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OSSERVAZIONI

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PERSONAGGI

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OSSERVAZIONI

DI PIERO MAZZA*

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GEMME DEL CANE MAGGIORE

AMMASSI E NEBULOSE POCO NOTI FANNO DA CORONA ALLA STELLA PIÙ BRILLANTE DEL CIELO

Agli astrofili capita spesso di sentirsi domandare che cos’è quella “stella” brillante visibile in prima serata. In genere, si tratta di un pianeta luminoso, come Venere, Giove o talvolta Marte. Ma se la domanda viene posta questo mese, è difficile sbagliarsi: Giove è infatti invisibile, dato che è in congiunzione eliaca, mentre alcuni degli altri pianeti relativamente brillanti sono osservabili soltanto la mattina poco prima dell’alba. Pertanto, l’unico oggetto luminoso che appare in meridiano è realmente una stella (anche perché scintilla, a differenza dei pianeti) ed è Sirio, la stella più brillante di tutto il cielo. Nel numero di marzo di due anni fa (Cosmo n. 5) avevamo già descritto questa stella, insieme a M41, un ammasso aperto visibile con una certa difficoltà a occhio nudo, perché si trova solo 4 gradi a sud di Sirio. In questa puntata ci dedichiamo a tutti gli altri interessanti oggetti che si trovano nella costellazione del Cane Maggiore (CMa).

» Mappa della costellazione del Cane Maggiore che mostra gli oggetti menzionati nel testo (Stellarium).

OSSERVAZIONI

» I bei colori di NGC 2359 ripresa da Martin Rusterholz in remoto al Cxielo Observatory, nella Francia meridionale.

AMMASSI APERTI POCO NOTI

Iniziamo con NGC 2345 (un numero che si ricorda facilmente…), situato poco più di 2,5 gradi a NNE della stella Gamma CMa. Non è un oggetto particolarmente ricco e appariscente: in un telescopio da 20 cm, a circa 50 ingrandimenti, si contano una ventina di stelle su un fondo lattiginoso, disposte in due rozzi allineamenti che gli danno una forma vagamente triangolare. Si notano una coppia di stelle distanti circa 15 secondi d’arco nei pressi del centro e un trio serrato a SE di questa. Una stella brillante di 7a grandezza si trova all’estremità NNE dell’ammasso, ma probabilmente non ne fa parte. NGC 2374 si trova poco più di 5 gradi a ENE di Gamma CMa ed è stato scoperto da William Herschel nel 1785. È facilmente osservabile in un telescopio da 15 cm, nel quale l’ammasso appare di forma irregolare e con una ventina di stelle sparse su un’area di 10’×10’, ma in realtà è più esteso. La parte più cospicua è costituita da un piccolo agglomerato stellare disposto a zigzag come una “W”. Tenendo sempre come riferimento la Gamma, se ci si sposta poco più di 3 gradi verso est, si incontra NGC 2360, già osservabile in un binocolo circa 20 primi a est di una stella di 5a grandezza. È un oggetto molto bello e molto ricco, esteso una decina di primi e nel quale si possono contare sino a cento componenti con un telescopio da 25 cm ad alti ingrandimenti; la stella più brillante, di un colore azzurro intenso, come appare in grandi telescopi dobsoniani, si trova al bordo orientale. Colpiscono le numerose stringhe e allineamenti di 3, 4 o 5 stelline, che gli conferiscono un aspetto caratteristico. Molto bello è anche NGC 2362, un ammasso galattico eccezionalmente giovane, con un’età stimata di soli 5 milioni di anni (su scala umana equivarrebbe a un neonato di una decina di giorni!). È praticamente centrato sulla Tau CMa, una doppia spettroscopica bianco-azzurra di 4a grandezza che tende a offuscare l’ammasso quando viene osservato in piccoli strumenti e, soprattutto, a bassi ingrandimenti. L’ammasso è esteso solo pochi primi d’arco e a prima vista può dare l’impressione di una spruzzata d’inchiostro bianco caduta su un foglio scuro; la macchia più grande è costituita dalla Tau CMa, che contribuisce per il 70% della sua luminosità totale. Osservato a 200x in un telescopio da 25-30 cm, appare come un bel gruppo serrato

OSSERVAZIONI

DI PIERO MAZZA

» A sinistra: l’ammasso aperto NGC 2345 (in-the-sky.org). A destra: NGC 2360 è un tipico caso in cui l’occhio è vincente sulla fotografia: questa mostra una distribuzione quasi uniforme di stelle, mentre visualmente, in telescopi da 25-30 cm, appare una serie di piccoli raggruppamenti (elaborazione da un’immagine del Dss).

di circa 40 stelle brillanti, racchiuse in un’area a forma di triangolo equilatero. La Tau CMa è spostata un poco verso il lato nord e c’è una piccola “W” regolare di cinque stelline subito a nord dell’ammasso; una coppia di stelle a SSW appare staccata dal corpo principale. NGC 2367 è un altro ammasso aperto, anche se viene spesso trascurato; è situato 3 gradi a nord del precedente e potrebbe essere considerato il suo gemello, dato che ha la sua stessa età. In un telescopio da 15 cm appare come un piccolo gruppo molto serrato, con dimensioni di un paio di primi, nel quale si contano le 6-7 componenti più brillanti. È anch’esso di forma triangolare con una stellina brillante di 7a magnitudine nei pressi del centro. La visione telescopica (capovolta) dell’ammasso quando transita nei presi del meridiano dà talvolta l’impressione di un piccolo albero di Natale (in verità un po’ striminzito).

