Beesness Novembre/Dicembre 2023

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Periodico di informazione bimestrale novembre-dicembre 2023

Anno XIII - N° 6 2023 € 5,00

Javier Zanetti “LEGGENDA”

Viviana Nebuloni

“LA POTENZA NELLA VOCE”

Marco Seco

“IL DIRETTORE DEL SAPER FARE MUSICA”

Aida Yespica

“LA PIÙ ITALIANA DELLE STRANIERE”



FESTIVITÀ NATALIZIE, TEMPO DI RIPOSO E DI BILANCI.

Il periodo natalizio è solitamente caratterizzato per gli imprenditori da bilanci di quello che si è fatto o si poteva fare all’interno della propria azienda - in termini di profitti e di valorizzazione dei propri collaboratori - insieme a progetti per l’anno a venire. Iniziamo questo ultimo numero di Beesness del 2023 con l’intervista a Javier Zanetti, attualmente dirigente dell’Inter, ma in passato fuoriclasse della medesima squadra che, con a capo il Presidente Massimo Moratti, nel 2010 ha vinto il “triplete”, ossia il Campionato, la Coppa Italia e la Champions League. Oltre a dedicarsi alla sua passione sportiva, con la moglie Paula si adopera tramite la Fondazione Pupi ad aiutare le famiglie e i bambini disagiati che vivono in Romero de Calà, una favela in Argentina. Molto interessante l’intervista a Alessandro Santamaria, Vice Presidente del marchio argentino La Martina, che ci illustra lo sviluppo del brand. Nato creando accessori e indumenti per i giocatori di polo, negli anni si è evoluto verso l’abbigliamento informale, per la vita di tutti i giorni. Quest’anno ha aperto un innovativo flagship store in Corso Garibaldi 1, in zona Brera, studiato dal designer Fabio Novembre. Qui il 21 novembre è andato in scena il primo evento della nostra rivista, denominato Beesness

/ Editoriale

novembre\dicembre 2023

Night, in partnership con La Martina. È stato un grande successo in termini di partecipazione di personalità del mondo imprenditoriale e di volti noti come Gessica Notaro, Bruno Cerella, Viviana Nebuloni e Vera Atyushkina. Abbiamo intervistato anche Mario Zanetti, AD di Costa Crociere, che nel 2023 ha festeggiato i 75 anni di attività e che si appresta a varare navi sempre più sostenibili e confortevoli, per continuare ad assicurare ai passeggeri una delle migliori esperienze della loro vita. Nella sezione del food, raccontiamo del mate, rinomata bevanda argentina sorseggiata anche da Papa Francesco. Qui potrete scoprire i vari tipi esistenti e i segreti per prepararli e gustarli al meglio. Se avete occasione, visitate il ristorante Porticciolo, situato alle pendici del Resegone e della Grigna, che propone la cucina contemporanea dello chef Lorenzo Ferrari, aiutato da una giovane e volenterosa brigata. Da ultimo, diamo spazio alle consuete rubriche dedicate al retail, al franchising e alle recensioni di libri. Non ci resta che augurare Buon Natale a voi e alle vostre famiglie.

Giovanni Bonani Direttore Responsabile

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UN ABBONAMENTO A BEESNESS AD UN PREZZO IRRIPETIBILE Editore Beesness di Giovanni Bonani - Via Soperga 13 - 20127 Milano Anno XIII - N° 6 2023 € 5,00

P. IVA 10312920969 - C.F. BNNGNN73H19F205Y Registrazione Tribunale di Milano n°551 del 18.11.2011

Periodico di informazione bimestrale novembre-dicembre 2023

Art Direction & Graphic Design Roses & Pepper | www.rosesandpepper.it Elena Dentoni (Owner) | elena@rosesandpepper.it Stampa New Press Edizioni S.R.L - Via Della Traversa, 22 - 22074 - Lomazzo (CO) Direttore Responsabile

Javier Zanetti “LEGGENDA”

Viviana Nebuloni

Giovanni Bonani

“LA POTENZA NELLA VOCE”

Marco Seco

“IL DIRETTORE DEL SAPER FARE MUSICA”

Aida Yespica

“LA PIÙ ITALIANA DELLE STRANIERE”

Direttore Editoriale

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Laura Lamarra Redazione Giuseppe Bonani, Marco Seco, Marcella Ciappi, Luca Sardi, Carla Cavicchini, Christian Gaston Illan, Laura Bonani Contributors

Beesness di Giovanni Bonani, via Soperga 13, 20127 Milano

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Furio Reggente, Marco Chingheri, Elena Pravato, Fabrizio Valente, Clarissa Vatti Advertising Christian Gaston Illan | christian@beesness.it Abbonamenti

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I DATI DELL’ABBONATO Cognome _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ Nome _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ Ragione Sociale ______________________________________

Shutterstock, Freepik Foto copertina Javier Zanetti - Niccolò De Giorgio Giovanni Bonani

Laura Lamarra

Christian Gaston Illan

Marco Seco

Marcella Ciappi

Luca Sardi

Brand ________________________________________________ Codice Fiscale ___________________________________________ P. IVA _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ Indirizzo _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ Città __________________ CAP __________ Prov. __________ Telefono ______________ Email ______________________ _ Modalità di pagamento: Bonifico Bancario: CODICE IBAN n. IT26U0200801661000105229053 intestato a Beesness di Giovanni Bonani Inviare una copia via e-mail a abbonamenti@beesness.it D ata _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ FI R M A _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ Garanzia di riservatezza. Ai fini della legge 675/96 e successive modifiche, l’editore garantisce la massima riser vatezza dei dati forniti, utilizzati esclusivamente per l’ordinaria gestione commerciale, e l’invio di materiale informativo inerente la propria attività editoriale. L’editore si impegna a non cederli a terzi e a provvedere alla cancellazione o alla rettifica, qualora l’interessato ne faccia esplicita richiesta scrivendo a Beesness di Giovanni Bonani, via Soperga 13, 20127 Milano. Con la firma del coupon si autorizza l’utilizzo dei dati. *Abbonamenti attivi solo per l’Italia.

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Informativa ai sensi dell’Art. 13 D.lgs. 196/2003 L’editore non si assume alcuna responsabilità per le opinioni espresse dagli autori degli articoli, dei testi redazionali e pubblicitari pubblicati. L’editore inoltre non è nelle condizioni di verificare preventivamente alla pubblicazione i dati forniti dalle imprese e dai soggetti intervistati e non è quindi responsabile dei dati pubblicati relativi a prospettive di guadagni ed in particolare ai volumi di ricavi, di costi e conseguentemente di redditività delle iniziative imprenditoriali presentate la cui responsabilità resta a carico esclusivamente delle imprese dichiaranti o degli intervistati. L’editore declina ogni responsabilità derivante da eventuali refusi tipografici o da materiale utilizzato nelle pubblicità degli inserzionisti. La ristampa o la pubblicazione dei contenuti devono essere autorizzati dall’editore. La riproduzione della stessa, anche mediante supporti elettronici, deve essere autorizzata. A garanzia di riservatezza, l’editore Beesness di Giovanni Bonani, nel rispetto del Codice Privacy Dlgs 196/03, garantisce la massima cura dei dati forniti o in suo possesso, che non verranno comunicati a terzi, né verranno utilizzati per comunicazioni commerciali e fatto diritto, in ogni caso, per l’interessato, di richiederne gratuitamente la rettifica o la cancellazione ai sensi dell’art. 7. Beesness è un marchio registrato.


/ INDICE

novembre\dicembre 2023

22° Osservatorio Altagamma

Nel 2023 lusso in crescita, trainato dalle esperienze ................... 28

Cristina Ferrari: The New Crystal Beach Couture

Soft è glamour ............................................................................. 32

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Alla consolle Leo Gira

Nuove opportunità e nuovi progetti per il DJ italiano ................ 34

La forza espressiva di Marco Seco

Direttore dei due mondi .............................................................. 36

Opera-Industry 2023

Dal palco al profitto: nodo cruciale dell’era moderna ................. 40

Sportivo e imprenditore dal cuore d’oro ...................................... 14

Gli Autogol

Calcio e spettacolo salgono insieme sul palcoscenico ..................... 42

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Da modella al grande schermo, Italia addicted .......................... 44

La Martina consolida numeri e presenza sul mercato

Alessandro Santamaria fra omnicanalità e globalizzazione ....... 20

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Nelson Freitas si aggiudica il premio ........................................... 46

Cova: pasticceria storica a Milano dal 1817

Un tuffo nel passato con il racconto di Paola Faccioli ................... 48

Non solo fraschetta

Alla scoperta dell’Aricciainbocca, dalle origini al ristorante cool ...................................................... 52

Il nuovo Porticciolo

Un’eccellenza culinaria che investe sui giovani ........................... 56

La fashion industry e la sfida del new normal

Mercati, canali e prodotti nel nuovo scenario competitivo ........... 24

L’eleganza di Stefano Dominella

Lezioni di moda, lezioni di vita .................................................. 26

Un pezzo di storia argentina

Il grande mate raccontato da “El chico” ....................................... 58

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Ivan Poletti nuovo Head of Construction .................................... 60 5


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Cambiamenti e prospettive future raccontate da Chiara Bacilieri .................................................... 62

Gologone experience: alla scoperta della Sardegna più autentica

Tra enogastronomia, arte e natura .............................................. 78

Hamleys a Milano, un mondo di magia e gioia per i bambini

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Enrico Preziosi porta in Italia la storica catena di negozi di giocattoli ...................................................................................... 64

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Ineos Automotive avvia la produzione per il Nord America ....... 66

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Vincere una volta o vincere per sempre ........................................ 80

Missione manager

Come sopravvivere alla promozione al primo ruolo manageriale e crescere fino a guidare grandi team ........................................... 82

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La leadership di Mario Zanetti .................................................. 68

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L’architetto che ama onde e spazi avvolgenti .............................. 72

Un’auto in soggiorno

Nuovo trend di stile nelle case di lusso ......................................... 76

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MBE, Brooklyn Fitboxing, Triumph, Löwengrube .................... 84


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GLOBAL CAMPAIGN DI BRAULIO “THE PLACES WHERE TIME SLOWS DOWN”: CASA BRAULIO CELEBRA IL VALORE DEL TEMPO E L’IMPORTANZA DI ASSAPORARE AL MEGLIO OGNI MOMENTO Dentsu Creative vince la gara per la campagna di comunicazione di Braulio, grazie a una piattaforma creativa e strategica che racconta l’Amaro dello Stelvio attraverso un punto di vista inedito e altamente emozionale. Nel cuore di Bormio si aprono le porte delle rinnovate Cantine Braulio: Casa Braulio. Un luogo dove il tempo rallenta e dove ogni giorno, da quasi 150 anni, si respira la passione con cui viene creata ogni singola bottiglia di Braulio: un amaro che racchiude in sé tutto lo spirito delle alpi valtellinesi. Oggi, insieme a Dentsu Creative, il brand firma il primo di una serie di progetti che accompagna Braulio nella sua evoluzione di marca. Un passo fondamentale per comunicare il legame con il territorio, le sue radici e l’innovazione, per parlare a nuovi estimatori e a tutti i suoi mercati. La piattaforma creativa e strategica di Braulio racconta di un luogo dove, più di altri, si può assaporare la vera Essenza del Tempo, non solo perché il tempo gioca un ruolo fondamentale nella preparazione dell’amaro dello Stelvio, ma anche perché il tempo è la chiave per assaporare Braulio al meglio e imparare a conoscerlo. Ecco perché il video hero di campagna vede come protagonista il Tempo, una guida che ci accompagna dalla cima del Monte Braulio, fino nel cuore di Bormio a 30 metri di profondità: dove l’Amaro riposa per oltre 15 mesi prima di poter essere degustato.

INAUGURATA LA BIRRERIA SPILLER DI BOLOGNA, NEL CENTRO STORICO DELLA CITTÀ Con l’inaugurazione della Birreria Spiller di Bologna il progetto ristorativo del Gruppo FORST apre in Emilia il decimo locale, puntando sulla buona cucina e sulle specialità birrarie. Alle birrerie Spiller, già presenti a Milano, Brescia, Verona, Vicenza, Padova, Trieste e Monfalcone, si aggiunge ora quella di Bologna, in via Zamboni 26, in pieno centro storico e in zona universitaria. Seguendo la filosofia Spiller, un concetto “Urban” sempre nel cuore pulsante delle principali città, è stata riqualificata la porzione di un palazzo storico eretto nel Quattrocento nella centrale strada di San Donato (l’attuale via Zamboni), già residenza di una delle più importanti famiglie senatorie bolognesi, quella dei Malvezzi. Situato in prossimità del centro cittadino, a pochi passi dalle Due Torri e di fronte al Teatro Comunale, la birreria Spiller in Via Zamboni si sviluppa su un ambiente di 380 mq ricercato e accogliente, curato nei minimi dettagli, dall’atmosfera altoatesina unita a un’anima moderna. Oltre ai 110 posti a sedere, disposti all’interno, e a un generoso dehors di altri 60 posti, il centro del locale è rappresentato da un bancone predominante che mette in primo piano le specialità birrarie proposte. Grazie ad un impianto di spillatura a freddo i singoli fusti vengono perfettamente conservati alla corretta temperatura di servizio permettendo una spillatura ad opera d’arte. Il locale, a regime, potrà contare su circa 20 collaboratori, sarà aperto da orario pranzo all’una di notte, con orario continuato.

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novembre\dicembre 2023

STARBUCKS APPRODA A LIVORNO A PORTA A MARE, NEL NUOVO COMPLESSO OFFICINE STORICHE Il chiosco, aperto in partnership con Percassi, sosterrà l'economia locale con la creazione di 15 nuovi posti di lavoro. A Livorno, nel waterfront di Porta a Mare, la Toscana accoglie il suo quarto store Starbucks che sarà aperto al pubblico da domani. Il negozio, realizzato in partnership con Percassi, creerà 15 nuovi posti di lavoro a livello locale. Il lungomare di Livorno è stato riqualificato da IGD (Immobiliare Grande Distribuzione), uno dei principali player in Italia nel settore immobiliare retail. L’area interessata è quella delle Officine Storiche, che è stata completamente ristrutturata: un polo multifunzionale ad uso residenziale e commerciale di oltre 16.000 mq., con 21 punti vendita, un’area entertainment e un centro fitness. Il chiosco di Starbucks si inserisce p er fet ta mente nell’area, con un’atmosfera calda e accogliente, adatta sia agli amici e alla famiglia, che a chi cerca un luogo tranquillo per lavorare o rilassarsi. Il m enu of fre u n'a m pia scelta di cibi e bevande adatti ad ogni occasione, dal Frappuccino® e Cold Brew, agli intramontabili espresso e cappuccino. Un concentrato di gusto tutto da scoprire!

PIZZIUM APRE A PAVIA Inaugurata la 45° pizzeria del gruppo e l’ultima prevista per il 2023. PIZZIUM, la catena di ristoranti specializzati in pizza napoletana, estende il proprio footprint territoriale inaugurando il primo punto vendita a Pavia, città universitaria sede di istituti di alta formazione e cultura frequentata da studenti italiani e stranieri. L’apertura di Pavia è la prima in assoluto in città per il brand napoletano che dal 2017 porta i suoi clienti tra i sapori d’Italia, con una ricca selezione di pizze regionali realizzate con ingredienti DOP e IGP locali di alta qualità. Situato in Via dei Mille 219, il nuovo ristorante accoglie con i suoi 93 coperti, e un dehor di 40 posti, gli amanti della pizza all’interno del locale dallo stile partenopeo unico e originale. L'atmosfera del ristorante è accogliente e calda, grazie all'uso di tinte avvolgenti, piastrelle di ceramica, mobili in legno e illuminazione tessile. Ogni giorno, i pizzaioli del brand stendono a mano le pizze, utilizzando un blend esclusivo di farine che assicura un impasto leggero e digeribile, perfetto palcoscenico per ingredienti DOP e IGP rigorosamente selezionati per celebrare le ricche tradizioni culinarie regionali italiane. Inconfondibile anche l’offerta gastronomica con un’ampia selezione di bruschette appetitose, Panuozzum e dolci tradizionali, dal tiramisù ai cannoli siciliani, continuando così la missione di PIZZIUM di esaltare e rivitalizzare i classici della cucina italiana. La nuova apertura, l’ultima prevista per il 2023, segna il debutto di PIZZIUM a Pavia e porta il totale dei locali del brand a quota 45; includendo il marchio CROCCA, l’intero gruppo raggiunge il traguardo di 52 aperture in Italia. Una realtà unica in Italia a gestione diretta che fa sviluppo con le proprie forze economiche e che sempre mette al centro del progetto le persone.

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/News

IL NUOVO MARITOZZO DI SANDRO FERRETTI È UN GRANDE SUCCESSO Il maritozzo è oggi uno dei dolci italiani più richiesti a livello nazionale e internazionale. Tra i principali interpreti di questa celebre prelibatezza spicca il Maestro pasticcere abruzzese Sandro Ferretti, membro AMPI (Accademia Maestri Pasticceri Italiani) e fondatore della Ferretti Dessert, eccellenza Made in Italy della pasticceria e dei prodotti da forno. Attualmente Ferretti è uno tra i maggiori produttori di maritozzi nel nostro Paese. Dall’azienda di Mosciano Sant’Angelo (TE) vengono sfornate ogni giorno oltre 10.000 unità del classico dolce da caffetteria della pasticceria romana dalla storia millenaria. Merito di una produzione industriale efficiente, con 5 linee di produzione, guidata dallo spirito imprenditoriale del Maestro pasticcere. I Maritozzi Ferretti si discostano leggermente dalla ricetta tradizionale. Da sempre infatti il Maestro pasticcere abbina l’industrializzazione dei processi produttivi a una continua ricerca e artigianalità. Ferretti ha aggiunto alla classica farcitura di panna montata uno strato di crema pasticcera, intuendone le potenzialità dal punto di vista del gusto e dell’estetica. Il nuovo Maritozzo è stato presentato da Ferretti per la prima volta nel 2022 e all’inizio della scorsa estate hanno preso il via le degustazioni con feedback molto lusinghieri da parte di illustri distributori e consumatori. Oggi il prodotto è distribuito con successo in Italia e all’estero, in primis da un’importante catena di ristorazione che lo vende su tutta la rete autostradale e negli aeroporti del nostro Paese.

