Calabria Economia - n.5 2013

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B U S I N E S S

M A G A Z I N E

Periodico di informazione economica edito da Mediaservice Srl

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ANNO V | NUMERO 5 | 2013 | 2,50 EURO

Il presidente Speziali spiega la riforma di Confindustria

Jacopo Morelli incontra i giovani imprenditori calabresi

“Bisogna puntare sull’innovazione” Bankitalia, Zappone: “Niente ripresa ma meno pessimismo”

Sabrina Gentile: “In gioco per far crescere il territorio”

Per i 70 anni della Guglielmo una miss testimonial

editoriale

Un territorio sempre più fragile. La politica programmi seri interventi per il risanamento di Aldo Ferrara*

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« La situazione è critica ed è evidente.

Ecco perché serve un’adeguata politica di prevenzione: sia relativamente al dissesto idrogeologico che alle misure di emergenza e pronto intervento»

a conta dei danni è cominciata da quando il cielo plumbeo e minaccioso ha lasciato spazio al sole dei primi giorni di dicembre. E ancora una volta il tributo che la Calabria paga al maltempo è pesante.

Soprattutto se si considera il periodo non certamente roseo che aziende e famiglie stanno attraversando. Vaste porzioni del Catanzarese, del Crotonese e del Cosentino hanno subito profonde ferite. Strade e ponti crollati, case evacuate, strutture aziendali messe in ginocchio da fango e detriti, colture andate a male. Si parla di svariati milioni di euro per poter ricostruire. Le immagini di quest’ultima alluvione con annesso ciclone, tuttavia, non sono molto differenti da quelle dello scorso anno, in altre zone della Calabria, o di due anni fa, quando ancora una volta fu il capoluogo a inginocchiarsi di fronte alle intemperie. Si tratta cioè di fenomeni che hanno perso la caratteristica dell’eccezionalità. O, forse, il nostro territorio fragile non è più in grado di sopportare anche soltanto una pioggia abbondante.

Tanto è lasciato nell’incuria. Tanto è stato violato. La situazione è critica ed è evidente. Ecco perché serve un’adeguata politica di prevenzione: sia relativamente al dissesto idrogeologico che alle misure di emergenza e pronto intervento. Occorre da un lato mettere in campo le risorse per le azioni più impellenti in tema di messa in sicurezza. E’ necessario, cioè, che gli

studi che vengono spesso commissionati a professionisti e tecnici del settore non restino solo sulla carta. Ma che le opere di risanamento previste, abbiano le relative coperture finanziarie. Dall’altro lato, le autorità competenti devono essere in grado di dare risposte, quanto più possibile celeri, a chi vive il disagio – spesso di non poco conto – dei danni subiti. E, come abbiamo visto, si tratta di un discorso questa volta senza confini. Non è solo la “bistrattata” Calabria a essersi piegata ai fenomeni atmosferici avversi. Un po’ tutto il Paese ha palesato la sua fragilità.

Serve, così, programmare e intervenire. Che significa anche dare impulso al settore dell’edilizia e dell’impiantistica, con una evidente ricaduta occupazionale in un comparto che ha smesso di essere così trainante come in passato. Parimenti, l’attenzione per l’ambiente, in una terra come la nostra a elevata vocazione turistica, diventa indispensabile: garantire l’accessibilità agli affascinanti territori dell’entroterra, proteggere le infrastrutture ricettive, tutelare il patrimonio storico-culturale (quanto accaduto agli scavi archeologici di Sibari, in tal senso, dovrebbe, insegnare) deve essere un obiettivo perseguibile dagli amministratori a qualsiasi livello. Ricordando di mettere finalmente in pratica il vecchio adagio “prevenire è meglio che curare”. Ovviamente si tratta di un percorso lungo dopo anni di incuria. Ma si deve cominciare! • * editore di "CalabriaEconomia"

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editoriale

Se la Scuola cambia il Paese si regala il futuro di Davide Lamanna*

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«Non c’è mai stato un governo che, nel suo programma elettorale, non abbia messo il rilancio e lo svecchiamento della scuola italiana»

stato, quello appena trascorso, il mese dell’Orientagiovani e del Pmi day, di cui parliamo ampiamente in questo numero della rivista. Due iniziative di Confindustria che hanno portato gli studenti delle scuole superiori a meglio conoscere il mondo imprenditoriale. Le porte di molte aziende di successo, infatti, si sono aperte ai giovani. Che, per la prima volta, hanno potuto vedere da vicino come funzionano, conoscendo sacrifici e soddisfazioni di chi, ogni giorno, si spende affinché il proprio marchio incontri il favore della clientela. Due appuntamenti che mi danno la possibilità di riflettere, ancora una volta, sull’esigenza di una formazione che si stacchi da programmi ormai datati e lontani dalle esigenze dei ragazzi i quali, dopo la loro permanenza fra i banchi, dovrebbero per quanto possibile essere pronti a entrare nel mondo del lavoro. Quando frequentavo l’Ifg di Urbino, dopo la maturità scientifica e una laurea in Lingue, il mio maestro di giornalismo, il compianto Silvano Rizza, correggendo un mio (mediocre) commento sul bilancio della Fiat, mi disse: «Non capisci come va il mondo se non capisci di economia». Una frase che mi spinse a interessarmi a un settore che mai avevo avuto modo di conoscere se non marginalmente. Ecco: l’economia è una di quelle materie relegata a qualche ora curriculare in alcuni istituti tecnici. Per il resto, il nulla. E’ ovvio che si tratta sol-

tanto di un esempio. Ma credo sia calzante per capire come il sistema scuola sia ancora oggi lontano da un modello formativo davvero utile in chiave occupazionale. Del resto, nonostante le riforme che ogni ministro ha messo in campo, a me sembra che al centro non ci sia mai stato lo studente e il suo futuro quanto la volontà di tagliare, di fare sì, questa volta, “economia”. Eppure non c’è mai stato un governo che, nel suo programma elettorale, non abbia messo il rilancio e lo svecchiamento della scuola italiana. Ricordo, ad esempio, le tre “i” di berlusconiana memoria: “Inglese, internet, impresa”.

A quasi quindici anni dalla coniazione di quello slogan, direi che soltanto la I di internet è entrata nelle competenze dei nostri ragazzi. E non certo attraverso la scuola, quanto per la massiccia diffusione di tutti quei dispositivi che ne hanno consentito la fruizione. Per il resto, non mi è sembrato di notare cambiamenti di rilievo. Nemmeno quelle esperienze di alternanza scuola/lavoro, più volte sollecitate dal sistema confindustriale, hanno trovato continuità e sono state limitate alla buona volontà di qualche dirigente o docente illuminato. Come dice Squinzi: «Lavoro e formazione continuano a essere due mondi che non comunicano». Un peccato davvero. Perché i nostri ragazzi dimostrano di avere le carte in regola per regalare all’Italia un futuro diverso da un presente precario. Non consentirgli una formazione adeguata è un errore che rischieremo di pagare davvero caro. • * direttore di "CalabriaEconomia"

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ANNO V | NUMERO 5 | 2013

In copertina B U S I N E S S

Jacopo Morelli

M A G A Z I N E

“Bisogna puntare sull’innovazione”

Calabria Economia periodico di informazione economica Anno V - numero 5 - 2013

Giuseppe Speziali

Direttore responsabile

Davide Lamanna

Contatti Redazione via Caduti sul Lavoro, n. 9 88100 S. Maria di Catanzaro tel. 0961.781410 - fax 0961.789650 www.calabriaeconomia.it info@calabriaeconomia.it Collaborazioni esterne saltuarie Danilo Colacino, Vittorio Daniele, Enrico Mazza, Monia Melia, Paolo Orofino, Maria Rita Galati, Eugenia Ferragina, Maurizio Bonanno, Rosalba Paletta

Luisa Zappone Sabrina Gentile Denny Mendez

Editoriali Un territorio sempre più fragile.

La politica programmi seri interventi per il risanamento

Progetto grafico Gianluca Muzzi Fotografie: Icaro fotocronache MediaService srl Antonio Raffaele

di Aldo Ferrara

Se la Scuola cambia il Paese si regala il futuro

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di Davide Lamanna

Stampa Stabilimento Tipografico De Rose Montalto Uffugo (CS) Società Editrice Mediaservice Srl via Caduti sul Lavoro, n. 9 88100 S. Maria di Catanzaro www.mediaserviceagency.it info@mediaserviceagency.it

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numero 5 - 2013

info@calabriaeconomia.it

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sommario PRIMO PIANO 6

La sfida dell’imprenditoria calabrese? L’innovazione!

attualità 10

Ecco come cambia Confindustria

46 La Camera di Commercio di Catanzaro a fianco delle imprese 50 Baban nuovo presidente di Piccola

industria: le congratulazioni di Aldo Ferrara 51 Rinnovati gli incarichi in seno al Coordinamento Regionale INAIL dei Co.Co.Pro. 52 “Un giorno con l’imprenditore” regala soddisfazioni agli studenti cosentini

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"Alla ricerca del credito perduto", convegno di Confindustria Cosenza

16 "Diamoci un taglio": da Napoli l’appello dei Giovani Imprenditori 54 PMI Day industriamoci 58 Il maltempo colpisce anche la Calabria

banca-impresa 60 Mezzogiorno e green energy: opportunità di crescita e sviluppo

economia 22

L’agenda di Sabrina Gentile per il rilancio del territorio

26 Beni confiscati: “Essere celeri nella definizione del procedimento” 28 Cosa prevede l’informazione

interdittiva antimafia 30 Nuovi presidenti per Ance Catanzaro e Cosenza 32

Settant’anni di tradizione e innovazione.

E’ festa per la Gugliemo Caffè

62 Rapporto Bankitalia, Luisa Zappone:

“Non si vedono grandi segnali di ripresa” 64 Casa, dolce casa! Ma il mercato risente della crisi 66 In arrivo contributi per le Reti di imprese turistiche 72 Cerchi occupazione? Ora c’è MyJobPage

eventi 74

3^ Edizione di Edilexpo Calabria

Speciale inserto

37 RestartCalabria n.3

pag.

a cura di CalabriaInnova

8 pagine da staccare e conservare

business 76 Antonio Abbruzzino insignito della stella Michelin 78 Se le opportunità arrivano dalla Corea del Sud…

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primo piano

U

n tempo di crisi, che sembra infinito.

Un frangente tanto lungo e cupo da togliere, o quantomeno limitare fortemente, le aspirazioni e perfino i sogni di quanti hanno scelto, nella vita, di fare impresa. Di produrre o commercializzare qualcosa, magari perché lo si è ereditato dai propri avi che hanno tramandato l’azienda di famiglia nei decenni, passando di generazione in generazione, ovvero perché si è deciso di partire da zero. Ma senza innovazione è difficile che si ottengano risultati tangibili.

Ragion per cui anche la Calabria ha raccolto tale sfida nei processi produttivi e manageriali.

E a dar ancora più forza a questo ambizioso piano, varato dagli imprenditori under 40, è stato il loro leader nazionale Jacopo Morelli.

Il presidente dei Giovani

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Jacopo Morelli numero 5 - 2013

di Confindustria è infatti giunto in visita nella sede confindustriale della Calabria di via Antonio Lombardi a Catanzaro per prendere parte al convegno indetto dal suo omologo calabrese Mario Romano, che ha inteso coinvolgere tutte le rappresentanze territoriali della Confederazione giovanile.

Il riferimento è ai presidenti provinciali del capoluogo Marco Rubettino, di Reggio Angelo Marra, di Cosenza Paolo Filice, di Crotone Sabrina Gentile e di Vibo Valentia Rocco Colacchio.

Alcuni hanno presentato esempi di case history ovvero il racconto di un’esperienza diretta nel campo imprenditoriale. È il caso degli straordinari esempi manageriali portati da Massimiliano Salvatori e delle sorelle Abramo, Antonia e Ilaria, per Catanzaro, di Samuele Furfaro per Reggio e di Nereo Salerno di San Marco Argentano per Cosenza.

Molto atteso l’intervento del presidente Morelli: «Quando vengo qui, mi sento a casa. Credo, però, sia utile dare a tale incontro un taglio di concretezza e, di conseguenza, vi riferisco di un recente meeting tenutosi a Bruxelles dove ci siamo interfacciati con il presidente Giorgio Squinzi e i vertici dell’Unione

primo piano

Da sinistra: Samuele Furfaro, Marco Rubbetino, Angelo Marra, Giuseppe Speziali, Jacopo Morelli, Mario Romano, Sabrina Gentile, Rocco Colacchio e Paolo Filice

La sfida dell’imprenditoria calabrese? L’innovazione!

In Calabria il presidente dei Giovani di Confindustria Jacopo Morelli Europea. Mi riferisco ad Josè Manuel Durao Barroso, Martin Schulz e Antonio Tajani, e quando ci hanno chiesto se gli imprenditori volessero seguire il modello anglosassone o renano, io ho risposto: preferiamo l’italiano. È un con-

cetto che dobbiamo ripetere in ogni sede.

Pure a Roma, malgrado sappiamo che potrebbe sembrare superfluo. Il Paese – ha proseguito – è ripartito dopo essere stato sguarnito perfino di un capitale, al termine della seconda guerra mondiale.

La differenza, però, è che allora non si mettevano pesanti catene al sistema produttivo. Basti pensare all’insostenibile pressione fiscale. È per questo che noi non possiamo garantire nuova occupazione, poiché stiamo già stringendo i ►

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primo piano

denti per mantenere i livelli attuali. Non c’è nazione in cui la crescita non si sia maggiormente contratta. Si spiega così il fatto che altrove facciano molto meglio, pur con strumenti meno sofisticati rispetto ai mezzi di cui disponiamo noi, avendo la forza di avere un Governo alle spalle. Ma bisogna pure mettere in risalto che da noi non si può ambire a conquistare i mercati di aree anglofone con un sito internet della propria azienda soltanto in italiano».

A coordinare la discussione - alla quale hanno preso parte, fra gli altri, i presidenti del comitato nazionale Giovani di Confindustria per il Mezzogiorno Giovanni Soffietti, della Piccola Industria Calabria Aldo Ferrara e di Confindustria e della Camera di Commercio di Catanzaro Daniele Rossi e Paolo

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Abramo nonché i direttori della Confederazione regionale e provinciale Luigi Leone e Dario Lamanna - il presidente Romano: «Ci siamo riuniti per fare il punto della situazione in un momento di incertezza nel quale possiamo però ripartire dal solido ancoraggio al caposaldo delle nostre aziende. Intendo stigmatizzare i problemi che patiamo a causa di una burocrazia troppo farraginosa e degli eccessivi balzelli a cui siamo sottoposti.

Al di là di ogni considerazione, tuttavia, abbiamo deciso di puntare sulla competenza. Lo dico con certezza in considerazione del fatto che il divario tra la cultura imprenditoriale del Nord e quella del Sud è ormai stato colmato».

Tra quanti sono intervenuti pure il “padrone di casa” Giuseppe Speziali, che ha brevemente affermato: «Voi costi-

tuite l’ossatura di Confindustria. È solo attraverso l’innovazione che si può uscire dalla crisi. E non parlo solo di quella di progetti e prodotti, ma anche di mentalità. Bisogna cambiare modo di pensare. Si deve contribuire all’affermazione della meritocrazia e recidere i legami con eventuali padrini».

Dopo di lui, Soffietti: «La Calabria appare come un’entità unita in tutti i tavoli di lavoro. Un segnale importante.

Sono infatti questi gli aspetti che fanno la differenza insieme all’impegno e alla dedizione alla propria attività. Sono caratteristiche che costituiscono un alto valore aggiunto. Adesso, però, mi voglio soffermare su quanto fatto nella mia terra, la Sardegna in cui ci siamo poco tempo fa occupati dei mestieri del mare. Comunque sia, accanto al percorso intrapreso

primo piano

da Confindustria nella direzione dello sviluppo delle imprese, esorto gli amici politici, fra i quali ci sono persone di grosso spessore, a non scrivere moltissime leggi, pur buone, che però rimangono poi al palo in ragione del blocco imposto

da un burocrazia soffocante. Uno stretto laccio – ha concluso – che stringe il collo degli operatori economici, rendendo urgente e improcrastinabile una riforma radicale». •

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attualità

Ecco come cambia Confindustria Il presidente Giuseppe Speziali spiega la riforma

di Maria Rita Galati

C

onfindustria cambia pelle.

L'Associazione degli Industriali diventa più agile e snella, avrà nuove articolazioni e innovativi meccanismi di governance per garantire efficacia nella rappresentanza e standard di eccellenza dei servizi offerti ai propri associati.

Una riforma, la terza dal 1970 ad oggi, finalizzata a creare le condizioni affinché Confindustria si ponga come attore imprescindibile nell'elaborazione delle politiche economiche, sociali e industriali del Paese, ponte tra il sistema imprenditoriale e la società nel suo complesso.

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Tutto questo seguendo un percorso di innovazione, formazione e attrazione dei talenti, diffusione di una cultura d'impresa etica, globale e sostenibile. Ad illustrare la riforma di Confindustria - che di fatto affida all'Associazione una mission focalizzata su tre assi (identità, rappresentanze efficace e servizi efficienti) - è il presidente regionale dell'associazione, Giuseppe Speziali, che è anche uno dei nove componenti del Comitato per l'implementazione della riforma, organismo costituito proprio per accompagnare gli industriali italiani all'attuazione di una "trasformazione" che comunque è su base volontaria. Sebbene scegliere di avviare la riforma, come ha fatto la Calabria, avrà benefici economici e supporto logistico importanti.

Speziali rappresenterà non soltanto la Calabria bensì gli imprenditori di tutto il Mezzogiorno d’Italia in una fase così delicata di trasformazione non soltanto dell’Organizzazione ma di tutto il Paese.

E’ una nomina di grande prestigio per tutto il sistema confindustriale calabrese poiché rappresenta il frutto anche del

lavoro che tutte le articolazioni dell’Organizzazione regionale calabrese stanno svolgendo sul territorio. Nei prossimi mesi si avvierà a concretizzazione il processo di modernizzazione di Confindustria tutto teso a renderla più competitiva e vicina alle esigenze dei propri associati sia nell’azione di rappresentanza e lobby che in quella di erogazione di servizi di qualità alle imprese. La riforma punta ad associazioni più forti, ad una rappresentanza più compatta, ma anche a ridurre le sovrapposizioni funzionali e strutturali, oltre che alla valorizzazione dei soci attraverso un nuovo modello di governance. E non solo.

La riforma consegna una Confidustria a vocazione europea ed internazionale.

Quali sono i pilastri della riforma?

«La vocazione europea è il primo.

Confindustria avrà una sede a Roma e a Bruxelles per garantire integrazione della rappresentanza a livello nazionale ed europeo, ma anche adeguati servizi di supporto e coordinamento nelle relazioni con le istituzioni. Ci sarà anche una struttura internazionale cui faranno

attualità capo tutte le iniziative di internazionalizzazione. Il rapporto con il governo centrale viene rafforzato, dettagliato, qualificato - e questo è il secondo -, soprattutto attraverso una governance dell'organizzazione più semplificata che diventa più rappresentativa dei territori. Ad esempio viene introdotto un nuovo organismo per cogliere meglio le esigenze di sviluppo del territorio che è il Comitato delle rappresentanze regionali, questo per fare in modo che la voce delle diverse aree geografiche arrivi più direttamente a Roma. Il terzo pilastro è rappresentato proprio dai Giuseppe Speziali territori: si cercherà di integrare al meglio i livelli che ad oggi sono stati abbastanza sfilacciati, attraverso la semplificazione della governance sul livello locale, ed una elevazione della qualità dei servizi alle imprese associate».

Questo, quindi, il senso della riforma, che non è la prima che interessa Confindustria...

«La prima riforma, denominata Pirelli, risale al 1970. Dopo il riassetto orga-

«

Questa del 2013 è una riforma molto profonda perché non cambia tanto il modo di essere quanto il modo di governare l'organizzazione che si rapporta in maniera unitaria con le istituzioni di Roma e Bruxelles»

nizzativo del 1983, è stata la volta della riforma Mazzoleni datata 1991, per poi arrivare ad un altro intervento denominato Riforma Tognana del 2002. Questa del 2013 è una riforma molto profonda perché non cambia tanto il modo di essere quanto il modo di governare l'organizzazione che si rapporta in maniera unitaria con le istituzioni di Roma e Bruxelles.

Una riforma che tocca soprattutto i territori perché li spinge a fare più massa critica, e questo per la nostra regione è ancora più importante. La diversità principale rispetto alle riforme del passato è rappresentata dal fatto che il documento di attuazione contiene una parte autoapplicativa e una parte che deve essere tradotta in norme di statuto».

In che senso? Come si articola la riforma nella rappresentanza?

«Per una regione piccola come la nostra, fare massa critica e mettere al centro le due anime del nostro operare, lobbies e rappresentanze da una lato e servizi qualificati dall'altro, significa fare un lavoro molto importante per le imprese. Questa

riforma non abolisce però la prossimità della presenza dell'Associazione nei confronti delle imprese, perché il modello cui si tende è quello del perimetro della rappresentanza a livello regionale, vale a dire ci sarà una sola organizzazione territoriale a perimetro regionale.

Le rappresentanze regionali partecipano alla governance confederale attraverso il Consiglio delle rappresentanze regionali e per le Politiche di coesione territoriale. Questo nuovo organismo, composto dai presidenti delle Regionali, ha come obiettivo l'integrazione delle istanze locali con le politiche economiche ed industriali nazionali. Il presidente è nominato presidente confederale di concerto con il consiglio stesso ed è vice presidente di diritto. Presidenza e vice presidenza sono assegnate con meccanismo di alternanza tra Sud e Centro-Nord. Il primo mandato di presidenza 2016-2020 sarà assegnato ad un rappresentante del Sud».

La prima osservazione da fare istintivamente è che abbandonate i territori...

«Non abbandoniamo affatto i terri►

attualità tori, rimarranno dei presidi dove ci sarà una governance molto ristretta ma molto qualificata e direttamente collegata alle questioni di carattere regionale. Anche perché oggi se noi escludiamo l'edilizia che ha quotidianamente da lavorare con gli enti locali, le problematiche relative ai servizi degli altri settori - dal turismo alla manifattura, e tutto il sistema degli incentivi giusto per citare qualche esempio - sono tutte di carattere regionale.

Questo significa dare unitarietà di azione alla nuova organizzazione che nascerà. Il territorio, quindi, non sarà affatto abbandonato: verrà elevato lo standard qualitativo dei servizi, quelli tradizionalmente garantiti saranno implementati con dei nuovi. Pensiamo, ad esempio, al settore delle internazionalizzazione, vale a dire l'accompagnamento delle imprese sui mercati internazionali. Ma anche a tutta la tematica del lavoro intesa non solo come relazioni industriali, ma anche come intervento su lavoro e formazione.

Tutto ciò che si fa sul livello regionale in termini di rappresentanza e di lobby deve essere trasferito in termini di servizi sul territorio: è questo l'anello forte della riforma. Oggi le imprese chiedono sempre più servizi e sempre più qualificati,

«

Una riforma del genere, oltre che rendere unitaria l'azione di rappresentanza, rendere forti e implementati i servizi, porterà ad una razionalizzazione delle attività: ottimizzare risorse umane, risorse patrimoniali e attività porterà quindi ad un contenimento dei costi, valorizzando le eccellenze che nei territori abbiamo»

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questo è un modo nuovo di porsi di Confindustria. Molto probabilmente ci sarà una rivisitazione anche a livello locale di quelle che sono le federazioni di settore.

Questa azione ci mette nelle condizioni di rappresentare al meglio le esigenze delle imprese».

Che tipo di ricadute, quindi, ci saranno sui territori?

«Una riforma del genere, oltre che rendere unitaria l'azione di rappresentanza, rendere forti e implementati i servizi, porterà ad una razionalizzazione delle attività: ottimizzare risorse umane, risorse patrimoniali e attività porterà quindi ad un contenimento dei costi, valorizzando le eccellenze che nei territori abbiamo.

Si otterrebbe, quindi, il duplice risultato di snellire la governance, migliorare rappresentanze e servizi e ridurre i costi. Una sorta di spending review a cui è giusto che anche Confindustria guardi in questo momento di difficoltà, ma fatta qualitativamente e non secondo tagli lineari. La voce della regione Calabria avrà ancora più peso nei nuovi organismi perché il Comitato delle rappresentanze regionali, che oggi non esiste in Confindustria, partecipa alla governance confederale integrando le istanze regionali con quelle economiche e sociali nazionali. Il Consiglio delle rappresentanze regionali sarà il trait d'union tra il territorio e Roma. Un passaggio fondamentale perché oggi, nonostante gli sforzi che si fanno, le politiche nazionali restano scollegate dalle politiche di sviluppo regionali. Questo organismo, quindi, sarà fondamentale per la rappresentazione delle esigenze di sviluppo del territorio».

Come si attua il nuovo modello di governance? In che modo si valorizzano i soci?

«Dagli attuali tre livelli degli organi direttivi si passa a due: 1. Il Consiglio di Presidenza (l'attuale Comitato di Presidenza) composto da 10 membri (incluso il Presidente). Ne fanno parte di diritto il Presidente di Piccola Industria, il Presidente dei Giovani Imprenditori

e il Presidente del Consiglio delle Rappresentanze Regionali e per le Politiche di Coesione Territoriale. 2. Il Consiglio Generale (l'attuale Giunta), organo di indirizzo strategico e di controllo in cui sono rappresentate le Associazioni e le diverse componenti o rappresentanze dirette. Il numero complessivo dei componenti del Consiglio Generale dipenderà dalle aggregazioni effettivamente realizzate: secondo le proiezioni effettuate si attesterebbe a circa 160 membri. Viene soppresso il Consiglio Direttivo. Tutte le associazioni del sistema partecipano all'Assemblea dei Delegati (attuale Assemblea Generale), le cui funzioni, valenza e periodicità vengono fortemente incrementate dalla Riforma. Completano il modello di governance i Giovani Imprenditori, la Piccola Industria, cui si aggiunge il Consiglio delle Rappresentanze Regionali e per le Politiche di Coesione e l'Advisory Board, organo consultivo di elaborazione strategica per la Presidenza di Confindustria».

La Calabria è in prima fila nell'attuazione della riforma...

