editoriale
La forza della Piccola Industria: non piegarsi alla pratica della lagnanza di Aldo Ferrara*
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«In un Paese in cui tutto sembra non cambiare, la voce delle piccole imprese è quella che deve essere ascoltata con maggiore attenzione»
ncora in recessione. Ancora lontani da una ripresa tanto auspicata quanto difficile da concretizzarsi. L’Italia stenta a riprendere la corsa ma il suo tessuto produttivo, fatto da piccole e medie imprese, non molla. In questi anni di crisi, in cui le istituzioni hanno fatto tutto fuorché assumere decisioni davvero utili per sostenere l’economia, il mondo delle pmi ha continuato a lavorare sodo. Spesso annaspando ma mai cedendo alla tentazione del futile lamento. Perché alla critica - ovvia - al metodo di approcciarsi e affrontare la situazione da parte dei governi che si sono succeduti, ha fatto sempre da contraltare la proposta. Interventi che se fossero stati presi seriamente in considerazione ci avrebbero portato oggi a commentare altri dati rispetto a questo -0,2% del Pil, nel secondo trimestre, che getta ombre sulla ripresa spesso ventilata a sproposito, magari solo per un eccesso di ottimismo. Il fatto che c’è discrasia tra l’economia parlata e quella praticata. Nonostante gli input che, ad esempio, il mondo della Piccola lancia costantemente a chi siede nelle stanze di Palazzo Chigi. E lo fa non stando certo arroccata su posizioni intransigenti ma sempre portando all’attenzione della politica proposte concrete e praticabili che provengono da chi ogni giorno
si confronta con le mille problematiche che vive sulla propria pelle l’imprenditore. I vertici della Piccola Industria di Confindustria sono costantemente sul territorio (lo dimostra l’iniziativa svolta recentemente in Calabria e le tante altre che l’hanno preceduta e che la seguiranno) per raccogliere suggerimenti, ideare soluzioni ed essere quel costante pungolo per l’esecutivo, fino a quando qualcosa dovrà pur cambiare. Ecco perché, in un Paese in cui tutto sembra non cambiare, la voce delle piccole imprese è quella che deve essere ascoltata con maggiore attenzione. Solo dando fiducia ai suggerimenti che provengono da quell’esercito di piccoli imprenditori che ancora fa andare avanti l’Italia, potranno essere adottati provvedimenti realmente utili per riprendere la strada dello sviluppo. • * editore di "CalabriaEconomia"
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editoriale
Cultura e tecnologia: due buone notizie per la Calabria che guarda al futuro di Davide Lamanna*
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«Non si può pensare, a uno sviluppo della nostra regione se non la si mette, da un punto di vista delle infrastrutture tecnologiche, quanto meno nelle stesse condizioni del resto del Paese»
uesta volta voglio porre alla vostra attenzione due notizie che ai giornali sono arrivate, nei giorni scorsi, dall’Ufficio stampa della Giunta regionale. E si tratta di due buone notizie che riguardano due settori (cultura e tecnologia) strategici per il futuro. Anzi la prima, più che una news, è una riflessione (veritiera) del vulcanico assessore Mario Caligiuri. Sottolinea che in Calabria, in questo periodo, c’è l’imbarazzo della scelta in tema di appuntamenti culturali. E moltissimi di grande pregio. Cita, tra gli altri, il maestro Riccardo Muti che, nella suggestiva location del Parco Scolacium di Roccelletta di Borgia, ha diretto l’Orchestra di fiati di Laureana di Borrello; Vittorio Sgarbi e Giordano Bruno Guerri al Premio Letterario "Caccuri"; il premio Oscar Nicola Piovani che ha composto le musiche di una produzione originale inserita del cartellone di Armonie d’arte Festival. Non si può che concordare sul fatto che si tratta di messaggi positivi lanciati dalla nostra terra, «consentendo occasioni di riflessione, valorizzando i beni culturali e generando ricadute economiche» scrive Caligiuri. Ecco, forse su quest’ultimo punto (“generando ricadute economiche”) si potrebbe lavorare tanto. Mi chiedo quanto le rassegne – alcune delle quali ormai istituzionalizzate – siano conosciute a livello nazionale e quanto siano capaci di essere, da sole, attrattive. Che tradotto significa: possiamo fare di più affinché questa straordinaria
offerta culturale possa essere meglio ripagata da un maggior numero di presenze turistiche? Credo di sì, magari con l’aiuto dei privati, degli albergatori prima di tutto, che dovrebbero promuovere con più incisività il territorio nel suo complesso: bellezze paesaggistiche ed eventi. Spesso sui lori siti, per esempio, si parla solo delle strutture… La seconda (buona) notizia è stata data dall’assessore regionale all’Urbanistica Alfonso Dattolo: il progetto di banda larga ed ultra sta per completarsi in tutti i comuni calabresi. Saranno 182 i nuovi enti serviti, per un totale di oltre 200 mila abitanti che potranno essere abilitati ad una connettività di 30 Mbps. «In ogni Comune oggetto dell’intervento – ha annunciato l’assessore – saranno collegate in Stth tutte le Pubbliche amministrazioni, comprensive di sedi sanitarie ed edifici scolastici». E’ chiaro che si tratta di un intervento strategico per superare il digital divide e offrire a tutta la regione opportunità di crescita ormai impossibili senza l’utilizzo di tecnologie che consentano una veloce connessione ai servizi della Rete. Un passo in avanti soprattutto per quei territori isolati geograficamente e che avranno così la possibilità di accelerare la crescita e l’innovazione delle attività economiche e della pubblica amministrazione, altrimenti fortemente penalizzati. Non si può pensare, d’altronde, a uno sviluppo della nostra regione se non la si mette, da un punto di vista delle infrastrutture tecnologiche, quanto meno nelle stesse condizioni del resto del Paese. • * direttore di "CalabriaEconomia"
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ANNO VI | NUMERO 3 | 2014
In copertina B U S I N E S S
M A G A Z I N E
Alberto Baban
Calabria Economia periodico di informazione economica Anno VI - numero 3 - 2014
Natale Mazzuca
Direttore responsabile
Davide Lamanna
Andrea Cuzzocrea
Contatti Redazione via Caduti sul Lavoro, n. 9 88100 S. Maria di Catanzaro tel. 0961.781410 - fax 0961.789650 www.calabriaeconomia.it info@calabriaeconomia.it Collaborazioni esterne saltuarie Danilo Colacino, Vittorio Daniele, Enrico Mazza, Monia Melia, Paolo Orofino, Maria Rita Galati, Eugenia Ferragina, Maurizio Bonanno, Rosalba Paletta
Paolo Abramo Motonautica Ranieri Editoriali La forza della Piccola Industria: non piegarsi alla pratica della lagnanza
Fotografie: Icaro fotocronache MediaService srl Antonio Raffaele
di Aldo Ferrara
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Cultura e tecnologia: due buone notizie per la Calabria che guarda al futuro di Davide Lamanna
Stampa Stabilimento Tipografico De Rose Montalto Uffugo (CS) SocietĂ Editrice Mediaservice Srl via Caduti sul Lavoro, n. 9 88100 S. Maria di Catanzaro www.mediaserviceagency.it info@mediaserviceagency.it
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Pubblicazione mensile registrata presso il Tribunale di Catanzaro al n. 14 Reg. Stampa del 07/07/2008
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sommario PRIMO PIANO
economia
6 I ritardi della politica e l’urgenza delle riforme
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Una nuova finanza è possibile
14 "Siamo tutti calabresi": Confindustria incoraggia la Calabria 16 Imprenditori con la “corazza”. C'è l'intenzione di non mollare 18
Accesso al credito: puntare sui Confidi
attualità 20
Ripresa economica ancora lontana. Lo dice il Rapporto di Bankitalia
Un piano per spendere bene i fondi europei
48 Programmazione 2014/2020, due priorità: "concentrare le risorse e facilitare le procedure" 50 In 200 articoli la semplificazione del Codice degli Appalti 52 Internazionalizzazione: gli strumenti a disposizione delle imprese 54 Qualità, sicurezza ed efficienza energetica: ecco su cosa puntare 56 Turisti in Calabria: nel 2013 più stranieri e meno italiani 58 PMI: come battere la crisi? Iniziativa del gruppo GI di Reggio Calabria 60 Report Ge Book 2014. Una "radiografia" dell'agroalimentare calabrese che esporta 62 Banca-impresa, serve un confronto equilibrato tra le parti
BUSINESS 23 L’agenda per il credito: tre direttrici da seguire per far crescere il Paese
64 Motonautica Ranieri, un successo internazionale made in Calabria
24 Rapporto Obi, Mazzuca: “Restituire fiducia alle imprese” 26
Assemblea Confindustria Catanzaro: il presidente Rossi bacchetta la politica
28 Un messaggio dagli industriali reggini: “Non perdiamo la speranza e puntiamo sui giovani” 30 Protocollo di Rete “Itinerari”, Confindustria Crotone ci crede 32 Paolo Abramo: "Riforma Camera di Commercio? Renzi ci ripensi"
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Speciale inserto
EVENTI 66 Mediterranea Food & Beverage… Coming soon 68 Le imprese nella Rete, workoshop di Catanzaroinforma per il suo decennale 72 Stelle della musica e spiritualità per la XXI edizione del Festival d’Autunno
RestartCalabria n.6 a cura di CalabriaInnova
8 pagine da staccare e conservare
benessere 76
Benvenuto “Zolfolo”Alle Terme Caronte gioco salute e turismo vanno a braccetto
SOCIetà 79 Il ritardo del Sud e il pregiudizio antimeridionale
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L’economia del Mezzogiorno durante la crisi. I ritardi della politica e l’urgenza delle riforme Dati di per sé assai preoccupanti, che lo diventano ancor di più se si considera la gracilità dell’economia meridionale e il suo andamento durante la lunga, grande recessione attraversata dal nostro paese. Negli ultimi sei anni, la variazione del Pil del Mezzogiorno è stata sempre
preceduta dal segno negativo. Dal 2008, cumulativamente, il Pil meridionale si è ridotto del 13 per cento. A Sud come a Nord, il calo della produzione ha comportato un forte calo degli investimenti fissi. Si tratta di un fenomeno preoccupante: la base produt-
di Vittorio Daniele
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Figura 1. Il caldo del Pil e dell'occupazione nel 2013. Variazione %.
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ei periodi di crisi economica il divario tra Nord e Sud tende a crescere. Era accaduto in passato, accade oggi. Lo attestano gli ultimi dati dell’Istat. Nel 2013, il Pil del Mezzogiorno è diminuito del 4 per cento, mentre nel Centro-Nord dell’1,2 per cento. Nel Sud, la crisi ha colpito tutti i settori. In particolare l’industria, il cui valore aggiunto è diminuito dell’8,3 per cento nel Mezzogiorno e del 3 per cento al Centro-Nord. La dinamica dell’occupazione ha rispecchiato quella della produzione. Sempre nel 2013, le unità di lavoro sono diminuite del 4,5 per cento al Sud e dell’1 per cento al Nord.
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Occupati
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Mezzogiorno
Fonte: Istat, 2014.
primo piano
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A Sud come a Nord, il calo della produzione ha comportato un forte calo degli investimenti fissi. Si tratta di un fenomeno preoccupante: la base produttiva del Sud si è contratta, compromettendo le stesse prospettive di ripresa»
tiva del Sud si è contratta, compromettendo le stesse prospettive di ripresa. Nonostante le immissioni di liquidità della Banca Centrale Europea, e la riduzione dei tassi d’interesse, i prestiti bancari si sono notevolmente ridotti. Per le banche, i crediti in sofferenza sono aumentati; la domanda di finanziamento da parte delle imprese è diminuita; quella residua è stata diretta più a sopperire alla mancanza di liquidità a breve, che al sostegno di piani d’investimento a medio-lungo termine. Si sa: si può portare il cavallo all’acqua ma non lo si può costringere a bere. La politica monetaria non è onnipotente. Non è azzardato pensare che anche l’ultima manovra della BCE, sebbene “non convenzionale”, stenterà a tradursi in un aumento del credito, almeno nell’immediato. Con aspettative negative e domanda stagnante o in declino, è assai difficile che le imprese meridionali programmino nuove strategie d’investimento. Proprio per il minor sviluppo della sua base produttiva, l’economia del Sud dipende assai più di quella del Nord dai flussi di spesa pubblica. Di conseguenza, le manovre di finanza pubblica tendono ad avere effetti differenziati all’interno del Paese. Nelle regioni più deboli, gli effetti recessivi delle politiche di contenimento della spesa sono stati proporzionalmente maggiori. Non sorprende, perciò, che la tempesta recessiva che ha colpito il Paese si sia abbattuta con maggiore intensità al Sud. Lo attestano tutti gli indicatori, in primo luogo quelli del mercato del lavoro.
Il tasso di disoccupazione ha raggiunto valori scandalosamente elevati: il 22 per cento; il 61 per cento tra i giovani tra i 15 e i 24 anni. Nel Mezzogiorno, lo scoramento appare come il sentimento più diffuso. Non tanto la rabbia, quanto la rassegnazione: soprattutto tra i giovani. Aumenta il numero di coloro che rinunciano a costruirsi un percorso di realizzazione professionale, a istruirsi, a cercare un lavoro; di coloro che, per mancanza di fiducia, per scoramento, appunto, piombano in una sorta di “autismo sociale”. Diminuisce il numero degli immatricolati alle università e aumenta quello degli emigrati. Molti sono laureati: partono cercando una personale realizzazione che stentano a trovare in Italia, ma anche, sempre più spesso, per un lavoro precario. È sempre più frequente, fuori dall’Italia, incontrare i nostri laureati che fanno i baristi o le commesse. Non è, infatti, sempre facile trovare questi impieghi al Sud, soprattutto se regolari e con paghe dignitose. Così, gradualmente, silenziosamente, si depauperano le risorse del Sud e si sgretolano le sue prospettive di crescita. Per anni, la politica è rimasta sorda. Si diceva che i nostri giovani erano choosy, mentre laureati lavoravano nei callcenter e nelle pizzerie; si ignoravano le commesse e le baby sitter con la laurea e gli impiegati con contratti trimestrali da 800 euro al mese o ancor meno. I dati della crisi sono drammatici. Speriamo che bastino a far capire quanto sia grave la situazione del meridione, quanto profondi i divari nel nostro Pa-
ese. Leggendo i numeri della recessione, vedendo la schiera dei disoccupati, dei sottoccupati e dei nuovi poveri, non si può, tuttavia, non pensare al ritardo della classe politica, al tempo che ha impiegato per comprendere l’entità della crisi. Di quanto abbia faticato ad affermarsi, in Italia e in Europa, l’idea che la recessione, come tutte quelle che riguardano le economie avanzate, non era crisi d’offerta, ma da domanda. Sulla base della stessa visione ideologica – perché di ciò si tratta - che ha impedito di riconoscere le cause della crisi, si sono, poi, prescritte ricette rivelatesi esiziali. Non solo in Italia, si è risposto a una crisi di domanda con politiche d’offerta: tagli alla spesa e inasprimenti fiscali. Come un mantra, per anni si è ripetuto che austerità e rigore (certo, in periodi normali, una virtù) erano non solo necessari, ma che avrebbero avuto effetti espansivi sull’economia. L’austerità, si diceva, era l’unico modo per uscire dalle secche della recessione. Si trattava, invece, di ridare ossigeno all’economia partendo, come finalmente s’è fatto, dai consumi delle famiglie. Sono in molti, oggi, a riconoscerlo: le politiche economiche attuate in risposta alla recessione ne hanno aggravato gli effetti sull’economia reale, cioè sulla vita delle persone. È difficile pensare che, di fronte alla crisi che attraversa il Paese, il Mezzogiorno possa divenire, come in passato, una questione nazionale. Tuttavia, è possibile augurarsi che l’emergenza economica meridionale, e in particolare quella occupazionale, rappresenti il banco di prova su cui misurare l’efficacia degli interventi più immediati di politica economica e, soprattutto, di quelle riforme necessarie a tutto il Paese. Necessarie, in particolare, per ridare speranza e prospettive ai giovani che, più di altri, continuerebbero a pagare il prezzo dell’inazione. •
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Una nuova finanza è possibile
Aldo Ferrara
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Le Pmi si incontrano in riva allo Ionio e tracciano le strategie da seguire numero 3 - 2014
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di Maria Rita Galati
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li investimenti e lo sviluppo delle imprese sono frenati dalla carenza di credito, dalle scarse possibilità di ricorso a canali finanziari alternativi a quello bancario e dalle forti tensioni di liquidità generate dai ritardi di pagamento delle Pubbliche ammini-
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strazione. Per questo parlare di credito, di garanzie per l’accesso e di nuova finanza per le Pmi diventa fondamentale per la crescita delle imprese, prima di tutto innovando, in un contesto globale imprevedibile e con una domanda interna ancora allo stallo. E’ significativo che la Piccola industria di Confindustria abbia scelto la Calabria per diffondere l’agenda per il credito per la crescita del paese che sarà presentata al Governo e
discutere di “Una nuova finanza possibile. Strategie per le Pmi”. Un messaggio di speranza che si leva anche dall’esclamazione di Vincenzo Boccia, presidente del Comitato tecnico credito e finanza di Confindustria, che nel chiudere l’evento organizzato al Villaggio Guglielmo di Copanello ha affermato: «Siamo tutti calabresi». La Piccola industria di Confindustria nazionale ha, quindi, scelto la
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Calabria per approfondire uno degli argomenti fondamentali per il rilancio dell’economia del Paese, definendo le strategie di intervento, attirando in riva allo Ionio, decine di imprenditori, oltre cento, provenienti da tutta Italia. Il convegno, organizzato da Piccola Industria Confindustria in collaborazione con il Comitato regionale della Piccola industria Calabria, Confindustria Catanzaro e il Comitato tecnico Credito e Finanza
di Confindustria, ha sviluppato con tre tavole rotonde una riflessione ad ampio raggio sulle strategie esistenti per il finanziamento delle Piccole e medie imprese e le soluzioni per una nuova finanza possibile, aprendo un confronto con i principali protagonisti del mercato creditizio e finanziario. Le tavole rotonde sono state coordinate da Alessandro Plataroti, vice direttore de Il Sole 24 Ore. «Esiste un paese che nella stragrande
maggioranza vuole reagire – ha affermato Ferrara –. La veemenza e lo sdegno con cui gli imprenditori e la comunità intera hanno manifestato la propria vicinanza alla famiglia Guglielmo simbolicamente rappresenta il sostegno a chi facendo il proprio lavoro, creando benessere e occupazione, si espone a questi rischi. Grazie anche all’impegno delle forze dell'ordine abbiamo acquisito una cultura della legalità, lontana anni luce ►
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da quella che eravamo abituati a conoscere, questa è stata la risposta migliore – ha detto Aldo Ferrara –. Trattare il tema del credito dove le problematiche legate all’economia si manifestano con maggiore evidenza, qui dove più alto è il costo del denaro e più basso l'accesso al credito, ci porta ad affrontare la questione senza lamentazione: basta con le
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analisi, siamo qui per vedere cosa succederebbe nel momento in cui l'agenda per il credito, documento sottoposto dal direttivo di Confindustria al Governo che porterebbe a più di 186 miliardi di euro di risorse da investire per economia reale, venisse presa in considerazione». Tutto questo, però, è il monito di Ferrara, può succedere anche se “le banche
tornano a fare le banche”. «Abbiamo affrontato questo incontro come un tavolo di lavoro non come un convegno, approfondiamo due filiere: il mercato del credito c’è poca propensione dei nostri imprenditori a individuare un mercato alternativo di accesso al credito e un focus sul sistema delle garanzie – spiega ancora Ferrara –. «Le piccole imprese con un
sistema bancario in crisi hanno bisogno di un sistema di garanzie forte e articolato. Per fare questo dobbiamo pensare al credito del futuro che sia più selettivo e più garantito e meno bancario. Questo impone maggiore programmazione, competenza, un sistema di garanzia forte e solido che è utile sia per le imprese sia per le banche. E per fare questo dob-
biamo rafforzare il sistema dei Confidi che devono essere affidabili, sostenibili ed efficaci». «La sostenibilità dipende spesso dall’eccesiva burocratizzazione, il mercato del credito sarà strutturalmente minore e il mercato del credito bancario non basta, le imprese devono misurarsi con un sistema di finanziamento alternativo. Bisogna tornare a venire nelle
imprese – conclude Ferrara –, bisogna conoscere il territorio, non conoscere la credibilità delle imprese con sondaggi e da dietro un computer: conoscere l’imprenditore e conoscere i progetti. E’ tornata la speranza, ma la speranza senza progetto è un’illusione. C’è il progetto, c’è l’agenda per il credito, c'è lavoro da fare. E allora facciamolo». •
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"Siamo tutti calabresi": Confindustria incoraggia la Calabria S
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iamo tutti calabresi». Il presidente del Comitato tecnico credito e finanza di Confindustria, Vincenzo Boccia, entusiasma la platea degli imprenditori arrivati da tutta Italia all’evento nazionale della Piccola industria dedicato al credito. Il messaggio ‘politico’ è affidato ad una riflessione di poche battute, mentre l’agenda del credito si articola in un documento di 43 pagine in cui si parla di investimenti e sviluppo delle imprese da rafforzare con una semplificazione dell’accesso al credito, con misure con-
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crete perché l’agenda rappresenta «un progetto organico che dimostra come la Piccola Industria non si limita a denunciare ma anche a fornire una proposta e un progetto». Ma prima, Boccia riprende l’intervento introduttivo del presidente della Piccola calabrese che «con grande dignità e consapevolezza ha messo in luce come con il nostro lavoro si può contribuire a cambiare il Paese», per arrivare attraverso il richiamo alle affermazioni di Rossi e Speziali all’affermazione dell’identità italiana e della cittadinanza europea. «In questo senso
guardando al sacrificio e alla speranza di cui hanno parlato i presidenti di Confindustra Calabria e Catanzaro possiamo dire che oggi siamo tutti calabresi». «La Calabria è la porta di accesso preferenziale per il mercato estero che vuole investire in Europa – ha detto invece il presidente di Piccola industria di Confindustria Alberto Baban –. Questo è possibile attraverso il porto di Gioia Tauro, che è una risorsa unica. La nuova logica, e lo vedrete di qui a poco tempo, sarà quella che un grosso investitore prenderà Gioia Tauro e ne farà qualcosa
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Da sinistra, il presidente di Piccola Industria di Confindustria Alberto Baban, il vice direttore del Sole 24 Ore Alessandro Plateroti e Vincenzo Boccia presidente del Comitato tecnico credito e finanza di Confindustria
di enorme. Questo è il futuro. Il mercato economico sta cambiando ed il nostro futuro passa attraverso questo, non attraverso la politica che non ha capito come fare per realizzarlo». «Attraverso il nostro lavoro – ha concluso Boccia – si può contribuire al cambiamento, e la Calabria nel nostro settore non è seconda a nessuno. Il credito diventerà molto più selettivo nel futuro e noi tutti dobbiamo essere in grado di fare incontrare i nodi di liquidità, di cui il mondo è pieno, per attrarre gli investitori». •
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Imprenditori con la "corazza". C'è l'intenzione di non mollare L
a Calabria è davvero fallita?". È da questo interrogativo - rivolto al presidente di Confindustria Catanzaro Daniele Rossi da Alessandro Plateroti, vicedirettore del Sole 24 ore - che ha preso il via la prima tavola rotonda dell'evento di Piccola Industria di Confindustria, organizzato a Copanello di Stalettì per interrogarsi su credito e nuove strategie per le Pmi. Un chiaro riferimento alla nota di qualche giorno fa del presidente Rossi che aveva affidato a un comunicato le sue (amare) considerazioni sul futuro della regione. «La mia è stata chiaramente una provocazione – ha spiegato – per dire che in Calabria l'imprenditore ha ormai messo una corazza e che non è facile lavorare qui». Ricordando l'atto intimidatorio subito dalla sua azienda qualche giorno prima, il presidente ha detto che "
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«questi episodi non vanno contro di noi ma contro chi li fa. La Calabria non è fallita ma bisogna prendere consapevolezza dei veri valori che abbiamo. Credo che la criminalità renda difficile l'accesso al credito. Allora non abbiamo alternativa: bisogna combattere la criminalità che significa, nello stesso tempo, aumentare la fiducia nelle imprese». Da Rossi un appello alle banche: «Dovete portare al centro delle vostre valutazioni il sentimento dell'imprenditore, non soltanto i freddi numeri». Il microfono è poi passato al presidente di Confindustria Calabria, Giuseppe Speziali, secondo sui «il modello Calabria è un modello che stiamo costruendo con le forze sane che in questa regione ci sono. Qualche collega – ha proseguito – si meravigliava della bellezza dei nostri luoghi: la Calabria è questa. Poche persone hanno fatto moltissimi danni e
la regione è diventata il centro di una economia criminale. Il modello Calabria deve vincere una grande diffidenza e puntare su poche cose». Speziali ha elencato le tre direttrici da seguire. «Prima di tutto le attrazione turistiche, non frammentando gli interventi. Occorre creare una industria del turismo, una filiera che dia risposte in ogni settore». E su questo il presidente ha preso come esempio il sistema aeroportuale calabrese, affermando che non è possibile parcellizzare risorse pensando, addirittura, alla creazione di un quarto scalo. Altro elemento sui cui puntare sono le grandi eccellenze: «Penso all'agroalimentare, ad esempio, che dobbiamo rafforzare attraverso un meccanismo di rete. Quello delle reti di imprese è un modello da portare avanti perché potrebbe essere la chiave per internazionalizzare la nostra proposta». Infine l'innovazione. «Le nostre univer-
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Da sinistra, Renato Pastore, Fiorenzo Sboba, Giuseppe Speziali, Alessandro Plateroti, Daniele Rossi e Paolo Abramo
sità sono centri d'eccellenza su cui scommettere». Speziali ha denunciato, quindi, «l'assenza di una struttura del credito e finanziaria che dia fiducia agli imprenditori» e rispondendo al moderatore sulla possibilità di redigere un business plan degli imprenditori, il presidente ha ricordato che servono risorse: «nei prossimi anni arriveranno in Calabria 10miliardi. Noi abbiamo indicato le tracce. Resta il fatto che manca, nonostante le nostre proposte, una finanziaria regionale che possa coordinare queste risorse». Per il presidente della Camera di Commercio di Catanzaro, Paolo Abramo, «noi siamo in queste condizione perché si programma poco e, purtroppo, la mancanza di programmazione è normalità in Calabria e tutto questo lo pagano imprese e società civile». Abramo si è poi soffermato sulla proposta di abolire le Camere di Commercio nell'ottica del-