A ORIOCENTER ARRIVA LA PIÙ GRANDE MOSTRA DI OPERE REALIZZATE CON I MATTONCINI LEGO® IN EUROPA 8 Milioni di mattoncini, oltre 1.600 Mq di spazio, più di 100 modelli dal 12 ottobre 2023 al 25 febbraio 2024. Dal 12 ottobre al 25 febbraio 2024 a Oriocenter si potranno ammirare costruzioni uniche, oggetti educativi e interattivi, figure a grandezza naturale, grandi edifici: oltre 100 modelli, composti da 8 milioni di mattoncini LEGO®. Si tratta di un’esposizione che coinvolge proprio tutti, grandi e piccini, perché i famosi mattoncini LEGO® trascendono culture e generazioni e hanno saputo reinventarsi anno dopo anno. Un gioco “senza tempo” che, dopo, oltre 90 anni, è in grado di appassionare un target eterogeneo, facendo leva sullo spirito creativo e l’immaginazione di bambini di differenti età e culture ma anche e soprattutto di adulti. La Mostra si trova al piano terra di Oriocenter, ingresso arancio/viola, vicino ai negozi Tezenis e Feltrinelli. Per maggiori informazioni: www.mostramattoncini.it/bergamo

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novembre\dicembre 2023

A TIMELESS STORY OF MAKING STYLE Jeckerson presenta la sua campagna adv e si prepara a scrivere un nuovo capitolo della sua storia a partire dalla stagione Autunno/Inverno 23-24. Tra heritage e creatività, tra eleganza e ricerca, in linea con la propria storia ma ancora capace di stupire con una nuova estetica. È questo lo spazio in cui ha deciso di muoversi Jeckerson che intraprende un nuovo percorso evolutivo di stile, espresso attraverso la campagna adv Autunno/Inverno 23-24. È la prima campagna che racconta il rebranding: Jeckerson presenta il suo nuovo concetto di stile ed eleganza, forte di una creatività che coglie l’essenza del brand in un viaggio fotografico attraverso scenari diversi, catturati dal fotografo Riccardo Vimercati. Quattro scenari, per quattro diverse stagionalità di prodotto: attraverso sfondi di diverso colore, gli scatti mostrano l’anima timeless - ma sempre attuale - dei pantaloni Jeckerson, declinati secondo diversi fit e modelli e pensati per un pubblico contemporaneo e cosmopolita. A partire da uno sfondo chiaro, che enfatizza l’aspetto row del denim, passando per quello azzurro che evidenzia invece l'anima autentica del brand ed esalta gli elementi che da sempre caratterizzano i suoi pantaloni - cioè la toppa e la tasca – toccando i toni più naturali che richiamano i colori della terra su tessuti come cotone e velluto, fino ad arrivare a uno sfondo rosso intenso che interpreta una personalità audace e determinata: la campagna Jeckerson “A timeless story of making style” mostra una collezione fatta di capi uomo e donna 100% Made in Italy, pensati per essere indossati e vissuti nel tempo, in diverse occasione d’uso e per ogni personalità. Lo storico know-how del brand legato alla ricerca e alla qualità dei materiali, oltre che al comfort e al fit, esprime una nuova idea di eleganza rilassata attraverso un prodotto rispettoso della sua storia ma proiettato verso il futuro. La nuova campagna di Jeckerson A/I 23-24 sarà pianificata sui principali media nazionali e sui più importanti digital magazine.

REPLAY È IL NUOVO PARTNER UFFICIALE DEL FC BAYERN MONACO PER DENIM E FORMALWEAR Replay e il Bayern Monaco, hanno siglato un accordo di sponsorizzazione per le prossime quattro stagioni. Replay sarà sponsor ufficiale fino a giugno 2027 e vestirà sia i giocatori che lo staff tecnico e dirigenziale del club con abbigliamento formale e casual. Le partnership esistenti, che vedono Replay collaborare con altri club prestigiosi come PSG, Ajax e Atalanta, così come con campioni quali Neymar Jr, Marco Verratti e Paulo Dybala, oggi si ampliano coerentemente con l’FC Bayern Monaco, il club più prestigioso in Germania, un Paese che rappresenta per Replay un mercato primario. L'FC Bayern Monaco è la più grande società sportiva del mondo e uno dei club di calcio di maggior successo in Europa. Fondato il 27 febbraio 1900, l'FC Bayern conta oggi circa 300.000 soci e oltre 150 milioni di follower sui social network. Avendo vinto 33 campionati e 20 titoli nella DFB Cup, ha inoltre il record tedesco di vittorie in coppa. A livello internazionale, l'FC Bayern ha vinto sei volte la Champions League, oltre alla Coppa del Mondo per Club FIFA e alla Coppa del Mondo per due volte ciascuna. Con il blasonato club tedesco, Replay amplia la sua grande famiglia di talenti sportivi e artistici. Alla luce dell’accordo siglato, Replay vestirà sia i giocatori che lo staff tecnico e dirigenziale con un look formale ed uno smart casual. L’accordo include inoltre la partecipazione dei giocatori ad eventi e a campagne di comunicazione globali.

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/News

JUVENTUS E DSYRE, INSIEME ANCORA UNA VOLTA, ANNUNCIANO IL NUOVO TEAM DI ROCKET LEAGUE

Credits Photo: @Juventus

Il team Juventus DSYRE annuncia la formazione della sua squadra dedicata di Rocket League. Rocket League è il popolare videogioco che fonde elementi di calcio e corse automobilistiche, consentendo ai giocatori di controllare auto in grado di saltare e accelerare per segnare gol con la palla. La squadra si prepara quindi per affrontare l'IRC - Italian Rocket League Championship, il torneo più prestigioso d'Italia in programma dal 12 settembre al 9 novembre. La Rocket League, con più di 87 milioni di giocatori al mondo, negli ultimi cinque anni ha visto raddoppiare la propria utenza. L'ambiente competitivo della Rocket League, con oltre 300 tornei nel 2022, ha visto un aumento della viewership del 272% rispetto al triennio precedente, per arrivare al picco di quasi 470mila spettatori contemporanei per le finali RLCS del 2023 (Fonte: Esports charts). La squadra è composta da tre giocatori: Davide "Davoof" Lo Cicero, Lorenzo "Dead-Monster" Tongiorgi e Ario "Arju" Berdin. Questi giocatori sono stati selezionati sulla base dei loro successi nella scena competitiva di Rocket League, tra cui vittorie nelle stagioni precedenti dell'IRC e prestigiosi piazzamenti in tornei europei. L'obiettivo principale della squadra è conquistare il titolo IRC per poi puntare alle ambitissime RLCS, il più prestigioso torneo internazionale di Rocket League.

BLUENERGY STADIUM UDINESE E BLUENERGY PER IL FUTURO Udinese Calcio e Bluenergy Group sono orgogliose di annunciare la nuova denominazione commerciale dello stadio di Udine. Il nome Bluenergy Stadium identificherà per i prossimi 5 anni quello che è oggi uno dei modelli di riferimento tra gli stadi europei, il secondo impianto di proprietà costruito in Italia, oltre che un concept rivoluzionario di impianto calcisticoattivo sette giorni su sette. Legate da una partnership sempre più stretta, la multiutility con sede in Friuli Venezia Giulia e il club bianconero, con questo passo, preannunciano inoltre lo sviluppo di nuove iniziative comuni dedicate all'ambiente, alle persone e all'economia del territorio. Udinese Calcio, da sempre simbolo del Friuli nel mondo, ha trovato nella proprietà e nel management di Bluenergy sensibilità e motivazioni affini alle proprie. La scelta della Famiglia Curti, proprietaria di Bluenergy, di stabilire la sede del gruppo nel territorio regionale significa infatti maggiori risorse a disposizione delle istituzioni locali. Ad essa si associa il reinvestimento in Friuli Venezia Giulia del 15% degli utili del gruppo quale sostegno all'economia locale. La progettazione del logo Bluenergy Stadium è il frutto di un lavoro a quattro mani eseguito da Bluenergy Group e Udinese Calcio. La nuova identità grafica è caratterizzata da un logotipo coerente con l'immagine dell'azienda e da un pittogramma progettato attraverso la ripetizione iconografica delle losanghe, elemento che contraddistingue la struttura dello stadio. Ne nasce così una nuova identità forte e identificativa.

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Rubrica iLoby a cura di Christian Gaston Illan e Luca Sardi

Sportivo e imprenditore dal cuore d’oro

JAVIER ZANETTI: LEGGENDA DENTRO E FUORI CAMPO

/Sport 14

Raccontaci il tuo primo ricordo calcistico da bambino in Argentina. “È sicuramente il pallone da calcio che mi ha regalato mia mamma quando avevo 3 anni. Lei mi sgridava sempre perché giravo per tutta la casa con il pallone tra i piedi. Lo avevo sempre con me e ci dormivo perfino insieme. Da lì si iniziava già a capire questa mia passione.”

Come nasce il soprannome “Pupi”? “Il soprannome “Pupi” nasce dai 2 allenatori che ho avuto nel Banfield, la mia prima squadra Argentina in serie A. Loro avevano allenato anche mio fratello e lo chiamavano “Pupi”, allora hanno iniziato a chiamare così anche me.” Come sei arrivato in Italia? Quale è stata la prima impressione del nostro Paese? E


novembre\dicembre 2023 cosa rappresenta ora per te l’Italia. “Sono arrivato in Italia con grande incertezza perché non conoscevo il vostro paese, ma allo stesso tempo era la mia grande chance. Avere questa opportunità era qualcosa di sensazionale ma non so se ero davvero pronto per questa grande sfida di confrontarmi in un campionato così importante ricco di grandi campioni. Mi sono innamorato fin dall’inizio dell’Italia per la cultura, il modo di essere degli italiani e per il vostro territorio unico. Adesso posso dire che l’Italia è la mia seconda casa.” Come si diventa leggenda? “Quando uno inizia a giocare a calcio inizia a sognare e a volte questo si avvera, come militare in serie A e anche con la propria Nazionale. È stato un percorso molto affascinante perché sono arrivato subito in un club già importante come l’Inter. Mi sono subito innamorato dei suoi valori e per questo ho deciso di giocare sempre con questa maglia.” Leggenda anche fuori dal campo con diversi impegni anche nel sociale. Come e quando nasce la Fondazione Pupi? “La Fondazione Pupi nasce nel 2001, ma anche prima di quell’anno ogni volta che tornavamo nel nostro paese vedevamo e percepivamo le difficoltà dei bambini argentini. Parlando con mia moglie Paula e la nostra famiglia abbiamo pensato di aiutarli e ridare al nostro paese quello che aveva dato a noi. Avendo avuto questa opportunità abbiamo iniziato questo progetto e siamo felicissimi ancora oggi dopo 22 anni di continuarlo. Abbiamo aiutati poche persone e adesso ne stiamo seguendo più di 1000 tra bambini e le loro famiglie. Siamo molto contenti perché l’intento della fondazione era proprio quello di dare a questi bambini la possibilità di sognare proprio come ho potuto farlo io e offrire loro un futuro migliore.”

il quartiere dove è nato Maradona, vicino ad una grande favela. Lì abbiamo la nostra sede. Portiamo i bambini a scuola ogni mattina, poi li andiamo a prendere e li riportiamo nella nostra sede. Pranzano insieme e nel pomeriggio fanno tante attività. Dopo li riportiamo a casa. Abbiamo diversi progetti tra i quali la realizzazione di un centro sportivo in Mar De Plata a 500 km da Buenos Aires. Attraverso la salute e lo sport vogliamo dare un futuro a questi ragazzi.” La gioia e la delusione più grande nella tua carriera da calciatore. “La mia più grande delusione è stato il Mondiale del 2002 perché l’Argentina era veramente forte ma purtroppo la fortuna non è stata dalla nostra parte. La gioia più grande invece è la Champions League vinta con l’Inter nel 2010. Avere alzato la Champions da capitano con la maglia dell’Inter dopo 45 anni è stata un’emozione unica ed irripetibile. Eravamo un gruppo fantastico guidato da un grande condottiero come Josè Mourinho.” I 5 giocatori più forti con i quali hai giocato nella tua carriera? E con chi avresti voluto giocare? “Ho giocato con tantissimi campioni ma se ne devo scegliere 5 dico Messi, Ronaldo il fenomeno, Baggio, Batistuta e Caniggia. Avrei voluto giocare con Diego Maradona. Purtroppo l’ho fatto solo durante la sua

partita d’addio alla Bombonera. Sarebbe stato molto affascinante per me.” Che cosa ha rappresentato per te Maradona? “Maradona è l’essenza del calcio. Tutti noi argentini siamo nati con il mito di Diego ed il suo modo di interpretare il calcio.” Javier, puoi condividere con noi il momento più memorabile che hai vissuto con la nazionale argentina e perché è stato così significativo per te? “Uno dei momenti più belli è stata la mia prima partita con la Selecion. Come dicevo da bambino un mio grande sogno era quello di giocare con la Nazionale Argentina e ci sono riuscito per ben 145 volte. Un altro momento memorabile è stato ad Atlanta nel 1996 quando siamo arrivati secondi alle Olimpiadi. Per uno sportivo vincere una medaglia olimpica è qualcosa di unico.” Hai giocato con alcuni dei calciatori più iconici della storia del calcio. Come hai visto l'evoluzione della nazionale argentina nel corso degli anni, e quali sono i principali cambiamenti che hai notato? “Ho giocato tanto tempo in nazionale. La vittoria del 2022 è stato un motivo di orgoglio e grande soddisfazione. Ho avuto la fortuna di essere lì e di viverlo la vicino. Penso che l’Argentina in questo momento sia la squadra più forte e lo sta dimostrando in questi ultimi anni.”

Dove opera? Quali sono i vostri progetti realizzati e quelli che state realizzando e programmando? “Operiamo in Remedios de Escalada, Lanùs,

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voglio essere un dirigente solamente legato alla parte sportiva ma avere una visione molto ampia e rendermi utile nel mio club nelle diverse aree che ha. Mi sento una risorsa molto importante per l’Inter e questo per me ha moltissimo valore.” Non solo sportivo ma anche imprenditore. Raccontaci come nasce l’idea di intraprendere l’attività nel mondo della ristorazione e quali sono le tue attività a Milano. “Abbiamo aperto il primo ristorante “El Gaucho” nel 2003. Volevamo un punto di incontro per tutti gli argentini presenti a Milano e anche far assaggiare agli italiani la nostra cucina. Abbiamo avuto un grandissimo riscontro. Quando si entra al Gaucho si respira un clima famigliare. Poi abbiamo aperto il Botinero che si trova in zona Brera. Qui non si mangia solo carne ma anche pasta e pesce. Abbiamo ottenuto anche qui un ottimo successo. Per ultimo abbiamo aperto “El Patio de Gaucho” all’interno dell’Hotel Sheraton di Milano in zona San Siro. L’hotel Sheraton voleva inserire un ristorante argentino all’interno del proprio hotel, così ci siamo parlati ed accordati. È molto comodo cenare qui dopo le partite dell’Inter perché si trova a 5 minuti dallo stadio di San Siro.”

Q ual è il tuo punto di vis t a sulla situazione at tuale della nazionale argentina? Quali sono le chiavi per il successo nel calcio internazionale, specialmente alla luce dei recenti risultati? “La chiave del successo è stato creare un gruppo molto compatto ed unito. Questo si sente e si trasmette molto. Tutti ci tengono e si sentono importanti per la Nazionale. È qualcosa di molto bello e soddisfacente.”

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Com’è stato smettere come calciatore e quali sono, se ci sono state, le difficoltà che hai incontrato a livello personale dopo gli anni sul campo? “Mi sento molto soddisfatto perché ho avuto una carriera lunga in cui ho dato tutto quello che potevo fino a 41 anni. Ho intrapreso una carriera da dirigente che mi piace molto e per la quale mi sono preparato molto. Ho intrapreso alla all’Università Bocconi di Milano un percorso di formazione manageriale. Non

Quest’anno hai compiuto 50 anni. Come ti vedi nei prossimi 15? “I 50 anni sono un altro grande traguardo per me. Nei prossimi 15 anni mi vedo sempre molto attivo e dietro a tanti progetti, anche con l’Inter, dando sempre un contributo importante per la squadra che scende in campo e verso tutti quelli che lavorano fuori. Mi auguro anche che il mio Paese, l’Argentina, possa migliorare.” Classica domanda di rito: 5 brani della tua playlist di Spotify “Più bella cosa” di Eros Ramazzotti “Gli ostacoli del cuore” di Ligabue ed Elisa “Astros” di Ciro y Los Persas “Al lado del camino” di Fito Paez e certamente “Pazza Inter”


novembre\dicembre 2023

LA FONDAZIONE PUPI La Fondazione PUPI è stata creata nel 2001 con l'obiettivo di lavorare nel paradigma della protezione integrale dei diritti dei bambini e degli adolescenti. La nostra nascita è un prodotto della volontà di Javier Zanetti e di sua moglie Paula, che hanno deciso di creare uno spazio in grado di soddisfare questa intenzione. Da allora puntiamo a generare un modello di intervento che promuova lo sviluppo dei settori più vulnerabili. LA NOSTRA STRATEGIA Ogni progetto realizzato dalla nostra organizzazione, cerca di definire un programma globale contro la vulnerabilità e ha un rapporto efficace con i diritti dei minori sanciti dalla legge. Incoraggiamo le azioni per garantire il rispetto del paradigma di protezione integrale, prest ando par ticolare attenzione al diritto alla sopravvivenza (alimentazione e salute), al diritto allo sviluppo (educazione e gioco) e al diritto alla famiglia, tenendo conto del rispetto con Ognuno di essi, di per sé, non garantisce lo sviluppo totale della materia, ma il rispetto di tutti i diritti garantiti è ciò che consente il pieno sviluppo di bambini e adolescenti come soggetti nella comunità.

I NOSTRI VALORI SUPPORTO Valore che ci spinge ad accompagnare l’altro, a metterci a disposizione, costruendo un noi. AIUTO Fornire aiuto in modo disinteressato è un modo per creare un quadro fraterno, una catena del valore di solidarietà. CONDIVISIONE È l’atto della reciproca partecipazione a qualcosa, materiale o immateriale. Implica il valore del dare (generosità) e ricevere, accettare ciò che offre un’altra persona. MIGLIORARE Contribuire a migliorare la qualità della vita attraverso adeguati trasferimenti di risorse ai settori che ne hanno maggiormente bisogno è l’essenza della catena dei valori solidali. Intendiamo inserire nella coscienza collettiva, il concetto che l’adempimento dei

diritti dei bambini e degli adolescenti è il prodotto dell’assunzione dell’esercizio degli obblighi degli adulti. CONTATTI ARGENTINA Mñor. Hladnik 3862, Remedios de Escalada, Partido de Lanús, Bs. As. +54 (011) 4267 - 9100/9105/6423 info@fundacionpupi.org www.fundacionpupi.org ITALIA Via Corno di Cavento 7 20148 Milán +39 (02) 4871 - 3864 info@fondazionepupi.org www.fondazionepupi.org

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Con il tuo sostegno, potrai aiutare un bambino a diventare il protagonista di un cambiamento sociale, volto alla costruzione di un futuro migliore. Garantiamo ai bambini alimentazione, cure sanitarie, educazione, sport e svago, diritti fondamentali dell’infanzia.

