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Non fanno paura i cimeli, ma stiamo all’erta sul presente

ché una volta dentro c’è una sola porta dalla quale, nel caso, poter fuggire. E decidono loro quando aprirla».

Accanto al racconto del “nostro infiltrato speciale”, che fotografa la parte più arrabbiata dei giovani di ultradestra, pubblichiamo altri articoli e servizi per cercare di spiegare cosa è il fascismo oggi, visto che se ne fa un gran parlare, proprio in questi giorni. Non abbiamo analizzato tanto i fatti specifici, ma il fenomeno. Che è ancora più allarmante.

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C’è quel film divertentissimo con Frank Matano, “Sono tornato”, che racconta un improbabile Mussolini che all’improvviso ricompare ai giorni nostri e va in giro per Roma. Magari, assassinio del cagnolino a parte, il capo del fascismo fosse stato quello lì. Il Mussolini che si aggira per l’Italia non si vede, ma è come un refolo di vento che soffia tra le strade, penetra gli animi e an- cora detta i comportamenti: arroganti, prepotenti, sprezzanti con gli umili, osannanti alla cultura del super uomo. Le curve degli stadi di calcio sono piene di esempi di fascisti del ventunesimo secolo. Ma anche le vie e i palazzi. La nostra società, la politica hanno aspetti di fascismo nei comportamenti, nella cultura. Manifestati dai politici, ma ormai e sempre più, anche dalla gente. Non deve far paura il passato, ma dobbiamo stare vigili sul presente. Impedire che la società, quasi inconsciamente, si faccia trasportare verso un buio moderno, diverso da quello del ventennio, ma comunque inaccettabile per un Paese democratico nato proprio dalla lotta al fascismo e dalla Resistenza, con una delle Costituzioni più avanzate dei Paesi civili che ci dobbiamo impegnare a difendere a qualunque costo.

Il fascismo è disperazione, ha scritto Oliviero Toscani nella sua copertina di questo numero. In effetti il fascismo oltre a esserlo, come dice Oliviero, è nato dalla disperazione, da quella dei reduci della Grande Guerra, dalla disperata fame di ricchezza di certi agrari e industriali dell’epoca, dalla disperazione di un Paese entrato con una guerra, cioè nel modo più sbagliato, nel Novecento.

In effetti la disperazione è proprio quello che fa più paura, non tanto i busti del duce conservati in salotto. Quello che deve far paura non sono i cimeli, ma i comportamenti, la cultura, l’educazione. La disperazione, appunto. E soprattutto l’educazione e la cultura possono darla solo la famiglia e la scuola. Insomma, l’antifascismo, ma più in generale il sentire, l’essere democratici, deve nascere dalla famiglia e dalla scuola. Deve muovere i primi passi della vita. Si può essere di destra o di sinistra ma se non si è inclusivi, aperti, soprattutto con i propri figli a cui dobbiamo insegnare il rispetto, la tolleranza, l’educazione, l’onestà, i valori del lavoro e della scienza, si è genitori semplicemente sbagliati. O disperati.

Chi Sale E Chi Scende

Sebastiano Messina

Michelle Obama

La prima vicepresidente donna degli Stati Uniti, Kamala Harris, ha scoperto dai sondaggi che la donna più ammirata dagli americani non è lei ma Michelle Obama. Che sei anni fa si disse felice di uscire dalla Casa Bianca, ma ora è considerata uno dei nomi più quotati, se mai Joe Biden dovesse decidere all’ultimo momento di rinunciare a ricandidarsi nel 2024. Anche perché negli Usa è ancora forte la nostalgia del marito Barack. Che sarebbe il primo “first gentleman” della storia.

Samuele Ceccarelli

Uno che nella graduatoria mondiale dei centometristi occupa la posizione numero

5457 sulla carta non aveva nessuna chance di battere l’oro olimpico Marcel Jacobs.

E invece Samuele Ceccarelli è riuscito, quasi dispiacendosi, nell’impresa di sorpassare per la seconda volta quello che chiama «il mio mito», conquistando il titolo europeo dei 60 metri. E ora l’Italia si chiede dove può arrivare, questo studente di Giurisprudenza che sognando di fare il giudice corre come un ghepardo.

Enzo Bianco

«Non c’è quattro senza cinque», dice lui. Chissà se ce la farà, ma candidandosi a sindaco di Catania per il suo quinto mandato

Enzo Bianco - che è stato ministro dell’Interno, deputato e senatore - ha stabilito un primato: oggi è l’unico, tra i sindaci eletti nel 1993, a essere tornato in campo per un’altra battaglia.

In una città dove il centrosinistra ha preso alle politiche la metà dei voti del centrodestra (e del M5S) per accettare la sfida ci voleva coraggio. Lui ce l’ha avuto.

Due brutte sorprese per Giuseppe Conte. L’occasione persa di Ignazio La Russa

Giuseppe Conte

L’ascesa del successore di Di Maio alla guida dei Cinque Stelle è stata interrotta da due cattive notizie. La Procura di Bergamo gli ha contestato i reati di epidemia colposa aggravata e omicidio colposo plurimo per non aver ordinato la zona rossa ad Alzano e Nembro. E intanto il M5S è stato sorpassato dal Pd di Elly Schlein (non accadeva dalle ultime elezioni). Chissà se sarà più facile fare i conti con il Tribunale dei Ministri o con un’alleata che gli porta via gli elettori.

Ignazio La Russa

Il busto di Mussolini lo ha regalato alla sorella, ma il presidente del Senato continua ad avere un problema con la parola “fascismo”. «Mai più un odio così bestiale», ha scritto nel registro dei visitatori dello Yad Vashem, a Gerusalemme. Ma quando i giornalisti gli hanno chiesto se dunque condividesse le parole che vent’anni fa Gianfranco Fini pronunciò proprio lì («Il fascismo fu parte del male assoluto»), ha dribblato la domanda e anche i cronisti. Ha perso un’occasione preziosa.

Novak Djokovic

Sarebbe bastata un’iniezione, una dose di vaccino anti-Covid. E invece Djokovic si è rifiutato ancora una volta. Così, dopo essere stato escluso dagli Australian Open (arrestato e poi espulso dal Paese) è rimasto fuori anche dagli Indian Wells, visto che gli Usa non ammettono viaggiatori non vaccinati. Lui prima ne ha fatto una questione di principio, poi ha chiesto una “dispensa speciale”. Ma di fronte al Covid le regole sono uguali per tutti. Anche per il numero uno del tennis.

Diletta Bellotti

Il 3 gennaio 1889 Friedrich Nietzsche scende dal suo appartamento in via Carlo Alberto a Torino, probabilmente per andare alle poste, e, secondo la ricostruzione dei fatti, assiste alla scena di un cocchiere che frusta a sangue un cavallo. Il filosofo salta sulla carrozza e getta le braccia attorno al collo del cavallo, singhiozzando. Subito collassa e viene riportato a casa, dove giace immobile e in silenzio per due giorni finché non mormora: «Madre, sono pazzo». Viene poi ricoverato nella clinica psichiatrica di Basilea. L’aneddoto mi ricorda quello raccontatomi da Bonnabella Reyes, nativa canadese a cui è stata diagnosticata la schi-

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