Vivere Naturale Magazine - Nutrire il benessere

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Maggio 2019 - Anno 1 Numero 0


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di Thich Nhat Hanh

Campagna di informazione Oltre il biologico

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Dentro di noi possiamo ritrovare l’amore È importante scegliere con cura il nostro nutrimento

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di Roberta Busatto

Tutto è interconnesso Tutto è essenza vitale

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di Pasquale Falzarano

Vivere Naturale Magazine di Consuma Naturale Maggio 2019 Anno 1 Numero 0 In attesa di registrazione al Tribunale di Roma www.consumanaturale.it Direttore responsabile: Roberta Busatto roberta.busatto@consumanaturale.it Redazione: Luce Tommasi Impaginazione e progetto grafico: Ilaria Grimaldi Editore: Canali Aperti Srl www.canaliaperti.it info@canaliaperti.it Canali Aperti Srl è iscritta nel Registro Operatori della Comunicazione con il numero 20883 Stampa: Nuova Grafica 87 Via del Tavolato Snc 04014 Pontinia (Lt) Copyright: Tutti i nomi e le denominazioni di prodotto e i logo utilizzati sono marchi registrati di proprietà dei rispettivi titolari Immagine di copertina tratta dall’album Love Seeds di Emiliano Toso Distribuzione gratuita Questa rivista è stampata su carta 100% riciclata, certificata FSC.

Il cibo è prima di tutto libertà Intervista allo Chef Pietro Leemann

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Mentre una stella muore, un uomo nasce Intervista a Emiliano Toso, Biologo Cellulare e Musicista Compositore a 432 hz

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Vibrazioni per la pelle Il sostegno dell’alimentazione bio-dinamica

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di Sergio Sarli

Il ritmo porta la vita La cosmesi Dr. Hauschka per svelare la nostra naturale bellezza

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di Roberto Cingia

Un’opera così bella da diventare magia che nutre Devoto Design ha realizzato i paesaggi desertici del Museo Nazionale del Qatar

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L’elisir della vita è la gioia

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di Fabiola Rizzi

I perché di una scelta a due voci Intervista a Roberta Busatto e Filippo Ziccardi, fondatori del progetto Consuma Naturale Agribottega Biodinamica

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di Luce Tommasi

La cucina è come una poesia Intervista allo Chef Massimo Di Marco

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di Luce Tommasi

Ricette semplici per tutti Con prodotti di stagione, biologici e biodinamici A cura dello Chef Massimo Di Marco - Ass. Amico Cuoco

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i n d i c e

Niente può sopravvivere senza nutrimento


Niente può sopravvivere senza nutrimento

“Consapevole della sofferenza causata da un consumo disattento mi impegno a coltivare una buona salute sia fisica che mentale per me stesso, la mia famiglia e la società, praticando la consapevolezza nel mangiare, nel bere e nei consumi in genere”

Ci sono quattro tipi di nutrimento che possono portarci gioia o sofferenza:

cibo

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che mangiamo: possiamo mangiare in un modo che porti nel corpo e nella mente Il soltanto elementi salutari, che ci diano guarigione e nutrimento. Molti di noi si ammalano o stanno male perché non mangiano in consapevolezza, non osservano a fondo i propri consumi alimentari.

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, cioè quello che consumiamo non attraverso la Le bocca, ma attraverso gli occhi, le orecchie, il naso, il corpo e la mente. Noi consumiamo qualcosa anche quando leggiamo una rivista, quando guardiamo un film, quando ascoltiamo un brano di musica. I nostri oggetti di consumo possono contenere molti veleni come violenza, paura, rabbia, avidità; se ogni giorno consumiamo una gran quantità di stimoli o prodotti tossici – velenosi sotto forma di impressioni sensoriali, finiremo per ammalarci.

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, il più profondo desiderio della propria vita. La Se il desiderio più profondo della propria vita è di aiutare le persone, alleviare la sofferenza, proteggere l’ambiente, quel tipo di intenzione è una sorta di nutrimento che può dare salute e gioia; se invece il nostro più profondo desiderio è di rincorrere la fama, le cose materiali, la vendetta o la ritorsione, quel desiderio profondo porterà una quantità di sofferenza.

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. La La nostra coscienza individuale è fatta anche di coscienza collettiva. Se siete circondati da persone piene di compassione, di gentilezza, di gioia e avete l’opportunità di vivere con loro a lungo, un giorno anche voi sarete più compassionevoli, più gioiosi, più felici. Se siete circondati da persone che sono violente, irascibili, impaurite, anche voi diventerete più violenti, più irascibili, più paurosi.

impressioni sensoriali

volizione o intenzione

coscienza

Niente può sopravvivere senza nutrimento. Tutto ciò che consumiamo contribuisce a guarirci o ad avvelenarci. Tendiamo a pensare al nutrimento solo come a ciò che assumiamo attraverso la bocca, ma anche ciò che consumiamo con gli occhi, le orecchie, il naso, la lingua e il corpo è nutrimento. Anche le conversazioni che si svolgono intorno a noi e quelle a cui partecipiamo lo sono. Quando diciamo qualcosa che ci nutre e dà conforto alle persone intorno a noi, alimentiamo l’amore e la compassione. Quando parliamo e agiamo creando tensione e rabbia, nutriamo la violenza e la sofferenza. Se non alimenti il tuo amore, il tuo amore morirà. Thich Nhat Hanh


Dentro di noi possiamo ritrovare l’amore È importante scegliere con cura il nostro nutrimento Un’emozione forte sale da dentro… Come se finalmente riuscissi a sentire di nuovo la delicatezza dell’acqua che scorre in me… E improvvisamente questa rivista diventa un viaggio…che tocca parti profonde. E sento di essere parte di qualcosa di grande, di un’energia che unisce e dà luce. Dentro di noi possiamo ritrovare l’amore.

e d i t o r i a l e

Torna in me la gioia di vivere e la fiducia nella condivisione di un benessere che sia rispettoso di noi stessi, degli altri, della natura, degli esseri viventi. È importante scegliere con cura il nostro nutrimento: i cibi con cui alimentarci, i prodotti con cui coccolare la pelle, le parole da ascoltare e le emozioni da vivere. Grazie a Pasquale Falzarano, Emiliano Toso e Pietro Leemann, guide del nostro viaggio verso la pace e il benessere. Grazie con profondo rispetto e riconoscenza. Grazie a Luce per aver condiviso con noi fin dall’inizio la sua energia speciale e la sua grandissima professionalità. Grazie a Ilaria per la sua insostituibile presenza e bellissima creatività. Grazie a Sergio, amico saggio e medico sapiente. Grazie a Roberto, per la sua presenza competente e gioiosa. Grazie a Fabiola e Massimo, compagni di viaggio. Grazie a Claudio, per la sua creatività sempre contagiosa. Grazie a Lucia per il suo supporto prezioso. Grazie a tutti coloro che sono entrati ed entreranno a far parte di questo meraviglioso viaggio.

Roberta Busatto

Direttore responsabile

“Alla luce della consapevolezza dell’inter-essere, orienterò le mie scelte di consumatore in modo da proteggere la pace, la gioia e il benessere nel mio corpo e nella mia coscienza, come nel corpo e nella coscienza collettivi della mia famiglia, della società e della Terra”


Tutto è interconnesso Tutto è essenza vitale di Pasquale Falzarano

O

gni volta che incontro Pasquale Falzarano ho la sensazione di entrare dentro il suo meraviglioso flusso vitale e di nuotare in un’acqua che rigenera e trasforma. Ed è la stessa cosa che accade ogni volta che respiro a pieni polmoni l’energia che vibra nell’aria e nella terra della sua azienda agricola biodinamica. E che le verdure di Agrilatina entrano nella nostra Agribottega Biodinamica, con la loro scia di profumi e colori. Ecco perché ho deciso di rivivere questo flusso di energia, di pensieri e di sentimenti che è emerso con amorevole forza nella nostra chiacchierata insieme, senza intervenire, scrivendolo e rileggendolo esattamente per com’era. E ancora adesso mi emoziono. Occorre prendere coscienza della situazione attuale, di cui oggi si discute molto. Già anni fa l’agricoltore biodinamico parlava delle conseguenze dell’attività umana, che se non guidata da responsabilità avrebbe portato danni alla nostra casa terra. Ora corriamo il rischio anche di perderla questa casa terra. L’ONU poche settimane fa ha dichiarato che un quarto delle morti mondiali è riferibile all’inquinamento provocato dalle attività umane. Quindi noi stiamo uccidendo un quarto di noi stessi.

“Abbiamo una responsabilità e dobbiamo muoverci su questa terra, che ci è stata data in prestito, in punta di piedi”

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Sarebbe utile osservare la Terra, quale essa veramente è, nel contesto più ampio. La dovremmo vedere nel sistema solare, il sistema solare nella nostra galassia e la nostra galassia nel cosmo. Innalzando la visuale, il campo che vediamo è sempre più ampio. Quello che posso vedere se sto qui seduto, se salgo su quel tetto o se vado sulla montagna lì dietro è sicuramente diverso. Noi siamo qui seduti ma non siamo fermi. La Terra in questo momento si sta muovendo nel cosmo. Noi stiamo ruotando su noi stessi all’equatore a oltre 1.600 km orari, ma ancora più velocemente intorno al sole a 106.000 km orari. Il sistema solare sta girando intorno alla galassia a 792.000

km orari. La galassia si muove nello spazio a 3.600.000 km orari. Stiamo facendo questo viaggio nel cosmo di cui tenere conto. Noi siamo parte di questo viaggio. La Terra ha una storia di alcuni miliardi di anni, ma è una seconda generazione. Tutte le nostre sostanze e quelle del sistema solare ci sono state generosamente donate dalla Supernova che c’era in questo stesso posto e che ha concluso il suo ciclo per lasciare posto al sole. È una storia di evoluzione meravigliosa! Più di 4 miliardi di anni di interconnessione con il creato. Per arrivare alla situazione in cui siamo oggi. Per arrivare a darci la nostra casa. Ma noi non siamo soli. La nostra casa è possibile in sinergia con tutte le altre componenti, con le forme inanimate e animate. Purtroppo è l’uomo che negli ultimi anni nella sua evoluzione ha voluto prendere sempre più, adattando ai suoi voleri ciò che c’era intorno a lui. In questo modo sta facendo sì che ora c’è il rischio reale che la sua vita sulla Terra non sarà più possibile. Gli scienziati più accorti lo sanno e lo dicono: siamo quasi in una fase di non ritorno. Le decisioni dovevano essere prese già qualche decennio fa. Finalmente l’Unione Europea ha deciso di eliminare alcuni tipi di plastica usa e getta. I mari hanno isole di plastica e il mare stesso di per sé è composto di acqua e microplastiche, che poi diventano parte del ciclo biologico, dai pesci fino a noi. La plastica è stata trovata anche in alta quota sui ghiacciai dello Stelvio. Ormai respiriamo e persino beviamo e mangiamo microplastica! È giusto prendere coscienza responsabilmente di quello che è. Da ciò che viene detto, si sa che se l’uomo non cambia e non trova provvedimenti non potremo più tornare indietro. Tutti siamo coinvolti, ognuno di noi! Questo rischio di estinzione del genere

umano che sembrava lontano è vicino… Nella storia della Terra, ci sono tantissime forme di vita che si sono estinte, perché non ci sono state più le condizioni per la loro sopravvivenza. La vita dell’uomo, se la storia della Terra la immaginiamo di 24 ore, ha una durata di qualche secondo. Forse siamo l’ultima generazione che può ancora salvare l’uomo. La situazione è molto drammatica ma abbiamo ancora una possibilità. Se vogliamo pensare ai nostri figli e ai nostri nipoti, non è che potremo andare molto più avanti.

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Ci sono anche tante cose meravigliose intorno a noi! Pensiamo alla Terra che sta facendo un viaggio che parte da molto lontano e ha tanti compagni di viaggio e un collegamento reale con tutti i benefici che possiamo trovare nel Cosmo, nella natura e nella vita. Pensiamo alla fisica quantistica che ci dice che siamo uno con tutto. E allora i sentimenti, i desideri, le emozioni, il passato, il presente, il futuro, sono tanti aspetti di cui tenere conto. Come le forme con cui l’esistente si manifesta e si esprime, che in quelle più alte, i rapporti aurei, sono in risonanza vibrazionale con tutto l’Universo. Queste forme della materia e dei sentimenti sono in sintonia con i centri di energia che ci sono ovunque intorno a noi. I buchi neri che si trovano al centro di ogni galassia sono centri di irradiazione di energia potentissimi che l’uomo non è ancora riuscito a capire e dove i concetti fisici conosciuti non hanno più senso e la materia assume altre forme. I buchi neri sono ovunque. Sono buchi neri i vortici dell’acqua, ad esempio. L’acqua che è la parte fondamentale della vita, è una sostanza quasi vivente. Negli oceani le correnti formano vortici ovunque, che la rigenerano ed entrano in risonanza con tutto il resto: nell’acqua dell’oceano c’è essenza vitale. C’è una quantità quasi infinita di forme di vita, di una bellezza incredibile. Dall’oceano nasce la vita con il brodo primordiale e dall’acqua nasce la vita. Se noi andiamo a conoscere queste cose, ci rendiamo conto

che il canto di uccellini a 432 hz, i colori dei fiori, l’aria che accarezza gli alberi, tutto è interconnesso. Possiamo essere parte rispettosa di tutto questo, che è meraviglioso! Abbiamo una responsabilità e dobbiamo muoverci su questa terra, che ci è stata data in prestito, in punta di piedi. Il rapporto aureo, i vortici, i buchi neri, sono anche dentro di noi. Dan Winter ha scritto libri interessantissimi sulle forme e le implicazioni che le forme hanno con le loro vibrazioni e come i sentimenti siano loro stessi una parte vibrazionale che interagisce con esse. Lo strumento che misura il battito del cuore, che non è sempre costante, ci fa vedere che il rapporto tra alto e basso cambia, nella persona e tra persone, secondo il proprio umore, i propri sentimenti. Quando è in un sentimento di amore verso il partner, verso gli altri, verso la natura, il cuore ha un rapporto 1:1,618, che è il rapporto aureo. Il cuore, quando c’è amore, batte in sintonia con le forme meravigliose intorno a noi e come la galassia nelle galassie… Con la risonanza annulli ogni distanza, anche fisica. Come se oggi telefonassimo a un amico in Australia, con la risonanza vibrazionale annulleremmo la distanza. Quando capisci questo, non puoi più non essere cosciente di avere delle responsabilità. C’è qualcosa di molto sottile, che c’è e se vogliamo possiamo vedere. Come l’essenza vitale, quello che consente a

“Il cuore, quando c’è amore, batte in sintonia con le forme meravigliose intorno a noi”

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“Le piante hanno una loro intelligenza che è diversa dalla nostra e si basa non sul cervello ma sull’organizzazione. L’esempio è quello della pianta di fagiolo, che come sappiamo cresce in altezza arrotolandosi intorno a un ramo. Se si pianta un seme di fagiolo e si mette il ramo più lontano, crescendo la piantina va nella direzione del ramo e quando lo trova lo uncina, arrotolandosi poi intorno ad esso. Sostanzialmente sa dove andare, anche se noi gli complichiamo la vita!” tutti gli esseri di avere una propria vita. Grazie all’essenza vitale siamo vivi, abbiamo una forma, siamo materia, abbiamo facoltà umane che ci consentono di muoverci, sentiamo, ma poi tutto questo che è sostanza e sentimento è tenuto insieme da qualcosa che un po’ tutti nella storia hanno ricercato e che qualcuno chiama anima, qualcun altro spirito e che io qui ho chiamato essenza vitale. L’essenza vitale è in noi, è qualcosa di non definibile in modo chiaro ma c’è anche in tantissime cose intorno a noi e noi possiamo usufruirne. Sta nell’acqua, perché nei vortici dell’oceano c’è il plasma; sta nell’aria, perché nei boschi c’è l’essenza vitale che possiamo respirare; sta vicino ai corsi d’acqua, vicino alle cascate; sta sulle montagne; sta nell’azienda biodinamica dove i vari fattori dell’ambiente sono rispettati e armonizzati anche con l’inserimento dell’uomo. Sta nell’ascoltare…la puoi sentire, la puoi vedere, sta nelle vibrazioni dei cristalli. L’essenza vitale si esprime attraverso le vibrazioni ed è nelle sostanze. Sta nelle piante, perché nel plasma delle piante c’è l’essenza vitale. Ma di quale pianta? Se è manipolata nel modo di farla crescere o cresce fuori dall’ambiente in cui dovrebbe stare, quella pianta avrà poca essenza vitale e plasma. In quei prodotti freschi ottenuti in un modo in cui la pianta possa crescere in interconnessione ottimale con tutti gli altri esseri ed elementi, come avviene nella vera agricoltura biodinamica, quella pianta è ricchissima di essenza vitale. Se la mettiamo in bocca e la mastichiamo molto a lungo, questa essenza vitale entra in noi e ci fa tanto tanto bene, in tutti i sensi: a livello fisico, del cervello, del cuore e dei sentimenti. Entra nell’uomo nella sua interezza. Ecco perché le nostre scelte sono importanti. Sicuramente le scelte in senso generale che possono fare i governi, che rappresentano il potere nel suo insieme, ma noi non possiamo delegare a loro le nostre scelte. Noi abbiamo il grande potere di fare scelte che fanno bene a noi stessi. Se scegliamo il cibo con tutte quelle caratteristiche facciamo del bene a noi stessi, ai nostri parenti, agli amici. C’è una grande differenza negli alimenti, non solo da un punto di vista biochimico. Le nostre scelte possono contribuire a invertire questo loop non positivo con cui mettiamo a rischio realmente l’uomo e la sua casa. Dalla scelta di cibarci di cibo, che ha questa ricchezza di es-

senza vitale e viene prodotto in una maniera diversa, si sostiene un modo naturale di coltivare con cui l’uomo e la sua opera vanno a riequilibrare i danni che egli stesso ha causato e potrebbe continuare a causare. Questa è una parte importante. Tutti i giorni noi ci alimentiamo. Ed è importante a livello globale che si compiano queste scelte, che fanno bene a noi stessi e alla terra come organismo vivente. C’è amore verso le future generazioni, verso i figli e i figli dei nostri figli. Il benessere è legato anche ad altri aspetti che possiamo attuare e fare nostri. Innanzitutto muoverci in ambienti idonei. Anche la pianta si muove, continuamente. E noi dovremmo riscoprire di più il movimento per stare bene. In un’azienda biodinamica, che è un luogo sacro della natura, o in un bosco, al mare, che è molto più salutare di inverno o vicino ad un corso d’acqua. E poi ci sono i sentimenti, intesi in senso ampio. L’amore può far produrre battiti al nostro cuore a rapporto aureo. Così come il rispetto, la collaborazione, l’umiltà. Questo porta benessere e longevità. Benessere è cercare di scegliere consapevolmente cibi freschi ottenuti in modo consono, è movimento e siamo noi con il nostro intimo modo di sentire. Questo implica scelte in tutti i sensi, che hanno conseguenze su di noi e su quello che c’è intorno a noi. Se evolviamo nella conoscenza in modo umile ci rendiamo conto che siamo parte di qualcosa di più ampio e meraviglioso. Se ci risvegliamo, ci rendiamo conto che solo così possiamo fare.

“Se evolviamo nella conoscenza in modo umile ci rendiamo conto che siamo parte di qualcosa di più ampio e meraviglioso”

“L’essenza vitale si esprime attraverso le vibrazioni”

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instaurato un modo più intimo di stare tra loro. A seconda del cibo che si mangia cambia la relazione. Se scegli un cibo amico della natura, rispettoso di chi lo mangia, allora lo stare attorno al fuoco diventa quel tipo di energia e non un’altra. Facendo agricoltura in un certo modo si trasmette al cibo che mangiamo una certa energia. La relazione è determinata dalla scelta che facciamo sul cibo. È interessante allargare questo concetto dalle relazioni tra esseri umani a quelle con la natura, con gli altri esseri viventi, con noi stessi. Se ci nutriamo bene, stiamo bene noi dentro profondamente. Se mi nutro bene, mi sento meglio io. Poi c’è l’aspetto più grande che è quello della relazione con il mondo trascendente. Solo nutrendomi in un certo modo, posso elevare la mia coscienza. Non è casuale che al centro di ogni tradizione culturale e religiosa ci sia l’eucarestia, l’offerta del cibo alla divinità. L’altro elemento importante, di cui ho fatto quasi una bandiera è che come dice Feuerbach noi siamo quello che mangiamo ma io aggiungo anche che diventiamo ciò che scegliamo di mangiare.

Il cibo è prima di tutto

libertà

Intervista allo Chef Pietro Leemann

Q

uando capita che, avvicinandoti alla storia, alle scelte, alle parole e alle immagini di qualcuno, ti ritrovi ad entrare sempre più profondamente dentro di te, una magia si compie. Ed è esattamente quello che è successo a me mentre preparavo, piena di emozione, questa intervista allo chef Pietro Leemann. Come se ogni piccolo pezzetto della sua biografia, le foto, i colori dei suoi piatti, risuonassero in me in modo speciale, tutto mio. La profondità, la sua grandezza e la particolare energia che sa trasmettere sono così ampie che le sue parole possono prendere strade inaspettate e piene di calore. Il nutrimento che possiamo ricevere da lui va ben oltre la straordinaria bellezza e la bontà dei piatti che gli hanno permesso di essere il primo e unico chef stellato d’Italia che utilizzi una cucina puramente vegetale. E arriva dritto dritto in quell’energia universale che tutto muove…

Pietro Leemann - Lucio Elio ©

la, la mucca l’erba. La differenza è che l’essere umano ha l’opportunità o il dovere di scegliere come nutrirsi. Ho vissuto in Oriente per lunghi periodi ma già da prima e da tanti anni che ricerco sul senso più ampio del cibo.

“Lavoro con le trasparenze e ricerco la

Luce”

In questo numero della rivista abbiamo voluto mettere al centro il nutrimento. Inteso come possibilità di alimentarci di ciò di cui abbiamo bisogno. Il cibo è certamente la nostra fonte primaria di nutrimento… Il nutrimento sicuramente è al centro dell’esistenza, non solo umana. Ogni essere di questo Pianeta, dal batterio all’uomo, al piccione, si nutre. Alla fine siamo una grande famiglia di esseri che si nutrono. L’intento, per una scelta alimentare come quella che ho fatto io, è proprio di riflettere sul valore di questa famiglia. Gli animali, per le loro caratteristiche innate, mangiano in modo istintivo: il batterio mangia la frutta, la tigre la gazzel10

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In che modo il cibo influenza la nostra vita? Il cibo ha molte valenze. Dobbiamo nutrire il corpo per mantenerlo in buona salute, non sollecitarlo troppo. Osservando lo schema orientale, dell’ayurveda o della dietetica cinese, il punto di partenza è essere sani. E il cibo è un elemento che ci aiuta ad essere sani. Il cibo ha però un’altra valenza che è l’azione. Da sempre l’invenzione del fuoco è stata considerata importantissima per l’uomo perché ci ha consentito di rendere più assimilabile il cibo. Con il fuoco ha iniziato ad esserci una relazione tra gli uomini, si è

Quindi secondo lei possiamo scegliere cosa mangiare? Noi dobbiamo fare la scelta più adatta a noi, non necessariamente vegetariana, ma dobbiamo scegliere perché se modifichiamo la nostra dieta ci modifichiamo noi. A seconda di quello che scegliamo di mangiare, andiamo in una direzione. Secondo le filosofie orientali ci sono cibi che ci aiutano a volare e altri che ci lasciano a terra. È molto affascinante questo aspetto. Possiamo aspirare a qualcosa di diverso da una realtà che non ci corrisponde. Sono nato in una famiglia onnivora e cresciuto in un mondo di onnivori, ma a un certo punto mi sono emancipato e ho preso una posizione diversa. Ognuno di noi ha diritto di prendere posizione, di affermare chi è e di scegliere cosa mangiare. Ognuno ha il suo viaggio da compiere e imporre il cibo è prevaricare il viaggio. In casa, io e mia moglie, abbiamo sempre mangiato vegetariano ma i nostri figli oggi scelgono. Sperimentano un modello di riferimento, scegliendo cosa fare della loro vita. Il cibo è prima di tutto libertà ed è giusto che ciascuno di noi scelga il suo viaggio. Abbiamo il dovere di essere liberi. Nel mio modo di pormi con chi la carne la mangia, c’è sempre la volontà di dare libertà. Non c’è uno stile alimentare migliore, ma solo uno più o meno sano. Si sa che mangiare troppa carne fa male, troppi zuccheri fanno male ma poi ognuno può scegliere.

“Sento di far parte di un

disegno più grande

e perfettamente architettato, non

Cosa pensa che sia importante fare oggi per aiutare le persone a scegliere bene? L’importante oggi è insistere sul valore della qualità. C’è bisogno di informazione, di trasparenza, di apertura. Solo a quel punto ciascuno è libero di scegliere. Questo ha molto a che fare con la cultura del gusto.

mi preoccupo del raccolto che darà sempre buoni frutti”

“C’era una volta un re” - Lucio Elio © In alto a sinistra: “Il volto della natura” - Lucio Elio ©

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La moda delle verdure estive, zucchine, peperoni, pomodori, è un appiattimento culturale legato al gusto. Ci sono così tante verdure e così tanto da sperimentare nelle varie stagioni dell’anno. I broccoli, la bieta, i carciofi, ad esempio sono ricchi di sapori affascinanti. La natura ci dà un mondo fantastico di nuove aperture e nuovi gusti. Come definirebbe il suo personale rapporto con la natura? La natura è la mia prima fonte di ispirazione. Lavoro a Milano ma vivo in un piccolo villaggio della Svizzera. Quando sono lì nuoto, attraverso il fiume, faccio lunghe passeggiate. Nelle varie stagioni raccolgo le cose che la natura mi offre. Ad esempio il sambuco o le prime primule che ho portato al Joia l’altro giorno. O le radici. O le cime di abete con cui faccio lo sciroppo. È una relazione che si concretizza fisicamente nei piatti che faccio, nei quali entrano gli elementi che la natura ci dà.

Lo stesso vale per la cucina. Il modello alimentare di Steiner, che attinge molto dall’ayurveda e dalla dietetica cinese, è anche molto vicino all’occidente e dialoga con le sue tradizioni. Corrisponde in particolar modo al nostro pensiero ed è anche molto adatto alla nostra costituzione. Una dieta non è mai assoluta rispetto alla persona, deve essere sempre legata ad un contesto preciso in cui si considera dove si vive, che vita abbiamo e quale esigenze alimentari questa ci dà, oltre alle nostre caratteristiche fisiche, psichiche, mentali e spirituali. Non è assoluto per esempio che il modello cinese sia il più adatto o il più sano per noi. Oppure la cucina indiana che stimo molto, ma che ad esempio ha pochissimi elementi di crudo. Nell’antroposofia c’è invece molto crudo e questo mi corrisponde di più. Mi piace molto questo binomio crudo-cotto. C’è un motivo per cui noi siamo fatti così e tra occidentali e orientali su molti aspetti siamo diversi. In generale se in un luogo crescono determinati frutti è più giusto se ci alimentiamo con quelli, magari adattandovi una dieta alimentare ma non denaturandone l’essenza che è quello stesso cibo.

“I bambini se imparano a mangiare bene oggi avranno una vita più serena e produrranno un

mondo migliore”

Tra le sue tre grandi ispirazioni c’è anche l’antroposofia, dalla cui stessa matrice è nata l’agricoltura biodinamica. L’aspetto interessante dell’antroposofia è che attinge da una parte dalla conoscenza orientale, dall’altra dal sapere della medicina popolare che si è sviluppata in occidente, lavorando anche sulle energie sottili. Steiner ha saputo rielaborare vari spunti, anche di derivazione orientale, con un linguaggio più vicino al mondo occidentale. Ha creato un modello di agricoltura che si adatta bene in Occidente, forse di più del modello sinergico di Fukuoka che utilizza invece un linguaggio difficile da adattare da noi.

La natura ci guida… La natura ci offre erbe che aiutano l’organismo a purificarsi, a curarsi ed è incredibile e affascinante avere consapevolezza di come questa conoscenza esista da così tanti anni e come unisca il sapere orientale e quello occidentale con la medicina popolare. Roberta Busatto

“Le

grandi scuole

l’antroposofia, la dietetica cinese e l’ayurveda”

che ho incontrato sono tre: “Gong” - Lucio Elio ©

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Regole alimentari generali Il nostro corpo è parte della natura, quindi se gli alimenti che mangiamo non sono artefatti facilmente lo manteniamo in buona salute. È importante che la nostra dieta sia alternata da cibi crudi e più vitali, a cibi cotti e più assimilabili dal nostro organismo. Il cibo che scegliamo deve essere fresco e provenire da un luogo vicino, essere stato coltivato rispettando la natura e le sue stagioni, cotto e mangiato il più presto possibile, non “L’ombelico del mondo” - Lucio Elio © più tardi di mezz’ora da quando è stato preparato. Altra regola fondamentale, come insegna l’antroposofia, è Le cotture delle verdure devono essere veloci e semplici quella di scegliere cibo poco raffinato il corpo deve assimiper non alternarne l’essenza. L’essenza del cibo è il colore, lare lentamente le sostanze, un po’ come un albero che le il gusto e la consistenza che assieme ai valori nutritivi e per assorbe dalla terra, per questo motivo lo zucchero, l’alcool motivi diversi, contribuiscono a mantenere il corpo sano. e i cereali raffinati andrebbero limitati o evitati. Per renderli La frutta è migliore cruda, i cereali e le leguminose vanno più consoni si possono abbinare ad abbondanti verdure che cotti bene e con buona acqua. garantiscono la quantità sufficiente di fibre, sali minerali e Il grasso, indispensabile per assimilare le sostanze e per per- vitamine necessari ad una buona metabolizzazione. cepire il gusto, va aggiunto alla fine del processo di cottura, come pure le erbe aromatiche volatili per gusto, ma estre- Un ragionamento simile vale per gli eccitanti come il te, somamente importanti per stimolare la digestione e il piacere. prattutto quello fermentato e il caffè. In questo caso l’organismo è stimolato in modo artificiale, consuma velocemente Il piacere di mangiare per uno scopo superiore è uno dei energie in direzioni non mirate creando stati fisici e mentali pilastri della salute vista in un’ottica olistica. non corrispondenti alla nostra vera sostanza. Ad esempio se siamo stanchi e beviamo un te prima della meditazione, ci Le spezie devono penetrare nei cibi e vanno quindi ag- sentiremo magari euforici ed efficaci, lo stato raggiunto non giunte prima; hanno la funzione di renderli più assimilabili e corrisponderà però alla nostra vera sostanza spirituale, in secome per le erbe di stimolare la digestione e le altre funzioni guito al quale saremo di nuovo ai piedi della scala. Come dell’organismo. invece s’insegna è molto meglio costruire un corpo sano con I formaggi sono più adatti quando freschi, se molto stagio- un’alimentazione corretta e adatta allo scopo che ci siamo nati si assimilano con difficoltà, devono poi provenire da prefissi, si potrà allora facilmente attingere al momento giuallevamenti che rispettano gli animali. Se un animale viene sto e senza stress l’energia necessaria, senza aver bisogno di rispettato la qualità del suo latte è migliore, da un punto di nessuna “spinta”. vista nutrizionale ed energetico. L’organismo sano con facilità si adatta ai cambiamenti e La digestione e la trasformazione delle sostanze nutritive in utilizza in modo naturale le energie costruite e conservate energia a tutti i livelli, viene facilitata e stimolata in modo per le situazioni diverse, fisico, mentali e spirituali. molto efficace dai fermentati che sono un toccasana presente in ogni tradizione alimentare. In generale si scelga un’alimentazione variata in cui le verduPer fermentati s’intendono lo yogurt, il miso (soia fermen- re e la frutta sono protagoniste, i cereali sono al secondo tata), i crauti, la pasta madre del pane, gli aceti, il lievito. posto, seguiti da proteine e grassi che possono essere non di Scompongono le sostanze preziose presenti nel cibo e pre- più del 10% della quantità di cibo ingerito. dispongono il processo digestivo. In realtà per ognuno di noi andrebbe adattata una dieta. Ognuno di noi ha dei cibi più confacenti e ai quali dovrebbe “Paesaggio interiore” - Lucio Elio © aspirare. Questo purtroppo, a causa della vita che facciamo, non sempre è possibile, seguendo però le regole sopra descritte si ottengono già dei risultati straordinari. Infine meglio poi mangiare poco che tanto, l’ayurveda sottolinea che, oltre alle proporzioni sopra descritte, non si dovrebbe mai riempire lo stomaco più della metà della sua capienza. Andrebbe poi osservato un digiuno settimanale per purificare l’organismo. E naturalmente osservare una dieta vegetariana, per la salute e per elevare la nostra coscienza. Fonte: Joia.it

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Mentre una stella muore, un uomo nasce

Intervista a Emiliano Toso, Biologo Cellulare e Musicista Compositore a 432 hz

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ome l’acqua scorre e ci rigenera, la musica può far vibrare le nostre cellule in modo da condurci verso una profonda trasformazione. E come un veicolo di amore, Emiliano Toso suona melodie che entrano dentro e scorrono con dolcezza fin giù nel profondo più bello. Un viaggio che stimola energie positive di trasformazione e di guarigione, che apre i canali e ci aiuta ad affrontare la vita con positività e creatività. “Una delle cose che mi emoziona di più è che questa musica sia nata per caso e porti ogni persona che la ascolta a creare a suo modo qualcosa con le sue modalità. Sono meravigliato di quello che porta e delle vie che crea… “Io ogni volta”.

ratura corporea e la risposta epidermica galvanica; ci sono studi che dimostrano l’effetto della musica sul sistema immunitario ed endocrino, oltre che sul miglioramento di stati di dolore, ansia, nausea, fatica e depressione. Ci sono diverse caratteristiche che mettono in connessione le due parti del cervello, quella sinistra e quella destra. Con la musica generalmente si crea nel cielo, si viaggia in luoghi immaginari. Poi la musica finisce e il viaggio finisce. La musica che suono porta dal cielo verso la terra la capacità di creare spazi concreti. Viene utilizzata da reti di ostetriche, nei protocolli sanitari legati al parto, in diverse patologie, spesso in modo del tutto autonomo. Capita che io lo venga a sapere dopo anni.