«Il percorso della riforma non è imposto ma è su base volontaria. La Calabria ha scelto di avviare un percorso formalizzato: è un fatto importante proprio perché non essendo costretta a fare un'associazione a perimetro regionale, attua la riforma con tutto quello che questo comporta, soprattutto per i primi tre anni. Un percorso che porterà dei benefici economici, come una percentuale di sconto nei conferimenti nazionali, che significa alleviare il bilancio. Ma non solo benefici economici: chi non avvia i processi della riforma non potrà avere un rappresentanza nella Giunta nazionale che si chiamerà Consiglio generale, organismo con importanti poteri decisionali. La Calabria, quindi, si garantisce una presenza in Giunta e sarà affiancata dall'organizzazione nazionale nell'attuazione della riforma, da punto di vista amministrativo ed economico». •

attualità

"Alla ricerca del credito perduto", convegno di Confindustria Cosenza Tra i presenti, Vincenzo Boccia, vice Presidente nazionale di Confindustria con delega al credito

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«

obbiamo coniugare speranza e sacrificio, impegno e visione. Puntare alla crescita come soluzione per superare la crisi del Paese. Non abbiamo bisogno di uomini duri o straordinari, ma di portatori di soluzioni». E’ quanto ha dichiarato il Vice Presidente nazionale di Confindustria con delega al credito, Vincenzo Boccia, nel concludere i lavori del convegno organizzato dagli Industriali della provincia di Cosenza, dal titolo “Alla ricerca del credito perduto”, che ha registrato anche gli interventi del Presidente di Confindustria Cosenza Natale Mazzuca, del Direttore Rosario Branda, della Vice Presidente della Regione Calabria Antonella Stasi e del Direttore Generale di Ubi Banca Carime Raffaele Avantaggiato.

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Natale Mazzuca numero 5 - 2013

«Esiste una questione industriale che è nazionale, non meridionale o settentrionale. Se vogliamo essere un paese industriale – ha continuato Boccia – occorre dare un orientamento preciso alla politica economica, costruendo tutti insieme quella discontinuità che si traduce nel fare cose diverse dal passato, lavorando ad un’agenda per la competitività. Un lavoro che deve vedere in prima linea la politica, l’impresa, il sistema del credito».

Della necessità di individuare «soluzioni che possano far incontrare nel concreto due esigenze: quelle delle banche che lamentano la mancanza di reali occasioni di investimento e quelle delle imprese che denunciano tanto la riduzione delle linee di credito in essere, quanto l'accesso a nuovi finanziamenti» ha parlato il Direttore Rosario Branda.

“Alleanza e sinergia vera” sono i concetti più volte ribaditi dal Presidente di Confindustria Cosenza Natale Mazzuca che ha richiamato la necessità di

attualità «ricostruire quel rapporto tra sistema finanziario e sistema delle imprese che ha permesso il grande miracolo italiano.

Dobbiamo tener presente che il credito rappresenta uno dei pilastri fondamentali per la crescita e lo sviluppo e che lo stesso svolge un ruolo sociale di legalità perché si pone come freno al dilagare di fenomeni, come l’usura, che al Sud ha dimensioni davvero allarmanti. Oltre alla crisi – ha dichiarato Mazzuca – molti imprenditori sono spinti nella morsa dell’usura per il pagamento delle tasse! E’ necessario pensare alla costruzione di un percorso virtuoso che faccia recuperare l’arretramento economico della regione e questo non può prescindere dalla concessione di finanziamenti e di credito al sistema economico».

Di mancanza di risorse nazionali, della necessità di impegnare quelle provenienti dal bilancio regionale nella sanità e degli eccessivi vincoli derivanti dall’utilizzo dei fondi comunitari ha parlato la Vicepresidente della Giunta regionale Antonella Stasi che ha sottolineato come «la Regione ha avuto la capacità di mettere insieme determinate risorse ma probabilmente non ha saputo trovare le formule più giuste per farle arrivare alle imprese. E’ il caso del fon-

Natale Mazzuca:

«

Il credito rappresenta uno dei pilastri fondamentali per la crescita e lo sviluppo e lo stesso svolge un ruolo sociale di legalità perché si pone come freno al dilagare di fenomeni, come l’usura, che al Sud ha dimensioni davvero allarmanti»

do “Jeremie” che ha una dotazione di 80 milioni di euro ma che vede istruite pratiche solo per 10 milioni, oppure dello strumento denominato “Mezzanine financing” che sta vedendo impegnate solo la metà delle somme a disposizione. Tali fondi, utilizzati oggi in una percentuale bassissima, devono necessariamente essere spesi entro il 2015. Ci stiamo battendo affinché venga allentato il Patto di Stabilità e per creare un unico strumento di ingegneria finanziaria che supporti realmente le imprese».

A dare risposte per conto del gruppo bancario primo per sportelli presenti nella regione, è stato il Direttore Generale di Ubi Banca Carime Raffaele Avantaggiato. «Non dobbiamo dimenticare che la banca è un’impresa, che deve dare conto agli azionisti e che deve essere capace di autofinanziarsi.

Siamo obbligati ad operare riferendoci a precisi criteri – ha sottolineato il direttore Avantaggiato – ed è nostro compito sostenere impieghi di qualità.

Siamo passati negli ultimi tre anni, in Calabria, da 1 miliardo e 400 milioni di impieghi a 1 miliardo e 749 milioni. La domanda di credito si è fortemente contratta, comportando una riduzione nelle erogazioni, perché gli imprenditori non investono, i fatturati diminuiscono e le famiglie sono in grande difficoltà. Il dato più allarmante è che una famiglia su tre in Calabria è a rischio povertà e che il “costo del credito”, rappresentato dai crediti che non tornano, è aumentato del 135% in tre anni perché le imprese e le famiglie non sono capaci di restituirli. Siamo quindi d’accordo a creare sinergie tra i nostri sistemi perché altrimenti non avremo più l’opportunità di fare il nostro lavoro».

Il denominatore comune di tutti gli interventi è rinchiuso in poche parole chiave: nuova alleanza tra sistema finanziario, politica ed impresa, fiducia diffusa, discontinuità reale, impegno, e responsabilità. L’auspicio di Con-

findustria Cosenza è che si registrino al più presto i primi segnali di una ripresa che ancora appare lontana. •

Raffaele Avantaggiato:

«

Non dobbiamo dimenticare che la banca è un’impresa, che deve dare conto agli azionisti e che deve essere capace di autofinanziarsi.

Siamo obbligati ad operare riferendoci a precisi criteri ed è nostro compito sostenere impieghi di qualità»

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attualitĂ

"Diamoci un taglio": da Napoli l’appello dei Giovani Imprenditori

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opo 27 anni, il convegno annuale dei Giovani Imprenditori di Confindustria ha cambiato location e anziché svolgersi a Capri, è stata Napoli a ospitare l’evento, “in segno di vicinanza al capoluogo partenopeo dopo l’incendio della Città della Scienza” ha dichiarato in apertura dei lavori il presidente dei Giovani Imprenditori di Confindustria Campania Nunzia Petrosino. «Il Convegno – ha precisato – si è trasferito a Napoli per consentire al nostro

movimento di dare un segnale forte in virtù della grave situazione contingente che l’Italia e il nostro territorio, in particolare, stanno vivendo. Una situazione che, nel territorio campano e nella sua città simbolo è “deflagrata” in alcuni gravi accadimenti che non potevano non stimolare una risposta. L’incendio della “Città della Scienza” porta con sé, infatti, oltre all’immane tragedia di una città, di un territorio mortificato nell’orgoglio di una delle sue eccellenze migliori, tutta la valenza simbolica di una situazione che oggi ha raggiunto un picco negativo». Guardando al futuro, la presidente ha concluso il suo intervento affermando che «si insisterà ancora e sempre di più per favorire programmi e progetti che si pongono l’obiettivo di assistere e in-

centivare la creazione di nuove iniziative imprenditoriali giovanili. In un momento del genere, è il modo più intelligente e pragmatico per sottolineare quanta speranza e fiducia abbiamo ancora e continueremo sempre ad avere nel nostro futuro».

Molto applaudito l’intervento del presidente nazionale dei Giovani Imprenditori di Confindustria, Jacopo Morelli, che proponiamo integralmente nelle pagine successive.

Al centro del dibattito l’idea di dare un taglio netto all’attuale situazione “che tiene in ostaggio” un’Italia che deve essere liberata “da chi non vuole cambiare il presente ma soltanto usarlo. Da chi vuol farci credere che la sola alternativa sia far scegliere agli altri o scegliere di ►

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lasciare il Paese. Dalla lotta per la conservazione del potere, dal frastuono della crisi istituzionale, dal rumore doloroso della recessione. Da alleanze del passato, da rendite e vecchi privilegi, dall’incapacità di progettare il domani, da idee ormai morte”. Ma “nonostante tutto” la nostra Italia “riesce a rimanere la seconda produzione manifatturiera d’Europa, brevetta, innova; mantiene dignitosamente se stessa col proprio lavoro, con intelligenza e responsabilità che supplisce alle carenze del welfare. Parliamo dell’Italia dell’eccellenza, della resistenza, del coraggio. Che non vuole incentivi, sussidi e o concessioni, ma il diritto al futuro”.

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E di questo è convinto anche il presidente Giorgio Squinzi, così come lui stesso ha evidenziato nel corso del suo intervento: «Il nostro Paese non merita questo destino, ci sono state tante porcherie, troppe porcate...». Il leader degli industriali è stato durissimo e dal palco di Napoli ha lanciato un messaggio chiaro alla politica che «non ha avuto il coraggio di affrontare alcuni nodi». «Non solo il Mezzogiorno, tutto il Paese è a rischio deindustrializzazione», avverte Squinzi che ricorda le proposte che l'associazione degli industriali «ha fatto già fin dal mese di gennaio: delle proposte molto serie in questa direzione. E ora ci auguriamo che queste nostre proposte diventino la base per una azione incisiva da parte del Governo». «Dobbiamo assolutamente ritrovare la crescita – ha detto il presidente senior – che può venire solo dalle imprese, in particolare quelle manifatturiere che possono creare lavoro.

Il nostro grande problema – avverte il presidente di Confindustria – è questo: 3 milioni e 100mila disoccupati in Italia, con il 40% di disoccupazione giovanile, rappresentano una situazione che non

possiamo sostenere per molto tempo».

Per Squinzi è necessaria «una spending review vera sulla pubblica amministrazione che spende 850 miliardi l'anno, come abbiamo fatto in tutte le nostre imprese in questi tempi difficili. Credo che programmare un taglio del 2% o 3% dei costi fosse assolutamente possibile e avrebbe voluto dire recuperare risorse per 20-25 miliardi».

Giorgio Squinzi:

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È necessaria una spending review vera sulla pubblica amministrazione che spende 850 miliardi l'anno, come abbiamo fatto in tutte le nostre imprese in questi tempi difficili. Credo che programmare un taglio del 2% o 3% dei costi fosse assolutamente possibile e avrebbe voluto dire recuperare risorse per 20-25 miliardi»

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Anche la Calabria chiede discontinuità Folta rappresentanza al Convegno dei GI di Confindustria

Per Vincenzo Boccia, presidente di Piccola Industria Confindustria, la legge di stabilità «si è concentrata esclusivamente sul deficit e poco sul debito e crescita che sono le questioni sulle quali occorre puntare e affrontarle contemporaneamente». Alla fine del suo mandato è ora di bilanci: «La Piccola è diventata sempre più istituzione che ha chiari i punti fondamentali del mondo associativo: servizi, identità e rappresentanza. Abbiamo lavorato su una serie di proposte di politica economica per la competitività del Paese. Ci riteniamo soddisfatti della nostra lunga panchina di imprenditori che rappresentano la Piccola Industria in Italia e la nuova squadra che verrà seguirà sicuramente questa direzione di marcia costruita in questi anni di intensa vita associativa».

Molto interessante l’intervento di Antonella Mansi, presidente della Fondazione Mps, che a proposito della riforma di Confindustria ha evidenziato: «Si tratta di un importante traguardo raggiunto all’unanimità che dimostra la voglia degli imprenditori di mettersi in discussione: ognuno rinuncia ad una pezzo di sé. È la nostra maniera di “darci un taglio”, tagliando sull’eccessiva burocrazia e sulla moltiplicazione dei livelli e nella volontà forte di avvicinare ancora di più la rappresentanza alla sue imprese». •

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lla due giorni la Calabria era presente con una numerosa delegazione di imprenditori guidata da Mario Romano, Presidente dei Giovani di Confindustria Calabria, accompagnato dal presidente di Confindustria Calabria Giuseppe Speziali e dal Direttore Generale di Confindustria Luigi Leone.

Erano presenti anche i Presidenti dei Gruppi territoriali dei Giovani imprenditori di Catanzaro Marco Rubbettino, di Cosenza Paolo Filice, di Reggio Calabria Angelo Marra, di Crotone Sabrina Gentile.

“Diamoci un taglio” – questo lo slogan del convegno – è uno motto condivi-

so anche dal presidente Mario Romano, il quale a margine dei lavori ha spiegato: «Questo titolo riassume il pensiero dei Giovani industriali calabresi, un pensiero di discontinuità. Se da un lato bisogna prendere ad esempio chi prima di noi ha fatto bene, allo stesso tempo non bisogna avere complessi di inferiorità nei confronti delle vecchie generazioni. Credo che sia assolutamente necessario un cambio generazionale a tutti i livelli, non solo nelle aziende, anche nella politica, facendo tesoro delle positività ereditate dai senior ma puntando sui giovani talenti. Molti di noi giovani imprenditori hanno risposto con caparbietà e coraggio alle sfide di questo momento difficile, ►

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attualità dimostrando che se abbiamo un atteggiamento positivo e se “facciamo rete” si può uscire da questo periodo negativo più forti di prima. La formula vincente è mettersi insieme per poter competere sul mercato globalizzato ma senza, ovviamente, perdere la propria identità». A proposito della legge di stabilità il presidente Romano ha sottolineato: «E’ stata un’altra occasione persa. Il Governo avrebbe dovuto dare un forte sostegno al sistema produttivo, abbattendo il cuneo fiscale e detassando il costo del lavoro in modo da consentire alle imprese di assumere e alle persone di trovare lavoro, così da rimettere in moto il meccanismo dello sviluppo e agganciare la ripresa economica. Invece la manovra si è risolta in un nulla di fatto, si è scelto ancora di ignorare il grido d’allarme del sistema economico italiano che sta collassando. Ancora una volta non sono state prese le decisioni giuste per innescare un’inversione di tendenza. La classe politica deve avere il coraggio di snellire l’immane apparato burocratico e di diminuire la pressione fiscale sulle piccole e medie imprese, perché sono queste il vero tessuto imprenditoriale del Paese».

Il presidente Senior Giuseppe Speziali, in prima fila accanto ai Giovani a Napoli, ha evidenziato come il convegno sia stata «una tappa fondamentale per approfondimenti, riflessioni e rilancio di iniziative culturali politiche ed imprenditoriali. Tra tutti gli interventi – ha detto Speziali – ha catturato particolarmente la mia attenzione quello di Carlo De Benedetti il quale ha dato una visione estremamente realistica della situazione economica italiana facendo un’analisi spietata, ma reale, di quelle che sono oggi le disfunzioni e le criticità del sistema Italia. E, nel contempo, declinando il possibile futuro che lui ritiene essere ancora di crescita attraverso quello che lui ha definito una rivoluzione culturale di una nuova classe dirigen-

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te fatta di quarantenni ma, soprattutto, trentenni, gli unici capaci di affrancarsi da logiche corporativistiche e ormai superate. Il suo intervento impeccabile per molti versi, ha però un difetto di fondo e cioè di provenire da uno dei protagonisti assoluti della vita economica, sociale e politica in Italia. Manca quindi, a mio avviso, un elemento di autocritica per ciò che è avvenuto nel Paese nell’ultimo trentennio».

Di rilievo, a latere del convegno ma assolutamente legati con le tematica principale, quattro workshop su: “Essere imprenditori oggi: patrimonio personale e patrimonio aziendale”, in collaborazione con Unicredit; “Italia, Regno Unito, Europa, opportunità di crescita a confronto”, in collaborazione con ItalBrokers; “Creare valore condiviso: una sfida per le imprese e per la scuola”, in collaborazione con il Comitato G.I. Education & Lavoro; “Fidu-

cia il primo passo per il successo”, in collaborazione con il Comitato Interregionale del Mezzogiorno GI. Proprio a quest’ultimo ha partecipato la delegazione calabrese. Per Sabrina Gentile «la due giorni è stata utile per riflettere insieme sulla situazione economica sfavorevole e capire come intervenire; il workshop sul Mezzogiorno, in particolare, ha rappresentato un singolare confronto tra imprenditori, investitori e governatori (tra cui il Sottosegretario al Lavoro, Jole Santelli, ndr) che hanno relazionato sull’abbattimento dell’Irap, l’attrazione di investimenti e l’avvio delle Zone Franche, quest’ultimo tema molto importante soprattutto per il nostro territorio». “Diamoci un taglio” è uno slogan condiviso anche dalla Presidente Gentile. «Per ridare competitività al Paese – ha puntualizzato – servono interventi mirati, tagli alla pressione fiscale e alla spesa pubblica. L’Italia vive un periodo di profonda difficoltà: per superarla credo sia necessario dare segnali forti di orgoglio e responsabilità. È tutto il Paese e non solo il Mezzogiorno a rischio deindustrializzazione. Nel Paese dobbiamo ritrovare la crescita che può venire solo dalle imprese, in particolare quelle manifatturiere perché

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creano lavoro ed è fondamentale che le aziende stiano in piedi da sole». E a proposito di legge di stabilità, il presidente dei GI di Crotone ha concluso: «Ci si aspettava una legge coraggiosa e di rottura, che segnasse la fine del rigore depressivo e l’avvio di investimenti per la crescita. Ma così non è stato».

Per Angelo Marra, presidente GI di Reggio Calabria, «l'evento di quest'anno è stato per tutti un momento di condivisione, di confronto e soprattutto di stimolo sulla situazione “esplosiva” del Paese. Il titolo emblematico si riferisce soprattutto a un sistema Italia non più sostenibile, dove ritardi, inefficienza e una macchina burocratica complessa sono il freno per la ripartenza dell'economia reale. Troppo aziende chiudono e non riapriranno più; questo è un segnale che la politica "miope" non riesce

a vedere e che noi imprenditori dobbiamo necessariamente evidenziare in ogni occasione.

Dal sistema politico servono risposte chiare e azioni concrete, adesso!».

Il presidente cosentino Paolo Filice ha sottolineato la bontà dell’intervento di Jacopo Morelli: «Ha affrontato temi attuali e con grande pragmaticità, ha denunciato ciò che non va ormai da troppo tempo e non si è limitato solo nel constatare le anomalie del sistema ma ha anche offerto proposte e collaborazione per migliorare velocemente il contesto socio-economico in cui competono le nostra aziende. Da Napoli ritorniamo con rinnovato spirito e voglia

di fare, ma la collaborazione e le azioni sul territorio tra imprese, associazioni e mondo politico debbono essere ora reali e scatenate da ogni vincolo di campanilismo ed opportunismo: solo cooperando potremo uscire da questo tunnel della crisi tutti insieme».

Per il presidente dei GI di Catanzaro Marco Rubbettino «il risultato della due giorni è senza dubbio positivo per i contenuti e i prestigiosi relatori presenti. Condivido il gesto fatto in segno di solidarietà a “Città della scienza”. Il convegno è stato un utile momento di confronto con i Giovani provenienti da tutta Italia. E’ ora di darci un taglio: ci siamo confrontati a Napoli sulla strategie valide da mettere in campo per cambiare le sorti del nostro Paese». •

I big presenti a Napoli Una partecipazione nutrita all’evento con illustri esponenti del mondo politico, imprenditoriale e accademico, tra cui: Emma Bonino, ministro degli Affari Esteri, Carlo De Benedetti, presidente Gruppo Editoriale L’Espresso; Francesco Bernardo, presidente delegato Piazza Italia; Andrea Guerra, amministratore delegato Luxottica; Roberto Nicastro, direttore Generale Unicredit; Francesco Bernardo, amministratore delegato Piazza Italia; Franco Bassanini, presidente Cassa Depositi e prestiti; Ugo Cappellacci, presidente Regione Sardegna; Fedele Confalonieri, presidente Mediaset; Andrea Guerra, amministratore delegato Luxottica; Carlo Purassanta, amministratore delegato Microsoft Italia; Massimo Sarni, amministratore delegato Poste Italiane; Antonio D’Amato, presidente Gruppo Seda, neopresidente della Federazione nazionale dei Cavalieri del Lavoro, promotore dell’appuntamento di Capri 28 anni fa. A suo avviso «i Cavalieri del Lavoro sono chiamati a dare un contributo decisivo per la ripresa economica del Paese. Siamo in un momento in cui occorre ridare fiducia, mettere insieme le energie più vitali perché il Paese progredisca verso il futuro, giorno dopo giorno, con azioni coerenti.

Crescita, sviluppo, competitività delle imprese e del paese sono i temi fondamentali sui quali focalizzare l’attenzione». •

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L’agenda di Sabrina Gentile per il rilancio del territorio Il presidente dei GI di Confindustria Crotone racconta le priorità della sua azione

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ella sua vita c’è il lavoro, certo. Ma per Sabrina Gentile, presidente dei Giovani di Confindustria Crotone, tutto ruota attorno alla famiglia. Ecco perché la “gioia della sua vita” è il piccolo Giovanni, nato nel 2006 dal matrimonio con Francesco, collega di Università alla “Sapienza di Roma”, dove si è laureata in Economia.

E la capitale, per lei, ha rappresentato una tappa importante: «E’ dove ho trascorso gli anni del divertimento ma anche degli studi, fondamentali alla mia formazione che mi hanno permesso di affrontare con capacità l’esperienza imprenditoriale. E’ la città che mi ha fatto incontrare mio marito; è anche quella in cui ho deciso di fare nascere mio figlio».

Ma, alla fine, ha scelto di ritornare nella sua città natale e «nella mia azienda – (la Catrol srl) racconta – perché anche io voglio contribuire allo sviluppo del mio territorio e spianare la strada alle nuove generazioni». Comincia, così, un percorso virtuoso in Confindustria.

Nel 2000 entra nel gruppo dei Giovani imprenditori rivestendo pian piano ruoli di rilievo nel Direttivo. E’ componente di Giunta dal 2005 al 2011; ricopre nel triennio 2008/2011 la carica

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di Presidente della sezione Industrie Varie. Fino ad arrivare nel 2011 alla carica di Presidente Gruppo G.I. della territoriale di Crotone.

Partiamo da Napoli e dal 28° convegno dei Giovani imprenditori di Confindustria.

Il titolo era chiaro: “Diamoci un taglio”. Come si fa a rompere con il passato in una Italia in cui la politica spesso decide di non decidere?

«Io personalmente sono soddisfatta del segnale forte che il movimento dei Giovani di Confindustria ha dato.

“Diamoci un taglio”, vuole significare voler interrompere le cattive eredità del passato: un taglio alla spesa pubblica inefficiente, alle tasse che opprimono, ai tempi lunghi e all’incertezza della giustizia, alla corruzione e all’illegalità.

Il messaggio che i giovani al convengo di Napoli hanno inteso dare è quello di far pervenire un monito forte alla classe dirigente, metten-

attualità do in luce le problematiche che stiamo vivendo, ma allo stesso tempo, comunicare un segnale positivo e di speranza per non contribuire ad alimentare le tensioni in atto. Io ritengo che nel nostro Paese il tempo delle indecisioni e delle politiche economiche approssimative sia finito. L’Italia si trova di fronte ad un bivio fondamentale per il mantenimento degli standard tipici di un paese industrializzato. Per questo motivo la rottura con il passato è indispensabile e noi giovani imprenditori non smetteremo mai di sottolineare e ribadire quali sono a nostro avviso le azioni per ridare competitività al Paese».

Quali provvedimenti si aspetterebbe dal Governo nazionale per rilanciare l’economia italiana, in generale, e quella del Sud in particolare?

«Il nostro Paese vive un periodo di profonda difficoltà: per superarla credo che sia necessario dare segnali forti di orgoglio e responsabilità. È tutto il Paese e non solo il Mezzogiorno a rischio deindustrializzazione. Nel Paese dobbiamo ritrovare la crescita che può venire solo dalle imprese. Pertanto, sono fondamentali interventi mirati: tagli alla pressione fiscale e alla spesa pubblica; riduzione del cuneo fiscale per la ripresa occupazionale».

E dall’esecutivo regionale?

«Dal governo regionale mi aspetto un corretto, veloce e trasparente utilizzo delle risorse finanziarie dei fondi comunitari. In particolare: forme di garanzie per agevolare l’accesso al credito delle imprese in difficoltà finanziaria, soprattutto attraverso operazioni di consolidamento dei debiti di breve periodo; forme di finanziamento per le imprese che investono e operano nel campo dell’innovazione tecnologica; sostegno alle imprese giovanili nella fase di start up; una fiscalità di vantaggio per le imprese virtuose anche al fine di attrarre nuovi investimenti e imprenditori delle

altre regioni».

Che rapporto ha instaurato con le altre istituzioni territoriali?

«Ho instaurato un rapporto di tipo collaborativo al fine di stimolare e dare suggerimenti che possono essere in linea con le esigenze del territorio e delle imprese in particolare. E’ importante che le istituzioni locali siano capaci di ascoltare, capire e valorizzare noi giovani al fine di realizzare i nostri progetti di vita in maniera autonoma e responsabile. A tal proposito, ringrazio le Istituzioni crotonesi per essere sempre state attente e presenti alle manifestazioni e alle iniziative promosse dal Giovani Imprenditori di Crotone».

Lei è stata eletta nel 2011. Cosa ha caratterizzato, in questo biennio, il suo mandato?

«I Giovani rappresentano per ogni territorio un patrimonio di indubbio valore poiché costituiscono l’ossatura del futuro di un paese, il telaio sul quale definire gli scenari di sviluppo sociale, economico e culturale. La mia candidatura a Presidente del Gruppo GI è nata proprio da questa consapevolezza e dal desiderio di continuare a impegnarmi per contribuire ai cambiamenti di cui il nostro territorio ha bisogno attraverso un’Associazione importante e autorevole come Confindustria. In questi anni di mia partecipazione agli organismi dirigenti di Confindustria Crotone è emerso in maniera chiara che per superare il declino economico, sociale e culturale è necessario combattere la mediocrità ed il pressappochismo, premiare il merito, unire e salvaguardare le forze economiche sane del territorio, aprire le nostre imprese alla innovazione, non solo di prodotto ma anche di processo, costruire reti di imprese per affrontare nuovi mercati. Tanti di noi già lo fanno con successo e con riconoscimenti nazionali internazionali di grande prestigio.

Mi sono impegnata, principalmente,

in quella che è la mission del Gruppo G.I.: cioè divulgare la cultura di impresa nel mondo delle scuole superiori con tante testimonianze date ai giovani studenti della mia provincia. Ne sono un esempio di successo: “OrientaGiovani” nel 2011 – 2012 – 2013, un orientamento degli studenti all’impresa e all’autoimprenditorialità, che si è svolto presso aziende leader del territorio crotonese; “La Scuola in Azienda” un progetto che è rientrato nell’alternanza scuola-lavoro; “Premio l’idea più cliccata” in cui i ragazzi delle 5° classi sono stati coinvolti in una gara, attraverso lo loro pagina di Facebook, a presentare proposte e idee innovative per il rilancio economico e sociale del territorio.

