5 minute read

È DATA DRIVEN

Next Article
E-SPANSIVA

E-SPANSIVA

Secondo un report di Lenovo i leader aziendali riconoscono il valore e il ruolo della tecnologia per migliorare le prestazioni e mettere a punto politiche Esg, ma sono necessarie nuove strategie e più investimenti

Tecnologia e dati faranno la differenza

Advertisement

Secondo la ricerca incrementeranno il ricavato delle aziende del 50% nei prossimi cinque anni

di Carola Desimio

Profonde e durature le trasformazioni determinate dalle diverse sfide che il mondo sta affrontando.

Il riscaldamento globale, la crisi energetica, l’instabilità economica e la diminuzione delle risorse unita alla rapida crescita della popolazione impongono necessità di approccio differenti rispetto a quelle tradizionali. In un universo sempre più digitale ha preso piede una delle evoluzioni più pervasive della nostra epoca: quella quella legata ai dati. Basta pensare alla nostra quotidianità per comprenderne la potenza. Le interazioni continue nel mondo del web e dei social e la

1. Quali sono le prossime sfide e chi è pronto ad affrontarle

Il 66% delle aziende italiane considera la crisi energetica come la sfida più grande, ma solo il 36% afferma di voler fare qualcosa nei prossimi 3 anni.

Il 59% delle aziende italiane considera il riscaldamento climatico una minaccia, solo il 34% afferma di voler fare qualcosa nei prossimi 3 anni.

Il 57% delle aziende italiane afferma che la disoccupazione è una minaccia, solo il 18% afferma di voler fare qualcosa nei prossimi tre anni.

Il 55% delle aziende italiane afferma che l’eccessiva crescita della popolazione è una minaccia, solo il 34% afferma d voler fare qualcosa.

costante interconnessione dei nostri device digitali generano una mole elevatissima di dati. Sono sempre di più le aziende che si affidano ai dati per raggiungere i propri obiettivi strategici: essere più competitive e far fronte alle sfide globali. I leader aziendali non solo riconoscono il ruolo e il valore dei dati per migliorare le prestazioni e mettere a punto politiche Esg più avanzate, ma prevedono che gli investimenti in tecnologia e sui dati incrementeranno i ricavi del 50% nei prossimi cinque anni. Questo quanto afferma Data for Humanity, la ricerca di Lenovo che ha preso in esame circa 600 aziende operanti in cinque paesi attive in diversi segmenti di mercato, per analizzare il rapporto tra aziende e big data.

Il 66% delle aziende italiane – sottolinea la ricerca di Lenovo – considera la crisi energetica come la sfida più grande e prevede che avrà un impatto sulla propria attività nei prossimi tre anni. Altro fattore che preoccupa le aziende è il cambiamento climatico: il 59% lo considera una minaccia per la propria attività e il 57% una minaccia globale. Anche la disoccupazione è considerata una minaccia per il 57% delle aziende. E la situazione dell’occupazione in Italia è davvero preoccupante considerando che, a causa della pandemia, il tasso di disoccupazione è cresciuto al 9,8% nel 2021, con un aumento dello 0,7% rispetto al 2020. (vedi grafico 1)

L’aumento dei prezzi è l’altro grande tema che contribuisce a rendere instabile il panorama economico del nostro paese.

L’inflazione in Italia ha raggiunto i massimi storici toccando l’11,8% a ottobre 2022, il valore più alto negli ultimi 37 anni. La conseguenza di questa situazione è che solo il 58% delle aziende italiane ha visto crescere i propri ricavi nell’ultimo anno, rispetto al 61% del campione di aziende preso in esame dalla ricerca.

Tuttavia, nonostante la criticità della situazione, solo una minoranza di aziende italiane si sta preparando attivamente ad affrontare la crisi. Il 36% intende intervenire per attutire l’impatto della crisi energetica nei prossimi tre anni. Solo il 27% delle imprese italiane è propensa ad agire per far fronte alla carenza di competenze e all’aumento della popolazione globale, rispetto al 33% degli altri paesi intervistati.

