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RECENSIONI

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DI ANTONIO LO CAMPO*

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LA NUOVA VITA DI PAOLO NESPOLI

IL NOSTRO CELEBRE ASTRONAUTA TORNA A PRESENTARSI IN PUBBLICO DOPO UN PERIODO DAVVERO DIFFICILE

» Il 18 settembre 2017, Paolo Nespoli ha scattato questa immagine dalla Stazione spaziale internazionale (Iss): la Luna sorge sopra l’orizzonte terrestre insieme a Mercurio, Marte, la stella Regolo e Venere (cortesia Esa).

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» Paolo Nespoli mostra come si prepara a fotografare l’eclissi di Sole il 21 agosto 2017 dalla Iss con un obiettivo da 400 mm dotato di un filtro solare (cortesia Esa).

Per Paolo Nespoli, per molti anni astronauta italiano dell’Esa, è iniziata una seconda vita. Una pagina del tutto nuova, perché riguarda la sua vita post-astronautica dopo un’attività spaziale davvero intensa, con tre missioni in dieci anni (“Ho atteso a lungo, ma ne è valsa la pena…” - ci dice). E poi perché è iniziata una nuova vita in senso generale, dopo il tumore che lo aveva colpito alla fine del 2020. Ma oggi Paolo vede la luce in fondo al tunnel, sempre più vicina, ed è anche tornato a farsi vedere in pubblico. Tra gli astronauti italiani è noto per le sue conferenze brillanti, cariche di divulgazione scientifica, di racconti coinvolgenti, ma anche di aneddoti curiosi, spesso conditi da ironia. Ed è molto amato dai giovani, per il quale è stato e resta un mito. Ora, passata la tempesta, Paolo ha ripreso le sue attività, innanzitutto come docente al Politecnico di Milano, dove ogni lunedì e giovedì tiene il corso (in inglese) di Human Spaceflight and Operations. A questo impegno si aggiungono le conferenze via web e stanno riprendendo (Covid permettendo) anche quelle in presenza. Una partecipazione pubblica è prevista al Trento Film Festival il 6 maggio (vedi la rubrica Eventi a pag. 92); per aggiornamenti su altri eventi si consiglia di consultare il suo sito all’indirizzo www.astropaolo.space/

BUONGIORNO PAOLO. INNANZITUTTO, COME STAI?

Adesso mi sento abbastanza bene. Ho fatto da poco degli esami di controllo che hanno confermato che sono sulla buona strada. Sono esami che si fanno ogni tre mesi, per adesso. Poi, in seguito, ogni sei mesi. Certo, bisogna sempre non trascurarsi, perché questa brutta bestia per adesso l’ho messa in un angolo, e se ne sta lì in disparte e dorme, ma c’è sempre la possibilità che ritorni e quindi,

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almeno per adesso, non posso dire di averla sconfitta. Ma al momento le cose vanno abbastanza bene.

TORNIAMO ALLO SPAZIO, CHE È DIVENTATO TERRENO

DI CONQUISTA DELLE

COMPAGNIE PRIVATE:

COME VEDI IL FUTURO

DELL’ASTRONAUTICA

CHE È GIÀ INIZIATO?

Le compagnie private si inseriscono perfettamente nel contesto attuale e futuro delle attività spaziali. Per il turismo tra le stelle si fanno passi avanti importanti, da Virgin Galactic con i suoi spazioplani, ai voli del tutto diversi di Bezos con Blue Origin, fino alle più complesse e vere e proprie missioni orbitali di Space X. Mentre, più in ambito generale, i privati stanno portando avanti molti programmi in linea con la nuova space economy. E il futuro è non solo nell’orbita terrestre, ma oltre. Il ritorno sulla Luna rientra proprio nella nuova filosofia dell’astronautica, che non è solo per l’esplorazione, ma anche per la ricerca delle risorse che lo spazio ci potrebbe fornire, a partire proprio da quelle che caratterizzano la superficie lunare.

E IL TURISMO SPAZIALE? I VOLI ATTUALI LI

POSSIAMO DEFINIRE SPAZIALI? E I PASSEGGERI,

COME LI POSSIAMO DEFINIRE?