Ho partecipato nel 2012 a un tavolo regionale presso l’assessorato alle Attività Produttive, istituito per la redazione del bando “Nuovi Giovani Imprenditori”. Ho promosso incontri e tavoli operativi con rappresentanze politiche e istituzionali di alcuni Paesi del Mediterraneo al fine di valutare le opportunità e le condizioni di delocalizzazione delle nostre imprese; a breve è in programma una missione esplorativa in Marocco con il Gruppo G.I. di Crotone capofila dell’iniziativa. Continuo sempre nella ricerca di idee giovani e vincenti; è per questo che ho promosso in tutta la mia provincia, sia nelle scuole ma anche nelle associazioni di categoria, la competizione di idee imprenditoriali innovative organizzata da CalabriaInnova denominata “SturtCup Calabria”.

Ho sponsorizzato un nuovo modello di sviluppo: “Sport e Impresa”. Penso che se Crotone fosse un Centro accreditato per l’insegnamento delle discipline sportive legate al territorio, ciò produrrebbe una ricaduta economica straordinaria. Un esempio su tutti, in collaborazione con il Club Velico di Crotone, siamo riusciti a portare il Campionato nazionale di distretto della vela classe ►

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attualità laser: sono stati coinvolti i settori della ricettività, dell’accoglienza, del commercio, oltre alla presenza di circa 800 ospiti nella nostra città e circa 1 milione di euro di ricaduta economica.

Ho istituzionalizzato la “beneficenza” all’interno del Gruppo G.I. di Crotone, organizzando delle serate goliardiche finalizzate alla raccolta dei fondi da devolvere.

Quali sono le difficoltà più gravi che, a suo avviso, deve affrontare un giovane per dar vita a un’attività imprenditoriale nel Crotonese?

«Essere Giovani Imprenditori al Sud, in Calabria, a Crotone è una sfida molto pesante e difficile che ogni giorno affrontiamo con la consapevolezza di dover difendere le nostre aziende da molteplici inefficienze e ritardi della pubblica amministrazione.

Pur coscienti del contesto molto disarticolato e frammentato nel quale dobbiamo muoverci, per molti di noi fare l’imprenditore significa mettersi in gioco in prima persona non solo per la propria azienda ma anche per il proprio territorio, consapevoli del fatto che o tutti cresciamo in un contesto sano e produttivo o difficilmente le singole imprese riusciranno a rimanere a galla.

Per questo, io ritengo che i Giovani imprenditori debbano ispirarsi alle linee guida, più in generale, allo stile di Confindustria quando dialogano con le Istituzioni, quando si fanno concorrenza, quando partecipano a una gara, quando organizzano le proprie forniture. Questo vuol dire anche tolleranza zero per la criminalità organizzata e, quindi, espulsione delle imprese illegali dai circuiti economici, adesione al Protocollo di legalità sottoscritto da Confindustria e dal Ministero dell’Interno, promozione – nelle scuole, nelle imprese, ovunque - della cultura della legalità, della cultura del rispetto degli obblighi fiscali e contributivi, della cultura del lavoro re-

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golare e sicuro».

Restando a Crotone e alla sua provincia, se lei potesse dettare una scaletta di priorità per lo sviluppo, cosa metterebbe in cima e perché?

«I Giovani Imprenditori devono aprirsi sempre di più alla società, ispirare la partecipazione, coinvolgere.

Occorre che il Gruppo faccia da incubatore di esperienze imprenditoriali nuove individuali ma soprattutto collettive: è importante mettersi insieme per sommare le forze e moltiplicare le proprie capacità in settori strategici – energia, turismo, nuove tecnologie, trasformazione dei prodotti agricoli - costituendo società nuove per essere più forti, per contare, per aprirci ai nuovi mercati.

La bonifica dei siti industriali è ormai iniziata. Allora, occorre lavorare per capire cosa è meglio e cosa è più produttivo cioè cosa intendiamo fare di quelle aree post bonifica che potrebbero essere riconvertite anche in progetti legati allo sviluppo turistico del nostro territorio.

E’ coraggioso poi investire nel patrimonio storico, culturale, naturalistico, della provincia di Crotone soprattutto alla luce del nuovo progetto Antica Kroton che prevede investimenti rilevanti per riportare alla luce le rovine della vecchia città.

Tutto ciò è legato al sostegno delle nostre infrastrutture primarie: Porto e Aeroporto. Infatti, Confindustria Crotone è stata ed è tutt’ora impegnata in prima linea nel sostenere la cordata di imprenditori, aderenti all’Associazione, che hanno rilevato parte delle quote della società di gestione dell’Aeroporto al fine di far riprendere al più presto l’operatività della struttura».

Da donna, crede che affermarsi in un settore come quello imprenditoriale, in Calabria, sia ancora più difficile rispetto ad altri comparti? Perché?

«Attualmente la Calabria è una regione che deve fare i conti con mille difficoltà, qualsiasi settore economicoproduttivo si va ad analizzare: le imprese hanno smesso di assumere e cominciato a licenziare, la disoccupazione è aumentata, il mercato ha bisogno di rinnovarsi.

Sicuramente fare impresa in questo momento di scoraggiamento non è semplice, figuriamoci per una donna.

Ma penso che alla base di un successo imprenditoriale femminile ci sia la consapevolezza degli ostacoli che si incontreranno e la convinzione che si supereranno.

Noi donne siamo più ostinate, più caparbie nel raggiungere gli obiettivi prefissati. I servizi giocano un ruolo fondamentale ( ad esempio asili nido attrezzati) poiché possono facilitare l’accesso della donna nel mondo imprenditoriale».

Sembra lontano sia temporalmente che geograficamente. Ma Expo 2015 può essere una grande occasione per promuovere il territorio. Cosa stanno facendo i Giovani di Confindustria di Crotone per non perdere questo treno?

«Expo 2015 sembra lontano ma non lo è. Bisogna arrivare pronti e preparati ad affrontare i milioni di turisti e visitatori in genere che arriveranno nella nostra nazione.

Al momento il Gruppo G.I. sta affiancando il Presidente di Confindustria Crotone nel delineare la strada da seguire per meglio sponsorizzare il nostro territorio.

Stiamo particolarmente puntando sul settore turistico e su quello agroalimentare, cercando di creare sinergie con altre territoriali calabresi ma anche con quelle pugliesi e siciliane, perché è il mio pensiero - i risultati ci potranno essere solo se si faranno convergere tutte le energie e le risorse in un progetto unico e condiviso». •

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Intervista a Maria Vittoria Marchianò, presidente della sezione della Corte d’Appello di Catanzaro

Beni confiscati:“Essere celeri nella definizione del procedimento” di Paolo Orofino

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l giudice Maria Vittoria Marchianò, presidente della sezione della Corte d’Appello di Catanzaro, che si occupa della misure di prevenzione patrimoniali, è intervenuta sulla spinosa questione del non adeguato sfruttamento dei beni confiscati alle mafie. Il sequestro e la confisca dei beni sono ritenuti dal magistrato «lo strumento più efficace nella lotta alla criminalità organizzata». Ma a parere del giudice Marchianò ci sarebbe bisogno di indagini preliminari più “celeri e precise”, allo

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scopo, in seguito, di rendere più breve la fase che porta all’eventuale acquisizione definitiva del bene da parte dello Stato. Tante aziende falliscono proprio nel lungo periodo di amministrazione giudiziaria, che va dal sequestro fino alla destinazione finale della proprietà.

«La celerità della definizione del procedimento – ha detto il giudice Marchianò – la scelta di amministratori effettivamente disponibili e capaci, e la possibilità di rimettere i beni nel circuito produttivo, dopo la definitiva apprensione da parte dello Stato, sono i presupposti necessari per evitare che uno strumento essenziale per la lotta alla criminalità mafiosa si traduca in un fattore di ulteriore impoverimento di zone già degradate del territorio nazionale. Le misure di prevenzione patrimoniali rappresentano la forma più incisiva di contrasto da parte dello Stato alla criminalità organizzata, unitamente ai provvedimenti di sequestro preventivo e confisca. In

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particolare, il provvedimento di confisca perde efficacia se la Corte d’Appello non si pronuncia entro un anno e mezzo dal deposito del ricorso dell’indagato. Si è così cercato di contenere in tempi ragionevoli il protrarsi di una situazione di incertezza e di compressione della sfera giuridica della persona che potrebbe porsi in contrasto con i principi di rango costituzionale della libertà dell’iniziativa economica privata e del riconoscimento della proprietà privata. Il rispetto di questi termini, già di per sé lunghi, presuppone che l’avvio del procedimento sia preceduto da accertamenti completi ed approfonditi da parte delle forze di Polizia, per evitare – puntualizza il magistrato – che, dopo l’instaurazione del contradditorio con l’interessato e gli eventuali terzi si renda necessario, talvolta addirittura in appello, l’espletamento di elaborate perizie tecniche che dilatano eccessivamente i tempi di definizione, con ine-

vitabili ripercussioni sulla proficua gestione dei beni. Tale gestione, fino alla definitività della confisca, avviene, sotto il controllo dell’Autorità giudiziaria, da parte di amministratori scelti tra professionisti qualificati, in genere lontano dai contesti ambientali ai quali appartengono i soggetti colpiti dalla misura patrimoniale. Questa lontananza, però, spesso non consente all’amministratore di assicurare una presenza costante e, soprattutto quando si tratta di compendi aziendali, può pregiudicare l’esigenza, espressamente prevista dalla legge, di assicurare che l’impresa mantenga i propri livelli di produttività e di presenza sul mercato».

Il presidente di sezione di Corte d’Appello si è detto, quindi, favorevole in linea di massima, alla vendita a privati dei beni confiscati.

«Quanto alla proposta di estendere oltre gli attuali limiti normativi la possibilità di vendita dei beni confiscati

ai privati – ha spiegato il giudice – ritengo che il rischio che tali beni possano rientrare nel circuito criminale al quale sono stati sottratti indubbiamente esiste, ma credo che possa essere neutralizzato mediante l’introduzione di appositi controlli. In ogni caso, lo Stato lucrerebbe degli ulteriori esborsi necessari per l’acquisto da parte di eventuali prestanome di tali beni, che potrebbero essere oggetto di nuova apprensione, qualora se ne accertasse l’effettiva riconducibilità a soggetti indiziati di appartenenza alle organizzazioni criminali. L’attuale gestione da parte dell’Agenzia preposta, a causa delle carenze di organico e di mezzi a disposizione, non consente, purtroppo – sottolinea il giudice Marchianò – di assicurare l’effettiva produttività dei beni confiscati, né tale finalità di interesse pubblico è assicurata dall’assegnazione agli enti territoriali, i cui amministratori, di origine elettiva, sono spesso condizionati dai contesti ambientali da cui provengono i precedenti titolari degli stessi beni. Ed allora – conclude il magistrato della Corte d’Appello di Catanzaro – la celerità della definizione del procedimento, la scelta di amministratori effettivamente disponibili e capaci e la possibilità di rimettere i beni nel circuito produttivo, dopo la definitiva apprensione da parte dello Stato, sono i presupposti necessari per evitare che uno strumento essenziale per la lotta alla criminalità mafiosa si traduca in un fattore di ulteriore impoverimento di zone già degradate del territorio nazionale». •

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Cosa prevede l’informazione interdittiva antimafia

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'informazione interdittiva antimafia”. È stato questo il tema che ha tenuto banco nel convegno, patrocinato dal Tribunale Amministrativo Regionale e dagli Ordini forensi della Calabria unitamente alla sezione di Catanzaro della società italiana degli Amministrativisti, che nella Sala Udienze del Tar calabrese di via Buccarelli a Catanzaro ha riunito i maggiori esperti della materia. Relatori che hanno sviscerato una normativa finalizzata a individuare e impedire un rapporto tra un’impresa contigua, o addirittura in mano, alla criminalità organizzata e la pubblica amministrazione. L’interdittiva, in particolare nella sua forma “tipica”, prevede infatti che la misura - pur non occorrendo l’individuazione e l’indicazione di specifici elementi di fatto, obiettivamente sintomatici e rivelatori di concrete connessioni o possibili collegamenti con le

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consorterie malavitose - possa scattare previa la conclusione di un accertamento attraverso cui si arrivi a una dimostrazione probatoria analoga a quella richiesta per dimostrare l’appartenenza di un soggetto ad associazioni di tipo camorristico o di stampo mafioso. A discuterne, come premesso, il gotha dei giuristi della regione e del Paese. Si tratta, relativamente agli appartenenti alla magistratura, dei presidenti dei Tar di Calabria Guido Salemi e Campania Cesare Mastrocola, di quello della 3^ sezione del Consiglio di Stato Giampiero Paolo Cirillo e del componente del medesimo organismo giudiziario Eugenio Mele nonché dei consiglieri del Tar di Catanzaro Nicola Durante e di Salerno Giovanni Giannini.

Accanto a loro, una lunga serie di interventi tecnici tenuti dagli ordinari di Diritto Amministrativo dell’Unical Fabrizio Luciano e della Magna

Graecia Fabio Saitta e dagli avvocati Oreste Morcavallo (peraltro presidente dell’Ordine di Cosenza e delegato regionale della Siia), Lorenzo Lentini, Giorgio Vizzari, Giovanni Spataro, Giampiero Scaramuzzino, Alfredo Gualtieri, Giancarlo Gentile e Domenico Colaci. A precedere queste relazioni, le brevi considerazioni del prefetto Raffaele Cannizzaro e del presidente dell’Unione forense della Calabria Giuseppe Iannello che hanno presenziato al seminario insieme al questore Guido Marino.

Ad aprire i lavori il prefetto Cannizzaro: «Ci stiamo confrontando con uno strumento interessante, ma che necessita di essere ottimizzato. Bisogna adeguarlo al più presto, perché molto spesso arriviamo a ottenere determinati risultati con un colpevole ritardo. Lo dico a ragion veduta, considerata la funzione assegnata agli Uffici territoriali del Go-

attualità

Morcavalllo:

«

La Calabria si segnala per il triste primato italiano dei Comuni sciolti per mafia. Ben 61 sono infatti i Municipi commissariati, che si aggiungono alle Asp e agli altri enti, tanto da farci purtroppo superare anche la Campania e la Sicilia»

verno in tale ambito, potendo quasi per paradosso affermare che rappresento la parte contro cui combattono i legali di un’azienda esclusa per tutelarne le prerogative e il ruolo nel tessuto produttivo o nel mercato. Un altro profilo su cui è necessario concentrarsi è la fissazione delle regole che devono governare il flusso informativo. Ribadisco infine il rapporto osmotico – ha terminato – che deve necessariamente esserci fra l’autorità giudiziaria e l’amministrativa per contrastare efficacemente qualsiasi iniziativa delinquenziale».

A seguire il prof. Iannello: «La norma in esame è oggetto di studio anche alla luce della nuova legislazione antimafia, che richiede un raccordo e la precisazione dei campi e degli ambiti di intervento. Un’occasione quale quella offerta da un seminario di tale levatura consente anche di fare didattica. La stessa attività che va continuamente

esercitata in tutti gli Atenei, soprattutto nelle Università calabresi, poiché bisogna procedere di pari passo tra l’elaborazione dottrinale e giurisprudenziale e la docenza svolta nei luoghi del sapere e della ricerca. E anche grazie alla sensibilità e alla partecipazione di figure benemerite come il presidente Mastrocola, sempre pronto a lasciarsi coinvolgere e a mettere a disposizione il proprio bagaglio di esperienze e competenze, che tale fondamentale obiettivo può essere perseguito qui e altrove».

Da un presidente di un Ordine Distrettuale degli Avvocati a un altro, dal momento che il prof. Iannello ha per così dire ceduto la parola al collega Morcavallo. E proprio all’insigne legale è toccato entrare nel vivo del ragionamento, soffermandosi sugli aspetti focali e sulle implicazioni dell’interdittiva: «La legge varata nel 1998 è stata significativamente innovata nel 2011 e l’an-

no scorso allorché sono tra l’altro state istituite le white list, ovvero gli elenchi dei fornitori, prestatori di servizi ed esecutori di opere, non soggetti a infiltrazione malavitosa. Un mezzo importante, in particolare se apprestato a una terra quale la Calabria che si segnala per il triste primato italiano dei Comuni sciolti per mafia. Ben 61 sono infatti i Municipi commissariati, che si aggiungono alle Asp e agli altri enti, tanto da farci purtroppo superare anche la Campania e la Sicilia. Senza contare che il colore politico delle amministrazioni sciolte è parecchio variegato, poiché la maggior parte delle Giunte e degli Esecutivi “esautorati” erano guidati da persone espressione di liste civiche. Un fatto che dimostra come l’ingresso in politica della società civile non abbia sbarrato le porte delle istituzioni alla ‘ndrangheta.

Tutt’altro, visto che in parecchi casi ne ha addirittura facilitato l’approdo». •

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attualità

Nuovi presidenti per Ance Catanzaro e Cosenza

Si tratta di Alessandro Caruso e Giovan Battista Perciaccante

Qui Catanzaro

L

Alessandro Caruso

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’Assemblea Generale di Ance Catanzaro, ha eletto, all’unanimità, il suo nuovo Presidente. Alessandro Caruso (rappresentante legale della Caruso Costruzioni Spa) con importanti esperienze associative nel sistema, acquisisce la carica di Vice Presidente Vicario di Confindustria Catanzaro.

All’atto dell’elezione il neo Presidente Caruso, dopo aver ringraziato la Commissione di Designazione per il lavoro svolto ed i colleghi per l’unanime consenso, si è dichiarato, pur conscio delle grandi responsabilità e della difficoltà del momento, orgoglioso di guidare una categoria che rappresenta, comunque, un settore fondamentale per lo sviluppo della provincia.

Dopo aver analizzato i dati nazionali critici del settore, il neo Presidente Caruso, ha voluto elencare i preoccupanti dati provenienti dalla Cassa Edile, che registrano un crollo sia per quanto concerne il numero dei lavoratori impiegati che il numero di imprese iscritte.

A tal proposito, il Presidente Caruso, ha comunque voluto evidenziare i risultati da ultimo conseguiti grazie all’impegno ed agli sforzi compiuti dal sistema

associativo, citando a mero titolo esemplificativo, l’introduzione dell’anticipazione del prezzo d’appalto, l’abolizione dell’IMU sull’invenduto, le semplificazioni in tema di Durc, l’aver portato la “casa” al centro dell’agenda politica.

«Provvedimenti – ha affermano – non sicuramente risolutivi, ma che, comunque, potrebbero rappresentare un’iniziale controtendenza, in attesa delle necessarie iniziative shock, auspicate e dirette a far ripartire l’economia dall’edilizia, con aumento di investimenti in opere pubbliche e puntando su interventi infrastrutturali».

A livello locale, inoltre, il Presidente Caruso ha voluto evidenziare, l’avvio delle procedure per la realizzazione di importanti opere infrastrutturali, grazie anche al buon lavoro dell’attuale amministrazione comunale di Catanzaro e del Sindaco Sergio Abramo, che, da qui a breve, miglioreranno l’assetto territoriale del circondario, con benefici per l’economia e l’occupazione. Infine ha rivolto l’attenzione sulle tematiche che, con il contributo di tutti i componenti il nuovo Consiglio Direttivo, intenderà perseguire durante il triennio del suo mandato.

Nel corso dell’Assemblea, inoltre, è stato rinnovato il Consiglio Direttivo che risulta composto da: Capone Salvatore, Celi Raffaele, Concolino Vitaliano Maurizio, Costantino Rinaldo, Forte

attualità Giovanni, Genovese Alessandro, Guzzo Francesco, Mamone Michele Francesco, Procopio Fernando, Pugliese Giovanni, Scutieri Maurizio, Zinzi Raffaella. L’Assemblea infine ha eletto, su proposta del Presidente Caruso, il proprio Vice Presidente nella persona di Francesco Guzzo. Dopo la conclusione dei lavori, anche il Presidente di Confindustria della provincia di Catanzaro, Daniele Rossi, ha sottolineato l’importanza di un lavoro di squadra e un clima positivo per affrontare le diverse problematiche del momento, attendendosi dalla categoria più importante dell’Associazione un contributo costante e qualificato. •

Qui Cosenza

L

’imprenditore Giovan Battista Perciaccante è stato eletto Presidente di ANCE Cosenza, la Sezione Edile di Confindustria Cosenza, per il prossimo triennio.

Il Presidente Perciaccante è Amministratore dell’azienda “Perciaccante Alfredo & C.”, una realtà imprenditoriale significativa che ha sede a Cassano allo Jonio e che opera da 60 anni nell’edilizia pubblica e privata, non solo in Calabria, per la realizzazione di opere rilevanti.

Tra quelle più significative spiccano la ristrutturazione di chiese, del Museo di Sibari, delle Terme Sibarite, del mercato ittico di Corigliano Calabro, del ponte del Diavolo di Civita, la realizzazione di acquedotti. E’ stato il numero uno di Confindustria Cosenza, Natale Mazzuca, presidente uscente della sezione Ance Cosenza, ad insediare l’Assemblea svolgendo la relazione di base. Tra i temi toccati da Mazzuca ampi riferimenti al problema dei ritardati pagamenti della Pubblica Amministrazione, ai limiti derivanti dal ricorso spesso improprio e privo di giustificazioni tecniche del sistema di aggiudicazione alle offerte economicamente più vantaggiose, alla necessità di ottenere la riduzione del costo del lavoro

ed all’eliminazione dei vincoli del Patto di Stabilità per favorire la ripresa economica ed il rilancio dell’occupazione.

A proclamazione avvenuta, il Presidente Giovan Battista Perciaccante ha ringraziato i numerosi imprenditori presenti alla riunione dichiarandosi «onorato di poter rappresentare una categoria operosa e qualificata, che è pronta ad accogliere le complesse sfide che l’attendono nei prossimi anni, con l’auspicio di poter proseguire sulla strada tracciata dei valori guida e della legalità, per la crescita dell’economia di tutto il territorio».

Il Presidente di Ance Cosenza si è soffermato sulla crisi senza precedenti che sta vivendo il settore edile, determinata dall’esiguità dei bandi posti a gara, dal crescente fenomeno del blocco dei lavori per mancanza di fondi, dall’esasperante ritardo nei pagamenti dei lavori eseguiti e dal fenomeno del crescente ricorso a forme discrezionali nei criteri di aggiudicazione delle gare d’appalto.

«Il nostro impegno è teso a garantire il principio sacrosanto che alle imprese del territorio sia consentito di concorrere nel più pieno e rigoroso rispetto della legge ha evidenziato il Vice Presidente di Ance Cosenza Perciaccante - ed in condizioni di pari dignità, evitando non giustificate opzioni aggiuntive e penalizzanti».

Per il Presidente Perciaccante il momento è tale da richiedere ad ognuno di operare scelte immediate ed efficaci finalizzate a far ripartire al più presto l’economia locale. «Ai decisori della cosa pubblica chiediamo di sostenere il settore, operando un’inversione di tendenza, dando nuovo impulso ad un programma di opere medio piccole immediatamente cantierabili che riguardi principalmente la salvaguardia e la tutela del territorio con un piano di riqualificazione del patrimonio edilizio. Le vicende di questi giorni stanno fotografando una situazione drammatica e sono la dimostrazione di come sia necessario mettere in sicurezza la nostra regione».

L’Assemblea dei soci di Ance Co-

senza, nel corso della riunione i cui aspetti tecnici sono stati curati dal Direttore Rosario Branda, ha eletto anche gli altri Dirigenti della Sezione: l’Amministratore Pietro Nervoso; i Consiglieri Francesco Conforti, Pasquale Cundari, Gianluca Filice, Giuseppe Galiano, Andrea lo Gullo, Pier Mario Maletta, Vincenzo Martire, Francesco Naccarato, Alessandra Paola, Giuseppe Savino, Agostino Sposato e Dante Vicchio; i Garanti Effettivi Edmondo Venneri (Presidente), Nicola Terrieri e Nicola Mazzuca; i Garanti supplenti Enrico Morrone, Francesco Gemal Dalise; i Probiviri Fedele Lucchetta (Presidente), Alessandro De Rango, Roberto Rugna e Mariano Mirabelli. •

Giovan Battista Perciaccante

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attualità

di Maria Teresa Rotundo

S

i possono raggiungere mete sempre più alte soltanto se non si dimentica mai il punto da cui si è partiti. Lo sa bene la Guglielmo Caffè S.P.A., la virtuosa realtà aziendale calabrese che, grazie a questo prezioso insegnamento, ha percorso settant’anni di cammino.

Ieri insieme al suo fondatore Gugliemo Papaleo, oggi grazie al lavoro di squadra di Roberto Volpi, Daniele Rossi e Matteo Tubertini, la pionieristica azienda produttrice di caffè, nata nel 1943, si è contraddistinta negli anni per le sue qualità imprenditoriali e per quell’impronta prettamente familiare che ha accompagnato le tappe della sua crescita. Una sola azienda, un’unica squadra, una grande famiglia fatta di uomini che hanno permesso ad un sogno personale di diventare realtà in continua evoluzione. Stimata da fornitori, clienti e dipendenti, l’azienda ha rappresentato negli anni un modello di riferimento per tutti gli imprenditori calabresi che hanno assistito con riconoscenza e commozione

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Denny Mandez

Settant’anni di tradizione e innovazione.

E’ festa per la Gugliemo Caffè

Da sinistra, Roberto Volpi, Denny Mandez, Daniele Rossi e Matteo Tubertini

alle celebrazioni dei suoi settant’anni.

Durante i festeggiamenti, avvenuti lo scorso 2 dicembre all’interno dello stabilimento Guglielmo sito nella baia di Copanello, le riflessioni, guidate da Gianvito Casadonte, hanno ripercorso

insieme ad amici, fornitori, clienti e dipendenti la storia dell’azienda.

Madrina della serata celebrativa Denny Mendez, attrice, modella ed ex Miss Italia, presentata al pubblico come testimonial della nuova campagna pub-

attualità

«

Una sola azienda, un’unica squadra, una grande famiglia fatta di uomini che hanno permesso ad un sogno personale di diventare realtà in continua evoluzione»

blicitaria dell’azienda, attraverso cui, come sempre, si punterà a sostenere il marchio e promuovere il prodotto in modo originale e discreto, rimanendo fedeli all’impostazione che, insieme al modus operandi della famiglia, ha permesso di creare una forte identità territoriale. Con determinazione, audacia e novità d’intenti, la leadership Guglielmo ha gestito un sogno imprenditoriale intraprendente, credendo nel proprio team e riuscendo a fare centro nel cuore dei calabresi e dei calabresi nel mondo.

Sì, perché il brand Gugliemo ha sfidato le esigenze del mercato italiano e ha conquistato quello estero, credendo sempre nel valore del proprio know-

how supportato da tradizione e innovazione, elementi rintracciabili nell’intera storia del marchio, motivo d’orgoglio per l’intera regione.