L’ADOZIONE A DISTANZA

FONDAZIONE PUPI ONLUS www.fondazionepupi.org adozioni@fondazionepupi.org Per sostenere la Fondazione PUPI: IBAN IT16K0623010920000046351583

Fondazione PUPI

@fondazionepupi

Le lunghe e profonde crisi che investono ciclicamente l’Argentina da decenni, hanno portato la sua popolazione a vivere in estremo disagio. La Fondazione PUPI è stata istituita da Javier Zanetti e da sua moglie Paula, in un’area vulnerabile di Buenos Aires, con l’obiettivo di creare uno spazio dove i bambini più a rischio possono ricevere, fin dalla prima infanzia, l’attenzione a loro necessaria. La Fondazione PUPI è riuscita a sviluppare un modello di intervento che vuole modificare la realtà attraverso azioni concrete di promozione, assistenza, organizzazione e mobilitazione collettiva.

@fondazionePUPI

è un gesto semplice che migliora la vita di molti bambini. Unisciti a noi per regalare tanti sorrisi!


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LA MARTINA CONSOLIDA NUMERI E PRESENZA SUL MERCATO Alessandro Santamaria fra omnicanalità e globalizzazione

Rubrica iLoby a cura di Christian Gaston Illan e Luca Sardi Alessandro Santamaria

Alessandro, i risultati ottenuti con un incremento del fatturato dei negozi diretti e un +11% negli ordini della campagna vendita SS24 sono impressionanti. Quali strategie chiave avete implementato per raggiungere questi risultati? “Siamo estremamente soddisfatti dei risultati che abbiamo ottenuto finora. Questi successi sono il risultato del lavoro collaborativo di un team altamente coeso e ben coordinato. Stiamo seguendo attentamente il piano strategico che abbiamo elaborato e approvato, concentrandoci su aree ben definite. Nella nostra costante ricerca di eccellenza, abbiamo continuamente perfezionato la nostra collezione. Pur mantenendo salda la nostra identità aziendale, abbiamo introdotto capi sempre più sofisticati, rispecchiando l'evoluzione dei gusti dei nostri clienti. Per quanto riguarda la distribuzione, abbiamo preso decisioni strategiche per rafforzare la nostra presenza nel settore retail. L'apertura del nostro flagship store a Milano lo scorso febbraio è stata un passo fondamentale in questa direzione, seguito da ulteriori espansioni in tutta Europa. Parallelamente, abbiamo avviato un piano di riposizionamento nel settore wholesale, migliorando la distribuzione e il posizionamento nei principali punti vendita europei.

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Inoltre, abbiamo intensificato i nostri sforzi nella comunicazione, focalizzandoci maggiormente sui mercati e sulle informazioni rilevanti. Questo ci ha permesso di raggiungere in modo più efficace il nostro pubblico di riferimento e di consolidare la nostra presenza sul mercato.” La Martina ha adottato una strategia di omnicanalità evoluta. Potresti spiegarci in dettaglio come questa approccio ha contribuito alla crescita del brand e come avete collegato i negozi fisici con il mondo online? “L'utilizzo di strumenti digitali è una delle solide basi del nostro progetto. Abbiamo ideato servizi mirati non solo per agevolare i punti vendita diretti, ma soprattutto per soddisfare le esigenze dei nostri clienti B2B. Attraverso un progetto che abbiamo denominato Digital Retail, abbiamo collegato alla nostra piattaforma circa 300 rivenditori multimarca di alto livello in tutta Europa. I nostri clienti possono beneficiare innanzitutto dell'accesso ai nostri magazzini centrali, garantendo così la disponibilità immediata dell'intera collezione e dei prodotti finiti suddivisi per colore e taglia. In pratica, il cliente effettua il pagamento direttamente presso il rivenditore all'ingrosso e ha la flessibilità


novembre\dicembre 2023 di scegliere se ricevere il prodotto direttamente a casa o ritirarlo in negozio dopo alcuni giorni. Inoltre, abbiamo integrato nella nostra piattaforma i prodotti dei nostri licenziatari, consentendo ai nostri clienti B2B di vendere articoli che altrimenti non avrebbero in negozio. Per rendere l'esperienza ancora più coinvolgente, abbiamo aggiunto immagini e video pubblicitari, permettendo ai nostri clienti di esplorare i nostri cataloghi e video promozionali. Questi elementi possono essere utilizzati nei loro canali digitali, previa autorizzazione. Questa strategia non solo amplia la nostra presenza digitale, ma ci consente anche di esercitare un certo controllo sulla nostra comunicazione indiretta. In questo modo, stiamo plasmando un'esperienza d'acquisto B2B più intuitiva, efficiente e personalizzata per i nostri partner commerciali.” La presenza del brand in importanti store multibrand e department store in diverse nazioni è notevole. Qual è stata la vostra strategia di espansione globale, e come avete selezionato questi partner? “Credo molto nella presenza fisica e online nei big departement store internazionali, e per questo stiamo lavorando intensamente nello sviluppo di accordi commerciali con i principali operatori europei. La selezione è naturale: puntiamo sempre ai migliori. In Spagna, presso El Corte Inglés, abbiamo una buona penetrazione e stiamo collaborando con il loro top management per aumentare in modo significativo il numero di punti vendita. Stiamo inoltre sviluppando accordi importanti con i colossi francesi e tedeschi. In Italia, siamo presenti presso Rinascente e Coin. In Grecia, abbiamo importanti presenze presso Attica. Nell'America Latina, abbiamo una partnership strategica con Falabella.” L'incremento del 15% sui negozi diretti suggerisce che La Martina sta rispondendo alle esigenze dei millennial. In che modo avete adeguato i prodotti e la comunicazione per raggiungere questa generazione? “Abbiamo rifocalizzato il target di comunicazione, mirando al nuovo pubblico di riferimento. Tuttavia, è fondamentale mantenere anche il nostro target precedente di clienti. Abbiamo sviluppato una comunicazione più in linea, fresca e accattivante. Di conseguenza, il prodotto è stato adattato alle attuali esigenze del mercato, mantenendo saldo e intoccabile il nostro DNA.” Avete partecipato per la prima volta alla Milano Fashion Week e organizzato una sfilata a Palermo. Come queste iniziative di marketing e comunicazione hanno contribuito a rendere La Martina più riconoscibile? “C'è un vecchio detto che afferma che la pubblicità è l'anima del commercio. Questo detto rappresenta ancora una delle solide basi del nostro settore. In un'arena competitiva come quella della moda, comunicare è imprescindibile. Lo scorso anno abbiamo debuttato nel calendario della moda, avviando questa nuova avventura delle sfilate e introducendo un nuovo format di fashion show (Palermo è stata la prima tappa) che ci ha consentito di

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riportare alla luce un brand meraviglioso e di riconquistare il nostro meritato spazio. Sulla base di queste esperienze, insieme agli eventi del calendario della moda, stiamo preparando un evento show di grande importanza per l'estate prossima nel sud Italia” L'apertura del flagship store di Milano nel 2023 a Brera rappresenta una pietra miliare. Potresti condividere dettagli sul posizionamento strategico di questo nuovo monomarca e come si collega con la visione futura del brand? “Come dicevo prima, l'apertura di questo flagship store rappresenta figurativamente il primo step di una nuova strategia e di una importante riaffermazione del nostro brand. Uno spazio non solo di vendita, ma esperienziale e sociale. Un ristorante bistrot argentino e una forte digitalizzazione dei ser vizi (come la prenotazione di Polo Experience o viaggi in Argentina, per esempio) completano il nuovo format. Qui vogliamo trasmettere

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i nostri valori, la nostra visione e i nostri prodotti. Tutti i retail saranno collegati tra di loro digitalmente e avranno sempre più servizi.” Guardando avanti, come prevedete di continuare a innovare e adattarvi alle tendenze emergenti nel settore della moda e della comunicazione? C'è qualche anticipazione che puoi condividere riguardo ai vostri piani futuri in termini

di tecnologia e comunicazione? “Siamo sempre attenti alle nuove tecnologie e, ove possibile, tentiamo di anticiparne i tempi. L'intelligenza artificiale è già entrata in modo importante nelle nostre aziende e in tutta la filiera, dalla comunicazione alla logistica. Abbiamo in sviluppo nuovi progetti con un piano di comunicazione già scritto, che comunicheremo con le giuste tempistiche.”


Braun Buffel by Spacemen Studio| photo David Yeow

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VISUAL

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www.arredanegozi.it

EXPERIENCE


A cura della Redazione

Mercati, canali e prodotti nel nuovo scenario competitivo

LA FASHION INDUSTRY E LA SFIDA DEL NEW NORMAL

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Pambianco e PwC, in occasione della 28° edizione del Fashion Summit organizzato in partnership con Grazia, hanno analizzato le sfide che il settore dovrà affrontare per trovare un nuovo equilibrio in uno scenario competitivo fortemente modificatosi negli ultimi anni. I lavori si sono aperti con il saluto di David Pambianco, CEO di Pambianco, e sono poi entrati nel vivo con l’intervento di Daniela Sola, CEO di Reworld Media Italia che raccontando l’esperienza di Grazia negli Stati Uniti ha introdotto come, in questa fase di “new normal”, i modelli di successo nella moda e nei media siano sempre più quelli ibridi, flessibili e multicanale. La mattinata è quindi entrata nel vivo con l’intervento di Erika Andreetta, Partner PwC Italia e EMEA Fashion & Luxury Leader, che ha illustrato come l'ultimo studio di PwC sulla Fashion Industry e Luxury Brands metta in luce un interessante trend ossia che, nonostante la frenata nel commercio globale dovuta all'attuale contesto inflazionistico e all'aumento dei tassi d'interesse, l'industria del lusso continua a prosperare nei primi nove mesi del 2023, anche se nel terzo trimestre abbiamo osservato una lieve decelerazione rispetto ai primi sei mesi dell'anno. Tra i principali marchi di lusso che hanno registrato una crescita nel 2023, spiccano nomi come LVMH (+14%), Moncler (+17%), Hermes (+22%), Zegna Group (+25%) e

Brunello Cucinelli (+27%). Negli Stati Uniti, c'è una sorprendente crescita del PIL nel terzo trimestre (+4,9% su base annua), nonostante l'impatto dell'inflazione sia più pronunciato. Questo ha stimolato un aumento dei consumi nel terzo trimestre del 2023, con quasi il 40% dei consumatori americani pronti a spendere di più durante il Black Friday. La Gen Z e i Millennials sono i principali "big spenders" che guidano questa crescita nei consumi USA. Al contrario, l'Eurozona mostra una tendenza stagnante nei consumi e negli investimenti nei principali paesi europei. L'aumento dei prezzi e la minore disponibilità di denaro hanno ridotto la propensione al consumo, con un calo delle previsioni di acquisti in Spagna (-56%), Italia (-56%), Francia (-55%) e Germania (-50%) in vista del Black Friday. Guardando ai mercati asiatici, notiamo una significativa diminuzione dell'export cinese, registrando un calo del 14,5% rispetto allo stesso periodo del 2022. La Cina affronta sfide macroeconomiche complesse, compresa l'alta disoccupazione giovanile e i problemi nel mercato immobiliare, che hanno ridotto la ricchezza delle famiglie cinesi del 4,3% nel 2022. Ciò ha comportato un aumento dei costi di vita e una riduzione della capacità di spesa dei consumatori cinesi. Tuttavia, i marchi di lusso riescono comunque a crescere nel mercato cinese, sfruttando le festività, la cultura tradizionale


novembre\dicembre 2023 e concentrandosi su beni che mantengono il loro valore nel tempo. Stefano Uggeri, SVP and managing director retail Italy Planet, ha quindi proseguito esplorando nella sua presentazione la ripresa del Tax Free dal 2019 al 2023, con un focus sugli shopper internazionali in Europa e Italia. Ha analizzato i dati relativi alle vendite in store (SiS) e al valore medio delle transazioni (ATV) in questo contesto. In seguito, ha approfondito le dinamiche del Tax Free nelle principali città europee e italiane. La seconda parte della presentazione è stata dedicata al rebound da parte degli acquirenti di Cina e USA, in particolare dopo la riapertura dei viaggi dal continente asiatico. Per concludere ha condiviso i dati dell’ultimo Shopper Report di Planet, con un focus sui metodi di pagamento preferiti e le aspettative dei clienti internazionali nell’esperienza di acquisto, fornendo una visione completa delle tendenze di mercato anche nel settore Tax Free. A seguire Barbara Lunghi, Head of Primary Markets Borsa Italiana – Gruppo Euronext, ha spiegato come la Borsa possa garantire alle aziende della moda le risorse necessarie ad indirizzare gli investimenti dove si concentrano le maggiori opportunità: sostenibilità, catena della creatività, tecnologia e dati, amplificandone al contempo visibilità, autorevolezza sul mercato e capacità acquisitiva. Oggi sul listino sono quotate 19 società della moda, parte delle 48 società dei settori del lifestyle che hanno una capitalizzazione complessiva di 112 miliardi di Euro. Considerata la dimensione di questi settori in Italia e la necessità di aumentarne la competitività su scala globale, ci si aspetta che altre imprese sbarchino in Borsa nei prossimi mesi/anni. Gli investitori che guardano al listino italiano si aspettano infatti di poter investire nella creatività del nostro Paese, in grandi brand ma anche in industria, in filiere di eccellenza dei nostri territori, in un ecosistema unico creato da generazioni di imprenditori e proiettato verso un futuro di crescita. A chiudere la prima parte della mattinata le interviste moderate da David Pambianco che hanno visto succedersi sul palco: Luca Colombo, Country director Italy di Meta, Marco Marchi, Fondatore e CEO Liu.Jo e Amministratore Unico di Eccellenze Italiane Holding, Emilie Benoit-Vernay, Head of Southern Europe Shopify, Stefano Canali, Presidente e AD Canali Group e Francesco Ragazzi, Founder & Creative Director Palm Angels. Dopo il break, a riaprire i lavori, l’intervista con Riccardo Vola, General Manager Italy and Spain di Zalando. Marina Guida, Head of CPG, Fashion and Luxury for Amazon Ads in Italy, ha quindi presentato alcuni interessanti insight emersi da una ricerca condotta quest'anno da Amazon Ads insieme a Vogue Business con l'obiettivo di comprendere meglio il comportamento dei clienti di prodotti di lusso in Europa. La ricerca ha consentito di descrivere il profilo degli intervistati e le loro abitudini di acquisto. Si è quindi analizzato come questi consumatori utilizzano i servizi Amazon, dallo shopping allo streaming, dove i brand possono comunicare con loro in modo autentico e rilevante. A chiudere i lavori, infine, le interviste con Andrea Rogg, Vice President & Global GM Saucony Originals e Giovanni Zoppas, CEO di Tecnica Group.

PAMBIANCO SRL PAMBIANCO è una società di consulenza che assiste le aziende lifestyle nella impostazione e attuazione dei loro progetti di sviluppo. La società è stata costituita nel 1977 da Carlo Pambianco, dopo un'esperienza manageriale di alcuni anni presso importanti gruppi della moda. Da allora Pambianco lavora a fianco delle aziende e le segue nelle loro scelte più importanti. Interpreta le nuove esigenze dei mercati. Verifica le strategie, il posizionamento competitivo e le strutture organizzative. Segue i cambiamenti di cultura e di gestione delle aziende. Pianifica tempi e modi di attuazione dei loro progetti di sviluppo. La sede della società è a Milano, in Corso Matteotti 11, nel cuore della Moda, del Lusso e del Design.

David Pambianco - Ceo Pambianco

Luca Colombo

Marco Marchi

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L’ELEGANZA DI STEFANO DOMINELLA Lezioni di moda, lezioni di vita A cura di Carla Cavicchini

Decisamente piacevole e coinvolgente il recente incontro a Pontedera con gli studenti dell’Istituto Modartech, nella rielaborazione degli outfit dell’Archivio Gattinoni”. La splendida serata estiva ben si è prestata a sofisticate performance e ‘fashion-show’, nell’ex-area Piaggio, sotto lo sguardo attento di Stefano Dominella, Presidente Onorario della “Maison Gattinoni” e Presidente della “Sezione Moda e Design di Unindustria”. Docente del corso di Fashion Design di Modartech, Dominella è una persona gentile e disponibile ma dal piglio deciso, tanto che è noto per stimolare costantemente gli aspiranti stilisti. Conosciuto e stimato per le ottime tattiche manageriali, gode d’uno spiccato senso artistico ‘grazie’ a quello sguardo vivace e brillante che - in un battibaleno! – realizza in una frazione di secondo. Nelle sue lezioni, ove pretende ordine e disciplina, insegna i valori della moda tra trend e tendenze, con focus mirati e settoriali verso protagonisti, istituzioni ed eventi.

Bene, ed allora inizio domandandole quali sono le professioni più richieste nel campo della moda. “Direi che le professioni vanno di moda nella moda! In questo momento tutti giovani vogliono fare gli stilisti senza purtroppo sapere che c’è bisogno di una cultura generale decisamente approfondita, tipo conoscere il cinema, la musica, l’arte contemporanea ed altro. Non basta mettere una maglietta rosa con un pantalone bleu ed una cintura stravagante in vita. Pertanto andare oltre.”

E quindi ci avviciniamo facendogli presente che collateralmente alla sua professione… anche comunicatore, opinionista e divulgatore. Giusto? “Dice giusto, dice giusto.”

