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I MESTIERI DELLA (NEW) SPACE ECONOMY
SPACE ECONOMY
DI DOMENICO MARIA CAPRIOLI*
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I MESTIERI
DELLA (NEW) SPACE ECONOMY
Ogni rivoluzione prende
abbrivio da una fase
titanica, eroica, i cui protagonisti divengono noti semidei rinomati e distanti, talvolta finendo col mutarsi in archetipi, novelli Prometeo che portano il fuoco agli uomini. Le rivoluzioni, però, si realizzano pienamente quando cessano di essere exploit e diventano consuetudine, sistemi di prassi; in altre parole, quando la società le immette in
quel processo di attuazione della conoscenza che chiamiamo
innovazione. Everett Rogers ha rappresentato questo processo con un celebre modello, una curva che rappresenta il ciclo di vita dell’innovazione, dall’inventio - la fase eroica di scoperta - all’adozione, da parte dei “ritardatari”, quando la maggior parte degli utenti è già passata a un’altra tecnologia: innovatori, early adopters, maggioranza precoce, maggioranza tardiva, ritardatari. Il dorso gibboso della curva, che rammenta la celebre immagine dell’elefante ingoiato dal boa nel Piccolo Principe di SaintExupéry, rappresenta proprio il momento in cui l’innovazione si attua, diventa prassi, si trasforma in quotidiano e, soprattutto, trasforma irrimediabilmente il nostro quotidiano.
Con la rivoluzione spaziale ci
avviciniamo a questo punto. Già oggi le tecnologie spaziali sono in grado di modificare in maniera significativa i sistemi produttivi, anche in settori apparentemente conservativi e distanti come l’agricoltura o l’industria alimentare. I margini di miglioramento delle tecnologie sono enormi ed è difficile persino immaginare quali nuovi modelli di business saranno innescati da sistemi che operano al di fuori dell’atmosfera terrestre e quindi, auspicabilmente, al di fuori di logiche inveterate e limitanti. Quello che manca per realizzare pienamente questo cambio di paradigma sono le persone. Una rivoluzione dei sistemi produttivi non può che determinare una rivoluzione nel mondo del lavoro modificando radicalmente il sistema delle competenze associate a
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specifiche professionalità e generando profili del tutto nuovi. Un ricercatore chimico-farmaceutico non potrà non possedere competenze avanzate nell’ideazione di esperimenti e testing in microgravità e i
responsabili della produzione dovranno avere ben più che una vaga familiarità con le piattaforme
di space manufacturing. Il successo di un agricoltore dipenderà sempre più dalla sua capacità di raccogliere e interpretare dati provenienti da diverse fonti, a cominciare da quelle satellitari. Gli oggetti di uso comune dovranno essere riconfigurati per la space compliance, aderendo ai rigidi protocolli che autorizzano l’uso di un oggetto nello spazio, e così facendo si modificheranno anche le loro forme e funzioni qui, sulla Terra, nonché le tecnologie con le quali vengono realizzati.
Lo spazio ci costringe a progettare
in scarsità, facendo un uso più che parsimonioso di tutte le risorse e inducendoci a impiegare tecnologia, conoscenza e creatività per ridurre i consumi, abbattere gli sprechi e riutilizzare il più possibile: pare che di competenze di questo tipo vi sia un grande bisogno anche qui. Conoscere questa transizione e le direttrici che stanno affiorando e che sembrano caratterizzarla è una
*DOMENICO MARIA CAPRIOLI È PARTNER DI YOURSCIENCEBC LTD, ATTIVA NELLA RICERCA SULLE APPLICAZIONI SPAZIALI E SULLE TECNOLOGIE DI FRONTIERA, CON LA QUALE - OLTRE ALL’ATTIVITÀ DI RICERCA - FORNISCE CONSULENZA A ISTITUZIONI E AZIENDE INTERESSATE A COMPRENDERE LE OPPORTUNITÀ LEGATE ALLO SPAZIO E ALLA RICERCA. necessità strategica. Un sistema non in grado di riqualificarsi per tempo e posizionarsi sulla breccia del cambiamento è destinato a perdere competitività, probabilmente con una rapidità inedita, considerato il potenziale delle applicazioni spaziali:
quella che oggi può essere una scelta di posizionamento, domani
diventerà una condizione basilare, il che rende urgente non solo lo sviluppo di percorsi dedicati ai nuovi mestieri ma, prima ancora, un ridisegno del sistema di competenze dei ricercatori, affinché maturino una visione dello spazio e delle tecnologie spaziali come ambiente abilitante per nuovi approcci alla ricerca, e sviluppino la prospettiva e le capacità idonei a sfruttarne al meglio le opportunità.
Quali competenze richiede, oggi, la rivoluzione industriale che si
prepara? Quali competenze richiederà in futuro, come modificherà i profili e le professionalità? Quali nuovi mestieri compariranno e a quali forme della produzione dobbiamo cominciare ad abituarci? La rubrica che inauguriamo in questo numero nasce con il proposito di interrogarsi su questo: quali saranno i mestieri dello spazio, le nuove professioni nate dalla space exploitation (lo sfruttamento dello spazio, non più solo l’esplorazione) e come si modificheranno le professioni esistenti. La domanda sarà, soprattutto, come prepararci, in quanto Europa e sistema Paese, a rimanere competitivi e a realizzare i nostri obiettivi di sostenibilità, equità e inclusione quando la pervasività delle nuove tecnologie avrà raggiunto la groppa dell’elefante.