mi viene voglia, purtroppo però non penso di avere la testa. Eugenio, con cui corro spesso, mi chiama “Chalanoglu” come il giocatore del Milan, per la mia indolenza, la scarsa disciplina e la mediocre capacità di soffrire. Ai miei antipodi c’è Francesca.

toriche di cui ovviamente mi vergogno (“fallo per la squadra!”, “fallo per il coach!”, “fallo per la tua famiglia!”). Lei inspiegabilmente dopo il 35 chilometro non mi aveva ancora mandato a quel paese nonostante avesse sicuramente visto la Madonna di Czestochowa che le allungava i sali. Ad un certo punto ha smesso completamente di parlare. Io invece continuavo a ripetere “È finita ! Siamo arrivati! Manca poco!”. Lei, testa bassa, correva, soffriva e correva. Durante un ristoro è addirittura caduta. Ma niente paura! Come una macchina da guerra si è alzata ed è ripartita. Poi, quasi all’arrivo (mancava davvero pochissimo), io ero emozionato come un bambino e lei... lei no. Francesca era in trance, sapeva di avere quasi finito, sapeva che anche per questa volta ce l’aveva fatta. Eppure. Vedevamo il traguardo, la musica era sempre più forte (e per fortuna copriva la mia voce) e lei... lei si è bloccata. E ha parlato: “Marco, non sto bene, non ce la faccio!!” Io l’ho guardata stupefatto e accertatomi con occhio da veterinario che non eravamo di fronte ad un arresto cardiaco le ho preso la mano e l’ho trascinata con me. Poco dopo la sua espressione del viso si è distesa (addirittura sorrideva) e le sue gambe hanno aumentato progressivamente l’andatura. A quel punto ho rallentato. Volevo che superasse il traguardo prima di me, e traguardo è stato in 3 ore e 57 minuti. Il suo personale. E averla sostenuta in questo è stato anche un po’ il mio.

Spesso corriamo insieme e lei, a differenza mia, è super determinata, grintosa, una stacanovista! Lei fa fatica, soffre, borbotta ma non molla. Quando ci alleniamo ci sosteniamo a vicenda e io, essendo come noto molto più simpatico, cerco di farla ridere nei momenti di difficoltà. Forse per questo (o nonostante?) poco prima della gara ci è venuta l’idea di accompagnarla per alcuni chilometri durante la maratona di Milano. Quindi fresco-fresco quella domenica mattina mi sono presentato all’altezza del venticinquesimo chilometro cercandola nella folla dei maratoneti. Dopo qualche minuto l’ho vista arrivare e con l’entusiasmo di un animatore dei villaggi Valtur ho cominciato a correre di fianco a lei. Dovevamo tenere un ritmo 5.30 e cercare di mantenerlo il più regolare possibile. Ho cominciato a parlare cercando di distrarla e lei mi rispondeva con versi gutturali come “Chewbacca di Star Wars” . “Sarà un buon segno!” mi sono detto e abbiamo proseguito. Durante il tragitto ero particolarmente euforico: l’atmosfera della maratona era veramente elettrizzante e ho continuato chilometro dopo chilometro ad incitare Francesca, facendo ricorso anche a frasi pietose e re-

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STRAMILANO 2019

STRAMILANO CRONISTORIA DI UNA GARA DA NON DIMENTICARE di Roberto Guarnieri

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ilano, 24 marzo 2019, ore 08:50 “fino a qui, tutto bene”.Questo il mantra che tamburella la mia testa durante il ritrovo pre-gara al Castello Sforzesco. Ci sono tanti runner Cano oggi alla fontana del Castello, tutti pronti a marcare le strade di Milano, con gioia e incredibile determinazione. Cerco con lo sguardo Monica con la sua energia positiva, percepisco la tensione di un Alberto in grande spolvero e la apparente serenità di Paolo: da ognuno di loro (solo per citarne alcuni!) sento il bisogno di “rubare” qualcosa che farò mio durante le fatiche della gara. Saluto il Coach, oggi come sempre pronto a dispensare consigli; lui è il vero catalizzatore positivo delle mie emozioni: bastano poche parole, quelle che io amo definire “saette di motivante cinismo a lungo rilascio” (1). Le saette del Coach sono immediatamente seguite da un sorriso sincero, quello di chi ci tiene veramente, come se fosse amico prima di tutto.

partenza: ci guardiamo tutti sorridenti ma anche un po’ tesi. I nostri cronometri vengono compulsivamente controllati, giusto per esser certi dell’ora, giusto per esser certi di chissà cosa! Non so ancora bene come correrò, ma dato che non mi sento in grande spolvero penso che sarebbe buona cosa seguire Elvio e Paolo; loro sanno gestire molto bene le gare ed è sempre un piacere marcarsi stretti; infine penso... ”si parte insieme e il resto lo si vedrà verso il quindicesimo km. Amen!”. 10:05 circa. Pistolata e si parte . Centinaia di piedi si muovono in una sola direzione, faccio in tempo a svicolarmi nella strettoia della partenza, evito una donna caduta poco più avanti poi, con occhiate fugaci cerco di tenermi vicino a Elvio e con calma lascio passare i “fenomeni dei primi 5km.” (2). Si parte da subito con un buon ritmo: Elvio ha già attivato il bottone del “cruise control” con un passo che spacca il 4:20’’.

09:20. Sale la tensione, la gara si avvicina e mi rendo conto che c’è una lunga fila per lasciare il borsone. Monica arriva in mio soccorso, si sbraccia per salutarmi - lei che è vicina all’entrata - e così mi avvicino con leggera indifferenza per non farmi sgamare dai corridori più rispettosi... fortunatamente nessuno sborbotta e il “salta la fila” si compie alla grande! 09:50. I “motori” sono caldi nella griglia di

10:50 circa. Abbiamo da poco superato il decimo km, il ritmo è decisamente stabile e

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STRAMILANO 2019 mio NO alla crisi: mi si materializza il coach, tunica bianca, chioma bianca curatissima e scarpette da corsa sgargianti. Il momento è mistico e buffo allo stesso tempo. Il coach mi guarda scazzato e lapidario pronuncia le seguenti parole: se arrivi dopo Elvio non ti guardo più in faccia! Cari amici Canottieri, giusto per salvare un minimo di dignità personale, tengo a specificare che non sono pazzo, ma cacchio, questa specie di visione o forse la mia fantasia in un momento così fisicamente critico funziona! Scrollo la testa come se volessi dirmi “svegliati, non mollare!”. Proprio così, torno a marcare l’asfalto e con una lenta progressione mi dirigo verso piazzale Damiano Chiesa. confortante, con Elvio ci si alterna agilmente nel mantenere un passo determinato e senza strappi. Siamo ancora abbastanza lucidi ma il caldo inizia lentamente a farsi sentire e di lì a poco – complice dell’isteria tecnologica del mio gps che non lavora più bene – iniziamo a perdere lucidità. Elvio è già in trance, corre come un treno e quando gli chiedo del nostro passo gara, guarda anche lui l’orologio e stupito mi risponde: non si capisce più un cavolo! Capisco che è arrivato il momento di lasciare ogni speranza alla razionalità e farsi trascinare dalla splendida trance della corsa, quella bolla in cui ci si isola da tutto: in quel preciso momento riesco a sentire meglio il mio corpo, corro ascoltando la ritmica del respiro quasi come se entrassi in una insolita sintonia con me stesso.

La curva ad angolo stretto mi regala la consapevolezza di essere in Corso Sempione, ormai l’emozione dell’arrivo inizia a concretizzarsi e stranamente non do peso alla lunghezza degli ultimi chilometri. Supero dunque Elvio che con un’occhiata sembra dirmi “vai se ce l’hai”; appena dopo segue la curva di viale Elvezia e gli incoraggiamenti delle persone che mi lanciano ormai in una corsa spedita e incurante. Appena dopo la curva non credo ai miei occhi: si materializzano il mitico Adriano con Rosanna che corrono spediti. L’occasione di avvicinarli e chiudere con loro è cosa rara per me, e allora mi aggancio al loro passo e con una felicità estrema allungo a larghe falcate verso il traguardo. Siamo alla fine, giungo stremato e felice dopo una gara in cui sono riuscito, una volta tanto, a utilizzare correttamente testa, allenamento, cuore ... e le frasi del coach!