Ed allora come bisogna operare in merito? “Essere aggiornati, comprare meno avendo una coscienza di moda. Non basta più comprare le scarpe del marchio famoso, la giacca, ed ancora essere influenzati

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Cos’è la moda per Stefano Dominella? “Quella cosa che cambia continuamente ed affascina noi poiché ci lavoriamo e poiché è in continuo movimento ci dà una carica costante. In questo momento la moda sta vivendo un momento di trapasso estremamente significativo ed importante. Così fu anche negli anni ’60 e poi ’80. Con l’eco sostenibilità, il riuso e riciclo, credo che tra 10 anni tale settore avrà subito dei cambiamenti non indifferenti.”

dagli ‘influencer’ che vogliono trarne solo profitto”. Chi è stato a suo avviso il più grande creatore esistente oppure del passato? “Del passato che piacciono a me Balenciaga e Schiapparelli, ed anche molti giovani attuali che non sono ancora famosi. Facendo questo lavoro da circa 40 anni ed avendo conosciuto tutti i migliori stilisti italiani, credo proprio che necessiti un grande cambiamento in merito. Ma, dal momento che la moda è in mano alla finanza, questo ricambio sarà lento da raggiungere e quindi, in tale contesto, i ragazzi sono quelli che preferisco.” Quando ha detto finanza ha cambiato tono. “Questo poiché la finanza uccide la creatività… non si sta creando più niente, solo attingere agli archivi, all’Heritage, allo story-telling. Non è stata ancora inventata la giacca a tre maniche oppure il pantalone a tre gambe bensì solamente rifacimenti continui.” Beh, la sua è una provocazione intelligente nel percorrere altri sentieri. A mio avviso lei vede talenti. “Si… ogni classe ha quel gruppettino formato da 3, 4 persone che penso possono


novembre\dicembre 2023 andare avanti con successo.” Come viene notato il talento? “Esiste sempre il più curioso, chi fa il disegno più bello, chi approfondisce pensando al domani e non al passato.” I ragazzi in cui lei crede molto sono sensibili al fatto che la moda è anche uno spaccato socio-antropologico? “Direi…qualcuno sì, non tutti e quindi restano da fare approfondimenti nelle scuole. Io, personalmente rompo proprio le scatole facendo lezioni su tali tematiche.” Magari osservando che tra l’arte e la moda esiste un legame. “Questo è un concetto che risale a tanto tempo fa e secondo me esiste poiché i più grandi stilisti si sono riferiti all’arte molte volte. Gli artisti viceversa non sempre si sono riferiti alla moda ritenendola presuntuosamente una cosa futile.” Ed il legame è dato dal fatto che lei ha lavorato anche con Renzo Piano? “ Si , un ve ro e p rop r io architet to straordinario. Con lui feci anche dei progetti quale anche la realizzazione di un Auditorium in Serbia, ma quando si parlava di moda…ehhh, stringeva un poco la bocca. Presumo non ne rimanesse affascinato.” Parlando con lei, osservandola, viene fuori che è una persona sensibile e quindi attenta alle tematiche sociali. Secondo il suo pensiero l’economia circolare aiuterà il nostro pianeta? “Deve aiutare per forza! Noi sicuramente non ci saremo più, ma deve aiutare per forza, ripeto! Altrimenti i ragazzi in quale mondo si troveranno?”

mondiali? “Oddio, quella è una evoluzione che fanno tante persone. Anche io ho rinunciato a tante cose facendo pulizia nella mia vita. Personalmente, vista l’esperienza quarantennale, si matura una sana coscienza, si guarda al futuro andando avanti. Non si può sempre sedere sugli allori. La Barzini è una donna molto intelligente, evidentemente ha voluto ritrovare un equilibrio diverso.” Le chiedo in punta di piedi se la sua è stata una pulizia fisica o mentale. “Mentale, con l’età matura diveniamo molto più liberi, per il resto mangio e sono pure goloso in special modo di zuppa inglese e di dolci ebraici.” Dei manufatti provenienti dalle nazioni più povere quali Africa ed altri paesi del “terzo mondo” cosa ne pensa? “Non me ne occupo ma lo trovo giustissimo e mi piacerebbe occuparmene. Tra l’altro il nostro settore sarà più aperto verso quell’Africa dove ora cerchiamo di scoprirne artigianato e manufatti quale realtà importantissima da considerare attentamente. Mi occupo però attivamente di sociale in quanto molte mie mostre e progetti sono legate a questo, quale anche la lotta contro il femminicidio. Ho un progetto che vedrà luce l’anno prossimo rapportando la violenza nei confronti della donna al melodramma italiano nonché alle

eroine sempre del melodramma che sono poi morte suicide o uccise. Quindi, moda, costume, musica.” Lei ama il mondo odierno? “Lo amo riconoscendone le proprie criticità in quanto c’è bisogno di un rinnovamento di testa, di ideali, legati soprattutto al cambio di società. Mi è stato detto da un amico che un grande giornalista ultimamente ha scritto peste e corna di Valentino. E quindi mi chiedo: “che senso ha tutto questo?” Negli anni ’80 e ‘90 correvamo alle quattro del mattino per comprare i giornali leggendo quello che avevano scritto quelle 3, 4, grandi giornaliste di moda. Oggi invece tutto questo non ha più senso! I buyer se ne fregano del pensiero di quel tale stilista!” Concludo ques t a lunga inter vis t a chiedendole cosa vuol fare da grande. “Debbo arrivarci… sicuramente quello che mi piace, ciò che sento. Inoltre non ho vincoli di nessun genere, non devo vendere niente e nemmeno conquistare niente. Sono un uomo libero.” Beh… lo avevamo capito dalle sue risposte nonché dalla sua gestualità nobile e fiera. Concludiamo chiedendole due parole su Beesness. “È una rivista che mi piace come mi piace la giornalista che ho di fronte, che saputo tirare fuori cose interessanti con l’intervista.”

Siamo ancora in tempo? “Direi di sì, però operando in fretta e smettendola di far finta di occuparcene. Quindi lavorando sodo.” Cosa ne pensa di Benedetta Barzini che nel corso degli anni ha cambiato totalmente vita in quanto oggi divulgatrice, volta al sociale, ambiente e quasi rinnegando il suo passato di quando appariva sulle ‘cover’

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22° OSSERVATORIO ALTAGAMMA Nel 2023 lusso in crescita, trainato dalle esperienze A cura della Redazione

Stefania Lazzaroni

Il mercato globale dell’alto di gamma registra nel 2023 un altro anno record, con valore di circa €1.500 mld. Traina il lusso esperienziale. Stime positive per il lungo termine, sostenute da solidi fondamentali.

Il ventiduesimo Osservatorio Altagamma ha illustrato e commentato l’andamento positivo del mercato globale del lusso che registra una crescita dell'8-10% rispetto al 2022. Raggiunta la quota di 1.500 miliardi di euro come valore complessivo del comparto: un nuovo record a tre anni dalla crisi legata al Covid. La spesa dei consumatori per le esperienze, in particolare, è tornata ai massimi storici, trainata da una ripresa delle interazioni sociali e dei viaggi. Anche il mercato dei beni di lusso personali cresce nel 2023, con un giro d’affari stimato di circa €362 miliardi entro la fine dell'anno (+4% sul 2022 a tassi di cambio correnti). Restano le incertezze sull’ultimo trimestre considerate le variabili relative alla fiducia dei consumatori, al momento fragile, alle tensioni macroeconomiche in Cina, al conflitto tra Israele e Gaza, gli scarsi segnali di ripresa negli Stati Uniti e, per l’Europa, un aumento dei tassi di interesse e un’inflazione ancora elevata (sebbene in progressiva normalizzazione). Stessi elementi di incertezza che plasmeranno lo scenario 2024, che l’Altagamma Consensus stima in una crescita delle marginalità delle imprese di circa +4%. Le stime per il 2024 e le evidenze sull’andamento del mercato sono emerse dall'Altagamma Consensus 2024, presentato da Stefania Lazzaroni, Direttrice Generale di Altagamma, e realizzato con il supporto dei più importanti analisti finanziari, e dall’Altagamma-Bain Worldwide Luxury Market Monitor 2023,

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novembre\dicembre 2023 presentato da Claudia D’Arpizio e Federica Levato, Senior Partner di Bain & Company.

East, nonostante le tensioni e l’instabilità politica dell’area.

I dati delle ricerche sono stati discussi con Alexander Boquel (Direttore, Métiers d’Excellence LVMH), Attila Kiss (AD, Gruppo Florence), Pierfrancesco Nervini (COO North & Central Europe & Global Accounts, Global Blue), Horacio Pagani (Fondatore e Chief Designer, Pagani Automobili), Maria Porro (Direttrice Marketing e Comunicazione, Porro e Presidente, Salone del Mobile.Milano), Renzo Rosso (Fondatore e Presidente, Gruppo OTB) e Angelo Zegna (Consumer and Retail Excellence Director, Zegna).

C O N S U M AT O R I . L a s i t u a z i o n e macroeconomica mondiale favorirà la polarizzazione tra fasce più e meno abbienti della popolazione. La classe media conferma un minore potere d’acquisto a livello globale. I consumatori preferiscono acquistare esperienze a scapito dei prodotti fisici. Gen Z e Millennial UHNWI (Ultra High Net Worth Individuals) trainano i consumi del lusso con acquisti in età sempre più giovane. I cinesi restano i best performer anche se a livelli inferiori rispetto agli anni pre Covid19, con un +10%. Asiatici e giapponesi vedranno rispettivamente un incremento del 7% e del 5%. Gli americani attesteranno a +3% i loro consumi che risentono della situazione economica non particolarmente favorevole e della crescente inflazione. Gli sviluppi delle tensioni geopolitiche potrebbero inoltre rallentare i viaggi. Gli europei risentiranno maggiormente del contesto macroeconomico: tassi di interesse alti, inflazione, venti recessivi e due guerre vicine indeboliscono la spinta ai consumi. Sono da sempre consumatori più parsimoniosi sui beni voluttuari e nel 2024 non si stimano crescite (0%).

A SEGUIRE, NEL DETTAGLIO, LE EVIDENZE EMERSE DAGLI STUDI. Altagamma Consensus 2024, realizzato da Altagamma con il contributo di 20 tra i maggiori analisti internazionali specializzati. L’incertezza e la volatilità macroeconomica internazionale - inflazione crescente, tassi di interesse elevati, tensioni geopolitiche, incrementi di prezzi e calo del potere d’acquisto dei consumatori di fascia medio-alta - fanno stimare per il 2024 una crescita moderata del mercato. MERCATI. In Europa i turisti internazionali compenseranno la più debole domanda interna e avranno un impatto positivo sul mercato, in crescita del 4%. I turisti cinesi, grazie allo sblocco dei visti e la ripresa completa dei viaggi, tornano nelle città Europee. Rallentamento della crescita in USA a +2,5%, a causa degli effetti dell’inflazione e per le incertezze tradizionali dell’Election Year. Prosegue la crescita positiva del Giappone (+6%), sotto la spinta della domanda locale e dei cinesi. È il Paese che più sa apprezzare i prodotti del lusso e beneficia della crescita del turismo. In Cina si stima una crescita dell’8%, più bassa rispetto agli anni scorsi, per una minore domanda della classe medio-alta che è più cauta nelle spese. Si prevede un ottimo +7% per il Middle

CATEGORIE DI PRODOTTO. Il 2023 ha

visto una crescita delle vendite soprattutto a valore, dovuta ai rilevanti aumenti dei prezzi dei prodotti di lusso. Nel 2024 l’aumento stimato delle vendite sarà principalmente a volume. Per quanto riguarda gli accessori, continuano nel loro trend positivo: +6,5% per la pelletteria e +5% per le calzature. I prodotti entry price soffrono e la domanda è più debole per i prodotti aspirazionali. La cosmesi (+5%) è trainata dallo skin care, dal makeup e dai profumi di nicchia soprattutto negli Stati Uniti. Per l’abbigliamento si stima una crescita del 4% con la ripresa di un abbigliamento meno casual. Prosegue il trend positivo della gioielleria, con un +5,5%: il gioiello rimane un bene rifugio e di investimento. Stabile la crescita degli orologi (+3,5%) proseguendo nel rafforzamento della ricerca del pezzo unico. CANALI DISTRIBUTIVI. Il canale retail sia fisico che digitale - continua ad essere in crescita ed è il canale d’elezione per i Personal Luxury Goods. Penalizzato fortemente il canale wholesale e ridotto l’impat to dell’online. I negozi fisici prevedono un +7,5% e continuano ad essere strategici per il comparto grazie ad approcci sempre più personalizzati e phygital, che migliorano il coinvolgimento del consumatore. Il retail digitale (previsione +4,5% per il

Matteo Lunelli

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2024) continua la sua crescita, ma con performance meno brillanti rispetto agli anni precedenti. Perde smalto il wholesale sia fisico che digitale: non si prevede crescita nel 2024 (-1%). MARGINI. Nel 2023 le imprese hanno alzato i prezzi per compensare l’aumento dei costi, portando a marginalità più alte. Gli analisti prevedono una crescita «normalizzata» nel 2024 - dovut a all’incertezza e alla volatilità del contesto economico. I ricavi manterranno un andamento positivo, stimato in un low single digit del +5% / +6%. L’EBITDA per il 2024 è stimato crescere in modo più contenuto intorno al +4%. Altagamma–Bain Worldwide Luxury Market Monitor 2023. Realizzato da Bain & Company. Il mercato globale del lusso dovrebbe toccare quota €1.500 miliardi di valore nel 2023, mettendo a segno una crescita dell'8-10% rispetto al 2022: si tratta di un

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nuovo record per il settore, che dimostra ancora una volta la sua resilienza e la forza dei suoi fondamentali. Nonostante, infatti, le difficili condizioni macroeconomiche, l’industria ha comunque registrato una crescita dell’11-13% a tassi di cambio costanti, in linea con il balzo registrato lo scorso anno. Crescita che si traduce in un impressionante incremento - circa 160 miliardi di euro - nella spesa sulle diverse categorie del lusso. La spesa dei consumatori per le esperienze, in particolare, è tornata ai suoi massimi storici, trainata da una ripresa delle interazioni sociali e dei viaggi. Il mercato dei beni di lusso personali sta registrando un’espansione nel 2023 e si prevede che il giro d’affari possa attestarsi su €362 miliardi entro la fine dell'anno, con un incremento del 4% (a tassi di cambio correnti) rispetto al 2022. Tuttavia, alcuni elementi di incertezza la fiducia dei consumatori (al momento

fragile), le tensioni macroeconomiche in Cina e gli scarsi segnali di ripresa negli Stati Uniti - potrebbero avere un impatto sulle performance del segmento nell’ultimo trimestre di quest’anno. L’Europa ha registrato una ripresa del turismo. Anche se i clienti a livello locale sono stati colpiti da un’instabilità macroeconomica, i brand - nei loro mercati nazionali - hanno beneficiato di un rinnovato senso di appartenenza e di orgoglio dei clienti verso le aziende locali. Il continente americano, invece, ha registrato una decelerazione nel corso dell'anno, con una contrazione dell’8% rispetto al 2022. La Cina continentale ha registrato una performance robusta dopo le riaperture del primo trimestre dell’anno, per poi rallentare progressivamente la propria corsa. Il Giappone è in piena espansione, g r a zi e a g li a cq u is t i s o s te n u t i d e i consumatori locali e alla debolezza dello yen, che favorisce gli afflussi turistici.


novembre\dicembre 2023 L'analisi mostra una crescita trasversale su tutte le categorie del lusso, con un mix spostato verso i prodotti di eccellenza. In termini di canali, il monomarca guida l'ecosistema distributivo, favorito dalla ricerca di esperienze fisiche da parte dei consumatori e dal ruolo crescente del clienteling nelle vendite. Mondo fisico e digitale si fondono sempre più: questo impone ai player la necessità di offrire un’esperienza di eccellenza durante l’intera esperienza del consumatore. Al contrario, il multimarca sta vivendo un forte rallentamento, sia nei grandi magazzini che nei negozi specializzati, ponendo forti sfide riguardo l’evoluzione della proposta di valore per soddisfare al meglio le esigenze dei clienti.

Alexandre Boquel - Metiers d'Excellence LVMH

Entro il 2030 la Generazione Z rappresenterà il 25-30% degli acquisti nel mercato del lusso, mentre i Millennial rappresenteranno il 50-55%. Sul lungo termine, in una prospettiva al 2030, i fondamentali solidi che contraddistinguono il mercato sono destinati a continuare a guidarne la crescita, nonostante i possibili rallentamenti lungo il percorso; si attende una nuova stagione di fusioni e acquisizioni, guidata dalla necessità di affrontare le principali sfide che l’industria dovrà affrontare nei prossimi anni (soprattutto la sostenibilità e l'adozione della digitalizzazione).

Federica Levato - Senior Partner Bain & Company

Allo stesso tempo, però, è fondamentale riuscire a gestire le sfide a breve termine. Per le marche del settore, diventa centrale investire in reattività e adattabilità: il raggiungimento di una sempre maggiore efficienza operativa richiederà ricerca di flessibilità e agilità in tutte le attività legate al business, a partire dalla supply chain per arrivare alla pianificazione e alla governance aziendale.

FONDAZIONE ALTAGAMMA Altagamma riunisce dal 1992 le migliori imprese dell’Alta Industria Culturale e Creativa che promuovono nel mondo l’eccellenza, l’unicità e lo stile di vita italiani. Unica per la sua trasversalità, Altagamma accoglie 115 brand dei 7 settori della moda, del design, della gioielleria, dell’alimentare, dell’ospitalità, dei motori e della nautica, che insieme accumulano più di 11.000 anni di storia e 25 partner. La Mission di Altagamma è contribuire alla crescita e alla competitività delle imprese dell’industria culturale e creativa italiana, offrendo così anche un contributo allo sviluppo economico del Paese. L’alto di gamma italiano rappresenta un’industria di €144 miliardi, in Italia, e fornisce un contributo al PIL del 7,4%. Coinvolge 1.922.000 occupati, tra diretti e indiretti. www.altagamma.it

Renzo Rosso - Fondatore e Presidente OTB

Claudia D᾽Arpizio - Senior Partner Bain & Company

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/Fashion

CRISTINA FERRARI: THE NEW CRYSTAL BEACH COUTURE Soft è glamour Rubrica iLoby a cura di Christian Gaston Illan e Luca Sardi

Quando nasce la sua passione per la moda? “Nasce dall’infanzia, è stata proprio la mia adorata nonna a trasmettermi questa passione, perché in Veneto vige da sempre la tradizione del ricamo e del cucito e lei ne era una vera appassionata. Infatti proprio per questa tradizione, possiedo un corredo interamente ricamato a mano che rappresenta per me, oltre che un ricordo anche una testimonianza tangibile di preziosità. Da qui inizia a svilupparsi l’attitudine alla sartorialità, alla cura della confezione e alla scelta dei tessuti, combinato poi con la mia visione di stile.” Come nasce Fisico? “L’idea di Fisico si sviluppa intorno alla mia fisicità e da lì le prove continue con la volontà di abbattere le linee costringenti del corpo. Quindi l’intuizione di doppiare i tessuti rendendo più soft l’elasticatura, dimostratasi poi un’idea vincente a cui tutti hanno attinto. Tutte le mie collezioni si sono sviluppate mantenendo come musthave questa idea. Perciò bikini, costumi, copricostumi tute e abiti, ho sempre trattato tessuti elasticizzati proprio per dare comfort

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e movimento al corpo, abbinandoli ad un concetto glamour e sempre al passo con la moda. L’apice e la folgorazione assoluta sono stati raggiunti dopo il mio primo viaggio in Brasile, dal quale non mi sono più distaccata.” Da Fisico al nuovo brand Cristina Ferrari “Il passaggio è stato velocissimo, ovviamente rispettando i 5 anni di non concorrenza nei quali ho approfittato per girare il mondo, riflettere e riscostruire la mia linea Cristina Ferrari. Questa esperienza conseguente alla mia lunga attività cominciata da giovanissima, mi ha aiutato ad eliminare le cose superflue e fare focus su cosa conta veramente nello stile di donna. Quindi la mia nuova linea è l’essenza dell’esperienza e della valorizzazione massima delle mie idee.” Definisca il suo stile con 3 aggettivi “Sartoriale, confortevole, glamour” Come è nata l’ispirazione per questa nuova collezione? “L’ispirazione deriva sempre dalla mia passione per i gioielli. Considero la donna come un diamante prezioso e da qui l’idea


novembre\dicembre 2023 di rendere brillanti con stile i miei capi. Ecco la volontà di creare la Crystal beach Couture con la sartorialità maniacale e la lavorazione dei cristalli che rendono i capi unici ed originali. (ndr The Original Crystal Bikini) Questa è una partenza, perché dal costume allo sviluppo dell’abbigliamento è un passo dolce.” Quali sono i vostri mercati di riferimento oggi? “L’Italia in primis, e a seguire lo sviluppo delle località marine più importanti in Europa e America” Quali sono i prossimi step del brand? “Gli Emirates, sono ‘work in progress’” Ultima domanda di rito: gli ultimi 5 brani della sua playlist di Spotify I Know What You Want - Busta Rhymes & Mariah Carey Ameno Amapiano Remix - Goya Menor & Nektunez Don’t Let The Sun Go Down - George Michael & Elton John Breaking Me - Topic & A7S Johnny B. Goode - Chuck Berry

Cristina Ferrari

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Rubrica iLoby a cura di Christian Gaston Illan e Luca Sardi

Nuove opportunità e nuovi progetti per il DJ italiano

ALLA CONSOLLE LEO GIRA

/Musica

Leonardo Girardi, in arte Leo Gira, è un DJ, produttore e musicista italiano. Nato a Cortina d'Ampezzo, classe 1999, Leo è considerato da molti la nuova promessa della consolle internazionale. È stato il sound designer della sfilata di Elisabetta Franchi per la Milano Fashion Week di Milano dello scorso settembre. Leo, descrivici le tue emozioni durante il fashion show di Elisabetta Franchi “È stata una grande emozione lavorare

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per una stilista di grande successo come Elisabetta Franchi per la seconda stagione consecutiva. Durante la sfilata e la diretta streaming ho tremato che tutto andasse per il meglio e alla fine, dopo i brividi della diretta, un emozionante abbraccio tra tutto il team della parte tecnica e registica ha scaldato il cuore e tolto tutte le tensioni accumulate durante 5 giorni di fuoco.” Come è lavorare con Elisabetta Franchi? “Non è semplice entrare nelle corde di


novembre\dicembre 2023 Elisabetta, un'artista vera con quella vena rock del suo passato e con la modernità eccentrica delle sue creazioni, quando mi ha detto quello che aveva in mente non ho esitato un solo attimo ad accettare l'impresa. Realizzare un brano originale in collaborazione al produttore Leo Guardo e al mio team, in due settimane, non è stato semplice anche perché il riferimento ai mitici Depeche Mode e alla loro epica Enjoy The Silence , dato dalla stessa stilista, ci ha da una parte aiutato ma dall'altra indirizzato verso un mondo musicale nuovo.”

di fama internazionale come Guest sempre nell’ambito della Afro House e poi… seguitemi su Instagram e scoprirete tutte le novità, le date internazionali e per gli aggiornamenti e le tracce potete trovarle anche sul mio sito www.leogira.com”.

Come stai vivendo questo tipo di collaborazione con un brand internazionale come quello della Franchi? “Vivere queste emozioni a 23 anni mi entusiasma molto e nello stesso tempo mi responsabilizza, in questi lavori ti trovi ad avere a che fare con grandi professionisti e persone alle quali puoi solo dimostrare con il tuo lavoro quello che vali. Le parole non contano. Sono un ragazzo fortunato e come Dj queste sonorizzazioni arricchiscono in maniera speciale la mia carriera.” In cosa è consistito il tuo lavoro per la sfilata? “Il mio lavoro già descritto sopra è stato quello di rielaborare un brano dei Depeche Mode e trasformarlo in un 'Depeche Mood' nel senso che dall'originale Enjoy The Silence abbiamo con il mio team di lavoro, cercato i synth utilizzati dalla band britannica, trovato un cantante con il loro classico accento e timbro vocale e un chitarrista che conferisse al brano quella sfumatura Rock che lo caratterizza. Oltre a questo abbiamo dovuto mimetizzare, cambiando le note qualsiasi probabilità che la traccia venisse bloccata durante la diretta dalle piattaforme streaming. Ore e ore di lavoro nello studio di registrazione del produttore Leo Guardo per un risultato che ha detta della stessa Franchi è stata un’emozione. Ricordo che dopo averglielo mandato ho aspettato due giorni prima di ricevere una sua risposta. Il suo entusiasmo genuino e verace ha cancellato qualsiasi mia paura e in 48 ore abbiamo chiuso la traccia. Lavorare per una sfilata di questo livello è naturalmente un progetto di un team e le riunioni nel Headquarter di Via Tortona a Milano erano sempre un confronto tra regia, stilista, direttore artistico, fotografi e assistenti di ogni tipo.” Parlaci dei tuoi prossimi progetti come produttore e qualche prossimo tuo appuntamento “Dopo un anno di lavoro finalmente uscirà il brano ‘Crazy’ in collaborazione con Badbox produttore e artista inglese con il quale da tempo ci confrontiamo anche su altre produzioni. L’uscita prevista per il nuovo anno è con una delle Major Label più importanti al mondo nel panorama musicale Dance: Armada Music. In attesa di questo grande momento per la mia carriera pubblicherò una nuova traccia realizzata in Zambia con i Kreative Nativez e la meravigliosa voce di Philasande cantante Sud Africana. Stiamo anche lavorando con tre produttori molto famosi come Mauro Ferrucci - Tommy Vee e Keller per una novità della quale non posso ancora anticipare nulla ma ti sarà una vera bomba. L’inverno con il mio team cureremo ancora la direzione artistica della Terrazza di Ciasa Lorenzi a Cortina d’Ampezzo che vedrà ospiti Dj

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/Musica

LA FORZA ESPRESSIVA DI MARCO SECO Direttore dei due mondi

Rubrica iLoby a cura di Christian Gaston Illan e Luca Sardi

Marco Seco è nato a Buenos Aires, italiano d’origine si trasferisce in Europa per completare i suoi studi musicali a Milano, dove in seguito ad alcune fortunate esperienze decide di fermarsi a vivere. Artista riconosciuto per le sue interpretazioni dotate di grande e raffinata forza espressiva, nell’ultimo periodo la sua attività si è intensificata, ricevendo numerosi inviti ad apparire in importanti stagioni europee e americane. I programmi dei suoi concerti ci trasportano in un vasto repertorio con una chiara predilezione per i periodi, come lui stesso ci racconta <<di “fermento e trasformazione”, i primi anni dei secoli, il primo settecento, il primo ottocento, il primo novecento>>. Dal suo lavoro si capisce che per lui “fare musica” è un’esperienza totale, che non si limita alla performance sul podio ma si esplica in un approccio multidisciplinare. Infatti oltre alla sua attività come direttore d’orchestra, Marco affianca la direzione artistica della Fondazione LaFil Filarmonica di Milano e della Società dei concerti Trieste a numerosi progetti divulgativi e sociali, per diffondere la musica classica oltre il suo pubblico tradizionale e avvicinarla alle nuove generazioni. Proprio oggi mentre aspettavamo d’incontrarlo abbiamo assistito a una sua presentazione via streaming di un suo concerto dedicato

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a Mendelssohn al rinnovato Teatro Lirico Giorgio Gaber di Milano per il Progetto Ciao della Fondazione Amplifon, che attraverso un avanzato sistema video e audio collega più di 150 RSA Italiana e europee. Di cosa tratta questo progetto? “È un progetto nato durante la pandemia, quando i residenti degli RSA erano totalmente isolati dai propri parenti. Insieme a Fondazione Amplifon abbiamo lavorato a lungo per creare un ponte che, non solo gli mettessi in contatto con i propri cari, ma che rispondesse anche alla necessità di creare uno spazio emotivo che sconfiggesse le limitazioni del momento. Sono convinto che oggi più che mai sia necessario ritrovare la funziona sociale dell’Arte, la ricerca del bello di cui vive. L’arte nasce dalle necessità di tutti i giorni: commemorare un momento, raccontare una storia, adornare una porta della città. L’arte aiuta a vivere con profondità e intensità anche il quotidiano, evoca la necessità di andare oltre l’oggetto, sentire le emozioni delle cose e ci trasporta nel infinito mondo dell’immaginazione. Credo che sia da esperienze come queste che nasca il bisogno di vivere con intensità.”


novembre\dicembre 2023 E la musica? “La musica da forma al mondo invisibile che ci circonda. Per esempio prenda una frase come “Lei è una buona persona!” e cambi la punteggiatura trasformandola in “Lei è una buona persona?” vede la musica è nel suono di quei segni che danno un significato alle cose, suoni che sono universali, che si ripetono in ogni lingua e in ogni cultura.” Uno degli ultimi lavori di Marco come direttore de LaFil ha coinvolto il Museo delle Culture (MUDEC) di Milano e il gruppo 24Ore cultura. Per una settimana, tutte le sere, le attività museali sono diventate musicali, con programmi e iniziative ispirati alla mostra sul Surrealismo in corso. Un dialogo continuo di rimandi tra arte e musica, con spettacoli, performance realizzate all’interno e all’esterno del percorso espositivo, prove aperte, incontri e laboratori didattici. Un’esperienza artistica immersiva e totalizzante e un progetto culturale unico nel suo genere, che reinterpreta il concetto di fruizione musicale della città. Sono questi i progetti che possono incentivare un pubblico nuovo a frequentare l’ambiente della musica classica? “Credo che una delle sfide odierne consista nel ripensare gli spazi della cultura o più banalmente gli spazi in cui ci ritroviamo con altre persone. I luoghi che da secoli sono destinati all’arte oggi sembrano superati per certe cose, basta pensare a un teatro, può essere meraviglioso entrarci ma nell’interazione con lo spettacolo risulta spesso inefficace oggi. Da un lato il pubblico e dall’altro, isolato e spesso lontano, il palcoscenico e gli artisti. Credo che possiamo dare nuova vita a spazi che invece interagiscono in modo dinamico con il pubblico, come per esempio i musei, che permettono alle persone di camminare tra l’opera d’arte, di avvicinarsi e che contano già con diversi spazi per attività

multidisciplinare. Sono luoghi che possono proporre una fruizione diversa.” E per quanto riguarda la partecipazione dei giovani? “La prima risposta a questa domanda parte sempre dall’educazione; è la conoscenza che crea la possibilità di approfondire e scegliere qualunque cosa nella vita. Nel campo della musica quasi tutto il comparto dedica una parte importante all’educazione e alla divulgazione di fronte a uno stato che sempre più spesso rinuncia a farlo.” La tecnologia e internet? “È una domanda difficile che non ha una risposta semplice. La pandemia ci ha molto insegnato rispetto a quello che possiamo fare e al modo in cui reagisce il pubblico. In particolare sul modo in cui le persone interagiscono con gli spettacoli tramite internet e comunque la necessità fisica di vivere il suono dal vivo. Sicuramente è molto efficace come supporto per l’interazione con l’opera d’arte, mette a disposizione strumenti che aiutano ad approfondire e prepararsi all’esperienza dello spettacolo. Soprattutto, abituati ad Internet, un aspetto che trovo sia entrato nella fruizione dell’arte, è la necessità di trasportare il pubblico in una esperienza completa che propone un percorso dell’opera d’arte da più punti di vista. La dinamicità e velocità del web ci rende meno stabili nella concentrazione delle singole cose, ma più veloci nel trovare collegamenti o creare delle reti conoscitive. Oggi quando penso a un progetto, non posso fare a meno di strutturarlo attraverso diverse discipline: incontri divulgativi con storici dell’arte, visite in mostre d’arte, letture da attori o poeti e concerti con programmi che appunto s’intersecano con il teatro, la pittura e la poesia. Vivere l’arte in modo multidisciplinare ci dona un’esperienza più profonda; è un ritorno al passato per certi versi.”

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Francisco Goya in occasione della mostra che si terrà da novembre a Palazzo Reale. Il primo concerto avrà luogo lunedì 27 novembre al Teatro Piccolo Melato con un programma dedicato ai soggetti dei quadri di Goya, soprattutto la notte, le streghe e la magia, con brani di Boccherini, Schöenberg e De Falla. Poi mercoledì 29 sempre con l’orchestra saremo a Palazzo Reale con musiche di Boccherini e i seguenti giorni, con altre formazioni, in attività diverse sempre a Palazzo Reale.”

Nell'ultimo periodo Marco ha portato un progetto dedicato alla figura di Beethoven a Trieste e partecipato alla riapertura del Teatro Lirico, oggi “Giorgio Gaber” di Milano, con una serie di concerti dedicati al compositore Felix Mendelssohn insieme a importanti solisti come Pietro De Maria e Daniel Lozakovich. Non più di un mese fa, ha diretto LaFil in una nuova produzione insieme al Teatro Due di Parma del Peer Gynt di Ibsen con le musiche di Grieg e con la regia di Daniele Abbado ottenendo ottimo successo di pubblico e di critica. Quali sono i prossimi impegni? “I primi due impegni del prossimo periodo sono tutti milanesi. Il primo è un bellissimo progetto finanziato dall’Unione Europea che LaFil realizza in collaborazione con il Teatro PuntoZero, che si trova all’interno dell’Istituto penale per minorenni Beccaria di Milano. Il progetto prevede la messa in scena dell’Antigone di Sofocle da parte della compagnia del Teatro che è composta da detenuti e da attori professionisti e con le musiche originali del compositore Alessandro Solbiati, suonate dal vivo da un’ensemble de LaFil da me diretto. Le recite si terranno dal 27 al 29 ottobre. Il secondo progetto invece mi vede coinvolto in diverse attività per la residenza dell’orchestra a Milano in collaborazione con 24ore Cultura, periodo questa volta dedicato al pittore spagnolo

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ANNUAL SUMMIT 2023 San Marino Empowered by


A cura di Viviana Nebuloni

Dal palco al profitto: nodo cruciale dell’era moderna

OPERA-INDUSTRY 2023

/Musica

Nell'intricata trama della storia e nella contemporaneità che si evolve, l'opera rimane un faro luminoso della cultura umana. La magnificenza delle sue emozioni e la complessità delle sue espressioni tecniche costituiscono un monumento alla grandezza artistica e sociale di epoche passate e presenti. I teat ri d'op er a og gi riflet tono lo sp e cchio d e ll e disu g u aglia nze d e l

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passato confrontate con le sfide attuali dell'esperienza culturale. La percezione dell'opera come un'arte riservata a una cerchia elitaria non deriva da limitazioni intrinseche a ques t 'ar te, bensì da barriere socioeconomiche e culturali: nata a servizio del popolo, nel tempo è stata distolta dall'essenza inclusiva che la caratterizzava. Difatti, gli ostacoli all'accesso sono il risultato di una percezione distorta che la separa da


novembre\dicembre 2023 potenziali spettatori. Oggi, l'importanza di investire nell'opera lirica come custode di un patrimonio culturale inestimabile si sposa con l'urgenza di rendere questa forma d'arte accessibile a tutti. A tal pro, l'investimento nei teatri d'opera, guardiani di questo patrimonio straordinario, è stato sin dalle loro origini un argomento di controversia. Gli alti costi di produzione e le sfide nel coinvolgere un pubblico più ampio hanno reso questa forma d'arte una pietra angolare dell'ecosistema culturale che necessita di un sostegno costante. Oggi, nell'era della globalizzazione e della rapida trasformazione tecnologica, l'investimento nel patrimonio culturale dei teatri d'opera è più cruciale che mai. La lirica è a tutti gli effetti un'attività imprenditoriale non convenzionale, che richiede un investimento a lungo termine, non solo economico, ma anche culturale e sociale.

musicali di emergere e di essere scoperti da un pubblico più ampio. Questo può offrire spunti di riflessione su come rendere anche l'opera più accessibile, coinvolgente e attraente per un pubblico contemporaneo (non solo per i più giovani, ma per la società tutta), avvicinandola a una base di spet tatori più ampia attraverso innovazioni nel modo in cui viene presentata e resa disponibile. Inoltre, la necessità di affrontare le sfide dell'industria musicale digitale, come la remunerazione degli artisti e la sostenibilità economica, può riflettere la sfida dell'opera nel garantire un sostegno finanziario e una vitalità economica, senza comprometterne l'autenticità e l'eccellenza artistica. In conclusione, l'opera rappresenta un investimento non solo nella cultura, ma anche nel tessuto sociale. È un'espressione dell'identità di una comunità, radicata nella storia e nel tessuto stesso della società: è il prodotto di lusso più costoso

appartenente al Made in Italy. Attraverso l'opera, si tramandano valori, tradizioni e emozioni che costituiscono il fondamento della nostra cultura collettiva: basti pensare a quanto ancora venga richiesta nel mondo del fashion, del design e degli eventi privati, nonostante le criticità suddette. Sostenere i teatri d'opera significa preservare un patrimonio intangibile e, allo stesso tempo, costruire ponti tra le generazioni. È un investimento nell'anima stessa dell'umanità, un'apertura per il cuore e la mente, una fonte di ispirazione senza tempo. Possa dunque l'investimento nella lirica e nei teatri d'opera essere il faro che guida la nostra comprensione della bellezza, della passione e della magnificenza dell'esistenza umana, offrendo un tesoro senza pari per le generazioni presenti e future.

