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PERSONAGGI
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DI GIANFRANCO BENEGIAMO*
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UN ARTISTA
SOTTO IL CIELO DI ARCETRI
ERNST WILHELM TEMPEL, PRIVO DI TITOLI ACCADEMICI, GUIDÒ LA SPECOLA FIORENTINA NEI PRIMI ANNI DELLA SUA STORIA
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All’inizio del mese scorso, la cometa Leonard celebrava con il suo passaggio il duecentesimo anniversario della nascita di un grande osservatore di comete, Ernst Wilheln Tempel. Figlio di modesti agricoltori, Tempel nacque il 4 dicembre 1821 piccolo villaggio della Sassonia e fu avvicinato alle meraviglie del cielo dal suo maestro. E imparò a osservare le stelle a occhio nudo dal campanile della chiesa, dove guadagnava qualche soldo come campanaro. Tempel era bravo anche nel disegno e andò come apprendista da un litografo; esercitò poi l’arte vagando in varie località europee. Lavorò tre anni a Copenaghen, tentando senza successo di offrire le sue doti artistiche agli astronomi della capitale danese. Nel 1850 si trasferì in Italia e soggiornò a Roma e a Venezia, dove abbracciò la fede cattolica e sposò Mariana Gambin.
LE PRIME SCOPERTE ASTRONOMICHE
L’ambiente stimolante offerto dalla città lagunare risvegliò in Tempel la passione per l’astronomia e così acquistò nel 1859 un costoso telescopio Steinheil di una decina di centimetri di apertura. La sua intenzione era di scoprire nuove comete e asteroidi, per conquistare la fama necessaria a ottenere un lavoro da astronomo: la vista acuta e una notevole abilità nell’individuare i dettagli più deboli, probabilmente acquisita esercitandosi nel disegno, lo portarono a ottenere risultati importanti. Il 2 aprile dello stesso anno scoprì la sua prima cometa (1859 I) dalla imponente torre a chiocciola del Palazzo Contarini del Bovolo, alla quale poteva accedere per osservare il cielo. Il 19 ottobre seguente individuò una estesa nebulosità intorno a Merope, nelle Pleiadi: l’annuncio fu confermato da osservatori che usavano piccoli strumenti, ma destò molta perplessità tra coloro che tentarono inutilmente di vederla con grandi telescopi. Non a caso: le nebulose molto deboli possono sfuggire ai telescopi di lunga focale e con elevato ingrandimento, per la mancanza di sufficiente contrasto. Le osservazioni assorbivano molta parte delle notti di Tempel, distraendolo sempre più dal lavoro di litografo, e quindi scrisse al cugino Hummel per chiedergli se conoscesse qualche benefattore disposto a finanziare le sue indagini celesti. Nessun mecenate si offrì di aiutarlo e allora decise di tentare la professione di astronomo, presentando una domanda di impiego a Urbain Le Verrier, direttore dell’Osservatorio di Parigi, i cui calcoli avevano portato nel 1846 alla scoperta di Nettuno. Ma Le Verrier la rigettò, essendo priva di referenze accademiche. Senza perdersi d’animo, Tempel raggiunse nel marzo 1860 l’Osservatorio di Marsiglia, e qui ottenne dal direttore, il più conciliante Benjamin Valz, un posto come assistente astronomo disegnatore. Pochi mesi dopo si unì alla spedizione di Giovan Battista Donati e Francesco Carlini, conosciuti durante il passaggio dei due astronomi italiani da Marsiglia che si dirigevano a Torreblanca in Spagna, per osservare l’eclisse solare del 18 luglio. Tempel mise in mostra una notevole capacità artistica, realizzando dei disegni della corona solare, osservata con scrupolo durante la totalità, che furono utilizzati da Donati per illustrare una pubblicazione. Rientrato dalla spedizione, il 22 ottobre scoprì una nuova cometa
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» Il 19 ottobre 1859 Tempel individuò una estesa nebulosità intorno a Merope, stella appartenente all’ammasso aperto delle Pleiadi, che nell’immagine è la più luminosa in basso a destra.
(1860 IV); mentre il 4 e 8 marzo dell’anno seguente trovò due asteroidi, 64 Angelina e 65 Cybele, osservando con il suo telescopio personale dal terrazzo della specola. Nonostante i risultati conseguiti, fu presto costretto a tornare al lavoro di litografo, per le divergenze sorte con il nuovo direttore Charles Simon, ma ciò non gli impedì di proseguire le ricerche astronomiche. Osservando da casa, individuò nel decennio trascorso a Marsiglia sette comete e cinque pianetini (ai precedenti aggiunse 74 Galatea, 81 Terpsichore e 97 Klotho), pubblicando numerosi articoli sulla rivista Astronomische Nachrichten.
LA COMETA DELLE LEONIDI
Nel gennaio 1871 Tempel fu espulso dalla Francia, in quanto di origine tedesca, a causa della guerra con la Prussia, e così raggiunse Milano, ottenendo un lavoro da Giovanni Virginio Schiaparelli, direttore dell’Osservatorio di Brera. Proprio una delle comete periodiche scoperte da Tempel, individuata il 19 dicembre 1865 e battezzata 55P/Tempel-Tuttle, aveva attirato l’attenzione del grande astronomo italiano, fornendogli la prova di una connessione diretta con lo sciame meteorico delle Leonidi, visibile ogni anno intorno alla metà di novembre. Durante gli anni trascorsi a Brera, Tempel scoprì altre tre comete e realizzò magistrali litografie, come quella raffigurante la Nebulosa Merope, diventando anche abile a elaborare le osservazioni per calcolare gli elementi orbitali di nuovi pianetini e comete. Tempel riuscì così a guadagnarsi la fiducia di Schiaparelli, che nel 1875 gli propose il