la spending revew: «Sembrerebbe che in questo Paese si boccia o si annulla ciò che funziona. Laddove esiste un sistema che ha dimostrato essere virtuoso, come quello delle Camere di Commercio, oggi si pensa di ridimensionarlo o, addirittura, abolirlo. A me sembra incomprensibile per il ruolo che abbiamo svolto negli anni». Al tavolo anche la voce delle banche, nello specifico di Banca Nuova, attraverso il vicepresidente Fiorenzo Sboba, il quale dopo aver sottolineato che il suo istituto di credito svolge il ruolo proprio di una banca al servizio del territorio, ha evidenziato come la sfida più grande sia quella di realizzare nuove infrastrutture, «solo così possono crescere le micro e le piccole aziende». Un passaggio che ha sollecitato un nuovo intervento del presidente Daniele Rossi, il quale ha evidenziato come, ad
esempio, per un'azienda calabrese sia più vantaggioso, dal punto di vista fiscale, utilizzare il porto di Trieste per ricevere merci piuttosto che quello di Gioia Tauro. E su questo è stato chiaro Speziali: «C'è una proposta di legge sulla istituzione della Zes a Gioia Tauro che è ferma da due anni, pur sapendo che altrove ha funzionato benissimo. Appare evidente che non c'è una volontà politica». L'ultimo intervento è stato quello del presidente di Unionfidi Calabria, Renato Pastore, per il quale in Calabria «è stata fatta una cosa straordinaria con le unificazione dei confidi, considerato che la nostra è una terra bisognosa di credito». Pastore ha voluto, inoltre, sottolineare la piaga dei pagamenti delle pubbliche amministrazioni, in particolare delle Asp che, spesso, pagano dopo oltre mille giorni: un aspetto che mette in ginocchio le imprese. •
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Accesso al credito: puntare sui Confidi P
er sostenere l’accesso al credito occorre puntare sul sistema delle garanzie riservando grande attenzione ai Confidi, che sin dalle origini hanno rappresentato un punto di riferimento importante per le Piccole e medie imprese. Allora, riflettendo sulle garanzie per l’accesso al credito, il vice direttore del Sole 24 Ore, Alessandro Plateroti ha chiesto agli ospiti della seconda tavola rotonda dell'evento di Piccola industria di Confindustria se ci si trova davanti ad un sistema da ripensare. «Il mondo del Confidi è uscito da lungo periodo di crisi con qualche acciacco, dovuto all'aumento delle sofferenze e questo rende più necessario che il mondo dei Confidi diventi più efficiente e ancora più vicino imprese – ha affermato il presidente di Federconfidi,
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Pietro Mulatero –. Non abbiamo mai smesso di supportare il finanziamento alle piccole e medie imprese. Dobbiamo studiare forme che possano rendere il mondo dei Confidi più efficiente e vicino alle imprese, valorizzando la loro prossimità e la conoscenza delle imprese». Bisogna andare, insomma, oltre i numeri, gli sterili rendiconti finanziari. Il fatto che i Confidi conoscano le imprese deve essere un punto di forza che valorizza l’impresa, «è questa la prima sfida che i Confidi devono vincere. Nove volte su dieci l’imprenditore è sottostimato rispetto alla sua realtà. Un altro aspetto su cui lavoriamo è una ra-
zionalizzazione del sistema – dice ancora Mulatero – che significa essere più efficienti, ammortizzare i costi sulla base di aspetti più sostenibili, essere più efficienti, sviluppare una filiera del credito che non si basa sullo scarica barile, ma studiare i meccanismi che ci sono, e a livello sperimentale, ripartire il rischio tra gli imprenditori». Per andare alla ricerca del miglioramento, dice Salvatore Vescina, membro del Comitato di gestione del fondo di garanzia per le Pmi, è utile «separare la gestione dall’indirizzo, proprio per trovare delle regole, e parlare con i destinatari per comporre la filiera. Il fondo non è uno strumento ma è una piattaforma con tanti strumenti». «Le banche hanno anche la possibilità di accesso al credito non precedenti,
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il problema oggi è il rischio perché interi settori economici sono in difficoltà – aggiunge Raffaele Rinaldi, responsabile ufficio credito Abi –. Le banche non devono fare politica economica che spetta al governo nazionale e locale». Quanto vale la garanzia di un confidi? «Siamo sulla strada giusta – dice Massimo Cavazza, vice presidente della Piccola industria di Confindustria – ma abbiamo una difficoltà incommensurabile: non possiamo pensare che le imprese che sono rimaste dopo sette anni di crisi, possano ricreare occupazione e Pil in queste condizioni. Per far funzionare Italia ci vuole immissione di liquidità, le imprese che sono rimaste vengono meno per questo, se dopo averle provate tutte non riescono a patrimonializzare». Di “liquidità” si torna a parlare an-
che nel corso della terza tavola rotonda, sul tema “Quale finanza per le Pmi?”, alla ricerca di nuovi strumenti per attrarre capitali e raccogliere risorse nel mercato globale. Si parla di mini bond, del fondo italiano di investimento, della Borsa che non deve essere vista come un “palazzo” ma come “istituzione che interviene anche per rispondere alle esigenze delle piccole imprese”. La mission della Borsa, dice Patrizia
Celia, relationship manager Primary markets Borsa Italiana, è quello di «finanziare la crescita delle imprese perché tramite questo si contribuisce a far crescere il Paese». A rispondere alle domande di Alessandro Plateroti nel corso della terzo seminario anche Giuseppe Ponzi, vice presidente Piccola Industria Confindustria e Renato Salsa, Senior Partner Fondo italiano d’Investimento. •
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attualità
Ripresa economica ancora lontana. Lo dice il Rapporto di Bankitalia di Maria Rita Galati
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el 2013 l’attività economica nella nostra regione ha continuato a contrarsi e il prodotto interno lordo regionale, in termini reali, è diminuito del 2,8%. La ripresa economica è ancora lontana dalla Calabria. E’ questo il quadro che emerge dalla relazione annuale sull’economia regionale redatta dalla filiale della Banca d'Italia di Catanzaro con la collaborazione delle altre filiali
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calabresi, prendendo in esame l’andamento relativo al 2013 e l’avvio del 2014. Il rapporto annuale di Bankitalia sulla economia regionale presentato è stato presentatoa Catanzaro, presso il Dipartimento di Scienze Giuridiche, Storiche, Economiche e Sociali del Campus dell'Università Magna Graecia, alla presenza, il Direttore della Filiale di Catanzaro Luisa Zappone e il Responsabile dell’Area Ricerca Economica e Territoriale della Filiale di Catanzaro Giuseppe
attualità dove, sostiene BankItalia, «la fase Albanese. I temi illustrati, dopo l’inrecessiva si è gradualmente attenuata, troduzione del professor Luigi Venlasciando spazio a qualche segnale di tura (Preside della Facoltà di Giuristabilizzazione tra la fine dell'anno e il sprudenza e Prorettore dell’Università primo trimestre del 2014. La difficile degli Studi Magna Graecia di Catansituazione congiunturale - ha evidenzaro), sono stati oggetto di discussione da parte di Giuseppe Speziali (Presidente di Confindustria Calabria), e Camillo Nola (Vice Presidente di Granarolo SpA). L’incontro sarà introdotto e moderato da Annarita Trotta (Professore Ordinario di Economia degli Intermediari Finanziari presso l'Università Magna Graecia di Catanzaro). La sola nota positiva, anche se ancora flebile, deriva dal settore industriale, Giuseppe Speziali, presidente di Confindustria Calabria
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La sola nota positiva, anche se ancora flebile, deriva dal settore industriale, dove, la fase recessiva si è gradualmente attenuata, lasciando spazio a qualche segnale di stabilizzazione tra la fine dell'anno e il primo trimestre del 2014. La difficile situazione congiunturale, si è riflessa ancora sull'accumulazione di capitale e sulla domanda di lavoro»
ziato il rapporto - si è riflessa ancora sull'accumulazione di capitale e sulla domanda di lavoro. Le esportazioni di merci si sono complessivamente ridotte; un andamento in controtendenza si registra tuttavia nell'industria alimentare». Tra il 2007 e il 2013 le esportazioni del comparto sono cresciute del 5,1%, un tasso inferiore rispetto al Mezzogiorno e all'Italia, ma in controtendenza rispetto al calo delle esportazioni regionali. L'export dell'industria alimentare è cresciuto del 41,4%. Per quanto riguarda il settore culturale, questo, è considerato da Bankitalia uno dei possibili comparti di sviluppo economico, tenuto conto della forte presenza sul territorio di siti archeologici, musei ed attrattive culturali. Gli altri comparti, dal manifatturie-
ro, ai trasporti, specie il settore delle costruzioni, anche quest'anno hanno registrato dati negativi. Per quel che concerne il turismo, le presenze sono diminuite del 4,3%. L'andamento negativo ha riguardato tutte le province, soprattutto Cosenza (-9,2%) e Reggio Calabria (-11%), tranne Vibo Valentia che ha registrato un +2,9%. Un quadro non positivo, dunque, reso migliore solo da un segnale di ripresa registrato proprio in agricoltura. Si tratta, in base ai dati di Prometeia, di un «valore aggiunto del settore agricolo cresciuto dell'1,5 per cento (-0,2 nel Mezzogiorno), dopo il calo registrato negli ultimi anni che ha determinato un graduale ridimensionamento del settore primario regionale». Non mancano, però, le note critiche, considerato che «il tessuto produttivo è caratterizzato da una elevata frammentazione: la dimensione media aziendale, espressa in termini di superficie agricola utilizzata, è 4,0 ettari - scrive BankItalia - la metà del dato nazionale. Il valore della produzione agricola ammonta in media a poco più di 14 mila euro per azienda (30,5 mila euro la media nazionale). Le aziende che realizzano altre attività remunerative connesse alla coltivazione e all'allevamento sono solo l'1,7 per cento (4,7 in Italia)». Passando all'industria, in base alle stime di Prometeia, nel 2013 il valore aggiunto in senso stretto in Calabria «sarebbe diminuito del 5,6 per cento rispetto all'anno precedente, un calo di intensità ana►
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attualità loga a quello del Mezzogiorno». Secondo quanto emerso dall'inchiesta mensile sulle imprese manifatturiere dell'Istat, «la caduta dell'attività manifatturiera delle imprese meridionali si sarebbe gradualmente attenuata, lasciando spazio a qualche segnale di stabilizzazione tra la fine dello scorso anno e il primo trimestre del 2014». Il rapporto sostiene ancora che «l'andamento è stato peggiore rispetto a quello medio regionale per le imprese operanti nei comparti connessi all'edilizia, mentre è stato migliore per le imprese esportatrici», ma si registrano un segnala di speranza, considerato che «le previsioni degli imprenditori confermano un graduale miglioramento del quadro economico nel 2014, quando il saldo diverrebbe positivo». Non va bene per le esportazioni di merci, considerato che «nel si sono ridotte a prezzi correnti del 7,0 per cento, dopo essere lievemente aumentate nel 2012. Alla dinamica negativa - è scritto nel rapporto - ha contribuito sia il calo delle vendite all'estero di prodotti agricoli e tessili sia l'andamento nel settore metallurgico, che ha riflesso soprattutto le minori esportazioni di metalli preziosi. Tra gli altri settori di specializzazione, l'export dell' industria alimentare e' cresciuto, confermando la tendenza dell'ultimo triennio. Il calo ha riguardato sia le esportazioni verso l'UE sia quelle verso gli altri paesi». La relazione evidenzia, ancora, che c’è una ulteriore sensibile ripresa dell'attività di transhipment di container nel porto di Gioia Tauro. L'aumento, secondo dati dell'Autorità
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portuale, è pari al 13,4 per cento, che ha permesso di superare nuovamente la soglia di 3 milioni di Teus movimentati. «Il trasbordo di autoveicoli ha raggiunto le 220 mila unità, in crescita del 51,9 per cento rispetto al 2012 - prosegue il rapporto - grazie ai nuovi accordi con le compagnie produttrici stipulati dalla società che gestisce il terminal auto del porto». Il rapporto, infine, ha messo in evidenza un altro dato preoccupante: la prolungata congiuntura sfavorevole ha avuto ripercussioni sulle condizioni del mercato del lavoro in Calabria. Il numero di occupati si è ulteriormente ridotto e si è allargato il divario con il resto del Paese nel tasso di occupazione. La disoccupazione è cresciuta in tutte le fasce di età, attestandosi su livelli particolarmente elevati tra i più giovani. Tra questi ultimi, è inoltre cresciuta l'incidenza di coloro che non lavorano né svolgono un’attività di studio o formazione. Poco credito, sia per le famiglie che per le imprese, ma anche poca domanda di credito. Non migliora nemmeno la situazione del
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La prolungata congiuntura sfavorevole ha avuto ripercussioni sulle condizioni del mercato del lavoro in Calabria. Il numero di occupati si è ulteriormente ridotto e si è allargato il divario con il resto del Paese nel tasso di occupazione. La disoccupazione è cresciuta in tutte le fasce di età, attestandosi su livelli particolarmente elevati tra i più giovani.»
credito nella regione, con una «contrazione al settore privato non finanziario in Calabria che si e' accentuata. Il calo ha riguardato sia le famiglie consumatrici sia le imprese, con una flessione anche per quelle di dimensioni medie e grandi. La dinamica dei finanziamenti bancari a imprese e famiglie - è scritto nel rapporto - è stata condizionata sia dalla debolezza della domanda di prestiti, in particolare quella legata agli investimenti fissi, sia da condizioni di offerta che risentono dell'elevato rischio di credito e dell'incertezza sulle prospettive dell'attività economica». Ed in questo contesto, «i tassi d'interesse a breve termine applicati alle imprese, dopo essere aumentati nel primo trimestre, sono diminuiti nei mesi successivi riportandosi su livelli poco inferiori a quelli della fine del 2012. Il tasso di interesse medio sui mutui per l'acquisto di abitazioni si è ridotto». Ad incidere su queste situazioni sono stati gli effetti della crisi sulla situazione economica e finanziaria delle imprese; il flusso di nuove sofferenze, infatti, «è rimasto su valori elevati, specie nel settore manifatturiero e delle costruzioni». «I depositi bancari delle famiglie consumatrici hanno decelerato - infine - a causa del rallentamento registrato per la componente con vincolo temporale, solo in parte compensato dalla crescita dei conto correnti». «Una situazione drammatica – ha osservato il presidente di Confindustria Calabria, Giuseppe Speziali – I dati che Bankitalia presenta sono impietosi, questa crisi sembra non avere fine. Credo che sia necessario da parte di tutti uno sforzo comune, la presa di coscienza che azioni ordinarie sono insufficienti. Da questo punto di vista invito a tutte le forze politiche, sociali di poter mettersi insieme in una nuova strategica per uscire dalla crisi che sembra non aver fine». •
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L’agenda per il credito: tre
direttrici da seguire per far crescere il Paese
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n documento di 32 pagine per formulare alla classe politica e, più nello specifico, al Governo, delle proposte utili a far ripartire l’economia reale. Confindustria l’ha intitolata “Un'agenda per il credito per la crescita del paese”. E se i punti fossero davvero messi in atto, riuscirebbero ad attivare, anche attraverso i fondi strutturali, risorse per oltre 185 miliardi tra il 2014 e il 2016 senza pesare sulla spesa pubblica. Si tratta, come si legge nell’introduzione del lungo testo, di suggerimenti nati dalla considerazione che «servono nuove misure per spezzare il circolo vizioso credit crunch recessione» nella consapevolezza che «gli investimenti e lo sviluppo delle imprese sono frenati dalla forte carenza di credito, dalle scarse possibilità di ricorso a canali finanziari alternativi a quello bancario e delle forti tensioni di liquidità generate dai ritardi di pagamento della Pa». Tre le direttrici da seguire: rivitalizzare il mercato del credito e far
sì che alle aziende affluisca la liquidità necessaria a finanziarie il capitale circolante e gli investimenti; una riforma più decisa dei rapporti tra imprese e pubblica amministrazione; pensare a una nuova finanza per le imprese dal momento che, al di là delle difficoltà congiunturali, in prospettiva il credito bancario avrà strutturalmente un ruolo minore nel finanziamento dell'economia e le imprese dovranno reperire le proprie risorse attraverso canali alternativi a quello bancario. Per il primo punto, si tratta di rafforzare patrimonialmente i confidi, dando attuazione alle misure contenute nella legge di stabilità 2014, attivando altre risorse provenienti dal sistema camerale e dai fondi strutturali; occorre inoltre promuovere le aggregazioni fra Confidi. Anche per il Fondo di garanzia per le pmi, Confindustria propone l'implementazione delle norme contenute nella legge di bilancio (istituzione del sistema di garanzia) e nel dl destinazione Italia (garanzie del Fondo alle Sgr che sot-
toscrivano obbligazioni emesse dalle Pmi). Inoltre, si suggerisce di rafforzare il Fondo, innalzando l'importo massimo garantito e ampliando le sue possibilità di copertura. Per il secondo punto, è necessario risolvere il problema dei ritardati pagamenti da parte della pubblica amministrazione. La stima aggiornata dei debiti commerciali della Pa, fornita da Bankitalia, certifica che questo ammontare è sceso dai 90 miliardi del 2012 a circa 75 miliardi. Il CsC stima che nel medio termine il 20% delle risorse derivanti dalla restituzione dei crediti Pa sarà utilizzato per investimenti. Tanto più importante, quindi, completare i pagamenti con la massima tempestività: il suggerimento di Confindustria, tenendo conto delle nuove cifre fornite dalla banca centrale è che si paghino entro il 2014 debiti per circa 46,5 miliardi, per restituirne altri 18 entro il 2015. Tutto ciò badando ad assicurare anche il pieno rispetto della direttiva late payment. Altrettanto importante, secondo Confindustria, è l'attivazione tempestiva del pacchetto imprese varato dalla Cassa depositi e prestiti. Infine la necessità di rafforzare il patrimonio. Suggerimenti importanti riguardano gli strumenti di debito alternativi (un "fondo di fondi" e incentivi fiscali alle società non quotate che emettano titoli) e la promozione del rafforzamento patrimoniale delle imprese, puntando sul Fondo Italiano d'investimento e potenziando l'Ace. Confindustria auspica un nuovo modello di relazione fra banche e imprese, da costruire anche con accordi tra le associazioni. Complessivamente il documento contiene un giudizio positivo delle misure adottate di recente dalla Bce (anche se si ritiene siano arrivate un pò tardi), sperando che la Bce realizzi anche l'annunciato programma di acquisto di titoli (asset backed securities) suggerendo di considerare anche gli abs che hanno come attività sottostanti i mutui. •
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Rapporto Obi, Mazzuca: “Restituire fiducia alle imprese” Il presidente di Confindustria Cosenza al Cnel per la presentazione dell’indagine annuale realizzata dall’Osservatorio Banche - Imprese di Economia e Finanza «
Natale Mazzuca, presidente di Confindustria Cosenza
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primi risultati del rapporto OBI restituiscono l'immagine di un Paese ancora in forte sofferenza con una accentuazione maggiore al Mezzogiorno. Occorre accentuare un cambio di approccio che restituisca fiducia e sostegno alle imprese, consenta alla pubblica amministrazione di tornare ad investire nella necessaria opera di ammodernamento del Paese, segni un deciso momento di discontinuità rispetto alla recessione che stenta ad allontanarsi, sappia trasformare in ripresa i timidi segnali di inversione di tendenza che iniziano ad intravvedersi». Lo ha dichiarato il Presidente di Confindustria Cosenza Natale Mazzuca, intervenendo a Roma, presso la sala del CNEL, alla presentazione dei primi risultati del “Rapporto 2014 Impresa e Competitività”, l’indagine annuale realizzata dall’Osser-
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vatorio Banche - Imprese di Economia e Finanza (OBI). Il convegno, dal tema “La reazione delle imprese al diffuso clima di incertezza generato dal perdurare della crisi: si accentuano le diversità”, ha descritto un quadro generale dello stato di salute dei settori produttivi ed evidenziato le dinamiche economico-produttive delle diverse realtà territoriali, con lo scopo di offrire gli elementi necessari per definire le azioni per stimolare la crescita cercando di cogliere ed ottimizzare i primi effetti della ancora non immediata ripresa. Dopo i saluti introduttivi del Vice Presidente OBI Gaetano Mastellone e del Presidente del CNEL Antonio Marzano, il Direttore Generale OBI Antonio Corvino ha illustrato in anteprima i risultati dell’indagine campionaria - quest’anno alla settima edizione - fornendo un primo consuntivo dell’anno 2013 ed alcune valutazioni e stime sulle tendenze
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espresse per l’anno in corso, nonché alcune proposte di policy focalizzate sulle leve strategiche per la ripresa: capacità di fare rete, nuova imprenditoria giovanile, processi di internazionalizzazione, investimento in turismo, agroindustria, industria della cultura e creatività. All'evento romano il Presidente di Confindustria Cosenza Mazzuca, intervenendo alla tavola rotonda insieme al Responsabile Ricerca e Innovazione INVITALIA Luigi Gallo, a Cesare Imbriani dell'Università di Roma La Sapienza e Severino Nappi, Assessore al Lavoro e Formazione della Regione Campania, ha ribadito che «mancano significativi segnali di ripresa, permane elevato ed a rischio di ulteriore crescita il tasso di disoccupazione, l'approccio da parte delle banche continua ad essere di natura difensiva, le iniziative di sostegno all'economia da parte dei vari livelli di governo, centrale piuttosto che locale, stentano a mostrare segni di tangibile efficacia. Le proposte contenute nella sintesi finale del documento di OBI - ha concluso il Presidente Mazzuca - vanno sicuramente nella giusta direzione frutto, come sono, di contributi, studi e ricerche molto qualificate. Serve darne attuazione con misure rapide, semplici nella fase di realizzazione, efficaci e tempestive nelle ricadute». I lavori del convegno, moderati dalla giornalista Monica Soldano, sono proseguiti con l’intervento di Adriano
Giannola, Presidente SVIMEZ. I risultati che emergono dal rapporto sottolineano come la crisi economica continui ad incidere sulle performance economiche delle imprese. Le difficoltà sono comuni a tutti i settori produttivi, soprattutto quello delle costruzioni, anche se il manifatturiero appare in una situazione relativamente migliore grazie essenzialmente all’alimentare. Anche la gestione degli assetti finanziari è peggiorata (per il 31,5% delle imprese) e tra le motivazioni principali, oltre il 67% delle imprese intervistate indica il rallentamento della domanda finale e quasi il 45% l’allungamento dei tempi di pagamento. Il 2013 è stato un anno difficile per l’economia meridionale: il fatturato si riduce mediamente del 11,62%, il grado utilizzo impianti è il più basso (67,2% contro 70,9% dell’Italia) e la situazione finanziaria è in diffuso peggioramento (-32,8% a fronte del -17,5% dell’Italia). Tuttavia i valori del 2013 sono meno negativi dei corrispondenti del 2012 e con qualche prospettiva di ulteriore recupero attesa per il 2014. Di fronte a tale scenario, emerge un comportamento medio delle imprese di tipo "difensivo", che si traduce in ulteriore ristrutturazione degli organici, più lenti processi di internazionalizzazione, minor numero di imprese che investono ed innovano nel lungo periodo. Sebbene in media la struttura imprenditoriale me-
ridionale evidenzi forti criticità, persiste comunque una realtà vitale di imprese che investe e compete: l’incidenza della spesa per investimenti sul totale del fatturato nel Mezzogiorno è infatti ancora la più alta d’Italia con il 18,5% contro una media nazionale dell’12,2% (turismo e costruzioni sono in questo caso tra i settori prevalenti). Si tratta di imprese appartenenti a settori chiave del sistema economico meridionale come ad esempio automotive, aerospazio, agroalimentare ed il turismo che riescono a raggiungere risultati migliori, spesso meno negativi, in quanto dotate di skill qualificati, dimensioni maggiori, capacità di investire, innovare ed internazionalizzare. Ciò si verifica nonostante l’ambiente esterno sia poco favorevole. Il sistema fiscale e la struttura burocratica, «fattori esterni considerati dalle imprese tra i più strategici per il loro successo competitivo» pongono evidenti difficoltà alla crescita ed anche il sistema finanziario vive un periodo di trasformazione e di ristrutturazione. Inoltre, dai giudizi degli imprenditori meridionali, sulla disponibilità di servizi ad alto valore aggiunto per l’impresa si evince una marcata insoddisfazione per il marketing, l’internazionalizzazione e le infrastrutture materiali ed immateriali. Il Presidente SVIMEZ nel concludere i lavori, ha precisato come i dati analizzati evidenzino come la crisi stia coinvolgendo tutte le macro aree, anche se con un’evidente difficoltà specifica per il Mezzogiorno, a conferma che nel Paese i problemi sono in gran parte «condivisi» e che la crisi ha reso le diverse aree più «simili» tra di loro, rispetto al passato. La domanda estera rappresenta una fonte di sostegno alla crescita del Pil e la maggiore apertura ai mercati internazionali appare una delle principali strade da percorrere per il recupero di reddito ed occupazione. •
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’ con orgoglio che mi accingo a presiedere l’Assemblea Generale della nostra Associazione nel suo settantesimo anniversario. Settant’anni, mi permetto di affermarlo, credo, a nome di tutti, portati benissimo, in cui abbiamo cercato sempre di agire nell’interesse della categoria, ma con un occhio e con il cuore sempre attenti al nostro territorio ed all’intera collettività». E’ quanto ha detto, rivolgendosi ai soci, il presidente di Confindustria Catanzaro Daniele Rossi, dando il via all’assemblea dei soci. «È già trascorso un anno dal mio insediamento, un periodo breve, ma intenso e difficile, caratterizzato da iniziative e da impegno. Se, in qualche modo, siamo riusciti ad alleviare e risolvere qualche criticità – ha proseguito – con cui quotidianamente ci scontriamo, significa che abbiamo intrapreso la giusta via. I numeri in tal senso ci premiano. Ma al di là dei meri indicatori economico-finanziari, credo che i massimi testimoni del nostro buon operato siano i nostri associati, sempre più fidelizzati, ed i nostri stakeholder, che ci considerano indispensabili interlocutori. Di ciò devo essere grato a tutti i Past President, ai miei Vice Presidenti e a tutti i componenti degli organismi direttivi, che sono riusciti a supportarmi, ad affiancarmi ed a rafforzare, in piena armonia, tutte le azioni promosse in questi primi dodici mesi». Dopo aver analizzato la situazione a livello globale e italiano, l’attenzione di Rossi si è spostata sulla Calabria «in cui l’attività economica ha continuato a contrarsi. La prolungata congiuntura sfavorevole – ha aggiunto – si è ripercossa sulle condizioni del mercato del lavoro. Il numero di occupati si è ulteriormente ridotto e si è allargato il divario con il resto del Paese nel tasso di occupazione. La disoccupazione è cresciuta in tutte le fasce di età, attestandosi su livelli particolarmente elevati tra i più giovani.