L'innovazione, la modernizzazione e una comunicazione efficace (per esempio, un ufficio marketing alla stregua di una multinazionale) sono vitali per rinnovare l'interesse verso l'opera, creando un ponte tra il suo passato glorioso e la sua attualità intramontabile. Educare, rendere accessibile e condividere questa forma d'arte con un pubblico più vasto rappresenta una missione indispensabile per restituire all'opera la sua natura originaria. Senza intervenire anche strutturalmente (e dunque, statalmente) sull'istruzione, certo, sarà molto difficile dare risposte concrete alla situazione in cui versano oggi i teatri (si stima che siano 428 i teatri che negli ultimi anni sono stati chiusi, abbandonati o che hanno cambiato destinazione d'uso: uno ogni quattro). Senz'altro la democr atiz zazione dell'accesso alla musica attraverso le piattaforme digitali ha globalmente a m p l i ato l a p l ate a d i a s co l t ato r i , consentendo a nuovi talenti e generi

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/Musica

GLI AUTOGOL Calcio e spettacolo salgono insieme sul palcoscenico Rubrica iLoby a cura di Christian Gaston Illan e Luca Sardi

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Presentatevi ai nostri lettori e diteci come vi siete conosciuti “Ciao siamo Ale, Michele e Rollo, ma ci sonoscete come Gli autogol! Ci siamo conosciuti a scuola, io e Michele. Con Rollo ci siamo conosciuti dopo attraverso il teatro. Io e Michele facevamo parte di una compagnia del teatro di San Genesio e si unì anche Rollo e da lì abbiamo iniziato con le prime parodie e imitazioni tutti insieme. siamo poi approdati a Radio Ticino Pavia, una radio che ora non c’è più. E da lì è partito tutto.” Com’è è nata l’idea delle imitazioni e parodie dei personaggi del mondo del calcio? “È nata perché quando abbiamo iniziato la radio nel 2007 non c’era più comicità sul calcio. Mai dire gol era finito da qualche anno e i social stavano nascendo. Mancava la comicità nel mondo del calcio e le imitazioni si sposano perfettamente. Ti danno la possibilità di far dire a un


novembre\dicembre 2023 personaggio cose che non direbbe mai nella realtà. Da lì nasce l’idea. ovviamente non l’abbiamo inventata noi, ma noi più che imitatori siamo parodizzatori.” La nascita del vostro successo? “Il nostro successo nasce dalle visualizzazioni sui social. I primi video con molte view sono quelli del 2011 l’anno dello scudetto di Allegri al Milan, da lì è stato un crescendo. Le imitazioni con maggiori view, quelle che ci hanno portato oltre al milione furono Antonio Conte e Federico Buffa. Entrambi li portiamo a teatro nel nostro spettacolo.” La scelta del nome “Autogol” “La scelta del nome è stata un pò casuale. quando abbiamo iniziato la radio non avevamo un nome. il programma si chiamava “LE PARODIE DI SPORT MANIA”. Un giornalista sportivo, Claudio Giuliani, ci invitò a un evento sportivo, ma gli serviva il nome per la locandina, così un amico di michele ci disse “chiamatevi autogol” e da lì ci siamo chiamati così.” Come nasce l’idea di imitare un determinato personaggio? “La prima cosa che vediamo sono le caratteristiche. la voce è fondamentale, ma anche quanto il personaggio ha un impatto sul mondo del calcio e sui media. Noi cerchiamo di stravolgere ed estremizzare la realtà. Va bene la voce, ma noi cerchiamo di catturare le sfaccettature del personaggio che ci permettono di farlo vivere più a lungo.”

quando è arrivato alla Juventus. Ci siamo incontrati tante volte ma non abbiamo mai realizzato un video insieme. Ci è capitato una volta di fare un contenuto durante ai Gazzetta Awards del 2021, ma lui era collegato e non è la stessa cosa.” Qual è l’emozione più grande che avete vissuto grazie al vostro lavoro? “Ce ne sono tante se pensiamo a quello che abbiamo fatto in questi anni. Il rapporto con i personaggi che si è creato. da semplici fan a realizzare video con loro. Penso a Alex Del Piero, ai calcetti con Javier Zanetti o alla chiamata della Juventus per giocare il torneo delle leggende. Tante sono le cose che successe queste anni. Senza dimenticare le persone che ci fermano per strada per ringraziarci delle risate. È la cosa più importante e grazie a questa tournèe teatrale possiamo avere il contatto con loro mentre facciamo i nostri sketch.”

Progetti per il futuro? “Tanti sono i progetti per il futuro. ci piacerebbe avere un programma tutto nostro. sappiamo che dobbiamo lavorare molto ma è il nostro sogno nel cassetto. La cosa più importante è continuare a far ridere il pubblico.” Classica domanda di rito: i 5 brani della vostra playlist di Spotify “Giochiamo in casa. Diciamo i nostri brani: Coro Azzurro, Formentera, Baila como el Papu, poi la dura legge del gol di max pezzali. Il quinto è inedito, è il nostro prossimo brano ma ora non posso dirvi nulla.”

Parlateci del vostro nuovo show teatrale “Calcio Spettacolo” “Calcio spettacolo è il modo di portare su un palcoscenico tutte le nostre sfaccettature, i nostri sketch, le nostre parodie e i nostri personaggi. C’è tutto. Imitazioni, musica e risate. Vogliamo portare sul palco gli autogol, come li avete sempre visti. Abbiamo lavorato tanto questi mesi per riuscire a farvi passare due ore di spensieratezza. La tournee di novembre è stata un grande successo e ne seguirà un'altra la prossima primavera.”

Qual’è il personaggio che vi ha regalato più soddisfazioni? “Ce ne sono tanti, Ibra per esempio, ma anche Buffon. Poi ci sono personaggi a cui siamo legati quando li imitiamo, Gasperini, Gudolin tanti anni fa, Seedorf ad esempio. Sono tutti figli nostri e siamo legati a tutti in un modo o nell’altro.” Quale invece vi piacerebbe incontrare per duettare con lui come avete fatto con Allegri? Ci piacerebbe duettare con Antonio Conte, siamo stati i primi a imitarlo. La nostra storia d’amore (ride, ndr.) va avanti dal 2012

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/Musica

LA CARRIERA DI AIDA YESPICA Da modella al grande schermo, Italia addicted

Rubrica iLoby a cura di Christian Gaston Illan e Luca Sardi

Presentati ai nostri lettori e raccontaci come è nata la tua carriera come modella in Venezuela “Ciao a tutti sono Aida Yespica e sono un’addicted dell’Italia” Come mai il tuo approdo in Italia? Com’è stato l’impatto con una città come Milano nei primi anni 2000? “La mia carriera è nata dopo che ho ricevuto suggerimenti in merito ai professionisti del campo della moda i quali mi hanno consigliato di intraprendere questa carriera, ho scelto l’Italia poiché credo che sia uno dei paesi più belli del mondo, ho avuto la fortuna di viaggiare per tantissime mete ma l’Italia è sempre la mia seconda casa, ho avuto la fortuna e il piacere di conoscere la Milano degli anni 2000, una Milano piena di opportunità e di voglia di fare, sicuramente una città molto gettonata ma con tante possibilità.” Da modella a showgirl televisiva. Come nasce questo tuo successo sul piccolo schermo? “Da modella sono passata al piccolo schermo grazie a dei casting effettuati per piccole parti in svariati film italiani, i quali mi hanno permesso di farmi conoscere da voi, per poi passare a cinepanettoni e film sul grande schermo.”

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Showgirl in Tv in diversi programmi e attrice sul grande schermo. Qualche ricordo e dove ti senti più a tuo agio? “Il ricordo dove mi sento più a mio agio sicuramente è stato il grande schermo che appunto mi ha dato quel valore aggiunto alla mia vita e alla mia conoscenza un po’ a tutto il pubblico italiano.” L’anno scorso hai debuttato come cantante con il singolo “Bugatti”. Hai in cantiere altro singoli e collaborazioni nel mondo della musica? “Per quanto riguarda il mondo della musica l’ho intrapreso un po’ per gioco, essendo amante di sfide e dopo svariati complimenti per la mia voce, ho voluto mettermi in mostra con un pezzo inedito, leggero dove tratta tematiche ambientate al mio mondo. Il pezzo ha avuto un ottimo riscontro, soprattutto dal mondo latino al quale sono molto grata ed affezionata.” Qual’è il tuo rapporto con i social? “Il mio rapporto con i social è un rapporto mistico, poiché seppur appartengono più alla nuova generazione, sono stati e sono importanti nella mia vita quotidiana, facendomi affezionare


novembre\dicembre 2023 ed affezionando i miei follower, che dopo anni finalmente sono 1 milione. Nel mio piccolo cerco sempre di ringraziarli cercando di essere il più possibilmente attiva sui social, seppure tra lavori campagne pubblicitarie, viaggi e famiglia non sempre riesco a dare il 100% ma appena riesco recupero.sono molto contenta di essere riuscita ad avere un pubblico ampio, non più incentrato nel mondo maschile ma anche quello femminile, passando da varie sfaccettature di genere e di età.ad oggi sono loro il mio più grande impiego, grazie ai quali riesco a chiudere collaborazioni con brand e rimanere aggiornata su tutte le novità nell’ambito stilistico, viaggi ed opportunità.” Progetti futuri “Per quanto riguarda il futuro sicuramente preferirei approcciarmi più al grande schermo e al mondo della televisione, anche se ultimamente ha un impatto molto differente sul grande pubblico.” La nostra domanda di rito: 5 brani della tua playlist Spotify “Nella mia playlist i cinque brani che apprezzo di più sono: Gli uomini non cambiano di Mia Martini, Napul è di Pino Daniele, ovunque sarai di Irama, Historia de un amor di Diego El Cigala e caliente di Arema Arega”.

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A cura della Redazione

Nelson Freitas si aggiudica il premio

S.PELLEGRINO YOUNG CHEF ACADEMY 2023: TALENTO, CREATIVITÀ E INNOVAZIONE

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Durante la Cerimonia di Premiazione, è stato proclamato il vincitore del Premio S.Pellegrino Young Chef Academy 2023, concludendo così la quinta edizione dell’ambizioso progetto internazionale di scouting e formazione di talenti promosso da S.Pellegrino. Dopo due anni di competizioni, i 15 finalisti regionali si sono sfidati nella Grand Finale a Milano, l’evento di due giorni durante il quale i promettenti giovani chef hanno portato in tavola il meglio di sé, mostrando talento, creatività e visione per il futuro della gastronomia. È st ato Nelson Freitas a conquistare la stimata Giuria,

aggiudicandosi il prestigioso Premio S.Pellegrino Young Chef Academy 2023 con il suo segnature dish Triglia rossa croccante, riccio di mare e aglio nero fatto in casa, ideato in collaborazione con il mentore Filipe Carvalho. La Giuria, composta dai rinomati chef i nte r n a zio n a li Pía Le ó n , R icc a rd o Camanini, Hélène Darroze, Vicky Lau e Nancy Silverton (Eneko Atxa e Julien Royer non hanno potuto partecipare per motivi personali), ha elogiato Nelson Freitas per le sue competenze di alta cucina, la selezione attenta degli ingredienti e la


novembre\dicembre 2023 bellezza del piatto, oltre alla forza dei messaggi che ha saputo trasmettere. Una creazione che profuma di oceano e che vede protagonista il pesce (arrivato direttamente dalla sua terra natale, il Portogallo, per la competizione, come ha spiegato lo chef), di cui viene utilizzata ogni parte. Insieme ai vincitori delle edizioni precedenti di S.Pellegrino Young Chef Academy - Jerome Ianmark Calayag (2021), Yasuhiro Fujio (2018), Mitch Lienhard (2016) e Mark Moriarty (2015) - Freitas ha ora l'opportunità di elevare ulteriormente il proprio talento e contribuire all'evoluzione della gastronomia. Oltre al Premio S.Pellegrino Young Chef Academy, S.Pellegrino ha assegnato altri tre premi collaterali per riflettere la convinzione nel potere della gastronomia e il suo impatto positivo nella società attraverso il cibo. Il Premio Fine Dining Lovers Food for Thought, votato dai lettori di Fine Dining Lovers, è stato assegnato a Ian Goh con il suo "Heritage Lamb", per aver saputo rappresentare la propria filosofia culinaria attraverso il piatto. Liu He-Sen, con il suo piatto distintivo 'Homemade oyster sauce with Shandong wagyu', si è aggiudicato il Premio Acqua Panna Connection in Gastronomy, per aver rappresentato al meglio l’equilibrio tra tradizione e innovazione, esprimendo al contempo l'eredità gastronomica della cultura culinaria cinese. Infine, Artur Gomes, con il suo 'Vale das Lobas', vincitore del Premio S.Pellegrino Social Responsibility, assegnato dalla Sustainable Restaurant Association per il messaggio significativo di sostenibilità trasmesso attraverso il suo piatto signature.

S.PELLEGRINO YOUNG CHEF ACADEMY La gastronomia ha il potenziale per trasformare la società e dar forma a un futuro più inclusivo e sostenibile ma per portare avanti un progetto così ambizioso ci vuole talento. Questo è il motivo per cui S.Pellegrino ha creato S.Pellegrino Young Chef Academy, una piattaforma volta ad attrarre, collegare e coltivare la nuova generazione di talenti culinari. Un ambiente che stimola gli chef con l'istruzione, il tutoraggio e le opportunità di esperienza, nonché attraverso la famosa competizione internazionale. L'Academy apre le sue porte a membri di oltre 70 paesi, garantendo che i talenti non siano limitati dall'area geografica, dall'etnia o dal genere sessuale. È un luogo in cui giovani chef appassionati interagiscono con i più influenti protagonisti della gastronomia mondiale e dove insieme coltivano una comunità gastronomica stimolante. Per ulteriori informazioni, visita il sito web: www.sanpellegrinoyoungchefacademy.com

S.PELLEGRINO E ACQUA PANNA S.Pellegrino, Acqua Panna e le Bibite Italiane Sanpellegrino sono i marchi internazionali di Sanpellegrino S.p.A., con sede a Milano, in Italia. Distribuiti in oltre 150 paesi attraverso filiali e distributori in tutti e cinque i continenti, questi prodotti rappresentano un'eccellenza di qualità in virtù delle loro origini e interpretano perfettamente lo stile italiano in tutto il mondo come una sintesi di piacere, salute e benessere. Fondata nel 1899, Sanpellegrino S.p.A. è la società leader nel settore del beverage in Italia, con la sua gamma di acque minerali, aperitivi analcolici e bevande. Sanpellegrino conferma il suo impegno continuo e costante nel proteggere l’acqua, in quanto bene fondamentale per il pianeta e lavora in modo responsabile e appassionato per garantire che questa risorsa abbia un futuro sicuro.

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COVA: PASTICCERIA STORICA A MILANO DAL 1817 Un tuffo nel passato con il racconto di Paola Faccioli Rubrica iLoby a cura di Christian Gaston Illan e Luca Sardi Paola Faccioli - CEO Pasticceria Cova

Facciamo un tuffo nel passato: come e quando nasce Cova? “Il Cova è una pasticceria milanese storica, fondato nel 1817 da Antonio Cova. Inizialmente era chiamato il "Caffe del Giardino" e si trovava al lato del Teatro alla Scala, Corsia del Giardino era infatti il nome dell’attuale via Manzoni. Le sue sale sfolgoranti di specchi e lampadari furono ritrovo del bel mondo dell'epoca e simbolo di spirito patriottico, animato di fervore anti-austriaco. Dopo la Seconda Guerra Mondiale e dopo un bombardamento che ne distrusse la sede storica, nel 1950, il Cova si trasferì dalla sede originaria verso l'attuale sito di Via Montenapoleone 8, dove divenne un salotto elegante e raffinato. Cova è un caffè dal fascino senza tempo, con una lunga e ininterrotta storia. Verdi, Puccini, Eleonora Duse e Arrigo Boito lo frequentavano dopo i loro spettacolo al Teatro alla Scala. Cova era il caffè della cultura per artisti, compositori, attori, aristocratici; e anche il caffè per gli incontri politici. Garibaldi e Mazzini andavano al Cova. Luchino Visconti, Maria Callas visitavano il Cova quando erano a Milano. Poi, nel dopoguerra, vennero i designer: Gio Ponti, Bruno Munari, Ettore Sottsass, per citarne alcuni.” L’ingresso della famiglia Faccioli in Cova. Quando e come è avvenuto?