I dati possono essere formidabili alleati nell’affrontare la crisi del sistema economico globale. È infatti sempre maggiore e significativo il divario tra le aziende cosiddette data leader e quelle che non hanno investito su attività legate all’analisi dei dati. Le organizzazioni con i livelli più alti in termini di competenze in materia di dati registrano prestazioni di business migliori e hanno politiche Esg più avanzate. Le data leader sono presenti in Francia per il 20%, negli Stati Uniti e in Germania per il 17%, in Italia per il 15% e nel Regno Unito per l’11%. (vedi grafico 2)

Percentuali molto basse. Solo il 16% delle aziende intervistate da Lenovo è classificata come data leader. In riferimento all’Italia è chiaro che la difficoltà nel reperire competenze e definire strategie sui dati gioca un ruolo cruciale nella competitività del nostro paese. Oltre il 51% delle aziende italiane dichiara di non possedere le competenze informatiche e, più in particolare, quelle legate ai dati. Forse a causa della carenza di competenze, la stessa percentuale afferma che la dirigenza non ha ancora messo in atto strategie per la condivisione dei dati, rispetto ad appena il 37% delle aziende globali.

Dal report emerge che solo il 32% delle aziende italiane, meno di un terzo, possiede le competenze e le capacità necessarie per realizzare strategie relative ai dati, rispetto al 35% delle aziende estere esaminate. Il 26%, poco più di un quarto, è convinto di riuscire a realizzare iniziative strategiche legate ai dati nel corso del prossimo anno.

I tratti caratteristici che rendono le data leader vincenti – sottolinea la ricerca – riguardano proprio la tecnologia. L’83% afferma di avere soluzioni per i dati altamente automatizzate, rispetto al 57% delle aziende italiane. L’81% utilizza piattaforme in grado di condividere facilmente i dati con i partner, contro il 54% di aziende italiane. Infine il 78% delle data leader archivia i propri dati nel cloud, in Italia solo il 51% delle aziende lo fa (vedi grafico 3).

L’83% delle aziende data leader afferma di avere soluzioni per i dati altamente automatizzate, rispetto al 57% delle aziende italiane.

L’81% delle data leader utilizza piattaforme in grado di condividere facilmente i dati con i partner, contro il 54% di aziende italiane.

Infine il 78% delle Data Leader archivia i propri dati nel cloud, in Italia solo il 51% delle aziende lo fa.

“Dalla ricerca appare evidente che investire in tecnologie all’avanguardia sia una condizione necessaria ma non sufficiente per abilitare l’innovazione”, commenta Alessandro de Bartolo, country general manager e amministratore delegato dell’Infrastructure Solutions Group di Lenovo. “Le aziende italiane si pongono l’obiettivo di sbloccare il valore dei dati ma per farlo è necessario migliorare la strategia, la cultura del dato e le competenze, oltre a investire nelle migliori soluzioni tecnologiche disponibili. Sappiamo, infatti, che non sono i dati a trasformare il mondo. Da soli, i dati sono impotenti. Occorre l’intelligenza, l’ambizione, la volontà di dargli significato e le finalità per accelerare la trasformazione delle aziende e rendere sempre più efficienti le pubbliche amministrazioni, e la nostra società più sicura e accessibile. Per questo noi di Lenovo siamo fortemente impegnati nel percorso di digitalizzazione intelligente a fianco delle imprese italiane. Più in generale, occorre favorire l’accesso a risorse digitali e lo sviluppo di competenze specifiche, e permettere alle aziende e alla Pubblica amministrazione italiana di compiere quel cambio di mentalità nei confronti della tecnologia che è fondamentale nel percorso verso la competitività e la crescita. In questa prospettiva, il Pnrr rappresenta una grande opportunità per motivare le aziende a investire in tecnologia e a realizzarne il pieno potenziale”.

Tuttavia, nonostante il panorama della gestione dei dati in Italia attualmente non sia ancora soddisfacente per vincere le grandi sfide del presente e del futuro, circa il 90% delle aziende italiane sta seguendo l’esempio dei data leader e prevede di investire almeno 1 milione di dollari in tecnologie e iniziative basate su analisi e gestione dei dati nel prossimo anno. Una notizia rassicurante, un primo passo per colmare il gap e aprirsi finalmente ad un futuro data driven

This article is from: