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NEWS SUMMARY
UNO ZOOM DA RECORD DA SOLAR ORBITER 1
RICORDIAMOCI CHE C’È ANCHE ZHURONG 2
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NUOVO BANDO NASA PER LANDER LUNARI
UNA DANZA COSMICA CHE DURERÀ 10MILA ANNI 4
ONEWEB? A LANCIARNE I SATELLITI PENSERÀ (LA CONCORRENTE) SPACEX 6
NEWS

TESTATI SATELLITI ITALIANI A COMUNICAZIONE OTTICA 7
LA COREA DEL NORD RAGGIUNGE I 6000 CHILOMETRI DI QUOTA 8

JAMES WEBB STA APRENDO GLI OCCHI
“Abbiamo guardato la prima immagine diffraction-limited prodotta dal James Webb Space Telescope (Jwst) e quello che abbiamo visto è che si tratta dell’immagine infrarossa a risoluzione più alta di sempre”. Con queste parole, Scott Acton, scienziato del Goddard Space Flight Center della Nasa, ha descritto il completamento dell’ultima fase di allineamento degli specchi. Jwst è il primo telescopio spaziale dotato di uno specchio primario segmentato: le sue dimensioni totali di 6,5 metri non gli consentivano di entrare in un razzo per il lancio nello spazio e per questo è stato progettato in 18 segmenti esagonali. È stato quindi piegato come un origami per il lancio, poi dispiegato nello spazio. Infine, ogni specchio è stato regolato, con la precisione del milionesimo di millimetro, per formare una singola superficie. L’ultima fase di questo lungo processo si è conclusa lo scorso 11 marzo, quasi tre mesi dopo il lancio, quando l’imager primario della Near-Infrared Camera (NirCam) è stato completamente allineato agli specchi di Webb. Nelle settimane successive, il team ha proceduto con le operazioni di allineamento degli altri strumenti (lo spettrografo nel vicino infrarosso, il Near InfraRed Imager e lo spettrografo Slitless). In questo lavoro in remoto (ricordiamo che Webb orbita a 1,5 milioni di chilometri dalla Terra), il team è supportato da un algoritmo che valuta le prestazioni di ogni strumento e calcola le correzioni necessarie per ottenere un telescopio ben allineato con tutti gli strumenti. Siamo sulla buona strada per completare tutte le fasi di preparazione tecnica di Jwst. Secondo le previsioni, queste operazioni dovrebbero concludersi entro il mese di maggio, per poi dedicare altri due mesi alla preparazione degli strumenti scientifici. Le prime immagini a piena risoluzione di Webb e i dati scientifici saranno quindi rilasciati nella prossima estate. Nell’immagine sopra, la stella usata per valutare l’allineamento delle ottiche di Webb e della NirCam (Nasa/Stsci). Inquadra il QR per un video MediaInaf sulle prime immagini del Webb.
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A CURA DELLA REDAZIONE
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UNO ZOOM DA RECORD DA SOLAR ORBITER
Mentre il Sole sta entrando nel vivo del suo ciclo di attività n. 25 (con un’evoluzione più veloce del previsto) e mentre si inaugura un nuovo grande osservatorio solare terrestre (vedi a pag. 38), le sonde solari ci stupiscono con le loro prestazioni da record. Il 7 marzo scorso, la Solar Orbiter dell’Agenzia spaziale europea ha realizzato l’immagine a più alta definizione che sia mai stata realizzata del disco e della corona solare. Mentre si trovava a circa 75 milioni di chilometri dal Sole, l’Etreme Ultraviolet Imager di Solar Orbiter ha ripreso un’immagine da oltre 83 milioni di pixel, che si può “navigare” nella sua interezza inquadrando il QR. Si tratta di un mosaico di 25 riprese da 10 minuti ciascuna, realizzate una dopo l’altra nell’ultravioletto estremo. I dettagli della corona, lo strato più esterno dell’atmosfera solare, sono sbalorditivi: a ore 2 (vicino alla riproduzione della Terra utilizzata per indicare la scala) e a ore 8 si vedono dei filamenti scuri che si allontanano dalla superficie: plasma caldissimo lanciato nello spazio interplanetario, che può causare tempeste geomagnetiche sul nostro pianeta. Il 26 marzo, Solar Orbiter ha raggiunto il suo primo perielio, il punto di massimo avvicinamento al Sole. Ma è solo l’inizio: nei prossimi anni, la sonda volerà sempre più vicino alla nostra stella, modificando gradualmente il suo orientamento per osservare da vicino anche le regioni polari del Sole.
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RICORDIAMOCI CHE C’È ANCHE ZHURONG