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DI GIANFRANCO BENEGIAMO

» A sinistra, la torre a chiocciola del Palazzo
Contarini del Bovolo a Venezia, dalla quale Tempel scprì la sua prima cometa nel 1859.
A destra dall’alto: la cometa scoperta da Tempel il 19 dicembre 1865 fornì a Schiaparelli la prova di una connessione diretta con lo sciame meteorico delle Leonidi.
La cometa 9P/Tempel scoperta da Tempel nel 1867 è stata raggiunta nel luglio 2005 dalla sonda Deep
Impact della Nasa per studiare gli effetti prodotti dall’impatto di un proiettile sulla superficie.
una nuova cometa (1877 V) e presentò alla Reale Accademia dei Lincei una raccolta di disegni, raffiguranti alcune delle nebulose più interessanti, che gli assicurò il premio messo in palio ogni sei anni per la migliore opera astronomica. A questo proposito, Schiaparelli scriveva nella lettera del 7 dicembre 1879 al politico e amico Quintino Sella: “Ho consigliato Tempel a produrre quei suoi disegni, primo perché sono forse i più belli ed esatti disegni di nebulose che siano stati eseguiti e degnissimi, che se ne fregino i nostri volumi Accademici; secondo perché se non li pubblica l’Accademia dei Lincei, temo che questo lavoro, fatto coi nostri denari, finirà per esser pubblicato altrove ad majorem gloriam Teutonicorum”. L’appello andò a buon fine e la memoria, Disegno e descrizione delle principali nebulose, fu pubblicata l’anno successivo negli Atti della Reale Accademia dei Lincei. Il lavoro svolto con il telescopio di Amici portò alla scoperta di circa 110 nuove nebulose, molte delle quali rivelatesi poi delle galassie, e alla correzione di numerose altre rimaste trascurate da quando William Herschel le aveva catalogate per la prima volta. Tempel morì a soli 68 anni e fu sepolto nel cimitero di San Felice a Elma, poco distante dalla tomba di Donati. Tramite l’interessamento di Schiaparelli, la vedova ottenne uno “spaccio di sale e tabacchi” per garantirsi una decorosa fonte di sostentamento. Gli importanti risultati scientifici conseguiti da Tempel, nonostante fosse privo di titoli accademici, fornirono lustro alla specola di Arcetri nei primi e più travagliati anni della sua storia.

*GIANFRANCO BENEGIAMO LAUREATO IN CHIMICA, NUTRE DA SEMPRE UN PROFONDO INTERESSE PER I MOLTEPLICI ASPETTI TECNICI E STORICI DELL’ASTRONOMIA.

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DI GIANFRANCO BENEGIAMO

» A sinistra, la torre a chiocciola del Palazzo
Contarini del Bovolo a Venezia, dalla quale Tempel scprì la sua prima cometa nel 1859.
A destra dall’alto: la cometa scoperta da Tempel il 19 dicembre 1865 fornì a Schiaparelli la prova di una connessione diretta con lo sciame meteorico delle Leonidi.
La cometa 9P/Tempel scoperta da Tempel nel 1867 è stata raggiunta nel luglio 2005 dalla sonda Deep
Impact della Nasa per studiare gli effetti prodotti dall’impatto di un proiettile sulla superficie.
una nuova cometa (1877 V) e presentò alla Reale Accademia dei Lincei una raccolta di disegni, raffiguranti alcune delle nebulose più interessanti, che gli assicurò il premio messo in palio ogni sei anni per la migliore opera astronomica. A questo proposito, Schiaparelli scriveva nella lettera del 7 dicembre 1879 al politico e amico Quintino Sella: “Ho consigliato Tempel a produrre quei suoi disegni, primo perché sono forse i più belli ed esatti disegni di nebulose che siano stati eseguiti e degnissimi, che se ne fregino i nostri volumi Accademici; secondo perché se non li pubblica l’Accademia dei Lincei, temo che questo lavoro, fatto coi nostri denari, finirà per esser pubblicato altrove ad majorem gloriam Teutonicorum”. L’appello andò a buon fine e la memoria, Disegno e descrizione delle principali nebulose, fu pubblicata l’anno successivo negli Atti della Reale Accademia dei Lincei. Il lavoro svolto con il telescopio di Amici portò alla scoperta di circa 110 nuove nebulose, molte delle quali rivelatesi poi delle galassie, e alla correzione di numerose altre rimaste trascurate da quando William Herschel le aveva catalogate per la prima volta. Tempel morì a soli 68 anni e fu sepolto nel cimitero di San Felice a Elma, poco distante dalla tomba di Donati. Tramite l’interessamento di Schiaparelli, la vedova ottenne uno “spaccio di sale e tabacchi” per garantirsi una decorosa fonte di sostentamento. Gli importanti risultati scientifici conseguiti da Tempel, nonostante fosse privo di titoli accademici, fornirono lustro alla specola di Arcetri nei primi e più travagliati anni della sua storia.

*GIANFRANCO BENEGIAMO LAUREATO IN CHIMICA, NUTRE DA SEMPRE UN PROFONDO INTERESSE PER I MOLTEPLICI ASPETTI TECNICI E STORICI DELL’ASTRONOMIA.