11:10. La trance continua ma si soffre; siamo persi in una gran caldazza al fondo del sedicesimo km. quando è ancora troppo presto per pensare che è finita, quando sei in zona Fiera e ti senti come Ulisse che varca lentamente le Colonne D’Ercole. Super Elvio però, corre spedito. Lo seguo con gli occhi e mi chiedo come sia possibile riuscire a tirar fuori tutta questa energia… penso...penso...penso troppo e poco dopo realizzo che sto perdendo metri dagli altri concorrenti a vista d’occhio! Ma proprio durante questo momento di fatica ho una visione onirica, o forse quello che penso essere stato il

Note a pie’ di pagina: (1) Saette di motivante cinismo a lungo rilascio (a breve su Wikipedia) si spiega in frasi del tipo: “se stai bene, tanto fai cagare lo stesso”; “si vive con gli infortuni”; “alla tua età, se non correvo la mezza sotto 1:30 non facevo neanche la gara”. (2) Fenomeni dei primi 5km: brillantoni che superano a zig zag correndo a 3:40 i primi 5 km. della gara, usuale ritrovarli appoggiati ad un albero poco dopo.

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STRAMILANO 2019

“SARÀ BUONO ARRIVARE AL TRAGUARDO” di Elena Magni

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4.03.2019 una data cerchiata sul mio calendario anche se, in realtà non le ho dato importanza fino a quando non è arrivato il momento di andare a ritirare il pettorale il venerdì precedente alla gara insieme a Paride e Marzio. “ma si non mi importa il tempo, l’importante è finirla senza morire...” “poi sicuramente farà caldo e quindi sarà buono già solo arrivare al traguardo...” Frasi di questo genere mi ronzavano nella testa ed erano le risposte che davo a chi mi chiedeva quali aspettative avessi per la Stramilano, una sorta di scudi mentali. Questa è stata la prima di, ormai purtroppo, pochissime gare alle quali riesco a prendere parte, una sorta di “chiusura speciale” del periodo di rientro dopo un infortunio che mi è capitato al rientro dalla Grecia quest’estate. La Stramilano però, da quando ho iniziato a correre, è una sorta di appuntamento irrinunciabile che, a parte se non si è bloccati da motivi “seri e comprovati” NON SI PUO’ MANCARE. Ad un certo punto, come sempre prima di una gara, ho fatto al Coach la fatidica domanda: “a quanto la DEVO correre?” badate bene, non a quanto la posso correre ma a quanto la devo correre, perché Max, potente stregone, sa già parecchio tempo prima come andrà la tua gara. Solo in quel momento ho capito che la gara,

mai come questa volta, sarebbe stata con me stessa. La mia pecca maggiore, credo, è quella di non saper rispettare i tempi, negli allenamenti, come in gara, arrivo sempre “troppo tirata” ma questa volta no, avevo deciso che avrei imposto a me stessa di rispettare i tempi e l’idea di gara che Massimo aveva pensato per me. Arriva quindi velocemente domenica mattina, la sveglia suona ed io sono già sveglia, mi alzo e ripasso mentalmente le indicazioni ricevute mentre faccio colazione. Prima di uscire bacio mio figlio e gli chiedo “Andre secondo te la mamma ce la fa a correre tutti i 21 km?” e lui candidamente mi risponde “no mamma...” SIGH!!!! è quello che temo anche io, penso dentro di me. In un attimo sono davanti alla fontana di piazza Castello, vedo compagni di squadra che non vedevo da mesi, già questo mi mette parecchio di buon umore e mi regala tanta energia. Tutti sfoggiamo orgogliosamente le nuovissime magliette/canotte ufficiali e questo aggiunge, se possibile, ancora più del bello a questa bella giornata. Torno a respirare il famoso “Spirito di Squadra” ed in un attimo capisco quello che più mi è mancato nei lunghi mesi in cui ho potuto solo svolgere allenamenti in solitaria (a parte qualche lungo accompagnata, anzi

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STRAMILANO 2019 si dal resto delle persone e mi concentrassi solo su me stessa, sulle mie sensazioni e sulle mie fatiche. L’andamento della gara, devo confessare, non lo ricordo neppure tanto bene, so solo che km dopo km vedendo i tempi rispettati, aumentava la voglia di arrivare alla fine “continuando così” mi ripetevo “non provare ad aumentare”, “resta concentrata” e così, incredibilmente è stato…

meglio, trainata, da quell’angelo barbuto di nome Paride al quale va il mio grazie più grande insieme ovviamente a Massimo). Capisco quanto sia importante incrociare lo sguardo di chi come te condivide fatica e sudore, di chi non ti fa mai mancare un sorriso, un incoraggiamento, una pacca sulla spalla, regalandoti un’enorme carica di energia positiva. Fa caldo ma le sensazioni sono buone anche se io non condivido con nessuno queste sensazioni, mi intrufolo di nascosto in un settore che non è il mio solo per condividere gli attimi prima della partenza con altri compagni di squadra molto più veloci di me. Carlo mi dice che più o meno la vorrebbe correre al mio ritmo e quindi decidiamo di condividere, il più a lungo possibile, le bellissime sofferenze della gara.

Ho tagliato il traguardo e fermato il cronometro e la soddisfazione più grande non è stato il tempo in se ma bensì l’aver saputo rispettare i ritmi. La fatica l’ho sentita tutta ma la soddisfazione è stata davvero grande. Ho iniziato e terminato questa splendida giornata con un sorriso, in mezzo certo tanta fatica, sudore, momenti di crisi, e risalite. Forse è davvero questa la magia e potenza della corsa.

BOOOM cannonata, si parte! Io tento da subito di verificare il ritmo, di rispettare i piani, è un po’ come se mi isolas-

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24X

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LA 24 X 1 ORA 2019 ALL’ULTIMO RESPIRO… di Marco del Vecchio

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uest’anno la 24 x 1h mi ha visto protagonista non solo nella versione runner, ma anche in quella di “aiuto selezionatore”. Mi sono ripromesso di “recuperare” qualche atleta alla causa della Cano Running, tentando peraltro con atleti di livello ormai dediti ad attività meno nobili. Per inciso, ne ho convocati tre, che hanno contribuito con alcune delle migliori performance per la felicità del coach e di quanti come me avevano innanzitutto il piacere di ritrovarli (uno per la verità non aveva mai corso con i nostri colori, ma è assiduamente presente agli allenamenti a pranzo). Partendo dalla fine, alcune riflessioni le condivido volentieri in poche righe: Innanzitutto, il valore dell’amicizia; i miei “convocati” sono persone rimaste legate alla Cano e al nostro gruppo, anche se frequentato in epoche diverse, per cui a tutti gli effetti amici nostri e dei nostri colori. Noi non utilizziamo atleti professionisti o quasi, convochiamo prima di tutto amici… In secondo luogo, rimango sempre impressionato dalla capacità di alcuni miei compagni di correre ad orari improponibili: se non è amore per il gruppo quello... e spesso non sono neanche i più giovani, a dimostrazione che la nostra sezione ha una forte connotazione “senior”, ma di quei senior coi “cocones”. Oggi bypasso il tema ricambio… Siamo una squadra realmente “mista”, non avremo kenioti ma donne che corrono quasi come loro.

C’è stato chi ha corso infortunato, e chi lo avrebbe fatto volentieri se non costretto dagli eventi (infortuni) a passare agli sport acquatici. Mi sono ripromesso di non fare nomi stavolta, ma alcuni avranno colto. La gara dura 24 ore, è possibile debba decidersi negli ultimi due minuti di competizione? In quel caso, la squadra viene prima – la tattica del coach non si discute (monito storico che i senior tramandano), e la volontà di non buttare al vento gli sforzi dei compagni aiuta a mantenere alta la concentrazione. Si poteva perdere dai professionisti, dalla Michetta (e già non sarebbe bellissimo…), ma dai VEGANI proprio no. Da ultimo, l’analisi tecnica della frazione: ob-

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24X bligato sotto ritmo dagli obiettivi di squadra, dalla ferocia del coach di recuperare il quarto posto che non pensavamo di avere perso, ho inserito il turbo quando serviva e con una progressione finale degna dei vecchi tempi il vegano è finito per terra (se lo meritava, visto che ha fatto la cozza per 58 minuti).