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Assemblea Confindustria Catanzaro: il
presidente Rossi bacchetta la politica Tra questi ultimi, è inoltre cresciuta l’incidenza di coloro che non lavorano, né svolgono un'attività di studio o formazione». Analizzando la situazione della provincia di Catanzaro, il Presidente si è rifatto ai dati della CCIAA secondo cui si è osservata una contrazione della ricchezza prodotta (-1,7%). In particolare, il settore industriale in senso stretto continua a perdere rilevanza traducendosi in una progressiva terziarizzazione del contesto produttivo locale. Nel 2013 le imprese locali oggetto di procedure concorsuale sono aumentate in maniera marginale (+1,7%), mentre quelle in fase di scioglimento o liquidazione hanno fatto registrare una crescita del 9,2%. Gli effetti dell’elevato costo del denaro, oltre che in una riduzione
degli investimenti, sembrano tradursi in un aumento di imprese che non sono più in grado di fronteggiare gli impegni presi con gli istituti di credito. Fra il 2009 e il 2013 Catanzaro ha scontato una perdita di quasi 20.000 occupati (-8,1%). «In questo contesto – ha proseguito Rossi – la maggior parte degli imprenditori, come vecchi guerrieri, sono chiamati a difendersi da tutto e da tutti e, soprattutto, dai propri storici nemici, quali prelievo fiscale non più sostenibile, burocrazia disincentivante, criminalità dilagante malgrado i risultati delle forze dell’ordine, a cui non possiamo che aggiungere la scarsa sensibilità della classe politica a comprendere le esigenze delle imprese ed a delineare percorsi e prospettive di sviluppo.
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Daniele Rossi, presidente di Confindustria Catanzaro
In questo contesto, nell’ultimo anno, Confindustria Catanzaro è scesa in campo a fianco delle imprese, io stesso ho visitato diverse realtà aziendali, al fine di conoscere meglio le loro esigenze ed entrare nel cuore delle specifiche problematiche. E’ stato, altresì, avviato un percorso di internazionalizzazione e di realizzazione di filiere e contratti di rete, che permetterà alle aziende di allargare i propri orizzonti ed incidere, contestualmente, sulla classe dimensionale. E’ stata alzata l’attenzione sul versante del credito, tanto in termini di accesso, quanto relativamente alle condizioni ed agli strumenti, rafforzando la cooperazione, per quanto concerne le garanzie, con il Consorzio Fidi. Molte sono state le iniziative per far nascere la cultura d’impresa nelle nuove generazioni, collaborando, in sinergia, con le Scuole e l’Università». Ma per Rossi «tutto ciò non basta. È necessario un cambio di passo. Non è facile, ovviamente, creare un ambiente favorevole per rendere attrattivo un territorio difficile come il nostro, ed intraprendere un cammino di stimoli sociali ed econo-
mici, ma, almeno, pretenderemmo che la nostra classe politico-istituzionale riuscisse a tenere posizioni chiare, a rispettare le regole, nonché tempi rapidi e certi, evitando, quindi, di vanificare ogni opportunità. Invece, assistiamo ai soliti siparietti di attaccamento alle poltrone e di tattiche pre-elettorali; infatti, tutti i rappresentanti politici, al di là di sporadiche operazioni strategiche e di facciata, sembrano concentrarsi, esclusivamente, sui soliti ritornelli stantii e di cliché». Un attacco alla classe politica se Rossi afferma che «non possiamo più sottacere la mediocrità, l’inadeguatezza e l’autoreferenzialità di una classe politica, che ci ha sempre costretto, nelle diverse tornate elettorali, a scegliere il “meno peggio». Rompere la spirale di sfiducia: questa è per Rossi la grande sfida. «Per realizzare questo obiettivo abbiamo bisogno assoluto oltre che delle riforme di struttura, di cui si parla ormai da moltissimo, aggiungerei da troppo, che le istituzioni tutte collaborino fra loro per la realizzazione di un vero progetto stra-
tegico e per superare gli steccati burocratici e la parcellizzazione decisionale, coinvolgendo, altresì, le forze più vive e innovative del territorio». Molto critico il Presidente lo è stato con gli amministratori-politici calabresi: «La Calabria continua ad essere non governata, anzi, peggio, danneggiata dai propri rappresentanti politici». Poi un ampio riferimento agli imprenditori: «Non possiamo che riprendere quanto espresso dal Presidente Squinzi. Chi corrompe fa male alla propria comunità e fa male al mercato, produce un grave danno alla concorrenza e ai suoi colleghi. Queste persone non possono stare in Confindustria. Ci siamo dati codici, abbiamo estromesso imprenditori che utilizzavano facili scorciatoie o, peggio, erano in relazione con la criminalità organizzata. Dedicheremo altrettanto impegno nel costruire la cultura della trasparenza a tutti i livelli. Occorre uno scatto morale, nostro in primo luogo, poi del Paese tutto, se vogliamo liberarci dall’alleanza perversa tra complicazione e corruzione. Insisto: sono le condizioni generali a contorno dell’impresa che fanno un Paese innovativo, competitivo o meno. Noi imprenditori abbiamo un compito preciso, dobbiamo spingere le nostre aziende a crescere, patrimonializzarsi per avere mezzi da investire nella ricerca, innovare in prodotti e processi, fare formazione a tutti i livelli, anche a noi stessi, investire. Forse non abbiamo fatto abbastanza in passato. Dobbiamo farlo, oggi in situazioni certamente meno propizie, ma con opportunità di mercati che un tempo avremmo pensato impossibili». La relazione di Rossi si è poi incentrata su tutte le attività portate avanti dall’associazione a livello territoriale: dalle convenzioni sottoscritte, agli incontri istituzionali. Tutto per stare sempre al fianco degli imprenditori nelle mille battaglie di ogni giorno. •
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Un messaggio dagli industriali reggini: “Non perdiamo la speranza e puntiamo sui giovani” Questo il pensiero del presidente Andrea Cuzzocrea. A concludere l’assemblea, Marco Gay, presidente nazionale dei Giovani Imprenditori
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ala gremita, quella degli industriali reggini, per l’assemblea pubblica annuale dell’associazione. Location rimodernata per l’occasione per rimarcare anche nel layout della sala un cambio di passo e la propensione al nuovo a cui gli imprenditori reggini sono orientati. Ad aprire il dibattito quattro rappresentanti di aziende della provincia di Reggio che hanno raccontato alla platea le loro storie di successo. «Per superare questo momento di crisi – ha affermato Carmelo Basile, presidente del cda di ‘Fattoria della Piana’ – bisogna trasformare i problemi in risorse. occorre guardare ogni difficoltà da una prospettiva diversa. Dobbiamo individualmente mutare atteggiamento così da poter crescere insieme». «Il mondo dell’impresa, e non solo quello – ha sostenuto da parte sua Filippo Arecchi di Gruppo Diano e Pelleco – al cambiamento dei tempi. L’azienda
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che rappresento si è evoluta per continuare ad essere competitiva, ha diversificato la sua attività per accedere a più ampi mercati e bacini d’utenza. Come imprenditori dobbiamo focalizzare le nostre priorità, che oggi sono rintracciabili, in massima parte, nell’implementazione del porto di Gioia Tauro: la nostra porta verso il mondo». A proposito dello scalo gioiese è intervenuto l’amministratore delegato di ‘Medcenter Container Terminal’, Domenico Bagalà, che dopo aver delineato sinteticamente la storia dell’azienda ha puntualizzato: «Gioia Tauro è il primo porto container del Paese, collega l’Italia con 120 scali in tutto il mondo ed ha una posizione estremamente strategica. Dobbiamo lavorare per superare i nostri competitor nel Mediterraneo». «Fare sinergia – ha sottolineato invece Giuseppe Quattrone in rappresentanza della ‘Mauro Caffè Spa’ – è la chiave per superare i momenti di difficoltà. Confindustria ha
il merito di metterci in rete e di farsi portavoce delle nostre istanze nei confronti delle istituzioni». Successivamente largo spazio è stato riservato all’approfondita relazione del presidente di Confindustria Reggio Calabria Andrea Cuzzocrea.
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«L’associazione degli industriali oggi è punto di riferimento non solo per il mondo produttivo ma anche per tante altre realtà sociali, culturali e istituzionali della provincia reggina. Siamo soddisfatti ma siamo convinti di poter fare di più. Per questo continueremo a esercitare la nostra funzione di rappresentanza del mondo industriale, ma anche di costante stimolo nei confronti della pubblica amministrazione, della politica, dei partiti». Dopo aver esaltato il ruolo della magistratura reggina e dei risultati da essa raggiunti contro la ‘ndrangheta, Cuzzocrea ha però stigmatizzato «l’insopportabile pregiudizio nei confronti di questa terra, che viete tacciata ingiustamente di mafiosità. Una Reggio – ha detto – etichettata come mafiosa non ha alcuna possibilità di riscatto sociale». Il presidente degli industriali ha poi ricordato le importanti battaglie portate avanti negli ultimi mesi da Confindustria. L’audizione in Senato e l’impegno per salvaguardare la Città metropolitana, il costante richiamo sulle opere incompiute di tutto il territorio provincia-
le, la presa di distanze dalla mala gestione degli ultimi trent’anni anni dell’aeroporto dello Stretto, la necessità di una riforma della Camera di Commercio. Punto focale della relazione di Cuzzocrea è stato il porto di Gioia Tauro e l’istituzione della Zes. «Non c’è più tempo per parlare – ha chiosato – ora vogliamo vedere azioni concrete». «Pur rimanendo ancorati alla realtà – ha concluso il presidente di Confindustria Reggio Calabria – vogliamo credere in un futuro migliore, per crederci con vigore abbiamo bisogno di fiducia, sentimento legato inscindibilmente ai giovani. La capacità di credere in loro è la scommessa per il nostro futuro. È per questo che noi puntiamo sul Gruppo Giovani Imprenditori. Tutti noi, nelle scorse settimane, abbiamo subìto una gravissima perdita: quella della cara vicepresidente del gruppo, Benedetta Cozzupoli, cui va il nostro commosso pensiero, unito all’abbraccio che idealmente rivolgiamo a tutta la sua famiglia e, in particolare, al padre Mimì, già presidente di questa Associazione». E proprio a Benedetta ha voluto de-
dicare le sue conclusioni il presidente Gay «Cinquant’anni fa – ha evidenziato – alcuni imprenditori, giovanissimi, si sono uniti per dare una scossa al mondo produttivo. Quei ragazzi hanno creato il nostro gruppo che ancora oggi è mosso dallo stesso entusiasmo e dalla stessa voglia di innovare, scommettere, vincere. Da molti anni viviamo in una fase di recessione che solo con la voglia di far rinascere questo Paese possiamo superare. Dobbiamo essere animati dalla passione e dal desiderio di costruire un futuro migliore per l’Italia, con competenza dobbiamo riuscire ad occupare un posto importante nel mondo come peraltro stiamo continuando a fare: basti pensare alla nostra capacità di innovazione e ai dati dell’export. Gli elementi per riuscire in questa impresa sono due: libertà e legalità. Libertà di scegliere e di sognare ma solo attraverso il rispetto delle regole e del mercato. A parità di condizioni vincono le eccellenze, è compito nostro veicolare questi concetti. Il nostro esempio – ha concluso Marco Gay - è una vera infrastruttura su cui possiamo ricostruire un nuovo Paese». • (Labecom)
Andrea Cuzzocrea, presidente di Confindustria Reggio Calabria numero 3 - 2014
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Protocollo di Rete “Itinerari”,
Confindustria Crotone ci crede C
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onfindustria Crotone è molto soddisfatta per aver raccolto l’adesione del sistema Confindustriale calabrese, di Confindustria Taranto e del Coni regionale al Protocollo di Rete dell’Associazione ITINERARI. La strada è quella giusta e solo attraverso un capillare lavoro di Rete possiamo porre le basi per costruire lo sviluppo turistico a cui i nostri territori sono vocati. Questo primo tassello conferma che il modello che in questi mesi le cinque Associazioni confindustriali calabresi stanno costruendo, attraverso Unindustria Calabria, è quello vincente: lavorare insieme, in rete per generare economia, occupazione, cultura d’impresa. La collaborazione con il Coni regionale consentirà inoltre di mettere a sistema le tante iniziative sportive che nel territorio da tempo si svolgono e di aumentarne il valore e le ricadute economiche». Lo ha dichiarato, in apertura della conferenza stampa di presentazione del Protocollo di Rete il presidente di Confindustria Crotone Michele Lucente. Costituita a maggio 2013 dall’Arcidiocesi di Crotone e Santa Severina,
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Confindustria Crotone e Confcommercio Crotone, Itinerari nasce con l’obiettivo di operare nel proprio contesto territoriale per promuovere, valorizzare e sviluppare itinerari religiosi, storici, culturali e naturalistici, attraverso la creazione di una Rete attiva e responsabile di soggetti privati e pubblici che, riconoscendosi negli stessi valori, siano in grado di generare sviluppo, economia ed occupazione. Il Protocollo di Rete è già stato sottoscritto dalla Provincia di Crotone, dal Comune di Crotone, dai Comuni della provincia, dalla CCIAA di Crotone, dalla Soprintendenza per i beni archeologici della Calabria, dal Parco nazionale della Sila, dall’Area marina protetta e dall’Aquarium di Capo Rizzuto, dal Polo tecnologico regionale per i Beni culturali, dal Gal Kroton e da Slow Food – condotta di Crotone. Per siglare l’intesa nella sede di Confindustria Crotone erano presenti il Presidente di Confindustria Cosenza, Natale Mazzuca, il Presidente di Confindustria Reggio Calabria, Andrea Cuzzocrea, il Presidente di Confindustria Vibo Valentia, Antonio
Gentile, il Presidente del Coni regionale, Domenico Praticò. Assenti giustificati per impegni di lavoro, il Presidente di Confindustria Calabria, Giuseppe Speziali, e di Confindustria Catanzaro, Daniele Rossi, che hanno comunque confermato la piena adesione al Protocollo di Rete. Erano inoltre presenti il Vice Presidente di Confcommercio Crotone,
Michele Lucente, presidente di Confindustria Crotone
attualità
Salvatore Perri, il Presidente della Sezione Turismo di Confindustria Crotone, Massimo Sposato, il Direttore di Confcommercio Crotone, Giovanni Ferrarelli, i Direttori di Confindustria Calabria, Luigi Leone, e di Cosenza, Rosario Branda, la Responsabile Internazionalizzazione e Turismo di Confindustria Taranto, Silvia Fumarola. In apertura, Lucente ha dato lettura di un messaggio augurale espresso dall’Arcivescovo di Crotone e Santa Severina e Presidente di ITINERARI, mons. Domenico Graziani, che ha inteso confermare «la soddisfazione profonda per lo sviluppo di Itinerari che rappresenta in sé un’ intelligente e coraggiosa ricerca di un modello di intervento interistituzionale per la promo-
zione dello sviluppo e la valorizzazione dei nostri territori». Con l’adesione al Protocollo di Rete del sistema confindustriale calabrese, di Confindustria Taranto e del Coni regionale, ITINERARI intende porre le basi di una collaborazione di tutto il versante ionico in funzione della organizzazione e promozione turistica, con una particolare attenzione al turismo sportivo ed alle tradizioni atletiche magno greche della città di Crotone, anche in vista di Expo 2015. Seguendo la nuova strategia dell’UE per la regione adriatico-ionica lanciata lo scorso 18 giugno dalla Commissione europea, i Presidenti delle Associazioni industriali calabresi intendono attivare contatti con la Snav per valutare la
mons. Domenico Graziani
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Esprimo soddisfazione profonda per lo sviluppo di Itinerari che rappresenta in sé un’ intelligente e coraggiosa ricerca di un modello di intervento interistituzionale per la promozione dello sviluppo e la valorizzazione dei nostri territori» possibilità di avviare collegamenti tra i porti del Mar Ionio e le regioni mediterranee limitrofe e migliorare la qualità della mobilità sia di persone che di merci, con un’attenzione particolare per il movimento turistico. •
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attualitĂ
Paolo Abramo: "Riforma Camera di Commercio? Renzi ci ripensi" M
entre va in stampa questo numero del nostro magazine di approfondimento, non passa giorno in cui gli organi d’informazione non diano notizia sulle riforme che il Governo Renzi sta analizzando e varando, con l’obiettivo di migliorare le condizioni generali del nostro Paese, costi quel che costi. Giustizia, Pubblica Amministrazione, Salute, Lavoro sono
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Paolo Abramo
attualità
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Nel calderone delle riforme che hanno ispirato più di 7000 emendamenti, sono finite anche le Camere di Commercio, fondate un anno dopo l’Unità di Italia, perché dopo la sua nascita politica, il Paese aveva bisogno dell’ossatura economica»
tutti osservati speciali. I temi che fanno di uno Stato una macchina ben funzionante e attrezzata a fornire servizi, o una elefantiaca somma di uffici che sfornano carte e disservizi, sono sul banco “degli imputati” anche sotto il sole cocente. Nel calderone delle riforme che hanno ispirato più di 7000 emendamenti, sono finite anche le Camere di Commercio, fondate un anno dopo l’Unità di Italia, perché dopo la sua nascita politica, il Paese aveva bisogno dell’ossatura economica. Uffici, progetti, funzioni, settori, categorie già 150 e più anni fa delineavano lo Stato nascente e quello che sarebbe diventato il Paese delle Piccole e Medie Imprese, del Made in Italy, del Turismo nelle Città d’Arte, alpino e costiero. Un elenco lunghissimo di opportunità e proposte racchiuse nel nome Belpaese. Non sono Enti scandalistici, nel senso che non hanno prodotto nel tempo sprechi e disservizi che altri, senza fare nomi, hanno collezionato facendo disonore alla Politica con la P maiuscola, per colpa di inquilini poco ligi. Eppure Renzi ha mostrato da subito poca simpatia per gli Enti camerali, forse non comprendendone a fondo funzioni e prerogative. Che qualcosa bisogna cambiarla, in questo bello ma oggi disgraziato e bistrattato Paese, è fuori di dubbio. Ma non con la malagrazia della fretta, che rischierebbe di far buttare a mare il bambino, e non solo l’acqua sporca.
Ne abbiamo parlato con un veterano del sistema camerale regionale, prima ancora che del territorio catanzarese, del quale oggi presiede la Camera di Commercio. Paolo Abramo, classe ’51, nell’agosto del 2000 assume, per la prima volta, la carica di Presidente della Camera di Commercio di Catanzaro, poi riconfermato in questa funzione per ben due volte, nel 2005 e nel 2011. Nel giugno 2003 viene nominato Presidente dell’Unione Regionale delle Camere di Commercio della Calabria, riconfermato nel 2006. Successivamente a tale nomina è chiamato a far parte del Consiglio Nazionale dell’Unione delle Camere di Commercio Italiane. Membro della Confindustria Catanzarese e della Federazione di Confindustria Calabria, ha rivestito nel tempo le più prestigiose cariche nel sistema associativo, contribuendo così, nell’arco dell’ultimo trentennio di attività, al progresso economico della provincia e dell’intera Regione. Presidente possiamo dire che conosce il Sistema camerale a menadito: come vede e come valuta le misure che il Governo Renzi sta prendendo relativamente al Sistema camerale italiano?
«Vorrei dire fin da subito che quello delle Camere di Commercio è un sistema virtuoso, come forse nessun altro nel nostro Paese. Detto questo, non voglio assumere il ruolo, certamente impopolare, di difensore delle cause perse, sostenendo che il Sistema camerale non si debba toccare. Sono pronto però a portare avanti, come già stiamo facendo in seno
alla Commissione dei Presidenti del Sistema camerale di estrazione Confindustriale da diversi mesi, una battaglia convinta per evitare che si ripeta per l’ennesima volta un errore al quale siamo avvezzi in Italia: cioè quello di buttare via il bambino assieme all’acqua sporca. Una frase inflazionata, in questi ultimi tempi, perché credo di ricordare lo stesso Premier Renzi mentre la pronunciava in una delle sue accattivanti conferenze stampa. Non si può certo dire che non sia un abile comunicatore. Ma dobbiamo distinguere il fascino fluido dell’idioma fiorentino, dalla fattibilità delle proposte. Che cosa sia per Renzi “il bambino” non l’ho capito. Non sono ancora riuscito a comprendere quale sia l’idea di sviluppo che ha del Paese e del Sud in particolare. Mi ha chiesto come valuto la sua azione di Governo? Credo, per usare un eufemismo, che stia andando un pò di fretta!» Non contesta quindi il merito della vicenda, cioè l’esigenza dei riformare il sistema, della Pubblica Amministrazione in generale e camerale in particolare?
