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NEL MAGICO MONDO DELL’INNOVAZIONE

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E-SPANSIVA

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Le startup italiane chiudono il 2022 con dati incoraggianti e si avviano a colmare il gap con il resto d’Europa

di Roberto Pianta

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Il 18 ottobre 2012 un decreto-legge dava ufficialmente vita all’ecosistema startup italiano. Fu chiamato Startup Act e il suo obiettivo era (e rimane tutt’ora) quello di offrire un quadro di riferimento per il settore su temi che vanno dal mercato del lavoro alle agevolazioni fiscali, passando per la semplificazione amministrativa e il diritto fallimentare. In quell’anno le realtà iscritte erano poche centinaia e gli ecosistemi dei nostri vicini europei mostravano già allora il gap con il nostro Paese. Una croce che l’Italia ha portato sulle proprie spalle lungo il corso degli ultimi dieci anni e che ancora oggi continua a pesare: basti pensare che il nostro Paese, che fa parte del G7, non sia tra i primi dieci che investono in startup. Oppure che il numero di unicorni (startup private con una valutazione superiore al miliardo di dollari) è nettamente inferiore a quello dei nostri vicini francesi (dove se ne contano 25) e tedeschi (30).

Tuttavia, a poco più di dieci anni da quel 18 ottobre, il report del Mise della fine del secondo trimestre 2022 rilascia un dato incoraggiante: 14.621 startup innovative sul territorio italiano. Il numero più alto mai registrato. Il record, riportato dal Ministero per le imprese e il made in Italy in collaborazione con InfoCamere, Unioncamere e Mediocredito Centrale, mostra inoltre un forte incremento del valore medio della produzione delle startup innovative nel terzo trimestre dell’anno scorso: 211 mila euro, ben 47 mila in più rispetto al secondo trimestre. In aumento anche l'attivo medio, pari a poco più di 408mila euro (circa 20mila euro in più rispetto alla precedente rilevazione). E anche la produzione complessiva si attesta in crescita a poco più di 2 miliardi di euro, un dato superiore di quasi 700 milioni di euro rispetto a quello registrato al termine del trimestre precedente (corrispondente a un miliardo

Record Di Imprese

INNOVATIVE:

CE NE SONO 14.621. IN CRESCITA

e 371 milioni di euro).

Stessa quota, tra l’altro, superata dagli investimenti in Venture Capital. Un netto +67% rispetto al 2021, a differenza di ecosistemi più maturi, come Germania e Inghilterra, che se nel corso degli ultimi dieci anni vedevano crescere i propri volumi investiti e aumentare il gap con l’Italia, oggi sono sostanzialmente stabili. Questo trend positivo si registra anche nei dati emersi dall’Iag Index (vedi il box), termometro dell’ecosistema startup calcolato sull’ampio deal flow di startup analizzate nella selezione delle opportunità di investimento di Italian Angels for Growth (Iag).

La Lombardia, il Lazio e la Campania si confermano le prime tre regioni italiane per numero di startup innovative. I numeri forniti dal report di Mediocredito Centrale sul Fondo di garanzia per le piccole e medie Imprese confermano quindi anche per questo trimestre la vivacità del settore. Le operazioni autorizzate verso startup innovative e che poi si sono effettivamente tradotte nella concessione di un finanziamento sono in tutto 14.043, per quasi 2,4 miliardi di euro finanziati e 1,9 miliardi di euro garantiti.

In particolare, nell'ultimo trimestre le startup innovative hanno ricevuto nuovi prestiti bancari per circa 53 milioni di euro. Al contempo, il numero di startup

