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OSSERVAZIONI

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PERSONAGGI

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OSSERVAZIONI

DI PIERO MAZZA*

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NAVIGHIAMO TRA LE GALASSIE DELL’ ORSA MAGGIORE

PASSANDO PER LE “SETTE FRECCE” E ALTRE CURIOSITÀ DEL CIELO

» Il quadrilatero del Grande Carro nella costellazione dell’Orsa Maggiore: sono riportati gli oggetti principali trattati nel testo.

OSSERVAZIONI

» A sinistra: la stella Dubhe (Alfa UMa) ripresa con il telescopio di monte Palomar.

Si noti la compagna (Dubhe C) subito in basso a destra del disco di Airy.

Sotto: la galassia M108 in un’immagine dell’Aop (Advanced Observing Program).

Quando si cura una rubrica che deve rispettare uno spazio fisso, spesso non è facile imporsi delle scelte, se si vuole evitare una noiosa… lista della spesa. È un problema che si presenta nel caso dell’Orsa Maggiore (UMa), una costellazione famosa per la ricchezza di galassie che racchiude. L’Orsa Maggiore è molto vasta e si estende ben oltre le sette stelle che formano il suo asterismo più evidente, il Grande Carro; ma in queste pagine ci limitiamo a scrutare attorno al quadrilatero costituito dalle stelle Alfa, Beta, Gamma e Delta. Già al primo sguardo, si nota che Alfa (o Dubhe, che in arabo significa “Orso” o “Dorso dell’orsa”) ha una colorazione più ambrata rispetto alle altre stelle del Carro: è infatti una gigante di classe spettrale K0, con temperatura superficiale di 4500 kelvin (quella del Sole è di 5800 kelvin), situata a una distanza di 124 anni luce; le altre stelle del Carro, esclusa Eta (Alkaid), sono tutte bianche e si trovano a circa 80 anni luce. Dubhe è una stella quadrupla: alla distanza di 23 unità astronomiche (poco più della distanza Sole-Urano) ha una compagna più calda, ma molto meno luminosa e massiccia, che le orbita attorno in 44 anni; una seconda compagna, a sua volta doppia, si trova oltre 400 volte più lontana. Se da un suo pianeta potessimo osservare la stella principale, la vedremmo come un punto arancione intensamente luminoso di magnitudine -12,7, come la Luna piena.

UNA CURIOSITÀ ASTRONOMICA

Prima di addentrarci nel mondo delle galassie, andiamo a visitare uno strano raggruppamento di sette stelle, situato un grado e mezzo a ovest di Beta UMa, che non costituisce un vero e proprio ammasso aperto. Nel 1993 lo scrittore, costruttore di telescopi, nonché esperto osservatore Maury Barlow Pepin, aveva parlato di questo oggetto nel giornale della British Astronomical Association, accreditandone la scoperta a Johannes Sachariassen, figlio di Sacharias Janssen, ritenuto da alcuni l’inventore del telescopio. L’alchimista, medico e botanico Petrus Borellus (nome latinizzato di Pierre Borel) aveva documentato l’osservazione di Sachariassen, che aveva voluto rappresentare nelle stelle dell’asterismo le sette province unite del regno d’Olanda, da lui definite le “Sette Frecce”. Siamo così di fronte

OSSERVAZIONI

DI PIERO MAZZA

a uno dei primi asterismi telescopici registrati nella storia. La prima volta che ho osservato questo gruppo di stelle con un binocolo 20x80, ho notato anche una coppia di stelle abbastanza stretta (un paio di primi d’arco) subito a ovest. L’impressione visiva può essere molto varia: un piccolo appendino, oppure una barchetta con la vela di mezzana gonfiata dal vento. In questo periodo, con il Grande Carro che transita praticamente sopra le nostre teste, la si vede capovolta: per vederla diritta, occorre osservare a settembre attorno alle 10 di sera.

GALASSIE E NON SOLO

Nei pressi di Beta UMa troviamo la galassia M108, situata 1,5° a ESE della stella ed equidistante con una stellina arancione di 7a grandezza ubicata nel mezzo. M108 è già osservabile in piccoli telescopi da 10 cm come un fuso finemente screziato, orientato da est a ovest e di dimensioni 6’×1,5’: è uno dei casi nei quali l’aspetto fotografico non differisce molto da quello visuale. Una stellina relativamente brillante si trova quasi nel centro, mentre una di 12 mag. è situata subito all’esterno del bordo occidentale. Un telescopio da 25 cm mostra diversi dettagli in più, ma per avere un’impressione simile a quella fotografica occorre uno strumento da 40 cm a ingrandimenti elevati, uniti a un ottimo seeing; è possibile così osservare un insieme caotico di nubecole scure e regioni chiare di formazione stellare. In piccoli telescopi a bassi ingrandimenti, dove sia possibile mantenere un campo apparente di circa un grado, assieme alla M108 farà capolino anche M97, una nebulosa planetaria già osservabile in un binocolo 12x50, a dispetto della 12a magnitudine riportata su molti cataloghi (in tabella mi sono attenuto a un valore più realistico). È talvolta possibile scorgerla nei buoni cercatori. In piccoli telescopi è più facile da vedere di M108 e appare come un piccolo dischetto

» La galassia M109 in un’elaborazione cromatica da un’immagine del Poss (Palomar Observatory Sky Survey).