«Certamente no. L’ho detto e scritto in più occasioni negli ultimi mesi, ma anche in precedenza ed in tempi non sospetti ho sostenuto l'assoluta necessità di riformare il Sistema Paese. L'Italia necessita di una serie di migliorie, ed al suo interno la Pubblica Amministrazione è quella che necessita di maggiori ►
Paolo Abramo, presidente della Camera di Commercio di Catanzaro
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attualità interventi. Parlo di sburocratizzazione, prima di tutto, ma anche di irrobustimento dei fondi di garanzia per l’accesso al credito, defiscalizzazione, efficienza della giustizia. E’ un vero e proprio elenco di doglianze quello che viene fuori se si guarda al Paese in questo momento storico, gravato da una crisi economica che ha precedenti soltanto nel secolo scorso, nel 1929, per gravità e per conseguenze prodotte. Proprio per questo non comprendo l’iniziativa presa in direzione delle Camere di Commercio, che sono uno dei pochi casi virtuosi, efficienti e di servizio che la Pubblica Amministrazione ha saputo esprimere. Prima di premere l’acceleratore quando si è alla guida di una macchina di grossa cilindrata, è doveroso condurla correttamente per evitare che si facciano danni a se stessi e agli altri. Amo le allegorie automobilistiche, ma fuor di metafora voglio dire che limitando drasticamente l'azione delle Camere di Commercio il rischio di fare danni al Paese e soprattutto al Sud è altissimo». Quali sono secondo Lei i rischi più grossi che si corrono al Sud se verremo travolti dall’urgenza delle riforme?
«Nel risponderle parto da ciò che, quotidianamente, facciamo nei nostri uffici e che rischia di andare perduto. Alle Camere sono affidati una serie di compiti che vanno dalla tenuta del Registro delle imprese a quelli dei protesti e dei gestori ambientali, al rilascio di firma digitale e delle carte tachigrafiche, alla gestione di oltre 3200 Suap (Sportello unico per le attività produttive) su delega dei comuni, alla gestione delle Borse merci, alla metrologia, alla sicurezza dei prodotti, alla ricezione delle domande per marchi e brevetti, allo sviluppo delle infrastrutture locali, al supporto per l’internazionalizzazione delle piccole e medie imprese e tanto, tanto altro ancora. Senza contare che la legge di stabilità per il 2014 impegna
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le Camere di commercio a finanziare i Confidi per almeno 70milioni l’anno per il prossimo triennio. A ciò va aggiunto che, sempre le Camere, versano al bilancio dello Stato circa 80 milioni annui fra risparmi di spesa ed imposte e che sostengono direttamente le spese delle attività sanzionatorie delegate dallo Stato (circa 15 milioni di euro annui). Tutto questo non sarebbe sostenibile se dovesse permanere il taglio immediato ai diritti camerali ed in più, a fronte di un risparmio pari a circa 5 euro al mese per impresa, al netto delle tasse, l’effetto recessivo conseguente alla riduzione dei finanziamenti diretti delle Camere di commercio alle aziende e al territorio nel 2015 potrebbe valere 2,5 miliardi in meno di Pil. Senza contare che lo Stato dovrebbe farsi carico, come in altri casi, di circa 2.600 unità di personale in esubero, e questo in particolare al Sud avrebbe conseguenze disastrose». Ha detto Lei stesso che riformare è non solo necessario, ma anche auspicabile, dimostrando quindi una sostanziale benevola disposizione al cambiamento dello status quo. Ma come cambiare?
«Cambiare nell’interesse supremo delle imprese e dei territori, ecco come cambiare. Tenendo presente che Nord e Sud del Paese sono afflitti da mali diffusi e spesso comuni, ma non hanno la stessa fisionomia e la stessa forza. Un’azione possibile al Nord non è altrettanto facile da prodursi al Sud, come, solo per citare un esempio, la capacità di intercettare i mercati europei e internazionali. Detto questo le Camere di commercio italiane si sono dette sin da subito pronte a fare la loro parte nella riforma della Pubblica Amministrazione, a patto però che non venissero messi a rischio ruolo e capacità di incidere positivamente sui sistemi economici territoriali. Razionalizzare, dunque ma senza perdere quell’efficienza e quell’efficacia che hanno fatto
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L’effetto recessivo conseguente alla riduzione dei finanziamenti diretti delle Camere di commercio alle aziende e al territorio nel 2015 potrebbe valere 2,5 miliardi in meno di Pil»
del Sistema camerale italiano - dati alla mano - il segmento migliore della Pubblica Amministrazione. La riforma degli Enti camerali è partita ufficialmente ed in modo autonomo il 23 luglio scorso con il varo del riordino delle sedi sul territorio. In Calabria l'ipotesi è di passare da cinque a tre Camere di Commercio. La rapidità con cui la maggioranza delle Unioni regionali ha già proceduto ai processi di accorpamento sono la dimostrazione lampante di quanto gli Enti camerali siano efficienti ma soprattutto responsabili, quando si tratta di salvaguardare l’interesse generale del Sistema. Si aggiunga a questo che la riorganizzazione non si limiterà a una riduzione del numero delle Camere di Commercio ma, una volta giunta a regime, consentirà al Sistema camerale di realizzare importanti economie, almeno pari a quelle previste nel decreto sulla Pubblica Amministrazione approvato dal Governo, grazie anche all’adozione di costi standard e alla razionalizzazione delle società del sistema. A questo va ulteriormente aggiunta la disponibilità a fornire ulteriori servizi alle imprese, a dimostrazione della responsabilità da esercitare nei confronti del sistema economico e produttivo. In poche parole una consistente esperienza da non disperdere, ma, al contrario, valorizzare potenziandola». •
N.6 - Agosto 2014
Sperimentare per vincere EDITORIALE
L’inedita alleanza tra innovazione e manifattura di Paolo Gubitta*
La creazione di un efficace ecosistema per l’innovazione non serve solo a trattenere o far rientrare i cervelli più brillanti, ma è anche una delle condizioni per attirare e favorire lo sviluppo delle imprese manifatturiere (industriali e artigianali). L’idea secondo cui è economico e sostenibile collocare la testa delle imprese in una parte del mondo e le braccia nella parte opposta sta segnando il passo. La ricerca “Manufacturing the future”, pubblicata alla fine del 2012 dal McKinsey Global Institute, dimostra che le imprese che realizzano processi produttivi complessi e che competono nei settori ad elevato grado di innovazione tendono a localizzare nelle stesse aree sia gli stabilimenti sia le attività di ricerca e sviluppo. Questo fenomeno è stato rilevato nelle grandi imprese, ma non è difficile coglierne la valenza anche per Paesi come l’Italia e regioni come la Calabria. La strada è segnata:
bisogna avvicinare le botteghe e le fabbriche ai laboratori di ricerca (universitari e non), al fine di integrare la produzione con servizi evoluti e iniettare dosi massicce di innovazione tecnologica, gestionale, organizzativa e (perché no?) estetica nelle attività e nei processi di qualsiasi settore. Lo scenario delineato è più difficile da realizzare nelle aree con consolidate tradizioni manifatturiere, in cui la memoria dei fasti del passato a volte è come la zavorra che impedisce di liberare immaginazione, creatività e talento. È invece un autentico asso nella manica per i territori a più recente sviluppo imprenditoriale e con un vivace tessuto di piccole imprese e microimprese. Per passare dal dire al fare non servono i geni. Basta provare, lasciando al mercato il compito di decretare chi è un genio per davvero. *Professore di Organizzazione Aziendale Università di Padova e Direttore scientifico Area Imprenditorialità Fondazione CUOA
Indice INIZIATIVE Sperimenta l’innovazione, la nuova opportunità per le imprese calabresi
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STORIE D’INNOVAZIONE Donne d’acciaio: la forza per Lamieredil è nel capitale umano
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Share Your Transport: Start Cup Calabria, un anno dopo
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NUOVI MATERIALI Dalle nanotecnologie il nuovo nanotubo ecologico
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SCENARI TECNOLOGICI Mercato dell’acciaio in Europa: l’esempio del Gruppo Arvedi
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VETRINA DELLA RICERCA Building Future Lab: a Reggio si progettano gli edifici del futuro
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IN AGENDA
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CHANCE
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RestartCalabria N.6
INIZIATIVE
Sperimenta l’Innovazione, la nuova opportunità per le imprese calabresi Sperimentare nuove soluzioni per ottimizzare e migliorare i prodotti e i processi della propria impresa. Con questo obiettivo, CalabriaInnova ha lanciato Sperimenta l’Innovazione: l’iniziativa, realizzata in collaborazione con Unindustria Calabria, che promuove e diffonde l’impiego di metodologie e strumenti avanzati per l’innovazione, attraverso la sperimentazione in azienda di percorsi guidati di progettazione, revisione o sviluppo di prodotto o di processo. La nuova opportunità è stata presentata durante il Calabria Innovation Day, il meeting organizzato da CalabriaInnova dal titolo Nuovi scenari per il manifatturiero, che si è svolto lo scorso 8 luglio a Lamezia Terme. L’evento, dedicato in prevalenza Il tavolo dei relatori. Da sinistra: Paolo Gubitta, Danilo Farinelli, Mario Caligiuri alle 102 imprese che hanno partecipato all’avviso Attiva l’Innovazione, ha visto la presenza di oltre 120 imprenditori calabresi: un inedito momento di confronto tra le imprese del territorio che hanno scelto di puntare sull’innovazione. <<Cerchiamo 60 aziende del manifatturiero che vogliono investire sull’innovazione. Aziende che hanno in serbo progetti di sviluppo in grado di rendere la Calabria più competitiva – ha dichiarato Danilo Farinelli, direttore di CalabriaInnova. – La vera innovazione di questa iniziativa non è legata all’erogazione di contributi finanziari. CalabriaInnova sceglie di accompagnare 60 imprese nella realizzazione di un programma d’innovazione personalizzato. Un modello di sperimentazione applicata per innovare il manifatturiero calabrese e per promuovere il confronto Gli imprenditori presenti al Calabria Innovation Day tra aziende della stessa filiera. L’innovazione non può permettersi tempi lunghi. Anche questa volta, quindi, le aziende che parteciperanno otterranno la propria soluzione chiavi in mano entro sei pilare, sottoscrivere e inviare la domanda di Manifestazione di Inmesi. Ci aspettiamo di concludere tutte le fasi previste entro la teresse entro il 24 ottobre 2014, indicando a quale delle sei proprimavera del 2015>>. poste si intende aderire e descrivendo l’esigenza d’innovazione o Sono sei le proposte a cui tutte le PMI con sede in Calabria posil progetto che si vuole candidare. Successivamente il personale sono candidarsi: Efficienza energetica dei processi industriali, di CalabriaInnova visiterà le imprese proponenti per conoscere Alimenti funzionali innovativi, Packaging innovativo e sostenibile e raccogliere tutte le informazioni utili ad approfondire l’idea di per l’agroalimentare, Nuovi materiali per il Made in Italy, Ottimizprogetto candidata. zazione dei processi di produzione e Design industriale di prodotSaranno poi selezionate le imprese partecipanti: potranno acceto. Sulla base delle candidature ricevute saranno selezionate un dere ai servizi le prime 10 aziende collocate nella graduatoria di numero massimo di 10 imprese per ciascuna proposta. merito che verrà pubblicata sul sito di CalabriaInnova. Per ciascuNella realizzazione delle attività in impresa, CalabriaInnova sarà na azienda verranno definiti programmi personalizzati di interaffiancata da esperti di riconosciuto profilo professionale che savento e in seguito erogati i servizi di supporto tecnologico e le ranno selezionati sulla base delle competenze richieste da ciascuconsulenze specialistiche previste. na proposta. Per partecipare, basta collegarsi al sito di CalabriaInnova e comPer maggiori informazioni: www.calabriainnova.it/sperimenta-linnovazione
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STORIE D’INNOVAZIONE
Donne d’acciaio: la forza per Lamieredil è nel capitale umano di Valentina De Grazia
Sguardo fermo e deciso, sorriso aperto e dolce. Come l’acciaio che trasforma nei suoi impianti, che è insieme duttile e resistente, Rosaria Valentino trasmette immediatamente fermezza e sensibilità. È così che riesce a tenere le redini di Lamieredil SpA, azienda metalmeccanica di Sellia Marina (Cz) che da più di 40 anni trasforma l’acciaio in curve, profili e lamine sottili. Oggi è delegato di Federmeccanica per la regione Calabria e presidente della sezione Metalmeccanici di Confindustria Catanzaro. Ha iniziato giovanissima, a 18 anni, seguendo suo padre Donato che ha fondato l’impresa nel 1971. Deve moltissimo a quei 20 anni di affiancamento: esperienza, formazione sul campo, valori aziendali. A cominciare dal valore più importante per Lamieredil, quello di famiglia, di lavoro di squadra. L’azienda nasce come carpenteria metallica, fornendo capannoni industriali in tutta la Calabria. Ma già negli anni ‘80 l’azienda modifica i suoi impianti, si ingrandisce, diventa un’impresa di trasformazione dell’acciaio. Dopo la scomparsa del padre, Rosaria non si ferma e nel 2001, Lamiedil cresce ancora. Avvia il progetto del nuovo stabilimento nel quale introduce nuove tecnologie che permettono la foratura e il taglio a misura. Il valore dei prodotti aumenta: grazie a una serie di pre-lavorazioni, viene facilitato il montaggio e l’installazione dei componenti. Poi, intorno al 2009 c’è il boom del solare e del fotovoltaico. La squadra di Lamieredil non si fa scappare l’occasione, mette in pratica le conoscenze acquisite negli anni e immette sul mercato Arnia Solar, un sistema modulare per serre fotovoltaiche, e ne deposita il brevetto. Il prodotto è vincente, si vende ovunque: al sud, ma anche al centro e al nord. Il suo punto forte è sempre la modularità, la facilità di montaggio senza saldature; sfrutta al massimo la leggerezza, la duttilità e la staticità proprie dell’acciaio. Oggi Lamieredil è pronta a nuovi mercati e nuove sfide. Negli anni siete riusciti a cavalcare i trend di mercato senza modificare la materia prima. Qual è il vostro segreto? Siamo un’azienda di famiglia, per questo abbiamo un motore in più, basi più solide. Le dinamiche interne sono più difficili perché
Rosaria Valentino, manager di Lamieredil SpA intervengono diversi fattori, emotivi e personali, ma sono anche la forza trainante dell’impresa. I collaboratori sono parte della famiglia, della squadra, sanno che possono contare sempre sull’azienda anche nei momenti di difficoltà. C’è un rapporto di fiducia reciproca. Altro elemento importante sono i valori: nelle aziende di famiglia è molto forte il ruolo sociale dell’imprenditore. Credo sia un valore aggiunto, perché lo si trasmette a tutti, sia alla squadra che ai clienti.
Siete in evoluzione costante fin dagli inizi, quanto conta per voi la ricerca e lo sviluppo di nuove soluzioni? L’innovazione è importantissima, solo così ci si può distinguere in un mercato difficile e maturo come il nostro. Serve il coraggio delle scelte. Grazie all’innovazione stiamo superando brillantemente anche gli anni della crisi. Ora che il mercato del solare è fermo, perché il conto energia è stato bloccato, noi non ci siamo arresi. Stiamo andando oltre. A quali nuovi progetti state lavorando? Vogliamo portare sul mercato un’innovazione che in Italia tarda ad affermarsi: realizzare strutture in acciaio per costruire abitazioni molto più leggere di quelle in cemento armato. Insieme a CalabriaInnova e a competenze dell’Università Federico II di Na-
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poli, stiamo studiando dei miglioramenti tecnici da apportare al sistema per adattarlo alla normativa europea. L’acciaio è il materiale antisismico per eccellenza, basti pensare ai grattacieli. Ci sarebbero dei vantaggi notevoli, come la velocità di posa in opera rispetto ai materiali tradizionali: potrebbe volerci un solo mese per realizzare una casa. Non vogliamo sostituirci alle aziende edili, vogliamo affiancarle, offrendo nuove soluzioni. Sfrutteremmo appieno le competenze maturate in questi anni, trasferendo il nostro sistema, che è già protetto da brevetto e ha già il suo contenuto tecnologico nell’installazione, a un altro settore, rendendolo ancora più evoluto. Crediamo molto in questo progetto. Cosa pensa dei servizi di CalabriaInnova? Mi ha fatto un enorme piacere scoprire che in Calabria esistono strutture pubbliche che offrono servizi di affiancamento alle imprese. Quando abbiamo conosciuto CalabriaInnova l’idea era in fase embrionale, ma poi il nostro progetto ha avuto una svolta. L’apporto di CalabriaInnova è stato molto professionale e serio, c’è stata una grande vicinanza. All’inizio ero sorpresa: le aziende calabresi non sono abituate a essere affiancate.
Arinia Solar, il sistema per serre fotovoltaiche di Lamieredil
Lamieredil ha 20 dipendenti, oltre agli agenti esterni. Ne ho incontrato qualcuno, sembrano tutti molto motivati e coinvolti… La tecnologia e gli strumenti sono necessari, ma ad apportare valore sono soprattutto le persone, in qualsiasi ambito. Noi crediamo e investiamo nella crescita professionale in azienda: facciamo formazione interna, mandiamo il personale a for-
NUOVI MATERIALI
Dalle nanotecnologie il nuovo nanotubo ecologico Rubrica a cura del servizio CI Materiali – materiali@calabriainnova.it
Dalla preistoria ai giorni nostri, la scoperta e l’uso di nuovi materiali ha cambiato la nostra vita: dai mattoni di fango alla ceramica, dalla carta all’acciaio, fino alle nanotecnologie protagoniste dell’odierna età del silicio. Proprio grazie allo studio delle nanotecnologie, infatti, sono stati sviluppati nuovi materiali dalle potenzialità enormi. Tra questi i nanotubi, una classe di sostanze del carbonio con dimensioni infinitesimali, tra 0.6 e 1.8 nm. Hanno una resistenza alla trazione 32 volte maggiore dell’acciaio e flessibilità superiore alle fibre di carbonio. Se la conducibilità elettrica è notevole, 1.000 volte più di quella del rame, la resistenza termica è eccezionale: fino a 2800° C. Costano però 150 volte più dell’oro. Le future applicazioni dei nanotubi si individuano nella produzione di nanocircuiti, sonde chimiche, muscoli artificiali, nanopinze, nanobilance e celle a combustibile. Oggi sono già presenti sul mercato in materiali compositi altamente innovativi. È il caso di un composito metallico a base di alluminio e cariche di nanotubi in carbonio, prodotto in Europa, che ha caratteristiche simili all’acciaio ma tre volte più leggero. Il materiale viene attualmente prodotto sotto forma di semilavorato, in barre, tubi e tondi. Grazie alla resistenza meccanica e alla leggerezza, trova impiego soprattutto nel settore dei trasporti, contribuendo significativamente al risparmio energetico e alla diminuzione dell’impatto ambientale grazie alla riduzione del peso. Ecco perché viene classificato tra le nanotecnologie e ha anche l’etichetta ECOFriendly. Esempi di prodotti già realizzati con i nanotubi? Parti di elicottero, come l’albero rotore e il mandrino, viti per biciclette e pignoni, dadi e parti meccaniche per gli usi più svariati. Per maggiori informazioni scopri il servizio CI Materiali di CalabriaInnova in collaborazione con MaTech® PST Galileo Padova: www.calabriainnova.it
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marsi fuori, teniamo alla sicurezza sul lavoro. Prima d’ora, per le attività di ricerca non ci eravamo mai rivolti all’esterno, abbiamo delle competenze tecniche all’interno molto elevate. Il nostro direttore commerciale lavora con noi da 35 anni, ha un’esperienza e una competenza non facile da trovare. Noi vogliamo persone che crescono all’interno dell’azienda, perché dove c’è la volontà comune, la compattezza, il gioco di squadra, lì si può avere successo. Facciamo un prodotto maturo, ma riusciamo ugualmente a inserire valore aggiunto grazie alle idee delle persone che lavorano con noi. Sminuire il valore del capitale umano è una strategia miope. A proposito di persone che crescono nell’azienda, avete anche dipendenti molto giovani… Si, io credo molto nei giovani. Anche mia figlia a breve entrerà in azienda. Si è laureata alla LUISS e ora sta facendo un’esperienza di lavoro a Roma nella Ernst and Young. Una sera alle 11 mi ha detto che era ancora in ufficio, come madre sono stata preoccupata fin quando non è tornata a casa, ma intimamente ero contenta. Sono felice perché sta imparando il sacrificio e l’impegno. I ragazzi devono vivere le difficoltà del lavoro, altrimenti il rischio è che l’azienda di famiglia li protegga dalle difficoltà che la vita comunque riserva. Un po’ come per l’essere madre: proteggere troppo un figlio è dannoso. Come immagina Lamieredil nei prossimi anni? Immagino una crescita costante, graduale. I cambiamenti non sono mai repentini o facili, ma sono una persona molto caparbia, credo che gli obiettivi si possano raggiungere nonostante le difficoltà, se si ci crede davvero. La costanza è una determinante essenziale. Il prossimo passo per noi sarà l’internazionalizzazione.
Un particolare della lavorazione dell'acciaio
SCENARI TECNOLOGICI
Mercato dell’acciaio in Europa: l’esempio del Gruppo Arvedi Rubrica a cura del team Informazione Brevettuale e Documentale brevetti@calabriainnova.it
L’acciaio è probabilmente destinato a rimanere il materiale d'elezione nell'edilizia e nell'industria, anche se la futura domanda di questo metallo potrebbe essere influenzata da diversi fattori (normativa antisismica, sostenibilità ambientale, etc.). Nell’ambito di un settore apparentemente “tradizionale” come questo, la ricerca e l'innovazione dei processi di produzione può rappresentare il fattore vincente per l’impresa. L’Europa in questo contesto può assumere un ruolo di leadership per cui è necessario analizzare lo scenario che le aziende di settore potrebbero attendersi da qui a breve, non solo in relazione ai potenziali mercati di sbocco, ma anche alle tipologie di processi produttivi in grado di garantire risultati economici eccellenti per tutti gli operatori del medesimo settore. Incrociando dati brevettuali e di mercato, è stato possibile deli-
neare la strategia competitiva del Gruppo Arvedi, una delle più importanti realtà siderurgiche europee, con un fatturato consolidato di 2.345 mln di € del 2011 e circa 2.500 dipendenti. Negli anni '60 il suo fondatore, Giovanni Arvedi, fonda le prime aziende del Gruppo, ma è nel 1992 che, attraverso l’utilizzo di una tecnologia innovativa per la produzione di laminati piani in acciaio, si ha il vero punto di svolta. Insieme a Federico Giolitti, Giovanni Arvedi è l’unico italiano al mondo ad aver ricevuto la Bessemer Gold Medal (da parte della prestigiosa organizzazione inglese IOM3 – The Institute of Materials, Minerals & Mining) in virtù dei rilevanti meriti di inventore in campo siderurgico. I successi del gruppo sono stati raggiunti attraverso anni di ricerca che hanno portato Arvedi a depositare circa 416 domande di brevetto nei diversi Paesi del mondo. Ciò a conferma che l’innovazione che passa dai brevetti costituisce un punto di forza per la politica industriale basata sull’internazionalizzazione e sull’innovazione di processo. È prevedibile, pertanto, che la collaborazione di filiera tra aziende del settore (come quelle del Gruppo Arvedi) e l’innovazione dei processi di produzione, possano costituire i fattori chiave di crescita per le aziende di lavorazione dell’acciaio.
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STORIE D’INNOVAZIONE
Share Your Transport: Start Cup Calabria, un anno dopo di Giada Cadei
“Come m’immagino tra cinque anni? A celebrare il successo suonando la campanella al Nasdaq, per poi rientrare nel mio ufficio di Melicucco”. Sorride divertito Samuele Furfaro, CFO di Share Your Transport, con un’aria che tradisce modestia e ambizione allo stesso tempo. Dopo la laurea in economia a Parma, approfondisce i temi della finanza in Inghilterra e negli Stati Uniti, approdando in Ernst&Young come junior analyst, per poi scegliere di gestire gli aspetti finanziari dell’azienda familiare. Ed è proprio in azienda, finito l’orario di lavoro, che si riunisce in segreto con i compagni d’avventura per affinare la sua idea innovativa di business, suscitando la curiosità del padre. Il primo incontro con CalabriaInnova avviene nel corso della Start Cup 2013, cui Samuele partecipa assieme al fratello Daniele, anima gestionale e CEO della startup, al compagno di liceo Antonino Bonfiglio (CTO) e all’amico Fabio Baleani (HOD), presentando l’idea Share Your Transport, il primo market place italiano del trasporto merci. Mentre è in partenza l’edizione 2014 della Start Cup Calabria (www.startcupcalabria.it), Share Your Transport sta per terminare il TalentLab, la nuova opportunità che CalabriaInnova ha riservato ai giovani che vogliono sviluppare le proprie idee innovative: dopo sessioni formative di management e modelli di business i team che partecipano al TalentLab sono adesso impegnati nel ciclo di incontri di accompagnamento personalizzato per la redazione del Piano d’Impresa. Successivamente sarà possibile accedere a quelle risorse economiche così vitali per l’avvio di una startup. Ed è proprio durante la fase di accompagnamento che incontriamo i fratelli Furfaro a CalabriaInnova, per farci raccontare la loro storia a un anno dalla partecipazione alla Start Cup Calabria. Qual è il punto di forza di Share Your Transport? Daniele: “SYT risponde al bisogno delle PMI di trovare, real time e a costi vantaggiosi, tratte di trasporto merci, sfruttando gli spazi di carico rimasti liberi nei camion. Niente più faticose ricerche al telefono, niente più costosi abbonamenti con le borse di carico, niente più attese finché il mezzo non sia completamente carico. L’acquisto può essere eseguito on line e l’approccio mobile first consente a trasportatori e aziende di interagire costantemente, anche in viaggio e fuori dell’ufficio. Il matching ideale è determinato da un algoritmo, sulla base della compatibilità geografica, temporale, merceologica e del peso/volume della merce. I risultati ottenuti potranno poi essere filtrati dall’utente secondo il prezzo, il rating del trasportatore, le recensioni degli altri clienti, ecc.”