UNA SINGOLARE NEBULOSA

Circa 2,5 gradi a est di NGC 2345 c’è un’interessante nebulosa che solo in tempi recenti ha cominciato a fare la sua comparsa negli archivi degli astrofotografi: NGC 2359, scoperta sempre da Herschel nel 1785. Visualmente non è appariscente neppure in strumenti maggiori di 30 cm, ma è una di quelle nebulose che acquistano rilevanza se vengono osservate con un filtro interferenziale, soprattutto quelli a banda stretta

STELLE E PROFONDO CIELO NEL CANE MAGGIORE

Oggetto

NGC 2345 NGC 2374 NGC 2360 Tau CMa NGC 2362 NGC 2367 NGC 2359

AR (2000) Dec. (2000) Dim.

07h08,3m -13°12’ 12’

07h24,0m -13°16’ 19’

07h17,7m -15°39’ 12’

07h18,7m -24°57’ –

07h18,7m -24°57’ 7’

07h20,1m -18°09’ 5’

07h18,5m -13°14’ –

Mag.

7,7 8,0 7,2 4,4 3,8 7,9 13’×11’

ESO 559-6 (PK 232-2.1) 07h21,2m -21°53’ 30”×20” 12,6

Tipologia

Amm. Aperto Amm. Aperto Amm. Aperto Spettro O9 Amm. Aperto Amm. Aperto Neb. Emissione Neb. Planetaria

OSSERVAZIONI

» A sinistra: Ancora un’immagine del Dss con la piccola nebulosa planetaria ESO 559-6 (al centro). Piccoli oggetti come questi possono talvolta sfuggire all’indagine visuale, specialmente se osservati a bassi ingrandimenti. A destra: la stella brillante al centro di NGC 2362 è la Tau CMa; l’elaborazione mette in evidenza gli aloni bluastri attorno alle stelle brillanti, caratteristici di astri appartenenti alle prime classi spettrali (Dss).

come l’OIII; in tal caso, diviene eccitante anche in telescopi da 20-25 cm. L’aspetto è molto irregolare ed è pertanto impossibile descriverla nei particolari: preferiamo farlo con la fotografia pubblicata a pag. 65. La nebulosa è conosciuta come “Elmo di Thorus”, per via della somiglianza con il copricapo vichingo; brilla grazie a una stella di Wolf-Rayet (caratterizzata da righe in emissione molto intense) di magnitudine 11,5, situata quasi al centro della nebulosa. Il centro appare quasi vuoto, a causa dei potenti venti stellari prodotti da questa stella particolarmente calda e massiccia, i quali tendono ad ammassare il gas e le polveri presenti attorno ad essa in una sorta di guscio; un fenomeno analogo a quello che si riscontra nella Rosetta e in altre nebulose a emissione.

UNA PICCOLA PLANETARIA

Circa 2,5 gradi a SSE di NGC 2460 e un grado e mezzo a ovest dal confine con la costellazione della Poppa, si trova la piccola nebulosa planetaria ESO 559-6 (o PK 2322.1). Un oggetto poco noto, perché 5 e 6 gradi rispettivamente a est e a nord-est (nella Poppa) ci sono altre due nebulose planetarie ben più appariscenti: NGC 2438 e NGC 2440. Inoltre, è di aspetto quasi stellare se viene osservata a bassi ingrandimenti ed è quindi facile “passarci sopra” senza notarla. In un telescopio da 40 cm a 200x si può comunque osservare il suo aspetto diffuso e abbastanza tipico

*PIERO MAZZA MUSICISTA DI PROFESSIONE, È UN APPASSIONATO VISUALISTA, CON MIGLIAIA DI OSSERVAZIONI DEEP SKY CONSULTABILI DAL SITO WWW. GALASSIERE.IT. delle piccole planetarie; è leggermente ovale, orientata da nord a sud con dimensioni di circa 20”×15”. Qualche particolare in più risalta con un 60 cm, nel quale appare brillante, relativamente compatta e di luminosità uniforme; a prima vista sembra rotonda, ma forzando a 570x saltano all’occhio due tenui anse a nord e a sud che tendono ad allungarla leggermente; nel complesso, si può stimare di dimensioni 25”×20” (poco superiore quindi alla stima effettuata con il 40 cm). Anche in questo caso può essere utile utilizzare il filtro OIII, non tanto per enfatizzarne le caratteristiche (è troppo piccola per mostrare dettagli apprezzabili in telescopi di diametro inferiore a 40 cm), quanto per smorzare la luce di una fastidiosa stellina di 11 mag., situata 45 secondi a sud e quattro volte più brillante della planetaria.

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