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COMPRARE PER CRESCERE
from Small Giants 04
by BFCMedia
di Lavinia Desi
Indipendentemente dal settore di appartenenza, le aziende italiane continuano a dimostrare una elevata capacità innovativa che pone loro sempre tra le prime scelte dei clienti internazionali, una grande vitalità che ha consentito di affrontare le crisi, sia quella pandemica che quella energetica, con risultati migliori rispetto alla media delle imprese europee. L’unica grande debolezza, ormai atavica, di questo ecosistema di eccellenze nazionali è ancora la dimensione, l’incapacità di crescere ed aggregarsi creando delle imprese sufficientemente forti da competere senza riserve contro i giganti inter- nazionali in tutti i settori. Secondo Francesco Ferragina, presidente di Kon Group, principale operatore indipendente di M&A italiano e specializzato nel supporto ad operazioni di concentrazione (buy & build), “il mercato ha sempre maggiore bisogno di investitori qualificati e domestici che possano sfruttare le debolezze del sistema per consentire agli imprenditori che lo desiderano di accelerare la crescita aggregando tante realtà di piccole dimensioni e creando nuovi player di riferimento in ogni segmento dell’industria e dei servizi. La crescita della cultura finanziaria nei nostri imprenditori sta favorendo questi processi di concentrazione che spesso coinvolgono anche investitori privati italiani organizzati nella forma di club deal che, essendo percepiti come indipendenti, hanno facilità di dialogo e, se opportunamente guidati, aiutano a superate il pregiudizio che talvolta ancora si incontra verso i private equity”.
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Negli ultimi anni abbiamo assistito ad un fermento nell’M&A: nel 2022 ben 971 operazioni sul capitale di aziende italiane sono state concluse, con un aumento del 31% sul 2021: gli investitori domestici sono rimasti, anche per il 2022, i protagonisti del mercato M&A, essendo coinvolti nel 61% circa delle operazioni avvenute, mentre la restante parte (39%) ha visto coinvolti investitori esteri.
Un’analisi più approfondita delle operazioni di M&A realizzate nel 2022 evidenzia quali siano ritenuti dagli investitori i settori di punta del nostro paese, quelli che si ritengono più dinamici e con maggiore possibilità di sviluppo.
Tra i più interessanti si segnala quello dell’healthcare, che nonostante la difficoltà nel sostenere la nascita delle Ebp rispetto ad altri paesi europei, è oggetto di grande attenzione da parte dei fondi di private equity e degli operatori del settore grazie alle nostre eccellenze nei centri di ricerca. I primi, sotto le vesti di partner finanziari, interessati a creare grandi player tramite operazioni di aggregazione. I secondi, invece, interessati dalle opportunità di cre- scita per vie esterne, esplorano la possibilità di acquisire target che siano in grado di ampliare il portafoglio prodotti o che possano aprire a nuovi mercati aumentando il bacino di utenti.
Operazioni di concentrazione sono in corso ormai da tempo nel life science & personal care: di particolare interesse tutti i servizi diagnostici e terapici che, grazie al funzionamento del nostro sistema sanitario, sono oggi estremamente frazionati in una pluralità di micro operatori. L'intenzione degli investitori è quella di creare o ingrandire le reti esistenti, anche a livello internazionale, così da usufruire di economie di scala e ampliare la possibilità di raccolta di dati su pazienti.
Molte aggregazioni e concentrazioni stanno iniziando a prendere forma anche nel settore manifatturiero; in particolare quello del tessile-moda, con lo sviluppo di poli produttivi italiani e con l’incremento della presenza di grandi gruppi esteri in Italia.
Ne sono un esempio l’ingresso di Cucinelli nel capitale del Lanificio Cariaggi; di Cristian Dior in Artlab, specializzato in stampe e rifinizioni manuali su pelle; di Chanel in FashionArt, pelletteria artigianale; di Golden Goose nel suo principale fornitore Italian Fashion Team, e le acquisizioni concluse da Gruppo Florence, controllato dai fondi di investimento Vam Investment, Italmobiliare e Fondo Italiano d’Investimento, ma ancora Whitebridge e DBAG che ha di recente acquisito Metalworks. Infine, risulta doveroso citare il settore dei macchinari e prodotti industriali che, anche se meno noto, si conferma nel 2022 fiore all’occhiello dell’Italia, tanto da riguardare ben 235 deal, ovvero il 24% del totale. La performance è trainata dal crescente interesse proveniente da paesi Europei e Stati Uniti, confermando i trend di nearshoring e friendshoring dovuti agli avvenimenti di storia recente, come la pandemia da Covid-19 o la guerra Russo-
I SETTORI DI PUNTA PER GLI M&A IN ITALIA SONO L’HEALTHCARE, IL LIFE SCIENCE E LA MANIFATTURA
Ucraina e i contestuali problemi di approvvigionamento che ne sono derivati. Anche questo settore, grazie alle eccellenze che lo caratterizzano, si conferma particolarmente attraente per il private equity che anche in quest’ambito risulta essere protagonista indiscusso con 86 operazioni concluse.
Nel complesso, nel 2022, i fondi di private equity hanno visto una crescita significativa della loro presenza sul mercato, confermando il loro ruolo fondamentale nel consolidamento e nello sviluppo delle aziende italiane. Oltre un’acquisizione su tre è stata realizzata da questo tipo di fondi (347 per l’esattezza), per un controvalore di 62,4 miliardi di euro, ovvero circa il 70% dell’intero volume generato dal mercato M&A nel corso dell’anno.
Rimane importante sottolineare che la presenza di operatori finanziari come private equity, venture capital o club deal non debba essere considerata come un ulteriore forma di concorrenza agli operatori industriali o di settore, bensì come un’opportunità per la crescita. Di fatti, è sempre più diffusa tra gli imprenditori la volontà di coinvolgere operatori finanziari, i quali, grazie alle loro conoscenze specifiche, vengono considerati dei veri e propri volani per la crescita. Ma altrettanto spesso sono gli stessi imprenditori che hanno ceduto parte del capitale delle proprie aziende che desiderano reinvestire in economia reale e cercano iniziative in cui possano fornire il proprio contributo di esperienza.