diversi per aiutare le donne durante il parto a far nascere i bambini e per accompagnare le persone alla morte. Molti mi chiedono che brano ascoltare per una determinata cosa e io rispondo sempre di scegliere quello che più si sente risonante con se stessi. Non c’è una regola. Studi scientifici ci dicono che nel bambino che nasce e nell’anziano che muore vengono emessi dal corpo suoni simili. È molto bello che ci si possa sentire a casa in una situazione in cui vogliamo sentirci distaccati. Generalmente non vogliamo sapere come siamo nati né tantomeno come sia morire. Il ciclo della vita, il ritmo della vita, ci unisce tutti… È molto importante il senso di unione. Tra le emozioni più frequenti ci sono la paura e la separazione. Quando ci sentiamo separati, consiglio di fare una passeggiata in natura. Oggi viviamo nella cultura in cui essere separati nella separazione. Con la medicina, con la scuola, con l’economia, con l’agricoltura, dobbiamo recuperare il senso di unione. La separazione ci crea paura e non stiamo bene e Translational Music viene spesso utilizzata per recuperare questo senso di unione, di ritorno a casa. Un altro aspetto che mi piace è l’avvicinarsi verso qualcosa che non si vede. La musica è un ponte tra scienza ed emozioni, con la nostra

credo che questa musica non sia mia ma mi arrivi da qualche parte. Contiene una polverina dorata che arriva e si deve diffondere ora in questo mondo”

La musica fa bene davvero? Ci sono sempre più pubblicazioni scientifiche che dimostrano come la musica possa interagire con il nostro corpo modulando diverse funzioni cardiache e neurologiche che portano a meccanismi misurabili di riduzione dello stress; altri studi dimostrano come la musica possa interagire con la pressione sanguigna, il battito del cuore, la respirazione, l’elettroencefalogramma (EEG), la tempe14

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La tua musica è stata utilizzata anche a scopo terapeutico? Il primo istituto a utilizzarla è stato il Marques a Barcellona che studia le tematiche legate alla fertilità e allo sviluppo embrionale. Poi all’Ospedale di Biella nei reparti di psichiatria, pediatria e neonatologia. Al San Raffaele di Milano nel reparto neonatologia/terapia intensiva. O in altri ospedali come il Bambin Gesù, il San Camillo e il Gemelli a Roma. La cosa incredibile è che uno stesso brano viene utilizzato in luoghi Vivere Naturale Magazine • Nutrire il benessere

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parte più profonda. Ci hanno insegnato che lo scienziato debba essere per definizione ateo e slegato dalle emozioni. Noi biologi riusciamo a decifrare il DNA nei dettagli, così come i componenti e le funzioni più raffinate ma ci manca una parte che non riusciamo a misurare e a descrivere, anche se intuiamo che c’è. La musica ci aiuta a connetterci con quella parte delle emozioni, che ricoprono un ruolo fondamentale nella nostra vita. Parlando di unione viene subito in mente un’immagine circolare…. C’è una certa similitudine con la circolarità anche in quanto avviene nel nostro organismo attraverso la rigenerazione cellulare. Siamo una comunità di 50 mila miliardi di cellule e ne perdiamo circa un milione ogni giorno che dobbiamo quindi ricreare. Dopo poco tempo le nostre prime cellule non ci sono più e ne abbiamo altre. Ma allora ci viene da chiederci: cosa siamo? Ogni volta che ci pensiamo sappiamo di essere un insieme biologico che utilizza gli elementi della natura per sopravvivere. Ognuno di noi ha ricevuto uno spartito alla nascita (il DNA) che non apparterrà più a nessun altro essere vivente. Ogni 1.000.000 di cellule, che ricostruiamo grazie agli elementi nutritivi che la natura ci dà, viene generato seguendo questo spartito. Molti di questi elementi derivano da stelle morte miliardi di anni fa. Attraverso questo movimento circolare di nascita e morte siamo connessi con la terra e gli elementi che derivano da queste stelle. Il movimento circolare è descritto da un punto di vista biochimico e mi piace così tanto pensare alla connessione tra la morte di una stella e la nascita della vita di un uomo. Come gli sciamani che lavorano nella spiritualità creano movimenti circolari, così noi scienziati studiamo uno stesso movimento circolare dal punto di vista biochimico. E allora si

432 hz perché il resto del mondo, con una energia ancora molto maschile, suona una musica che porta fuori, che serve per arrivare primi in classifica, per emergere, farsi notare. Questa invece è una musica che riporta dentro, che ti mette in relazione con la parte più profonda di te stesso. L’intonazione è importante per entrare in risonanza con l’universo e con te stesso. Ma ci sono altri tre aspetti che concorrono a creare una musica di benessere. Innanzitutto, la struttura. Nel mio caso è del tutto intuitiva, non so bene nemmeno quale struttura abbia la mia musica, ma è efficace per tutto quello che dicevamo prima. Mozart invece, ad esempio, aveva una struttura perfetta. L’altro aspetto, che è quello che inconsciamente curo di più, è l’intenzione. L’intenzione che il musicista ci mette è importante. Si può avere una stessa struttura, uno stesso spartito, ma non la stessa intenzione e il risultato sarà molto diverso. Una volta il Maestro Beppe Vessicchio mi disse: la tua intenzione si vede tutta. E questo mi ha colpito. Quando suono le persone sentono qualcosa di forte. L’altro aspetto è il supporto. Se la musica è ascoltata dal vivo, l’effetto è massimo. Quando la musica è su cd o su vinile l’effetto cambia. Anche se oggi i sistemi sono ad alta fedeltà e l’effetto è di gran lunga migliore rispetto a un MP3, che taglia e comprime molte frequenze Ora ci ingozziamo di musica. Disponiamo di migliaia di brani che possiamo ascoltare in qualunque momento, in macchina, al bar, viviamo una abbuffata che crea una riduzione della consapevolezza nell’ascolto. Non c’è più la consapevolezza di scegliere un vinile, pulirlo, farlo girare nel nostro posto preferito. Prima c’era un rituale di ascolto ben preciso, di cui si aveva piena consapevolezza. Chi ascolta un vinile dedica attenzione al viaggio completo che il compositore propone ed è per questo che propongo il mio ultimo album, Love Seeds, anche su questo supporto.

crea un’unione anche tra discipline che fino a qualche anno fa sembrava impossibile unire: per la scienza era vietato parlare di spiritualità e viceversa. La scienza, così come l’arte, la musica e la spiritualità cominciano a comunicare. La scienza da sola è orfana della parte artistica, emozionale. Capisce che le emozioni ci sono ma non sa come lavorare per conoscerle. In qualche modo con l’epigenetica ci stiamo avvicinando. Anche la spiritualità ha bisogno di un arricchimento rispetto a qualche anno fa, in cui era interpretata solo come appartenenza a una religione o a un’altra. Possiamo quindi trasformarci ogni giorno? La rigenerazione cellulare stessa ci dice che non possiamo evitarlo! Se ho male a una spalla da tanti anni, sento dolore e non riesco a muoverla, dopo 10 anni non avrò più nessuna cellula di quella spalla. Dobbiamo cambiare intenzione per rigenerarci diversamente. L’epigenetica è entrata con una rivoluzione. Fino a qualche anno fa pensavamo di essere vittime del nostro spartito. In realtà ogni giorno possiamo cambiare il nostro modo di leggere lo spartito a seconda di come lo interpretiamo anche con la mente, con gli stimoli dell’ambiente circostante. Recentemente c’è stata poi un’altra importante rivoluzione nella biologia. Con l’arrivo della fisica quantistica si considerano non più soltanto per le nostre cellule i segnali misurabili (cibo, farmaci, elementi materiali) ma anche vibrazioni ed emozioni che sapevamo essere importanti ma non potevamo quantificare e misurare. La ricezione dei messaggi dalla musica coinvolge anche questo aspetto vibrazionale.

Riceviamo la musica come un’onda su tutta la nostra pelle, sono informazioni sulla nostra acqua, come avviene con gli elementi biochimici che penetrano nel nostro organismo con l’alimentazione. Arriva lì anche se non si era mai potuto vedere e dimostrare. Attiva processi di trasformazione profonda a livello fisico, spirituale, mentale, emozionale. Ho suonato per donne che hanno avuto il cancro al seno e sono guarite fisicamente ma non ancora emozionalmente. La musica si sta integrando con la medicina tradizionale. Tu suoni con una intonazione a 432 hz, la stessa della natura e dei suoi abitanti. Anche questa è una rivoluzione… L’intonazione della musica è uno degli aspetti importanti se vogliamo lavorare sulla nostra salute. È importante parlare con lo stesso linguaggio della natura e dell’universo perché ci aiuta a entrare in risonanza. L’intonazione dello strumento quindi è il primo passo, anche se è faticoso suonare a

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“Il lavoro di ricerca e di sperimentazione racchiuso nella Translational Music®, nasce dal desiderio di riunire Arte, Scienza e Spiritualità per raccontare con linguaggi semplici, quanto tutto in Natura abbia un suo significato, una perfezione ed una sua intelligenza”

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Vibrazioni per la pelle Il sostegno dell’alimentazione bio-dinamica

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a pelle è un organo che svolge funzioni di protezione, di termoregolazione, di trasmissione di informazioni tramite specifici recettori, non solo per la percezione del caldo e del freddo, ma anche per le vibrazioni, la pressione e altro ancora. La superfice del tessuto cutaneo copre circa due metri quadrati e rappresenta il confine tra l’ambiente esterno e quello interno, è l’interfaccia dove avvengono molti scambi e questa funzione è condivisa con la mucosa respiratoria e quella intestinale. La pelle invia all’esterno molte informazioni sullo stato di salute, ma anche sulle condizioni emotive, basti pensare al rossore, al pallore, alla pelle d’oca. Infatti la pelle è esposta oltre alle condizioni atmosferiche anche allo sguardo degli altri. Una pelle liscia, morbida, elastica oppure secca, rugosa, indurita, invia segnali che manifestano il livello di invecchiamento, di benessere e di salute. La pelle, purtroppo non si può nascondere ed è molto sensibile all’effetto negativo di

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un’alimentazione non corretta, dei fattori atmosferici, dello stress, dello stile di vita, del fumo, dell’alcol, dello scarso riposo. Nell’organismo si formano radicali liberi che aggravano lo stress ossidativo delle cellule cutanee, alterano e danneggiano le componenti fondamentali della pelle, il collagene e l’elastina. Questi danni progressivi rovinano la cute che con il passare del tempo perde elasticità, infine si deteriora il tessuto connettivo, e questo aggrava tutti i fenomeni di invecchiamento precoce. Con il passare degli anni i sistemi di difesa non riescono più a ristabilire un equilibrio. Quindi è molto importante prestare attenzione alla propria alimentazione perché nel cibo troviamo una straordinaria risposta per il controllo dei radicali liberi.

