"Io, fuggita da Bologna ora ritorno con i miei scatti sulla chiesa di Alvar Aalto"

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Quotidiano

03-01-2024 Pagina 13 Foglio 1

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Intervista allafotografa Luisa Lambri

"Io,fuggita da Bologna ora ritorno coi miei scatti sulla chiesa di Alvar Aalto"

Riola che verranno esposti in una mia mostra personale, all'interno di un altro edificio iconico che è il Padiglione de L'Esprit Nouveau,per Art City.Da anni lavoro sulla fotografia di architettura, cogliendo dettagli degli edifici». Simone Menegoi parla di una relazione delle sue opere con Giorgio Morandi.Perché? «Simone,che è bravissimo,ha avuto questa intuizione in cui mitrovo in pieno.Nellavoro sulla chiesa di Alvar Aalto,come in altri progetti,ho fotografato per piccole variazioni di prospettiva,sulla lentezza dell'esperienza,sulla percezione.Ci sono molte forme verticali e una composizione precisa.Tutti elementi che hanno a che fare con la pittura del maestro bolognese.D'altra parte

CI Le immagini La chiesa di Alvar Aalto a Riola di Vergato. Al centro due dettagli della chiesa, realizzati da Luisa Lambri. Qui sopra la fotografa ritratta da Miho Yajima.

ho sempre guardato non tanto alla lezione dei grandi fotografi quanto a quella della pittura,agli"Achrome" di Piero Manzonio alle opere di Enrico Castellani.Però quando ero a Bologna ho visto le opere di Morandi». Torna a Bologna dopo quanto tempo? «Non citornavo dal'95.Ero arrivata qui da Milano dove ero iscritta a Linguee letterature moderne per frequentare il Dams dove poi misono laureata.Ma sono scappata più lontana che potevo». Come mai? «Nella metà degli anni Novanta a Bologna c'era una grande energia ma c'erano anche occupazioni e contestazioni,conflitti e tensioni.Non faceva per me,non ho mai avuto uno spirito rivoluzionario». Però si èfermata appena in tempo per r]i trovare la sua strada? sglw>'. «Sì. All'epoca mi piaceva usare la Polaroid e c'erano tantissimi spazi dove esporre in maniera libera. Roberto Daolio vide i miei layon e Illi sollecitò a iscrivermi all'Accademia per seguire i corsi di fotografia.Lui aveva capito che quella era la mia strada mentre io allora non consideravo quegli scatti delle opere,non mi consideravo un'artista». Poi cosa è successo? «Una volta laureata ho iniziato a partecipare a residenze all'estero e ho vissuto in Finlandia,a Londra,in Brasile,a Los Angeles,in Giappone. Proprio in Finlandia, nel '96, ho iniziato a fare le mie prime fotografie di architetture che sono poi diventate il mio interesse principale. Uno dei primi soggetti furono proprio gli edifici di Alvar Aalto». E come in un corto circuito,torna ad occuparsene a Bologna? «Della chiesa a Riola ho fotografato alcuni dettagli,una finestra,il campanile.Non sono immagini di documentazione ma rimandano allo spirito dell'edificio».

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diPaola Naldi «Se non ci fosse stato Roberto Daolio non sarei mai diventata un'artista, ma dalla Bologna degli anni Novanta io sono scappata: mi stava troppo stretta». Luisa Lambri forse è stata una delle poche ad aver vissuto in prima persona il fermento del capoluogo emiliano, nel momento in cui crescevano i nipotini dell'underground e la scena creativa invadeva strade e cantine, ma senza rimanerne invischiata. Nata a Como, arrivata sotto le Torri per studiare al Dams e non certo con l'idea di fare l'artista,oggi Luisa Lambii è una fotografa affermata a livello internazionale,le cui opere sono nelle collezioni del Museum of Modern Art di San Francisco, del Getty di Los Angeles, del Guggenheim di New York. Ora torna a Bologna, invitata da Simone Menegoi, direttore artistico di Arte Fiera, per realizzare un progetto speciale commissionatole dalla Fiera, nell'ambito del programma "Opus Novum". Luisa Lambri,di cosa si tratta? «Di una serie di scatti sulla chiesa di Santa Maria Assunta di Alvar Aalto a

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