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Sarebbe stato meglio alzare il ritmo subito e provare a scappare via, oppure la tattica conservativa e di studio del coach era davvero la migliore? Saremo anche arrivati quarti, ma per coesione, spirito di sacrificio e, appunto, amicizia, siamo stati TOP!

STAFFETTA TEMPESTOSA di Francesca Sala

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a 24 x 1 ora, forse la manifestazione che amo di più durante la stagione podistica, cade a maggio. Tutti penseranno al caldo torrido del pomeriggio, alle tonnellate di acqua ingurgitate per la pista già rovente nella pre-estate, alla gente che sgomita per correre nelle ore più fresche. Ecco. Quest’anno è andata un po’ diversamente. Maggio è stato un mese piovosetto e nervoso, e le previsioni del nostro fine settimana di staffetta non erano migliori. Pur digitando milioni di volte sulle 4 applicazioni meteo del cellulare, la sentenza si ripeteva uguale e implacabile: temporale sabato nelle ultime ore del pomeriggio. Fiduciosa negli errori reiterati delle previsioni, vado baldanzosa a Zeloforamagno insieme a Simona, compagna di maratona del gruppo Verde Pisello, runner entusiasta e super simpatica che acconsente a partecipare alla staffetta. Arriviamo verso le 17, la mia frazione è alle 18. Prima di me l’accoppiata Eugenio-Max Oliva zampetta baldalzosa sulla pista. Guardo il cielo, solo qualche nuvola lontana. Ridacchio pensando che forse la scampo e faccio il tifo. Ma ecco che verso le 17.40 si alza il vento… il cielo alla nostra destra diventa nero fumo e

l’aria bella elettrica. Mancano circa 15 minuti al cambio quando lo speaker annuncia: prepariamoci al peggio. Io, ancora con il fumetto in testa che dice ‘ma sì, i soliti esagerati’, vedo alzarsi un vento tremendo che in un secondo accartoccia il gonfiabile della partenza. I miei occhi si rivolgono a Pietro Bessi, mio compagno di staffetta che comincia visibilmente a sudare freddo. È un attimo, il vento si alza, il coach si avvinghia ai pali del tendone mentre tutti fanno quadrato pronti alla battaglia. Arriva anche Clara che si mette in prima fila per tenere salda la postazione. Il nero arriva, comincia a fulminare, scende la temperatura di almeno 10 gradi secchi e arriva la grandine. Pallettoni di ghiaccio in faccia ai nostri staffettisti: Eugenio si mette le mani in testa, non si capisce se impreca o se si protegge il cranio; Max Oliva in trance totale corre contro vento senza perdere un metro. Vola via tutto in pista, sembra la tempesta perfetta e noi siamo sul ponte della nave. Non c’è più nemmeno il tabellone del tempo, ecco, qua si interromperà… e invece… no. Il coach, che ha l’orologio biologico settato sul timer della dirigenza tecnica, sentenzia che è ora del cambio. Io balbetto, Pietro Bessi sgrana gli occhi tipo Bambi e mi guarda. Che

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24X

1 ORA

si fa? mi dice. E io ormai in preda allo sconforto, ma piena di senso del dovere rispondo: E ANDIAMO! Corriamo come due poveretti verso la zona cambio. Botta di gelo allucinante. Ecco, penso, va che adesso schiatto e immaginati che figura. Eugenio riceve il cambio, probabilmente in quel momento sarò stata la sua donna preferita, mi giro e vado contro vento e grandine. All’inizio non mi muovo quasi per freddo e vento: mi chiudo a guscio e vado con calma. Ma quando arrivo ai 100 metri prima della fine del primo giro, arriva un vento che mi fa quasi fermare. Supero il primo giro e alla mia destra vedo la nostra postazione puntellata da travi umane, Clara è fradicia ma mi fa il tifo. Tutti assembrati a sostenere tendone e pali, addirittura Max Oliva tira fuori delle corde da non si capisce dove. Probabilmente sarebbero volati via con il camper piuttosto che mollare. Mi sento carica e vado con il secondo giro: cadono transenne, un gruppo è accartocciato sotto un tendone, foglie e rami mulinano in giro e la pista è una pozza. Alcuni atleti hanno mollato e aspettano. Noi no, temiamo di più i calci nel sedere e l’ignominia del coach che quattro sassi ghiacciati. Ci sentiamo guerrieri. Pietro mi sorpassa e quasi sorride. Ce la faremo. Si susseguono i giri, la grandine si fa pioggia, il vento molla un po’. La direzione a questo punto vorrebbe fare uno stop, vedo che il coach si avvicina minaccioso. Si continua, non avevo dubbi. Mancano 10 minuti, la pioggia è ormai finita, si vede anche un maledetto raggio di sole. Faccio il conto e mancano 2 o 3 giri, gli ultimi, e accelero il passo, affrontando con l’arroganza di chi l’ha scampata, le ultime folate di vento. Ecco, il cambio. Simona sorride, è pronta per la sua prima staffetta. Noi arriviamo in postazione, pensavamo già a striscioni e cori

e al coach che ci abbraccia commosso. Ci aspetta solo un ‘bene, bene’ stiracchiato e un pezzetto di focaccia. Ovviamente. Ma oggi siamo stati tutti dei supereroi. E ce ne vantiamo.

STAFFETTE PARTECIPANTI n° 51 SQUADRA

km totali

m/km

km/h

CLAS.

4,01

14,929

1^

4,14

14,200

2^

La Michetta A

Maratonabili 341,366

Euroatletica 2002 B

326,840

4,17

14,023

3^

Canottieri Milano A

318,232

4,24

13,654

4^

Vegan Running Team TAPA Team Ortica Team A

316,917 316,111 313,703

4,24 4,30 4,34

13,649 13,323 13,147

5^ 6^ 7^

Unicredit

309,719

4,35

13,089

8^

G.S. Zeloforamagno B

309,369

4,37

13,016

9^

Ortica Team B

256,066

5,37

10,669

33^

Canottieri Milano B

256,039

5,37

10,668

34^

Amici Terzo Mondo

255,517

5,38

10,647

35^

Maratonabili

63,494

22,41

2,646

51^

Don Kenya Team

14


SQUADRA A “LE ORE”

SQUADRA B “LE ORE”