tiossidanti. La maggiore presenza di queste sostanze si trova nella frutta, nella verdura, negli ortaggi e negli oli vegetali. La vitamina C è un antiossidante che svolge un ruolo importante per la pelle, e per il corpo. Ha una funzione protettiva e di riparazione del tessuto cutaneo oltre a svolgere un ruolo nella sintesi del collagene. Si trova nei kiwi, negli agrumi, nel melone, nelle fragole, nelle ciliegie, nel succo d’uva, nei peperoni, nei pomodori, ma anche in alcune verdure come gli spinaci, i broccoli, gli asparagi, nella rucola, nel radicchio, nei peperoncini piccanti, nel prezzemolo e in molte altre erbe aromatiche. Nei pomodori è presente anche un altro importante antiossidante, il licopene che protegge, tra l’altro, dai danni dell’esposizione al sole. Bisogna ricordare che la vitamina C è fotosensibile e anche sensibile al calore, per cui è preferibile mangiare gli alimenti, ricchi di questa vitamina, crudi e freschi, le spremute di agrumi vanno bevute il prima possibile per conservare la maggiore quantità di vitamina C. Un’altra sostanza fondamentale è la vitamina A, un potente antiossidante utile per l’elasticità della pelle e per la sua idratazione. La troviamo nel latte e latticini, nelle uova. Sotto forma di beta carotene (precursore della vitamina A) è presente nei vegetali a foglia verde e in quelli di colore giallo e arancione. Ne sono ricchi la carota, la zucca, il melone, i peperoni, le arance, le albicocche, gli spinaci e i broccoli. La vitamina E svolge un ruolo essenziale non solo nel contrasto dei radicali liberi, ma anche perché è in grado di proteggere gli acidi grassi essenziali dall’ossidazione. È presente nell’olio d’oliva, nel germe di grano, negli oli di molti semi, nella frutta secca a guscio, nei prodotti fatti con farine integrali. Gli acidi grassi essenziali, si chiamano essenziali perché devono essere assunti necessariamente con l’alimentazione. Gli acidi grassi sono importanti perché costituenti di tutte le membrane cellulari di qualsiasi tessuto e svolgono una funzione vitale per le cellule del corpo. L’importanza di questi acidi grassi è stata dimostrata osservando i pazienti con nutrizione parenterale (cioè con liquidi per via endovenosa) in cui essi erano scarsi. La pelle delle persone così nutrite presentava lesioni simili alla psoriasi, oltre al rallentamento dei processi di cicatrizzazione. Una delle maggiori azioni degli acidi grassi essenziali è quella di conferire alle membrane la giusta fluidità, infatti questa rappresenta il fattore più determinante per mantenere l’integrit à

della membrana stessa. Un altro fattore da tener presente per la salute della pelle sono i Sali minerali. Il Potassio, il Selenio e lo Zinco, svolgono un ruolo fondamentale nella sintesi delle fibre che costituiscono il tessuto sottocutaneo, dando elasticità e compattezza alla pelle. Nell’assumere la frutta e la verdura, fattore non meno importante è la loro freschezza. Devono essere biologiche, biodinamiche e di stagione per poter avere tutta la ricchezza di vitamine, di antiossidanti e di Sali minerali che la natura sa produrre. Sergio Sarli Medico omeopata, Agopuntore, Nutrizionista www.centroarmoniain.it

L’alimentazione è l’aiuto più concreto che possiamo darci, infatti esistono molti alimenti ricchi di sostanze an-

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La nostra epidermide si rinnova in 28 giorni ed è per questo che i nostri prodotti più intensivi ed importanti si usano in cicli di 28 giorni.

Il ritmo porta la vita

La cosmesi Dr. Hauschka per svelare la nostra naturale bellezza

Il ritmo porta la vita”: da questa frase nasce l’avventura pionieristica di un giovane chimico, il dott. Rudolf Hauschka, che grazie all’ispirazione data da Rudolf Steiner, decide di fare dello studio dei ritmi della natura il centro del suo lavoro e della sua intera vita. Negli anni 30 Dr. Hauschka inizia a sperimentare: porta i ritmi della natura all’interno di una produzione di estratti. Estratti che serviranno poi a creare rimedi omeopatici per curare e successivamente i cosmetici, per continuare a mantenere il benessere.

Ma partiamo dall’inizio… che cos’è il ritmo?

In natura tutto e tutti siamo sottoposti alle polarità. Il caldo e il freddo, l’attività e il riposo, la luce e il buio, sono per esempio alcune di queste. Il ritmo è la connessione delle polarità. Il tempo che passa dall’alba al tramonto, quel momento di sospensione e di ascolto che connette l’inspirazione e l’espirazione, sono solo esempi di quello che le unisce e le ordina. Un concetto che Dr. Hauschka ha studiato bene e portato nella produzione dei nostri estratti. Usando piante officinali di qualità biodinamica, il ritmo della natura e della terra si riconoscono in una coltivazione etica e rispettosa. Inizia così a sperimentare… con l’utilizzo di sole piante officinali biodinamiche ed acqua, la sostanza vegetale viene trasformata dalle polarità e dal ritmo in un estratto stabile e ricco di forze benefiche, senza l’utilizzo di alcun conservante. Ad esempio, negli estratti di rosa damascena, il fiore e l’ac20

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qua per una settimana vengono sottoposti alle polarità della natura, come se la pianta fosse ancora nel giardino. Si alternano caldo e freddo (dai 37 gradi della temperatura del corpo umano ai 4 gradi della temperatura della terra), mescolamento e riposo, luce naturale e buio, trasformando la sostanza in 7 giorni. La parte vegetale verrà poi incenerita (calcinata), ed una parte di questa cenere verrà aggiunta al nostro estratto, che verrà controllato per 1 anno, affinché sia garantita la sua stabilità. La cenere restante tornerà al giardino, come compost e sostegno per il terreno e le piante. In questo modo produciamo tutt’oggi i nostri estratti che troviamo nei rimedi Wala e nei cosmetici Dr. Hauschka. Sapientemente formulati con sostanze provenienti dai regni della natura (cere, burri, oli, oli essenziali e minerali) diventano l’”informazione ritmica” per riportare equilibrio tra le

polarità della nostra pelle e del nostro organismo. Anche noi siamo soggetti ai ritmi della natura, che risuonano con i nostri ritmi interni. Ecco perchè la nostra cosmesi “ritmica” si rivolge alla pelle sostenendo i suoi ritmi naturali e le sue naturali funzioni. Una unicità che ha solo la cosmesi Dr. Hauschka. Ed è per questo che è così efficace e funzionale. La nostra pelle del viso di giorno ci protegge e quindi la sosterremo con i lipidi, le creme e gli oli più adatti alla sua condizione in quel momento. Mentre la notte la pelle cambierà polarità e si aprirà per detossinarsi e rigenerarsi. In questo momento i prodotti ideali sono quelli a base acquosa, che appunto sostengono ritmicamente le funzioni della pelle, consentendole di respirare ed eliminare le tossine accumulate durante la giornata.

Per aiutare la nostra pelle a ritrovare il suo ritmo naturale, le sostanze contenute nei nostri cosmetici non si sostituiscono mai alle sue funzioni naturali, ma le sostengono, in modo che la pelle, da sola, riveli la sua bellezza interiore. Il nostro corpo vive invece nel ritmo del calore. La concentrazione e la massima temperatura corporea durante il giorno, ci fanno vivere nella polarità dell’attività e dell’azione. Quindi al mattino suggeriamo prodotti che aiutano e sostengono il movimento, come il Limone o la betulla. Mentre la notte, la polarità del riposo ci porterà ad avere la nostra temperatura corporea più bassa e quindi i prodotti da utilizzare saranno quelli che favoriscono il fluire del calore verso le estremità (come un pediluvio alla salvia) e ingredienti che aiutano il riposo e il respiro profondo, come la lavanda e il prugnolo. Dai ritmi della natura e dal loro studio nasce quindi tutto il mondo Dr. Hauschka. Dalla coltivazione alla produzione, dal prodotto al trattamento estetico, il ritmo per svelare la nostra naturale bellezza. Roberto Cingia Responsabile Formazione Dr. Hauschka

“A Roma un importante progetto di Centro di Eccellenza Dr. Hauschka con Consuma Naturale. Uno spazio a 360 gradi dove ognuno può ritrovare il proprio benessere e la propria naturale consapevolezza della sua pelle e del suo corpo, in ogni momento in cui lo desideri”

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Un’opera così bella da diventare magia che nutre

L’azienda italiana Devoto Design ha realizzato i paesaggi desertici del Museo Nazionale del Qatar

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he Claudio Devoto fosse un “falegname” molto speciale lo si sapeva da tempo. Ma, nell’anno in cui festeggia i 40 anni di carriera, non avremmo mai potuto immaginare potesse realizzare un’opera così bella da diventare magia che nutre. L’onore di averlo accanto, personalmente e professionalmente, da tanti anni si è concretizzato nel prezioso e insostituibile supporto che Devoto Design ci ha dato nella realizzazione della nostra Agribottega Biodinamica. Un supporto che ha superato e tuttora supera abbondantemente il lavoro di arredamento degli spazi. Ma oggi, con l’ingegnerizzazione e la realizzazione dei sensazionali paesaggi desertici per il Museo Nazionale del Qatar, ci sentiamo felici ed eccitati come dei bambini di fronte alle fiabe e orgogliosi di vedere un amico salire così in alto da toccare le nuvole del deserto. “Una sfida vicina all’assurdo, all’impossibile. Abbiamo unito tre pazzie! La pazzia di un architetto pazzo, che ha fatto un progetto pazzo e ha trovato un falegname pazzo”. Devoto Design ha ingegnerizzato e prodotto 86 item tra cui i due grandi info desk dall’aspetto scultoreo, le kitchenette e i laboratori, composti da workstation e armadiature. L’azienda di Cisterna di Latina si è occupata anche dell’allestimento dell’area food and leisure, inclusi i due negozi del museo e il Café 875, il cui progetto è stato affidato allo studio giappo-australiano Koichi Takada Architects. Insieme a Claudio hanno lavorato Marina Manfrin, Valentina Vita, Federica Zizzari, Fabrizio Argenti, Fabio Valenza, Marco Olivieri, Francesco Iannella, Anna Ortelli, Daniela Piussi e Laura Bertuccioli (Obiettivo Qatar) come Business Development Consultant. “Koichi Takada ci ha dato una superficie curva da rivestire, con l’obiettivo di riproporre un canyon nel deserto, lo stesso che percorreva Indiana Jones a cavallo fino ad arrivare a

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Petra. Un canyon all’interno di una rosa del deserto, la forma che Jean Nouvel ha pensato per l’edificio del Museo, con lame che sembrano di sabbia. L’architetto giapponese sostanzialmente ci ha dato un mantello curvo, stretto in alcuni punti e aperto in altri, come superficie complessa su cui lavorare. L’abbiamo sezionata e creato tutti i listelli che avrebbero composto la parete”. Il Bookshop e il Gift Shop sono spazi con proporzioni verticalizzate: alte pareti sinuose e passaggi stretti completamente rivestiti da fasce curve in rovere massiccio tessute orizzontalmente. Devoto Design ha ingegnerizzato i 40.000 listelli di legno massello che compongono un puzzle tridimensionale, una pelle che, generando uno spazio fluido e sinuoso, crea un canyon ligneo di ordine gigante che, oltre a essere involucro dello spazio, è anche una installazione libera. “Il canyon grande è comA lato: foto di Massimo Camplone, courtesy of Devoto Design