Il 2021 è stato un anno di visite terrestri per Marte. Tre missioni e due rover, nell’arco di pochi mesi, hanno portato nuovi obiettivi e nuove tecnologie sul Pianeta rosso. Affascinati dalle esplorazioni del rover Perseverance della Nasa e dal suo elicotterino Ingenuity, rammaricati dai continui rimandi della missione europea ExoMars, non dobbiamo trascurare Zhurong, il rover della missione cinese Tianwen-1, che si è posato sul pianeta il 14 maggio di un anno fa. Zhurong si aggira nelle pianure settentrionali di Marte, nella valle Utopia Planitia. Un luogo ideale per la sua topografia, di origine vulcanica, ma anche per la ricerca scientifica: la sua età superficiale è stimata più di tre miliardi di anni e potrebbe aver ospitato un grande bacino di acqua liquida. La recente pubblicazione dei primi risultati ottenuti da Zhurong riguarda le analisi del terreno, a bassissimo attrito, e dell’ambiente circostante (foto), che presenta creste modellate dal vento e ricoperte di polvere e tanti piccoli crateri (con diametri inferiori a 10 metri), con segni di erosione atmosferica e processi di erosione chimica legati alla presenza di acqua. Così come il cratere Jezero di Perseverance ospitava, probabilmente, un grande lago, Utopia Planitia potrebbe avere un passato oceanico. Confermando l’ipotesi che il Pianeta rosso, anticamente, sia stato molto più “blu”.
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HOLOTHEATER, UN TEATRO OLOGRAFICO PER LA SCIENZA
“L’Holotheater è la prima installazione dedicata alla divulgazione scientifica – e in particolar modo all’astrofisica – che sfrutta il principio dell’olografia”. Con queste parole, l’ologramma del direttore dell’Osservatorio astronomico di Roma dell’Inaf, Lucio Angelo Antonelli, ha salutato il pubblico presente nel museo Astrolab dell’Osservatorio, dove si inaugurava la nuova installazione, che consente di realizzare esperienze immersive e altamente realistiche, restituendo al visitatore l’impressione di trovarsi a pochi passi da corpi celesti lontanissimi. Davanti al pubblico si materializzano slides e scritte con le quali si può interagire, per attivare animazioni di galassie, simulazioni di resti di supernove (realizzate da Salvatore Orlando dell’Inaf di Palermo) e la rappresentazione fedele di un buco nero supermassiccio al centro di una galassia, realizzata da Jeremy Schnittman della Nasa. Si tratta di un’installazione hi-tech dalle enormi potenzialità, che si va ad aggiungere alle decine di exhibit già presenti nel museo Astrolab, attraverso i quali le scuole e i visitatori privati possono apprendere l’astronomia “toccandola con mano”. Inquadra il QR per un servizio di Media-Inaf dedicato all’Holotheater di Roma.
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UNA DANZA COSMICA CHE DURERÀ 10MILA ANNI
Due buchi neri super-massicci orbitano l’uno attorno all’altro ogni due anni. Hanno masse pari a centinaia di milioni di masse solari e distano tra loro circa 2000 volte la distanza Terra-Sole. Quando, tra circa 10mila anni, la coppia si fonderà, la titanica collisione farà tremare lo spazio-tempo, originando onde gravitazionali che si propagheranno attraverso l’Universo. In realtà, questa collisione è già avvenuta prima della nascita della Terra, perché la coppia si trova a nove miliardi di anni luce di distanza, e i segnali emessi sono già in viaggio verso di noi alla velocità della luce. Ma al momento possiamo osservare solo i preparativi dello spettacolo cosmico. Che è in programma nel quasar Pks 2131021, un nucleo galattico attivo che contiene i due grandi buchi neri in orbita reciproca. Le prove sono arrivate grazie a osservazioni radio compiute da radiotelescopi a terra e dallo spazio, che si estendono per ben 45 anni. I primi sospetti sono sorti nel 2020, quando sono state notate variazioni regolari nelle emissioni di Pks 2131-01: i ricercatori hanno quindi esaminato i dati radio d’archivio, risalendo fin al 1976 per verificare il ripetersi di queste variazioni. Inquadra il QR per un video di Media-Inaf sulla danza cosmica dei due super buchi neri.
NUOVO BANDO NASA PER LANDER LUNARI
La Nasa selezionerà entro fine anno un nuovo veicolo per portare gli astronauti dal Lunar Gateway alla superficie della Luna. L’agenzia spaziale americana ha più volte confermato che sarà la navicella Starship di SpaceX a trasportare sul suolo selenico l’equipaggio di Artemis III, cioè coloro che riporteranno la presenza umana sul nostro satellite dopo più di 50 anni (figura). Tuttavia, ha indetto nuove selezioni per un lander lunare che affiancherà Starship nelle missioni successive ad Artemis III, attualmente prevista non prima dell’aprile 2025. Il bando ufficiale sarà pubblicato quest’estate e le selezioni dureranno diversi mesi. “La competizione è fondamentale per il nostro successo sulla superficie lunare e oltre” ha dichiarato l’amministratore della Nasa Bill Nelson, “ci assicurerà la capacità di svolgere missioni con regolarità nel prossimo decennio”.

