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PLANETARI
PLANETARI
DI GIANLUCA RANZINI*
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CENTO ANNI SOTTO CUPOLE DI STELLE
LA COMUNITÀ DEI PLANETARI SI PREPARA A FESTEGGIARE UN SECOLO DI ATTIVITÀ CON MOLTISSIME INIZIATIVE
L’anno appena iniziato è davvero importante per il mondo dei planetari. Il 19 settembre 1923, infatti, veniva testato nella sua piena operatività il primo planetario moderno, installato sul tetto di un edificio della ditta Carl Zeiss a Jena.
Si trattava dello storico modello Zeiss
Mark I, collocato per l’occasione sotto una cupola di 16 metri di diametro. Il 21 ottobre dello stesso anno lo strumento venne mostrato a una platea ristretta al Deutsches
Museum di Monaco di Baviera.
Dopo un ritorno alla Zeiss per i ritocchi finali, la macchina fu allestita allo stesso museo sotto una cupola di 10 metri, e lì iniziò le proprie attività pubbliche il 7 maggio 1925.
Quest’ultima è stata identificata come data chiave per festeggiare il compleanno dei planetari, e dal 2024 sarà spostata al 7 maggio anche la Giornata Internazionale dei
Planetari (nata in Italia nel 1991 e poi “esportata” in tutto il mondo), che attualmente viene festeggiata la seconda domenica di marzo.
IL PAPÀ DEI PLANETARI
L’idea di realizzare una macchina che potesse proiettare una riproduzione fedele del cielo su una cupola utilizzata come schermo, e che potesse anche rendere conto del moto della Luna e dei pianeti, era stata concepita nel 1913 da Max Wolf, direttore dell’Osservatorio astronomico di Heidelberg, che ne parlò a Oskar von Miller, fondatore e primo direttore del Deutsches Museum. Dopo qualche anno di ritardo a causa della Prima guerra mondiale, i due si rivolsero per la sua costruzione alla Zeiss, ditta ottica all’avanguardia, che mise all’opera il suo ingegnere capo Walter Bauersfeld, che possiamo quindi considerare il “papà” dei planetari moderni. Il suo gioiello di meccanica e ottica, che fu chiamato dai media “La meraviglia di Jena”, consentiva di proiettare 4500 stelle su tutta la sfera celeste e aveva un ingegnoso e originale sistema di ingranaggi che permetteva di accoppiare il moto diurno e quello annuo, in modo che i pianeti si spostassero sulla cupola coerentemente con i loro movimenti reali. Il principio di proiezione delle stelle era semplice: queste ultima erano rappresentate da forellini su una serie di maschere che avvolgevano alcune potenti sorgenti di luce. La luce poteva quindi uscire dalla macchina solo attraverso quei forellini (ciascuno dei quali rappresentava una stella), veniva messa a fuoco e andava a colpire uno schermo di forma emisferica, al centro geometrico del quale si trovava il proiettore del planetario.
*GIANLUCA RANZINI
ASTROFISICO E GIORNALISTA, SI OCCUPA DI DIVULGAZIONE SCIENTIFICA E DI PLANETARI. È TRA I FONDATORI DI PLANIT, L’ASSOCIAZIONE DEI PLANETARI ITALIANI.


» Dall’alto in senso antiorario: il proiettore del Planetario di Milano, uno Zeiss Model IV installato nel 1968, in sostituzione dell’originale Model II risalente al 1930.
La cupola di un planetario moderno, l’Hayden Planetarium di New York.
La prima proiezione pubblica di un planetario moderno avvenne all’interno di una cupola realizzata sul tetto della ditta Carl Zeiss a Jena nel 1924.
INIZIATIVE IN TUTTO IL MONDO
La comunità dei planetari, sia in Italia sia all’estero, si prepara a festeggiare la ricorrenza del centenario con una serie molto articolata di iniziative, che inizieranno nell’ottobre di quest’anno e termineranno nel maggio del 2025. Un anno e mezzo di manifestazioni che corrono in parallelo alle date ricordate sopra. In particolare, l’International Planetarium Society (Ips), il massimo organismo mondiale che rappresenta i planetari, sta preparando un libro che ripercorrerà questi cento anni attraverso le persone che hanno lavorato nei planetari e le strutture più rappresentative. Inoltre, sta organizzando un archivio di contenuti online in cui saranno riunite informazioni divise per aree tematiche: per esempio, l’evoluzione delle tecnologie (siamo passati dalle macchine opto-meccaniche ai sistemi digitali ad altissima risoluzione), le influenze e le relazioni con gli altri media, le architetture di queste strutture. Infine, per iniziativa dei planetari tedeschi, è stata avviata la procedura per riconoscere i planetari come patrimoni di eredità culturale intangibile da parte dell’Unesco. Anche l’Italia parteciperà alle iniziative del centenario, e tutti i planetari sono invitati e condividerle. Un esempio? In alcuni Paesi (a partire dal Costa Rica, su iniziativa di Marco Avalos) sono stati realizzati brevi videointerviste a bambini che rispondono a domande del tipo: “Cos’è un planetario e a cosa serve?”, “Quando e dove pensate che sia stato inventato?”, “Come pensate che funzionasse il primo costruito?” e così via. PLANit, l’Associazione dei Planetari Italiani, invita anche i planetari nostrani a produrre brevi interviste divertenti per Kids on Stars: dai diversi video di tutto il mondo sarà ricavato un filmato promozionale sui planetari da utilizzare a livello globale. Inoltre, PLANit coglie l’occasione del centenario per invitare tutti i planetari italiani a contribuire a Fuori le carte!, inviando a info@ planetari.org documenti, locandine, volantini, fotografie, lettere e altri documenti che ricordino i primordi di ciascun planetario: un modo per andare a cercare i “nostri” centenari, o comunque la storia delle nostre strutture. PLANit curerà anche il doppiaggio in italiano dello spot sul centenario di circa 3 minuti, già disponibile in lingua inglese all’indirizzo planetarium100.org, perché possa essere utilizzato più agevolmente nel nostro Paese. Ma tutto questo è solo l’inizio. Come dice il motto del centenario: The stars were just the beginning!. Molte altre iniziative ci attendono nel prossimo anno e mezzo sotto tutte le cupole di tutta Italia e del mondo intero. Informazioni e aggiornamenti si troveranno sul sito di PLANit (www.planetari.org) e su queste pagine.