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“Senza l’artigianalità e la profonda conoscenza di falegnameria dimostrata da Claudio Devoto, tutto ciò non sarebbe stato possibile” Koichi Takada

posto da più di 27.000 pezzi, il piccolo da 14.000 e poi c’è anche quello del Cafè 875, morbide sedute circolari freestanding avvolte da lame di rovere massello a generare la configurazione delle rocce presenti nel deserto. Ogni pezzo che abbiamo utilizzato ha un suo nome e cognome e una posizione perché è così esattamente per andare in quell’unico punto lì dei 1.721 ml di rivestimento. In più per fare in modo che le pareti si sostenessero, abbiamo ingegnerizzato e realizzato una sotto-struttura in metallo fatta a ponte che fungesse da sostegno, trattenendo tutti i pezzi di legno da dietro. Ovviamente il tutto rispetta ogni norma di sicurezza ed è antisismico. Abbiamo così reso possibile che questa follia diventasse realtà”. Ogni item è stato monitorato costantemente durante il processo produttivo, a partire dalle procedure FSC per l’acquisto delle materie prime, fino ad arrivare all’installazione nella location. “Sostanzialmente abbiamo concluso il lavoro di progettazione con l’ingegnerizzazione dell’opera, la struttura in metallo, la realizzazione con le macchine a controllo numerico dei pezzi di legno tutti curvi e la messa in opera finale. Poi i cassetti, le mensole, le illuminazioni tutti con frontali curvi dei vari ambienti sono stati la ciliegine sulla torta. Quando abbiamo terminato il lavoro del piccolo canyon eravamo davvero soddisfatti, ma quando abbiamo visto finito quello grande siamo rimasti anche noi basiti”. Quanta soddisfazione c’è in un lavoro così? “Ovviamente abbiamo sbagliato previsioni in fase di preventivo. Avevamo previsto cinque mesi di montaggio ma alla fine sono stati nove. Ma la soddisfazione e le gratificazioni che ci sono arrivate a lavoro concluso da parte del team e del Ministro della cultura del Qatar sono state enormi”. Oltre alla follia di averci aiutato nella realizzazione dell’Agribottega Biodinamica, sono tantissime le tracce memorabili che Devoto Design ha lasciato anche a Roma in questi anni: Palazzo Rhinoceros della Fondazione Alda Fendi progettato da Jean Nouvel, l’auditorium della Nuvola di Fuksas, gli arredi del Museo MAXXI progettati da Zaha Hadid, il Globe Teatre di Villa Borghese. E ora, con il Museo Nazionale del Qatar, Claudio dice di voler chiudere I 40 anni di carriera in prima linea…ma noi siamo certi che lui sarà sempre, come sempre, avanguardia! Roberta Busatto

“Siamo davvero fieri del risultato ottenuto. Nonostante conosciamo ogni più piccolo dettaglio di quest’opera, osservandola completa, ne subiamo ancora il fascino” Claudio Devoto

Foto del museo: Oscar Rialubin, courtesy of Koichi Takada Architects & Devoto Design

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L’elisir della vita è la gioia

L “Ogni nostro pensiero, parola o azione produce delle vibrazioni”

a malattia è un messaggio che il nostro corpo ci invia e ci esorta a ritornare alla vita. La malattia corrisponde ad un sé diverso dal nostro. È un’accelerazione di stati latenti che minano il nostro stato vitale. È necessario percorrere ed esplorare nuovi sentieri della mente e dell’anima. Imparare a rilassarsi e meditare. Bisogna partire per un viaggio alla scoperta di se stessi. I dolori e lo stress devono tramutarsi in preghiera. Spesso ci preoccupiamo di curare il corpo trascurando la nostra anima, ma la medicina da sola non basta. I medici possono curare il nostro corpo ma non possono intervenire sulla nostra anima. Gli antichi curavano con la parola. Saper interpretare la parola corrisponde all’inizio dell’arte terapeutica. Tutto comincia con l’ascolto su più livelli. Se una persona riesce ad esprimere con precisione attraverso un verbo o un aggettivo ciò che la fa stare male, riassumendo così la sua situazione, avrà tra le mani la chiave per la sua guarigione. Un’emozione del passato che ci ha fatto del male ed è rimasta irrisolta emetterà messaggi che si trasformeranno in malesseri e dolori fisici. Il dolore si rivela allora come una chiave simbolica. Il simbolo a sua volta può far riaffiorare alla mente il ricordo di un analogo segno. La malattia rappresenta il distacco da una parte di noi stessi in cui non c’è più la coscienza. Si va in esilio da quella energia che prima si trovava in quel luogo. È fondamentale effettuare il passaggio che ci trasformi da vittime ad attori principali della nostra vita. L’elisir della vita è la gioia. Il nostro stato mentale ed emotivo ha un forte impatto sul nostro fisico. Il cervello, il sistema nervoso, l’intero corpo sono parti subordinate alla persona. Secondo il misticismo ciò che controlla l’intero sistema è l’anima che ha la sua radice in

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un’altra dimensione. Anche l’anima quando è ferita, manifesta dei sintomi come scontentezza, tristezza, amarezza, delusione, depressione, senso di vuoto, di inutilità, ansia, timore, rabbia, ecc. ma spesso non consideriamo questa situazione come una malattia dell’anima. Ci limitiamo ad accusare persone e circostanze come uniche responsabili della nostra condizione e questo atteggiamento non fa che peggiorare la situazione perché a torto ci consideriamo delle vittime. Ogni nostro pensiero, parola o azione produce delle vibrazioni. Come dice Re Salomone: “Nel giorno della felicità sii allegro e nel giorno della sventura rifletti” (Ecclesiaste 7:14). È necessario lavorare su se stessi per intraprendere un viaggio di auto guarigione.

“Non c’è guarigione senza trasformazione”

Il trattamento medico rappresenta la parte più passiva del processo di guarigione. Nella maggioranza dei casi il paziente non fa che sottomettersi al trattamento medico ed attendere che abbia effetto, tralasciando la parte più importante che consiste nel lavorare su se stesso agendo in modo attivo. Non c’è guarigione senza trasformazione. La guarigione dovrebbe iniziare prima che compaia la malattia. La medicina più importante che assumiamo è rappresentata dal cibo che si trasforma in energia, in pensieri ed emozioni. “Mangia e sii soddisfatto e benedici il Signore tuo Dio” (Deuteronomio 8;10). È necessario del tempo per dedicarsi esclusivamente a se stessi. Trasformarsi in un eremita per poter esplorare e sviluppare il proprio sé attraverso la meditazione, la preghiera il canto o la danza. Non resta quindi che mettersi al lavoro. Buon viaggio! Fabiola Rizzi

“La medicina più importante che assumiamo è rappresentata dal cibo che si trasforma in energia, in pensieri ed emozioni”

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no in sintonia con il nostro essere interiore. E poi, un bel giorno, abbiamo incontrato la biodinamica e ci siamo resi conto che era quella la strada da seguire perché rispettava i nostri sentimenti e quelli di tutti gli esseri viventi. Abbiamo fatto varie ipotesi di lavoro e la sintesi è stata facile nel mettere insieme quello che avevamo dentro con quello che potevamo realizzare fuori. Dalla teoria alla pratica. Le voci erano due, ma è stato come se Roberta e Filippo parlassero con una voce sola. Le risposte si sono intersecate e, ad un certo punto, non è stato semplice ricordare che cosa aveva detto l’uno e che cosa l’altro.

I perché di una scelta a due voci

Intervista a Roberta Busatto e Filippo Ziccardi, fondatori del progetto Consuma Naturale - Agribottega Biodinamica

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nsieme nella vita e nel lavoro. Roberta e Filippo hanno trasformato un sogno in realtà. In via Cassia 1173, la porta di Consuma Naturale è sempre aperta e loro sono sempre lì, dalla mattina alla sera, quando Filippo non è in giro per effettuare le consegne a domicilio in tutta Roma. Un sodalizio sancito ufficialmente da una data, 30 settembre 2017, giorno dell’inaugurazione dell’Agribottega Biodinamica. Ma nella testa e nel cuore di questa coppia, l’idea di fare qualcosa insieme era nata molti anni prima. Una bella storia dei nostri giorni e che, come tutte le favole, prende il via dalle parole “C’era una volta”.

Luce Tommasi

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Perché un bel giorno avete deciso di abbandonare tutto e di affrontare questa nuova vita? Roberta Perché eravamo arrivati ad un punto della nostra vita personale, che è coinciso con un cambio di vita professionale. Insomma ci siamo trovati davanti ad una svolta: avevamo la volontà di cambiare e di trovare un lavoro che seguisse la nostra evoluzione interiore e che potesse dare qualcosa a noi stessi e agli altri, trasformando in azioni concrete tutto quello che, sul piano teorico, avevamo fatto prima. Filippo Sono pienamente d’accordo sul concetto di concretezza perché, nella nostra vita precedente, dovevamo seguire logiche politiche, imprenditoriali e di mercato. Percorsi che non era-

Quale motivazione può spingere due persone a ripartire dall’agricoltura biodinamica? Roberta La scelta dell’agricoltura biodinamica non è stata immediata perché l’idea iniziale era di realizzare qualcosa che avesse a che fare con la natura e che la rispettasse insieme ai suoi abitanti. Entrambi conoscevamo da tempo, ma solo come consumatori, l’agricoltura biodinamica. Fin da bambina, grazie a Pasquale Falzarano, l’ispiratore ideale di tutto il nostro progetto, sapevo che questo era il metodo di coltivazione che, più di qualunque altro, salvaguardava la natura e tutti gli esseri viventi che abitano questa terra. Nel tempo, approfondendo con Filippo il tema dell’agricoltura biodinamica, sono emerse connessioni con aree più ampie, dall’alimentazione, alla musica a 432 hertz, al nutrimento che deriva dall’arte, ... Filippo La meditazione è stata parte di quel percorso interiore che ci ha portato al cambiamento profondo di noi stessi e della nostra vita. Noi, per la verità, ci eravamo incontrati in un contesto lavorativo e avevamo già incominciato a collaborare nei settori del turismo e del commercio. Roberta si occupava di comunicazione e io di progettualità e marketing. La cosa che ci ha maggiormente colpito, e che abbiamo voluto portare nel nostro progetto, è l’amorevolezza che esprime chi opera nell’agricoltura biodinamica e che coincide esattamente con quanto avevamo già dentro e volevamo coltivare. Non a caso i produttori biodinamici sorridono, sono rispettosi della natura - dalle piante al sottosuolo alle costellazioni - ed entrano in risonanza con quello che stanno facendo. Fare sintesi per noi è stato facile perché è bastato indirizzare questo atteggiamento al benessere di tutto ciò che ci circonda. Roberta e Filippo Nello statuto della società c’è infatti scritto: “Per la salvaguardia degli esseri viventi, delle persone, degli animali, dei minerali”. La biodinamica è anch’essa una ricerca della consapevolezza: chi la coltiva è molto attento a quello che sta facendo, chi la consuma arriva gradualmente a sceglierla sul piano alimentare, chi la vende sa di offrire l’opportunità a più persone di inserirsi in una logica corretta.

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Roberta e Filippo, due persone che sono partite da formazioni diverse. Lei con la passione del giornalismo, lui con quella della consulenza. Due mondi che, ad un certo punto, si sono incontrati nel segno di una visione diversa del lavoro come impegno di vita. Roberta, da giornalista ad interprete della scelta di produrre e nutrirsi in un certo modo. Hai deciso di essere tu la fonte prima di te stessa? Roberta Nel tentativo di essere nella cosa che faccio, anche da un punto di vista professionale, sono passata dalla passione per la comunicazione all’idea di diventare un amplificatore dei messaggi in cui credo per consentire a più persone di recepirli e di viverli in prima persona. Questo è stato per me un passaggio fondamentale perché la mia anima comunicatrice ha trovato, in questo modo, la possibilità di diffondere qualcosa che realmente mi appartiene. Filippo È proprio questo il vero passaggio: essere pienamente nelle cose che faccio. Come consulente direzionale, sono partito da esperienze lavorative che mi hanno portato a seguire realtà politiche indirizzate verso logiche che non sempre erano consonanti con il principio della sostenibilità, che io cercavo invece di imprimere. E anche se alcune volte i risultati sono stati positivi, come in tutti i compromessi, non vedevo pienamente ciò che volevo realizzare. Ecco perché, come è accaduto a Roberta, mi sono accorto che era arrivato il momento di lavorare con una modalità diversa, in cui mi potessi riconoscere. Non si può vivere bene accettando qualcosa che non fa parte di te. Vita e lavoro. Ma potremmo semplicemente dire vita, perché il concetto di lavoro sfuma quando vengono messi in campo ideali più alti, che fanno parte dell’essenza di una persona. Il vostro, più che un lavoro, si potrebbe chiamare una missione. Quale la valenza etica del vostro impegno?