Da sinistra: Antonino Bonfiglio, Daniele e Samuele Furfaro, il trio fondatore di Share Your Transport
L’idea evidentemente convince la giuria di esperti e investitori tanto che riuscite a piazzarvi al secondo posto. Cosa ha significato per voi partecipare alla Start Cup Calabria? Samuele: “La Start Cup è stata decisiva per imparare a presentare la nostra idea agli investitori. Se rivedo la nostra primissima presentazione pubblica la trovo scarna, le idee sembrano grezze. Abbiamo imparato a sfrondare il superfluo, ad andare dritto al cuore, anche a quello degli investitori. Siamo stati in gara in altri contest italiani, ma CalabriaInnova con la Start Cup ci ha sorpreso per il livello della formazione e delle testimonianze portate in aula, l’organizzazione, la qualità della platea di esperti e investitori che ha saputo catalizzare nel corso della finale. Un percorso che ci ha calati nella realtà, grazie anche al confronto diretto con esperti del nostro specifico settore e ci ha fornito ottime occasioni di visibilità”. A che punto siete del vostro percorso? Daniele: “A giorni costituiremo la nostra società mentre la piattaforma definitiva sarà on line da settembre 2014. Abbiamo avuto altre occasioni per insediarci altrove, a Catania ad esempio o nel SellaLab di Banca Sella, ma quando abbiamo deciso di rientrare in Italia lo abbiamo fatto perché volevamo
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Share Your Trasport durante la premiazione alla Start Cup Calabria 2013
lavorare proprio in Calabria, seguendo le orme di nostro padre. Prima di CalabriaInnova e del sistema di relazioni che ha portato sul territorio, qui non c’era niente. CalabriaInnova ha saputo creare un ecosistema favorevole alla nascita di startup come la nostra”.
VETRINA DELLA RICERCA
Building Future Lab: a Reggio si progettano gli edifici del futuro Rubrica a cura del team Valorizzazione della Ricerca – ricerca@calabriainnova.it
Oggi l'energia utilizzata negli edifici rappresenta il 35% dell'utilizzo complessivo mondiale. L’Unione Europea, nell’ambito della strategia 2020, individua tra i suoi obiettivi principali la diminuzione di questa percentuale, prevedendo che ogni Paese definisca “una strategia a lungo termine per mobilitare investimenti nella ristrutturazione del parco nazionale di edifici residenziali e commerciali sia pubblici che privati”. Negli istituti calabresi sono molte le attività di ricerca che operano per individuare nuove tecnologie e metodologie applicative e per migliorare le prestazioni energetiche e ridurre l’impatto dell’abitare urbano. Uno dei protagonisti di questa missione è il Building Future Lab, laboratorio di ricerca costituito presso il Dipartimento dArTE dell’Università Mediterranea di Reggio Calabria che promuove percorsi integrati tra università e aziende, al fine di consentire
C'è tempo fino all'11 settembre 2014 per iscriversi alla VI edizione della Start Cup Calabria: www.startcupcalabria.it
il trasferimento di tecnologie e competenze nel campo delle prestazioni energetico-ambientali e meccaniche di materiali e componenti. Sotto la guida di Corrado Trombetta, responsabile scientifico, il laboratorio interdisciplinare riunisce le competenze del dipartimento DaRTE e DICEAM dell’ateneo reggino, coprendo l’intera filiera: dall’analisi dell’idea progettuale, con inquadraIl professor Corrado Trombetta, responsabile scientifico mento delle esigenze e determina- del Building Future Lab zione dei requisiti e delle prestazioni del prodotto (Laboratorio Cognitivo), alla realizzazione grafica dei manufatti (Test Dimora); dalla determinazione della risposta dei materiali in ambiente indoor (microclima e benessere - Test Room, Test Water), alla sperimentazione e alle prove sui materiali innovativi (Test mat&com); fino allo studio della risposta sismica (Test Mobile, Test Dinamica). Il laboratorio, grazie a fondi del MIUR (PON R&C), si candida a diventare il supporto tecnico dell’Osservatorio sulla Sostenibilità delle Politiche Abitative della Regione Calabria, nonché Certificatore accreditato SINAL per i consumi energetici e la sostenibilità ambientale. Completa l’ambizioso progetto (che vale oltre 8,6 milioni di euro) un master dedicato a 21 specialisti da impiegare nella struttura, che si concluderà in autunno.
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IN AGENDA
CHANCE
A cura di Alessia Salamone
SPERIMENTA L’INNOVAZIONE: LA NUOVA OPPORTUNITÀ PER LE IMPRESE CALABRESI CalabriaInnova in collaborazione con Unindustria Calabria lancia Sperimenta l’Innovazione: l’iniziativa che promuove e diffonde l’impiego di metodologie e strumenti avanzati per l’innovazione, attraverso la sperimentazione in azienda di percorsi guidati di progettazione, revisione o sviluppo di prodotto o di processo. Per saperne di più: www.calabriainnova.it/sperimenta-linnovazione
22 settembre 2014 - Vicenza PREMIO MARZOTTO, AL VIA I COLLOQUI CON I FINALISTI Continua il successo di partecipazione al Premio Marzotto, promosso e ideato dall’Associazione Progetto Marzotto volto a creare una piattaforma dedicata all’innovazione e fondata sul virtuoso connnubio tra capacità imprenditoriale e visione sociale. I colloqui con i finalisti, la fase decisiva del concorso, si svolgerà in un evento ad hoc, nella cornice di Villa Trissimo Marzotto a Vicenza. www.progettomarzotto.org 22-26 settembre 2014 - Roma LA SOCIAL MEDIA WEEK TORNA A ROMA Il maxi evento dedicato alla comunicazione digitale rientra nella Capitale dopo le edizioni di Torino e Milano: in contemporanea con altre città in America, Asia ed Europa, riparte la settimana di seminari e incontri dedicati ai social media. www.startupper.it 26-28 settembre 2014 – Trieste A TRIESTE NEXT È L’ENERGIA IL MAIN THEME DELLA III EDIZIONE Tutto pronto per Trieste Next, il Salone Europeo dell’Innovazione e della Ricerca Scientifica, laboratorio dove trovano spazio ricerca applicata e nuove tecnologie, idee concrete e soluzioni pratiche per accrescere il benessere delle comunità e la competitività delle aziende. Il tema della terza edizione sarà l'energia: tra convegni, lectio magistralis, momenti di spettacolo e relatori illustri. www.triestenext.veneziepost.it 30 settembre 2014 – Bruxelles IMI 2, UN WORKSHOP PER PRESENTARE IL BANDO È in programma a Bruxelles l’IMI 2 Open Info Day 2014, la giornata che prevede una panoramica sul bando IMI 2, dedicato all’Innovative Medicine Innitiative con approfondimenti sulle relative regole di proprietà intellettuale. Saranno forniti consigli su come presentare proposte in ambito IMI 2 con workshop, presentazioni e opportunità di networking. http://bit.ly/1w9ibR7 3-4 ottobre 2014 - Brescia TUTTO PRONTO PER IL SUPERNOVA FESTIVAL Superpartes Innovation Campus, laboratorio basato sull’Open Innovation, organizza Superstarter, contest per startup all’interno di Supernova, la prima edizione di uno straordinario evento che unisce creatività e innovazione organizzato da TAG. www.supernova.superpartes.biz 23 ottobre 2014, Catanzaro START CUP CALABRIA 2014, LA FINALE ALL’UNIVERSITÀ MAGNA GRAECIA Le migliori 10 idee d’impresa, selezione durante la Start Cup Calabria, arrivano alla fase finale, gli Awards prevista all’Università Magna Graecia di Catanzaro. Le idee finaliste si sfideranno a colpi di pitch. In giuria imprenditori, venture capitalist, operatori di istituti finanziari e di fondi di seed, amministratori pubblici, docenti universitari. I 3 vincitori avranno premi in denaro e servizi e potranno accedere al Premio Nazionale per l’Innovazione. www.startcupcalabria.it
ECO-INNOVAZIONE: COME SI PUÒ PREVENIRE LA PRODUZIONE DEI RIFIUTI? All’interno del programma Horizon 2020 ecco una call dedicata all’Eco-innovazione. Il bando ha l’obiettivo di produrre strategie innovative e sostenibili per la prevenzione e la gestione dei rifiuti nelle aree urbane. Le proposte dovranno evidenziare come i modelli urbani, il comportamento dei consumatori, gli stili di vita, la cultura, l'architettura e le questioni socio-economiche possano influenzare il metabolismo delle città. Per candidarsi c’è tempo fino al 16 ottobre 2014. Per informazioni: www.associazioneeuropa2020.eu START CUP CALABRIA 2014, HAI UN’IDEA VINCENTE NEL CASSETTO? Hai un'idea da sviluppare ancora mai realizzata sul Pianeta Terra? È talmente innovativa che potrebbe far gola a culture più avanzate della nostra? Partecipa alla VI edizione della Start Cup Calabria, la business plan competition organizzata da CalabriaInnova, l'Università della Calabria, l'Università Magna Graecia e l'Università Mediterranea. Le idee più spaziali potranno trasformarsi in un business di successo. Iscriversi è semplice: basta compilare il form di registrazione sul sito dell’iniziativa entro l’11 settembre 2014. Per info: www.startcupcalabria.it. FAST UP, IL PROGETTO CHE PREMIA LE MICROIMPRESE INNOVATIVE Sei un artista, uno scrittore, un designer, un innovatore e hai un’idea geniale per una startup? Puoi rivolgerti al Eppela, il portale di crowdfunding tutto italiano che permette di creare un progetto, condividerlo con il proprio network e ottenere un finanziamento per realizzarlo. Per partecipare c’è tempo fino al 31 dicembre 2014. Per informazioni e iscrizioni: www.finanziamentinews.it CORPORATE, I NUOVI FINANZIAMENTI PER LE IMPRESE È operativa l’agevolazione finanziaria Corporate, riservata alle imprese già esistenti da almeno 3 anni con sede in qualsiasi regione italiana. Si tratta di un finanziamento agevolato per progetti di sviluppo aziendale di almeno 1 milione di euro complessivi. È prevista l’agevolazione gratuita consistente nel rilascio della garanzia dell’80% tramite il fondo di garanzia statale MCC e ISMEA e un mutuo del 100% a tassi convenzionati. Per partecipare è necessario che la situazione aziendale di bilancio dell’azienda sia sana e che il business plan dimostri validità economico-finanziaria con prospettive di sviluppo per il territorio. Per altre informazioni e per compilare il form online: http://adobe.ly/1nrFRe5 Restart Calabria, Idee e persone che cambiano il futuro, è lo speciale di CalabriaInnova. CalabriaInnova è un Progetto Integrato di Sviluppo Regionale finalizzato a sostenere i processi di innovazione delle imprese calabresi, favorendo il trasferimento di tecnologie e conoscenze sviluppate dal sistema della Ricerca al mondo imprenditoriale. Restart Calabria è a cura del Team Comunicazione & Networking di CalabriaInnova In Redazione: Francesco Bartoletta, Giada Cadei, Valentina De Grazia, Alessia Salamone Hanno collaborato a questo numero: Monica Filice, Sonia Garieri, Teresa Granato, Luciana Milazzo Per segnalazioni e info su Restart Calabria: comunicazione@calabriainnova.it
Area Industriale Benedetto XVI (Ex-Sir), Comparto 15, Padiglione F3 - 88046 Lamezia Terme (CZ) CalabriaInnova è una iniziativa di: Regione Calabria, Fincalabra S.p.A, AREA Science Park - Trieste
economia
Un piano per spendere bene i fondi europei Unindustria Calabria, Provincia di Cosenza ed economisti dell’Università di Bari per un unico obiettivo: sfruttare al meglio la Programmazione 2014/2020
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afforzare il sistema delle imprese attraverso azioni concrete su innovazione, internazionalizzazione, capitale umano, patrimonializzazione. Migliorare la qualità, ridurre i costi di gestione, aumentare la fruibilità, accrescere il valore patrimoniale del costruito. Sostenere la competitività del sistema turistico-ricettivo della Calabria, favorire lo sviluppo delle aree archeologiche e dei siti di interesse ambientale e culturale.
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Questi gli obiettivi a cui tende il complesso di azioni previste dallo studio realizzato da Confindustria Cosenza, con il sostegno della Provincia di Cosenza, con il team di economisti, coordinati da Gianfranco Viesti, Ordinario di Economia all'Università di Bari. Le azioni operative e di rapida attuazione per il rilancio dell'economia calabrese sono state presentate in occasione del convegno dal tema "Impresa e competitività. Una strategia operativa
per la programmazione 2014/2020", organizzato dalla Provincia di Cosenza e da Unindustria Calabria, che si è svolto presso la sede di Confindustria Cosenza. Moderati dal Direttore di Confindustria Cosenza Rosario Branda, dopo i saluti del Presidente di Confindustria Calabria Giuseppe Speziali, ha introdotto i lavori il Presidente di Confindustria Cosenza Natale Mazzuca. Hanno fatto seguito gli interventi del Professore Viesti e del Presidente della Provin-
economia cia di Cosenza Mario Oliverio. La discussione su strategie e strumenti attivabili per il sistema economico calabrese è continuata con il dibattito animato dagli interventi dei massimi rappresentanti delle imprese, dei lavoratori, delle istituzioni e dell'università. Il convegno ha costituito l'occasione per illustrare nel dettaglio le misure di immediata utilizzazione, messe a punto dagli esperti, a valere intanto sui fondi europei in essere, insieme ad un momento di franco confronto sui temi relativi alla prossima programmazione 2014/2020, relativamente ad alcuni tra i settori più importanti per l’economia regionale: il manifatturiero, l'agroalimentare, il turismo, l’edilizia, i servizi avanzati. Si tratta di una sfida cruciale, per sostenere le imprese nella difficile fase storica di crisi che la Calabria attraversa da anni e, più in generale, per tentare di inserire l’economia regionale nel rilancio della competitività del Paese sullo scenario europeo e globale. «Non bisogna solo inseguire le emergenze – ha dichiarato il Presidente degli Industriali cosentini Natale Mazzuca – ma è necessaria una politica strutturale seria ed intelligente che guardi allo sviluppo ed alla crescita. Solo in questo modo si può uscire da questa stagnazione e cercare di stimolare l'occupazione, soprattutto giovanile. Basta inseguire, occorre programmare. Ecco perchè abbiamo pensato ad azioni capaci di produrre risultati in tempi brevi – ha continuato Mazzuca – con l'obiettivo di massimizzare le probabilità di ottenere risultati concreti già nel breve periodo. Azioni in grado di avviare percorsi di sviluppo strutturali, che abbiano respiro lungo: interventi facili da comprendere per le imprese e facili da gestire per le amministrazioni, riducendo al minimo le complessità burocratiche».
Interventi ed azioni suggerite ● Misure di sostegno a progetti innovativi e sperimentali nella filiera agroalimentare ● Interventi per il sostegno di missioni di incoming di operatori esteri ● Intervento per il potenziamento delle imprese calabresi attraverso l’assunzione di personale giovane ad alta qualifica ● Borse di ricerca per la realizzazione di progetti innovativi all’interno delle piccole e medie imprese calabresi aggregate ai poli di innovazione ● Interventi per favorire l’incontro tra mondo della produzione e mondo della ricerca e la realizzazione di progetti esplorativi ● Voucher per la promozione dell’innovazione delle piccole e medie imprese calabresi ● Voucher per la promozione dell’internazionalizzazione delle piccole e medie imprese ● Rafforzare e rendere più efficienti gli interventi di messa in sicurezza del territorio regionale ● Interventi di rigenerazione e resilienza urbana ● Interventi per l’efficientamento energetico del patrimonio edilizio pubblico calabrese ● Fondo rotativo di sviluppo urbano per interventi di edilizia ecosostenible ● Interventi a sostegno delle aree archeologiche calabresi ● Costituzione di un cartellone unico degli eventi di rilevanza turistica che si svolgono in calabria ● Interventi volti a incentivare il turismo “family” ● Interventi a sostegno dello sviluppo di microfiliere in ambito turistico (attraverso l’attivazione della creatività giovanile) ● Azioni di sostegno alla competitività del sistema turistico ricettivo della calabria
Per il Presidente della Provincia di Cosenza Mario Oliverio «i fondi della programmazione comunitaria e nazionale costituiscono l’unico stock di risorse finanziarie a disposizione della Calabria per gli investimenti sullo sviluppo dei sistemi produttivi, il sostegno all’innovazione, il potenziamento infrastrutturale, l’apertura all’internazionalizzazione delle imprese. Per questa ragione questo convegno assume una valenza di grande portata per l’innovatività delle proposte operative che verranno presentate e per la portata della visione complessiva dello sviluppo regionale che sarà offerta al confronto con gli stakeholders del territorio». Per il Presidente di Confindustria Calabria Giuseppe Speziali «la nuova programmazione sarà per la nostra regione, la cartina di tornasole se ve-
ramente c’è voglia di cambiare. Il contributo delle parti sociali e dell’imprenditore è lo strumento necessario per potere alla fine risultati tangibili e coerenti con gli obiettivi prefissati». «L'esperienza italiana del passato – ha sottolineato l'economista Gianfranco Viesti – ha dimostrato che troppe azioni producono un sovraccarico amministrativo che genera enormi ritardi. Facendo tesoro dell'esperienza bisogna evitare azioni sperimentate senza successo e perseverare in interventi che hanno generato esiti positivi. Valutare i rischi, capire i meccanismi, ricostruire i processi, i ritardi, gli ostacoli, ma anche e soprattutto importare modelli attuativi, buone pratiche. Il tutto dovrà includere strumenti per garantire assoluta trasparenza, monitorare l'esecuzione e valutare l'impatto». •
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economia
Programmazione 2014/2020, due priorità: "Concentrare le risorse e facilitare le procedure" di Danilo Colacino
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ieci miliardi di euro, in arrivo grazie alla programmazione 2014/2020 delle risorse comunitarie (attraverso i Fondi strutturali, i Piani di azione e coesione e non solo, concentrati su undici macroaree di intervento), possono cambiare il volto di una realtà socio-economicamente depressa come quella calabrese e, quantomeno, avviare una concreta ripresa? In teoria sì, ma a patto che i soldi siano spesi bene. «Una certezza che vacilla di fronte alle negative esperienze del recente passato», parola di un superesperto della materia: il direttore di Confindustria Calabria Luigi Leone. La sua è una disamina ampia ed esaustiva, un vademecum per saperne di più sulla questione con alcuni spunti di riflessione: «Le due parole d’ordine del nuovo settennio dovranno essere: concentrazione delle risorse e semplificazione delle procedure. Stop dunque alle mille misure che si disperdono in altrettanti rivoli e i conseguenti finanzia-
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menti a pioggia per accontentare tutti. Una parcellizzazione che si traduce in polverizzazione. Basti pensare al 96.3% degli enti locali calabresi beneficiati con il precedente ciclo contro il 39,6% della media del Mezzogiorno». E sulla devoluzione delle competenze, cosa ci dice?
«Solo i territori realmente vocati a precise e ben individuate specificità dovrebbero concorrere direttamente alla gestione delle risorse, che altrimenti deve essere esclusivamente regionale fatto salvo il raccordo con il livello governativo nazionale imposto dai regolamenti».
Lei quindi “vota” per la centralità dell’amministrazione degli aiuti.
«Una materia così articolata come quella degli aiuti non può che essere unitariamente gestita da un soggetto esterno o in house unico, in grado di racchiudere al suo interno competenze e capacità di spessore, altrimenti si rischia di impantanarsi nelle solite pastoie burocratiche».
Dopo un’analisi di carattere generale, ci vuol offrire la prospettiva delle imprese di cui lei cura gli interessi proprio sotto il profilo tecnico insieme al presidente e alle altre figure che hanno invece una “rappresentanza politica”?
«Bisogna emettere bandi semplici per le procedure di incentivazione meno complesse e dar corso al sistema negoziale per quelle più articolate e complicate. In questo senso mi pare che i vecchi Pia abbiano avuto scarso appeal. In altri termini, serve una diversa modulazione che faciliti e non compliche, come avvenuto fino ad ora, la vita alle imprese. Aggiungerei inoltre che si dovrà dare un serio impulso alle specializzazioni produttive della nostra regione. Bene, in questo senso, le smart specialisation individuate, vale a dire l’agroalimentare; il turismo; l’edilizia ecosostenibile; la logistica; l’ICT, la tutela dell’ambiente e la, per così dire trasversale, scienze della vita. Comunque sia, fra le note positive c’è anche l’istituzione di un unico Fondo
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Luigi Leone
all'interno del quale confluiranno sia il FESR che il FSE, che invertirà la logica del ciclo 2007-2013, da impiegare proficuamente nell’integrazione delle misure. Ma ribadisco, per superare le vere criticità serve soprattutto semplificare procedure e bandi e ridurre la distanza oggi esistente tra il mondo accademico e il sistema produttivo in materia di ricerca e innovazione». È facile immaginare, però, che ci sia molto altro?
«Eccome. A partire dallo sviluppo delle Pmi attraverso incentivi per l’implementazione e la formazione del capitale umano, che passa dalla valorizzazione e professionalizzazione dei nostri migliori giovani laureati. Le aziende possono anche ottenere voucher per l’acquisto di pacchetti di servizi o per consulenze esterne di spessore. Senza contare il link con grosse realtà capofila che ottengano sovvenzioni pubbliche per fungere da traino delle piccole e medie imprese. È necessario pure rafforzare la rete dell’innovazione, favorire come premesso le sinergie con gli Atenei calabresi sotto il profilo della industrializza-
zione proficua e immediata della ricerca. L’obiettivo principale è accrescere la competitività degli operatori economici di una terra piccola e scarsamente competitiva, in cui si deve far rete per collocarsi in determinate fasce di mercato ma non prima di aver proceduto a una ristrutturazione e riorganizzazione delle singole aziende, anche dal punto di vista della riduzione dell’impatto ambientale o del miglioramento dell’efficienza energetica, e alla sempre ricorrente partnership con le industrie di punta in Italia e all’estero». Sarebbe anche utile un flash sul capitolo “internazionalizzazione”.
«Serve un impulso per imboccare tale strada una volta per tutte. Ci vuole una pianificazione con progetti incentrati sull’export e, ad esempio, sull’incoming di buyer a cui far scoprire e apprezzare i nostri suggestivi scorci paesaggistici e i prodotti d’eccellenza per renderci appetibili ai maggiori Paesi d’Europa e del resto del mondo».
Gira e rigira si torna sempre al volano del turismo.
«Forse perché, unitamente all'agroa-
limentare, rappresenta uno dei settori di punta della nostra economia. Almeno a breve termine. Ragion per cui si potrebbe partire da una concentrazione degli interventi per aree mature. Dal turismo internazionale a quello della balneazione di prossimità e dall’enogastronomia di qualità, proseguendo con la promozione di mare e montagne; i viaggi legati al business e per motivi religiosi; le escursioni di nicchia in borghi e centri storici caratteristici, in stretta relazione con la valorizzazione dei beni culturali e del patrimonio artistico. Ma tutto passa per l’adeguamento e il potenziamento delle infrastrutture, l’elaborazione di un valido piano della mobilità e un riassetto della rete dei collegamenti. Altrimenti è insensato scommettere su un effettivo cambio di marcia del nostro turismo. In questa direzione, logistica e trasporti ne sono due pilastri». La salvaguardia del territorio è una delle priorità.
«E come potrebbe essere altrimenti in una realtà alle prese con un alto rischio idrogeologico, un elevato pericolo sismico e persino il fenomeno dell’erosione costiera. Motivo per cui si tratta di un versante che non va assolutamente trascurato, allargando lo spettro mi soffermerei anche sui temi dello smaltimento dei rifiuti e della depurazione delle acque».
La conclusione di questa lunga intervista non può che essere dedicata alle difficoltà d’accesso al credito e al costo “salato” del denaro per le imprese operanti in Calabria.