ATLETA Enzo Martino Tommaso Luzi

1 ora m/km km/h 20.00-21.00 3,52 15,492 11.00-12.00 3,53 15,471

Steve Cabrera

13.00-14.00

3,57

15,217

Cesare Corona

15.00-16.00

4,08

14,497

Marco Del Vecchio Roberto Guarnieri Paolo Lacchini

10.00-11.00 21.00-22.00 12.00-13.00

4,15 4,17 4,20

14,138 13,996 13,873

Stefano Ferrari

24.00-01.00

4,20

13,838

Ivana Di Martino

22.00-23.00

4,21

13,784

Adriano Serra

08.00-09.00

4,25 13,600

Pietro Benetti

01.00-02.00

4,27

13,495

Rosanna Volpe

09.00-10.00

4,27

13,476

Paolo Rui

23.00-24.00

4,30

13,333

Monica Conti

Pietro Formai

03.00-04.00

4,35

13,069

Massimo Oliva

17.00-18.00

4,37

12,984

Manuela Bassi

Paolo Rugginenti

19.00-20.00

4,42

12,765

02.00-03.00 4,48

12,483

Adriana Briotti

ATLETA Alberto Benetti Eugenio Randon Alessandro Baroncelli

11.00-12.00

5,10

11,600

19.00-20.00

5,21

11,216

03.00-04.00 5,22 07.005,23 08.00 22.00-23.00 5,23

11,178

11,147

Fulvio Cazzaniga

23.00-24.00

5,24

11,110

Francesca Sala

18.00-19.00

5,26

11,031

Davide Miotto

24.00-01.00 06.0007.00 02.0003.00

5,30

10,918

5,34

10,785

5,41

10,557

Laura Zanfrini

21.00-22.00

5,48

10,343

Paride Sciascia

20.00-21.00 05.0006.00 08.0009.00 10.00-11.00 12.00-13.00 04.0005.00

6,06

9,831

6,07

9,817

6,28

9,273

7,06 7,35

8,444 7,910

9,10

6,540

Simona Prato Angelo Zanettini Carlo Dorascenzi Flavio Cavalca

Alessandro Galli

SQUADRA A “LE 1/2 ORE” ATLETA Marino Sforna Davide Rimini Antonio Lazzaretto

14.00-14.30

4,21

13,776

Alessandro Oliva

16.30-17.00

4,22

13,753

Marco Piedinovi Valerio Sommella Pietro Bessi

16.00-16.30 18.30-19.00 18.00-18.30

4,25 4,25 4,25

13,608 13,601 13,592

Alberto Rosselli

07.30-08.00

4,30

13,318

Fabio Paul

05.00-05.30

4,39 12,900

Roberto Mazzi

14.30-15.00

Marco Assereto Paolo Bonfanti

Francesco Risotti

1/2 ora m/km km/h 05.30-06.00 4,14 14,156 04.30-05.00 4,16 14,069

4,43

12,701

06.00-06.30 4,44

12,687

07.00-07.30

4,54

12,238

Mario Gaeta

04.00-04.30 5,00

11,987

Luigi Meroni

06.30-07.00

11,726

5,07

1 ora m/km km/h 01.00-02.00 4,52 12,318 17.00-18.00 4,57 12,121

Nicola Pardelli Francesco Ippolito Massimo Zini

11,153

SQUADRA B “LE 1/2 ORE” ATLETA Marco Berlusconi Jacopo Berlusconi

15

1/2 ora m/km km/h 09.30-10.00 4,20 13,854 09.00-09.30 4,30 13,318

Nicolò Navone

13.30-14.00

4,49

12,454

Andra Cremascoli

13.00-13.30

4,53

12,280

Marcello Mariani Giulia Pellegrinuzzi Andrea Messa

14.00-14.30 16.00-16.30 16.30-17.00

5,04 5,05 5,09

11,842 11,803 11,663

Federica De Paoli

15.00-15.30

5,16

11,380

Federica Lertora

15.30-16.00

5,38

10,636

Michela Zini

14.30-15.00

7,08

8,416


MONZA

MONTEVECCHIA

MONZA -MONTEVECCHIA: EMOZIONI AL QUADRATO di 14A Adriana Briotti

S

ì, perché se una gara la corri in coppia, l’emozione si eleva e diventa potente, una potenza che vibra nelle gambe e nel cuore per giorni, nell’incontenibile desiderio di coinvolgere chiunque con racconti esilaranti, al ricorrere insistente di ognuno di quei momenti che hanno reso indimenticabile una domenica di marzo. Una domenica all’insegna dell’amicizia, del sano agonismo sportivo, dell’entusiasmo per le sfide estreme, il tutto impreziosito dal verde rilassante (!) dei rilievi brianzoli. Anzitutto, ancora una volta, devo ringraziare Marzio, mio fedele compagno di allenamenti e lepre benedetta alla Milano Marathon del 7 aprile. A seguito della sua defezione dalla gara, mi ha eletta sua degna sostituta nella squadra MAMACANO formata con Max Oliva. Facendo subdolamente leva sulla mia totale incoscienza, ha mosso abilmente le leve organizzative dell’evento e mi ha gettata nell’arena con il monito “ricordati che ti devi divertire”...Suonava quasi una minaccia, ma ho incassato e mi sono lasciata trasportare. Squadra rivisitata, il 27 marzo, h 7,30, Max ed io siamo a Monza col numero 14. Il contesto è spettacolare: la Villa Reale, con allestimento della partenza sullo scalone d’onore, passatoia rossa attraverso la moderna caffetteria dagli stucchi liberty del piano terra e passaggio diretto nei giardini reali, crea una

magia perfetta per un inizio gara disteso nella giusta concentrazione. Sento che l’intesa con il mio socio non sarà un problema. Max è equilibrato, felice, ma controllato nell’entusiasmo, molto più abile di me nel dosare sapientemente le forze, mentre io, forse, con la mia testaccia dura e quell’ “attitudine alla sofferenza” che tante volte mi ha aiutata, potrò intervenire sulle rampe di Montevecchia. Procediamo concentrati attraverso il parco, poi inizia il rally nei boschi: guadi, fan-

16


MONZA go, salite e discese sconnesse con la paura di volare gambe all’aria. Strenui e determinati, ci alterniamo senza nemmeno doverci accordare, alla guida del percorso. Abbiamo lo stesso passo – mi è rimasto un po’ il dubbio che Max si costringesse a rallentare per agevolarmi, ma è troppo signore perché ne abbia la certezza – riusciamo anche a scambiare qualche parola, almeno in quei rari tratti di asfalto più familiari alle nostre gambe. Mancano 10 km al cancello orario, ne abbiamo bruciati 16, il verde della vegetazione che ci accompagna fa quasi ringraziare la pioggia degli ultimi giorni, responsabile, però, del fondo insidioso, ma stiamo bene e un’energia incontenibile si impadronisce di me: “questa è una gara meravigliosa, mi sento un leone!”, “contieniti, cara, che il bello deve ancora venire!”. Mai parole più sagge furono pronunciate, Max! Superiamo il cancello orario dopo un guado rocambolesco da cui ricavo, come souvenir, un’impronta a forma di mano sul retro dei...calzoncini da parte di qualche furbacchione che mi ha aiutata a risalire l’ultima parete fangosa! Dai,

MONTEVECCHIA

manca solo la montagna! La salita è pazzesca, impossibile correre... , Max, che dici, camminiamo un pochino, ti va? Però adesso muoviti, non ne approfittare, su, ci siamo, ecco la piazza di Montevecchia! I miei, con mia figlia, ingaggiati come portantini per il ritorno, sono già in posizione per il video ricordo, perché, in fondo, è quasi finita, vero? Sì, certo, ancora 3 km a rotta di collo per i boschi, un ultimo guado, immersi fin quasi alla vita (io parlo dal mio metro e sessanta) e la volata finale mano nella mano fino al traguardo. Ecco, la Monza Montevecchia è già passata ed io, sfinita, sento un groppo in gola come ogni volta alla fine di un’esperienza unica. Momenti magici, quasi troppo fugaci, a dispetto di tanta fatica, occasioni in cui l’agonismo insiste sulla sfida diretta a se stessi, che costituiscono il senso di quelle ore di allenamento conquistate con fatica nel turbinio quotidiano, ora in un contesto arricchito da valori insostituibili di amicizia, solidarietà ed armonia di squadra, all’insegna della forma più spontanea e semplice di espressione dell’anima.