Direi “astro-turisti”. Ma non astronauti. Ho sempre pensato che fosse un peccato precludere lo spazio alla stragrande maggioranza degli abitanti della Terra e resto convinto che tutti dovrebbero provare questa fantastica esperienza dell’assenza di peso, e vedere il nostro meraviglioso pianeta da lassù, perché sono cose che ti cambiano dentro. Ma non diventi astronauta professionista solo per aver fisicamente superato la cosiddetta linea di Kármán - sopra i 100 chilometri dalla superficie terrestre - così come era stata convenzionalmente definita dagli americani negli Anni 60. Se paghi il biglietto di un volo Milano-New York non diventi automaticamente pilota dell’aeroplano, ma resti un passeggero: per diventare pilota c’è una strada lunga da fare e lo stesso vale per l’astronauta. Quindi sarei contrario alla definizione applicata a chi supera una certa altezza, senza togliere niente ai civili che fanno questa scelta coraggiosa. Sono iniziative che giudico anzi favorevolmente. E dico di più: mi sarebbe piaciuto, un giorno, fare un girettino anch’io… tanto per rivivere qualcosa di quelle imprese straordinarie, ma faticose. In questi casi te ne stai comodo nella navicella e ti godi il viaggio e i panorami.

HAI NOSTALGIA DELLO

SPAZIO? QUANDO SEI

STATO IN CLINICA AVRAI

PENSATO MOLTO AI TUOI 313 GIORNI INCREDIBILI TRA LE STELLE…

Sì e no, non era un pensiero fisso. Mi ritornavano comunque in mente le cose della mia vita, la mia giovinezza, l’Esercito, l’Università in America, l’attività di ingegnere all’Esa, la vita nella Stazione spaziale… Ho sempre iniziato come apprendista, lo dico da tempo. Apprendista paracadutista, apprendista militare nell’Esercito, apprendista astronauta…

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» Paolo Nespoli mostra il logo del progetto robotico Meteron dell’Esa durante il suo ultimo volo sulla Iss (cortesia Esa).

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» Paolo Nespoli manovra dalla Iss il robot Justin in uno scenario marziano ricostruito nel Centro aerospaziale Dlr a Oberpfaffenhofen, in Germania, nell’ambito del progetto Meteron dell’Esa (cortesia Esa). Ho imparato molto e ho raggiunto tutti i miei obiettivi. Quando arrivai alla Nasa, in una sorta di Hall of Fame, mi emozionai al fatto che c’era la mia foto, anche se un po’ più piccola e in basso, tra tanti miei miti di quando ero ragazzino, come Armstrong, Aldrin, Shepard. È anche in quei momenti che ti rendi conto che, un po’ alla volta e con tanti sacrifici, hai realizzato un sogno.

QUEST’ANNO

CON ARTEMIS-1 INIZIA

IL NUOVO PROGRAMMA CHE RIPORTERÀ GLI UOMINI (E LE DONNE) SULLA LUNA.

CHE COSA NE PENSI?

Artemis è un programma importante, che finalmente ci riporterà sulla Luna. Ed è stato avviato e finanziato dalla precedente amministrazione americana, con l’obiettivo di riportare astronauti sulla Luna nel 2024, proprio nell’anno in cui sarebbe terminato il mandato del precedente presidente Trump. Un allunaggio, il primo della serie, nel quale era previsto ci fosse una donna, la prima a camminare sulla Luna. Sebbene a rilento, specialmente con l’insediamento del nuovo Presidente, il programma prosegue e sono convinto che assisteremo a questo ritorno a piccoli passi per creare una base permanente che servirà anche per portarci più vicino a Marte. Che da anni resta sempre la prossima, grande frontiera della futura esplorazione spaziale umana.

*ANTONIO LO CAMPO È UN GIORNALISTA SCIENTIFICO SPECIALIZZATO PER IL SETTORE AEROSPAZIALE E COLLABORA CON DIVERSE TESTATE NAZIONALI.

» Il ritorno a terra di Paolo Nespoli (insieme a Randy Bresnik della Nasa e Sergei Ryazansky di Roscosmos) dopo la missione di lunga durata Vita sulla Iss (cortesia Esa).

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DAL 2028

LA STAZIONE SPAZIALE

INTERNAZIONALE SARÀ

PRIVATIZZATA, MA SI PENSA DI ABBANDONARLA

NEL 2031. PERCHÉ?