«La Gugliemo Caffè rappresenta il miglior esempio d’imprenditoria nostrana», ha sottolineto il presidente della Camera di Commercio di Catanzaro Paolo Abramo che nel suo intervento ha sottolineato l’importanza della figura dell’imprenditore che vive con la propria azienda un rapporto fatto di anima, lo stesso che lega fedelmente gli uomini a capo della Gugliemo alla propria attività, un sentimento che si rinnova di generazione in generazione per garantire qualità ed esclusività al proprio mar-

chio. La Guglielmo non è una semplice realtà aziendale, è una grande famiglia che con umiltà e dinamismo ha percorso e continua a percorrere una strada virtuosa, puntando lo sguardo al futuro senza dimenticare la sua storia passata.

«L’esperienza Gugliemo rappresenta un insegnamento per l’intera imprenditoria calabra – ha affermato Giuseppe Speziali, presidente di Confindustria Calabria – basandosi su radici familiari, tradizione e innovazione, caratteristiche che ogni azienda vorrebbe avere, la Gugliemo ha compiuto settant’anni d’età senza dimostrarli. Il marchio Gugliemo è divenuto indice di una grande realtà che, parafrasando Vittorio Gassman, ►

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attualità

Denny Mendez testimonial d’eccezione

ha il futuro dietro le spalle».

Il cammino della famiglia Gugliemo è stato lungo e faticoso ma dettato sempre da dinamismo, efficacia ed efficienza. Facendo tesoro dell’esperienza passata, l’azienda ha saputo rivolgersi al futuro, proponendo un’immagine a metà tra avanguardia e tradizione. Senza mettere da parte i valori in cui credeva il suo fondatore, ha percorso settant’anni di storia dell’industria italiana.

Il sapere tradizionale si è unito a nuove strategie aziendali, giungendo a soddisfare ogni aspettativa e approdando ad un eccellente risultato finale, tangibile, oggi come allora, nello speciale rapporto con i propri consumatori che attraverso il rito del caffè rintracciano le radici della propria terra. •

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A

spegnere le settanta candeline, insieme alla famiglia Guglielmo, Denny Mendez, nuova testimonial dell'azienda. Bellissima, solare, genuina, prima Miss Italia di colore rappresenta l'immagine che la Gugliemo negli anni ha voluto dare di sé: una fotografia di vita vera, fatta di valori, d'impegno e di dedizione. «L’abbiamo scelta – ha spiegato Daniele Rossi – perché risponde ai canoni di semplicità, onestà e bellezza che cerchiamo noi di mantenere nelle nostre aziende». Il tutto senza perdere di vista, la volontà – «di continuare a favorire la costruzione - ha detto Matteo Tubertini - di network sempre più internazionale e all'avanguardia». «Con la nostra testimonial, oltre ad omaggiare la bellezza femminile, vogliamo dare ancor di più visibilità ai nostri prodotti, approfittando di una figura, per noi, speciale, capace di entrare in empatia col pubblico». Sorridente e bella, come sempre, l'ex Miss Italia si è detta «fiera di poter rappresentare nel mondo un'azienda così valida e importante». «Mi sento responsabile ma allo stesso tempo grata a chi ha saputo riconoscere in me quei valori che da sempre sono guida e traguardo nella mia vita». •

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N.3 - Dicembre 2013

Calabria, fucina di talenti EDITORIALE

Da dove può o deve ripartire lo sviluppo della Calabria? di Paolo Ferragina*

Alla lettura di questa domanda la prima parola che mi viene in mente è “opportunità”: opportunità di formazione, di lavoro qualificato e qualificante, di alta specializzazione; opportunità imprenditoriali, di crescita e, quindi, opportunità di sviluppo. È proprio la ricerca di queste opportunità che ha portato me, come tantissimi altri giovani calabresi, ad allontanarsi dalla nostra regione. Non penso che questo sia un aspetto negativo, anzi, il confronto con sistemi di formazione e ricerca diversi, con eco-sistemi industriali e imprenditoriali più avanzati e comunque variegati di quello calabrese e italiano, costituiscono un’esperienza che i giovani dovrebbero fare, sia per un arricchimento personale, scientifico e professionale, sia per la creazione di un

network di conoscenze da utilizzare nella propria vita professionale o imprenditoriale.

D’altra parte sarebbe bene comunque offrire maggiori opportunità ai giovani calabresi nella loro stessa regione. Tra quelle più promettenti vi è sicuramente la costruzione di un ambiente fertile per la creazione di imprese innovative, sia perché le startup potrebbero essere il motore di una crescita industriale della nostra regione, sia perché proprio queste aziende, che per loro natura e dimensione sono dinamiche, offrono la possibilità di continuare a fare ricerca e di lavorare in ambienti altamente qualificati e attraenti per i giovani laureati eccellenti, calabresi e non.

Basta poco, o tanto, dipende dai punti di vista. Certo è che i calabresi hanno sempre dimostrato le loro capacità scientifiche, professionali e imprenditoriali in tutto il mondo. Mi chiedo quindi perché questo non possa succedere in Calabria. Forse perché mancano le opportunità?

* Ordinario di Algoritmi e Prorettore per la Ricerca Applicata e l’Innovazione - Università di Pisa

Indice DALLA RETE Alla scoperta della ricerca scientifica internazionale made in Calabria

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STORIE D’INNOVAZIONE Artigianato industriale: una scommessa tra innovazione e tradizione

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La Calabria che riparte: al via gli incentivi di CalabriaInnova NUOVI MATERIALI Rivestimento nanotecnologico antimacchia SCENARI TECNOLOGICI Coating più resistenti con le nanotecnologie

VETRINA DELLA RICERCA Focus sui trattamenti superficiali innovativi

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IN AGENDA

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CHANCE

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RestartCalabria

DALLA RETE

Alla scoperta della ricerca scientifica internazionale made in Calabria di Alessia Salamone

Drioli, è diretta da Lidietta Giorno e ha sede a Rende, nel Campus dell'Università della Calabria, con un’Unità Operativa di supporto a Padova. Svolge attività di ricerca con applicazioni in molteplici campi, tra cui il trattamento delle acque reflue, la dissalazione, la separazione di gas, gli organi aritificiali e molto altro. Tale è il prestigio del centro, che collabora e si confronta con diversi Paesi europei (come Francia, Spagna, Gran Bretagna, Norvegia e Olanda), ma anche con Paesi extra europei (come Egitto, Russia, Giappone, Corea del Sud, Cina, Argentina e Marocco). Circa un anno fa, con il progetto dal titolo Sviluppo di membrane per la purificazione delle acque, il centro ITM si è qualificato tra i vincitori del concorso La tua idea per il Paese bandito dall’Associazione ItaliaCamp. (Per maggiori informazioni: http://www.itm.cnr.it) Tre esempi virtuosi dal mondo della ricerca scientifica. Tre modi diversi di applicare conoscenze e metodologie, per iniziare un percorso che ci porterà alla scoperta delle eccellenze internazionali made in Calabria.

Il Centro Regionale di Neurogenetica (CRN) di Lamezia Terme, diretto da Amalia Bruni, promuove la ricerca nel campo delle malattie neurologiche e psichiatriche a trasmissione genetica, con particolare attenzione alla forma familiare dell'Alzheimer.

Oggi, infatti, il centro è considerato uno dei migliori al livello nazionale e internazionale proprio sullo studio di questa malattia.

La ricerca condotta dal CRN inizia diversi anni fa: sull’analisi di un campione di famiglie calabresi del 1984 sono stati coinvolti i ricercatori neurologi e neurogenetisti di tutto il mondo.

L’applicazione di strumenti inusuali, come ad esempio il match tra la ricerca storica e le tecniche avanzate di biologia molecolare, ha permesso la ricostruzione della famiglia più vasta al mondo affetta da Alzheimer.

Nel 1995 il risultato più atteso: l'identificazione del gene AD3 le cui alterazioni sono una delle cause della malattia dell’Alzhei-

mer familiare. Un passo fondamentale per chiarire l'intero processo della malattia e per arrivare a una terapia. Un anno dopo, la Regione Calabria, riconoscendo i risultati ottenuti dal gruppo di ricerca sull’Alzheimer, ne sancisce formalmente la costituzione.

Oggi il Centro è un punto di riferimento per pazienti e familiari provenienti non solo dalla Calabria, ma anche da altre regioni del Paese. (Per maggiori informazioni: www.asp.cz.it/?q=node/268) Un altro esempio di eccellenza è rappresentato dall’Istituto per la Tecnologia delle Membrane (ITM-CNR), una delle realtà di ricerca più produttive presenti sul nostro territorio, che collabora con diverse università, centri di ricerca internazionali e importanti realtà industriali. L’ITM rappresenta un punto di riferimento per lo sviluppo di tecnologie a membrana, testimoniato da un’intensa attività di ricerca di base e pre-competitiva applicata nei settori del Membrane Engineering.

La struttura, creata dal Consiglio Nazionale delle Ricerche (CNR) e fondata da Enrico

Tra i cubi dell’Università della Calabria ci sarà anche una STAR. Si tratta di una fabbrica di raggi X monocromatici: una macchina con onde dalla forma perfettamente definita, particolarmente adatta allo studio dei materiali e alla diagnostica medica. STAR, dall’acronimo South Europe TBS source for Applied Research, è una moderna tecnologia di imaging ad alta risoluzione, la prima macchina del genere al mondo. Racchiude in un unico strumento le capacità dei grandi acceleratori di particelle e la compattezza dei classici apparecchi per le radiografie a raggi X. In particolare nelle applicazioni mediche, questa tecnologia ha il grande vantaggio di far assorbire meno dosi di radiazioni ai pazienti, ad esempio nelle mammografie. STAR sarà realizzato dall’Università della Calabria, dall’Istituto Nazionale di Fisica Nucleare (INFN) e dal Consorzio Nazionale Interuniversitario per le Scienze fisiche della Materia (CNISM) insieme alla Società Sincrotrone di Trieste.

(Per maggiori informazioni: www.unical.it/portale/portaltemplates/ view/view.cfm?37403)

3

RestartCalabria

STORIE D’INNOVAZIONE

Artigianato industriale: una scommessa tra innovazione e tradizione di Valentina De Grazia

Ceramica, legno, ferro, seta, ginestra, metalli preziosi, prodotti della terra: le produzioni artigianali in Calabria sono una traccia della cultura e della storia regionale. L’universo simbolico calabrese ha trasferito sulle lavorazioni artigianali elementi di riconoscimento inconfondibili. Proprio per questi elementi distintivi e originali, l’artigianato calabrese è un settore dal grande potenziale, soprattutto se si considera l’attuale richiesta di autenticità che proviene dai consumatori a livello internazionale.

Ma che spazio economico può avere oggi l’artigianato?

Secondo Marco Bettiol, esperto di artigianato industriale e ricercatore di economia e gestione delle imprese presso l’Università di Padova, “gli artigiani non sono figure residuali della modernità ma, nel caso del made in Italy, partecipano a pieno titolo a un percorso allargato di ricerca e sviluppo che mette insieme conoscenze scientifiche (brevetti, tecnologie, processi industriali) con conoscenze tacite provenienti da pratiche artigianali antiche. Anzi è proprio nell’incontro tra creatività simbolica e creatività manuale che si apre oggi lo spazio per percorsi originali di innovazione.”

Una strada non facile da percorrere perché prevede l’individuazione della giusta sintesi tra tradizione e innovazione.

Ed è proprio su questa strada che incontriamo Vincenzo Caruso, impegnato nella ricerca di un percorso creativo che porti l’impresa di famiglia, Palermo Ferro Battuto, verso una produzione artigianale innovativa. L’azienda di Francavilla Angitola, in provincia di Vibo Valentia, produce da 25 anni cancelli, recinzioni, ringhiere, inferriate e complementi d'arredo in ferro battuto, secondo tradizione.

Quando è nata la sua azienda e qual è il cammino finora percorso?

Abbiamo iniziato nel 1982 nel settore dei serramenti. La vendita di infissi andava bene, ma avevamo problemi con i fornitori che non riuscivano a stare al passo con la richiesta. Per questo abbiamo deciso di realizzare un laboratorio artigianale interno.

Poi al settore dei serramenti, troppo saturo, abbiamo aggiunto quello del ferro battuto: acquistavamo i semilavorati che venivano assemblati in prodotti finiti. Nel 1994 abbiamo avviato la produzione di ferro battuto ornamentale, investendo in nuovi macchinari e nella formazione delle giovani maestranze. Oggi, con 13 dipendenti e un fatturato di circa 1 milione e 400 mila euro, produciamo dai semilavorati al prodotto finito. Realizziamo lavorazioni classiche, ma stiamo cercando di differenziarci nel mercato dei competitor, innovando il design del prodotto.

La nostra missione è fare un artigianato industrializzato, che resti però fedele alla qualità del fatto a mano.

Vincenzo Caruso (Palermo Ferro Battuto)

Come si concilia la propensione all’innovazione con il sapere tradizionale?

In settori come il nostro non è facile assimilare la cultura dell’innovazione, perché l’artigianato si fonda sulla cultura della conservazione della tradizione. Nel nostro campo, infatti, il valore di un maestro artigiano è sempre stato rappresentato dalla capacità di realizzare prodotti conformi il più possibile alla tradizione. La sfida è coniugare artigianato e innovazione senza perdere l’identità acquisita. Non vedo altre strade se non que-

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RestartCalabria

sta. Cinquanta anni fa l’industrializzazione ha fatto abbassare notevolmente i costi, facendo dell’artigianato un settore poco competitivo. Ora con l’ingresso di nuovi player come la Cina, la produzione è fortemente massificata. Il prodotto ha perso il suo valore, l’unico fattore discriminante rimane il prezzo. Nella nostra azienda, invece, realizziamo prodotti che ripropongono una tradizione tutta proiettata all’innovazione e al cambiamento.

Nessun culto dell’artigianato nostalgico, ma la consapevolezza che il valore di un prodotto di qualità ha bisogno di fondarsi su competenze uniche.

Una fase di lavorazione artigianale

Crisi e innovazione: qual è la sua ricetta?

Al momento il nostro mercato è regionale, ma vogliamo raggiungere quello nazionale attraverso un catalogo nuovo, fatto di prodotti innovativi in cui l’estro e la manualità dell’artigiano si uniscono alla creatività dei designer. Nella crisi la battaglia sul prezzo è diventata più aspra: una spirale che costringe le aziende a chiudere. L’unica possibilità, secondo me, è aggiungere valore ai propri prodotti. Prodotti unici o in piccola serie.

Prodotti di artigianato realizzati con l’ausilio delle macchine, che sappiano comunicare emozioni ai propri clienti grazie alle peculiarità delle produzioni artigianali di qualità.

Nel 2012, proprio per acquisire nuove idee e ricevere stimoli per rinnovare la nostra tradizione abbiamo lanciato, in collaborazione con il dipartimento di meccanica dell’Università della Calabria, Ferri Rari Design Competition, un concorso di idee per progetti originali e innovativi di cancelli in ferro battuto rivolto ai giovani designer. Collaboriamo anche con la CCIAA di Vibo Valentia: siamo riusciti a far approvare un bando interno per selezionare designer da inserire nelle imprese della provincia.

NUOVI MATERIALI

Rivestimento nanotecnologico antimacchia Rubrica a cura del servizio CI Materiali – imprese@calabriainnova.it

Un rivestimento nanotecnologico a base polimerica, trasparente, resistente alla corrosione e ai raggi UV, antimacchia, idrofobico, antiaderente, per superfici non porose (vetri, plastiche, metalli) anche molto flessibili (tipo il PET), che asciuga a temperatura ambiente in un’ora ed è completamente polimerizzato dopo 7 giorni, oppure dopo un paio di ore a 130°C. È fantascienza? No, è un trattamento antiaderente per sporco, grasso, unto, vernici, polveri che una società europea ha ideato e messo in commercio per tutte le applicazioni dove è necessario rendere la superficie easy to clean.

E se non bastasse, il trattamento garantisce caratteristiche di durezza superficiale e antiusura e non altera le proprietà di infiammabilità del substrato originario. Resiste agli agenti atmosferici, ai principali solventi organici e viene applicato a spruzzo, a immersione o a pennello.

Attualmente viene già utilizzato come trattamento antigraffiti per bus, treni, trasporti pubblici, facciate di costruzioni. Altro impiego già sul mercato riguarda il settore meccanico dove è necessario ridurre la fatica di componenti e superfici a contatto e in movimento.

Per maggiori informazioni scopri il servizio CI Materiali di CalabriaInnova in collaborazione con MaTech® PST Galileo Padova: www.calabriainnova.it

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RestartCalabria

Come ha incontrato CalabriaInnova e che tipo di intervento sta portando avanti?

Sapevo della nascita di CalabriaInnova e credo in questo progetto. Mi piace il fatto che ci sia un unico interlocutore in materia di trasferimento tecnologico. Ho potuto avere accesso a informazioni difficili da reperire per migliorare i nostri processi produttivi.

Inoltre, con CalabriaInnova stiamo ricercando un materiale o un trattamento superficiale innovativo in grado di sostituire la fase di galvanizzazione, ovvero la zincatura a caldo che riduce il processo di corrosione del ferro battuto. Questa fase infatti è attualmente esternalizzata, mentre l’utilizzo di una vernice nanotecnologica, ad esempio, che può essere applicata tramite verniciatura a spruzzo, consentirebbe di realizzare il trattamento anticorrosivo all’interno dell’azienda. Inoltre avrebbe un elevato impatto estetico. Ne otterrei un notevole vantaggio competitivo: caratteristiche di prodotto elevate e abbattimento di tempi e costi di produzione. Infine, stiamo elaborando, in partnership con il Dipartimento di Meccanica dell’Università della Calabria, un progetto per lo sviluppo di nuovi prototipi di prodotto da impiegare nel mondo delle lavorazioni artistiche e artigianali del ferro battuto.

Quali sfide deve affrontare la Calabria per essere competitiva?

Già da studente mi sono trasferito dall’Università di Milano a quella di Cosenza perché ritenevo che spendere le proprie energie sul territorio fosse fondamentale, anche se gli sforzi profusi non sempre sono ripagati. In Calabria bisogna collaborare di più e fare rete tra le imprese. Se non si fa squadra non si può vincere la battaglia della competitività globale. Poi andrebbe favorito l’impiego nelle imprese locali delle competenze specialistiche uscite dalle nostre università.

Sogno il rientro dei cervelli in Calabria.

Particolare di lavorazione decorativa del ferro battuto

Un particolare del cancello 3D vincitore del concorso Ferri Rari Design 2012

SCENARI TECNOLOGICI

Coating più resistenti con le nanotecnologie Rubrica a cura del team Informazione Brevettuale e Documentale brevetti@calabriainnova.it

Nel settore dei coating, la ricerca sulle nanotecnologie sta proponendo soluzioni altamente specializzate per produrre rivestimenti con proprietà sempre più richieste dal mercato, come verniciature anticorrosive, ignifughe e impermeabili. La capacità di innovazione pertanto diventa fondamentale: da un’analisi di scenario tecnologico sui brevetti a livello mondiale, si rilevano almeno 67 documenti, tra il 2000 e il 2013, aventi ad oggetto l’impiego delle nanotecnologie nella produzione di coating con le proprietà descritte.

Il trend temporale, caratterizzato da fluttuazioni, è rimasto in ascesa dal 2000 al 2009, anno in cui si registra il picco dei depositi; considerando che il lasso di tempo che intercorre tra la

tutela brevettuale e la commercializzazione dei relativi prodotti è mediamente pari a 2 o 3 anni, i rivestimenti innovativi relativi ai depositi del 2009 dovrebbero essere già acquisiti e in circolazione sul mercato.

I principali ambiti geografici per numero di domande di tutela sono: gli USA, la Germania, il Giappone, l’ambito regionale europeo, la Francia.

Tra i principali competitors o partners nell’ambito di riferimento, si segnalano 5 Assignees/Applicants: l’azienda Chemetall GMBH e gli studiosi Hebestreit Nils, Ursula Rammelt e Waldfried Plieth dell’Università di Tecnologia di Dresda in Germania che risultano essere stati maggiormente attivi nel 2006; e la European Aeronautic Defence and Space Company (EADS), azienda europea nel settore aerospaziale e della difesa con sede nei Paesi Bassi, che risulta attiva con depositi concentrati tra il 2007 ed il 2009.

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RestartCalabria

STORIE D’INNOVAZIONE

La Calabria che riparte: al via gli incentivi di CalabriaInnova di Giada Cadei

I tre incentivi per l’innovazione di CalabriaInnova

Spingere sull'acceleratore dell'innovazione in Calabria. Con questa idea fissa CalabriaInnova lancia i nuovi strumenti di supporto alle imprese e per la creazione di nuovi business ad alto contenuto tecnologico. Sono tre gli avvisi appena pubblicati: Attiva l’Innovazione (Avviso Pubblico per l’acquisizione di servizi per l’innovazione da parte delle imprese regionali esistenti), Talent Lab - startup (Avviso Pubblico per il sostegno alla creazione di microimprese innovative) e Talent Lab - spin-off (Avviso Pubblico per il sostegno alla creazione di iniziative imprenditoriali spin off).

Attiva l’Innovazione prevede la concessione di voucher tecnologici alle piccole e medie imprese già operative in Calabria per lo sviluppo di progetti d’innovazione tecnologica. L’obiettivo è rafforzarne la competitività, in particolare sostenendo con servizi di trasferimento tecnologico, assistenza specialistica e supporto economico lo stadio più delicato, rappresentato dall’avvio e della messa a punto dei progetti.

Gli imprenditori, affiancati dai broker tecnologici di CalabriaInnova, che sin qui hanno incontrato direttamente oltre 350 aziende per rilevarne i fabbisogni di innovazione, potranno quindi vedere finanziati diversi servizi: consulenza in materia di innovazione organizzativa e gestionale, supporto per il trasferimento e l’adozione di nuove tecnologie, assistenza per la redazione di studi di fattibilità e progetti di ricerca industriale,

sostegno all'attivazione di forme di cooperazione transnazionale per il trasferimento e l'acquisizione di tecnologie, prodotti e servizi innovativi, consulenza sui diritti di proprietà intellettuale e di accordi di licenza.

“Ci rivolgiamo alle piccole e medie imprese e desideriamo aiutarle a esplorare nuove opportunità, a innovare processi e prodotti - spiega Antonio Mazzei della Direzione di CalabriaInnova.

L’agevolazione massima concedibile per acquisire i servizi d’innovazione sarà pari a 200.000 euro per azienda, nella forma di contributi in conto capitale, per un massimo del 75% dei costi ammessi ad agevolazione. Con una dotazione di risorse pari a circa 7,5 milioni di euro, si stima che potranno essere finanziati oltre 150 progetti di innovazione”.

Talent Lab, invece, è il laboratorio che CalabriaInnova ha creato per quanti provengono dal mondo della ricerca regionale o hanno un’idea innovativa e vogliono confrontarsi con la creazione di uno spin-off o di una startup, acquisendo tutte le competenze utili ad affrontare la sfida dell’imprenditorialità. Questo strumento supporta lo sviluppo di idee imprenditoriali innovative che si trovano allo stadio iniziale. Le fasi di nascita dell’idea d’impresa sono particolarmente delicate per il complesso di decisioni strategiche e operative da assumere in condizioni di risorse finanziarie limitate. Talent Lab supporta gli aspiranti imprenditori con formazione, consulenza e assistenza per far ac-

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RestartCalabria

quisire gli strumenti operativi necessari alla messa a punto di un piano di sviluppo aziendale e alla gestione della futura azienda.

Molte le aree che verranno approfondite in percorsi personalizzati, affiancati da un coach d’impresa: business plan, analisi di mercato e marketing dei prodotti science-based, gestione d’impresa (economico-finanziaria, contabile, amministrativa), tutela della proprietà intellettuale, project management.

“La novità di CI Talent Lab è l’approccio technology-focused, basato sullo specifico settore di interesse industriale della proposta imprenditoriale da sviluppare - afferma Danilo Farinelli della Direzione di CalabriaInnova - Dalle scienze della vita, all’ict, all’energia, all’industrial, ogni proposta affronterà un percorso ritagliato su misura che terrà conto delle peculiarità del settore di riferimento e colmerà i gap di competenze dei singoli team, per presentarsi sul mercato con basi solide e promettenti.”

Tra quanti candideranno la propria iniziativa al Talent Lab, verranno individuati 90 progetti per il percorso di creazione di startup innovative e 30 progetti per il percorso spin-off della ricerca. La partecipazione al Talent Lab, consentirà l’accesso ai finanziamenti per la creazione di nuove imprese innovative per un valore complessivo pari a circa 7 milioni di euro.

Per maggiori informazioni sulle modalità di accesso e partecipazione, collegati a www.calabriainnova.it La conferenza stampa di presentazione degli avvisi di CalabriaInnova a Palazzo Alemanni, Catanzaro

VETRINA DELLA RICERCA

Focus sui trattamenti superficiali innovativi Rubrica a cura del team Valorizzazione della Ricerca – ricerca@calabriainnova.it

I trattamenti superficiali ad elevato contenuto tecnologico sono oggetto di attività di ricerca negli atenei calabresi. Molti ricercatori, infatti, hanno all’attivo numerose pubblicazioni sul tema dei rivestimenti funzionali su riviste scientifiche internazionali. È il caso di due team di ricerca afferenti all’Università della Calabria.

Dipartimento di Ingegneria Meccanica, Energetica e Gestionale – DIMEG Si occupa di studi di progettazione, sintesi e caratterizzazione di coating ad elevata durezza, quali quelli a base di diamanti, depositati mediante Chemical Vapor Deposition (CVD), che presentano bassi valori di danneggiamento del sistema filmsubstrato causati dallo scollamento del rivestimento e dalla propagazione di fratture all’interfaccia e dei conseguenti fenomeni di erosione. I rivestimenti derivanti da tale tecnologia sono adatti per tutte quelle applicazioni ingegneristiche nelle quali è richiesta un’elevata resistenza all’usura.

Dipartimento di Biologia, Ecologia e Scienze della Terra – DiBEST Si occupa di sintesi di coating multifunzionali fotoattivi a base di ossidi di zinco e di titanio per la protezione di beni ambientali, costantemente esposti all’inquinamento ambientale derivante da impianti industriali e fattori urbani, con serie conseguenze estetiche e di durabilità. Le nanopolveri di foto catalizzatori aggiunte ai materiali per l’edilizia sono in grado di abbattere i funghi responsabili del bio-deterioramento delle superfici dei beni culturali esposte agli agenti atmosferici. Questi nano-catalizzatori vengono attivati dall’esposizione ai raggi UV. Le polveri di ZnO e ZnTiO3, se disperse in diverse matrici polimeriche (acriliche e fluorate), consentono inoltre di ottenere una nuova tecnologia di coating per rivestimenti idrofobici, consolidanti e fungicidi. Si ottengono così superfici autopulenti che consentono di limitare i costi di manutenzione.