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MONZA

MONTEVECCHIA

MONZA -MONTEVECCHIA: EMOZIONI AL QUADRATO di 14B Massimo Oliva

I

l premio “Pulitzer Canottieri 2018” l’ho assegnato indiscutibilmente alla foto in cui Francesca e Paride salgono i 180 gradini che terminano sul sagrato del Santuario della Beata Vergine di Montevecchia, durante l’ultima MO-MOT. Un’immagine che racchiude per me i valori della corsa, con fatica, divertimento, amicizia e radiosa soddisfazione; mi è rimasta nella mente per un anno intero, fino al giorno in cui ho chiesto a Marzio di farmi compagnia. Già, Marzio. Una pancia gli ha regalato però la sua vera compagnia, quella che diventerà la Socia per una vita. E il testimone è passato ad Adriana, soprannominata in codice 14A per via del pettorale e con il sogno, lei, della Mo-Re. Il mio debutto in una gara in coppia inizia ammirando gli occhi raggianti dell’archeologa nel varcare i cancelli della “sua” Villa Reale che fanno pendant con la spensieratezza dell’altra coppia Cano iscritta, l’onnipresente Aldo “Baldo” e Pietro “Resegone”, prossimo all’esordio nell’altra manifestazione brianzola. Tra il briefing iniziale del Comitato Organizzatore e la presentazione dei concorrenti sulla scalinata reale passano davvero pochi attimi, tanto quanto mi basta per girarmi

verso la coppia mista numero 15, guardare i due minuti rappresentanti e, orgoglioso della super atleta che avevo al fianco, chiedere quanto fossero preoccupati delle difficoltà del tracciato… (ndr: la “minuta” coppia 15 si classificherà prima di categoria arrivando circa 40 minuti prima di noi… e ricambiando, ovviamente, lo sguardo di compassione al traguardo...). Partire tra i primi ha molti evidenti vantaggi, salvo quello di vedersi superare da parecchi concorrenti, ma la varietà e la bellezza del tracciato distolgono immediatamente l’attenzione dal Garmin al polso e lasciano spazio all’ammirazione dei paesaggi, tra parco, collinette e valli boschive che rifiutano strade asfaltate e preferiscono percorsi interpoderali inimmaginabili per noi che, di bucolico, abbiamo solo le acque “terse” dell’amato Naviglio. E sono proprio i primi guadi del parco dei colli briantei a stemperare le iniziali bellicose intenzioni, tra salite repentine e discese fangose che ci fanno tanto rimpiangere le odiate “chiodate” del Monga, in sentieri degni del più disorientante corso di orientering. Non si respira un attimo ma, appena la vista si apre, ecco uno scorcio degno di nota, uno sguardo di reciproca ammirazione, nonché

18


MONZA

di conferma sulle reciproche condizioni. E’ il bello della corsa in coppia, molto diverso dal correre insieme una gara di lunga distanza, devi rimanere a un’”incollatura” al massimo, intesa nel mero significato “ippico”. Se ci si allontana troppo scatta la mano, la spinta, l’incoraggiamento. Ma lei si sente una leonessa, me lo dice ad ogni rifornimento, e mi carica fino al cancello del ventiseiesimo, superato con brillantezza, abbondantemente sotto le tre ore consentite. Da lì in avanti è salita dura, la corsa lascia spazio alla camminata veloce, affannata; i dislivelli sembrano non finire mai, ma ad ogni scollinamento si alza lo sguardo e si individua il Santuario, picco di rara bellezza e fatica, dove la leonessa, sommersa dagli abbracci dei suoi familiari, mi aspetta per mostrarmi i suoi territori dall’alto...

MONTEVECCHIA

aggrappati mano nella mano, tra tronchi e fango, per non essere rigurgitati a valle dalle impetuose acque delle recenti piogge; con un ruggito finale e seguendo il suo “killer instinct”, i fotografi ci immortalano in una strenua volata finale ancora affiancati, dove vengo trascinato oltre il traguardo, specchio di quelle emozioni che avevo tanto ammirato in quella foto alla cena di Natale. Grazie Adri! Che coppia scoppiettante!

All’arrivo manca poco, bisogna attraversare un ultimo guado “per il lungo”, che ci vede

19

CANOTTIERI RUNNING TEAM


MONZA RESEGONE

CHE GARA LA MONZA RESEGONE! di Mario Gaeta

V

enerdì scorso a quest’ora ero lì strapieno di incertezze, verso Massimo e Pietro, verso il Coach e i compagni di squadra che incrociavo negli allenamenti e che mi gratificavano con il loro sostegno, ma l’incertezza più grave era rivolta a me. Non gareggiavo da oltre un anno (tolto tre gare del Monga), alla Mezza di Milano mi ero fermato per l’ennesimo infortunio e il dubbio di aver così insistito sulla Mo/Re poteva essere considerato un banale eccesso di vanità. Ancora venerdì sera confessavo a Massimo, in una sorta di catarsi, tutte le mie preoccupazioni e con quelle sarei andato a dormire.

Sabato mi sveglio, sento che lo scarico muscolare programmato dal Coach è totale, così anche quello mentale e l’avvicinamento alla gara è sotto il segno di un karma sconosciuto. Quello che viene dopo la partenza della gara è nei dati oramai conosciuti e allora vorrei soffermarmi su alcune considerazioni. La prima, se il Coach ti prepara per una gara, tu quella la fai e se la sbagli è solo perchè non hai prestato attenzione a tutte le sue raccomandazioni. La gara non è solo un fatto muscolare, ma mentale e organizzativo, lo confermano i ritiri dalla gara di atleti ben più forti del sottoscritto.

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MONZA RESEGONE La seconda è che i compagni puoi anche non averli scelti, ma una volta che li hai con quelli devi lottare come mai hai fatto prima. Noi tre abbiamo avuto poco tempo e non lo abbiamo sprecato neanche per farci una pizza assieme, ognuno nel suo ha lavorato per sè e l’altro. In una squadra c’è un leader e il nostro è stato Massimo e sono sicuro che Pietro lo condivide.

giuro che quella emozione me la porto ancora addosso. Per il resto vi rimando all’articolo che Bombino scrisse dopo la sua Mo/Re (1), dopo averlo letto o soccombi o ti regali una delle più belle gare della tua vita sportiva. (1) l’articolo è stato pubblicato sul n. 2 del giornalino

Il nostro personale successo è il risultato di agonismo, organizzazione e divertimento (quello in gara) e nelle due ore precedenti a fare il vestito a tutti quelli che incrociavamo. Personalmente non so cosa mi sia preso, ma vi giuro che una volta solcato il red carpet della partenza ho sentito le ali ai piedi e vi

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CANOTTIERI RUNNING TEAM


MONZA RESEGONE

MONZA RESEGONE: IL CAPOLAVORO DEL COACH… di Massimo Oliva

S

alire l’ultima scaletta della Capanna Alpinisti Monzesi mentre il fotografo ti immortala nella classica catena umana del logo MoRe ti appaga delle fatiche dei lunghi domenicali che terminavano sempre coi gradini del ponte verde, delle varianti del K4, del costante pensiero della notte più lunga da un mese a questa parte. Il dubbio di

potercela fare è stato sciolto venerdi sera, dopo tanti incoraggiamenti dei veterani della MoRe e dei compagni tutti. Mario mi ha guardato negli occhi, rientrando medagliati a casa, e dopo un piccolo dubbio sulla tenuta dei 32K fino a Calolziocorte, ha detto: “Se il coach ha creduto in me, vuol dire che arriverò fin lassù a quella benedetta Capanna”. Un’”iradiddio”....per 32 K. Incontenibile.

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MONZA RESEGONE

Spavaldo. Batteva il “cinque” a tutti i bimbi. Pietro ogni 30 secondi lo invitava a limitarsi... ma niente. Ali di folla e lui a volare sulle ali dell’entusiasmo manco bevesse Red Bull ad ogni ristoro. Dove invece urlava perentorio: “Dove sono i sali!!!???” Guai a fargli il countdown dei km residui, guai a non rispondere se ti chiedeva quanti km mancassero alla fine. Pietro riusciva addirittura ad insultare tre bici che accompagnavano una squadra, rispondendo vago alla domanda su

dove fosse il nostro ciclista... Mario prendeva alla lettera la parola “cambi di indumenti” dati dal Coach gettando nei campi, per il peso del sudore, la maglietta ricordo della MoRe e una canotta loggata Cano.... (per chi volesse di fronte Esselunga di Calco...). Poi l’auto posteggiata strategicamente a Calolzio, l’ennesimo cambio maglia. La salita. La scalata. La Capanna. Ed ecco Mario superare il traguardo urlando qualcosa che non ho capito bene... nemmeno dopo che lo ha ripetuto per ben tre volte. La discesa gioiosa e l’immersione nelle pozze dello Stige rendevano quell’omino di 70 anni quasi immortale. Sarebbe addirittura sceso a piedi... se un bus navetta non ci avesse riportato al nostro campo base “1 Calolzio”. La MoRe è tutta qui. Desiderio, determinazione, sorrisi, incoraggiamenti, squadra. Compagni che ti danno suggerimenti, Coach che azzeccano la preparazione in maniera maniacale. E non basta immergersi nel torrente Galavesa per essere certi di arrampicarsi sul sentiero “Pra di Rat”...