La Iss resta un’impresa straordinaria, la più grande opera di ingegneria spaziale mai realizzata. È anche un magnifico laboratorio in orbita: ho vissuto lassù 313 giorni davvero fantastici, faticosi ma al tempo stesso eccitanti. Quando andai per la prima missione di lunga durata, tra il 2010 e il 2011, la trovai come un complesso orbitale che sapeva di nuovo, anche se ancora incompleto. Quando vi tornai nel 2017, la trovai più ampia, più funzionale, ma allo stesso tempo dopo sette anni già mi accorsi che alcune tecnologie cominciavano a essere superate. Già dal 2028 potrebbe essere ceduta a privati, e questo va benissimo, ma poi dovrà essere mantenuta in funzione. E non sarà semplice. È come se uno ti dicesse “ti regalo questa splendida automobile, che è un vecchio cimelio”. E quindi quell’automobile poi andrà mantenuta bene, curata e fatta funzionare, altrimenti la fai rottamare. La Stazione spaziale dovrà essere ceduta in mano a chi potrà e saprà mantenerla operativa, considerando che la sua tecnologia sarà ormai superata. Altrimenti davvero verrà fatta deorbitare dopo pochi anni. E sarebbe un peccato, perché un complesso spaziale simile potrebbe ancora essere utile per molto tempo in molteplici campi, non solo scientifici.

VENIAMO A QUESTIONI PIÙ “TERRESTRI”.

DOVE VIVI ADESSO? E DI CHE COSA TI OCCUPI?

Non lontano dal lago di Como, con la mia famiglia, mia moglie e i nostri figli, e ho ripreso a svolgere un po’ di attività. Quella che mi occupa maggiormente è un corso di ingegneria aerospaziale che tengo come docente con il Politecnico di Milano. E poi ho ripreso un po’ alla volta a fare presentazioni e conferenze. Per adesso più che altro via web, anche dato il periodo di pandemia, ma conto di tornare a farle presto in presenza, magari proprio

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mentre i vostri lettori staranno leggendo queste pagine.

RECENTEMENTE È MANCATO TITO STAGNO,

GRANDE TELECRONISTA

SPAZIALE DELLA RAI

E PRIMO EDITORIALISTA

DI “COSMO”. AVEVI

UN RAPPORTO SPECIALE CON LUI, VERO?

Sì, Tito è sempre stato un caro amico. È davvero una grande perdita per il mondo della cultura in Italia, oltre che per il giornalismo. Ho trascorso del tempo con lui, ero stato ospite anche a casa sua a Roma, da lui e la sua gentile moglie Edda. È colui che ci ha trasmesso in qualche modo la passione per l’astronautica. Il primo sbarco lunare lo ricordo bene: ero a Viareggio, avevo solo 12 anni ed ero diviso tra l’emozione e

» Qui sotto e nella pagina a destra:

Paolo Nespoli in attività sulla Iss nella sua ultima missione spaziale (cortesia Esa).

PAOLO NESPOLI, UNA CARRIERA SEMPRE AL TOP

Nato il 6 aprile 1957 a Milano, cresce a Verano Brianza (Milano). Ottiene un Bachelor of Science in Aerospace Engineering nel 1988 dalla Polytechnic University of New York e, nel 1989 riceve, sempre dalla stessa università, un Master in Aeronautica e Astronautica. L’Università degli Studi di Firenze gli conferisce, nel 1990, una Laurea in Ingegneria Meccanica e ottiene l’abilitazione all’esercizio della professione di ingegnere. Nella sua vita è stato paracadutista, istruttore di paracadutismo e direttore di lancio. Ha ottenuto l’abilitazione al lancio d’alta quota, la qualifica di incursore, il brevetto di pilota di aereo con qualifica per volo strumentale, il brevetto avanzato d’immersione subacquea con abilitazione all’immersione NitrOx. Entrato nell’Esercito Italiano nel 1977, diventa sottufficiale e lavora come istruttore di paracadutismo presso la Scuola Militare di Paracadutismo di Pisa. Dal 1982 al 1984 è inviato a Beirut, in Libano, con il Contingente Italiano della Forza Multinazionale di Pace. Rientrato in Italia, diventa ufficiale e rimane a disposizione del Comando Battaglione Incursori. Nel 1985 riprende gli studi universitari e nel 1987 lascia l’esercito. Dopo aver ottenuto un Master di Scienza all’estero, nel 1989, ritorna in Italia e inizia a lavorare come ingegnere progettista alla Proel Tecnologie di Firenze, dove ha eseguito analisi meccaniche e fornito il supporto per la qualifica delle unità di volo del “cannone elettronico”, uno dei principali componenti del sistema elettrodinamico del “satellite al guinzaglio” dell’Agenzia spaziale italiana. Nel 1991 entra a far parte del corpo astronautico europeo dell’Esa, a Colonia, in Germania, in qualità di ingegnere per la formazione degli astronauti. Nel 1995 viene assegnato al progetto EuroMir presso lo stabilimento Estec dell’Esa, a Noordwijk nei Paesi Bassi, dove assume la responsabilità del team che prepara, integra e supporta il Payload and Crew Support Computer utilizzato a bordo della stazione spaziale russa Mir. Nel 1996 è assegnato al Johnson Space Center della Nasa, a Houston, in Texas, dove lavora nella Spaceflight Training Division per la formazione per il personale di terra e per gli equipaggi in orbita a bordo della Stazione spaziale internazionale (Iss).

