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LE NUOVE FRONTIERE DEL DIRITTO

Quali sono i possibili risvolti del metaverso in ambito legale e come si tradurrebbero nella nostra vita di tutti i giorni?

Risponde Chiara D'Antò, cofounder Studio Legale Cdfr e tech & blockchain legal specialist

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Non si può pensare di dare risposte alla domanda sopra posta se non si prova a cambiare in primis l’approccio. Dobbiamo iniziare a concepire il metaverso come quello spazio in cui non dobbiamo applicare gli schemi giuridici classici, propri della realtà in cui viviamo. Il metaverso infatti non è un prolungamento del nostro stato di diritto, bensì una realtà nuova nella quale interagire, fare esperienze e sperimentare. Non si tratta di un luogo in cui cercare risposte alle esigenze di snellimento degli iter legali. Non è necessario dover disciplinare tutto ciò che potrebbe accadere all’interno del metaverso, ma sarebbe auspicabile che il Legislatore guardasse sin da subito con favore a questa realtà, regolandone i cloud e le piattaforme di accesso. Nell’ipotesi in cui i metatesi fossero regolati ab origine, si potrebbero ottenere due effetti: il primo, quello di delegare ai metaversi stessi la corretta gestione delle attività che in essi si svolgono. Il secondo, permettere a questi il riconoscimento di validità giuridica di alcune attività in esso effettuate (in questo senso si potrebbe pensare di ispirarsi alle Autorità Garanti). Provando a fare un esercizio di fantasia, si potrebbe lasciare “agli avatar del metaverso” la possibilità di concludere un contratto (ad esempio di fornitura di servizi nel metaverso), nella forma e nel modo che ritengono opportuna, con il riconoscimento del valore legale dell’attività posta in essere grazie alla preventiva validazione di autorevolezza giuridica del cloud o della piattaforma. In questo modo, ciascun metaverso sarà obbligato a vigilare e presidiare il rispetto delle regolamentazioni interne alla nuova realtà e quindi autoprovvedere ad instaurare meccanismi di supporto, anche sanzionatori. In questo modo diventerebbe esso stesso l’unico interlocutore con la realtà ordinaria e quindi l’unico responsabile di violazioni (si pensi ad esempio alla proprietà intellettuale, alla privacy o al riciclaggio). Discorso a parte invece merita la tutela dei dati personali e dei metadati (dati anagrafici e di contatto, interessi, preferenze, attività svolte), ma anche tutti quelli riguardanti la sfera corporea (come i movimenti oculari, i movimenti corporei, le onde cerebrali) e quella psicologica (come le emozioni e le reazioni comportamentali). I metaversi coinvolgono infatti l'utente in molteplici dimensioni, da quella sociale a quella economica o emotiva. L'intelligenza artificiale, l'apprendimento automatico e gli algoritmi saranno centrali per organizzare e trattare le enormi quantità di dati che saranno alla base dei metaversi. Nel 21 aprile del 2021 la Commissione Europea ha presentato una proposta finalizzata alla regolamentazione dei sistemi di intelligenza artificiale identificati come "ad alto rischio", quale l'identificazione e la categorizzazione biometrica delle persone fisiche. Emerge infatti che in alcuni casi l’utilizzo dell'AI nei metaversi sarà vietata tutte le volte in cui, anche potenzialmente, vi possa essere una violazione dei diritti fondamentali dell’uomo come, ad esempio, la manipolazione delle persone attraverso tecniche subliminali. Il suo obiettivo è assicurare che i sistemi di intelligenza artificiale immessi sul mercato Ue siano sicuri e rispettino la normativa vigente in materia di diritti fondamentali. Quindi, in conclusione, apriamoci con intelligenza a nuove opportunità e a nuove sfide senza cercare di inseguire la tecnologia per cercare di disciplinarla perché, probabilmente, sarebbe solo uno sforzo vano e troppo ampio.

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