«È il punto focale. La rimozione dell’ostacolo che frena la crescita della maggior parte delle aziende della regione passa per il rafforzamento delle garanzie pubbliche e private o, in seconda battuta, da strumenti finanziari innovativi come i minibond per la copertura dei debiti a breve scadenza o gli interventi sul capitale di rischio per le start-up». •
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In 200 articoli la semplificazione del Codice degli Appalti di Tommaso Rotella
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ell’ultimo mese sono giunti al termine i lavori della Commissione istituita presso il Ministero delle Infrastrutture per il recepimento delle Direttive UE 24/2014 in materia di appalti e la 23/2014 in materia concessioni. Il Consiglio dei ministri ha presentato la bozza di decreto legge “Pubblica amministrazione” nella quale sono contenute tutte le novità normative per il settore degli appalti pubblici e di variazione anche al codice dei contratti pubblici. Si riportano alcune novità che riguardano essenzialmente: • l’abolizione della responsabilità fiscale dell’appaltatore; • la semplificazione delle norme nelle materie degli appalti e delle concessioni pubbliche; • la riduzione dei requisiti di acces-
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so alle gare di progettazione oltre i 100 mila euro; • la semplificazione per le autodichiarazioni rese nelle procedure delle gare d’appalto; • la diminuzione delle verifiche dei requisiti, che avverranno soltanto per l’aggiudicatario nelle procedure aperte con aggiudicazione all’offerta economicamente più vantaggiosa; • la semplificazione delle disposizioni in materia di affidamento degli appalti e delle concessioni pubbliche; • la trasparenza e pubblicità delle procedure di gara con contemporanea diminuzione degli oneri documentali a carico dei soggetti partecipanti; • il miglioramento delle condizioni di accesso alle procedure di appalto e delle concessioni pubbliche per le piccole e medie imprese e per le imprese di nuova costituzione; • l’ individuazione, in tema di procedure di affidamento, di modalità vol-
te a garantire adeguati livelli di concorrenzialità, trasparenza e parità di trattamento. In particolare, per quanto riguarda la soppressione della cosiddetta responsabilità fiscale dell’appaltatore, vengono abrogati i commi dal 28 al 28 ter dell’art. 35 del decreto legge 223/2006. Si tratta della disciplina che prevede nel caso di appalto di opere e di servizi che l’appaltatore risponda in solido con il subappaltatore nei limiti dell’ammontare del corrispettivo dovuto, del versamento all’erario, delle ritenute fiscali sui redditi di lavoro dipendente dovuta dal subappaltatore all’erario in relazione alle prestazioni effettuate nell’ambito del rapporto di subappalto. Viene eliminata la norma che prevede l’aggiudicazione dell’appalto in caso di utilizzo del criterio del prezzo più basso, al netto del costo del personale. Un’altra novità è quella che introduce un controllo esterno su tutte le varianti in corso d’opera,
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con esclusione di quelle sorte per errore o per omissione della progettazione e per esigenze derivanti da sopravvenute norme di legge. Il responsabile del procedimento attraverso uno specifico resoconto dovrà trasmettere all’Autorità nazionale anticorruzione l’elenco di tutte le varianti in corso d’opera determinate da cause impreviste, per eventi imprevedibili in fase di progettazione. La variante dovrà essere trasmessa insieme al progetto esecutivo e all’atto di validazione del progetto. Viene abolito l’incentivo pari al 2% del valore dell’opera pubblica a favore dei tecnici della pubblica amministrazione per lo svolgimento delle attività di progettazione, direzione lavori e collaudo. La proposta prevede la secca abrogazione dei commi 5-6 dell’art. 92 del codice dei contratti pubblici, e l’abrogazione del 30% della tariffa professionale per gli atti di programmazione. Viene eseguito un intervento apposito sul re-
golamento attuativo del codice appalti con riguardo ai requisiti di accesso alle gare di progettazione d’importo superiore ai 100 mila euro (art. 263 del dpr 207/2010). Per quanto concerne il fatturato globale viene portato a 7 anni il termine di riferimento con la riduzione del 25% dei parametri e per il fatturato specifico decennale il requisito si riduce del 50%. E’ stata ipotizzata una correzione alla norma sulla verifica dei requisiti per il solo aggiudicatario che varrà solo per le procedure aperte assegnate con il criterio dell’offerta economicamente più vantaggiosa e non per le gare aperte al prezzo più basso. È stata avviata la semplificazione sulla mancanza o incompletezza e irregolarità essenziali delle autodichiarazioni rese nelle gare di appalto. Le irregolarità non essenziali e la incompletezza di dichiarazioni non indispensabili non determineranno l’obbli-
go di regolarizzazione. Quindi, passando ad aspetti più tecnici, è previsto un ripensamento del ruolo e dei compiti del sistema di qualificazione dei costruttori di opere pubbliche che attualmente è imperniato sulle SOA. A partire dal 1° gennaio 2016 viene abolito l'obbligo di pubblicità sui quotidiani per avvisi e bandi di gara sopra soglia comunitaria e rientranti nei settori ordinari. Inoltre le riforme riguarderanno tanto le grandi opere, tanto il project financing. Bisognerà quindi essere in grado di favorire la partecipazione agli appalti delle Pmi, dando seguito ai principi delle direttive europee. Altri concetti chiave saranno le norme che disporranno il coinvolgimento del territorio sulle grandi opere, e soprattutto le misure destinate ad assicurare la piena tracciabilità dei flussi finanziari e a limitare contenziosi e varianti per arginare la corruzione e l'aumento dei costi. •
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Internazionalizzazione: gli strumenti a disposizione delle imprese S
ostegno all'internazionalizzazione. Gli strumenti per le imprese" è il tema del seminario organizzato da Unindustria Calabria con Banca Popolare del Mezzogiorno e SACE che si è svolto in Confindustria Cosenza. Moderati dal direttore di Confindustria Cosenza Rosario Branda, i lavori sono stati introdotti dal presidente degli Industriali cosentini Natale Mazzuca che ha ribadito come «occorre fare sistema superando le barriere ideologiche dell’individualismo. Il commercio con l’estero rappresenta un elemento fondamentale per la crescita delle imprese e dell’occupazione. Molti fattori ne limitano lo sviluppo, ad iniziare dalle dimensioni aziendali, dalla distribuzione geografica dell’export che è prevalentemente concentrata su mercati tradizionali e, soprattutto, dalle azioni di supporto all’internazionalizzazione che risultano poco efficaci e non supportate da strategie puntuali e mirate. Abbiamo prodotti eccellenti che possono diventare ambasciatori del nostro territorio e far sviluppare turismo. Chiediamo, quindi, "
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al sistema bancario ed istituzionale, di supportate nei processi di internazionalizzazione le nostre imprese, soprattutto quelle piccole». Per il direttore generale della Banca Popolare del Mezzogiorno Roberto Vitti «in anni recenti il nostro Gruppo Bancario è stato in grado di finanziare importanti progetti delle aziende industriali anche laddove il capitale di rischio, degli azionisti, risultava scarso e ciò ha permesso a tanta parte del sistema industriale nazionale di aggredire nuovi mercati esteri e di svilupparsi anche al di là di ciò che avrebbero permesso le sole dotazioni iniziali dell’imprenditore-fondatore. Grazie alla nostra natura di banca “popolare” e “locale”, insieme alla collaborazione con la società pubblica SACE e alla forza di un grande Gruppo bancario quale è il Gruppo BPER, siamo riusciti ad essere a fianco delle imprese anche in un momento
congiunturale che tutti sappiamo essere stato estremamente difficile e complicato. Mi auguro, inoltre, che l’incontro organizzato insieme ad Unindustria Calabria ed a SACE, abbia fatto conoscere a tante imprese le opportunità che possono derivare dall’utilizzo di strumenti finanziari dedicati». L'illustrazione degli strumenti finanziari è stata curata dal responsabile
economia
Da sinistra Amarelli, Vitti, Mazzuca, Zurlo, Perrone e Branda
Mercato Corporate – Sezione Sistemi di Pagamento ed Estero della Banca Popolare del Mezzogiorno Enzo Perrone e dall'account per il Sud Italia della Sace Rossella Zurlo. Il principale prodotto è il FINPROGEX Sace, finziamento a medio lungo termine che beneficia di una garanzia sull’operazione rilasciata dalla SACE. Esso ha la finalità di rafforzare quella spinta all’internazionalizzazione che è la principale strada che potrà permettere all’economia di ritrovare il cammino di crescita del PIL. L’Ente Garante, in forza di una specifico accordo in convenzione con il Gruppo BPER, è la SACE Spa (Società Italiana di Assicurazione dei Crediti all’esportazione), che per la specifica operazione FINPROGEX concede, per quelle aziende giudicate di proprio gradimento, una garanzia di un’entità compresa tra il 50% ed il 70%
del finanziamento. Il valore complessivo del plafond per queste operazioni è attualmente pari ad Euro 200 milioni. Testimonianze interessanti dal mondo imprenditoriale sono state offerte dai rappresentanti di aziende con presenze significative delle produzioni calabresi all'estero. Fortunato Amarelli, presidente della Sezione Agroalimentare di Confindustria Cosenza, ha illustrato gli obiettivi che si prefigge di realizzare il Consorzio Agroalimentare per l’Internazionalizzazione delle Imprese Calabresi denominato "KALOS", che presiede. «Andare all'estero è relativamente facile ma molto costoso - sottolinea Fortunato Amarelli - accedere ai mercati transnazionali in forma aggregata diventa quindi necessario e conveniente per tutti. Il consorzio regionale nasce per questo scopo: formare gli imprenditori e pro-
gettare e svolgere attività inerenti l’internazionalizzazione delle imprese. In questo il supporto del sistema bancario ed istituzionale può fare molto». Franco Attinà dell'azienda Attinà & Forti, Mario Brogna dell'Oleificio Gabro, Nicodemo Librandi delle Cantine Librandi e Daniele Rossi della Caffè Gugliemo e presidente di Confindustria Catanzaro hanno raccontato le loro esperienze nei mercati esteri, tracciandone i tratti più esaltanti ma anche le criticità riscontrate. «Occorre supportare i processi di internazionalizzazione - ha sottolineato il presidente di Confindustria Catanzaro Daniele Rossi - sostenere la competitività delle imprese, non lasciarle sole nella gestione delle complessità che incontrano. Le nostre esperienze ci confermano che c'è molto spazio ed attenzione verso i prodotti calabresi di qualità. •
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Qualità, sicurezza ed efficienza energetica: ecco
su cosa puntare I l seminario dal tema “Sicurezza, qualità ed efficienza energetica: opportunità e vantaggi” organizzato dal Comitato Piccola Industria dell’Associazione degli Industriali crotonese. L’incontro, fortemente voluto dal Presidente della Piccola Industria crotonese, Mario Spanò, ha raggiunto il suo scopo di far emergere come la crescita competitiva delle imprese oggi passi necessariamente da un cambio di mentalità volto ad una maggiore attenzione verso la qualità, la sicurezza e l’efficienza energetica. Tematiche attuali sulle quali Mario Spanò intende investire, anche nella sua veste di Presidente del Polo per le Energie Rinnovabili di Crotone, NET scarl, e coinvolgendo il Comitato della Piccola Industria regionale. Una cambio di mentalità che, come sottolineato dal Vice Presidente della Piccola Industria di Confindustria Crotone, Alessandro Cuomo, deve coinvolgere tutti i livelli aziendali, a partire dai dipendenti fino al vertice strategico. Un nuovo modo di agire e di apparire sul mercato in grado di far emergere le imprese aperte ai cambiamenti e renderle vincenti rispetto ai loro concorrenti fre-
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nati da legacci anacronistici. I relatori, moderati da Alessandra Fanello di Confindustria Crotone, hanno illustrato gli argomenti oggetto del seminario soffermandosi sugli aspetti di maggior interesse per le imprese. Isabella Carrà, responsabile schema ambiente e sicurezza del RINA, ha presentato le varie tipologie di certificazione aziendale in particolare nei settori qualità, ambiente ed energia ed il supporto che può offrire un Ente di certificazione storicamente attivo nel nostro territorio quale il RINA. Carrà ha sottolineato l’importanza che le aziende prendano coscienza di come la certificazione non deve solo essere vista quale adempimento a norme nazionali o comunitarie ma, anche e soprattutto, come un aiuto a muoversi all’interno di standard di riferimento condivisi e apprezzati dai mercati internazionali. Questo potrà generare vantaggi sia in termini di immagine aziendale che di risparmi economici. La certificazione sulla sicurezza, ad esempio, può consentire alle imprese di ottenere un abbattimento nei premi INAIL fino al 30% nelle imprese fino a 10 dipendenti, come ha spiegato il re-
Mario Spanò, presidente Piccola Industria di Crotone
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sponsabile della sede INAIL di Crotone, Eugenio Russo. Un risparmio notevole, che può affiancarsi agli incentivi per progetti di sicurezza aziendale concessi dal Bando ISI in uscita ogni anno con procedura a sportello. Russo ha spiegato come investire sulla sicurezza diventa un fattore fondamentale in una provincia dove, nonostante la contrazione dell’occupazione, si è rilevato nell’ultimo anno un aumento del numero dei decessi sul lavoro. Occorre quindi interrogarsi sui costi in termini economici e di vite umane che potrebbe comportare il sottovalutare la sicurezza sui luoghi di lavoro. E occorre analizzare, anche da un punto di vista etico, i vantaggi che invece riceve un’azienda attenta e conscia degli strumenti di tutela a sua disposizione. In questo percorso gli imprenditori presenti in sala sono stati guidati da Francesco Verri - avvocato penalista responsabile delle Sportello sulla Legalità di Confindustria Crotone - che, con esempi concreti, ha introdotto le figure giuridiche del “responsabile dei lavori” (diverso dal “direttore dei lavori”) e della “delega di funzione“ quali segni di avvedutezza
e mezzi di autotutela imprenditoriale. Si è concentrato sull’efficientamento energetico l’intervento di Luigi Borrelli, Vice Presidente del Polo per le Energie Rinnovabili NET scarl. Come si conviene alla seconda massima carica di un istituto che fonda la sua ragion d’essere nella promozione delle fonti di energia rinnovabile e nella tutela dell’ambiente, Borrelli ha invitato la platea ad una riflessione sui temi ambientali individuando gli ostacoli oggi presenti e riconoscendo l’importante ruolo che spetta a cittadini e imprese nel favorire un cambiamento di mentalità verso un modo di agire eco-friendly. Fare impresa in modo efficiente si può. E a testimoniarlo è stato Vincenzo D’Agostino, Amministratore Delegato di Omnia Energia S.p.A, che ha presentato i successi e i riconoscimenti ottenuti in ambito nazionale e internazionale da parte di un gruppo industriale calabrese che deve il suo successo alla lungimiranza del suo Amministratore e all’attenzione verso la ricerca e l’innovazione di nuove forme di produzione di energia da fonti rinnovabili. Interessante è stata anche l’illustrazione dei
risultati delle ricerche empiriche che hanno dimostrato la convenienza economica dell’adozione delle moderne apparecchiature a basso assorbimento di energia. Ha concluso i lavori il Presidente della Piccola Industria di Confindustria Calabria, Aldo Ferrara che, esprimendo apprezzamento per l’iniziativa, ha ribadito l’importanza degli argomenti trattati pur constatando con rammarico l’ancora scarsa attenzione che le imprese hanno verso la costruzione di un capitale intangibile fatto di efficienza, qualità e rispetto di standard elevati di sicurezza. Il Presidente regionale della Piccola Industria ha ringraziato per l’impegno profuso Mario Spanò il quale ha raccolto l’invito rivoltogli di diffondere a livello regionale questi temi così importanti per l’impresa moderna che intende vincere l’attuale congiuntura sfavorevole. A chiusura dei lavori, Alessandra Fanello di Confindustria Crotone ha invitato gli imprenditori che volessero approfondimenti o contatti con i relatori a mettersi in contatto con gli uffici di Confindustria Crotone (tel. 0962/965309). •
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Turisti in Calabria: nel 2013 più stranieri e meno italiani di Danilo Colacino
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na delle poche leve di una realtà economicamente depressa, tuttavia baciata da madre natura, come la Calabria dovrebbe essere il turismo. I rapporti più aggiornati sullo specifico settore rivelano però una situazione in chiaro-scuro tra indicatori che inducono a un cauto ottimismo in vista del prossimo futuro ed elementi tali da non farlo ritenere una locomotiva in grado di spingere i “vagoni della ripresa”. Quella vera, tangibile. I dati raccolti nel 2013, in attesa del consuntivo sull’estate in corso, servono a tirare le somme e parlano di 1.472 milioni di arrivi per circa 8 milioni di pernottamenti. Gli stranieri che hanno alloggiato in strutture ricettive sono stati 254.300, fermandosi mediamente 6.54 giorni e producendo 1.663 milioni di presenze. Il tratto caratteristico della stagio-
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ne turistica scorsa è stata la variazione degli arrivi di stranieri rispetto al 2012 (+4%), trend più marcato dell’incremento delle presenze (+1.1%) a causa di un calo della permanenza media (-0.2%). Globalmente, però, si è assistito a una diminuzione degli arrivi nel 2013 del 2.4% e delle presenze del 4.3%: questo perché, seppur aumenta il numero degli stranieri che sceglie la Calabria, gli italiani in arrivo diminuiscono, confermando la tendenza del biennio precedente in linea con la situazione nazionale gravata da una congiuntura sfavorevole. Il trend dei flussi alberghieri, nell’ultimo triennio, è stato negativo: sono calati sia gli arrivi (con un -3.4%) che le presenze (-6.9%). Sui vacanzieri italiani, nel raffronto con il 2011, è emerso un -5.4% di arrivi e un -8.8% di presenze. Negli esercizi extralberghieri hanno alloggiato 210 mila turisti, i cui relativi pernottamenti (1.596 milioni) sono risultati connotati da una permanenza media di 7.6 giorni (circa 2.5
in più rispetto all’alberghiero, di cui l’incidenza percentuale ha rappresentato, in termini di presenze, il 18.7% del movimento regionale). È pur vero, tuttavia, che nell’extralberghiero sono state entrambi le componenti, di italiani e di stranieri, a diminuire. Nel comparto alberghiero, invece, gli stranieri hanno fatto registrare un incremento (arrivi +5% e presenze +2.7%). Un segno più lo si è avuto anche davanti al trasporto aereo in tutti gli aeroporti della regione. Alcuni fattori come il ruolo esercitato dalle compagnie low-cost, in virtù dell’abbattimento dei costi di viaggio, e le difficoltà a cui si va incontro per raggiungere la Calabria - dovute ai limiti infrastrutturali e ai problemi di viabilità tali da rendere poco appetibile il ricorso ai mezzi alternativi – hanno favorito l’uso dell’aereo per i collegamenti da e per la regione. E le statistiche confermano tale trend con un incremento dei voli (in totale del 13.8%) e dei passeggeri (40.5%) nell’ultimo
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I dati raccolti nel 2013, in attesa del consuntivo sull’estate in corso, servono a tirare le somme e parlano di 1.472 milioni di arrivi per circa 8 milioni di pernottamenti»
lustro. Nel periodo 2008-2012, il ritmo di crescita globale è stato positivo con un tasso annuo del 3.3% per quanto concerne i voli e del 9% per i passeggeri. Malgrado in taluni casi le variazioni annuali di viaggiatori, arrivati e partiti, dagli aeroporti calabresi e del numero dei voli siano stati variabili, facendo registrare anche valori negativi. Nel 2009 (con un -4.3%) e nel 2012 (con un -5.1%) c’è stata infatti una riduzione dei voli, mentre per i passeggeri nel 2010 e 2011 la crescita è stata notevole con incrementi rispettivamente del 16.2% e del 18.3%. I porti attivi, invece, sono 40. Due in più del 2007. In linea con il dato nazionale, il tipo di approdo prevalente è il porticciolo (75%) che dal 2007 al 2013 è aumentato del 10.6% così come l’approdo di tipo banchina-pontile (+1.2%) mentre sono in netta flessione le spiagge attrezzate (-9%). Nello stesso periodo si è registrato un incremento di circa 900 posti barche: è la costa ionica a contribuire maggiormente con un aumento di 741 unità. Un importante elemento d’attrattiva della regione, infine, potrebbe essere costituito dall’enogastronomia d’eccellenza. La Calabria detiene varie denominazioni: 11 Dop, 4 Igp, 12 Doc e 13 Igt. Grazie ai 272 prodotti agroalimentari riconosciuti dal ministero delle Politiche agricole, la regione è entrata nella top ten della graduatoria italiana aggiudicandosi il 6. posto anticipata solo da Toscana (456); Piemonte (367); Veneto (367); Lazio (341); Campania (330) e Liguria (297). Otre ai vini di qualità, il turista può andare alla ricerca di almeno una
tra le bevande analcoliche, distillati e liquori (a base di frutta, in particolare agrumi, ma anche di erbe, radici e spezie); le 28 specialità di carni (e frattaglie) fresche (podolica, ovina, caprina, di maiale salata e di maiale nero calabrese); i 24 tipi di formaggi (a pasta morbida, semidura e stagionata); le 4 tipologie di grassi (l’olio evo con le caratteristiche cultivar); i 77 tipi di prodotti vegetali allo stato naturale trasformati (a base di frutta, ortaggi freschi ed essiccati, legumi, erbe spontanee e così via), tra cui si può trovare uno dei condimenti tradizionali più gustosi: il salmoriglio; le 85 tipologie di pasta fresca e prodotti di panetteria, biscotteria, pasticceria e confetteria; le 12 specialità (frittelle, frittate, maccheroni al ferretto, ortaggi ripieni, polpette, sughi di carne e verdure e tanto altro ancora); le 21 preparazioni a base di pesce, molluschi e crostacei, pure allevato con tecniche particolari (alici, sarde salate, stocco e così via) nonché, per concludere, gli 11 gustosi prodotti di origine animale (il miele e quelli lattiero-caseari di vario genere, burro escluso). •
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PMI: come battere la crisi? Iniziativa del gruppo GI di Reggio Calabria
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a tratto ispirazione dal libro di Paolo Ruggeri, “Pmi che battono la crisi”, l'iniziativa promossa nel salone degli Industriali reggini da Open Source Management e dal Gruppo Giovani Imprenditori di Confindustria Reggio Calabria. Un momento formati-
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vo all’interno del quale sono stati portati quei modelli virtuosi adottati da aziende che sono riuscite a fronteggiare le difficoltà congiunturali. «Siamo fermamente convinti – ha detto Angelo Marra, presidente dei Giovani Industriali reggini – che la crescita del tessuto produttivo e la creazione di nuove opportunità per quanti intendono avviare un’impresa, siano strettamente legate a momenti di confronto e condivisione come questo. Il mercato oggi impone di guardare con spirito innovativo a qualsiasi ipotesi o iniziativa imprenditoriale, per questo abbiamo sposato con convinzione l’iniziativa e l’approccio operativo promossi da Osm». Secondo Fortunata Raffa, referente di Osm in Calabria, «è di fondamentale importanza in questo momento, diffondere strategie in grado di migliorare la capacità delle imprese di superare la crisi. La nostra iniziativa che ha carattere gratuito, intende sostenere un vero e proprio processo di cambiamento culturale fra gli imprenditori». Il tutto partendo già da un approccio positivo alle problematiche legate ai processi produttivi, come spiegato da Andrea Condello di Osm: «L’esperienza accumulata con le nostre azioni conferma che questo è in effetti il Angelo Marra, presidente Giovani Industriali di Reggio Calabria
primo passo che gli imprenditori devono compiere per migliorare la crescita della propria azienda. Sei interventi, in particolare, si sono rivelati decisivi per superare la crisi e incrementare i fatturati. In primo luogo il prestare la massima attenzione, prima di tutto, alle cause interne come il personale improduttivo, la scarsa visione del futuro o l’attuazione di modelli di business ormai inadeguati». «In questo modo – ha proseguito Condello – i vertici aziendali sono in grado di assumere anche decisioni difficili. Occorre inoltre tornare ad abbracciare il marketing considerandolo parte integrante del successo aziendale. E’ poi necessario misurare le componenti fondamentali della vita di un’impresa quali il fatturato, la liquidità, i flussi di cassa, considerando l’importanza di un cruscotto aziendale che consenta di decidere le azioni giuste per crescere in maniera sana». «Gli ultimi due tasselli – ha poi concluso il rappresentante di Osm – riguardano la persona, vero componente in grado di determinare il successo di un’azienda. In quest’ottica saper riconoscere le persone giuste, trasformare il costo del personale in investimento e, non ultimo, migliorare se stessi sono dei passaggi imprescindibili per vincere le sfide della competitività all’interno di un mercato globale in continuo cambiamento». •
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Report Ge Book 2014. Una "radiografia" dell'agroalimentare calabrese che esporta di Danilo Colacino
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urismo, agricoltura ed enogastronomia. Sono questi i tre pilastri del tessuto produttivo calabrese. È un assunto ormai consolidato anche se sembrano “affacciarsi all’orizzonte” nuove forme imprenditoriali, potenzialmente in grossa espansione, che però non sono ancora in grado di insidiare i motori della comunque fragile struttura economica regionale. Una considerazione fin troppo scontata in base a quanto emerso nel Report Ge Book 2014, ricavato dagli atti del recente forum sull’economia promosso da Unioncamere Calabria. Il riferimento è al documento, redatto con il supporto tecnico-scientifico di Si.Camera, che trae spunto da un sistema di monitoraggio della realtà socioeconomico territoriale. Dettagliato il focus sull’agrindustria. Ma si parte dal dato complessivo sulle esportazioni: la Calabria sconta, fra i suoi tantissimi gap, un tasso di propensione all’export
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pari ad appena l’1.2% nel 2013, percentuale che la colloca peraltro in coda alla graduatoria nazionale, molto distante dalla media italiana pari al 27.9%. Un riscontro lo si rinviene nella dinamica annua del valore aggiunto, ridottosi con maggiore evidenza a livello regionale (-1.2%) rispetto a quanto invece registrato nel resto del Paese (-0.4%). La performance della Calabria è comunque in linea con quella del Mezzogiorno. In termini generali, le esportazioni della regione sono prevalentemente concentrate nell’industria manifatturiera. L’entità delle vendite oltreconfine della trasformazione industriale assorbe l’87.1% dell’export totale per complessivi 306 milioni di euro. Si tratta di un valore che, seppur elevato in termini di contribuzione, è tuttavia inferiore a quello medio stimabile per il Sud (94.4%) e il resto del Paese (95.8%). Nello specifico, 98 milioni di
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La maggior parte delle esportazioni settoriali della Calabria è determinata dalla presenza di poche imprese di medie dimensioni, ma capaci di strutturarsi in modo adeguato per intraprendere le crescenti sfide dei mercati esteri» euro dell’ammontare totale fanno riferimento all’alimentare e alle bevande (27.9%). Se poi si associa tale componente all’agricoltura (che totalizza 38 milioni di euro), il peso della filiera food raggiunge quasi i quattro decimi dell’export regionale. Tutto ciò dimostra, per l’ennesima volta, la centralità che la qualità agroalimentare rappresenta per l’economia di un territorio. Una realtà che punta sull’eccellenza di alcuni suoi alimenti. La maggior parte delle esportazioni settoriali della Calabria è comunque determinata dalla presenza di poche imprese di medie dimensioni, ma capaci di strutturarsi in modo adeguato per intraprendere le crescenti sfide dei mercati esteri. Riguardo alla commercializzazione dei prodotti, in linea con l’andamento su scala nazionale, resta negativa la dinamica delle vendite nel primo trimestre dell’anno in corso, per quanto
attualità
con un lieve cenno di miglioramento in rapporto agli ultimi tre mesi del 2013. A fronte di una riduzione dell’8.7% nel quarto trimestre dell’anno scorso, infatti, nei primi mesi del 2014 le imprese attive nel commercio al dettaglio hanno segnato un calo pari al 5.1% (che nel resto del Paese è del -3.7%). Un aspetto da tenere in considerazione è come la performance delle aziende di dimensioni minori risulti migliore di quella delle imprese con una pianta organica di venti o di un numero maggiore di dipendenti. Le prime sono passate da una contrazione del loro business del 9.7% a una del 5.2%, mentre le seconde hanno accelerato la caduta del volume d’affari dal -2.3% al -4.1%. La grande distribuzione, inoltre, si sta confrontando con un’impennata della dinamica recessiva, testimoniata da un calo delle vendite passato dal 3.0% al 5.1%; il commercio al dettaglio, al contrario, è andato incontro a
un miglioramento stimato dal -10.9% al -4.9% per i prodotti alimentari e dal -8.7% al -5.1% per gli altri, segnando così un netto rallentamento della crisi. Tra le province calabresi, Catanzaro ha fatto registrare la caduta più intensa (-8.1%); Cosenza, viceversa, la flessione meno accentuata (-2,8%). Una situazione diversa la si rinviene nella piccola distribuzione, ambito in cui le aziende dedite alla vendita di prodotti alimentari esprimono timide aspettative ottimistiche (saldo positivo di 4.2 punti) mentre quelle di dimensioni maggiori si attendono un peggioramento (saldo negativo pari a 1.1 punti). La differenza appena denotata la si riscontra anche in relazione alle piccole e grandi imprese: le prime si attendono un lieve peggioramento degli affari (saldo negativo di 0.6 punti), non così le seconde orientate invece a una marcata ripresa (saldo positivo di addirittura 34 punti).