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ONEWEB? A LANCIARNE I SATELLITI PENSERÀ (LA CONCORRENTE) SPACEX

Gran parte dei satelliti che avrebbero dovuto raggiungere l’orbita a bordo dei Sojuz russi, ma che è rimasta sulla rampa, finirà nelle mani di SpaceX. Fra essi c’è anche la mega costellazione per Internet veloce dell’inglese OneWeb, concorrente diretta di Starlink. Con 60 lanci previsti fra Falcon 9 e Falcon Heavy, Elon Musk ha stimato che della massa complessiva che nel 2022 raggiungerà lo spazio, la sua SpaceX trasporterà circa il 70%. Nel frattempo, Starlink ha raggiunto i 250 mila iscritti e punta a installare i propri servizi a bordo di aerei civili. Musk ha infatti dichiarato che per l’autunno del 2023 ci saranno 4200 Starlink attivi, circa due terzi di tutti i satelliti oggi in funzione attorno alla Terra. Si ferma invece a quattro esemplari la produzione di capsule Crew Dragon. La quarta e ultima è quella usata da Samantha Cristoforetti per tornare sulla Iss. Questo darà spazio allo sviluppo della navicella Starship.
D. L.
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TESTATI SATELLITI ITALIANI A COMUNICAZIONE OTTICA
È stato sperimentato con successo un prototipo di satellite che comunica con la luce. Il test, svoltosi a Roma nei laboratori Fablab di Thales Alenia Space, è parte del progetto Tows (Transmission of Optical Wireless Signals for Telecom Spacecrafts) finanziato dall’Esa con circa 700mila euro. La tecnologia Optical wireless communication (Owc), su cui si basa il prototipo, permette il trasferimento di dati mediante segnali luminosi e utilizzando dispositivi ottici. Si bypassa, in questo modo, il ricorso ai cavi. “I cavi a bordo di un satellite sono molti, costano, occupano spazio e pesano. Ridurne il numero consente di liberare spazio, ridurre il peso e i tempi di produzione” ha dichiarato il coordinatore del progetto Ernesto Ciaramella, docente di Telecomunicazioni dell’Istituto TeCIP (Tecnologie della Comunicazione, Informazione, Fotonica) della Scuola Superiore Sant’Anna di Pisa. L’istituto universitario è infatti coordinatore del progetto e l’azienda Thales Alenia Space (joint venture fra Thales al 63% e Leonardo al 33%) ne è partner.

D. L.
LA COREA DEL NORD RAGGIUNGE I 6000 CHILOMETRI DI QUOTA
Il 24 marzo la Corea del Nord ha testato il suo missile balistico intercontinentale più potente, chiamato Hwasong-17 (foto). Con una spinta stimata di 160 tonnellate al primo stadio, non solo il vettore sarebbe ampiamente in grado di trasportare una testata nucleare su un altro continente, ma è anche il più potente missile balistico a propellente liquido mai lanciato. A poco è servito l’accordo del 2017 con gli Stati Uniti, secondo il quale la Corea del Nord non dovrebbe eseguire test del genere. Hwasong-17 è un missile a due stadi con un’altezza di circa 25 metri e un diametro fra i 2,4 e i 2,9 metri. Lo scorso marzo ha superato i 6000 chilometri di quota per poi tornare sulla Terra, a 70 minuti e 1100 chilometri dalla partenza, ammarando a soli 150 chilometri dalle coste giapponesi. Il test è stato condannato dai Paesi più filo-occidentali dell’area (Giappone e Corea del Sud) e dagli Stati Uniti, che attraverso una nota del Pentagono lo hanno definito “una sfacciata violazione di molteplici risoluzioni del Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite, che aumenta inutilmente le tensioni e rischia di destabilizzare la situazione della sicurezza nella regione”. In risposta al lancio e in previsione di future eventualità simili, Washington ha approvato nuove sanzioni a nordcoreani, siriani e iraniani.