UNA CONFERMA DALL’IAG INDEX: CRESCONO LE STARTUP ITALIANE E IL FOCUS NEL PRE-SEED

L’Iag Index è un indicatore dell’ecosistema startup. Analizza i progetti imprenditoriali valutati da Iag (società fondata nel 2007 e leader nel seed Venture Capital italiano) per un possibile investimento da parte dei business angels. Si basa su sei indicatori che analizzano i settori industriali, la tipologia e la valutazione del round di investimento, l’area geografica, la differenziazione di genere e il fattore Esg. I dati del 2022 confermano una ripartizione per industry simile all’anno precedente, con una lieve redistribuzione tra il Life science e gli altri settori. E confermano il seed come focus principale di Iag: più di una startup su due tra quelle analizzate sta raccogliendo capitali per questo tipo di round. Questo risultato riflette perfettamente il ruolo di Iag come principale attore nei round seed, investimenti chiave per alimentare la pipeline di potenziali scaleup. Da evidenziare come sia cresciuta la quota di startup in fase pre-seed (quasi +47%): questo perché Iag ha riportato l’attenzione ai primi stadi di sviluppo con il lancio di Eden Ventures, il veicolo di investimento focalizzato sul pre-seed lanciato lo scorso ottobre.

A livello geografico, i risultati del 2022 mostrano un trend di crescita significativo a favore del deal flow proveniente dall’Italia: rispetto al 2021, la quota di startup italiane analizzate è cresciuta del 12%. Il risultato deriva principalmente da due fattori: da una parte le maggiori opportunità di mercato nel Paese, dall’altra la continua e costante crescita del suo ecosistema innovazione.

Il tema diversity & inclusion rimane un driver fondamentale nell’analisi di un deal, dove il team raggiunge la sua massima qualità se frutto di esperienze, competenze e vissuti diversi. Anche la sostenibilità e l’elemento sociale rappresentano dei temi centrali in fase di valutazione di una startup: investire in aziende che incorporano i valori Esg rappresenta una grande opportunità per differenziarsi in un mercato Venture Capital sempre più competitivo ed al contempo contribuire attivamente alla risoluzione delle più grandi sfide del ventunesimo secolo.

“Il ruolo di IAG come leader del seed Venture Capital è quello di stare dalla parte degli imprenditori, contribuendo al loro successo e supportando in maniera concreta l’innovazione e le startup di questo Paese”, dice Carlo Tassi, presidente di Italian Angels for Growth. “Da qui la crescente attenzione agli elementi di diversity dei team e di compliance Esg. Lo Iag Index si dimostra un indicatore prezioso per misurare i trend di mercato e percepire in che direzione stanno andando le nuove imprese innovative e come si sta evolvendo il nostro ecosistema”.

destinatarie di prestiti garantiti dal Fondo è cresciuto di circa 159 unità. Complessivamente, considerato che diverse imprese hanno beneficiato di più di un finanziamento garantito, nel terzo trimestre 2022 il Fondo ha gestito 306 operazioni verso startup innovative.

Al terzo trimestre 2022 sono stati erogati finanziamenti per 1,9 miliardi di euro e il Fondo di garanzia ne ha garantiti oltre 1,5. Nello stesso periodo si contano più di 1.400 imprese beneficiarie, per un valore medio dei prestiti pari a oltre 328 mila euro, mentre la durata media del fi- nanziamento è di circa 51 mesi. Infine, al terzo trimestre 2022 le operazioni gestite dal Fondo verso gli incubatori certificati sono complessivamente 107 per un totale potenzialmente mobilitato di quasi 48 milioni di euro. Le operazioni erogate verso gli incubatori certificati sono 96.

Soprattutto nell’ultimo anno l’ecosistema nazionale delle startup ha compiuto numerosi passi avanti, sia nell’ambito della legislazione sia in quello della costruzione di un sistema per sostenere e far crescere le aziende innovative: la mobilitazione di fondi pubblici ha creato un effetto leva, riducendo il divario rispetto agli altri Paesi europei negli investimenti. A conferma del progresso del nostro ecosistema anche le valutazioni delle startup, in tutte le loro fasi di vita, mostrano un deciso incremento, portandosi a valori più vicini a quelli di altri ecosistemi oggi molto più maturi del nostro. Il gap rimane, creando da un lato condizioni di attrattività per gli investitori stranieri, ma dall’altro consentendo anche alle startup italiane di poter ottenere fondi e valutazioni non troppo penalizzanti rispetto ai colleghi europei.

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