Roberta La valenza etica si può ricollegare al nostro obiettivo di nutrire le persone in un modo che può portare salute, sia in termini fisici che interiori. È un approccio anche nei confronti della terra perché viene rispettato tutto il ciclo naturale e si raccolgono solo i frutti che sono disponibili in quel momento. Quando parliamo di esseri viventi, ci riferiamo a tutto l’ecosistema, che deve meritare lo stesso tipo di attenzione. Filippo Insisto sul concetto di amore e di cura nei confronti di tutto l’universo. Se una verdura viene accolta nella nostra bottega, sapendo che sarà il nutrimento di una persona, sin dal primo momento avrà un valore aggiunto. Si può dire la stessa cosa per la musica a 432 hertz, che accompagna le piante che arrivano dall’esterno nel nostro spazio e che continuano a nutrirsi al ritmo della natura. Persino la preparazione di un minestrone può diventare, a cominciare dalla pulizia degli ingredienti, una meditazione. Non basta dire che un prodotto è sano ed è stato coltivato con il metodo biodinamico perché c’è un altro elemento che cerchiamo di imprimere: l’intenzione che si trasforma in offerta. Roberta e Filippo Prima di aprire questo luogo, ci chiedevamo quale atmosfera saremmo riusciti a creare perché è un elemento che non si può programmare. Ogni persona che entra in negozio ha

una percezione diversa e noi ci sentiamo accolti a nostra volta. La stessa cosa succede con i bambini che accompagnano i genitori e trasformano in una festa il tempo che passano tra banchi e scaffali. O nell’accoglienza delle persone a cui portiamo la frutta e la verdura a casa. Questo contatto umano ci rigenera e ci spinge a fare sempre meglio. E qui si è aperta una lunga digressione, tra etica, amorevolezza e intenzione, di cui si parlerà più volte nelle pagine di questa rivista. Come ha detto Emiliano Toso, musicista, compositore e biologo cellulare, l’intenzione che lui mette è una delle componenti della sua musica perché si può suonare uno stesso brano con lo stesso spartito, ma quello che arriva a chi ascolta è diverso a seconda dell’intenzione dell’artista. O come Pietro Leemann, per il quale anche nella cucina la scelta che viene fatta, dal punto di vista alimentare, cambia in relazione all’intenzione del cuoco. Gli ingredienti possono anche essere identici, ma è l’intenzione che rende il il piatto diverso. Lo stesso è accaduto a Roberta e Filippo, che hanno affidato proprio all’intenzione la guida del loro lavoro quotidiano. Che cosa rispondereste a quelle persone che ancora oggi dicono che non serve coltivare e mangiare biodinamico? Qual è il valore aggiunto di un prodotto che nasce e cresce secondo natura?

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A quali attività dedicate maggiore attenzione? Roberta Sicuramente l’alimentazione legata all’agricoltura e alla cucina. Dalla terra al piatto: questo è il cuore di tutto. E poi ci sono la musica, l’editoria, l’arte, la cosmesi. Filippo Aggiungo la medicina alternativa e la spiritualità. Qualunque disciplina insomma che dia un nutrimento. La stessa meditazione è una pratica che non siamo ancora riusciti ad inserire.

Roberta A chi ha dei dubbi sicuramente direi che noi siamo fatti per poterci nutrire di ciò che c’è in natura. Il nostro organismo, anche dal punto di vista fisiologico, è pronto ad accogliere tutti gli elementi che esistono naturalmente. Questo avviene anche nella cosmesi. La pelle ha tutti i ricettori programmati per le informazioni che riconosce. Noi abbiamo già tutto dentro e la natura ci offre ciò di cui abbiamo bisogno. Tornando alla domanda sul valore aggiunto di un prodotto biodinamico, risponderei che serve innanzitutto a rispettare il nostro essere e ciò che abbiamo attorno a noi. Da qui anche la scelta di nutrirci solo di prodotti di stagione perché la natura ci offre il nutrimento di cui abbiamo bisogno in quel preciso momento, come i broccoli per affrontare il freddo d’inverno o il cocomero per sopportare il caldo d’estate. E aggiungiamoci anche che i prodotti biodinamici sono buonissimi! Filippo Il prodotto biodinamico serve sicuramente ad utilizzare lo stesso ritmo della natura. Basta seguirlo con consapevolezza. Noi siamo dei piccoli o grandi esseri, secondo i diversi punti di vista e tutto coesiste in un solo contenitore, che si chiama cellula. Ma ogni ragionamento parte dalla consapevolezza di quello che siamo e di ciò che stiamo facendo. Un prodotto che costa poco ed è stato ottenuto con processi chimici può sembrare economico, ma non lo è più quando ci rendiamo conto che è molto dannoso per la nostra salute. Ecco perché è importante fare acquisti consapevoli per nutrirci bene e per stare in salute. A noi si rivolgono anche persone con patologie gravi, che hanno bisogno di aiutarsi con il cibo per vivere meglio.

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Nutrire il corpo, nutrire lo spirito. L’alimentazione di cui infatti abbiamo bisogno va ben al di là del cibo. Per questo Consuma Naturale non si limita ad essere un punto vendita di prodotti certificati, ma costituisce un luogo di incontro che si avvale di numerose intelligenze e consente lo scambio di informazioni e di idee. E quando hanno parlato della finalità del loro spazio, le voci di Roberta e Filippo sono diventate una sola. Perché avete pensato ad un open space che cambia forma in relazione alle diverse esigenze? Roberta e Filippo È la cosa più bella che ci sia capitata da quando abbiamo iniziato questa avventura perché ciascuno ritrova qui dentro alcune parti di sè, oltre ad un luogo dove fermarsi ed entrare in relazione con gli altri, conosciuti o sconosciuti. Molte figure si stanno pian piano incrociando tra loro, come musicisti, artisti, psicologici. Persone con interessi diversi, che si incontrano e scambiano conoscenze, creando un flusso vitale. Abbiamo organizzato alcune conferenze e speriamo di poter offrire sempre di più occasioni di approfondimento sui vari aspetti relativi al nutrimento. Ma la cosa più sorprendente è che questo luogo assume, di volta in volta, la forma di chi lo frequenta perché ognuno può esprimersi con grande libertà ed alimentare una grande energia collettiva. I canali sono aperti.

Sono numerosi gli approdi di un percorso che viene da lontano, ma che non può essere disgiunto dall’evoluzione interiore di Roberta e Filippo. Anche il concetto di “consumo” va dunque rivisitato alla luce di un obiettivo che non trova, sul piano della fisicità in senso stretto, la sua ragione d’essere. Perché la scelta di chiamarvi Consuma Naturale - Agribottega Biodinamica? Roberta C’è un motivo preciso. Dopo avere a lungo pensato, abbiamo deciso di dare una connotazione personale alla parola “consumo” che è diventata “consuma”. Da una parte è un invito ad agire in modo naturale e dall’altra indica la personalizzazione di un esortativo rivolto ad ogni consumatore. Il sostantivo “consumo” è generico, impersonale, freddo, mentre il verbo “consuma” riguarda tutti, partendo dal tu per arrivare all’io e al noi. Su “Agribottega Biodinamica” non aggiungo altro, se non che il cuore di ogni cosa che facciamo è ovviamente la biodinamica. Filippo A noi il consumo, inteso come consumismo, non piace perché io e Roberta abbiamo sempre agito in una logica che è proprio l’opposto, a partire dalla scelta del produttore. Quando diciamo “consuma” invitiamo tutti a consumare insieme in modo naturale. Che è come dire: “Nutriamoci”. Roberta Consumare e nutrirci insieme implica reciprocità. Traducendo: “Nutriamoci vicend e -

volmente” perché la reciprocità è essenziale. Dalle parole “C’era una volta”, da cui abbiamo incominciato questo racconto, siamo arrivati alla conclusione, che come in ogni fiaba dovrebbe essere “E vissero felici e contenti”. Ma la storia di Roberta e Filippo è ancora in buona parte da vivere ed è troppo presto per scrivere il finale. I lavori sono in corso e ogni giorno può riservare nuove sorprese. Possiamo dire che la vostra storia è soltanto all’inizio. Quali sono le iniziative in divenire? Roberta Nel futuro immediato ci sono l’organizzazione di un corso di Ikebana e la collaborazione all’organizzazione di un concerto a Roma di Emiliano Toso. Ma i progetti sono tanti, come quello in itinere di potenziare il nostro Centro di eccellenza Dr. Hauschka o il rafforzamento creativo della collaborazione con lo Chef Massimo Di Marco. E poi, nel nostro futuro, ci sono i bambini, ai quali desideriamo dedicare spazi più ampi e iniziative mirate. Vorremmo inoltre mettere maggiore energia nella costruzione di momenti che aiutino le persone a fermarsi perché, nella vita quotidiana, forse è la cosa più difficile per tutti. Questo potrebbe avvenire anche attraverso l’istituzione di piccoli gruppi di meditazione e di momenti in cui approfondire tematiche. Ma la finalità potrebbe essere anche “solo” quella di stare bene insieme. Filippo Tanti progetti, uno l’obiettivo: aumentare sempre di più la consapevolezza di quello che siamo e di quello che vogliamo essere. Luce Tommasi

“Canali aperti” è, non a caso, il nome della società di Roberta che era nata in tutt’altro luogo e per tutt’altro scopo, e che però adesso li rappresenta perfettamente. Un solo spazio, tanti i settori di interesse. Vivere Naturale Magazine • Nutrire il benessere

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ne ormai si erano abituate alla pasta industriale, totalmente neutra e avevano perso la capacità di distinguere. La stessa cosa vale per il pane, reso insapore e gommoso dai processi industriali delle farine. Ma ormai i consumatori si sono assuefatti e non hanno più la sensibilità di una volta.