Bisogna quindi notare come questi due distinti iter, che caratterizzano l’evoluzione delle imprese piccole e medie nonché delle realtà imprenditoriali maggiori, proseguono anche sul lungo periodo. pazio poi pure alla filiera ittica, che comprende le attività connesse alla pesca; la lavorazione del pesce e la preparazione di piatti a base di questo apprezzato prodotto del mare, includendo anche il commercio all’ingrosso e al dettaglio dell’alimento. Il settore conta 1.278 aziende che, pur rappresentando una delle attività più antiche della regione a trarre origine dal mare, ricopre per l’economia del territorio un peso inferiore (pari al 17.3%) rispetto a quanto non sia per il Meridione (21.5%) e il resto d’Italia (18.9%). Infine le aziende agricole che hanno fatto registrare un decremento dell’1.8%, dato comunque migliore del -3.4% del Mezzogiorno e del -4% del Paese nel suo complesso. •
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Banca-impresa, serve un confronto equilibrato tra le parti
Da sinistra, Antonello Gagliardi, Vito Verrastro, Gianfranco Filice, Marco Rubettino, Tommaso Canino e Aldo Ferrara
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gni rapporto, privato o pubblico che sia, ha bisogno delle sue regole. Scritte o meno, ogni relazione tra più soggetti è bene che sia sempre regolata da principi e da equilibri volti a migliorare e ben definire le specifiche competenze e i rispettivi ruoli di ciascun attore coinvolto. Ciò avviene nella vita, nelle pratiche quotidiane di ognuno e soprattutto all’interno dei processi finanziari ed economici che regolano lo stato del paese e delle sue aziende.
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Al di sopra di tutto ciò, si esplica e si definisce il rapporto costante tra banche e imprese. Un legame, possibile da enfatizzare attraverso la similitudine latina odio et amo, nel paradosso affettivo che vede i due soggetti coinvolti camminare sulla stessa strada ma spesso su corsie diverse. Uno accanto all’altro ma con visioni differenti che oggi come non mai, con la crisi che non permette rilancio e attanaglia l’economia, vengono negativamente moltiplicate e percepite da chi, negli istituti, dovrebbe riconoscersi e ri-
conoscere il proprio sbocco di sviluppo. Ma anche in questo caso, ogni imprenditore, nel gestire il rapporto con le banche deve tener conto di tutta una serie di fattori, di quelle “regole” scritte o meno, che permettano di garantire un confronto equilibrato e definito tra le parti. Si è discusso di tutto questo all’interno del seminario tecnico “Banca e Impresa” che Confindustria Catanzaro ha organizzato nella sala “G. Papaleo” presso la sede provinciale di Via Eroi. Ad aprire i lavori, il presidente del Grup-
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po Giovani Imprenditori di Catanzaro, Marco Rubbettino e il Presidente della Piccola Industria Confindustria Calabria, Aldo Ferrara che hanno introdotto e chiuso le relazioni di Gianfranco Filice, responsabile Corporate Area Calabria Sud BPM, di Tommaso Canino, responsabile Analista Fidi Area Calabria Sud BPM, Vito Verrastro responsabile Ufficio Monitoraggio qualità del Credito BPM e di Antonello Gagliardi, consulente di Direzione aziendale. Al centro del seminario la tematica del “rating”, l’approccio statistico che viene fornito alle banche per analizzare e studiare la capacità di un azienda di pagare o meno i propri debiti. «Le agenzie – ha così spiegato Tommaso Canino – possono valutare la solvibilità di un soggetto, attribuendo un giudizio circa la capacità dello stesso di generare risorse necessarie a far fronte agli impegni presi nei confronti dei creditori». Ma non è tutto, esistono, infatti anche altri tipi di valutazione delle caratteristiche economico-finanziarie che gli istituti sono capaci di emettere. Come spiegato da Vito Verrastro – «avere a disposizione un rating permette alle banche di dare supporto alle imprese attraverso un'analisi dettagliata del proprio percorso storico, permette di verificare le condizioni delle aziende affiliate, calcolando poi di fatto le reali probabilità
di default». Per far ciò – come evidenziato da Gianfranco Filice – «si avvia una procedura con la quale si analizza il bilancio dell'impresa in tutte le sue componenti e vengono analizzati parametri come la redditività dell’azienda, la sua capacità di produrre risorse e reddito, la remunerazione del capitale, i flussi di cassa, i rapporti fra i mezzi propri e il debito reale». Ma la parte sostanziale del legame tra banca e azienda arriva nel momento in cui parallelamente ai fattori quantitativi devono essere valutati i fattori qualitativi del cliente, andando a ripristinare quel percorso di "relationship" tra i soggetti. «In tal senso – ha sottolineato Filice – sarà compito dei funzionari relazionare sull’affidabilità e le capacità del management dell’azienda e la credibilità dei progetti e degli obiettivi che la società sotto esame si è imposta». La scala dei valori che possono essere assegnati è comunque una scala alfabetica. Nel caso dell’agenzia Standard & Poor’s i giudizi variano da “AAA”, il giudizio che indica il massimo grado di solvibilità di una società, alla D che indica invece lo stato di una società insolvente. Nel caso dell’agenzia Moody’s la scala di valori è leggermente diversa e prevede come rating più basso una C. Poiché in base ai giudizi delle agenzie gli investitori retail e istituzionali valutano le loro strategie di allocazione del capitale alcune distinzio-
ni molto importanti sono da segnalare. In genere un rating che giunga fino al limite minimo della tripla B (BBB) viene considerato un investment grade, ossia un investimento relativamente sicuro. Ma tornando al rapporto bancaimpresa e al necessario confronto che deve esistere tra i due attori principali del processo economico del nostro paese è importante, come affermato dal dottor Gagliardi che le aziende – «siano accompagnate nei loro percorsi di avvicinamento agli istituti di credito, in modo tale da poter usufruire di tutti i benefici esistenti». «L'obiettivo è infatti quello di offrir ai clienti nuove strategie di mercato, dando agli imprenditori nuove vie di fuga in modo tale da mettere gli imprenditori nelle condizioni di poter dialogare anche con altre banche, diverse da quelle a cui ci si affida per tradizione e rapporti precedentemente intercorsi». La propo-
sta, abbracciata a pieno dai presidenti Rubbettino e Ferrara è perciò quella di aprire il più possibile il confronto con gli istituti di credito in modo tale da ascoltare le esigenze e le richieste di ognuna delle parti. In quest'ottica – «sarà fondamentale – secondo Ferrara – rimettere al centro il tema della finanza, in un contesto nel quale il credito è tornato ad essere questione nazionale di vitale importanza per il futuro dell'economia e dell'impresa non solo calabrese». •
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business
Motonautica Ranieri,
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un successo internazionale made in Calabria
l marchio Ranieri nasce a Soverato intorno alla fine degli anni '60 dall'attività imprenditoriale del più grande dei fratelli Pietro Ranieri che partendo dalla vendita ed assistenza di motori marini ed imbarcazioni ha trasformato con la collaborazione dei fratelli la sua passione per l'ingegno in veri e propri capola-
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vori galleggianti. L'attività del più grande dei fratelli ha portato poi alla fine degli anni '70 alla nascita della Motonautica F.lli Ranieri s.r.l. prima società del gruppo Ranieri. Oggi la stessa ha come attività primaria la produzione e commercializzazione di imbarcazioni da diporto in vetroresina. Il mutamento ge-
nerazionale, vede oggi quali protagonisti della Motonautica F.lli Ranieri s.r.l, Pietro Ranieri il maggiore dei fratelli affiancato dai figli Salvatore ed Antonio che curano direttamente insieme la parte commerciale ed amministrativa coadiuvati da personale specializzato. All'interno della società, il fondatore Pietro Ranieri cura e segue personal-
mente ogni singola fase del processo produttivo ed è proprio grazie a lui che la Motonautica F.lli Ranieri è da sempre conosciuta sul mercato come l'azienda leader capace di creare imbarcazioni di altissima qualità ed innovazione tecnologica. Si tratta quindi di un'azienda basata su pilastri appartenenti alla stessa famiglia ed è proprio questo il motivo di tanta attenzione e cura dei particolari. Il connubio di filosofie tecniche e di esperienze lavorative che solo una vita trascorsa in cantiere può dare, ha portato a realizzare un prodotto vincente che oltre alla velocità ed alla maneggevolezza ha raggiunto dei livelli superlativi di affidabilità, robustezza strutturale ma soprattutto confort. La Motonautica F.lli Ranieri seleziona i migliori materiali provenienti da tutto il mondo grazie ad un centro acquisti organizzato e gestito direttamente da Pietro Ranieri. La scelta dei materiali e gli studi che l'azienda svolge su ogni materiale impiegato nel ciclo produttivo, è effettuata al fine di garantire al mercato un prodotto di qualità eccellente. Il segreto di così tanto successo è quindi un gruppo familiare unito in un'attività imprenditoriale che opera in totale armonia per creare imbarcazioni che fanno sognare tutti coloro che acquistano un'imbarcazione contraddistinta dal marchio Ranieri International.
Per il futuro, il cantiere ha deciso l’avvio di un nuovo progetto strategico che impegnerà la Ranieri International nel settore dei gommoni, campo che, pur essendo completamente nuovo, interpreta anch’ esso una passione per la nautica in tutti i Paesi europei. Di fatto l’azienda ha deciso di avvalersi dell’ esperienza e della conoscenza, per espandere la propria gamma complessiva di modelli, affrontando una sfida che staff aziendale saprà interpretare in modo vincente. L’ azienda ha fissato i proprio obiettivi di espansione verso i nuovi mercati, partecipando a marzo 2014 al Salone Internazionale di Dubai, che è diventato il punto di riferimento della nautica nel medio oriente, unico cantiere “Made in Italy” presente nella meravigliosa cornice della Marina circondata dai grattacieli. Anche in Europa, continua il consolidamento del brand Ranieri International protagonista principale al Salone Internazionale di Genova e partner ufficiale del colosso mondiale Suzuki Motor Corporation. In Francia insieme a Honda Marine Europe, in Grecia con Suzuki Motor Corporation, in Germania, a Barcellona, Malta, Inghilterra, Amsterdam, Zagabria, Istanbul, Budapest, Ranieri International rappresenta il principale punto di riferimento di un made in Italy d’eccellenza e soprattutto della Calabria che lavora con successo.•
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eventi
Mediterranea Food & Beverage… Coming soon Torna a novembre la Fiera Enogastronomica più grande in Calabria
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alabria, terra di inconfondibili sapori! Parte da questa convinzione il progetto che ha portato la Fiera del Gusto “Mediterranea Food & Beverage” a divenire l’evento di settore più importante della regione. Un progetto che dal 2010 ha coinvolto tante realtà aziendali della Calabria che produce, da quelle più grosse a quelle a carattere familiare, che approfittano di questa elegante vetrina per farsi conoscere dal grande pubblico che, sempre numeroso, accompagna e segue con affetto lo svolgersi della manifestazione. Un progetto che, dall’inizio appoggiato dalla CCIAA di Catanzaro, è ormai giunto alla sua Quinta Edizione e vuole continuare ad implementare il set-
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tore, per dare un’occasione di slancio alle aziende che già si trovano a combattere con la crisi e con una logica di mercato per la quale spesso è difficile entrare nei circuiti della grande distribuzione. La Fiera Mediterranea Food & Beverage, dal 13 al 16 novembre, presso il Parco Commerciale Le Fontane di Catanzaro, si presenta anche quest’anno suddivisa in padiglioni tematici. • Mediterranea Oro e Wine Lover, dedicato ai produttori di vino ed olio extravergine d’oliva; • Mediterranea Business, con le esposizioni e gli stand di rappresentanza delle aziende della gastronomia calabrese; • Mediterranea Gusto, il salone dedicato ai produttori locali, dove poter degu-
stare ed acquistare le più tipiche specialità della regione. Inoltre, come di consueto, l’organizzazione fieristica proporrà, per la quattro giorni di esposizione, un fitto ed interessante programma di attività che faranno da corollario all’evento. Convegni, degustazioni, corsi di cucina, dibattiti e tavole rotonde, animeranno le diverse aree dedicate: • L’Area Cooking, nella quale si susseguiranno i grandi chef per corsi di cucina e degustazioni aperte al pubblico e la quale ospiterà la Terza Edizione del Concorso Mediterranea Chef e Sapori, dedicato agli Istituti Alberghieri della Regione; • L’Area Pizza, in cui i professionisti dell’Associazione A.P.I., sforneranno in
continuazione pizze calde da far degustare al pubblico; • L’Area Convegni, che Massimo Mauro proporrà convegni, seminari e tavole rotonde su varie tematiche. Mediterranea Food & Beverage si propone come occasione unica, per il pubblico calabrese, di vedere e conoscere, in un’unica visita, le tante realtà produttive della regione, espressione, non bisogna smettere di rimarcarlo, di eccellenti livelli di qualità che, grazie anche ad eventi del genere, si spera non possano andare perduti. •
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Le imprese nella Rete,
workoshop di Catanzaroinforma per il suo decennale C
atanzaroinforma.it, testata che ha saputo conquistare uno spazio importante nel settore dell’informazione on line, ha festeggiato dieci anni. Un traguardo diventato un importante, evento animato da iniziative che hanno visto in primo piano dibattiti di grande qualità. Animati da professionisti di rilievo nazionale che hanno firmato importanti pagine del nostro giornalismo e che portando la loro esperienza maturata sul campo, i seminari inseriti nella kermesse hanno contribuito ad fare della tre giorni di festeggiamenti un momento di confronto tra addetti ai lavori e lettori. Tra i workshop più seguiti e apprezzati quello sul tema “Le imprese nella rete: facciamo il punto”, arricchito dagli interventi del vice presidente dell’Associazione nazionale della stam-
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pa online, Nicola Amelio, il presidente Giovani Confindustria Reggio Calabria, Angelo Marra; il giornalista e creativo Sergio Conti, direttore del progetto iamu.it; il Senior Consultant di Sagitter one, Stefano Potortì e componente del consiglio d’amministrazione della Camera di Commercio italiana a Londra. A fare gli onori di casa con i sentiti auguri a Catanzaroinforma, il presidente della Camera di Commercio – che ha ospitato l’evento nella sala conferenze – Paolo Abramo. Numeri di accessi, ma anche progetti e prospettive nel racconto del vice presidente Anso che ha raccontato come è cambiato fare il giornale in rete e anche la pubblicità, che ha un ruolo fondamentale per la sopravvivenza di questo tipo di impresa. «Gli auguri a questo straordinario sito sono sentiti, anche dal punto di vi-
sta della riuscita dell’impresa, fatta con il cuore e con la passione – afferma il presidente Abramo –. Cultura e informazione non sono settori che viaggiano separati, e soprattutto l’informazione deve essere fatta bene. Catanzaroinforma.it ha compiuto uno sforzo prezioso per garantire una informazione precisa e puntuale, oltre che veloce. Rappresenta un patrimonio per questo territorio. L’auspicio che vuole diventare una proposta è che la Camera di Commercio, che all’innovazione e alla rete di imprese ha guardato con attenzione impegnandosi sul campo in tempi non sospetti, si propone di ospitare seminari e confronti di questo genere anche il prossimo anno, proprio per favorire il confronto e il dibattito producendo idee che hanno bene alla cultura, all’informazione e al territorio».