STELLE E PROFONDO CIELO ATTORNO AL GRANDE CARRO

Oggetto

AR (2000) Dec. (2000) Dim. Mag.

Dubhe (Alfa UMa) 11h03,7m +61°45’ —

Sette Frecce 10h50,6m +56°08’ 15’×10’ 6,8

M108 (NGC 3556) 11h11,5m +55°40’ M97 (NGC 3587) 11h14,8m +55°01’ M109 (NGC 3992) 11h57,6m +53°22’ NGC 3718 11h32,6m +53°04’ 8’×2’ 10,0 3,4’ 9,8 7’×4’ 9,8 9’×4’ 10,8

NGC 3729 11h33,8m +53°08’ 3’×2’ 11,4

UGC 6527 11h32,7m +52°57’ 30”×15” 14,8

Tipologia

1,8 Spettro K0 III (comp. principale) Asterismo Gx spirale Neb. planetaria Gx spirale Gx spirale Gx spirale Sistema multiplo

» Il gruppo compatto Hickson 56 in un’immagine dell’Osservatorio Kopernik nello stato di New York (Usa).

relativamente compatto, con il diametro di circa 3’. Le due piccole formazioni scure che le hanno conferito l’appellativo di Owl Nebula (“Civetta” o “Gufo”) sono visibili con un filtro OIII che ne aumenta fortemente il contrasto sul fondo cielo. Il nome della nebulosa era stato coniato da Lord Rosse, che ne aveva fatto un disegno forse più adatto a una maschera di carnevale che a un oggetto astronomico. In una serata tranquilla con buon seeing è possibile scorgere, all’interno, una piccola zona brillante, ma non bisogna pensare che si tratti della stellina centrale: questa è intatti di 16 mag., fuori dalla portata di piccoli telescopi. M97 è distante circa 2000 anni luce, molto meno dei 46 milioni di anni luce del suo vicino di campo. Proseguendo verso la terza stella del quadrilatero, la Gamma, e spostandosi poco più di mezzo grado verso sud-est, incontriamo un’altra galassia, la M109. È uno degli oggetti Messier più difficili da osservare al binocolo, non tanto per la sua luminosità intrinseca, quanto per la vicinanza angolare con la stella Gamma di seconda grandezza. In questi casi, un buon binocolo 12x50 si rivela vincente. Mettendo la Gamma UMa fuori campo, la galassia è facilmente osservabile in un piccolo rifrattore da 10 cm a 50 ingrandimenti, anche se sarebbe più indicato un riflettore da 15 cm a 100 ingrandimenti: appare allungata da ENE a WSW, di dimensioni 5’×3’ e con un piccolo nucleo brillante ovale, a ridosso del quale si nota una debole stellina. Un’altra stella poco più brillante è situata al bordo orientale della galassia, mentre una terza si trova al margine opposto. Osservando attentamente, si noterà che la barra centrale della galassia non è parallela all’asse maggiore, ma un po’ ruotata in senso orario (da NE a SW). Circa 3 gradi a ovest di Gamma UMa, c’è un’interessante coppia di galassie in probabile interazione: NGC 3718 e NGC 3729, inserite con il numero 214 del catalogo di galassie interagenti redatto da Halton Arp. La prima è talvolta definita come “spirale barrata”, ma la sua barra è soltanto una banda di assorbimento. Sono entrambe visibili in piccoli telescopi; la prima delle due appare grosso modo rotonda, con diametro poco superiore ai 2’; solo in strumenti superiori è possibile

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scorgere cenni di bracci sotto forma di due tenuissimi “baffi” che si dipartono a nord e a sud della zona brillante centrale. Una coppia di stelline di 12 mag., separate da mezzo primo d’arco, è situata subito a SSW e orientate quasi a perpendicolo con l’asse maggiore della galassia. NGC 3729, situata una dozzina di primi a ENE, appare diffusa, poco allungata da NNW a SSE con dimensioni 2’×1,5’ e gradatamente più brillante verso l’interno; c’è una stellina a ridosso verso SSW.

PER I PIÙ AGGUERRITI

Sette primi d’arco a sud di NGC 3718 c’è un piccolo gruppo compatto di galassiette estremamente deboli, noto come Hickson 56. Una vaga chiazza lattescente si può già scorgere in telescopi da 30 cm, ma per risolvere le singole componenti occorre un’apertura decisamente superiore; chi possiede uno strumento da 40 cm, utilizzato ad almeno 300 ingrandimenti, può individuare la componente più brillante Hickson 56B, nonché la coppia irrisolta Hickson 56C e 56D situata a ridosso della precedente. Con uno strumento da 60 cm è infine possibile cogliere l’evanescente Hickson 56A. A 570x appare come una debolissima lama di luce orientata da nord a sud ed estesa circa 45”.

*PIERO MAZZA MUSICISTA DI PROFESSIONE, È UN APPASSIONATO VISUALISTA, CON MIGLIAIA DI OSSERVAZIONI DEEP SKY CONSULTABILI DAL SITO WWW.GALASSIERE.IT.

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