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“Il Cova si trovava in un momento di declino così con la mia famiglia si pensò di comprarlo e rilanciarlo. Era il 1988.” Tre aggettivi per descrivere il vostro stile “Voglio usare una citazione di un nostro caro cliente: Cova è Milano. E coincide perfettamente con la mia idea di milanesità, qualità, eleganza e classe (A. Galliani)” Cosa è cambiato con l’ingresso del gruppo multinazionale LVMH dal 2013? “È stato un passaggio naturale, una necessità nostra di guardare avanti e di espandere il nostro brand. Oggi Cova Montenapoleone è sinonimo di clientela cosmopolita, atmosfera internazionale e lusso in un ambiente storico che resta un’istituzione, ma guarda pur sempre alla modernità e all’innovazione. Per Milano è un luogo veramente speciale ed è un piacere che Mr. Arnault l’abbia riconosciuto. Internazionale, in fondo, il Cova lo è sempre stato, tanto da finire nelle immortali opere di Hemingway che passava ore ai suoi tavoli e cita il Cova in due dei suoi romanzi più famosi. L’espansione infatti era già iniziata nel 1993 con l’apertura della prima Pasticceria Cova all’estero, a Hong Kong, 20 anni prima


novembre\dicembre 2023 dell’entrata nel gruppo francese. Ad oggi il Cova conta 32 punti vendita nel mondo. È presente in Cina, Hong Kong SAR, Kuwait, Qatar, Arabia Saudita, a Montecarlo, Parigi e presto anche ad Atene.” Quali sono i vostri simboli d’eccellenza per i quali siete riconosciuti maggiormente? “A livello di prodotti, sicuramente, il simbolo che ci contraddistingue nel Mondo è sicuramente il Panettone, ma i nostri clienti conoscono bene anche la nostra Cova Sacher, i nostri gianduiotti nonché il nostro Risotto e la cotoletta alla Milanese. Il Cova è un luogo magico per il rito del caffè e il rito del tè, per il momento dell’aperitivo, da sempre un momento di incontro speciale per i Milanesi, e del lunch. Ma non solo prodotti... Un altro nostro grande valore è il servizio impeccabile, che curiamo nei minimi dettagli ed è ciò che rende Cova un luogo unico.” Il Natale è ormai alle porte, ci illustri la vostra linea di Panettoni. “Il panettone con la sua ricetta tradizionale (con canditi e uvetta) è sicuramente il più amato ed apprezzato ma offriamo anche una linea di “varianti di gusto”: dal cioccolato, all’albicocca, alla mela e cannella. Dal discreto mezzo chilo al peso massimo di 10kg, i nostri panettoni sono disponibili in diversi formati e con diversi incarti (tutti rigorosamente eseguiti a mano) e che impreziosiscono ancor di più il prodotto, rendendolo un regalo unico e apprezzato da tutti perfetto per le tavolate in famiglia ma anche per i grandi eventi privati.” Come immagina l'evoluzione del settore della pasticceria, considerando i gusti e le preferenze in continua trasformazione dei consumatori, e come COVA si sta preparando a soddisfare queste esigenze emergenti? “La fantasia, la passione, l’estro, sono gli ingredienti principali del lavoro dei nostri maestri pasticceri. Gli chef sono liberi di sperimentare ricette nuove rimanendo però fedeli alla tradizione… capita di rivisitare prodotti iconici del nostro Brand inserendo

qualche ingrediente innovativo, ma prima di arrivare ad un risultato soddisfacente ci sono tantissimi tentativi. Credo che ai nostri clienti piaccia sia essere stupiti con qualcosa di particolare e nuovo, sia essere “coccolati” con la tradizione di ciò che conoscono e che apprezzano da anni. Per noi è importante il costante impegno nella sperimentazione sia per stupire sia per andare incontro a nuovi gusti. Il nostro team è sempre aggiornato sui trend di mercato, sui gusti dei consumatori che nel tempo si modificano, salvaguardando

sempre – però – la tradizione che da più di 200 anni impreziosisce il nostro heritage. Sono i clienti i nostri “giudici” finali… i più severi ma i più attendibili. I loro feedback sono preziosi per migliorarci ogni giorno, sia nelle ricette che nelle metodologie che nello stile… Certo non possono stravolgere la nostra identità che custodiamo gelosamente da più di 200 anni, ma sicuramente ci danno degli spunti che non possiamo trascurare.” Quali strategie di innovazione e sviluppo

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di prodotto sta considerando COVA per rimanere all'avanguardia nel mercato, tenendo conto dell'evoluzione delle tecnologie e delle tendenze future? “Innanzitutto il nostro lavoro si basa su due valori imprescindibili: l’artigianalità e il savoir-faire. Quindi per noi la trasmissione di questi “saperi” è una grande sfida e un grande impegno… formare ma, prima ancora, attrarre le nuove generazioni verso il nostro lavoro è fondamentale per garantire la continuità del nostro business. I nostri chef mettono la loro esperienza a disposizione dei ragazzi… loro imparano dagli chef, ma anche gli chef da loro… i giovani sono freschi, con gusti attuali e con un nuovo imprinting. È giusto ascoltare e dare spazio alle nuove generazioni. Se noi siamo i tesorieri di una lunga tradizione, loro sono gli innovatori, coloro che ci portano un vento nuovo. Il segreto è trovare il giusto equilibrio… ed il risultato non può che essere soddisfacente. Poi ci sono i nuovi gusti, le mode, le tendenze e le esigenze di mercato… ci mettiamo in gioco, creando e sperimentando nuove tecniche e prodotti. Non sempre li riteniamo integrabili nella nostra offerta o in linea con il nostro heritage… e poi ci sono delle limitazioni come possono essere la segregazione dei laboratori (per esempio per la produzione di prodotti gluten-free) per le quali non siamo ancora attrezzati… pertanto, piuttosto che offrire un prodotto che non soddisfa pienamente i nostri alti

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standard di qualità, non lo facciamo.” In che modo COVA sta pianificando di mantenere il suo status di riferimento nel settore della pasticceria, considerando l'espansione geografica e il coinvolgimento di nuovi segmenti di clientela nella sua strategia futura? “Entrare nella Pasticceria Cova equivale a perpetuare una cerimonia senza tempo, caratterizzata da chef esperti che preparano meticolosamente prodotti raffinati, camerieri eleganti che infondono una sensazione di caloroso benvenuto. È un luogo in cui si ritrova il mondo della moda e degli affari insieme alla clientela cosmopolita, animati dal desiderio di respirare l’atmosfera unica di Cova, autentico baluardo della tradizione italiana. Il Cova rappresenta in ogni angolo del mondo il gusto dell’eccellenza italiana e l’arte del cibo e della pasticceria. Abbiamo affrontato le sfide dell’internazionalizzazione fin dall’inizio della nostra espansione in Asia, dove la difficoltà più grande è stata quella di trasferire la nostra cultura del caffè a un popolo che beveva solo tè. In Qatar, Kuwait e Arabia Saudita abbiamo trovato un mondo che ama il lusso e la qualità e seppur culturalmente diverso è un mondo che ci ha accolto molto bene. Addirittura siamo riusciti a trasferire il nostro modo di bere il caffè al bancone… ci sono clienti arabi che ormai bevono il caffè in piedi


novembre\dicembre 2023 davanti al bancone del bar…e questo è molto divertente.” Quali sono i prossimi step del brand e le nuove aperture in programma? “Stiamo aprendo ad Atene, ad Astir Marina di Vouliagmeni. Una baia splendida, che è stata oggetto di una completa riqualificazione e che diventerà presto un polo del lusso nella capitale emergente, Città in grande sviluppo ma altrettanto legata alla sua storia e alle sue tradizioni. Non escludiamo, inoltre, nuove possibili aperture in Europa.” Ultima domanda di rito: gli ultimi 5 brani della sua playlist di Spotify “Sicuramente sono i brani di mio figlio Federico… Addict. Mi danno un’energia e una carica speciale... Goodbye, You’re Enough, Summertime, Crazy about you, Her.”

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/Food

NON SOLO FRASCHETTA Alla scoperta dell’Aricciainbocca, dalle origini al ristorante cool

A cura di Marco Chingari

Chi non ha mai sentito parlare delle famosissime Fraschette di Ariccia nelle ubertose colline a sud di Roma? Sono piccole osterie leggendarie dalle origini antichissime dispensatrici di delizie culinarie del territorio laziale da sempre consumate con grande gioia dai romani e non solo. Ebbene le Fraschette, pensate, hanno un’origine addirittura medievale anche se qualcuno azzarda che possano essere esistite, in una sorta di preforma ristoratizia, anche al tempo di Roma antica consentendo ai contadini romani che portavano le loro merci nell’Urbe di avere dei punti di riposo e ristoro. Pare quindi che lo stesso nome della cittadina Frascati (Frascata), feudo ipotetico della nobilissima famiglia Aldobrandini (la famosissima ed onomatopeica Villa sovrasta ed impera sorniona sulla piazza principale della cittadina) derivi appunto dai boscaioli dell’allora Tusculum che vivevano appunto in capanne di frasche. In verità qualcuno afferma che l’uso delle frasche stesse, e qui arriviamo alle fraschette sia antiche pre anteguerra ed in parte nel dopoguerra, sin dal medioevo, fosse il segnale che era arrivato il vino novello e fungeva quindi da primitivo cartello pubblicitario per la mescita dell’ambrato nettare dei Castelli Romani. Col tempo nelle Fraschette fu possibile anche consumare cibi pruriginosi ed atti al bere quali salumi, porchetta arrosto (di

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tradizione trimillenaria), formaggi vari insomma tutte specialità del luogo ma anche portare seco il famoso “fagottello” di cibarie da casa o comprate al mercato per poi sedersi ai tavolacci di legno e panche e consumare sul luogo i famosi “porzionamenti” di vino. Codesti porzionamenti erano , in ordine di grandezza, il recipiente da due litri detto “Boccale” o “Barzilai” (dal nome di un famoso politico romano dell’Ottocento uso a offrire vino in grandi quantità ai suoi elettori), il “Mezzo Boccale” o “Tubbo” da un litro e via a scendere la “Fojetta” mezzo litro, il “Quartino” un quarto di litro, il “Chierichetto” un quinto di litro (probabilmente perché era il quantitativo che appunto serviva il chierichetto al prete durante l’Offertorio) ed infine il “Sospiro”, un misero decimo di litro che veniva ordinato dalla poverissima gente con un sussurro all’oste (appunto un sospiro) per la vergogna di essere ascoltati e derisi. Ma arriviamo a noi ed ai tempi nostri. Oggigiorno il numero di Fraschette, ed è già cosi da tempo oramai, si è moltiplicato davvero in maniera esponenziale ma la formula, tecnologia a parte, è rimasta quella di una volta, e cioè tavoli semplici, pochi piatti (a parte qualche eccezione), grande velocità di esecuzione e facile ed economico pagamento. Questo prima dell’avvento del nostro Augusto Azzocchi titolare


novembre\dicembre 2023 delle prestigiosissime (ed anche molto apprezzate stante il continuo “Sold Out”) Aricciainbocca01 ed Aricciainbocca02. Incontro dunque il nostro Augusto nella meravigliosa sede dell’Aricciainbocca02 in un pomeriggio assolato di settembre. Augusto egregio ben trovato e complimenti per questo meraviglioso ristorante! “Grazie mille per i graditissimi complimenti ma questo, più che un ristorante, è una Fraschetta atipica, diciamo per gourmet di forma e di gusto tradizionale ed innovativo allo stesso tempo”. Beh cominciamo con ordine allora: dimmi come ti nasce la voglia o il desiderio di aprire non uno ma bensì ben due locali ad Ariccia… “Guarda la mia storia è simile a quella di tanti altri: io nasco in una famiglia di macellai e, fin da ragazzo, non avendo voluto più studiare dopo la terza media, mio padre mi disse: “Benissimo da domani cominci a lavorà” e da allora son passato dal mestiere di macellaio a quello di preparatore di salumi e porchette anche con Del Ponte (storico e celebre produttore di salumi e porchette N.d.R.) fino ad approdare, nel 1998, al locale di mia sorella appena aperto in via dell’Uccelliera ad Ariccia in qualità di cuoco e di addetto al banco salumi e porchetta, rimanendoci un anno e mezzo.”

freddi ed un solo primo a scelta tra Amatriciana e Carbonara. Pensa che per i primi tempi venivano solo i miei amici Fraschettari e qualche parente, il sabato sera solo 4-6 avventori, insomma un pianto. Poi il destino comincia a sorridermi quando incontro la donna della mia vita, Serena, adesso mia moglie, che lasciò un lavoro a tempo indeterminato per vivere con me questa avventura…” Caspita! Sembra un romanzo d’appendice! “Eccome! Allora noi cominciamo a lavorare come matti e a risparmiare su tutto pensa che dormivamo nel magazzino del ristorante stesso per risparmiare sull’affitto come dei Bohemiens - ma non sul cibo che invece cominciammo ad acquistare di qualità sempre più elevata.”

che la contraddistingue, decise di prendere in mano la parte amministrativa ed il marketing dell’azienda contando ancor di più, come su detto, sulla qualità del servizio e del cibo serviti. Per fare un esempio noi al posto dei soliti tre vini proposti dalla concorrenza (bianco, rosso e “Romanella” tipica bottiglia di vino frizzante) servimmo almeno 15 etichette diverse, introducemmo la carne alla brace usando legno di quercia per il fuoco e non la carbonella (nessuna Fraschetta cucinava carne), le grappe barricate, salumi, porchetta ed ingredienti di qualità sopraffina insomma cominciammo a fare la differenza con gli altri e, pensa, anche nel prezzo, tanto che se allora nelle altre fraschette si poteva mangiare con 12-14 euro, da noi il range di spesa era di almeno 20-22 euro.”

Ma, osservando ora quello che avete, quando c’è stata la svolta? “Esattamente nel 2006. Serena, con il proverbiale istinto femminile

Perbacco!!! Ma questa scelta di mercato vi ha premiato? “Ma certo che si! Cominciammo a fare i primi Sold Out anche perché erano

Evidentemente non ti sei fermato lì… cosa è successo dopo? “Beh preso il coraggio a due mani chiedo a mio padre un aiuto economico per aprire un mio locale nel 2002, appunto l’Aricciainbocca01, e cioè il capostipite dei miei ristoranti e tutto questo a soli 22 anni!” Alla faccia!!! Complimenti davvero! Poi si dice che gli italiani sono tutti bamboccioni! “Altro che bamboccione!!! Furono tempi grami te l’assicuro. Il primo locale, che ancora ho (seppur allargato come vedremo in seguito), era minuscolo con pochi tavoli apparecchiati con la carta ed una cucina piccolissima tanto che potevo servire solo antipasti

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“I nostri ragazzi si sono tutti formati sul campo come me. La mia prima lavapiatti, per esempio, osser vandomi mentre cucinavo piano piano ha acquisito sicurezza e professionalità ed ora è Chef nel ristorante. Un altro ragazzo, pensa, venne a lavorare da noi ancora minorenne, veniva in motorino, ed adesso dirige l’Aricciainbocca02.” Ecco appunto il secondo locale. Come procede la storia dopo il successo del primo? “L’Aricciainbocca01 è il capostipite ed è rimasto, per nostra scelta sia d’affetto che di marketing, quello con la caratteristica da osteria-fraschetta, con i tavoli spartani ma accoglienti, insomma l’Old Style che tanti clienti vogliono ancora trovare ad Ariccia ma, nel nostro caso, con una qualità superiore. L’Aricciainbocca02 invece è un locale di genere addirittura cosmopolita il quale, seppur servendo sempre i piatti della tradizione talvolta “rivisitata” (la salsiccia alla Catalana, le bombette di mozzarella avvolte in foglia di guanciale croccante, la crema chantilly come una nuvola piena di frutti di bosco N.d.R.) appare più moderno, assai più spazioso, con un bancone che offre dalla carne ai salumi, dalla porchetta ai formaggi, ai sott’oli insomma chi ne ha di più ne metta il tutto irrorato da almeno 6500 bottiglie di vino buonissimo ed anche pregiato (il che non guasta) il tutto subentrate diverse cose: in primis la scelta della clientela in secundis l’acquisizione di un altro locale a noi adiacente (un vero colpo di fortuna) che ci permise di avere uno spazio assai più largo foriero di più posti a sedere ed una cucina di ben 18 mq ben fornita, che ancora abbiamo, e che ci parve un sogno!!!” Che vuol dire la scelta della clientela? “Vengo e mi spiego. Allora le Fraschette di Ariccia erano funestate da bande di giovinastri che arrivavano la sera, volevano pagare poco, si ubriacavano e a volte la serata poteva degenerare in rissa. Noi, complici il prezzo più alto ed anche una certa fermezza sia morale che

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fisica, potemmo eliminare questo tipo di avventori preferendo famiglie e gente più pacifica. Peraltro il problema, tempo dopo, si risolse con l’avvento delle multe ed i ritiri di patente per chi guidava in stato di ebbrezza che funzionò alla grande come deterrente. Quindi, e continuo, cominciammo ad ampliare largamente il numero dei primi, dei secondi, acquistammo dei macchinari quali l’abbattitore in cucina, cominciammo ad assumere più personale insomma era tutto un altro andare…” Ecco il personale. Ho notato che sono tutti ragazzi giovani, carinissimi ed intraprendenti con la clientela…


novembre\dicembre 2023 coordinato alla perfezione tra cucina e sala in una ridda di professionalità e cortesia per il cliente.” Ma quando si palesa la possibilità di aprire un secondo ristorante? “Noi eravamo arrivati ad un punto che, praticamente, mandavamo via le persone tanto era la richiesta. Stavamo dunque cercando un altro sito per aprire il secondo locale quando, un bel giorno, il Del Ponte, il mio primo datore di lavoro ed amico nonché fornitore personale (ci cura una nostra linea di salumi e porchetta) mi dice che, proprio accanto alla sua azienda, si era liberato un gran bel posto con annesso parcheggio che definire spazioso è un eufemismo. Ora tu ben sai che Ariccia, oltre che essere famosa per la porchetta e le Fraschette, era ed in parte è ancora tristemente famosa per le innumerevoli multe di divieto di sosta che specialmente la domenica i vigili staccano come farfalle in Amazzonia ai poveri romani e non solo (anche se adesso c’è un posto deputato con tanto di servizio di navetta organizzato dal Comune). Ebbene a noi quel posto ci parve il paradiso e, entusiasti, non ce lo facemmo di certo sfuggire!!!”

“Eh sarebbe bellissimo ma per ora non credo proprio che sia possibile, almeno in Italia…” “E perché?” “Per il problema del personale assai difficile da mantenere sia economicamente che fiscalmente nonché da trovare e non ultimo da sostituire in caso di malattia. Siamo già a posto cosi per il momento anche se io una certa voglia pazza di aprire un’altra cosetta ce l’avrei…” Cioè? “Guarda vorrei tanto aprire una pizzeria dato che, con rispetto per tutti, secondo me nei Castelli Romani un locale che offra una pizza di grande qualità ed esaustiva per tutti i gusti non esiste.” Addirittura! “Eh sì! Vorrei, in altre parole, aprire un locale con due forni separati, uno per la pizza romana bassa e scrocchiarella (alla Briatore N.d.R.) un altro per la pizza napoletana classica quella col cornicione tanto per intenderci, il tutto coadiuvato da una scelta di birre artigianali e di ottima qualità ed altrettanti vini.

Però prima di fare questo io dovrei necessariamente andare a scuola da un grande pizzaiolo per apprendere i segreti della pizza sia per gestire il personale che anche per sostituire, in caso di emergenza, il pizzaiolo... Mi sembra assai interessante questo tuo nuovo progetto e foriero anche di grandi guadagni ma, dato che sono romano, lasciami dire, e la battuta sorge spontanea, che dovrai cambiare nome al locale… “E perché?” “Beh il nome “Pizzainbocca” a Roma (pizza nel gergo romanesco vuol dire schiaffo N.d.R.) non mi sembra davvero di buon auspicio!” “(Augusto scoppia in una sonora risata) No. No... ci mancherebbe!!! Noi la bocca la colpiamo solo col gusto delle nostre portate!!!” …e concludiamo questa meravigliosa intervista sorseggiando uno strepitoso bicchiere di vino con l’immagine del tramonto sulle colline d’Ariccia ben visibili dalla terrazza dell’Aricciainbocca02...

È nato così il celeberrimo Aricciainbocca02 che, devo dire, potrebbe assolutamente non stonare in città quali New York, Londra o Parigi…” “Si esattamente e ti ringrazio ancora per questo complimento. Pensa che, nei primi tempi del primo locale, noi temevamo, non essendo nel centro di Ariccia con il flusso continuo di clienti, di avere problematiche di clientela: invece proprio per il fatto del parcheggio facile, dello spazio più ampio tra avventori, la bellezza del ristorante, la sua modernità, il menù di qualità e l’ampia scelta tra tradizione “fraschettana” e carne alla brace (anche tartare e carpaccio) tutta di origine italiana ad eccezione di una sola di origine bavarese, la scelta si è rivelata ottimale e foriera di grande successo!” E ci credo!!! È assai difficile trovare posto da voi. E questo mi porta a formulare l’ultima domanda: a quando il Franchising?