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In un contesto economico come quello attuale, la ricerca e l’innovazione in azienda diventano sempre più requisiti necessari per competere sui mercati. Lo sviluppo di rapporti di collaborazione tra le imprese, soprattutto le medio piccole, e il mondo della ricerca è la strada con cui perseguire una strategia di crescita. Come cambia il modo di fare impresa, a partire dall’informazione che deve essere sì veloce ma soprattutto puntuale, precisa e verificata. E’ quanto emerso nel corso di uno dei seminari organizzati dal giornale on line Catanzaroinforma.it, in occasione dei dieci anni di attività. Durante l'evento - che è in assoluto il primo che si propone nella regione Calabria - diverse sono state le occasioni di incontro e confronto seminariale sui temi di maggiore attualità e che più
riguardano la professione giornalistica, in particolare, e il diverso modo di fare informazione, in generale. I dibattiti sono animati da professionisti di rilievo nazionale che hanno firmato importanti pagine del nostro giornalismo e che hanno accettato l'invito di Catanzaroinforma a portare la loro esperienza maturata sul campo. La tre giorni, oltre che un momento di confronto tra addetti ai lavori e lettori, è stata anche una festa per rimarcare l’importante traguardo raggiunto. Arriva anche il momento dei numeri, sono quelli declinati dal vice presidente dell’Anso, Nicola Amelio. «Trentacinque milioni e mezzo utenti internet, 26 milioni gli utenti Facebook, mentre 96 milioni sono gli abbonamenti mobile attivi, quasi due cellulari a testi. La penetrazione degli smartphone rispetto
alla popolazione è del 41 per cento, il tempo medio che utenti trascorrono attraverso desktop sono quattro ore e 42 minuti. Facebook – spiega ancora – e Google hanno in mano il potere dell'informazione, il 54 per cento dei fruitori è sui social, per almeno due ore e mezza». Fare informazione 2.0 non è facile, comunque, il ruolo dei giornali della rete ha superato di almeno dieci volte quello dei giornali on line. «L'informazione on line deve essere puntuale, precisa e soprattutto certificata», ha concluso Amelio. Giornalista dal 2005, videomaker dall'adolescenza, sognatore e creativo da sempre, invece, Sergio Conti, appassionato di storie positive della propria terra arriva a creare il progetto IAMU. it, contenitore di idee positive che diventano un progetto fruibile da tutti. Un ►
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racconto quello di Conti che diventa occasione per riflettere e ripensare anche il ruolo del giornalista che, non solo, deve essere al passo con l’innovazione ma deve sapersi reinventare, essere al passo con i tempi ma saper veicolare anche quello che nella rete si perde: le buone notizie. «Questo progetto ha a che fare con la Calabria – spiega Conti – ma anche con le sorti di un territorio in senso assoluto. Con Iamu abbiamo cercato di fare una cosa diversa, che non c’era in Calabria ma nemmeno in Italia. Tutto parte dai bisogni, le fette di mercato di conquistano sulla base di queste indicazioni». Iamu.it insomma nasce dal bisogno di vedere le cose da un’altra prospettiva, «mette allegria. Racconta le cose da un’altra prospettiva, cose buone che ci sono in ogni territorio, ma che troppo spesso vengono bypassate». Il progetto alternativo nasce dai ragazzi che rispondono a semplici domande su una lavagnetta virtuale – diventata una lavagnetta reale finita su una maglietta che sarà presto sul mercato – con una forma di comunicazione “visual” che diventa un progetto da realizzare per “sollecitare conoscenze e parlare alle
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nuove generazioni”. Un monito, quindi, per andare alla ricerca dell'altra Calabria. Una bella storia, sebbene sia quella di un altro cervello di non ritorno dirottato lontano della Calabria, è quella di Stefano Potortì che ha da appassionato di ristorazione, sfruttando i mezzi della rete, ha saputo creare Sagitter One. Si tratta di una boutique company specializzata nella consulenza nel settore dell’ospitalità, che si occupa principalmente di Ristoranti, Coffee Shop, Bar, Pub & Organizzazione di Eventi. Un team di consulenti professionisti fornisce un servizio completo per start-up ed imprese del settore che desiderano crescere ed espandersi, seguendo il cliente in tutte le tappe del processo. «Passione, esperienza e professionalità sono gli elementi fondamentali della nostra filosofia – racconta –. La nostra etica lavorativa è semplice: ascoltare, per comprendere e soddisfare pienamente le necessità dei nostri clienti, sviluppando insieme una strategia vincente. Sagitter one è nata cinque anni fa con l’idea di supportare le aziende che vo-
gliono fare ristorazione – spiega Potortì – dallo start up alle attività successive. La ristorazione e l’attività di imprenditoria legata alla ristorazione è cambiata. E’ inutile dire se la rete sia positiva o negativa: è una strada già tracciata, c’è. Così come è inutile dire che c’è tanta spazzatura. La rete è uno strumento che dobbiamo usare nella maniera migliore. Abbiamo la fortuna di vivere la migliore rivoluzione che l’uomo abbia mai vissuto». Dai siti in htlm ai moderni portali dove la pubblicazione dei video diventa la cosa più interessante ed affascinante, tutti possono caricare video, e la comunicazione si sposta sui social, lo dice anche Potortì che ai propri clienti raccomanda oltre che un sito che rispetti le basi della comunicazione e sia mobile friendly, sposti la comunicazione sui social che hanno un potere d’impatto dirompente. E Sagitter One utilizza la rete per rendere l’attività di consulenza
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più snella possibile, abbattendo i costi, tanto da usare la rete anche per il reclutamento del personale. La rete, quindi, offre strumenti maggiori e forse, quello che manca in Calabria è proprio quello di “collaborare, consorziarsi, aggregarsi, almeno nel momento iniziale”. Anche se, rimarca Paolo Abramo “negli ultimi anni le cose sono cambiate”. Internet ci dà un arma in più perché permette di conquistare e raggiungere nuovi mercati che in passato non avrebbero potuto essere raggiunti se non a costi esorbitanti. Ecco il messaggio di Potortì: la rete va sfruttata. Attraverso la rete si recluta, si progetta. Ma non basta l’idea giusta, ci vuole il sostegno e lo sviluppo della stessa. Fondamentale, quindi, chi si occupa di Start up, come Angelo Marra che dal 2012 ricopre la carica di Presidente del Gruppo Giovani Imprenditori di Confindustria Reggio Calabria, è stato eletto Membro del Consiglio Naziona-
le del Movimento dei Giovani Imprenditori di Confindustria e negli ultimi anni si dedica al supporto di start up innovative e la creazione di nuove imprese. «Dieci anni fa avevo fatto già qualche esperienza sul digitale, ma erano operazioni molto azzardate. Catanzaroinforma.it festeggia i dieci anni ed è una cosa fantastica, conosco solo quattro o cinque aziende del vostro settore che hanno conseguito il risultato di sopravvivere in questo mercato che, negli anni è maturato, ma da Roma in giù ha ancora margini di crescita – spiega Marra –. Il momento di contrazione economica ha ridotto molto gli investimenti, sta trasformando gli investimenti pubblicitari prima sulla carta e in televisione. Il digitale non è soltanto il sito internet». L’Italia vanta un record per posses-
so di cellulari e tablet contribuendo ad accelerare la grande rivoluzione che sta facendo la comunicazione on line, soprattutto nell’ambito del giornalismo. «Sta cambiando tutto, e l’Italia si ritrova al passo, recuperando il tempo perduto grazie ad una pervasività dello strumento impressionante – conclude Marra–. La corsa al social network sta cambiando tutto: le aziende voglio la pagina facebook, il profilo twitter». E attenzione al futuro, la nuova rivoluzione si chiama smart tv. •
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Stelle della musica e spiritualità per la XXI edizione del Festival d’Autunno di Rosalba Paletta
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orna in grande stile il Festival d’Autunno a Catanzaro. Luci e paillettes ma non solo saranno al centro di questa XII edizione che, come le precedenti, porta la firma pregiata di Tonia Santacroce, un direttore artistico che ha saputo concepire, dare alla luce e far crescere questo attesissimo appuntamento culturale, portandolo ben oltre i confini regionali e dandogli un livello di notorietà nazionale. Tutto grazie ad un cartellone ogni anno più accurato e originale. Quello della prossima stagione autunnale, lo dicevamo, unisce alle luci e ai bagliori del palcoscenico calcato da stelle della musica mondiale del calibro di Herbie Hancock, i toni
della riflessione e della ricerca di senso partendo dalla figura attualissima, carismatica e rivoluzionaria di Papa Francesco. A spiegare i dettagli della nuova programmazione, con anticipo di qualche mese per permettere a chi viene da fuori regione di organizzare, volendo, anche un bel soggiorno in Calabria, è stata la stessa Santacroce nel corso della conferenza stampa ospitata dall’elegante Palazzo Grimaldi Montuoro, sede della Camera di Commercio di Catanzaro. Una location raffinata - recentemente arricchita con un nuovo ingresso su Piazzetta Grimaldi - per la presentazione di uno degli appuntamenti più attesi del calendario regionale, di cui l’Ente presieduto da Paolo Abramo è storico partner sostenitore. A sostenerlo oggi anche il Comune di Catanzaro, guidato dal Sindaco Sergio Abramo; la Regione Calabria, che ha deciso di puntare sulle
iniziative di qualità inserendo questo Festival in un progetto triennale finanziato con il POR FESR 2007/2013, con capofila il Comune di Borgia e il suo Sindaco Francesco Fusto. Un quartetto istituzionale che sembra pronto a scommettere sul binomio vincente: cultura/economia. Da venerdì 3 ottobre a sabato 22 novembre, quindi, otto appuntamenti che avranno per parole d'ordine: Artisti Latino Americani, Calabresi e Spiritualità. «Una miscela sapiente di culture musicali diverse – ha spiegato Santacroce –, esaltata dalla presenza di grandi artisti, unita a nuovi momenti di riflessione con insigni personalità e la consueta attenzione ai giovani talenti della nostra Regione. Il cartellone 2014 è un omaggio alla musica del continente latino-americano con la presenza esclusiva di Herbie Hancock, leggenda vivente della musica jazz, funk e blues, per la prima volta in assoluto in Calabria; dell’esuberante e
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carismatica Tania Maria, attuale indiscussa regina della musica brasiliana; dell’inedita coppia formata da Michele Placido, icona del cinema e del teatro italiano e da Luis Bacalov, uno
dei più insigni musicisti e compositori viventi, con il loro live ispirato alla cultura argentina. Non ho voluto far mancare però – ha precisato Santacroce – l’omaggio alla nostra Terra e ai nostri artisti, protagonisti di ben due spettacoli: l’inaugurazione affidata all’atteso ritorno sul-
le scene della nostra Loredana Bertè e il balletto "Venti del Sud" portato in scena dal Corpo di ballo di Giovanni Calabrò e dedicato alla musica del Sud Italia, dalla Tammurriata alla Taranta». Un ringraziamento da parte sua ai Partner storici: Camera di Commercio, Fondazione Carical, Confindustria, Rubbettino Editore, Igea Calabra, Guglielmo Caffè, Comune di Catanzaro) e all’Assessorato alla cultura della Regione Calabria, guidato da Mario Caligiuri, attraverso
il bando POR FESR 2007/2013. «Una decisione importante – ha detto con riferimento a questo finanziamento triennale – che ha consentito di ospitare nel tempo artisti di elevatissima caratura, in molte occasioni addirittura in esclusiva nazionale, e proporre eventi con interpreti del calibro di Dionne Warwick, The Manhattan Transfer, Paco de Lucia, Dee Dee Bridgewater, Noa, Vinicio Capossela, Lucio Dalla, Renzo Arbore, Irene Grandi, Diane Schuur, Stefano Bollani, Nina Zilli, Mario Biondi, Al Di Meola e tanti altri ancora». Dicevamo che l’altro grande tema di questa edizione sarà la spiritualità, abbinata a parole come comunicazione, media e malattia. Gli appuntamenti a margine, che accompagneranno questa XII edizione del Festival d’Autunno, vogliono proporre un percorso di riflessione per affrontare i grandi temi del nostro tempo. «I luoghi storici di Catanzaro – ►
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ha spiegato ancora Santacroce – ospiteranno tre conferenze-dibattito con alcuni degli intellettuali e comunicatori più raffinati del panorama nazionale. Si parlerà di “Spiritualità e Comunicazione”, con l’Atto unico di Eugenio Masciari, voce recitante de: “Da S.Francesco a Papa Francesco”. Seguirà la conversazione con Massimo Enrico Milone, direttore di Rai Vaticano, autore del libro: “Pronto? Sono Francesco. Il Papa e la rivoluzione comunicativa un anno dopo”. Sarà poi la volta di "Spiritualità e Media", con la proiezione del film “Bianca come il latte, rossa come il sangue”. A seguire la conversazione con lo scrittore Pippo Corigliano, e le conclusioni affidate a S.E. Monsignor Vincenzo Bertolone, Arcivescovo Metropolita della Diocesi di Catanzaro-Squillace. A concludere questa sezione del Festival sarà il tema “Spiritualità e Medicina”, a cura di Mauro Anselmo, giornalista e scrittore, autore della biografia "Luigi Novarese. Lo spirito che cura il corpo" - La vita di fede come sostegno terapeutico del beato. L'insegnamento del beato Luigi Novarese». «Una programmazione varia e articolata – ha concluso Santacroce – che speriamo quest’anno possa coinvolgere, assieme al pubblico catanzarese, calabrese e a quello sempre più numeroso che proviene da fuori regione, anche i giovani, e in particolare gli studenti e i docenti del Conservatorio della nostra Città, poiché un live di un grande artista vale più di un anno di lezione». Il Presidente Abramo ha commen-
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tato: «Su questa iniziativa la Camera di Commercio di Catanzaro ha voluto ancora una volta mettere il suo bollino di qualità. E’ questo il ruolo che vogliamo avere, a fronte di un numero infinito di richieste di sponsorizzazioni che quotidianamente riceviamo. L’unico criterio possibile – ha affermato il Abramo –, posto che le nostre finanze non sono infinite, è quello di selezionare le migliori proposte, sia sul piano artistico-culturale, sia sul piano della serietà ed affidabilità dei soggetti promotori, sia sul fronte della ricaduta economica che l’iniziativa genera sul territorio. Il Festival d’Autunno e la sua madrina, Tonia Santacroce, soddisfano ampiamente tutti e tre questi aspetti ed è per questa ragione che ancora una volta ne sosteniamo la realizzazione. In particolare – ha sottolineato ancora il presidente dell’Ente camerale –, la grande risonanza mediatica dell’evento, sia a livello locale che nazionale, non può che contribuire a migliorare l’immagine della nostra provincia, rendendo così un ottimo servizio alle strutture turisticoricettive. Presentando con così ampio anticipo la rassegna il nostro obiettivo è proprio quello di permettere a quanti vorranno, di organizzare un soggiorno fra coste ed entroterra. Qualcosa su cui siamo impegnati da tempo, ma che non possiamo portare a termine da soli. Le Istituzioni – ha concluso il Presidente – sono infatti come le dita di una mano. Un dito singolo da solo non può fare operazioni articolate, al massimo può limitarsi a schiacciare un bottone. Più dita assieme possono svolgere invece operazioni complesse, come sono le iniziative culturali che si prefiggono di essere motori di economia, proprio come questo Festival». Sull’obiettivo di fare economia attraverso la cultura si è soffermato fra l’altro anche il Sindaco Abramo: «Siamo di fronte ad un grande esempio di sinergia istituzionale, oltre che di grande merito personale del direttore artistico
del Festival, nonché della Fondazione Politeama, Santacroce. Con questo evento, così come con il Magna Grecia Film Festival, siamo riusciti ad accreditare la nostra Città con due occasioni di elevatissimo livello sulla piazza nazionale, il ché fa onore ad una città capoluogo di Regione. In un momento in cui gli altri teatri della regione chiudono e non propongono nulla, la nostra Città sta portando risultati importanti, ai quali speriamo presto di poter aggiungere la lirica durante l’inverno. Abbiamo inoltre chiuso un accordo con il Conservatorio ed il suo nuovo direttore Francescantonio Pollice – ha precisato il Primo cittadino –, con il quale speriamo di poter operare per aumentare la sensibilità dei nostri giovani verso la musica, anche grazie al ruolo culturale della Fondazione Politeama». Il Sindaco Fusto in qualità di capofila del progetto finanziato dai Fondi Por Fesr 2007/2013 ha affermato: «Il ruolo degli Enti pubblici è importante per facilitare nell’intercettare opportunità di finanziamento. Ma è altrettanto importante che dall’altra parte ci siano soggetti privati capaci di cogliere le occasioni con proposte all’altezza della situazione. Il risultato ottenuto con questo progetto la dice lunga e dà la misura concreta di come non solo sia possibile fare economia con la cultura, ma anche di quanto sia doveroso utilizzare bene i fondi pubblici per il beneficio dei nostri territori. Solo così – ha concluso Fusto – sarà possibile tenere fede all’obiettivo che ogni amministratore pubblico che si rispetti si dà, e cioè migliorare la qualità della vita dei propri concittadini». Concetto che anche l’assessore alla Cultura del Comune di Catanzaro, La Rosa, ha evidenziato affermando: «E’ importante che la stampa guardi e sorvegli iniziative di particolare splendore, che non sono stelle cadenti, ma danno un humus intorno al quale poi si costruisce un tessuto sociale migliore». •
benessere
Benvenuto “Zolfolo” Alle Terme Caronte gioco salute e turismo vanno a braccetto di Rosalba Paletta
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envenuto Zolfolo! Alle Terme Caronte Spa, presidio di salute e benessere incastonato alle pendici del Reventino, con lo sguardo rivolto al Golfo di Sant’Eufemia, in provincia di Catanzaro, è appena arrivato un simpatico personaggio tutto zolfo e salute dedicato ai bambini. Fare le cure termali, contro i malanni tipici dell’infanzia, sarà quindi da oggi ancora più salutare, perché assieme al benessere i più piccini potranno trovare anche il divertimento. A darne notizia con grande soddisfazione è Emilio Cataldi, amministratore delegato del Gruppo di famiglia. «Si tratta di una piccola mascotte – ha affermato – , di colore verde come lo zolfo, pensata per i più piccini al fine di rendere piacevoli e divertenti le cure termali, così utili e benefiche fin dalla più tenera età. L’idea di Zolfolo – ha proseguito Cataldi – è stata sviluppata da uno studio grafi-
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co. La simpatica creatura, registrata nel nome e nella figura all’Ufficio Brevetti e Marchi della Camera di Commercio di Catanzaro, nasce dalla convinzione che il trattamento precoce delle patologie infantili sia la risposta migliore per la prevenzione delle malattie nell’età adulta, avvalorata dal constatare i risultati terapeutici ottenuti. Basti pensare che i genitori sono sempre più propensi a far fare le terapie termali ai loro figli, usufruendo anche della convenzione con il Servizio Sanitario Nazionale. Sui benefici del termalismo in età infantile abbiamo anche prodotto uno studio, pubblicato nella nostra collana dei Quaderni Scientifici n°17, dal titolo “La Medicina Termale in Pediatria”. Sul punto, quindi, le scienze sociali e mediche vanno a braccetto, convinte come sono che per fare una buona prevenzione sia assolutamente consigliabile affiancare il divertimento ai precetti. «Nell’età pediatrica – ha spiegato ancora Cataldi – è soprattutto valido l’aspetto preventivo rispetto alla profilassi, che pure mantiene una sua funzione specifi-
ca. Le capacità terapeutiche delle nostre acque sulfuree sono particolarmente indicate nelle patologie dei bambini, anche per le ridotte capacità di difendersi dagli agenti patogeni, rimanendo più esposti alle infezioni croniche delle alte e basse vie respiratorie e nella prevenzione della sordità rinogena». Nel dare la notizia, noi di Calabria Economia, abbiamo però colto un altro prezioso aspetto che vogliamo condividere con i nostri lettori. Ci ha fatto particolarmente piacere apprendere dell’arrivo di Zolfolo, non solo
benessere per la simpatia della creaturina di animazione e per i benefici che porterà nelle famiglie, quanto per il fatto che ci troviamo di fronte a quella che in più occasioni abbiamo definito “offerta turistica intelligente”. Ascoltiamo spesso e altrettanto frequentemente vi informiamo delle tante parole che nei convegni si fanno a proposito della costruzione di un sistema ricettivo all’altezza delle aspettative dei turisti o dei clienti, e di un mercato sempre più esigente ed esposto ad una concorrenza serratissima. Spesso riflettiamo sulla condizione ancora per molti versi non ottimale dei nostri servizi e ci spingiamo, alla luce di rapporti e studi prodotti da esperti che hanno una visuale generale, fino a fornire qualche indicazione a chi opera nel settore della ricettività, rischiando di sentirci rispondere che ognuno deve fare il proprio mestiere. Questa volta, nell’apprendere la notizia delle Terme Caronte, abbiamo provato soddisfazione, perché se qualcosa si muove e migliora il livello generale di ospitalità nella nostra regione, crediamo che a gioirne dobbiamo essere tutti. Come, purtroppo, siamo tutti a pagare
le conseguenze di ritardi e malagestione che si sono sommati e aggravati nel tempo, segnando enormi distanze con altre regioni d’Italia, per non parlare del Mondo. Chi si è mosso prima di noi altrove ha compreso benissimo che il turismo risponde alla logica strettissima del mercato, e come tale si muove per soddisfare esigenze, domande, bisogni, aspettative; anzi, addirittura chi fa davvero turismo anticipa tutto questo e arriva a leggere nei desideri del cliente prima ancora che lui li abbia espressi, sorprendendolo e accattivandosi così la sua fiducia e la sua fedeltà. Zolfolo è ancora piccolo e forse tutto questo non lo sa. Ma chi lo ha immaginato e realizzato, probabilmente ha in mente un progetto molto più grande di lui, guarda in una direzione lunga, vuole che la creaturina sulfurea faccia divertire i suoi piccoli pazienti che sono anche clienti, e che assieme a
loro si divertano e soggiornino piacevolmente anche i loro genitori, i loro nonni, i loro zii, i prozii e gli amici dei prozii. Perché Caronte è un luogo in cui da oltre duemila anni sgorgano acque salutari, ad una temperatura di 39°C, dalle validissime proprietà terapeutiche, che hanno curato Bruzi, Greci, Romani e Normanni. La nuova mascotte accompagnerà i bambini a scoprire tutto questo con un meraviglioso viaggio. Sul sito (termecaronte.it) si potranno presto trovare nuove informazioni, scaricare immagini da colorare e, in particolare, la pubblicazione "I bambini alle Terme: viaggio con Zolfolo". Inoltre è stata realizzata una intera sezione dedicata ai gadget e un’area giochi on-line, per trascorre del tempo con Zolfolo e accompagnarlo nelle sue avventure. Il piccolo Zolfolo certamente da solo non migliorerà tutto quello che non funziona ancora in Calabria in fatto di turismo, ricettività e servizi. Ma sicuramente saprà indicarci una via. •
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Giornale delle IdentitĂ Territoriali
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società
Il ritardo del Sud e il pregiudizio antimeridionale
di Vittorio Daniele
L
a condizione sociale ed economica, si sa, può essere una colpa. In Inghilterra, fino all’Ottocento, lo era la povertà. I poveri erano ritenuti oziosi scansafatiche e la povertà una colpa, in alcuni casi assimilabile alla delinquenza. Non circostanze sociali, non il fatto di essere nati poveri, di aver ereditato, cioè, la povertà; bensì, l’indole, il carattere, la ragione della condizione sociale dei poveri.
Nel 1913, Henry Goddard, famoso psicologo americano, propose di sottoporre gli immigrati che a decine migliaia sbarcavano ad Ellis Island ai test d’intelligenza. Ebrei, ungheresi, russi, italiani, vennero, così, sottoposti ai test. Analfabeti, affamati, stremati dalle fatiche del lungo viaggio, smarriti, totalmente privi di qualunque conoscenza dell’inglese, gli immigrati conseguivano bassissimi punteggi nei test. Goddard stabilì che l’80 per cento degli italiani, degli un-
gheresi e dei russi erano feeble-minded, “quasi idioti”. Sostenitore dell’eugenetica, propose rigidi limiti all’immigrazione negli Stati Uniti. La storia è nota. Quegli italiani spauriti e affamati non erano affatto geneticamente idioti, come dimostrarono, con il loro contributo al successo americano, i loro figli e nipoti. Alla fine dell’Ottocento, Lombroso, Sergi e Niceforo, autorevoli studiosi, sostennero che l’Italia era popolata da “due stirpi”, due razze. Una di queste vi-
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società veva al Nord, l’altra al Sud. Quest’ultima aveva caratteri suoi propri, una sua “psicologia” dovuta all’influenza di popolazioni mediterranee, africane o mediorientali (eccetto i Greci, puntualizzava Lombroso). Eccitabili, impulsivi, deboli nella volontà, sebbene intelligenti, affermava il siciliano Alfredo Niceforo, gli italiani del Sud avevano un’indole inadatta al progresso sociale e civile. Antropologicamente propensi alla vendetta, al crimine violento, all’omicidio. Nel 1951, in un volume intitolato “La questione meridionale”, Friedrich Vöchting scriveva che l’Italia meridionale era storicamente abitata dalla razza mediterranea. Era, quello mediterraneo, “un tipo pre-ariano di piccola statura, dal colorito bruno, dal cranio allungato”. Senso dell’atavismo, volontà meno sviluppata, uso della malizia e dell’inganno e, soprattutto, profondo scetticismo erano i caratteri morali di quella razza, dalla cui influenza nefasta originavano i mali del Mezzogiorno. Alcune idee sono dure a morire. Non bastano i fatti, il buon senso, la logica a confutarle. Come un fiume carsico, alcune idee sembrano scomparire nel corso della storia per, prima o poi, riaffiorare. Così il pregiudizio antimeridionale. Mai scomparso davvero, presente in parte della pubblica opinione nazionale ed estera, amplificato dalla politica leghista, dalle invettive apertamente razziste, riappare anche nel dibattito scientifico. Nel 2010, Richard Lynn, professore all’Università di Ulster, pubblica un articolo in cui sostiene che i divari tra Nord e Sud nel reddito, nei livelli d’istruzione e anche nella statura dipendono da differenze nel quoziente d’intelligenza. Il Mezzogiorno è arretrato perché i meridionali sono geneticamente meno intelligenti dei settentrionali. È, dunque, nella “natura” dei meridionali, nella loro biologia, la loro vera colpa. Poco o nulla c’entrano le condizioni economiche, la geografia, la politica, le istituzioni.
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numero 3 - 2014
Alcune idee possono essere pericolose. Lo sono quando diventano luogo comune e stereotipo. Così, in questi anni, è divenuto luogo comune che se il Sud è rimasto indietro la colpa è in buona misura, se non tutta, dei meridionali. Sono loro che non si ribellano, che non pretendono che le cose funzionino. Sono i meridionali – tutti, indistintamente, grandi e piccini – ad accettare tacitamente lo strapotere mafioso, se non ad esserne complici, collusi. A nulla vale ricordare i nomi dei meridionali morti per essersi ribellati alla mafia. Cifre senza alcun fondamento alimentano l’immaginario collettivo, la diceria dell’untore. Intere regioni vengono considerate perdute, intere popolazioni pensate non come vittime del sopruso, ma tacitamente complici. Se la sanità, la giustizia, la scuola, le ferrovie, gli uffici pubblici al Sud funzionano male, la colpa è sempre dei meridionali. Di tutti, indistintamente: del padre di famiglia, del disoccupato, dello studente, della casalinga… Sono loro a non protestare. Non più soldi al Sud: i fondi si sprecano o vanno tutti alla mafia. Inutile ricordare che la spesa pubblica al Sud è più bassa di quella che va al Nord, constatare che la corruzione ammala tutto il paese. I meridionali: sfaticati che pretendono assistenza pubblica. Esattamente come si pensava dei poveri nell’Ottocento. Il pericolo di alcune idee è che fanno presto a diventare pregiudizi. E i pregiudizi, si sa, prevalgono sui ragionamenti e sui fatti. Il numero di bambini che hanno accesso ad asili nido e servizi per l’infanzia è, al Sud, incomparabilmente più basso che al Nord. La qualità delle scuole e i risultati scolastici mostrano un paese diviso, con gli studenti meridionali sistematicamente indietro. Al contrario, disoccupazione, povertà, indigenza affliggono le famiglie del Sud molto più di quelle del Nord. Le probabilità che un ventenne meridionale non trovi lavoro sono assai più alte di quelle di un
suo coetaneo settentrionale. Se questo è il contesto, quali saranno gli esiti è facile prevederlo. Si sa, la fortuna di un individuo nella lotteria della vita dipende da molte variabili. Contano la famiglia, la genetica, il contesto sociale. In Italia, conta enormemente dove sei nato. Se sei nato in un paese dell’Aspromonte, in un quartiere povero di Napoli o Palermo avrai molte probabilità di nascere da genitori poveri e con basso livello d’istruzione. Non avrai un asilo nido da frequentare. Parlerai solo il dialetto. Avrai servizi pubblici , inclusi quelli scolastici, di qualità mediamente scadente. Non avrai cinema, teatri, associazioni, oratori. Poiché i primi anni di vita sono cruciali per lo sviluppo futuro, le tue potenzialità cognitive non si realizzeranno appieno. Non saprai quale sia, eventualmente, il tuo talento. È assai probabile che lascerai presto la scuola. Correrai il rischio di perderti, di delinquere. Sarai comunque etichettato, difficilmente sfuggirai dai vecchi e nuovi pregiudizi che oscurano la tua terra. Quando ci si dimentica delle radici sociali, economiche e anche culturali – sì, culturali – del ritardo del Sud, il dibattito si alimenta di stereotipi e pregiudizi. La condizione sociale ed economica tende, così, ad essere considerata una colpa. Non si penserà più, come un tempo, che compito di un paese che voglia dirsi unito è quello di assicurare medesimi diritti ai suoi cittadini, analoghe uguaglianze nelle opportunità. Si continuerà a far finta che il mondo sia piatto e che le opportunità siano le stesse per tutti. Che nascere in Aspromonte o in Trentino non faccia alcuna differenza e che il contesto sociale non conti. Come Goddard, Lombroso e suoi epigoni, si penserà, infine, che siano differenze innate a determinare le sorti degli uomini e che, dunque, nulla possa esser fatto per cambiarne i destini.• *L’articolo è stato pubblicato su “Cronache del Garantista” del 19 luglio 2014.