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Schlein, diversità a doppio taglio stefania.rossini@lespresso.it

Cara Rossini, che la nuova segretaria del Pd abbia sessualmente il dono dell’ubiquità e sia in grado di provare attrazione per un uomo o per una donna e di innamorarsi (al momento di una donna per sua stessa ammissione) potrebbe costituire un ostacolo per la sua carriera politica, visto che ora l’ha intrapresa non come subalterna a qualcuno ma come protagonista. In altre nazioni europee ci sono stati casi di superamento di questi tabù, a differenza del nostro Paese che ogni giorno riceve la benedizione di un Papa. In verità papa Francesco cerca di aprire, anzi di non chiudere le porte a fenomeni di diversità sessuale che la società civile ha già legittimato e accettato. La presenza di una donna assurta al ruolo di capo di un grosso partito nonostante la sua dichiarata bisessualità dovrebbe accelerare la rottura di barriere sino a poco tempo fa insormontabili. A Elly Schlein il compito di fare da apripista su questo nel mondo della politica. Si sa che in politica vengono usate le armi più affilate per colpire un avversario, anche quelle che potrebbero riguardare la vita privata e la sfera intima. La bisessualità della segretaria del Pd sarà senz’altro un’arma a doppio taglio per ferirla a morte. Toccherà a lei sapersi difendere attraverso l’uso di armi più chirurgiche, per sanare le fe-

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Allo stato delle cose l’orientamento sessuale di Schlein non ha avuto alcun peso nella scelta degli elettori, mentre molto ha contato l’orientamento politico sui temi che lei elenca. Ma eleggere una donna che dice a gran voce «amo un’altra donna» è comunque il segno che anche questo Paese si sta finalmente liberando di pregiudizi ritenuti inamovibili. I tempi corrono e non sempre per portarci verso il peggio. Credo che nessuno, anche fra gli avversari più trucidi, si permetterà di fare allusioni in questo senso. Del resto anche nel passato i giornalisti sapevano molte cose sui comportamenti privati dei politici, ma hanno per lo più evitato di parlarne. Conosco un cronista che inseguiva in motorino gli spostamenti pomeridiani di una bella deputata di Forza Italia e cronometrava il tempo che passava con un esponente della destra regolarmente sposato, ma soltanto per spettegolarne con i colleghi. Oggi l’eventuale spazzatura è tutta nei social, ma c’è da augurarsi che chi li frequenta se ne renda conto. E gli dia il peso che si merita la

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Ray Banhoff

Iprimi due anni del liceo non brillavo: ero troppo impegnato a osservare la vita e sentirmici mezzo dentro e mezzo fuori, per poter studiare. Avevo un taglio di capelli improbabile, i piedi giganti e una camminata sghemba tipo Pippo della Disney. Unica abilità: nelle ore di italiano il tema mi usciva facile come l’acqua dalla cannella. Campavo di rendita, non cercavo di migliorare, con il minimo sforzo intortavo l’insegnante e facevo un figurone coi compagni tutti persi nel loro magma emotivo e incapaci di tramutarlo in parole. Mi sentivo un ladro. C’ho messo una vita per non sentirmi più così; anni di psicoterapia,

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