8 IN AGENDA

RestartCalabria

CHANCE

A cura di Alessia Salamone

Gennaio 2014, Roma HEALTH-2-MARKET: IL PROGETTO A SOSTEGNO DEI RICERCATORI Health-2-Maket è un progetto finanziato dal VII Programma Quadro della Commissione Europea che mira a fornire ai ricercatori di life science le conoscenze e le competenze necessarie per uno sfruttamento più efficace dei risultati della loro ricerca. Nel corso delle attività progettuali, Health-2Market organizzerà un ciclo di 15 seminari formativi focalizzati su 8 argomenti specifici, inerenti tutte le aree chiave dell’innovazione. Beneficiari sono le imprese, i ricercatori e le startup. www.health2market.eu 24-28 gennaio 2014, Parco delle Esposizioni - Parigi Nord, Villepinte L’ECCELLENZA ITALIANA DEL SETTORE CASA IN VETRINA L'ICE, agenzia per la promozione e l'internazionalizzazione delle imprese italiane all'estero, organizza in collaborazione con Confartigianato e con la Confederazione Nazionale dell'Artigianato (CNA) la partecipazione collettiva italiana alla fiera Maison & Objet, che si terrà a Parigi dal 24 al 28 gennaio 2014. Maison & Objet rappresenta uno dei principali appuntamenti fieristici dedicati al settore casa. Con le sue due edizioni annuali è un polo di attrazione per migliaia di visitatori internazionali: qui buyers, importatori, architetti e interior designers fanno tappa per cercare le migliori produzioni e le novità nel campo dell'artigianato artistico. www.ice.gov.it 30-31 gennaio 2014, Scuola Superiore Sant’Anna - Pisa TUTTO PRONTO PER LA II EDIZIONE DI FET2020 Continuano in Italia gli appuntamenti dedicati a Horizon 2020, il nuovo Programma Quadro dell’Unione Europea che finanzia la ricerca e l’innovazione. A Pisa, presso la Scuola Superiore Sant’Anna in piazza Martiri della Libertà, il 30 e 31 gennaio, è in programma una due giorni dedicata al progetto FET (Future and Emerging Technologies) all’interno di H2020, che riunisce ricercatori, imprenditori ed esperti del settore. www.fet2020.eu 6-9 maggio 2014, Tolosa – Francia IN FRANCIA UN GRANDE EVENTO SUL GRAFENE Si terrà a Tolosa la IV edizione della conferenza europea sul grafene, in programma dal 6 al 9 maggio 2014, presso il Centre de Congrès Pierre Baudis. Un cartellone fitto di appuntamenti: convegni, laboratori tematici e un’importante fiera industriale dove saranno presentate le ultime tendenze sul grafene. Grazie al successo delle passate edizioni, l’evento è considerato un punto di riferimento per scoprire nuove tendenze e utilizzi innovativi del prodotto. www.grapheneconf.com 13-16 maggio 2014, Seoul – Corea del Sud 32ª FIERA INTERNAZIONALE SEOUL FOOD L’agenzia per la promozione e l’internazionalizzazione delle imprese italiane all’estero (ICE) sta organizzando la 32ª Fiera Internazionale Seoul Food, che si terrà a Seoul dal 13 al 16 maggio 2014. La manifestazione è considerata tra le più importanti per l’industria del Food, dell’ospitalità alberghiera e della ristorazione. In quest’ambito le aziende italiane possono trovare ampio spazio per le forniture di attrezzature alberghiere tipicamente importate dall’Europa. In più, avranno la possibilità di confrontarsi con il mercato fuori dai confini nazionali e apprendere tecniche innovative di lavorazione e conservazione dei prodotti. www.ice.gov.it

EUROTRANSBIO: BANDI PER LE BIOTECNOLOGIE Accrescere la competitività dell’industria in tutti i settori della biotecnologia moderna in Europa, come: salute, agroalimentare, biotecnologie industriali, ambiente, soluzioni marine e acquatiche. È l’obiettivo di ETB (Euro Trans Bio), un’iniziativa di finanziamento strategico, destinata a progetti sfidanti e innovativi nel campo della ricerca industriale e dello sviluppo sperimentale.

I beneficiari del bando sono le PMI, le grandi industrie e gli organismi di ricerca. Scadenza il 31/01/2014.

Per maggiori informazioni: www.eurotransbio.eu DONNE E SCIENZA: OPPORTUNITA' DA UNESCO E l'ORÉAL “L’Oréal Italia per le donne e la scienza” è il titolo del premio che fa parte del progetto internazionale For Women in Science, nato nel 1998 su iniziativa di L’Oréal e UNESCO. È il primo riconoscimento dedicato alle donne che operano nel settore scientifico.

Potranno concorrere al premio tutte le ricercatrici italiane che operano nel settore delle Scienze della Vita e della Materia di età inferiore a 35 anni. In palio cinque borse di studio del valore di 15.000 euro ciascuna. Scadenza il 13/01/2014.

Per saperne di più: www.loreal.it SI CERCANO ESPERTI PER HORIZON 2020 La Commissione Europea ha istituito 15 gruppi di esperti indipendenti incaricati di fornire consulenze qualificate, utili a migliorare Horizon 2020.

La Commissione invita gli esperti di tutti i settori ad aderire a questi gruppi per fornire consulenza già sui primi avvisi di Horizon 2020, in uscita entro la fine del 2013. Si può manifestare il proprio interesse come singoli a titolo personale, in qualità di rappresentanti di gruppi di interesse o come rappresentanti di organizzazioni. L’invito a manifestare l’interesse è valido per tutta la durata del programma al fine di consentire il rinnovo dei gruppi alla fine di ogni mandato.

Per informazioni: http://europa.eu/rapid/press-release_IP-13-43_it.htm UN PROGETTO FORTISSIMO PER LE PMI Fortissimo è un progetto nato con l’obiettivo di consentire alle PMI europee di essere più competitive a livello globale attraverso l’utilizzo di sistemi di simulazione in esecuzione su una infrastruttura di cloud computing ad alte prestazioni (HPC). Un “one-stop-shop” che intende semplificare l’accesso alla simulazione avanzata, in particolare per le PMI. Ciò consentirà di avere hardware, competenza, applicazioni e strumenti di visualizzazione facilmente reperibili e accessibili in modalità pay-per-use.

Scadenza il 2/01/2014.

Per saperne di più: www.fortissimo-project.eu

Restart Calabria, Idee e persone che cambiano il futuro, è lo speciale di CalabriaInnova.

CalabriaInnova è un Progetto Integrato di Sviluppo Regionale finalizzato a sostenere i processi di innovazione delle imprese calabresi, favorendo il trasferimento di tecnologie e conoscenze sviluppate dal sistema della Ricerca al mondo imprenditoriale.

Restart Calabria è a cura del Team Comunicazione & Networking di CalabriaInnova In Redazione: Francesco Bartoletta, Giada Cadei, Valentina De Grazia, Alessia Salamone Hanno collaborato a questo numero: Teresa Granato e Rodolfo Politi Per segnalazioni e info su Restart Calabria: comunicazione@calabriainnova.it

Area Industriale Benedetto XVI (Ex-Sir), Comparto 15, Padiglione F3 - 88046 Lamezia Terme (CZ) CalabriaInnova è una iniziativa di: Regione Calabria, Fincalabra S.p.A, AREA Science Park - Trieste

attualità

di Rosalba Paletta

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sura, saracinesche abbassate, licenziamenti e precariato. Sono alcune delle visibili conseguenze della crisi che, passando per stretta creditizia e mancanza di liquidità, colpisce e affonda molte aziende. Sono le piaghe più evidenti di un male profondo, che è politico e sociale, prima che economico.

Un male complesso che va combattuto come tale, agendo su più fronti e competenze. In questa direzione, per ciò che ricade nel suo mandato istituzionale, si sta muovendo con grande responsabilità la Camera di Commercio di Catanzaro.

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Si inserisce in tale contesto, infatti, l'operazione finanziaria da un milione di euro portata a termine dall'Ente presieduto da Paolo Abramo e diretto da Maurizio Ferrara lo scorso mese di novembre. Il fatto consiste nello stanziamento di un fondo dalla cifra record, mai erogata prima in una sola tranche, di cui i beneficiari diretti sono i Consorzi Fidi, e i beneficiari indiretti le Piccole e Medie Imprese operanti nella provincia di Catanzaro.

La ripartizione del fondo ha coinvolto ben 9 soggetti di garanzia attivi sul territorio regionale. A ciascuno di essi, sulla base dell'ammontare delle garanzie offerte nel triennio 2010/2012, sono stati assegnati contributi per un totale, appunto, di un milione di euro, destinati a ge-

nerare affidamenti, in un rapporto di uno a dieci, per almeno dieci milioni di euro.

I Cofidi assegnatari sono: Fidarti Calabria Soc. coop.; Assicomfidi - Consorzio di Garanzia Regione Calabria; Cooperfidi Italia - Società Cooperativa di garanzia collettiva; Cofidi Calabria - Consorzio di Garanzia collettiva Fidi tra le piccole e medie imprese calabresi; Cooperativa di Garanzia "Solidarietà", Società Cooperativa a responsabilità limitata; Artigianfidi Calabria Scarl; Fidimpresa Scarl; Creditagri Scpa; Unionfidi Calabria Soc. Coop. Arl. A darne notizia, nel corso di una conferenza stampa svoltasi presso la sede dell’Ente camerale, sono stati: il Presidente Paolo Abramo; il Segretario Generale Maurizio Ferrara; il Presidente

attualità

La Camera di Commercio di Catanzaro a fianco delle imprese

Stanziato dall’ente al Confidi provinciale un milione di euro.

Abramo: “Boccata d’ossigeno per le aziende”

di Unionfidi Calabria, Renato Pastore; il Presidente di Fidimpresa, Aldo Ferrara; il Presidente di Artigianfidi Calabria, Giuseppe Arcuri; il Presidente di Cofidi Calabria, Francesco Mancini.

«In una fase di assoluta difficoltà per le imprese di ogni settore – ha affermato il Presidente Abramo – e nel quadro di una crisi che rende ancor più complicato il rapporto già difficile con il mondo bancario, abbiamo voluto mettere in campo questa sostanziosa operazione perché possa offrire una boccata di ossigeno alle imprese della nostra provincia.

Lo abbiamo fatto – ha precisato Abramo – anche con la volontà di essere da pungolo alle altre istituzioni del territorio, che spesso si mostrano sorde alle grida di chi è soffocato dalla stretta crediti-

zia. Versiamo un milione di euro nelle casse dei Confidi della provincia di Catanzaro – ha poi specificato il Presidente dell'Ente – , che risulta essere la cifra più alta mai erogata dal sistema camerale in un’unica soluzione, e lo facciamo nella consapevolezza che si tratta dell’unico strumento (con riferimento ai Confidi) utile a facilitare il rapporto fra imprese e banche. Tutte le categorie ne sono interessate, a tutte loro è rivolta questa responsabile iniziativa che si traduce in nuove possibilità di credito per il prossimo futuro». È opportuno precisare che, quella in questione, non è l'unica misura posta in essere dall'Ente di via Menniti Ippolito a sostegno del mondo economico e produttivo nell'annus horribilis che sta per concludersi. Nella scorsa prima-

vera, infatti, con l'apertura dello sportello di assistenza e ascolto agli imprenditori vittime di usura, reso possibile grazie alla collaborazione con l'Associazione Libera, si è voluto muovere un altro significativo passo verso gli imprenditori in difficoltà. Purtroppo i fenomeni della stretta creditizia e del dilagare dell'usura sono strettamente legati, come emerge dal "Rapporto sugli effetti dei fenomeni illegali sull'economia del territorio" 2013, anch'esso realizzato, per la prima volta in assoluto, per iniziativa dell'Ente camerale catanzarese, in collaborazione con l'Istituto Tagliacarne e Libera, e recentemente presentato.

L'allarmante dato, era emerso anche nel corso della conferenza stampa illustrativa del fondo di un milione di ►

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attualità

I finanziamenti garantiti dal fondo rischi possono assumere le seguenti forme tecniche: • Finanziamenti chirografari • Finanziamenti ipotecari • Aperture di credito per smobilizzo crediti commerciali e v/ P.A. • Aperture di credito per anticipazione di S.A.L. • Aperture di credito per anticipazione su contratti e commesse • Finanziamenti Import/Export

Conferenza provinciale per lo Sviluppo Economico convocata dalla Prefettura.

Unico punto all’O.d.G. l’accesso al credito da parte delle imprese del territorio catanzarese, in condizioni gravissime per via della stretta creditizia, crisi dei mercati, mancanza di liquidità e ritardati pagamenti da parte delle Pubbliche Amministrazioni. Era seguita, da parte del Consiglio Camerale ed all’unanimità, la delibera della quota di un milione di euro.

A seguito di un bando pubblico hanno presentato domanda nove Confidi operanti nella provincia di Catanzaro.

Dopo la complessa fase istruttoria, che ha determinato il piano di riparto, sono state sottoscritte le convenzioni che oggi ci consentono di erogare un milione di euro al sistema dei Consorzi Fidi. Quegli stessi soggetti – ha concluso il capo amministrativo della struttura – che sono il tramite fra noi e le aziende del territorio in materia creditizia».

Parole di plauso sono venute anche da parte dei Presidenti Mancini e Arcuri: «Una boccata di ossigeno non per i Confidi, ma per le imprese – ha affermato il rappresentante di Cofidi Calabria –, introdotta grazie alla felice intuizione di Paolo Abramo che speriamo sia da esempio per tutte le altre istituzioni».

«Sottoscrivo pienamente quanto è stato detto e auspico – ha sottolineato il Presidente di Artigianfidi – che anche le banche comprendano la consistenza operativa dei Confidi e accettino di operare attraverso le garanzie offerte». •

euro destinato ai Confidi, per bocca del nei fatti. Siamo abituati – ha affermato Presidente Pastore, che ha affermato: ancora Ferrara – a fare analisi delle dif«Il nostro compito ora è far sapere alle ficoltà, ma non a vedere proporre soluimprese che disponiamo di questo fondo zioni politiche capaci di incidere sulle straordinario, suggerendo loro di utilizcondizioni di disagio. Lo stanziamento zare la garanzia dei Confidi, ancor prima di questo fondo non può, per queste radi cedere alle tentazioni che conducono gioni, passare inosservato, e di questo all’usura, vero dramma del nostro terribisogna dare atto al Presidente Abramo torio». Il Presidente di Unionfidi Calae all'Ente camerale. Un paese bancocenbria aveva poi aggiunto: «Il Presidente trico, il nostro – ha concluso Ferrara – , Abramo è stato un pioniere nel mondo che non può più permettersi di esserlo. dei Consorzi di garanzia, ed una iniziatiIn un sistema del credito sempre più va così meritoria non poteva che venire selettivo, a pagare saranno le imprese da lui, grande conoscitore del sistema più fragili, meno strutturate, con bassa del credito. Questo un primo merito. Un capitalizzazione: l'identikit generale del secondo aspetto positivo che sottolineo nostro tessuto produttivo, in sintesi, corè che non si sono verificate preferenze risponde a questa descrizione. Bisogna per una singola categoria, o Confidi. Si svegliarsi e chiedere soluzioni a misura dà concretamente una mano al mondo di territorio, nella direzione intrapresa dell’impresa tutta, in un momento di da Abramo». estrema difficoltà».

A ricostruire l'iter amministrativo Dal canto suo, e nella duplice autoredella misura ha pensato il Segretario vole veste di Presidente di Fidimpresa e Generale dell'Ente camerale, Ferrara: della Piccola Industria di Confindustria «Facendo un tuffo nel passato – ha spieCalabria, Aldo Ferrara ha poi precigato –, il tema era stato al centro di una sato: «Dalla riunione in Prefettura ad oggi, voglio sottolineare come dato I finanziamenti per i quali si chiede l’intervento del fondo rischi devono essere eccezionale che il Presidestinati alle seguenti tipologie di investimento, avviate successivamente dente Abramo ha tracciaal 1 gennaio 2013: to una linea di politica economica importantissia) Acquisto di macchinari, arredi, impianti e attrezzature, destinati all’attività dell’impresa; ma, in un momento in cui b) Acquisto, trasformazione, ampliamento e adeguamento di immobili ad uso produttivo; l'economia vive una fase c) Adeguamento alle norme sulla sicurezza del lavoro; estrema, che lascia molti, se non tutti indifferenti d) Investimenti in innovazione tecnologica sia di processo che di prodotto;

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e) Introduzione di sistemi di qualità; f) Acquisto di scorte e/o di materie prime funzionali all’attività economico-produttiva; g) Ristrutturazione del debito verso terzi (banche e fornitori);

attualità

Baban nuovo presidente di Piccola Industria: le congratulazioni di Aldo Ferrara

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lberto Baban, già presidente Piccola Industria di Confindustria Veneto, è il nuovo presidente della Piccola di tutta Viale dell'Astronomia.

Ad esprimere grande soddisfazione, il presidente della Piccola Industria calabrese, Aldo Ferrara, che sin dall’avvio della competizione per la successione a Vincenzo Boccia, non aveva fatto mistero del Alberto Baban e Aldo Ferrara suo aperto sostegno Alberto Baban, 46 anni, dal 2010 all’imprenditore veneto, con il quale si ad oggi oltre a guidare la Piccola Induè schierato sin dalla prima ora. stria di Confindustria Veneto, ha anche Presidente di Tapì, piccolo campione ricoperto il ruolo di Vice del Presidente nazionale attivo nella produzione di tapdi Confindustria Veneto Roberto Zuccapi e chiusure per il settorewine&spirits, to che gli ha affidato lapesante delega leader mondiale nel mercato di riferidella Ricerca e dell'Innovazione e delle mento con 87 dipendenti 5 siti produtPolitiche Industriali. tivi tra Italia, Messico e Argentina, e «Un imprenditore capace che sarà in una presenza commerciale in oltre 60 grado di fare squadra, dote necessaria nazioni, Baban ha fondato nel 2011 anper ricoprire con successo gli incarichi che VeNetWork, una società per azioni di vertice della Confindustria – afferma che aggrega, come soci, 47 imprenditoil presidente Ferrara –. Baban riesce ri veneti per porsi nel tessuto delle Pmi da tempo ad interpretare il futuro, svinordestine come acceleratore di opporluppando gli elementi su cui costruire il tunità produttive e finanziarie.

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nuovo corso confindustriale, coniugando tradizione e innovazione. Insomma – continua Ferrara – la piccola industria Italiana può contare su una personalità di prim'ordine con una visione adeguata ai tempi che saprà dare i giusti impulsi per contribuire allo sviluppo del paese».

Nello stesso tempo, Aldo Ferrara saluta e ringrazia il presidente nazionale uscente, Vincenzo Boccia, che in questi anni «ha saputo interpretare con impegno e autorevolezza il proprio ruolo, riportando al centro dell'agenda nazionale il dibattito e le politiche di sviluppo della Piccola industria. Con la sua attenzione e la presenza costante nel territorio ha inoltre saputo stimolare e incoraggiare i piccoli imprenditori della nostra regione in cui fare impresa è sempre stata una sfida quotidiana». Il neo presidente infine ha assicurato a Ferrara la sua disponibilità a recarsi presto in Calabria per discutere ed affrontare le problematiche che la caratterizzano. •

attualità

Rinnovati gli incarichi in seno al Coordinamento Regionale INAIL dei Co.Co.Pro.

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Francesco Balsamo, Responsabile dell’Area Territorio ed Appalti della Confindustria Provinciale di Catanzaro, il Coordinatore Regionale INAIL per la Calabria dei Comitati Consultivi Provinciali istituiti presso le Unità territoriali.

L’avvocato Balsamo che ricopre anche l’incarico di Presidente del Comitato Consultivo Provinciale della Sede INAIL di Catanzaro, è stato eletto all’unanimità e ha manifestato da subito la volontà di lavorare in sinergia con tutti i componenti del C.R.C. evidenziando che solo facendo un lavoro “di squadra” si possono raggiungere eccellenti risultati.

Nel richiamare i compiti rientranti nell’ambito del Coordinamento Regionale, contemplati nella delibera del Pre-

sidente dell’Istituto del 30 luglio 2012, ha altresì confermato che il C.R.C. Calabria, unitamente alla Direzione Regionale INAIL, si attiverà per concorrere a tradurre a livello regionale gli obiettivi nazionali istituzionali prefissati, in coerenza con le specificità del territorio.

Vice Coordinatore del C.R.C. è stato nominato Armando Tocci che ricopre anche la carica di Presidente del Comitato Consultivo Provinciale di Cosenza e già componente nel precedente Organismo regionale.

Daniela Petrucci, Direttore Regionale reggente INAIL Calabria, ha dimostrato la sua piena disponibilità a collaborare con il C.R.C. per continuare a promuovere ed a rafforzare soprattutto a livello regionale, la cultura dei valori dei principi istituzionali rientranti nella mission dell’Istituto. •

Francesco Balsamo

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attualità

“Un giorno con l’imprenditore”

regala soddisfazioni agli studenti cosentini I ragazzi dell’Istituto tecnico industriale “Monaco” si sono classificati al terzo posto a livello nazionale

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remiato a Catania, in occasione dell’evento nazionale di orientamento “Fuoriclasse” di Confindustria, il gruppo di Confindustria Cosenza, dell’Istituto Tecnico Industriale “Monaco” e dell’azienda Fi.FF, protagonisti del progetto "Un giorno con l'imprenditore".

Classificatisi al terzo posto del concorso nazionale, per il video che racconta l’esperienza di affiancamento lavorativo di alcuni alunni ad un industriale per un giorno, lo studente Francesco Cavaliere e l’imprenditore Paolo Filice, assistiti dal professore Remo Scavello e dalla Responsabile dell’Education di Confindustria Co-

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senza Monica Perri, hanno ricevuto un premio al cospetto del Presidente di Confindustria Giorgio Squinzi, del Vice Presidente per l’Education Ivanhoe Lo Bello e del Presidente di Sistemi Formativi Confindustria Luigi Serra.

“Fuoriclasse” ha rappresentato l’occasione per presentare una ricerca di Confindustria secondo cui i “Neet”, ossia i giovani tra i 15 e i 29 anni che non lavorano e non frequentano alcun corso di istruzione o formazione, sono 2milioni 250mila, pari al 23,9%, e dall' inizio della crisi il loro numero è cresciuto del 21,1%, con un aumento nel 2012 di 95mila unità (+4,4%). I risultati della ricerca dicono che il 40%

di questi giovani sono alla ricerca attiva di lavoro, circa un terzo sono forze di lavoro potenziali e il restante 29,4% inattivi che non cercano lavoro e non sono disponibili a lavorare.

«In Italia – ha spiegato il numero uno di Confindustria Giorgio Squinzi – studio e lavoro raramente si intersecano, a differenza di quanto accade nel resto d'Europa, tanto che solo il 3,7% dei giovani tra i 15 e i 29 anni coniuga istruzione e lavoro contro il 22,1% dei giovani tedeschi e il 12,9% della media Ue. Lavoro e formazione continuano a essere due mondi che non comunicano: piuttosto che agevolare l' ingresso nel mondo del lavoro, il completamento degli studi sembra segnare

attualità

un passaggio traumatico che lascia una profonda frattura tra i due canali. Il nostro Paese – ha concluso Squinzi – è penalizzato da un tasso di disoccupazione giovanile estremamente elevato.

Dobbiamo batterci per risolvere questo problema e c'è una sola strategia per farlo: quella di ritrovare la crescita».

Di uscita da “questo incubo economico” e della necessità di registrare la ripresa ha parlato anche il presidente per l'Education di Confindustria Ivanhoe Lo Bello, secondo cui «il problema è capire quale sarà il tasso di crescita nel 2014 perché ad oggi è un tasso molto più basso degli altri paesi.

E' evidente che bisognerà mettere in

campo anche una stagione di riforme».

Per il Presidente di Confindustria Cosenza Natale Mazzuca, soddisfatto per il riconoscimento ottenuto «che premia l’impegno profuso dall’organizzazione verso gli studenti del territorio», è necessario creare le condizioni affinché «una nuova classe dirigente possa farsi spazio e possa, a sua volta, creare nuovo sviluppo. Se non modificheremo lo status quo nel quale il nostro Paese è sprofondato ormai da qualche decennio non si creerà nuovo lavoro ed occupazione. Condivido il consiglio del Presidente Squinzi ai ragazzi: non prendete scorciatoie perché la furbizia dà un vantaggio nel breve termine ma nel lungo non paga. L’uni-

co investimento fruttuoso è lo studio».

Soddisfazione per il premio è stata espressa anche dall’imprenditore che ha ospitato gli studenti in azienda, Paolo Filice, alla guida del Gruppo Giovani Imprenditori di Confindustria Cosenza, e dal Dirigente scolastico Ennio Guzzo, dell’Itis “Monaco”, la scuola coinvolta.

Un riconoscimento i protagonisti lo avevano ricevuto anche a Cosenza, in occasione dell’edizione provinciale 2013 di Orientagiovani dal tema “Saperi e competenze per prepararsi al futuro”, dal Presidente degli Industriali Mazzuca, dal Direttore Rosario Branda e dall’Assessore regionale all’Istruzione Mario Caligiuri. •

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attualità

PMI DAY Industriamoci

Alla scoperta del mondo imprenditoriale A Catanzaro studenti ospiti della Cotto Cusimano srl e della Teknalsystem di Eugenia Ferragina

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iffondere la cultura di impresa fra i giovani: questo l'obiettivo del PMI Day “Industriamoci”, la Giornata Nazionale delle Piccole e Medie Imprese promossa dalla Piccola Industria di Confindustria e giunta alla sua IV edizione.

Tutta la Calabria ha risposto con entusiasmo all'appuntamento che ha offerto l'opportunità ai ragazzi delle scuole di visitare alcune aziende del territorio e avvicinarsi al mondo del lavoro, in modo da orientare al meglio le proprie scelte professionali.

Nel capoluogo di regione, alcuni studenti del Liceo Scientifico E. Fermi di Catanzaro hanno preso parte all'iniziativa guidati da Aldo Ferrara, presidente Piccola Industria Calabria e Piccola Industria Catanzaro, e da Camillo Crivaro e Caterina Froio, componenti del comitato Piccola Industria Catanzaro. I giovani liceali, insieme ad alcuni docenti, sono stati accompagnati alla scoperta di due realtà imprenditoriali della provincia: Cotto Cusimano Spa e Teknalsystem srl.

I ragazzi hanno incontrato gli im-

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prenditori e i loro più stretti collaboratori che hanno mostrato i vari reparti, i processi di lavorazione e i prodotti, per far vedere le imprese nella loro piena operatività.