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lo stupore dell’evento che seguii in TV, e dal divertimento delle vacanze estive. Il vero sogno però partì con le missioni successive, quando gli astronauti facevano le derapate sulla Luna con la jeep, ed era sempre Tito a raccontarci quelle dirette indimenticabili. Non dimentico inoltre che lui tornò in TV, a 80 anni, solo una volta per fare una telecronaca spaziale, e fu per il lancio della mia missione con una Sojuz il 15 dicembre 2010.

ALCUNI PENSANO CHE

LA TUA MALATTIA SIA

STATA CAUSATA DALLA

LUNGA PERMANENZA

NELLO SPAZIO: PENSI

CHE SIA VEROSIMILE?

È possibile, anche se non vi è alcuna certezza. Sappiamo bene che nello spazio la dose di radiazioni è più elevata che sulla Terra, e che più si sta in orbita e più il rischio è elevato. E che andando oltre l’orbita terrestre è peggio.

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Per cui non abbiamo prove affidabili, finora. È una delle tante cose che stiamo cercando di capire, per fornire risposte certe ai futuri esploratori spaziali.

CHE COSA VUOI FARE “DA GRANDE”, IN QUESTA

TUA SECONDA VITA

DA POST-ASTRONAUTA?

Come ti ho già detto, mi sento alla fine di un tunnel, guardo avanti e vedo la luce. Mi aspetto di tornare ad avere la maggior parte delle capacità che avevo prima, per continuare a viaggiare, a fare le conferenze, a parlare con i ragazzi, a spronarli a fare l’impossibile. Però adesso ho ripreso comunque a svolgere attività che mi soddisfano e ciò che spero è solo che il brutto mostro non si risvegli, poi tutto quello che verrà andrà comunque bene. Grazie, Paolo.

Nel luglio 1998 è selezionato come astronauta dall’Agenzia spaziale italiana e un mese dopo è aggregato al Corpo astronautico europeo dell’Esa, nella base del Centro astronautico europeo (Eac) di Colonia, in Germania. Nell’agosto 1998 è trasferito presso il Johnson Space Center della Nasa e assegnato alla classe di astronauti 17. Nel 2000 consegue le qualificazioni di base per essere assegnato a una missione a bordo di uno Shuttle e alla Iss. Nel luglio 2001 completa il corso di addestramento per comandare il braccio robotico dello Shuttle e nel settembre 2003 completa il corso avanzato per le attività extraveicolari. Dal 23 ottobre al 7 novembre 2007 parte come “specialista di missione” con il volo STS-120 dello Shuttle Discovery verso la Iss. Durante questa missione viene consegnato e installato il Nodo 2, un importante elemento strutturale essenziale per l’ulteriore ampliamento della Iss. Un altro importante compito è la ricollocazione di uno dei pannelli solari che forniscono energia alla Stazione. Durante questa missione, chiamata Esperia, Nespoli ha un ruolo chiave in supporto alle passeggiate spaziali. Inoltre, porta a termine per la comunità scientifica europea una serie di esperimenti nel campo della biologia e della fisiologia umana e prende parte ad attività di istruzione. Nel novembre 2008 viene assegnato al suo secondo volo nello spazio: la Expedition 26/27, una missione di lunga durata sulla Iss, lanciata il 15 dicembre 2010. In qualità di ingegnere di volo, i suoi compiti durante la missione MagISStra comprendono la conduzione di esperimenti scientifici e dimostrazioni tecnologiche, nonché l’esecuzione di attività educative. Dopo 159 giorni nello spazio, rientra a Terra il 24 maggio 2011. Il 28 luglio 2017 parte con una Soyuz MS-05 per la sua terza missione, grazie a un contratto bilaterale tra la Nasa e l’Agenzia spaziale italiana che coinvolge gli astronauti dell’Esa. Porta a termine oltre 60 esperimenti durante la missione Vita (Vitalità, Innovazione, Tecnologia e Abilità) e torna sulla Terra il 14 dicembre 2017, dopo 139 giorni nello spazio. Nel novembre 2019 ha lasciato il corpo astronauti dell’Esa.

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