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Comprate e moltiplicatevi
from Small Giants 04
by BFCMedia
LE IMPRESE PRESENTI
NELLA RETE DI VENDITA
Advertisement
DI PASCOL POSSONO
PROPORSI ANCHE
AI GRANDI PLAYER, PORTANDO NELLA GDO
I LORO PRODOTTI
DI QUALITÀ E CREANDO
BENEFICI PER IL SUOLO
E PER L’ECOSISTEMA
Si comincia da un accordo con un’azienda della Valtellina e, com’è nelle corde di due giovani, il primo canale di distribuzione introdotto è il sito e-commerce, diretto al consumatore finale. Qui inizia la vera avventura, perché in poco tempo l’iniziativa suscita forte attenzione e diversi allevatori, partendo proprio dalla Lombardia, si fanno avanti per stringere una collaborazione. Oggi la selezione ha raggiunto Piemonte, Emilia, Marche, Trentino, Veneto, Val d’Aosta, Friuli e Toscana. I prodotti Pascol sono stati resi disponibili anche per distributori, ristoranti, macellerie e negozi di alimentari, in particolare in punti di vendita di prossimità. Si è formato un team zootecnico e agronomico a supporto delle aziende e viene esteso un disciplinare che regolamenta l’intera filiera dall’allevamento ai macelli, ai trasporti, fino alla distribuzione dei prodotti, per garantire controllo e trasparenza in tutte le fasi, che prevede, per quello che riguarda i bovini, libertà di pascolare, alimentazione controllata a base erba e fieno (minimo 70%) e integrazione cerealicola no ogm, con nessuna possibilità di ricorso ad antibiotici per cure preventive.
Ma come è arrivata l’intuizione che in questo particolare settore poteva esserci un nuovo spazio di mercato, considerate anche le attuali tendenze ispirate da una alimentazione sempre più sostenibile e attenta all’impatto della filiera di produzione? A spiegarcelo è Federico Romeri, ceo e cofondatore di Pascol. Le filiere alimentari sono la prima causa di perdita della biodiversità ed è necessario adoperarsi per ristrutturarle. In particolare quella di carne bovina, che ha un impatto negativo sul piano ambientale e del benessere animale; per questo vogliamo creare una filiera scalabile, che possa be- neficiare delle economie di scala, ma che al contempo consenta l’allevamento al pascolo e la valorizzazione delle piccole aziende agricole italiane. Riteniamo che non esista una scelta alimentare più sostenibile di altre in assoluto, ma vada legata alla contingenza del territorio in cui si vive e al rispetto della stagionalità.
L’85% della carne bovina in Europa viene oggi da allevamenti intensivi e il 50% di quella consumata in Italia arriva da altri paesi. Spesso si fornisce un prodotto standard, senza valutarne gli impatti. Noi abbiamo voluto fare un’innovazione di processo puntando a una produzione decentralizzata che permette di fare allevamento estensivo, attraverso la selezione di aziende integrate con il territorio, dove il pascolo correttamente gestito può creare benefici per il suolo e l’ecosistema. Inoltre si tratta di aziende che da sole non sarebbero in grado di approcciare la grande distribu- zione organizzata, mentre in questo modo possiamo proporci anche ai grandi player che operano a livello nazionale, con l’obiettivo di portare sul mercato con volumi industriali un prodotto di qualità, valorizzando le piccole realtà locali.

Il vostro sistema distributivo guarda ai grandi player ma anche ai piccoli consumatori.
Il sistema di vendita prevede da sempre anche l’uso dell’e-commerce, che apre a chi intende acquistare piccole quantità per il consumo personale, ma la nostra distribuzione non è limitata a un singolo canale. La nostra proposta di valore è intrinseca alla qualità del prodotto e alla tipologia di filiera che abbiamo costruito. Vogliamo permettere a più persone possibile di mangiare carne targata Pascol, rendendole consapevoli che la loro scelta di acquisto valorizza un sistema di economia circolare, a vantaggio della filiera produttiva italiana, delle comunità locali e dell’ambiente.
Quali sono i prossimi passi per Pascol? L’intenzione è quella di proseguire in un processo di aggregazione delle aziende per raggiungere le 200 entro la fine di questo 2023. Puntiamo poi a sviluppare i nostri canali commerciali: ora siamo a 250 punti vendita e vorremmo arrivare a mille entro l’anno. Inoltre abbiamo iniziato a guardare al canale dei prodotti cotti. Stiamo anche facendo una Lca (Life cyclee assessment), ovvero un metodo strutturato e standardizzato a livello internazionale che permette di quantificare i potenziali impatti sull'ambiente e sulla salute umana, per ottimizzare ulteriormente l’impatto ambientale della filiera, educando al contempo al consumo corretto di carne. È in atto infine un aumento di capitale, aperto su Mamacrowd: si tratta della seconda campagna di raccolta in equity crowdfunding per Pascol, la prima chiusa in soli sette giorni nel 2021. L’intenzione è avere al nostro fianco tanti brand ambassador in grado di conferire più forza al marchio, in maniera tale da unire marketing, sviluppo commerciale e raccolta fondi. Oltre a diversi business angel, hanno già creduto nel nostro progetto investitori istituzionali di primo piano quali Azimut e Reti Televisive Italiane. Questo sarà il nostro quarto e ultimo aumento di capitale previsto e ci permetterà di arrivare a break even su base mensile entro la fine del 2023.