La cucina è come una poesia

Intervista allo Chef Massimo Di Marco

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all’informatica alla cucina biodinamica. Per Massimo Di Marco la scelta è ormai vicina: dal prossimo giugno saluterà i computer e si dedicherà unicamente ai fornelli. Una passione, la sua, che per tanto tempo era stata soltanto un hobby. Già a 16 anni gli piaceva cucinare per i compagni di scuola. E poi la vita lo ha “distratto” per un lungo periodo, portandolo ad occuparsi di fotografia, automobili, politica. Ma il primo amore non si scorda mai e il caso - anche se il caso non esiste - lo ha introdotto nella cucina di un’amica che, per il suo matrimonio, aveva invitato 140 persone. Di successo in successo, un bel giorno ha varcato la porta di Consuma Naturale e ha incontrato per la prima volta i padroni di casa, Roberta e Filippo. Era soltanto l’inizio di una nuova avventura. Facciamo allora un passo indietro e riprendiamo la storia dall’inizio, quando... Perché questa svolta? Mi è sempre riuscito bene mettere gli ingredienti dentro un piatto destinato ad essere mangiato, ma sono passati parecchi anni prima di capire che la passione per la cucina potesse diventare quella che ancora oggi chiamo, tra virgolette, una professione. La vita è fatta di coincidenze e, guardando negli occhi un’amica con cui avevo gestito un pranzo di nozze, ho pensato che, visti i miei retaggi informatici, avrei potuto allestire con lei un sito web per offrire un servizio di chef a domicilio. È nata così, circa 15 anni fa, quella che da subito si è strutturata come un’associazione culturale di degustazione enogastronomica perché aveva, come primo obiettivo, la divulgazione di una cucina sana. E così il tema della qualità del cibo è diventato un punto centrale della mia ricerca, che incomincia nel momento stesso in cui vado a fare la spesa. E a proposito di qualità dei prodotti, come è arrivato a Consuma Naturale e che cosa vede in questa collaborazione? Ci sono arrivato per caso, il giorno dell’inaugurazione, visto che abito molto vicino all’Agribottega Biodinamica. Mi sono fermato perché, come sempre mi accade, sono stato attratto dai prodotti alimentari e sono andato a vedere che cosa c’era dietro quella vetrina di via Cassia 1173. Ho fatto un po’ di domande, dopodiché mia madre è diventata cliente e anche la mia frequentazione è stata più assidua finché ho fatto il primo 34

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passo, proponendo di panificare per il negozio. Il gradimento è stato reciproco ed è nata una bella collaborazione che si avvale di prodotti di assoluta qualità e che continua anche con la preparazione di una serie di piatti su misura, adattati ai gusti e alle esigenze delle persone. Cucinare con materie di primissima scelta, che arrivano dai più seri produttori biodinamici presenti sul mercato, è una grande soddisfazione perché mi permette di intervenire sul cibo in maniera leggera. Migliore è il prodotto, migliore è il risultato finale perché non c’è bisogno di manipolarlo. In che modo i prodotti coltivati con il principio biodinamico valorizzano i piatti? Soprattutto perché ricordano i sapori di una volta e riportano al palato un gusto che si era totalmente perso. Capita ad ognuno di noi di comprare una mela al supermercato e di trovarla inodore, insapore e incolore. Se invece acquistiamo un frutto biodinamico, sentiamo il sapore di quel prodotto. Tempo fa, mi è capitato di cucinare con un grano antico e di dovere spiegare il perché del sapore di quel piatto. Le perso-

Quali sono le regole di base per cucinare in modo naturale? La prima regola è disporre di un buon prodotto naturale perché contiene già i sapori che ci aspettiamo di sentire. Basta aggiungere ottimi condimenti, come olio e aceto, la giusta quantità di spezie e aromi, un sale non raffinato. Sono importanti anche i metodi di cottura, da quelli brevi a quelli a vapore, che non alterano le proprietà dei prodotti e hanno effetti meno impattanti sull’organismo. Faccio un esempio: un broccolo cotto 7 minuti non perde le sue proprietà, mentre si sfibra se viene lasciato sul fuoco 40 minuti. Bisogna cambiare le nostre abitudini alimentari. Anche la cucina deve seguire i prodotti di stagione, passando dall’orto al piatto? Questo è sicuramente uno dei principi fondamentali per mangiare sano: “accontentarsi” dei prodotti di stagione. Il ciclo naturale offre ciò che è più adatto al periodo dell’anno che stiamo vivendo e alla richiesta del nostro fisico. Purtroppo oggi si è persa totalmente la concezione di quando un prodotto c’è o non c’è. Accade persino alle persone anziane che, come la maggior parte dei consumatori, sono succubi di un processo persuasivo. Quante volte, entrando in un supermercato, troviamo le fragole d’inverno! È chiaro che le fragole coltivate a febbraio non hanno mai visto il sole e non possono avere lo stesso sapore di quelle raccolte a maggio. Prodotti invernali come cavolfiori e broccoli aiutano l’organismo a difendersi dal freddo, mentre la frutta rossa e gli ortaggi sono importanti d’estate. Nessuno ha voglia di mangiare un cocomero a dicembre! E già questo dovrebbe essere un indicatore.

e una verdura ripassata o lessa possono soddisfare il palato di una famiglia, senza passare ore ai fornelli. Aggiungo che va rimossa la paura di sbagliare che hanno tante persone. Non occorre tenere sempre il libro delle ricette in mano ed è importante saperle leggere, capendo in anticipo se gli ingredienti si sposano bene. Lo stesso avviene davanti ad una poesia: per entrare nel profondo del testo bisogna sentirsi coinvolti ed avere una certa sensibilità. Di questi tempi, in cui sono sempre di più le persone con problemi alimentari e di sovrappeso, la cucina naturale può essere una risorsa? Certamente perché, se un prodotto è privo di pesticidi e conservanti, aiuta il corpo ad avere benefici rispetto ad un alimento fuori controllo. Pur non essendo un medico, non posso escludere che molte allergie, che oggi sono tanto diffuse, siano dovute ai processi industriali a cui vengono sottoposte le farine. Tornando al punto da cui siamo partiti, quale relazione c’è tra l’informatica e la cucina? Tutte e due sono scienze esatte? Tutte e due sono scienze inesatte. Anche nell’informatica si procede molte volte per tentativi, cercando di trovare la soluzione di un problema, in una sorta di caccia al tesoro. Altrettanto avviene in cucina perché, se si esclude la pasticceria, non c’è bisogno di stare lì con il bilancino per fare un buon piatto. Per la verità, anche in pasticceria è accaduto che, grazie ad un errore, si sia inventato qualcosa di nuovo. L. T.

Cucina e salute sono dunque in una relazione stretta? Assolutamente sì, anche se non bisogna demonizzare totalmente alcuni cibi. Ci sono alimenti che ci aiutano dal punto di vista fisico, altri che ci gratificano mentalmente. Se di tanto in tanto abbiamo voglia di mangiare una frittura - purché fatta con un buon prodotto e un buon olio e rispettando le temperature di cottura - non possiamo demonizzarla. La gratificazione fisica porta anche al benessere mentale. Occorre inoltre alternare i cibi e moderare le quantità. La pasta non fa male, se ci limitiamo a mangiarne 70-80 grammi tutti i giorni e utilizziamo un condimento leggero. Se invece ne mangiamo mezzo chilo ogni volta, molto probabilmente avremo un picco glicemico. La cucina che lei propone richiede tempo? Quante ore, in una giornata, una persona dovrebbe dedicare ai fornelli? Se si ha passione, come me, più è il tempo e meglio si sta. Curare la cucina non vuol dire soltanto stare dietro ai fornelli, ma anche aggiornarsi e scegliere il prodotto giusto, a cominciare dalla spesa e dal modo in cui si puliscono le pentole. Non c’è una regola precisa sul tempo richiesto per cucinare. Nella quotidianità si può mangiare benissimo anche avendo a disposizione soltanto 30 minuti, prima del pranzo o della cena. Basta prendere un buon prodotto, lavorarlo il meno possibile e usare la fantasia per capire se gli ingredienti stanno bene insieme. Piatti semplici, come un primo o una zuppa

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Ricette semplici per tutti Con prodotti di stagione, biologici e biodinamici A cura dello Chef Massimo Di Marco - Ass. Amico Cuoco

Primavera

Preparazione: 15 minuti Cottura: 50 minuti

Pand’orto di primavera • 3 uova • 4 g di sale • 100 g di parmigiano grattugiato • 50 ml di olio evo • 300 ml di latte • 300 g di farina tipo 1

• 15 g di lievito istantaneo per torte salate • 400 g di Carciofi • 100 g di Daikon • 60 g di Porro • 100 g di scamorza tagliata a cubetti • Misto di Semi q.b.

1. In una ciotola sbattere con le fruste elettriche le uova intere ed il sale fino a farle diventare spumose. 2. Aggiungere il parmigiano continuando a frullare. 3. Aggiungere l’olio EVO a filo e subito dopo il latte sempre continuando con le fruste 4. Aggiungere la farina e il lievito fino a completo assorbimento. 5. Unire il daikon, il porro, la scamorza e i carciofi precedentemente cotti. 6. Mettere in uno stampo antiaderente. 7. Cuocere per circa 50 minuti a 190 gradi facendo in ogni caso la prova stecchino prima di sfornare.

Autunno

Preparazione: 15 minuti Cottura: 45 minuti

Vellutata di Zucca, Mela Verde, Zenzero e Cannella • • • • •

800 gr. di Zucca 2 Carote 1 Mela acidula 1/4 Cipolla Bianca 1 lt. di brodo vegetale

• 1 cucchiaio di Zenzero fresco grattugiato • 1 cucchiaio di Olio • 3 cucchiai di mandorle a scaglie tostate • Aceto balsamico

1. Affettare la cipolla e soffriggere con il cucchiaio di olio e lo zenzero grattugiato. 2. Unire la zucca tagliata a cubetti, la mela tagliata a fettine sottili e le carote a rondelle. Rosolare per 5 minuti aggiungendo eventualmente un mestolo di brodo. 3. Aggiungere quindi il resto del brodo e continuare la cottura per 40 minuti. 4. Frullare il tutto e continuare a cuocere per altri 2 minuti. 5. Servire caldissima con le mandorle tostate, alcune gocce di aceto balsamico, una spolverata di cannella ed il prezzemolo tritato.

Estate

Preparazione: 15 minuti Cottura: 50 minuti

Insalata di Riso Integrale • • • • •

Riso integrale 320 g Zucchine 200 g Carote 160 g Pomodorini ciliegino 200 g Semi di zucca decorticati 20 g

• • • • •

Olive nere denocciolate 50 g Erba cipollina q.b. Olio extravergine d’oliva 30 g Sale fino q.b. Pepe nero q.b.

1. Per realizzare l’insalata di riso integrale iniziare ponendo sul fuoco una capiente pentola colma di acqua e portate al bollore. Quando l’acqua bollirà versare il riso e cuocere per 45 minuti a fuoco medio. 2. Nel frattempo procedere con il condimento. 3. Lavare e spuntare le zucchine per poi grattugiarle con una grattugia a fori larghi. 4. Pelare e spuntare le carote, quindi tagliarle alla julienne. 5. Lavare i pomodorini ciliegino e tagliarli in quarti. 6. Tritare l’erba cipollina. 7. Raccogliere tutte queste verdure in una ciotola e aggiungere anche i semi di zucca e le olive nere snocciolate. 8. Condire con olio di oliva, sale e pepe, mescolare e tenere da parte. 9. Intanto il riso integrale sarà giunto a cottura, scolarlo con un colino a maglie strette versarlo in una ciotola e condirlo subito con l’olio di oliva in modo da non farlo attaccare e lasciarlo raffreddare completamente. 10. Una volta che il riso sarà freddo, unire il condimento di verdure e mescolare per amalgamare gli ingredienti. La vostra insalata di riso integrale è pronta per essere gustata.

Inverno

500 gr broccoli 300 gr pane casereccio 500 millilitri latte intero 150 gr di Formaggio filante 2 uova 20 gr burro

Il primo concept store dell’agricoltura bio-dinamica

Preparazione: 15 minuti Cottura: 30 minuti

Crostino di Broccoli e Formaggio • • • • • •

L’energia della natura a domicilio in tutta Roma

• 30 gr grana o parmigiano reggiano • q.b. noce moscata • q.b. sale • Pepe nero q.b.

1. Dividere le cimette di broccoli e scottarle per un paio di minuti in acqua salata in ebollizione. Tagliare il pane a fette dello spessore di circa 1 cm. 2. Sbattere le uova con un pizzico di sale, una macinata di pepe e una spolverata leggera di noce moscata, quindi unire anche il latte e continuare a sbattere il composto molto bene. 3. Imburrare una pirofila. Inzuppare le fette di pane nel composto di latte e uova, poi riempire la pirofila alternando il pane, il formaggio e le cimette di broccoli. 4. Cospargere con il grana grattugiato e terminare con qualche fiocchetto di burro. 5. Passare nel forno preriscaldato a 190° per 20-25 minuti.

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