Entrambe le aziende, con più di 30 anni di storia alle spalle, nel descrivere il proprio processo produttivo, hanno sottolineato la grande importanza riconosciuta alla ricerca e allo sviluppo: due elementi basilari per crescere e che gli hanno permesso di essere apprezzate sul mercato e di essere molto qualificate nel proprio settore.

Gli imprenditori hanno descritto la propria attività, la propria sede e il proprio lavoro, in un'occasione di reciproca conoscenza pensata per valorizzare il ruolo delle aziende sul territorio di appartenenza. Gli alunni, che hanno dichiarato di voler restare in Calabria e costruire qui il proprio futuro, hanno avuto l'opportunità di entrare in contatto con il reale mondo dell'impresa.

Il modello a cui si è fatto riferimento è, ovviamente, quello tedesco, dove

la connessione tra scuola e mondo del lavoro è già forte e sviluppata. La giornata ha permesso di riflettere su una delle realtà più importanti dell'economia del Paese, la piccola e media impresa, considerando che in Italia il 96% delle aziende conta meno di 10 dipendenti.

Le piccole e medie imprese manifatturiere, in gran parte a carattere familiare,

attualità

PMI DAY Industriamoci

sono il motore della ripresa, grazie all'attenzione ai mercati, al prodotto, all'organizzazione interna.

«Nonostante la crisi, l'Italia è il secondo paese manifatturiero in Europa e l'ottava potenza economica mondiale.

La piccola industria – ha dichiarato Aldo

Dodici imprese reggine hanno "incontrato" la scuola

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nche quest’anno il Comitato Piccola Industria di Reggio Calabria, presieduto da Filippo Arecchi, da sempre attivo nella promozione di iniziative che portano alla diffusione della cultura d’impresa, soprattutto fra i giovani, ha aderito al PMI Day. L’evento ha offerto a circa quattrocento persone fra studenti e insegnanti di cinque scuole reggine (I.T.C. “R.Piria” di Reggio Calabria, Istituto Professionale “Severi” di Gioia Tauro, Istituto d’istruzione Superiore “G. Renda” di Polistena, Istituto Industriale “A.Panella”, Istituto Comprensivo di Bivongi), l’opportunità di visitare le sedi di importanti realtà aziendali della provincia. In particolare sono state dodici le imprese che hanno risposto presente

Ferrara – rappresenta l'85% degli iscritti in Confindustria Nazionale ed è la spina dorsale dell'assetto produttivo italiano.

Investire nei giovani è la migliore azione che il mondo economico possa fare.

I ragazzi hanno curiosità, interesse ed apertura mentale e possono rappresenta-

re una grande opportunità per le aziende.

Il segreto è quello di coltivare le proprie passioni, cercando di farle coincidere, almeno in parte, con il lavoro». Il PMI Day ha dimostrato la voglia delle aziende di aprirsi al territorio e ai giovani: un segnale di fiducia nel futuro.•

all’iniziativa: Oleificio Industriale di Capogreco Giuseppe, Medcenter Container Terminal, Mangiatorella Spa, Diano Cementi Spa, Meridiano Lines srl, Caronte & Tourist Logistic, Allera srl, Policart di Aquino G. e V. snc, Anselmo sas, Progetto 5 di Santo Frascati, Buonafede srl, Co.G.Eur. srl.

Il PMI Day ha fatto registrare un grande entusiasmo tra studenti e insegnanti che, anche se solo per un giorno, hanno potuto osservare “sul campo” ciò che si studia nelle aule e sui libri scolastici, entrando in contatto con una dimensione nuova e con autentiche eccellenze dell’economia locale.

All’ottima riuscita dell’iniziativa ha contribuito anche la piena collaborazione e l’estrema disponibilità da parte del personale aziendale che non si è sottratto alle domande e alle tante curiosità degli ospiti, in merito ai processi e ai meccanismi che rendono possibile la realizzazione di un prodotto di qualità e la sua offerta sul mercato.

Si è detto molto soddisfatto il presidente del Comitato Piccola Industria Reggio Calabria, Filippo Arecchi, il

quale ha osservato con attenzione lo svolgimento delle varie fasi delle visite aziendali, senza far mancare il proprio personale contributo di imprenditore attento alle iniziative volte a favorire l’imprenditorialità giovanile.

«Vedere tutti questi giovani interessati ed incuriositi da tutto ciò che avviene all’interno delle aziende reggine – ha affermato Arecchi – è per me motivo di grande orgoglio e soddisfazione perché significa che è stato centrato in pieno il nostro obiettivo finale nella realizzazione di questo evento: la diffusione della cultura d’impresa fra i giovani. Senza di loro – ha aggiunto Arecchi – non c’è futuro, né per la nostra società né per la nostra economia e, quindi, tutti coloro che si trovano a guidare un’azienda devono accogliere con estremo piacere iniziative come quella di oggi. Se non trasferiamo tutte le nostre conoscenze e tutte le nostre esperienze imprenditoriali ai nostri giovani, come possiamo immaginare che le nostre aziende possano continuare a vivere sul mercato? Per tutti questi motivi – ha concluso il presidente del Comitato Piccola Industria di Reggio Calabria – il PMI Day assume una valenza fondamentale per tutta la nostra economia, ormai dilaniata da una crisi prolungata, che ha un disperato bisogno dei nostri migliori giovani, in grado di dare nuova linfa alle nostre aziende, portandole a vivere una nuova stagione, caratterizzata da produttività e benessere». •

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PMI DAY Industriamoci

Qui Crotone

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nche i Giovani Imprenditori e il Comitato Piccola Industria di Confindustria Crotone hanno partecipato alla XX Giornata Nazionale Orientagiovani e alla IV edizione del PMI Day. Le due iniziative si sono tenute in tutto il sistema Confindustria per sensibilizzare il mondo della scuola alla conoscenza del sistema produttivo locale ed all’orientamento verso le competenze richieste dal mondo delle imprese.

Per l’Orientagiovani, circa 50 studenti dell’indirizzo elettronico ed odontotecnico dell’Istituto Barlacchi hanno incontrato ed ascoltato dalle testimonianze dei diretti protagonisti alcune delle storie di impresa di successo del nostro territorio.

«Abbiamo cercato di creare un percorso in cui raccontare ai ragazzi storie di imprese che hanno raggiunto significativi riconoscimenti, coltivando nel tempo competenze e capacità innovativa con impegno ed una passione straordinaria» ha dichiarato Sabrina Gentile,

Presidente dei Giovani Imprenditori.

I testimonial della giornata sono stati Lorenzo Marrelli per il Gruppo Marrelli, Dario Scancarello per Biomasse Italia, Miriam Vona per Arredo Inox, Susy Ceraudo per l’Azienda agricola Ceraudo e Giancarlo Giaquinta per Net scarl. La due giorni è proseguita con le visite presso gli impianti di Biomasse Italia ed il polo odontoiatrico del Gruppo Marrelli.

«Per la PMI Day abbiamo accompagnato gli studenti nelle visite in azienda.

I ragazzi erano entusiasti. Ho voluto ribadire quanto sia importante per affermarsi nel lavoro coniugare l’entusiasmo con la passione per lo studio e l’impegno», ha concluso Mario Spanò, Pre-

Qui Vibo Valentia

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l PMI Day di Vibo Valentia ha coinvolto oltre 250 studenti di cinque istituti superiori. I ragazzi hanno avuto l’opportunità di conoscere meglio due aziende leader del territorio: “Romano Arti grafiche” e “Callipo group”.

«E’ stata un’occasione – ha spiegato Mario Romano, amministratore della “Romano” e presidente dei GI di Confindustria Calabria – di condividere con i ragazzi i valori e i principi delle attività produttive. Un’esperienza sul campo

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che ci ha fatto capire come molti risultati, da adulto, si possono raggiungere soltanto con una buona formazione nell’età scolare».

Romano ha spiegato ai giovani che i tre punti chiave per raggiungere il successo sono “passione, competenza e sapere”.

«Raccontare ai gio-

sidente del Comitato Piccola Industria.

Il Dirigente scolastico dell’Istituto Barlacchi, Umile Meringolo, ha espresso soddisfazione per l’iniziativa e l’importanza di collaborare con il mondo delle imprese per facilitare l’orientamento degli studenti ed il loro futuro approccio al mondo del lavoro. •

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PMI DAY Industriamoci

vani l’impresa e cosa essa rappresenta nel nostro tessuto sociale e produttivo – ha detto il Presidente della Piccola Industria di Confindustria Vibo Valentia, Domenico Calafati – è certamente un messaggio importante e costruttivo non solo per gli studenti, che possono meglio apprezzare la gestione della cultura d’impresa, ma anche per gli imprenditori che si possono confrontare con quelli

che saranno, si spera, gli imprenditori del futuro, condividendo con loro quello che può essere l’inizio di un percorso lavorativo. In queste quattro edizioni del PMI Day – conclude Calafati – sono stati oltre 100.000 gli studenti coinvolti in Italia in questo ambizioso programma della Piccola Industria, che dà vita a prodotti e servizi che fanno l’eccellenza e la forza dell’economia nazionale». •

Qui Cosenza

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er il PMI Day, la IVª Giornata Nazionale delle Piccole e Medie Imprese di Confindustria, hanno aperto le porte delle proprie aziende due dirigenti di Confindustria Cosenza: il consigliere Mario Brogna, titolare insieme al fratello dell’Oleificio Gabro, centenaria azienda di Lauropoli (Cassano allo Jonio), ed il presidente della Piccola Industria di Confindustria Cosenza Demetrio Metallo, proprietario dell’Hotel Villaggio La Principessa in Amantea.

In particolare, gli studenti dell’ Istituto Tecnico Industriale “E. Fermi” di Castrovillari, con dirigente la professoressa Cristina Iannuzzi, hanno realizzato una interessante visita aziendale presso l’Oleificio Gabro, specializzata nella produzione ed imbottigliamento di olio Bio 100% italiano, con qualità della produzione garantita da un sistema di tracciabilità che consente di seguire il percorso del prodotto finito sin dalla raccolta delle olive. Nato nel 1909 grazie all’impegno di Oronzo Brogna, in virtù del clima, della fertilità della terra sulla quale crescono i suoi uliveti e della continua attenzione alla ricerca ed all’innovazione, l’azienda produce circa 3.000 bottiglie l'ora, consentendo di soddisfare anche le richieste più esigenti ed avendo come mercato di sbocco prevalentemente l’estero. I ragaz-

zi hanno potuto verificare tutto il processo produttivo e conoscere le strategie di marketing per la promozione del prodotto. Hanno fatto visita all’Hotel Village Centro Congressi La Principessa, una moderna struttura turistica, immersa nel verde ed adiacente al mare ed al porto turistico di Amantea, gli studenti dell’Istituto d’Istruzione Superiore “Pisani” di Paola (CS), la cui dirigente è la professoressa Sandra Grossi. «Con iniziative come quelle del Pmi day – ha sottolineato il p<<<<residente Demetrio Metallo – cerchiamo di favorire l’incontro tra scuole e imprese per ridurre la distanza che separa la domanda delle imprese e l’offerta di capitale umano formato nelle scuole e nelle università. Abbiamo parlato della necessità di attuare concretamente l’alternanza scuola-lavoro e dell’azienda come luogo dove il valore della competenza e la cultura del fare danno vita a prodotti e a servizi che costituiscono la forza della nostra economia». •

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Il maltempo colpisce anche la Calabria La provincia di Catanzaro quella più martoriata: oltre venti milioni di danni di Paolo Orofino

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errà ricordato a lungo il mese di novembre appena trascorso. In particolare martedì 19 novembre, quando un violento nubifragio si è abbattuto su Catanzaro e provincia, colpendo anche diverse zone del Crotonese. Poche ore prima una tempesta d’acqua ancora più forte aveva messo in lutto e in ginocchio la Sardegna, alluvionata e con sedici vite spezzate dall’evento meteorologico, previsto, ma non troppo. Fortunatamente in Calabria il maltempo non ha causato nessuna vittima. Si è lasciato dietro solo tanti danni. Il bilancio, in termini economici, del nubifragio è davvero pesante.

Si stima una cifra di quindici milioni di euro di danni solo per il rifacimento della condotta idrica di Catanzaro, città rimasta per diversi giorni senza acqua potabile. Il sindaco del capoluogo calabrese,

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Sergio Abramo ha fatto un appello per il reperimento dei fondi, non risparmiando critiche alla Regione. Il Comune per fronteggiare l’emergenza è stato continuamente in contatto con la prefettura.

Aldilà della Regione, però, il ripristino delle condizioni di normalità, quasi certamente non potrà avvenire senza un intervento del Governo, con lo stanziamento di appositi fondi, per affrontare lo stato di calamità naturale. Ovviamente in tutto ciò ci sono responsabilità umane: lavori eseguiti male o addirittura abusivi, realizzati laddove il pericolo “naturale” è da sempre in agguato, concessioni che non dovevano essere date, omissioni di controlli, scarsa manutenzione e prevenzione nelle aree notoriamente critiche.

Queste responsabilità hanno contribuito agli scenari di devastazione provocati dalla “bomba” d’acqua e vento.

Strade invase da fango e detriti, paesi isolati e un villaggio con 150 persone evacuato a Sellia Marina. La pioggia, caduta in modo battente per diverse ore, in alcune aree è stata mista anche a grandine. E proprio la grandine ha ulteriormente aggravato le conseguenze sfavorevoli nelle campagne e nei campi agricoli. Come dicevamo a Catanzaro e provincia si sono verificate le maggiore criticità, vissute specialmente nei quartieri a sud del capoluogo calabrese. L’acqua, in alcuni casi ha raggiunto i primi piani delle abitazioni. Persino l’area della sede della Protezione civile regionale si è ritrovata, paradossalmente, allagata.

La chiesa della Madonna delle Grazie, nel quartiere Cava, è stata completamente allagata e tutti gli oggetti sacri e gli arredi sono stati danneggiati dall’acqua. È stata davvero pericolosa l’esondazione

attualità

del fiume Uria, che ha praticamente invaso la zona di Sellia Marina, determinando l’evacuazione degli abitanti del suddetto villaggio. Ed inoltre, più paesi della Presila catanzarese sono rimasti isolati per frane e smottamenti lungo le strade. Il prefetto di Catanzaro, Raffaele Cannizzaro, nelle ore critiche della forte perturbazione, ha dovuto istituire un centro straordinario di coordinamento dei soccorsi.

Nel Crotonese le zone maggiormente colpite sono state quelle della fascia jonica. A Cirò Marina l’acqua ha raggiunto il metro di altezza. A Rocca di Neto il fiume Neto è straripato ed ha inghiottito la carreggiata della 106. In provincia di Vibo Valentia c’è stata l’esondazione del torrente Ancinale, che ha provocato l’allagamento di alcune zone montane.

Il commissario straordinario della

Provincia di Catanzaro, Wanda Ferro, ha giustamente richiesto al Governo il riconoscimento dello stato di calamità a causa dell’eccezionale evento alluvionale, che ha ingenerato nuove situazioni di dissesto idrogeologico, in aggiunta a quelle già esistenti, sull’intero territorio provinciale e del Basso Jonio crotonese.

Chiaramente la Regione Calabria, alle prese con una crisi economica senza precedenti, non ha la possibilità di finanziare gli aiuti necessari.

«Ancora non sono stati precisamente quantificati i danni provocati dall’intensa ondata di maltempo – ha detto il Commissario Wanda Ferro – ma serviranno ingenti risorse per gli interventi di somma urgenza a salvaguardia della sicurezza dei cittadini e il ripristino della viabilità nelle zone più colpite. È evidente – ha aggiunto Ferro – che

la dimensione dei danni non può essere affrontata con risorse ordinarie, delle quali tra l’altro attendiamo da tempo il trasferimento da parte di Stato e Regione. Ringrazio intanto quanti si sono spesi per soccorrere la popolazione in difficoltà ed alleviare le tante situazioni di disagio, dalla polizia provinciale, che ha effettuato numerosi interventi, alla Protezione civile, ai vigili del fuoco, alle forze dell’ordine, ai tanti volontari mobilitati nelle ore critiche e agli uffici della prefettura per il prezioso lavoro di coordinamento. Ringrazio anche la cittadinanza – ha concluso l’ex presidente della Provincia di Catanzaro – che ha affrontato la difficile situazione collaborando con grande spirito di solidarietà, e chiedo a tutti di prestare massima attenzione per evitare ulteriori situazioni di pericolo». •

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Banca - Impresa: per un Mezzogiorno che vuole crescere

Mezzogiorno e green energy:

opportunità di crescita e sviluppo di Giuseppe Brugellis*

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risi economica ed ambientale, oggi sono considerate le emergenze più importanti da affrontare e risolvere. Diversi studi e rapporti che hanno analizzato di recente la problematica sono concordi nel concludere, che il futuro dovrà passare necessariamente dalla cosiddetta “Green Economy”.

Diversi sono i settori strategici nei quali si può manifestare la “green economy”. Efficienza e risparmio energetico, ecoinnovazione, uso efficiente delle risorse, riciclo dei rifiuti, mobilità sostenibile, le principali fonti energetiche rinnovabili: Biogas - impianti di produzione di energia elettrica e termica, alimentati da materiali di origine animale di cui all’Allegato 1 del DM 06 luglio 2012 (es. reflui animali) e sottoprodotti vegetali (mais, colza, triticale).

Biomassa - impianti di produzione di energia elettrica e termica, alimentati da materiali di origine vegetale di cui all’Allegato 1 del DM 06 luglio 2012 (es.

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ramaglie forestali, scarti di coltivazioni).

Idroelettrico - impianti di produzione di energia elettrica alimentati dall’acqua in condotta forzata, derivante da un bacino o un serbatoio di acqua fluente, per il tramite di una turbina.

Cogenerazione / Trigenerazione - impianti di produzione combinata di energia elettrica e termica (cogenerazione) o di energia elettrica termica e da raffreddamento (trigenerazione) utilizzando materiale vegetale, RSU tracciati e ammessi dalla normativa di riferimento.

Eolico - impianti di produzione (aerogeneratori) di energia elettrica, alimentati dall’energia cinetica prodotta dall’aria in movimento (vento) L’ultimo Forum Abi “Green Energy 2013 – Energia, ambiente, credito” ha stimato che gli investimenti per rinnovabili ed interventi di efficienza energetica ammonteranno al 2020, a circa 110-130 miliardi di euro.

Anche il “Rapporto 2012 sulla Green Economy” realizzato dalla Fondazione per lo sviluppo sostenibile e da ENEA (agenzia nazionale per le nuove tecnologie, l’energia e lo sviluppo economico sostenibile) arriva a conclusioni che “spin-

gono” verso un marcato sostegno agli investimenti nelle fonti rinnovabili, perché rappresentano uno strumento di sviluppo sostenibile basato sulla valorizzazione del capitale economico (investimenti e ricavi), del capitale naturale (risorse primarie e impatti ambientali) e del capitale sociale (lavoro e benessere) così come lo sviluppo sostenibile è basato sulle tre dimensioni: economia, società e ambiente.

Sempre nello studio sopra citato, Confindustria stima per il periodo 2010-2020 un impatto economico complessivo positivo per il nostro paese di oltre 14 miliardi di €. In sostanza, lo Stato avrebbe un onere netto nel periodo 2010-2020 di 16,6 miliardi, a fronte di energia risparmiata e delle riduzioni evitate pari a circa 30,9 miliardi di €. Gli investimenti che si attiverebbero, sarebbero stimati in circa 130 miliardi di €, da cui deriverebbe un aumento della produzione industriale di 238,4 miliardi di € e una crescita dell’occupazione di 1,6 milioni di unità di lavoro standard. Gli interventi analizzati nel lavoro di Confindustria, e per i quali si valuta l’impatto al 2020, avranno ricadute importanti anche nel decennio successivo, considerando l’elevata vita

Banca - Impresa: per un Mezzogiorno che vuole crescere media utile di oltre 20 anni, di molte delle tecnologie utilizzate per la produzione di energia elettrica da fonti rinnovabili.

Insomma, tutto ruota intorno all’energia o meglio alla green energy, che è certamente la risorsa, il fattore della produzione, la merce più importante di una economia. La storia ci insegna infatti, che la società umana, ha sempre cercato di disporre di essa in quantità crescenti, per garantirsi la sopravvivenza, per ottenere quantità maggiori di beni e servizi, per migliorare le condizioni di vita e benessere della popolazione.

La crescita dei settori delle fonti rinnovabili, costituisce non solo un elemento essenziale per il passaggio a un sistema energetico sostenibile, ma anche una leva per la crescita dell’economia e dell’occupazione.

In tale contesto, ed in un quadro di regole preferibilmente certe, il settore bancario è pronto a fare la propria parte svolgendo un duplice ruolo: da un lato ente Giuseppe Brugellis finanziatore di nuovi impianti e della relativa filiera di produzione, dall’altro ente utilizzatore di energia.

Molto significativo il dato diramato dall’Osservatorio Rinnovabili coordinato da Abi e Abi Energia, il quale rileva che, nel periodo 2007-2012, le principali banche operanti in tale comparto, hanno assunto impegni di finanziamento per circa 25 miliardi di euro, di cui oltre 12 solo negli ultimi due anni e che il settore delle rinnovabili, rimane di grande interesse per il settore bancario, considerati anche gli interessanti trend di crescita registrati a partire dall’anno 2009.

Il nostro meridione, secondo una ulteriore ricerca effettuata dalla Svimez e da Srm (Studi e Ricerche per il Mezzogior-

no) dal sole, dal vento e dalle biomasse produce, mediante gli impianti già installati, circa i due terzi del totale dell’energia prodotta in Italia da queste tre fonti. Infatti nel Sud Italia sono installati circa l’85 % degli impianti per la produzione di energia da eolico e la maggior parte della potenza installata in Italia come fotovoltaico.

Le maggiori banche italiane hanno costituito in questi anni, specifiche strutture e desk dedicati al sostegno finanziario delle energie rinnovabili, come ha fatto Banca Popolare del Mezzogiorno,

istituto dislocato su 4 regioni: Basilicata, Calabria, Puglia e Sicilia, Grazie alle sinergie di cui beneficia per l’appartenenza al Gruppo BPER, sesto gruppo bancario italiano, alla vocazione specifica di banca vicina al territorio ed a specifici accordi di collaborazione stretti con società di consulenza specializzate, BPMezz mette a disposizione delle imprese e delle famiglie, una gamma di finanziamenti dedicati.

E’ possibile finanziare dagli investimenti nella produzione di energia verde agli interventi finalizzati alla ristrutturazione e risparmio energetico di immobili, per importi anche contenuti, tenendo altresì conto, nei relativi piani finanziari,

dei rimborsi spettanti per effetto delle agevolazioni fiscali in essere.

Tra gli elementi che incidono in misura sostanziale nella valutazione di un finanziamento green, vi sono, oltre alla ubicazione dell’investimento (fondamentale nel caso di sfruttamento di alcune fonti rinnovabili) la “solidità” del soggetto che richiede il finanziamento e la stabilità o meno del quadro regolamentare (iter autorizzativi, normativa di settore…).

Le operazioni di finanziamento nel settore green, sono di solito rivolte ad aziende che per potenza installata/da installare accedono alle tariffe omnicomprensive e/o incentivanti previste dalla normativa di riferimento. Inoltre, dovrebbero essere preferibilmente imprese non Newco ed autosufficienti nell’approvvigionamento della materia prima necessaria (es.: disponibilità di ettari di terreno, in proprietà o in affitto, in grado di garantire le quantità di materia prima necessaria ad alimentare l’impianto per un periodo di funzionamento dello stesso di almeno 20 anni).

Tali operazioni vengono di norma assistite dalla canalizzazione degli incassi e relativa cessione del credito, inerente le tariffe incentivanti riconosciute, condizione indispensabile sia per facilitare l’accesso al credito sia per mitigare il rischio di credito stesso in capo all’ente finanziatore. • Per avere maggiori informazioni sugli argomenti trattati: puntoimpresa@bpmezzogiorno.it

*Resp. Sezione Crediti Speciali, Mercato Corporate

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economia

Rapporto Bankitalia, Luisa Zappone: “Non si vedono grandi segnali di ripresa” di Maria Rita Galati

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ella prima parte del 2013 l’attività economica in Calabria ha continuato a risentire della nuova fase congiunturale sfavorevole iniziata nel 2011.

Permane un elevato grado di incertezza sulle prospettive di recupero dell'economia nei prossimi mesi e giudizi preoccupati continuano a prevalere nel settore delle imprese.

Insomma, in Calabria produzione e domanda rimangono ancora sui valori minimi dell'ultimo triennio ma, dopo la flessione registrata nella prima parte del 2013, dalla metà dell'anno in corso si registrano segnali di stabilizzazione.

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Dall’aggiornamento congiunturale sull'economia e il credito in Calabria della filiale regionale della Banca d'Italia, presentato a Catanzaro emerge anche che le imprese dell’industria e dei servizi, che pure avrebbero subito un ulteriore calo del fatturato rispetto al 2012, segnalano un'attenuazione della fase recessiva a partire dal terzo trimestre. La ricerca – effettuata attraverso rilevazioni statistiche e interviste a 142 imprese dei vari settori tra settembre e ottobre, illustrata dal direttore della filiale di Bankitalia, Luisa Zappone, e da Giuseppe Albanese e Iconio Garrì, del Nucleo di ricerca economica – si sofferma in particolare sulle condizioni del mercato del lavoro regionale, che risul-

economia

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Grandi segnali di ripresa non se ne vedono, ma dalla metà dell'anno si coglie almeno un minore pessimismo e qualche minimo accenno in particolare nell'export alimentare (vino liquori, caffé) che segna un +20%, sebbene l'intero comparto rappresenti solo l'1% del pil calabrese»

tano ulteriormente peggiorate: il numero degli occupati in Calabria si è sensibilmente ridotto nel primo semestre del 2013, accentuando la tendenza negativa nuovamente in atto dallo scorso anno.

Nel complesso, l’occupazione ha risentito della fase congiunturale negativa più che nel Mezzogiorno e in Italia.

«Grandi segnali di ripresa non se ne vedono – ha detto Zappone – ma dalla metà dell'anno si coglie almeno un minore pessimismo e qualche minimo accenno in particolare nell'export alimentare (vino liquori,caffé) che segna un +20%, sebbene l'intero comparto rappresenti solo l'1% del pil calabrese.

Proprio nell'ambito delle esportazioni i settori dei metalli, dei prodotti chimici e dei macchinari hanno subito flessioni rispettivamente del 12,3, del 4,4 e del 22,3. Un ulteriore peggioramento è stato registrato nell'industria e nelle costruzioni sia in fatturato che in produzione».