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PREMIAZIONI

CAMPIONATI SOCIALI

PREMIAZIONI CAMPIONATI SOCIALI di Manuela Bassi

P sociali.

untuale come la convocazione dell’assemblea condominiale, arriva la mail del coach con la quale ci invita a presenziare alla serata delle premiazioni per i campionati

Solo che questa volta non si tratta del noioso ordine del giorno con il quale si dovranno prendere decisioni che ci costringeranno a mettere una mano al portafoglio e una sul cuore. Stasera trattiamo un argomento speciale: la nostra passione, la corsa! E non c’è nessun amministratore di condominio, ma il nostro allenatore, che come l’anno scorso indossa la divisa ufficiale per le premiazioni che porta stampata sul petto la sigla USA (chissà, magari ha un significato recondito….), e che dopo un calcolo preciso, su tempi ottenuti, categorie, varie ed eventuali, ha stilato tre liste precisissime, in base alle quali attribuisce premi come riconoscimento alle nostre fatiche e naturalmente ai singoli risultati conseguiti durante le gare disputate. Oltre alla canonica medaglia personalizzata, qualcuno riceve una confezione di dentifricio russo (forse per mostrare un sorriso più smagliante da esibire all’incontro con il fotografo piazzato nei punti strategici di ogni percorso gara). Per i più meritevoli aggiunge anche un vasetto di marmellata preparata con le sue mani. Roba da leccarsi i baffi! Sotto il profilo agonistico, vengono premiati i campioni sociali 2019 per i 10.000 mt Mar-

co Del Vecchio e Chiara Bottoni. Per gli external team Paolo Lacchini e Rosanna Volpe. Per il campionato sociale Cross Elvio Pellegrinuzzi e Katia Rossi e per l’external team Marino Sforna e Rosanna Volpe. Campione sociale 2019 per la mezza maratona, ancora Marco Del Vecchio, mentre per l’external team viene premiato Cesare Coro-

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PREMIAZIONI na. Per le donne vediamo in prima posizione Anna Luchnikova (socia) e ancora la mitica Rosanna Volpe (external), tre volte sul gradino più alto del podio! Applausi scroscianti si sprecano per i pluripremiati ogni volta che vengono nominati, non avendo quasi il tempo di sedersi tra una chiamata e l’altra, facendo incetta di dentifrici, marmellate e (rullo di tamburi) anche di un fantastico asciugamano che servirà loro per detergere il sudore dopo tutti quegli andirivieni percorsi nella sala carte della Canottieri. Mitici podisti!

CAMPIONATI SOCIALI

unita la tua squadra e perché ci fai sentire squadra! Grazie Coach, perché anche quando non sei presente agli allenamenti di gruppo abbiamo la certezza che ti assicurerai di raccogliere informazioni su come siamo andati singolarmente! GRAZIE! E per i più precisi e amanti delle classifiche, ecco le liste dei premiati.

Con un caloroso applauso contraccambiamo i saluti inviati dalla nostra Francesca Sala (assente per impegni improrogabili di lavoro), premiata sul secondo gradino del podio Canottieri per la mezza maratona di Milano. Sentiamo la mancanza anche delle compagne di squadra (che per altri motivi personali non hanno potuto presenziare), Monica Conti, Adriana Briotti e Alice Casartelli e naturalmente di Aldo Baldocchi! Alla loro nomination applaudiamo forte, così che ci possano sentire ovunque siano questa sera. In queste situazioni avvengono anche delle auto-premiazioni, tipo quella del Coach che posizionandosi 6° al campionato sociale di cross, si auto-consegna una medaglia sfoderando un sorriso perfetto e smagliante! Si capisce che ha vinto così tante gare perché tutti quei dentifrici russi auto-consegnati ad ogni premiazione e utilizzati nel tempo, ora conferiscono alla sua dentatura un biancore quasi fosforescente! La già premiata Katia Rossi, nominata come valletta per le premiazioni maschili, ci invita a elargire un applauso per il nostro Coach. Non ci limitiamo a quello. Segue una unanime e commossa standing ovation che racchiude mille significati: “Grazie Coach per i tuoi preziosi consigli! Grazie Coach, per i tuoi allenamenti preparati su misura a ciascuno di noi! Grazie Coach, per averci incitato, incoraggiato e aspettato prima, durante e dopo ogni gara! Grazie Coach, perché tieni

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PREMIAZIONI

CAMPIONATI SOCIALI

CAMPIONATO SOCIALE 10.000 MT 2019 CLASSIFICA

SOCI

EXTERNAL TEAM

MARCO DEL VECCHIO

PAOLO LACCHINI

1° cat 40 - 54

STEFANO FERRARI

DAVIDE RIMINI

2° cat 40 - 54

CARLO DORASCENZI

MASSIMO OLIVA

1° cat OVER 55 2° cat OVER 55

ELVIO PELLEGRINUZZI ANTONIO LAZZARETTO

3° cat OVER 55

MARCO PIEDINOVI

1^

CHIARA BOTTONI

2^

LAURA ZANFRINI

CAMPIONATO SOCIALE MEZZA MARATONA 2019 CLASSIFICA

SOCI

EXTERNAL TEAM

MARCO DEL VECCHIO

CESARE CORONA

1° cat UNDER 40

ROBERTO GUARNIERI

ALBERTO ROSSELLI

1° cat 40 - 54 2° cat 40 - 54 3° cat 40 - 54

PIETRO BESSI MARZIO STELLA CARLO DORASCENZI

PAOLO LACCHINI ADRIANO SERRA MASSIMO OLIVA

1° cat OVER 55

ELVIO PELLEGRINUZZI

MICHELE MAURI

2° cat OVER 55

MARCO PIEDINOVI

3° cat OVER 55

PAOLO RUGGINENTI

4° cat OVER 55

FABIO PAUL

5° cat OVER 55

EUGENIO RANDON

1^

ANNA LUCHNIKOVA

ROSANNA VOLPE

2^

FRANCESCA SALA

ADRIANA BRIOTTI

3^

ALICE CASARTELLI

26


PREMIAZIONI

CAMPIONATI SOCIALI

CAMPIONATO SOCIALE CROSS 2018 - 2019 CLASSIFICA

SOCI

EXTERNAL TEAM

ELVIO PELLEGRINUZZI

MARINO SFORNA

ANTONIO LAZZARETTO

PAOLO BONFANTI

PAOLO RUGGINENTI

VINCENZO POSITANO

ALESSANDRO BARONCELLI

ALDO BALDOCCHI

5° 6°

LUIGI MERONI MASSIMO ZINI

MASSIMO OLIVA MARIO GAETA

FRANCESCO RISOTTI

MARCO PIEDINOVI

MARZIO STELLA

10°

ALBERTO ROSSELLI

1^

KATIA ROSSI

ROSANNA VOLPE

2^

LAURA ZANFRINI

ADRIANA BRIOTTI

3^

MONICA CONTI

MANUELA BASSI

4^

CHIARA BOTTONI

27


PREMIAZIONI

CAMPIONATI SOCIALI

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PREMIAZIONI

29

CAMPIONATI SOCIALI


IO E LA CORSA

IO E LA CORSA

I podisti della Canottieri Milano si raccontano

Nome e cognome: Alessandro Baroncelli Data di nascita: 12/04/1959 Inizia a correre nel: 1978 ma solo per una stagione Per la Canottieri Milano dal: 2008 Altri sport praticati: Pallacanestro, Calcio Professione: Professore Universitario Hobby: Cinema Il libro più amato: La storia di San Michele di Axel Munthe Il film più amato: La vita è meravigliosa di Frank Capra RECORD PERSONALI 10 km: 42’20”70, Cusano Milanino, maggio 2011 Mezza maratona: 1h35’01, Prato, aprile 2010 Maratona: 3h31’44, Parigi, aprile 2011

Perché hai iniziato a correre? Per non morire d’infarto precocemente.

distanze inferiori.

