Mense scolastiche La scuola per esempio Criteri del censimento Comuni e scuole private che hanno introdotto alimenti bio nella refezione scolastica: una sola portata bio, alcuni prodotti bio o l’intero menù bio.
La scelta di non mettere una soglia per il censimento delle mense scolastiche biologiche, ma di includere anche quelle con una sola portata bio, nasce da due considerazioni. La prima tiene conto della realtà. Spesso l’inserimento dei prodotti bio avviene gradualmente, con una sorta di percorso a tappe. Qualcuno si perde per strada, ma i più proseguono, ampliando la gamma di prodotti bio utilizzati, anno dopo anno. Ed è più difficile che chi inizia torni indietro. Anche se la crisi può portare alcuni Comuni a “risparmiare” proprio sul biologico. La seconda guarda alla portata educativa di questa scelta, che va ben al di là del puro risvolto commerciale, perché educa i più piccoli e al tempo stesso dà il buon esempio ai grandi, alla comunità. Anche se il risvolto commerciale ha un significato importantissimo per i produttori agricoli biologici che forniscono le aziende di ristorazione, che a loro volta gestiscono le mense. L’esempio l’ha dato Cesena, la capitale dell’ortofrutta, dove è nata la prima esperienza italiana di ristorazione scolastica con dieta bio-mediterranea. Era il 1986 e ancora non esisteva una legge nazionale, né tantomeno europea, sul biologico. Ma quell’esperienza, nata nel cuore della Romagna, ha fatto da apripista, ha dato il coraggio di partire ad altre amministrazioni. E da allora, anno dopo anno, l’introduzione del biologico nella refezione scolastica ha fatto passi da gigante. Il numero delle mense bio comprende il numero dei Comuni che hanno scelto di introdurre in tutto o in parte alimenti bio nelle scuole pubbliche e il numero delle scuole private che hanno optato per il bio. Le cucine (centralizzate o decentrate) sono molte di più e ancora di più sono i luoghi di refezione dove vengono serviti ogni giorno 1.230.000 pasti, dall’intero menù bio fino a quelli con una sola portata o un solo alimento bio, come ad esempio la frutta. Per le mense scolastiche la crescita negli ultimi cinque anni è stata del 43%. Sono infatti passate dalle 872 del 2010 alle 1.249 del 2014. Un trentina le nuove mense censite nel 2014, una ventina quelle che non utilizzano più alimenti bio. Circa 290 le realtà che utilizzano almeno il 70% di materie prime bio nelle cucine delle scuole, il 23% del totale. Le mense che servono fino a 300 pasti ogni giorno sono quasi la metà, ovvero il 45%, da 301 a 600 pasti il 22%, da 601 a 1.500 il 20%, quelle più grandi oltre 1.500 pasti il 13%. I dati sono riferiti alle mense che hanno indicato il numero di pasti (1.157 sul totale di 1.249). Le mense bio sono soprattutto al nord, con il 71% del totale, mentre al centro sono circa il 18% ed al sud intorno all’11%. La regione con il maggior numero di realtà è la Lombardia, con 224 mense, seguita dal Veneto con 192 e dall’Emilia-Romagna con 172. Il Friuli-Venezia Giulia è la regione con la più elevata densità, con 76 mense scolastiche per ogni milione di abitanti, seguita dal Trentino-Alto Adige con 66 e dal Veneto con 39. 24