In particolare, ha rilevato l'aggiornamento di Bankitalia, nel settore edile il segno negativo domina sia nel compar-

to delle opere pubbliche che in quello residenziale: il 40% delle aziende che hanno partecipato al sondaggio ha dichiarato che il valore della produzione 2013 sarà inferiore a quello dell'anno precedente, mentre solo il 20% ha segnalato un aumento. Nella prima parte dell'anno, poi, il numero delle gare bandite in Calabria si è contratto del 23,6% rispetto allo stesso periodo dell'anno precedente, così come è diminuito del 15,6% il numero di compravendite di immobili residenziali, un calo superiore a quello medio registrato nell'intero Mezzogiorno.

Segnali negativi anche dal terziario, in cui impera ormai la debolezza della domanda interna: il 46% delle imprese ha riportato una contrazione del fatturato, a fronte del 29% che ha parlato di aumento. Langue anche il settore turistico, con una diminuzione tra giugno e inizi di agosto pari al -3,4% e con una riduzione più marcata di pernottamenti di italiani (-4,7), parzialmente compensata dall'aumento di stranieri (+4,5%).

Nota dolente resta il livello di oc-

cupazione: il relativo tasso rilevato nel primo semestre del 2013 è pari al 38,5%. Il dato, che riflette un calo del 6,1% rispetto allo stesso periodo dello scorso anno, è contenuto nell'aggiornamento congiunturale di Bankitalia relativo al primo semestre del 2013.

Il numero degli occupati nella regione, come documenta la ricerca, è sceso superando anche il dato medio del mezzogiorno che è del -4,1 e quello nazionale del -2,2.

«Il calo – ha spiegato il direttore della filiale catanzarese di Bankitalia, Luisa Zappone – è stato più marcato per la componente femminile (-7,5%) rispetto a quella maschile (-5,2). La flessione si è concentrata soprattutto tra le fila dei lavoratori autonomi diminuiti del 15,7, mentre il numero dei lavoratori dipendenti è sceso dell'1,7%».

La riduzione dell'occupazione, riporta ancora Bankitalia, non ha risparmiato alcun comparto produttivo ad eccezione dell'agricoltura. Maggiormente colpiti i settori delle costruzioni e dell'industria in senso stretto con rispettivamente -18,3 e -12,6. Il numero delle persone in cerca di occupazione è salito nel primo semestre del 2013 del 14,9% rispetto allo stesso periodo dell'anno scorso. •

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economia

Casa, dolce casa!

Ma il mercato risente della crisi

Anche in Calabria l’Homeday. Cava (Ance): "Occorrono interventi che aiutino il settore"

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omeday”, in altre parole il giorno della casa, la campagna su una nuova politica abitativa lanciata dall’Associazione nazionale dei costruttori edili (Ance) ha offerto l’occasione per suggerire possibili soluzioni sul delicato e fondamentale tema dell’abitazione, anche alla luce del report redatto dalla Direzione affari economici e dal Centro studi dello stesso sodalizio, che sono state prospettate nella sede di Confindustria Calabria di via Antonio Lombardi, a Catanzaro.

Un appuntamento che ha richiamato la presenza, fra gli altri, del presidente regionale dell’Ance Francesco Cava e di quelli di Reggio Francesco Siclari e Vibo Valentia Gaetano Macrì. Accanto a loro il referente nazionale per i Fondi europei Romain Bocognani. Fra quanti hanno partecipato anche il direttore della Confederazione degli Industriali calabrese, Luigi Leone, e il responsabile del settore Costruzioni di Legacoop,

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Salvatore Romano. Tutti gli indicatori dell’edilizia, in ambito italiano, sono purtroppo al ribasso e non fa eccezione la realtà della Calabria che, tuttavia, una volta tanto non è in coda alla classifica a recitare il consueto, scomodissimo, ruolo di cenerentola. Una magra consolazione, però, considerato che nel caso di specie in un arco di tempo che va dal 1995 al 2011 si registra un calo del 69% rispetto al picco registrato nei tre lustri presi in esame nella richiesta dei permessi a costruire (per nuovi edifici o per la ristrutturazione dei caseggiati già esistenti); si scende anche nelle compravendite con un meno 39.1% e analoga tendenza la si registra nei flussi dei mutui concessi - ma relativamente al periodo compreso tra il 2007 e il primo semestre del 2013 - per l’acquisto di un immobile a uso residenziale con una flessione del 23.3%. Percentuali che fanno ancora più sensazione, per così dire, se tradotte in numeri. Basti pensare alle 8.314 licenze edilizie (sali-

te fino a 9.033 nel 2006) chieste nel ’95 a fronte delle 2.793 attuali; nettissimo anche il divario fra le 15.694 case offerte e acquistate sempre nel ’95 (quota salita addirittura a 20.434 nel 2006) e il crollo verticale delle appena 5.294 di oggigiorno nonché quello relativo ai flussi finanziari dei contratti di mutuo crollati, dal 2007 a pochissimi mesi fa, da un rateo di 753.4 a uno di 111.9.

Al presidente Cava è toccato aprire la discussione, incentrata come premesso su un vecchio bene rifugio che negli ultimi tempi non pare esserlo più, affermando: «L’81% delle famiglie italiane possiede almeno una casa e di conseguenza tutti i provvedimenti giuridici su tale forma di proprietà riguarda da vicino la stragrande maggioranza dei cittadini. Ecco perché associazioni come la nostra hanno lavorato per elaborare una serie di misure da proporre per non scoraggiare ulteriormente, al di là della terribile crisi economica in atto, l’acquisto o addirittura la detenzione di

economia un’abitazione. Senza contare le imprese costruttrici e le aziende che producono e hanno interessi nell’edilizia. Si parla di un motore economico che garantisce un’occupazione a centinaia di migliaia di persone, anche se è ormai da parecchio alle prese con continui licenziamenti imposti dalla negativa congiuntura in atto acuita anche dalla mancata tempestività e puntualità di determinati provvedimenti legislativi. Si spiega quindi il fatto che tra le prime misure da noi suggerite al Governo per tentare di invertire la tendenza – ha proseguito – va annoverato il taglio dell’Imu sull’invenduto. Riteniamo infatti assurdo che siano soggetti a tassazione anche beni non commercializzati. Sarebbe come pretendere il pagamento del bollo auto pure per le vetture che sono in concessionaria. Mezzi che sono ancora fermi, perché non scelti da alcun cliente e di conseguenza non in grado di generare reddito per chi le ha realizzate e quanti le hanno in consegna». Ma nell’ottica dell’Ance c’è anche la concreta attuazione di una legislazione di favore per le ristrutturazioni, come ha spiegato lo stesso Cava: «Vorremmo che fossero incoraggiate anche le ristrutturazioni, migliorando così il sistema energetico e la staticità dei palazzi vetusti. Senza contare, tanto per citare solo qualche esempio, l’impegno profuso per coinvolgere la Cassa depositi e prestiti al fine di garantire i mutui; far varare un provvedimento che consenta lo sforamento del Patto di stabilità ai Comuni virtuosi, affinché possano saldare le ditte aggiudicatarie degli appalti per la realizzazione di opere pubbliche; arrivare alla stipula di un protocollo d’intesa fra le imprese e le banche per agevolare l’accesso al credito e, sempre in considerazione dell’impellente bisogno di case, dare un nuovo impulso all’housing sociale e soprattutto all’edilizia popolare, Un settore, quest’ultimo, fermo da troppo».

A chiudere le brevi considerazioni dell’ing. Bocognani che si è peraltro soffermato sull’analisi del rapporto presentato dall’Ance: «In Calabria gli enti dispongono di ben 91 milioni di euro che però non possono spendere. Un’idea vincente sarebbe l’impiego dei fondi

europei nel comparto delle costruzioni.

Potrebbe persino costituire una forma di assicurazione per i prestiti erogati dagli istituti di credito. Parlo di quattrini che rappresentano l’elemento determinante per far ripartire, se non addirittura per rilanciare, il settore». • (D.C.)

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economia

In arrivo contributi per le Reti di imprese turistiche A breve sarà pubblicato dal Ministero degli Affari Regionali Turismo e Sport (www.regioniturismosport.gov.it/) un bando per rendere disponibili finanziamenti alla concorrenza della dotazione di 8 milioni di euro di Enrico Mazza

I

l fenomeno delle reti di imprese, negli ultimi anni, ha incuriosito le micro e piccole imprese che in un periodo di crisi economica si trovano di fronte ad un’opportunità che non possono perdere.

Riuscire a reggere la pressione competitiva globale e aggredire nuovi mercati, specie nei settori ad alto valore aggiunto, rappresenta la sfida più importante che attende il tessuto produttivo calabrese. Una sfida difficile che l’impresa locale, specie la piccola e la micro, non può pensare di affrontare in solitudine.

Lo affermiamo supportati dal parere tecnico di uno specialista della materia, l’avvocato Enrico Mazza, Amministratore Delegato della M.I.A. Mondo Impresa Azienda, società specializzata nel-

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la consulenza ed assistenza alle imprese; responsabile della sezione aiuti alle imprese e contratti di rete del nostro portale (www.calabriaeconomia.it), nonché assistente alla cattedra di diritto commerciale della facoltà di Economia Aziendale dell’Università Magna Graecia di Catanzaro e Componente del Comitato tecnico Fisco e corporate governance di Confindustria nazionale.

Quali sono gli obiettivi dei bando di prossima pubblicazione?

«Questa misura agevolativa ha l’obiettivo di promuovere e sostenere i processi di riorganizzazione della filiera turistica – come detto preferibilmente, ma non esclusivamente, attraverso i contratti di rete –, migliorare la specializzazione e la qualificazione del comparto e incoraggiare gli investimenti per accrescere la capacità competitiva e innovativa dell’imprenditorialità turistica, in

Enrico Mazza

particolare sui mercati esteri. Sono ammesse a presentare domanda le reti tra micro e piccole imprese sotto forma di “contratto di rete”, i raggruppamenti di imprese in Ati ed i consorzi e le società

economia

consortili anche in forma di cooperativa, già costituiti o da costituire.

Le aggregazioni dovranno prevedere la presenza di almeno dieci Pmi ed almeno l’80% delle imprese partecipanti alla rete o all’aggregazione dovranno essere imprese appartenenti al settore turistico, come risultante, quale attività principale, dall’iscrizione al registro delle imprese.

Nel caso di aggregazioni non ancora costituite si dovrà produrre, a pena di esclusione, idonea documentazione (per esempio, un contratto preliminare o altre intese formali) con la quale si manifesti l’impegno alla definitiva costituzione entro 90 giorni dalla data di pubblicazione del bando, di cui all’art. 6, con il quale saranno stabilite le modalità di presentazione delle domande e dei progetti».

Quali sono i soggetti ammessi a presentare domanda per la concessione dei contributi?

Possono presentare il progetto esclusivamente micro e piccole imprese in possesso dei seguenti requisiti generali: avere sede operativa in Italia ed essere regolarmente iscritte – come “attive” – nel registro delle imprese. Le imprese

non devono trovarsi in stato di fallimento, di liquidazione, di amministrazione controllata, di concordato preventivo o in qualsiasi altra situazione equivalente, compreso lo stato di “difficoltà” ai sensi degli orientamenti comunitari sugli aiuti di Stato per il salvataggio e la ristrutturazione di imprese in difficoltà, ovvero rientrare tra coloro che hanno ricevuto e non rimborsato aiuti di Stato ai quali non aveva diritto.

Le imprese devono, inoltre, aver assolto agli obblighi contributivi previsti dalle norme contrattuali e dalle norme sulla salute e sicurezza sul lavoro.

Infine, le imprese non devono avere vincoli di collegamento o di controllo con altre società partecipanti alla rete.

Lei ha detto che beneficiari sono solo le micro e piccole imprese del settore del turismo. Ci può ricordare chi rientra in queste categorie di imprese?

«La definizione di micro e piccole imprese è quella rispondente ai parametri riportati nell’allegato 1, art. 2 del Regolamento CE n. 800/2008: “1. Alla categoria delle microimprese, delle piccole imprese e delle medie imprese (PMI)

appartengono le imprese che occupano meno di 250 persone, il cui fatturato annuo non supera i 50 milioni di euro e/o il cui totale di bilancio annuo non supera i 43 milioni di euro.

All’interno della categoria delle PMI, si definisce piccola impresa un’impresa che occupa meno di 50 persone e realizza un fatturato annuo e/o un totale di bilancio annuo.

All’interno della categoria delle PMI, si definisce microimpresa un’impresa che occupa meno di 10 persone e realizza un fatturato annuo e/o un totale di bilancio annuo non superiore a 2 milioni di euro.

Quanto invece al settore turismo più esattamente – ex art. 2, comma 6, del decreto più volte citato - “devono essere imprese turistiche ovvero avere il codice primario ATECO 2007, che rientri tra quelli dettagliati nell’allegato del provvedimento (gruppo lettera I, nonché agenzie di viaggio e società di trasporto di persone)».

Quali tipi di progetti si potranno presentare ?

«L’art. 3 del decreto stabilisce che la ►

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economia rete o le aggregazioni non ancora costituite possono presentare un solo progetto ciascuna.

I progetti dovranno riguardare una o più delle seguenti attività: a) iniziative per la riduzione dei costi delle imprese attraverso la messa a sistema di strumenti informativi di amministrazione, gestione e prenotazione dei servizi turistici, e creazione di piattaforme per acquisti collettivi; b) iniziative che migliorino la conoscenza del territorio a fini turistici, con particolare riferimento a sistemi di promo-commercializzazione on-line; c) implementazione di iniziative di promo-commercializzazione che utilizzino le nuove tecnologie e, in particolare, i nuovi strumenti di social marketing; d) sviluppo di iniziative e di strumenti di promo-commercializzazione condivise tra le aziende della rete ed alla creazione di pacchetti turistici innovativi; e) promo-commercializzazione delle imprese sui mercati esteri attraverso la partecipazione a fiere ed alla creazione di materiali promozionali comuni.

Il programma comune della rete dovrà essere coerente con il progetto presentato.

E non si vede come possa essere diversamente. L’art. 3, comma 3, prevede poi una previsione che recita “Le regioni, ove hanno sede le imprese partecipanti alla rete, verificano la compatibilità dei progetti presentati con le linee di politica turistica regionale”. L’ “omaggio” alle regioni era (politicamente) doveroso, ma la disposizione è di impossibile attuazione per più motivi.

Anzitutto, a mio avviso, il contributo è fissato dallo Stato e non si vede come possa essere sottoposto a “condizione”.

Inoltre, non è indicato in alcun luogo che le imprese facenti parte della rete debbano operare tutte nella medesima regione, anzi per sviluppare progetti di ampio respiro, a mio modesto modo di vedere, è probabile che le aggregazioni

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(si pensi alla quota del 20% di imprese non turistiche) debbano contare su professionalità di imprese che – seppure di ridotte dimensioni imprenditoriali – operino già a livello nazionale e sovranazionale. Infine, non mancano le possibilità di bandi regionali per reti turistiche, laddove rispettare le prerogative di “politica turistica regionale”.

L’indicazione che possiamo ricavare è che le reti, nel predisporre il progetto, indichino in una delle “premesse” la conformità con le indicazioni di politica regionale, cosa estremamente facile se si fa riferimento agli immancabili principi generali.

Dando una occhiata alle intenzioni manifestate dal decreto circa i progetti, questi, a mio avviso, possono dividersi sostanzialmente in tre macro settori principali.

Il primo è quello degli strumenti per la riduzione dei costi e per ridurre la “ridondanza” delle operazioni da compiersi. Si tratta, prevalentemente, di conseguire degli effetti di “back office” collettivo, per gestire in maniera efficace funzioni ricorrenti (l’amministrazione, le prenotazioni, gli acquisti, ecc.).

Il secondo è quello di migliorare la conoscenza del territorio a fini turistici, impiegando le leve del commercio elettronico, anche attraverso i social network. A questo settore appartiene anche l’obiettivo di internazionalizzazione, per il quale l’aggregazione delle imprese potrà partecipare a fiere ed eventi del settore, attraverso una “immagine” comune.

Il terzo, infine, richiede un maggiore

impulso creativo. Si immagina, infatti, che le imprese della rete (divenute “aziende”) concorrano alla creazione di “pacchetti turistici innovativi”. Vacanze nei fari, turismo nella propria città, cicloturismo, walkscaping, enoturismo, ecc.».

Quanto sono le risorse disponibili?

«Come già indicato, l’intervento finanziario prevede una dotazione di 8 milioni di euro. Per ogni progetto presentato, l’importo concedibile è di 200 mila euro. Si immagina che si tratti dell’importo massimo, benché la formulazione letterale della disposizione dia adito a dubbi. In ogni caso, posto che i progetti sono ammissibili solo quando prevedono una spesa (ammissibile) non inferiore a 400 mila euro, appare difficile che i proponenti non chiedano la cifra massima ottenibile. Ciò porterà a non meno di 40 progetti finanziabili, con un “giro di affari” attivato di oltre 16 milioni di euro.

E’ importante precisare che il finanziamento è concesso a fondo perduto nel rispetto del regime degli aiuti “de minimis”, secondo la definizione e le prescrizioni dei vigenti regolamenti comunitari.

Ciò significa che le imprese non possono

economia del Turismo; i costi per la comunicazione e la pubblicità riferiti alle attività di progetto; i costi per la formazione dei titolari d’azienda e del personale dipendente impiegato nelle attività di progetto (nella misura massima del 15% del contributo richiesto)».

E quelle escluse ?

chiedere, nel triennio successivo, alcun tipo di incentivo (statale o regionale), fatte salve le eccezioni indicate all’art. 8, comma 5 ».

Quali sono le spese ammissibili ?

«Le spese ammissibili (da intendersi al netto di IVA, bolli, oneri bancari e ogni altra imposta e/o onere accessorio) sono: i costi funzionali alla costituzione della rete di imprese, quali quelli riferiti alla presentazione di fideiussioni, spese notarili e di registrazione (nella misura massima del 5% del contributo richiesto); i costi per tecnologie e strumentazioni hardware e software funzionali al progetto di aggregazione; i costi di consulenza e assistenza tecnico-specialistica prestate da soggetti esterni alla aggregazione per la redazione del programma di rete e sviluppo del progetto (nella misura massima del 10% del contributo richiesto); i costi per la promozione integrata sul territorio nazionale e per la promozione unitaria sui mercati internazionali, in particolare attraverso le attività di promozione dell’ENIT – Agenzia Nazionale

«Non sono ammesse le seguenti tipologie di spesa: amministrative e di gestione o comunque per servizi continuativi, periodici o connessi alle normali spese di funzionamento dei soggetti beneficiari;per adeguamento ad obblighi di legge;di manutenzione ordinaria e straordinaria; per forniture e consulenze fatturate tra i soggetti appartenenti alla medesima aggregazione, ivi compresi soci e amministratori; per l’acquisto di beni usati i cui pagamenti sono effettuati tramite compensazione di qualsiasi genere tra beneficiario e fornitore; qualsiasi forma di autofatturazione; pagare in contanti ovvero con modalità che non consentano la tracciabilità dei pagamenti».

Quanto alla modalità di Presentazione dei progetti?

«Con apposito bando sarà indicata la scadenza per l’invio e delle domande che sono presentate da una delle imprese (come “capofila”). Si ricorda ancora una volta che, nel termine di 90 giorni dalla pubblicazione del bando, le aggregazioni di imprese non formalizzate hanno l’obbligo di addivenire ad una forma definita della loro collaborazione, pena la non ammissibilità del progetto».

Come sarà la valutazione delle proposte?

«Le proposte di progetto saranno verificate e valutate da un apposito Nucleo di valutazione – costituito con decreto ministeriale – composto dal Capo Dipartimento degli affari regionali, due componenti designati dal Ministro con la delega al turismo e da due rappresentanti delle regioni designati dalla Conferenza Stato-Regioni.

Per la valutazione delle proposte, l’art. 7, comma 2 del decreto indica un sistema di punteggi che, in particolare, “premiano” l’utilizzo dell’ENIT e del portale “Italia.it”.

I parametri sono dettagliatamente indicati. Ricordiamo i più significativi : 1) numero dei soggetti che partecipano alla rete di impresa; 2) interregionalità dei progetti; 3) progetti miranti alla destagionalizzazione dei flussi turistici; 4) affidamento all’ENIT delle attività di promo-commercializzazione sui mercati internazionali; 5) utilizzo di tecnologie innovative di promo-commercializzazione on line compatibili con il portale Italia.it.

Presso la M.I.A. Mondo Impresa Azienda (telefax 0961.777029) tecnici esperti sono pronti a simulare il punteggio delle reti di imprese interessate a presentare domanda».

Come sarà la concessione del contributo ?

«L’erogazione del contributo avverrà secondo le seguenti modalità: - 40% a titolo di anticipazione, successivamente alla restituzione controfirmata della notifica di ammissione a contributo e dietro presentazione di idonea documentazione attestante l’aggregazione nelle forme previste dall’art.

2 del decreto, nonché di idonea garanzia fideiussoria; - 40% a seguito di consegna di uno stato di avanzamento corrispondente al 70% del progetto, in coerenza con il cronoprogramma previsto; - 20% a saldo, previa rendicontazione finale e dietro presentazione della ►

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economia

documentazione relativa alla spesa effettivamente sostenuta.

I progetti dovranno essere conclusi entro quindici mesi dall’accettazione della notifica di ammissione al contributo, fatta salva la possibilità di proroga, per un periodo massimo di sei mesi, qualora il richiedente motivi ragioni connesse esclusivamente a questioni tecniche e realizzative dei progetti.

Infine ci può dire quale è la sua opinione su questa misura di finanza agevolata?

«Non vi è dubbio che il turismo nel nostro Paese appare ancora oggi come una risorsa in gran parte inespressa, se non altro perché l’Italia possiede il più imponente patrimonio storico, artistico e culturale esistente al mondo. L’Italia ha sviluppato altresì una cultura enogastronomica di eccellenza, anch’essa frutto di caratteristiche non riproducibili altrove.

L’Italia ha una configurazione territoriale ed un clima che ne fa una penisolavacanza per definizione.

Infine, non da poco la creatività ed il “gusto” degli italiani sono ammirati ovunque.

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Alla nostra analisi aggiungiamo che uno dei componenti della strategia turistica è senza dubbio il territorio, non inteso in senso statico ma, in senso dinamico, quale componente del “prodotto” turistico, in cui la bellezza del luogo in sé non è più sufficiente, se non si “declina” con le aspettative di un rinnovato turista, consapevole ed informato.

Dobbiamo renderci conto che siamo nell’era in cui un turista, attraverso pochi click del computer, è in grado di “vedere” dove vuole andare ma, soprattutto, di sapere in anticipo cosa lo attende, e che è nella condizione di organizzarsi con assoluta autonomia ogni parte della sua vacanza.

Un turista che mette in circolo informazioni preziose che possono determinare la crescita o la fine commerciale di intere località, con le cosiddette “recinzioni”.

Oggi il turista è interessato sempre più a leggere i commenti di chi ci è stato e poi inizia a raccogliere informazioni più spiccatamente turistiche (numero stelle, animazione, servizi ecc.), e termi-

nata la sua vacanza è lui che poi scrive informazioni utili per chi verrà dopo di lui.

Di fronte questo modo nuovo di conoscere e a queste nuove esigenze del turista, il servizio richiede il raggiungimento di target molto più sofisticati.

Alla luce di quanto appena analizzato, a mio avviso le imprese devono organizzarsi meglio e i contratti di rete possono essere un valido strumento per una visione innovativa dello svolgimento della funzione turistica, soprattutto se coniugata tenendo conto delle altre leve di sviluppo provenienti dagli altri settori economici: agricoltura, artigianato, enogastronomia ecc.

Vista in quest’ottica, penso che un bando che finanzia reti di imprese nel settore del turismo possa rappresentare una valida risposta alle esigenze sopra esposte.

Infine, non da ultimo, mi permetto di evidenziare a tutti i vostri lettori che, per come già più volte comunicato in varie conferenze stampa dall’Assessore Regionale al Bilancio Giacomo Mancini sono di prossima pubblicazione i cosiddetti Pisl Turismo che vedranno tra le misure agevolate anche la linea di intervento “Azioni per il potenziamento delle reti di servizi per la promozione e l’erogazione dei prodotti servizi delle destinazioni turistiche regionali”.

Quindi anche il legislatore regionale, ormai da tempo, guarda con particolare interesse lo strumento del contratto di rete.

Concludo dicendo che presso la M.I.A., Mondo Impresa Azienda, tecnici esperti sono pronti a fornire chiarimenti e/o delucidazioni sia su queste misure di finanza agevolata (nazionale e/o regionale) sia su questa nuova forma di aggregazione che, ricordo a me stesso, a differenza delle altre già usate in passato (consorzi, ATI, ATS, distretti ecc.) consente ai partecipanti di conservare la loro autonomia e sovranità». •

Giornale delle IdentitĂ Territoriali

www.localgenius.eu

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economia

L

a tua occasione per scoprire e dimostrare, a 360 gradi, tutto ciò che sai fare e trasformarlo in occasioni di guadagno e di lavoro”. A cosa serve MyJobPage è spiegato subito - e bene - nella home del sito che è a tutti gli effetti un social network sul lavoro. L’idea l’hanno avuta i soci, per la maggior parte calabresi, della prima Srls nata in Calabria. Ed è Gianpaolo Catania, presidente della società, a illustrarla.

“La nascita di un’azienda come MyJobPage è legata a un sogno coltivato negli anni dai soci fondatori: dare nuovo slancio a un Paese, l’Italia, ricco di opportunità ma sempre più avaro di speranze.

L’11 maggio 2012, durante un viaggio in auto, due giovani si sono interrogati sul fenomeno di chi, avvolto dallo sconforto, smette di cercare lavoro. I due hanno deciso di riflettere su un metodo e su strumenti in grado di ridare fiducia ai disoccupati che rischiano di finire in questo vortice di rassegnazione e depressione. Il pensiero è stato rivolto anche a chi ha già un’occupazione ma che, a causa di un contratto temporaneo, teme di perderla. Si sono considerati anche tutti coloro che hanno un impiego, magari a tempo indeterminato, ma sono desiderosi di rinnovarsi.

Il mercato del lavoro sta affrontando profondi cambiamenti (alta e crescente mobilità, modifica dei rapporti tra domanda e offerta di lavoro) ma gli strumenti di reclutamento e selezione rimangono pressappoco gli stessi. Il Curriculum Vitae, in particolare, rappresenta lo strumento più utilizzato nella ricerca di personale. Questo è un documento certamente essenziale, che racconta sinteticamente passato e presente di un candidato. Tale documento, però, secondo i soci fondatori di MyJobPage, dovrebbe essere utilizzato in fase di colloquio, per essere spiegato al potenziale “

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Cerchi occupazione?

Ora c’è MyJobPage Il social network sul lavoro è nato grazie all’idea di una società calabrese

economia

datore di lavoro. Una fase precedente, in grado di identificare i migliori profili, dovrebbe vertere su un diverso criterio: il saper fare.