Mediamente quanti km corri alla settimana? In questo periodo circa una trentina. In quale momento della giornata ti alleni? Negli orari canonici dei podisti Canottieri. Ti alleni da solo o in compagnia? Per lo più in compagnia, nel weekend spesso da solo. La tua distanza preferita in gara? Mezza maratona, ma forse sarei più adatto a

Che scarpe usi? Brooks Ghost (varie versioni). Segui una dieta particolare? Nessuna, ma forse dovrei. Cosa mangi prima di una gara? Per le gare domenicali seguo il menù del coach: thé, pane o fette biscottate e marmellata. Prima di una gara hai qualche rito scaramantico? No, ma controllo bene l’allacciatura delle

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scarpe, mi farebbe stare troppo male fermarmi per rifare il nodo. C’é mai stato un momento in cui avresti voluto mollare tutto? No. Ho dovuto farlo per un paio d’anni, ma sono tornato appena ne ho avuto la possibilità. Qual è l’episodio più curioso che ti è capitato durante una gara o un allenamento? In realtà prima di una gara: in metropolitana a NY, mentre andavo alla partenza della maratona, ero in una carrozza con quelli che rientravano dalla notte di Halloween e tra zombie e vampiri ero l’unico vestito “strano”. Nel bel mezzo di una gara vai in crisi: a cosa pensi? Cerco di curare maggiormente la tecnica di corsa. Visualizzo, in base alla distanza dall’arrivo, la posizione in cui mi troverei nel percorso lungo i Navigli durante l’allenamento. Cerco di pensare a un contesto noto per non farmi sopraffare dal timore di non poter fronteggiare un contesto sconosciuto. Ti consideri un podista meticoloso o ti affidi di più all’istinto? Cerco di capire quale può essere il mio limite e cerco di impostare il mio passo di conseguenza, anche se quasi sempre esagero un po’.

e l’entusiasmo che trasmette a tutti. Enrico Opipari perché è l’unico Highlander che conosco e in più pranza spesso con me. Marzio Stella è molto più forte di quanto le sue prestazioni dimostrino, non foss’altro perché ha sempre il fiato per incoraggiare un compagno di squadra in allenamento o in gara. Tre aggettivi per descrivere il tuo modo di correre. Aggressivo, dispendioso, coordinato. Tre aggettivi per descrivere il coach. Generoso, puntiglioso, franco. Se dovessi descrivere la tua qualità migliore? La tenacia. E il tuo difetto? Sono ancora nella fase dell’onnipotenza postadolescenziale. Il tuo prossimo obiettivo? Guarire dagli acciacchi e correre un’altra, forse l’ultima, maratona. In tre parole: la corsa per te è… Gioia, leggerezza, sfida.

La gara che ti porti nel cuore? La mia prima maratona, a New York nel 2009. Che consiglio daresti a chi ha iniziato da poco a correre? Essere modesto, non cercare di bruciare le tappe, allenarsi con costanza, ascoltare chi ha esperienza. Il mezzo (mettersi in forma e scoprire i propri limiti) è più importante del fine (correre una maratona). Per un giorno il coach sei tu e hai la possibilità di premiare tre Canottieri: nomi e motivazioni. Alcuni da un po’ si vedono meno spesso, ma se vale comunque dico i seguenti: Antonio Cusmà per il talento, lo stile di corsa

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CANOTTIERI RUNNING TEAM


IO E LA CORSA

I podisti della Canottieri Milano si raccontano Nome e cognome: Marco Piedinovi Data di nascita: 7/10/1964 Inizia a correre nel: 2003 Per la Canottieri Milano dal: 2009 Altri sport praticati: Ciclismo, nuoto, sci Professione: Sviluppo SW Hobby: Nessuno in particolare Il libro più amato: La Storia di Elsa Morante Il film più amato: The million dollar baby RECORD PERSONALI 10 km: 39’24 (Zelo, 12-2014) Mezza maratona: 1.29’05 (Crema 11-2012) Maratona: 3.29’40 (Milano 11-2008)

Perché hai iniziato a correre? Per svago, al termine dell’epopea sul cambio di millennio e di valuta. Mediamente quanti km corri alla settimana? 30/40. In quale momento della giornata ti alleni? Alla sera.

Che scarpe usi? Adizero Boston, cambio spesso marca e tipo. Segui una dieta particolare? Esselunga. Cosa mangi prima di una gara? Caffe’ e biscotti.

Ti alleni da solo o in compagnia? Da solo, tranne il Sabato.

Prima di una gara hai qualche rito scaramantico? In gara indosso calze verdi.

La tua distanza preferita in gara? Nessuna in particolare, forse i 10.000.

C’é mai stato un momento in cui avresti voluto mollare tutto?

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Di tanto in tanto mollo l’attività competitiva, rimane sempre la passione per l’atletica. Qual è l’episodio più curioso che ti è capitato durante una gara o un allenamento? A Treviglio, dopo una gara, sono rimasto per un bel po’ circondato da un gregge di pecore.

Forse il Milano Trail a Settembre. In tre parole: la corsa per te è… Un modo bellissimo di sentirsi al mondo.

Nel bel mezzo di una gara vai in crisi: a cosa pensi? Non penso a niente, mi concentro sul gesto. È normale che in gara arrivi un momento difficile, altrimenti è solo un allenamento. Ti consideri un podista meticoloso o ti affidi di più all’istinto? Sono un meticoloso alquanto istintivo. La gara che ti porti nel cuore? Sempre l’ultima maratona. Che consiglio daresti a chi ha iniziato da poco a correre? Avrà sempre più ‘fame di corsa’ fino a che non si ‘spezzerà la corda’; gli direi di tenersi (o meglio farsi tenere) d’occhio quando sarà vicino a quel limite. Per un giorno il coach sei tu e hai la possibilità di premiare tre Canottieri: nomi e motivazioni. Paolo, Adriana ed Elvio, per la determinazione senza ego. Tre nomi sono troppo pochi. Tre aggettivi per descrivere il tuo modo di correre. A seconda di ciò che serve, decontratto o concentrato. Tre aggettivi per descrivere il coach. Incoraggiante, autoironico, elegante. Se dovessi descrivere la tua qualità migliore? Parlo poco. E il tuo difetto? Sto zitto. Il tuo prossimo obiettivo?

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CANOTTIERI RUNNING TEAM


CALENDARIO

GARE

Settembre 2019 / Dicembre 2019 a cura di Roberto Mazzi

CANOTTIERI RUNNING TEAM

DATA

gare consigliate

CORSA

LUOGO

AZZURRA HAPPY RUN 10KM

GARBAGNATE MILANESE

CARIPARMA RUNNING 10 KM DEL DUCATO

PARMA

CARIPARMA RUNNING MEZZA MARATONA DI PARMA 21KM

PARMA

CARIPARMA RUNNING 30 KM DELLA DUCHESSA

PARMA

15/09/19

SALOMON RUNNING SMART 9,9KM

MILANO

15/09/19

SALOMON RUNNING FAST 15KM

MILANO

15/09/19

SALOMON RUNNING HARD 25KM

MILANO

15/09/19

SALOMON RUNNING HARD 25KM RELAY

MILANO

21/09/19

MONZA 10 K CHRONO (GARA SERALE)

MONZA

08/09/19

CORRIMILANO

08/09/19 CANOTTIERI RUNNING TEAM

08/09/19 CANOTTIERI RUNNING TEAM

08/09/19 CANOTTIERI RUNNING TEAM

CORRINCESANO 10KM

22/09/19 29/09/19 CANOTTIERI RUNNING TEAM

CORRIMILANO

CESANO MADERNO

MEZZA MARATONA DI MONZA 21KM

MONZA (CIRCUITO)

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CALENDARIO GARE MARATONA DI BERLINO 42KM

BERLINO

CORRIPAVIA HALF MARATHON 21KM

PAVIA

CORRIPAVIA 10 KM

PAVIA

13/10/19

DEEJAY TEN (NON COMPETITIVA) 10KM

MILANO

20/10/19

MARATONA DEL LAGO DI GARDA 42KM

TORBOLE SUL GARDA (TN)

CREMONA HALF MARATHON 21KM

CREMONA

20/10/19

CORRIBICOCCA 10KM

MILANO CAMPUS BICOCCA

27/10/19

MARATONA DI VENEZIA 42KM

VENEZIA

27/10/19

ROTARY MARATHON DEI NAVIGLI 42KM

ABBIATEGRASSO (MI)

27/10/19

MEZZA DEL CUORE 21KM

ABBIATEGRASSO (MI)

27/10/19

LAUS HALF MARATHON 21KM

LODI

29/09/19 29/09/19 CANOTTIERI RUNNING TEAM

29/09/19 CANOTTIERI RUNNING TEAM

20/10/19 CANOTTIERI RUNNING TEAM

TROFEO MONTESTELLA 10KM

CORRIMILANO

MILANO

03/11/19

MARATONA LAGO MAGGIORE 42KM

VERBANIA

03/11/19

LAGO MAGGIORE 33KM

VERBANIA

03/11/19

LAGO MAGGIORE MEZZA MARATONA

VERBANIA

03/11/19

LAGO MAGGIORE 10KM

VERBANIA

03/11/19

MARATONA DI NEW YORK 42KM

NEW YORK

03/11/19

MARATONA DI TORINO 42KM

TORINO

MARATONINA CITTA' DI BUSTO ARSIZIO 21KM

BUSTO ARSIZIO

10/11/19

MEZZA MARATONA DEL GARDA 21KM

RIVA DEL GARDA

10/11/19

10KM DEL GARDA

RIVA DEL GARDA

10/11/19

MARATONA DI ATENE 42KM

ATENE

10/11/19

MARATONINA CITTA' DI CREMA 21KM

CREMA

17/11/19

MARATONA DI VERONA 42KM

VERONA

17/11/19

ALPIN CUP PARCO NORD 21KM

MILANO

24/11/19

FIRENZE MARATHON 42KM

FIRENZE

08/12/19

MARATONA DI REGGIO EMILIA 42KM

REGGIO EMILIA

STAFFETTA DI NATALE CANOTTIERI MILANO

CANOTTIERI MILANO

TROFEO MONGA CORSA CAMPESTRE

DATE DA DEFINIRE

AVON RUNNING 10KM

MILANO

27/10/19

CANOTTIERI RUNNING TEAM

10/11/19 CANOTTIERI RUNNING TEAM

24/12/19 CANOTTIERI RUNNING TEAM

NOV 19 / FEB 20 CANOTTIERI RUNNING TEAM

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L’ANGOLO DEL FISIOTERAPISTA a cura di Stefano Bason

LA MENISCOPATIA DEL GINOCCHIO L’articolazione del ginocchio è composta da 3 ossa in relazione tra loro, che sono femore, tibia e rotula, da diversi legamenti che hanno la funzione di dare stabilità all’articolazione, dalla capsula articolare che avvolge e protegge tutta l’articolazione, dalle cartilagini che avvolgono e proteggono le superfici di contatto e da due menischi che si interpongono fra i condili femorali e il piatto tibiale. COME SONO FATTI I MENISCHI I menischi sono due e sono costituiti da una sostanza fibrocartilaginea. Uno prende il nome di menisco laterale perché situato nella parte laterale, l’altro di menisco mediale o interno. Hanno una forma semilunare. A COSA SERVONO I MENISCHI I menischi hanno molteplici funzioni importantissime. Innanzitutto hanno lo scopo di rendere congrue due superfici che di fatto non lo sono. I 2 condili femorali (la parte terminale del femore) sono infatti a forma semisferica e poggiano sul piatto tibiale che come dice il nome è una superficie piatta. Se non ci fossero i menischi i punti di contatto sarebbero molto esigui e andrebbero incontro ad un’usura precoce. I menischi avvolgono, sostengono, guidano e contengono i condili femorali e assorbono parte del carico.

Hanno quindi anche una funzione di ammortizzamento. LE LESIONI MENISCALI Abbiamo due tipi di lesioni. Una, acuta traumatica, avviene per un fenomeno ad alta intensità di tipo contusivo distorsivo che supera il limite di resistenza meccanica del menisco che si rompe. L’altro tipo di lesione è di tipo degenerativo, dovuto ad un’usura lenta e progressiva da carico. Può essere dovuta ad un eccessivo uso ma anche ad un’anatomia predisponente. COME SI DIAGNOSTICA L’ortopedico è in grado di fare la diagnosi con la visita clinica. La risonanza magnetica può essere utile a conferma dell’ipotesi diagnostica del medico. Bisogna però rilevare che la risonanza non è un esame sempre preciso. Capitano frequentemente casi di falso positivo o falso negativo. Come per tutte le patologie è fondamentale confrontare la clinica con la diagnostica per immagini. COME SI CURA Ci sono alcune piccole lesioni che possono essere trattate con la cosiddetta cura conservativa. Molto utili in questi casi il Laser e la Tecarterapia seguiti da un buon programma di rinforzo del quadricipite. Quando la lesione è grave o quando nonostante le cure conservative il ginocchio torna ad essere dolente, il trattamento è chirurgico artroscopico. In passato il chirurgo procedeva alla rimozione totale del menisco esponendo il ginocchio

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ad una quasi certa artrosi precoce. Attualmente gli interventi prevedono tecniche di meniscectomia selettiva che consentono di asportare, per via artroscopica, la sola parte lesionata del menisco, preservando il tessuto sano residuo. In alcuni particolari casi è possibile suturare il menisco senza asportarlo. LA RIABILITAZIONE POST CHIRURGICA La riabilitazione del ginocchio operato in artroscopia è molto più semplice di quella necessaria dopo altri tipi d’intervento sul ginocchio. In seguito ad una meniscectomia mediale il paziente può ritornare a camminare con stampelle 24 ore dopo l’intervento e recuperare completamente la mobilità articolare in 2 settimane circa. Spesso è necessaria qualche seduta di fisioterapia: elettrostimolazioni, stretching e riabilitazione propriocettiva del ginocchio possono accelerare il recupero. Una meniscectomia laterale può comportare un recupero più lento. Un lavoro sedentario può essere ripreso mediamente dopo 2-7 giorni, un’attività lavorativa pesante necessita di circa 3-4 settimane. La ripresa dell’attività sportiva è molto variabile da individuo ad individuo e da sport a sport.

CONVENZIONI

Sono attive e in fase di aggiornamento le seguenti convenzioni: - ALTAMURA FISIOTERAPIA Via Altamura n. 8 - 20148 Milano - KOALA Via Dei Gracchi n. 26 - 20146 Milano - ENERVIT Viale Achille Papa n. 30 - 20149 Milano

IO CORRO CAN

CANOTTIERI RUNNING TEAM

Canottieri Milano Alzaia Naviglio Grande n. 160 20144 Milano - tel. 02 48952364 REDAZIONE Corrado Bonelli Pierpaolo Bonfanti Chiara Bottoni Michele Mauri Roberto Mazzi Paride Sciascia Massimo Zini HANNO COLLABORATO A QUESTO NUMERO DELLA RIVISTA M. Assereto A. Baroncelli M. Bassi A. Briotti M. Del Vecchio M. Gaeta R. Guarnieri E. Magni R. Mazzi M. Oliva M. Piedinovi F. Sala

GRAZIE A... Il presente numero nasce grazie alla disponibilità e alla competenza delle persone qui sopra riportate. Il vero gradimento spetterà ai lettori, cui chiediamo di voler collaborare fin dal prossimo numero per poterlo migliorare con scritti, foto, esperienze, ricordi, comunque attinenti alla nostra comune passione.

AUGURI

Marzio e la compagna Beatrice sono diventati neo genitori di una bellissima bimba: Matilde é nata il 25 aprile. Pesava 3,6 kg ed era lunga 51 cm.

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Indirizzo Via Dei Gracchi 26, 20146 Milano Tel: 02 469 0011/469 2886 Fax: 02 481 7888 web: www.koalasport.com mail: info@koalasport.com

Orari di apertura Lunedì: 15.30-19.00 da Martedì a Venerdì: 10.00-12.30 e 15.30-19.00 Sabato: 10.00-12.30 e 15.00-18.30

ALTAMURA FISIOTERAPIA VIA ALTAMURA 8 20148 MILANO TEL: 024048378


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