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Commissione sul Covid: la miccia è accesa
from L'Espresso 10
by BFCMedia
è nemmeno partita e già scuote il Parlamento. Dovrà essere composta da 20 deputati e altrettanti senatori e rispondere a cinque domande semplici ma capaci di riempire biblioteche di faldoni. 1) Che cosa doveva succedere; 2) cosa è successo; 3) cosa è andato bene; 4) cosa è andato male; 5) cosa è necessario cambiare affinché le cose non si ripetano. Sarà possibile approdare a un risultato costruttivo che ci eviti altri morti davanti a calamità simili in futuro? Sul quinto punto c’è davvero poco, a leggere le tre proposte istitutive. Una è di FdI e si concentra sull’emergenza sanitaria e sulle colpe di chi non aggiornò il piano anti-pandemia. La seconda è della Lega e punta sulle responsabilità dell’allora governo Conte e sulle misure adottate. La terza è di Azione-Iv e allarga l’orizzonte di indagine alle misure di prevenzione e contrasto nonché alle conseguenze per il servizio sanitario nazionale (leggi soprattutto la gestione commissariale del contiano Domenico Arcuri, poi sostituito dal generale Figliuolo).
L’inchiesta parlamentare non è ancora partita e già provoca polemiche. Servirà a saperne di più?
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La commissione non nascerà prima di maggio-giugno e accorperà i tre testi. Quindi quanto durerà? Un anno e mezzo, spesa 50 mila euro all’anno, come chiede il partito della premier? O sarà un’odissea lunga quanto il resto della legislatura (altri 4 anni), budget tra i 200 e i 300 mila euro l’anno, come vogliono Lega e Terzo Polo? Siamo ancora alla fase istruttoria ma è evidente che sarà una polveriera. Provate solo a mettere in fila i capitoli: zone rosse, lockdown, piano pandemico, campagna vaccinale, ventilatori, mascherine, green pass, perfino la Dad (ricordate i banchi a rotelle della ministra Azzolina?).
La santabarbara sarà la gestione della segretezza degli atti. La commissione di inchiesta avrà, com’è prassi, i poteri dell’autorità giudiziaria. Potrà decidere quali documenti segretare e quali no. Davanti a spifferi e pubblicazioni a sorpresa di testi top secret, trasmessi o segretati dalla commissione, scatterà l’articolo 326 del codice penale: carcere da 2 a 5 anni. Non è difficile immaginare il polverone che ne seguirà. È previsto l’accompagnamento coatto di chi si rifiuterà di deporre. E comunque chi verrà interrogato dai 40 commissari - ex premier, ministro, funzionario o sanitario che sia - non potrà aggrapparsi al segreto d’ufficio, né a quello professionale o a quello bancario. Unica eccezione il segreto di Stato: in tutti quei casi, su fatti che lo contemplano, i convocati avranno licenza di astenersi. Domanda: se sarà difficile accertare se e come si potevano evitare 4 mila morti in provincia di Bergamo, forse sui gravi errori del riconfermato governatore Fontana o sulla presenza della task force russa inviata da Putin nel 2020 riusciremo a saperne di più?