Occorre considerare che il saper fare assume un’importanza crescente con l’innovazione tecnologica e il disgregarsi dei confini nazionali. In un mondo che diventa sempre più “grande” sono tante e svariate le occasioni di apprendimento.

Può spiegare, a chi ci legge, come funziona?

«Attraverso MyJobPage, certificati e percorsi scolastici si trasformano da criterio di selezione a dimostrazione di competenze apprese. Per una lingua straniera, ad esempio, una video presentazione può valere più di un voto su un certificato. In MyJobPage, quindi, può accadere che un profilo senza titolo primeggi rispetto a chi voglia avanzare solo per mezzo di certificati, senza fornire vere prove sul campo. Questo è possibile permettendo agli iscritti di caricare sulla propria pagina profilo, per ogni competenza, prove e file, anche multimediali, e di utilizzare una serie di strumenti - anche eventi ed incontri fisici - atti a dimostrare quel particolare saper fare. Un algoritmo proprietario, inoltre, è in grado di pesare commenti e

valutazioni sul saper fare di ogni iscritto e elaborare un ranking dei risultati.

Su www.myjobpage.net accanto alle più tradizionali competenze degli iscritti, ampio spazio è dato alle passioni e agli hobby, facendo rientrare anche questi nei processi di selezione sul social network. E così, su MyJobPage, accanto alle tradizionali occasioni “da CV” si aprono scenari di guadagno tradizionalmente esclusi dal percorso scolastico e dal destino già scritto dalle proprie classiche esperienze professionali».

Qual è stata la risposta, in termini numerici, da parte degli utenti?

«Il nostro servizio non è stato ancora lanciato. Tra pochi giorni presenteremo i primi servizi. Ad oggi possiamo contare oltre 2500 pre-iscritti. Altre migliaia seguono i nostri aggiornamenti sulle nostre pagine social su Facebook https://www.facebook.com/myjobpage.net e Twitter https://twitter.com/ MyJobPage_Net».

Che tipo di riscontro avete avuto? Il servizio è stato trovato utile in un periodo di crisi come questo?

«Ottima la risposta del pubblico in merito alle finalità del nostro progetto.

Alcuni beta tester stanno già provando varie funzioni principali. I commenti sono più che positivi, specie per la fa-

cilità ed intuitività dell’uso degli strumenti».

E le imprese hanno trovato interessante myjobpage per la ricerca di figure professionali di cui hanno bisogno o c’è un po’ di ritrosia ad affidarsi a questo strumento?

«Le più importanti associazioni di categoria hanno plaudito alla nostra iniziativa. Tante le aziende preiscritte, molte al Sud. Ci stiamo già rivolgendo alle PMI, quelle meno rappresentate dai nostri concorrenti e quelli più spesso alla ricerca di figure professionali».

Da un punto di vista territoriale, chi lo utilizza di più: i giovani del Settentrione, del Centro o del Sud?

«Analizzando i dati dei pre iscritti, abbiamo una prevalenza di utenti del nord. Tanti, comunque, gli iscritti nel meridione, specie in Calabria, dove ha sede la nostra azienda».

Può presentarci la società? Quanto vi ha aiutato la possibilità di partire con un capitale pari a un euro?

«La società è composta da 5 soci.

Tre sono Calabresi, uno solo di origini e un milanese. La nostra azienda è stata la prima Srls della Calabria, tra le prime in Italia. Questo ci ha permesso di affrontare con maggiore flessibilità i primi mesi di operatività». •

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eventi

3 Edizione di Edilexpo Calabria ª

Dal 25 aprile 2014 riapre il salone per costruire, arredare o rinnovare casa

N

ata dalla sinergia tra Oceania srl e Catanzaro Fiere e con l’alto patrocinio della Camera di Commercio di Catanzaro, ritorna nal capoluogo, presso l’area fieristica del Parco Commerciale “Le Fontane”, la 3^ Edizione di Edilexpo Calabria, che rappresenta a livello regionale il più grande e importante evento fieristico dedicato al mondo dell’edilizia e della casa.

Appoggiata fin dall’inizio dalle principali aziende del settore, nonostante l’imperante crisi economica, Edilexpo Calabria parte, nel 2012, con la convinzione che sia necessario far cono-

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scere le realtà aziendali del territorio ai professionisti che proprio sul territorio operano, e per combattere la diffusa ed errata credenza che fuori regione si rintracciano sempre le migliori opportunità di business.

Questo è uno dei motivi per i quali fin da subito Edilexpo Calabria si fregia del partenariato e della collaborazione attiva di numerosi Enti, Associazioni di Categoria e Ordini Professionali, che con il loro apporto impreziosiscono l’evento con convegni, conferenze, presentazioni aziendali, salotti televisivi, tavole rotonde e corsi di formazione professionale, che animano quotidianamente le sale

eventi della fiera.

L’edizione 2013 di Edilexpo Calabria ha registrato un successo oltre ogni più rosea aspettativa, rintracciabile nei numeri che hanno caratterizzato l’evento ovvero: ben 6000 metri quadri fieristici hanno ospitato in nove giornate oltre 160 espositori che hanno visto sfilare davanti al proprio stand ben 85.000 visitatori. Gli espositori della passata edizione hanno dato vita ad una mostra di alto spessore qualitativo, presentando stand dei più svariati settori dell’edilizia e dell’arredamento.

Anche nella 3^ edizione di Edilexpo Calabria si potranno vedere rappresen-

eventi

«6000 metri quadri di spazio espositivo interno e 1000 mq di spazio esterno» tate le seguenti categorie commerciali: Costruttori edili, Arredo interni e giardini, Materiali per l’elettronica e per l’edilizia, Energie rinnovabili, Smaltimento rifiuti, Sistemi di sicurezza, Software, progetti e servizi, ingegneristici, Macchine da lavoro per l’edilizia, e tutto quanto pertiene il settore.

Oltre alla grande manifestazione fieristica quale si è confermata, Edilexpo Calabria si offre quale vero e proprio incubatore di eventi; il 2013 ha visto la realizzazione di ben 20 convegni, 10 dimostrazioni e 25 salotti della comunicazione, a cura delle aziende più qualificate e degli enti e associazioni più

prestigiosi.

L’edizione 2014 verrà allestita su oltre 6000 metri quadri di spazio espositivo interno e 1000 mq di spazio esterno previsto per l’esposizione dei mezzi pesanti, e si distinguerà, nel panorama regionale, per l’ampia offerta di servizi integrati, il prestigio e la qualità delle strutture e degli allestimenti e l’alta professionalità delle aziende partecipanti.

Il salone si svilupperà in sette giornate a cavallo del ponte 25 aprile - 1 maggio per offrire, tanto agli espositori, quanto ai visitatori, un’ottimizzazione massima del tempo di permanenza in fiera, che potrà così essere fruita più co-

Massimo Mauro

modamente.

La 3^ Edizione di Edilexpo Calabria proporrà nuovamente un fittissimo ed interessante programma eventi, che si snoderà tra le tre sale tematiche suddivise in area convegni, area dimostrazioni e salotto televisivo.

Edilexpo Calabria sarà aperta a Catanzaro Lido dal 25 aprile al 1° maggio 2014 dalle ore 10.00 alle ore 20.00 nelle giornate di sabato, domenica e nei festivi, e dalle 16.00 alle 20.00 nei giorni feriali. Per saperne di più ed avere informazioni ed aggiornamenti sul programma eventi consultate il sito www. edilexpocalabria.com. •

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business

Antonio Abbruzzino insignito della stella Michelin Riconoscimento per lo chef che lavora a Catanzaro di Eugenia Ferragina

A

ntonio Abbruzzino nasce a San Giovanni in Fiore, un piccolo paese alle pendici della Sila. La sua passione per la cucina lo porta in giro per il mondo dove si misura con tradizioni gastronomiche diverse, facendo esperienza nelle cucine dei migliori ristoranti.

Come accade spesso, il forte legame con la sua terra lo porta a rientrare in Calabria per concretizzare qui tutto quanto appreso negli anni. Una sfida non semplice perché la Calabria è un territorio difficile, ma stimolante.

Dopo aver ricevuto tanti premi e riconoscimenti, supportato dalla sua famiglia e dal suo staff, Antonio Abbruzzino è giunto ad uno dei traguardi più grandi per uno chef: la conquista dell'ambita Stella Michelin. La Guida Michelin è la bibbia incontrastata per gourmand o aspiranti tali e disegna un'articolata mappa dell'eccellenza culinaria italiana.

Cresce il sud. Sono 2722 i ristoranti recensiti per l'edizione 2014. Cresce

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il numero di ristoranti stellati al Meridione. Un segnale importante che emerge è il trend positivo di chef del Sud che, dopo esperienze importanti, ritornano nei loro paesi di origine per valorizzare territorio e cucina. Abbruzzino conferma questa tendenza...

Crisi e tendenze. Nonostante la crisi, la cucina italiana appare in discreta forma. Crescono del 21% i ristoranti stellati. Si consolida la tendenza al km 0, cioè l’utilizzo dei prodotti del territorio e l’interesse per le tradizioni culinarie ultra local, si punta su cotture semplici che rispettano i prodotti e gli chef sono sempre più attenti ad intolleranze e allergie.

La stella Michelin nasce dalla segnalazione di una prova che un ispettore fa in un ristorante nel suo iter annuale. Se trova quello che per tipologia di cucina, qualità, materia prima e giuste cotture, risponde a livelli alti lo candida alla stella Michelin. Da lì nasce un processo che viene sviluppato nel tempo. Un locale candidato a una stella o a raddoppiare o triplicare la stella già conquistata viene riprovato da altri ispettori. Negli anni successivi, nei ristoranti stellati possono

variare gli ispettori che possono dare altri esiti e togliere, quindi, anche le stelle precedentemente attribuite.

La stella di abbruzzino.

Come si arriva ad essere uno chef stellato?

«Lavorando sodo e coltivando la passione per la cucina che hai dentro.

Il cammino è molto difficile. Ricordo la visita del primo ispettore avvenuta a febbraio. Queste persone svolgono il loro lavoro sempre nell'anonimato e, infatti, lui si è svelato solo alla fine della sua cena e, dopo aver pagato, mi ha fatto i complimenti. E' un grande soddisfazione per me e tutta la mia squadra: essere entrati direttamente in Guida con una stella è un gran risultato , più unico che raro!».

Cosa può significare anche per il territorio avere uno chef stellato?

«La stella porta tanta curiosità, clienti e, quindi, turismo enogastronomico da tutta Italia. Puntare sulla cucina di qualità riconosciuta può rappresentare un indotto importante per la Calabria».

Come sta cambiando la ristorazione?

«Sono cambiate le abitudini alimentari. La gente è sempre più attenta alla qualità e alla quantità del cibo che

attualità

mangia. I programmi televisivi, la carta stampata,il web, le interviste agli chef e persino i piccoli eventi e i corsi di cucina organizzati nell’ambito di sagre stagionali in ogni città sembrano aver reso le persone più consapevoli dell’importanza della qualità del cibo, non solo come elemento determinante per la nostra salute, ma anche come piacere e momento conviviale. Il cliente è più esigente e il ristoratore, quindi, deve essere molto preparato, anche nella conoscenza dei nuovi strumenti di lavoro che sono sempre più tecnologici. E' necessario un aggiornamento continuo».

Luca di realizzare una cucina basata interamente sui prodotti locali».

Quali contaminazioni troviamo nella sua cucina?

Lei è spesso al Nord per attività di formazione e start-up...

Quanto sono importanti le materie prime nella sua cucina?

Lei ripropone spesso il concetto di squadra.

«Il fatto di aver viaggiato ha influenzato molto il mio modo di cucinare. Ad esempio, dalla Turchia ho preso l'utilizzo delle spezie, dal Giappone il rispetto per la materia prima e la tecnica del taglio del pesce. Un buon chef deve essere anche un viaggiatore!».

«Sono fondamentali. Insieme al mio gruppo di lavoro facciamo una ricerca continua. Il 90% delle nostre materie prime sono prese dal territorio circostante. In futuro è in progetto con mio figlio

In questo momento sta andando di moda lo street food o cibo da strada.

Anche al Sud?

«Lo street food è costituito da quegli alimenti che sono preparati o venduti soprattutto in strada o in altri luoghi pubblici. E' un modo di mangiare in maniera più informale, più rapida, e meno costosa. Il cibo da strada è nel culto della cucina del Centro-Sud. Nella nostra regione non è ancora molto diffuso ma un piatto, ad esempio, potrebbe essere il morzello, tipica pietanza del Catanzarese».

«Si! E' un motivo di orgoglio per me ed il mio gruppo perché significa essere apprezzati. Attraverso le mie consulenze diffondo al Settentrione i prodotti calabresi che trovano un riscontro positivo.

Un'occasione di diffondere la cucina mediterranea».

«Certo! La stella conquistata è frutto di un lavoro realizzato in team. E' importante essere circondato da persone che hanno la tua stessa filosofia perché, in questo modo, possiamo remare tutti in-

sieme. La mia squadra è capitanata da mia moglie che coordina tutti e mi ha sempre sostenuto, dandomi la libertà di viaggiare e poter fare esperienza; poi c'è Matteo Morello che si dedica alla pasticceria e Raffaele Dragone che, insieme a mio figlio Luca, si occupano della cucina. Credo molto nei giovani. Avere al fianco mio figlio è per me molto importante. La sua presenza, che trasmette freschezza e naturalezza nei piatti, è per me uno stimolo continuo.

L'Expo 2015, che sarà un evento universale che darà visibilità alla tradizione, alla creatività e all’innovazione nel settore dell’alimentazione, può essere una vetrina importante per la Calabria?

«E' un appuntamento imperdibile.

Si prevedono milioni di visitatori. Se la Calabria arriverà con un progetto serio, potremo far conoscere i nostri prodotti a livello mondiale. Se porteremo avanti idee concrete, ci sarà una valorizzazione significativa del territorio». •

Gli altri ristoranti stellati in Calabria • DATTILO (provincia di Crotone) • GAMBERO ROSSO (provincia di Reggio Calabria) • L'APPRODO (provincia di Vibo)

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business di Danilo Colacino

I

l presidente di Confindustria Catanzaro Daniele Rossi ha aperto la “Porta dell’Estremo Oriente” agli associati della provincia di Catanzaro. È stato infatti instaurato un ponte commerciale con la Corea del Sud. Il riferimento è al link che potrebbe portare molti benefici alle collaudate aziende locali, le quali esporterebbero i propri prodotti e di conseguenza i prestigiosi marchi di cui sono l’emblema. Non tutti gli operatori economici potranno, però, vivere il “sogno con gli occhi a mandorla”, considerato che i coreani si lasciano sedurre e, soprattutto si fidano, soltanto di quanti siano in grado di vantare una storia professionale pluridecennale (almeno trentennale, tanto per intendersi). Gli accordi saranno quindi stretti esclusivamente con chi ha un validissimo background, un nome che si è consolidato nel tempo diventando sinonimo di qualità e serietà.

I settori che sono capaci di avere un forte ascendente anzi, un irresistibile appeal - nei confronti dei manager dell’importante paese asiatico sono quelli trainanti nel territorio calabrese, e catanzarese in particolare, vale a dire l’agroalimentare, il biologico e naturalmente il turistico. In merito a quest’ultimo, bisogna mettere in rilievo che i tesori paesaggistici

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Se le opportunità arrivano dalla Corea del Sud… Iniziativa del presidente di Confindustria Catanzaro, Daniele Rossi, alla scoperta di un nuovo mercato

business dell’hinterland del capoluogo, “sospeso” tra i monti della Sila Piccola e le acque cristalline del mar Ionio, lasciano a bocca aperta anche quanti sono abituati a catene montuose come le vicine, siderali, vette himalayane o le sconfinate distese azzurre dell’immenso Oceano Pacifico.

Il fascino delle altissime colline silane e dell’incantevole costa ionica fa però la differenza. Considerazioni che hanno spinto il presidente Rossi a diramare un’informativa per sollecitare le ditte affiliate alla Confederazione degli Industriali provinciale affinché aderiscano al progetto di distribuzione nei department store, ovvero i giganteschi grandi magazzini dell’Asia, nell’ambito di un’operazione coordinata da colossi del mercato intercontinentale quali la Samsung o la Lotte International. Sarà quindi pubblicata una manifestazione d’interesse, girata via mail a tutti i possibili interessati. Una volta raccolte le adesioni, lo stesso Rossi invierà l’elenco agli incaricati dei taikun coreani che si occuperanno poi di avallare e perfezionare l’intero piano. Nella fase successiva, allorquando i dirigenti aziendali asiatici avranno completato un accurato screening, una folta delegazione coreana sarà invitata da Confindustria Catanzaro a venire nel capoluogo allo scopo di incontrare i loro futuri partner della parte centrale della Calabria. Un modo per confrontarsi direttamente, guardandosi da vicino. Senza contare l’opportunità per gli investitori coreani di toccare con mano la bontà della merce acquistata o dei servizi (nella circostanza quelli legati al turismo) annessi alla propria vastissima rete. Anche se, come premesso, in quella parte del mondo sono quasi morbosamente attratti dalle eccellenze del made in Italy e anche di ciò che viene fatto in Calabria.

Basti pensare, ad esempio, alle prelibatezza dell’arte culinaria quali le conserve sott’olio e gli altrettanto gustosi sott’aceti. Si tratta quindi di un’occasione d’oro per entrare nel circuito di uno dei Paesi

in maggiore espansione nel mondo, che ha un Pil in crescita quasi a livello dei cosiddetti Birc (Brasile, India, Russia e Cina). Una nazione nella quale il presidente Rossi è comunque già per così dire andato in avanscoperta, lavorando anche nell’ottica della partnership con le aziende catanzaresi i cui amministratori e gestori si recheranno per alcuni giorni non appena saranno stretti gli accordi.

Come detto, tuttavia, potranno giovarsi dell’esperienza maturata da Rossi che insieme all’altro consigliere delegato Matteo Tubertini e all’ad Roberto Volpi della Guglielmo Spa sono andati più volte nella capitale sudcoreana, Seoul, visitando anche le caffetterie del posto. Una serie di viaggi che gli eredi della tradizione imprenditoriale dell’indimenticato Guglielmo Papaleo hanno compiuto non solo alla volta di quella parte dell’Asia, ma anche in altri Paesi del Sud-Est in cui hanno esportato la

loro pregiatissima bevanda capace in breve tempo di affermarsi anche a migliaia di chilometri di distanza dal suo centro di produzione con sede in Copanello di Stalettì. Lo stesso successo, si auspica, dovrebbero avere gli altri operatori economici che seguiranno il solco dei vertici societari della Guglielmo Caffè. Il riferimento è a titolari e manager di prestigiose aziende, molto note e apprezzate nel contesto regionale e nazionale ma forse ancora sconosciute oltre i confini italiani. Limiti troppo angusti, soprattutto in un momento storico in cui i prodotti si commercializzano su scala planetaria.Ragion per cui sarebbe difficile immaginare una vetrina migliore (in tutti i sensi del termine) di un megaedificio adibito a grande magazzino frequentato da milioni di persone ogni anno. Gente proveniente da tutti gli angoli del mondo, considerato l’ingentissimo numero di turisti che affollano i department store. •

La Guglielmo caffé Alla conquista dell’Est

L

a Caffè Guglielmo SpA alla conquista dell’Estremo Oriente e della Corea del Sud in particolare. Una nazione in cui, entro il 2019, ci saranno oltre 150 caffetterie linkate con la “casa madre” di Copanello a due passi dal capoluogo di regione della Calabria, quella Catanzaro da cui è partito il compianto fondatore dell’azienda Papaleo. Si tratta di aree di ristoro facenti parte di un network locale, che però diventeranno presto i luoghi di diffusione mondiale di un brand quotato in borsa. Il riferimento è alla Guglielmo

Korea. I punti vendita saranno in franchising e le royalties andranno alla ditta produttrice, che è e resterà italiana e calabrese doc. Merito del consigliere delegato Matteo Tubertini, responsabile del settore Export, che da parecchi anni ormai ottiene brillanti risultati nel consolidamento del progetto di espansione degli orizzonti commerciali molto oltre i confini nazionali e continentali della ditta insieme all’altro consigliere Daniele Rossi (peraltro presidente di Confindustria Catanzaro) e all’Ad Roberto Volpi. Un piano ambizioso, il loro, ►

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business soprattutto se incentrato su Paesi quali la Corea in cui i boiardi dell’industria e dell’imprenditoria a capo di colossi come la Samsung, la Hyundai, la Kia e la Lotte International (solo per citarne alcune), lavorano soltanto con aziende capaci di vantare un background produttivo di parecchi decenni. Marchi sinonimo di esperienza, affidabilità, qualità e intraprendenza. Case e griffe dietro le quali c’è un team play tra management e collaboratori, ovvero fra dirigenti e addetti alla produzione come avviene ad esempio nella Guglielmo SpA. Soltanto in presenza di questi fondamentali requisiti, infatti, i taikun coreani danno il via libera a importanti partnership, magari persino “allevando” in casa propria un’impresa. Azienda da far crescere e affermare nel mercato asiatico per poi essere addirittura quotata in borsa e ammessa nell’olimpo degli scambi commerciali di una parte del mondo che sta viaggiando a velocità supersonica rispetto ad altre realtà europee e americane. I coreani, di conseguenza, prendono soltanto il meglio. E l’oro di Calabria, si sa, è l’agroalimentare da esportare.

Così come le incantevoli bellezze naturali sono da far conoscere e apprezzare a

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milioni di turisti provenienti dai quattro angoli del pianeta. In South Korea, tuttavia, hanno anche voglia di caffè. Anzi, di ottimo caffè da bere nei punti vendita firmati Guglielmo che si confronteranno con la stessa bevanda finora prevalentemente diffusa in Asia da fornitori statunitensi. Le previsioni degli analisti della torrefazione di Copanello, però, dicono che entro 6 anni al massimo ci sarà un boom per il prodotto italiano, in grado di ritagliarsi uno spazio importante.

Qualcosa di più della “classica nicchia”.

Ecco perché la Guglielmo ha ritenuto opportuno creare un collegamento tra la Regione e il Governo cinese che in quell’area del globo e non solo è parecchio influente. L’obiettivo è portare in Estremo Oriente una serie di operatori economici calabresi e della provincia del capoluogo con le credenziali giuste.

Un panorama che stuzzica non poco per le enormi risorse di cui dispone. Mezzi che possono far decollare qualunque azienda abbia le potenzialità per suscitare l’interesse dei solidissimi investitori asiatici. A riguardo il manager Tubertini afferma: «Da noi ci sono tanti prodotti con cui poter attirare l’attenzione dei coreani, che si innamorano delle cose di valore contribuendone alla diffusione e, se possibile, al miglioramento. La Guglielmo SpA lo ha capito e ha provato, peraltro riuscendoci, a sedurli con il suo delizioso caffè. Alcuni anni orsono abbiamo avviato proficui contatti con capaci e lungimiranti dirigenti e mediatori commerciali che hanno creato i presupposti per intrecciare scambi e relazioni.

Il sottoscritto e altri esponenti del gruppo

Matteo Tubertini

si sono recati a Seoul in più di un’occasione, ricevendo poi le visite degli investitori coreani. Persone venute qui con l’intenzione di scoprire e in un certo senso studiare la realtà con cui avrebbero dovuto confrontarsi. Penso di poter dire – ha aggiunto – che ne siano rimasti prima molto colpiti e subito dopo letteralmente affascinati. Non si sono però limitati ad assaggiare le prelibatezze culinarie, i piatti e gli ingredienti della cucina tradizionale, ma hanno anche vissuto le emozioni e le suggestioni che la costa e le montagne dell’hinterland catanzarese possono regalare. Scorci mozzafiato che auspichiamo possano presto essere colonizzati da frotte di turisti con gli occhi a mandorla. Visitatori stranieri che, una volta tornati in patria, correrebbero di sicuro ad acquistare gli oli, i vini, i salumi, i formaggi, gli alimenti biologici, oltreché ovviamente il caffè, frutto della terra e della lavorazione di casa nostra.

Prodotti che mi piacerebbe vedere in vendita – ha concluso – nei department store, ovvero i giganteschi grandi magazzini dell’Asia, da me girati insieme a Daniele (Rossi, ndr) e alla delegazione partita da Catanzaro. Perché è all’interno di questi mega centri commerciali o negli altrettanto grandi empori frequentati quotidianamente da decine di migliaia di clienti che si entra nei circuiti della distribuzione su scala mondiale con aperture verso l’America del Nord e del Sud, ma anche dell’Oceania e ovviamente dell’intera Asia». •

Taranto

Melilli (SR)

Marcellinara (CZ)

Orciano Pisano (PI)

Non tutto va male in Calabria La Cal.Me Cementi SpA, società del gruppo Speziali ringrazia i suoi 250 collaboratori per l’insostituibile contributo che nel corso degli anni ha permesso il raggiungimento di risultati sempre crescenti.

Evoluzione tecnologica, ricerca ed eccellenza sono da sempre i punti cardine della “mission” aziendale. Importanti società impegnate nella realizzazione delle grandi opere, come il tratto autostradale A3 Salerno-Reggio Calabria, hanno mostrato vivo apprezzamento per la proficua collaborazione avuta con i tecnici Cal.Me SpA. Ciò ha consentito la produzione di calcestruzzi di straordinaria qualità.

Nella consapevolezza dell’assoluto valore del capitale umano, la Cal.Me SpA affronta il futuro forte della solidità e compatezza della propria struttura societaria.

Perché in fondo…. “C’E’ UNA CALABRIA CHE PRODUCE”

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D , , crescere e o territorio r u a s t l r e d o ri p o s it per e li imprend , studiati per oraggia g

ne e inc u misura pre sostie oluzioni s s m e e s i iende. c a a d ic z ff z izi e lle loro az BPMe rv e e d s a o it d c n s e il 10%, i cre pon ort supera p e lo fa pro celerare i processi d x e to ttivo ra ttu ac anno lʼobie h in cui il fa e io h c risolvere e c n , a E il C b on un ranzia SA imprese c nti con Ga e m ia z n Oggi, alle a titi ziende. n po delle a ropone i fi menti assis ia z n a n fi i BPMezz p il processo di svilup ropone llo Stato re , BPMezz p ), garantiti quindi da e c e di sostene v in , e pres /96 e Medie Im bblica (ex legge 662 resa. u Alle Piccole P ʼi na ti dell mp ranzia n a e G i m d ti ovarci in u s o e tr d v a in e li it g n a e dal Fon àe mpia per voi, v ti allʼattivit lʼintera e a , nto che fa e re m ta e finalizza ia lu z a n v a e el fin cere zione usufruire d otrete anche conos ellʼinternazionalizza p Per potere d e o v e filiali, do i a sostegn rese. delle nostr anziamenti e serviz elle imp fin sviluppo d o ll e gamma di d e te corren dellʼattività ! mo Vi aspettia