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/Food

IL NUOVO PORTICCIOLO Un’eccellenza culinaria che investe sui giovani

Rubrica iLoby a cura di Christian Gaston Illan e Luca Sardi

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Incastonato tra il celebratissimo Como Lake e la città di Lecco, alle pendici del Resegone e della Grigna, in un ambiente suggestivo è nato il nuovo ristorante Porticciolo. Protagonisti di questa nuova e straordinaria avventura culinaria sono Marco Galbiati, che guida un gruppo di imprenditori lecchesi e brianzoli, e il giovane e talentuoso chef Lorenzo Ferrari. Il nuovo locale si inserisce nel solco della storia di successo di quarant’anni del Porticciolo 84 aperto dalla famiglia Ferrari - certificata dalla conquista della stella Michelin e dall’appartenenza ai Jeunes Restaurateurs d’Europa - che ora rinasce e torna protagonista con una veste nuova, moderna e sostenibile, ma sempre improntata alla qualità e all’eccellenza, oltre che all’accoglienza e alla formazione dei giovani talenti. In una città e in un territorio che si sta trasformando e si mostra sempre più sensibile al turismo, il ristorante Porticciolo va ad arricchire e qualificare l’offerta gastronomica. Ma su cosa punta il locale di San Giovanni ce lo spiega direttamente lo chef Lorenzo Ferrari: «La nostra sarà una cucina contemporanea


novembre\dicembre 2023 e moderna, fatta di gusto, di ricerca, di riscoperta delle tradizioni adattandole ai giorni d’oggi, selezionando materie prime di grande qualità. Una cura del dettaglio perché la differenza tra qualcosa di buono e qualcosa di grande sta proprio nella cura dei dettagli. Una cucina attenta a insegnare ai giovani il tema della sostenibilità». Marco Galbiati, presidente di Welcome, la società proprietaria del Porticciolo, spiega i motivi di questa nuova avvenuta: «Siamo un gruppo di imprenditori desideroso di creare un’attività in grado di valorizzare il territorio. Ci siamo affidati a un giovane e talentuoso chef come Lorenzo Ferrari animato da passione e voglia di sperimentare per proporre una cucina leggera e gustosa con una brigata coesa, giovane, motivata e vogliosa di conquistare l’ospite. Una squadra aperta ai giovani della ristorazione che vogliono entrare nel mondo del lavoro che sposa la filosofia dell’alta qualità aperta alla collaborazione con le scuole di formazione professionale del territorio, come ImPresa di Carate Brianza». «Welcome - aggiunge l’imprenditore - è pure una Società Benefit che si pone come obiettivi quello dell’inserimento di studenti e giovani lavoratori attraverso lo sviluppo di un’accademia formativa improntata all’eccellenza, promuovere il benessere dei propri lavoratori, l’equa retribuzione e un positivo equilibrio tra attività lavorativa e vita privata. La proposta della ristorazione sarà improntata alla sostenibilità, garantendo trasparenza del menu, dei prodotti utilizzati e della preparazione degli alimenti, rispettando il ritmo delle stagioni». Insomma una proposta nuova, interessante e stimolante che merita di essere scoperta.

PORTICCIOLO RESTAURANT Via Fausto Valsecchi, 23900 LECCO Telefono: 0341 498103 E-mail: info@porticciolorestaurant.it Sito: porticciolorestaurant.it Instagram: @porticciolorestaurant Facebook: Porticciolo Restaurant Linkedin: Porticciolo Restaurant

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Rubrica iLoby a cura di Christian Gaston Illan e Luca Sardi

Il grande mate raccontato da “El chico”

UN PEZZO DI STORIA ARGENTINA

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Qual e la storia e il significato culturale del mate in Argentina? “Se torniamo alle origini, dobbiamo menzionare i Guaraní intorno all'anno 1000, che abitavano la zona nord-orientale dell'Argentina, in passato era il Brasile meridionale e principalmente il Paraguay. Erano esperti agricoltori che scoprirono la pianta dell'erba mate (ilex paraguariensis) e si resero conto che questa pianta aveva molte proprietà. I Guaraní consideravano il fuoco come “Sacro”, e per questo senza rendersene conto, scoprirono il metodo “sapeco”, usato anche oggi. Consiste nel passare le foglie di yerba mate nel fuoco per tagliare la processo di ossidazione ed evitarne la “decomposizione”. I Guaraní erano governati da una “Legge” di “reciprocità dei doni”. Avevano l'abitudine di condividere le cose che “facevano bene” perché sapevano che sarebbero servite per il loro spirito. I primi “mates” non erano nella forma come li conosciamo oggi, erano in un recipiente pieno d’acqua con foglie di ilex paraguariensis, la dividevano in cerchio e bevevano ciascuno dallo stesso recipiente attorno al fuoco, proprio come quello che succede oggi per poi agiungere una cannuccia che era un piccolo pezzo

di canna. Con l'arrivo degli spagnoli in America tutto cominciò a modernizzarsi, i contenitori si rimpicciolirono e iniziò la fabbricazione di mate in argento, oro e altri metalli. Oggi il mate fa parte della cultura argentina perché unisce e accorcia le distanze. Tutti bevono mate, dalle classi più emarginate a quelle più agiate. Il mate non è solo un infuso nella nostra cultura, come il tè o il caffè, ci riporta a quando eravamo bambini e lo condividevamo in famiglia, è qualcosa di molto bello perché si tramanda di generazione in generazione.” Quali sono i passaggi fondamentali per preparare il mate in modo autentico e tradizionale? "Ci vuole un contenitore, qualsiasi, ma qui in Argentina la zucca è molto utilizzata. • Riempiere 3/4 parti con l'erba, a seconda di quella che si preferisce. • Scuote e inclinare da una parte, per poter aggiungere l'acqua. • Dove non abbiamo erba, aggiungiamo una spruzzata di acqua tiepida e completiamo con acqua calda tra 80 e 85 gradi. • Lasciamo in infusione l'erba per 2 minuti. • Inseriamo la cannuccia e siamo pronti per iniziare il giro!


novembre\dicembre 2023 Come sceglie le erbe e gli accessori della migliore qualità per il mate? “Sono un sostenitore del fatto che le persone bevono il mate per essere felici, ognuno può scegliere ciò che gli piace di più, dalla erba al contenitore. Per le erbe consiglio sempre quelle classiche argentine, col tempo il palato migliorerà, come per il vino. Dobbiamo cercare erbe morbide, per avere un'idea del gusto e poi indagare poiché esiste una varietà ampia e ricca. Al giorno d'oggi c'è una vasta offerta di prodotti di buona qualità. Ma vi consiglio sempre di cercare persone che si dedicano da molto tempo alla degustazione del mate, che lo capiscano e non solo perché è di moda e vogliono farci un business. Mate deve essere inteso così com'è, semplice. Zucca, acqua, erba e bulbo. Non ha più mistero di quello. Non avremo un compagno migliore perché è oro. Immagina che più di 1000 anni fa si bevesse nell’contenitore di zucca e anche oggi è perché è l'unica che ha la proprietà di assorbire il sapore dell'erba e renderla un contenitore molto più ricco.” Quali sono i principali miti o malintesi legati al consumo di mate che vorresti chiarire? “Devono esserci molti miti sul mate, ho anche sentito dire che è come la cannabis. Come per ogni cosa bisogna trovare un equilibrio, si diceva che causasse il cancro all'esofago, la realtà è che secondo l'Organizzazione Mondiale della Sanità consumare bevande con temperature superiori ai 65 gradi provoca irritazione e reflusso costante, che può causare complicazioni al sistema digestivo. È un ottimo antiossidante che aiuta a fermare il deterioramento delle cellule. Oggi il consumo di yerba mate in diverse forme è aumentato notevolmente in tutto il mondo, poiché è considerata un “antietà” naturale.” Può condividere alcuni suggerimenti o segreti per preparare un compagno perfetto? “Avere pazienza, come ogni cosa nella vita, fare un buon contenitore richiede tempo, è un'arte. Fare sempre attenzione alla temperatura dell'acqua, affinché l'erba

non bruci. Consiglio di prepararlo con acqua tiepida per lasciare in infusione bene l'erba e poi proseguire con l'acqua a temperatura naturale avremo un mate molto più duraturo e ricco. Ma di per sé significa metterci tanto amore e godersi il momento. Niente di più.” Quali sono le varianti o versioni speciali di mate che consiglierebbe di provare? “Ogni cultura, che sia argentina, uruguaiana, paraguaiana o brasiliana, ha il suo stile. In Argentina il mate tradizionale è una piccola zucca, con yerba che rende il mate “più leggero”. In Uruguay si consuma un mate simile al nostro, anche se un po' più grande, ma con un tipo di yerba diverso. Questa è “despalada” e ha foglie più sottili, sono accoppiate più intense, un po' più amare e più durature. In Paraguay, a causa delle temperature più elevate, è molto popolare bere il “terere”, che è un mate “freddo” con succo, non acqua, con il sapore desiderato. L'erba che usano ha foglie più grandi poiché emanano un po' di sapore senza fondersi. Non si beve in una zucca ma in un bicchiere con ghiaccio ed erbe o anche in un bicchiere termico. In Brasile si chiama Chimarrao, che è un tipo di mate più lungo. Utilizzano un tipo di yerba caratterizzata da una struttura molto fine, presenza di rametti e colore verde brillante, sono accoppiate più intense e più durature. Sebbene l'erba sia la stessa, viene lavorata in modo diverso.”

vuole, credo che la diffusione parta dall'erba mate e da tutti i benefici che questa pianta ha. Ma dobbiamo dimenticare il formato tradizionale. Il mondo oggi consuma yerba mate nei formati “soda”, “birra”, “capsule di caffè”, “tè” e persino “bevanda energetica”. La cosa più bella è che ognuno la fa propria, scoprendo i benefici che ha nella propria vita quotidiana e consumando l'erba mate come vuole. Se è condiviso e in tondo, è meglio.”

Come vedi il futuro del mate e la sua diffusione fuori dall'Argentina? “È una domanda molto interessante, poiché il futuro è oggi. Penso che il “formato” mate come lo conosciamo in Argentina o in Sud America continuerà ad esistere (mate, yerba, tumba e thermos). E continuerà ad espandersi perché il mate ha ciò che lo rende così diverso dagli altri infusi che unisce, sia con gli uni che con gli altri e questo è molto bello nella vita. Fuori dall'Argentina, non dubito che molti adottino la nostra cultura, ma dobbiamo anche capire che ognuno la prenderà come

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/Logistica

SCANNELL PROPERTIES Ivan Poletti nuovo Head of Construction

A cura di Laura Lamarra

Ivan Poletti - Head of Construction Italia

Come è approdato in Scannell Properties? (quando, con che ruolo, qual è il background professionale) e cosa significa per lei la recente nomina a Head of Construction? Sono entrato a far parte del team di Scannell Properties a settembre del 2019 – esattamente quando Scannell ha ufficialmente aperto gli uffici in Italia - con il ruolo di Development Manager Italy, provenendo da Prologis dove ricoprivo il ruolo di Vice President dei dipartimenti di Project and Property Management. Sin dall’ormai lontano 2000, ho sempre lavorato nel settore real estate spaziando dagli immobili ad uso uffici, ai Centri Commerciali ai Data Center, per approdare infine nell’ambito della logistica. La mia recente nomina a Head of Construction significa molto per me, in primis per il riconoscimento da parte dell’azienda (che ringrazio) per il ruolo ed il lavoro svolti sinora e in seconda battuta perché è un ulteriore motivazione a far sempre meglio e raggiungere nuovi obiettivi, sia personali che aziendali. Quali sono i punti di forza e gli elementi distintivi di Scannell (struttura organizzativa, approccio al mercato, approccio ai progetti ecc.)? Siamo un’azienda finanziariamente indipendente e con un team in grado di lavorare in modo imprenditoriale. Possiamo contare su una struttura molto snella, che coglie rapidamente le opportunità nel mercato. La velocità decisionale che ci contraddistingue porta

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un forte vantaggio rispetto ai competitor, che in genere devono intraprendere lunghi processi approvativi prima di arrivare alla definizione di un potenziale deal. L’avere una struttura di questo tipo ci dà un ulteriore punto di forza ovvero il fatto che ognuno di noi è una sorta di imprenditore, vale a dire ha l’empowerment per prendere decisioni rilevanti. Questo non solo responsabilizza, ma fa sentire parte attiva dell’intero processo aziendale. Siamo inoltre molto attenti al dialogo con gli enti pubblici e alle richieste che da essi possono derivare in fase di progettazione e realizzazione di un immobile; anche questo è punto fondamentale per poter arrivare alla buona riuscita di un progetto. Può fornirci qualche numero di rilievo sul business (referenze, indicatori di redditività, volumi, numeri di progetti ecc.)? Considerato che Scannell è entrata in Europa solo 5 anni fa, e in Italia gli uffici sono stati ufficialmente aperti nel 2019, mi sento di poter affermare che i risultati ottenuti sono veramente impressionanti. A livello Europeo siamo riusciti a sviluppare oltre 700,000 mq mentre ad oggi, in Italia, siamo a oltre 170,000 mq sviluppati, rappresentando quindi circa il 25% del totale costruito. Di questi gli ultimi 50,000 suddivisi in due immobili da 30,000 e 20,000 sono stati completati a maggio di quest’anno. In generale abbiamo realizzato sia sviluppi greenfield che brownfield in parti uguali.


novembre\dicembre 2023 Altri progetti sono in cantiere, primo tra tutti il completamento del nostro parco logistico a Bologna, oltre a diversi sviluppi per i quali al momento siamo ancora in una fase di confidenzialità, per cui non posso dare ulteriori dettagli. Quali sono i progetti che vi vedono impegnati nell’immediato, cosa rappresentano per voi? E quali sono gli obiettivi di medio - lungo termine? In questo momento oltre a completare il parco logistico di Bologna, ci stiamo concentrando sulla ricerca di nuovi terreni da sviluppare siano essi brownfield che greenfield, sia nel Nord che nel Centro Italia, con l’obiettivo di continuare il trend positivo che abbiamo tenuto finora. Quello che conta non è tanto il numero dei progetti che si riesce a portare a termine quanto la bontà degli stessi, in altre parole conta molto più la qualità della quantità. Il periodo non è dei migliori al momento per le ragioni ormai note ma la richiesta di spazi c’è ed è forte: siamo confidenti per il 2024. In tema innovazione digitale e sostenibilità quali sono le azioni intraprese? Anche in questo ambito direi che siamo molto ben posizionati, basti pensare che tutti gli immobili che abbiamo costruito sinora sono dotati di Certificazione LEED Gold o BREEAM Very Good e ci siamo già dati l’obiettivo per tutti i prossimi sviluppi di arrivare alla certificazione LEED Platinum e BREEAM Excellent - i massimi livelli di sostenibilità che si possano raggiungere ad oggi per un immobile. Stiamo inoltre pianificando corsi per tutti i dipendenti in ambito ESG, al fine di far crescere la conoscenza e il significato di questa tematica all’interno di tutta l’azienda. In termini di digitalizzazione, già in fase di progettazione i nostri immobili vengono pensati e studiati utilizzando il sistema BIM e dotati poi di tutte quelle tecnologie che ci permettono di gestire sostanzialmente ogni impianto in maniera remota ed efficiente, andando così ad ottimizzare i consumi, migliorare la qualità di vita delle persone all’interno degli spazi e aumentare la vita utile degli impianti stessi.

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/Imprenditoria

PERSONE E LAVORO Cambiamenti e prospettive future raccontate da Chiara Bacilieri Rubrica iLoby a cura di Christian Gaston Illan e Luca Sardi

Chiara Bacilieri

In qual modo la tecnologia sta influenzando la trasformazione del mondo del lavoro e quali opportunità vede nel contesto della sua attività di Head of Research & Innovation presso LIFEED? “Da un lato, abbiamo già assistito a una profonda trasformazione verso il lavoro flessibile, evidenziando l'importanza cruciale per le organizzazioni di adattarsi ai bisogni dei propri collaboratori, in particolare il desiderio di conciliare vita personale e professionale. Questa sfida diventa una leva fondamentale per trattenere e attrarre talenti, specialmente tra le nuove generazioni. Inoltre, l’automazione dei compiti e la diffusione crescente di tecnologie come l'intelligenza artificiale stanno modificando le competenze richieste per i lavori di oggi e del prossimo futuro. Le competenze umane, le cosiddette competenze “soft”, come la capacità di giudizio e di decisione, la leadership e la gestione del cambiamento, sono diventate competenze chiave su cui persone e imprese devono investire già da oggi per rimanere competitive in un mercato e in un mondo del lavoro in continua trasformazione. Ma questo tipo di competenze non si sviluppano come le competenze tecniche: è molto difficile e costoso apprendere (e far apprendere) le competenze soft con la formazione tradizionale, per esempio in aula. La buona notizia è che queste competenze sono già presenti nelle persone, spesso senza che lo sappiano, poiché le sviluppano in contesti al di fuori del lavoro, come nel ruolo di genitori, figli, amici o appassionati di hobby e sport. Le competenze soft, infatti,

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a differenza delle competenze tecniche, derivano da esperienze di vita, relazioni e attività personali. L'opportunità che intravedo nel mio lavoro in Lifeed è quella di usare l'intelligenza artificiale per valorizzare al massimo le competenze umane. Ecco perché abbiamo recentemente lanciato uno strumento rivoluzionario per lo sviluppo, l'engagement e la retention dei talenti, che permette ai responsabili delle Risorse Umane e ai manager di riconoscere e valorizzare appieno il potenziale delle persone, compreso quello finora inespresso, con un impatto tangibile sulla crescita del business.” Il gender gap è ancora una sfida significativa in molte aree professionali. Quali iniziative e strategie ritiene più efficaci per ridurre questa disparità e favorire l'inclusione nel mondo del lavoro? “Il gender gap è un un ostacolo che permea ancora oggi la maggior parte dei settori e delle professioni, e una delle cause di questa disparità è l'effetto maternità e, più in generale, l’effetto caregiving. Le disuguaglianze che osserviamo sul luogo di lavoro sono solo la punta dell'iceberg di un problema più ampio radicato nei ruoli culturalmente assegnati a donne e uomini, che hanno portato a uno squilibrio nei carichi di lavoro non retribuito in ambito familiare. Si pensi che le donne, in media, dedicano circa 5 ore al giorno al lavoro domestico e alla cura dei familiari, mentre gli uomini ne dedicano meno di 2. Questa disparità è evidente anche nei dati sulla conciliazione


novembre\dicembre 2023 famiglia-lavoro, che rappresenta il 65,5% delle motivazioni di dimissioni delle donne. Nell'ottica di ridurre il gender gap nel mondo del lavoro, un passo fondamentale riguarda la valorizzazione della paternità, per esempio con l'estensione del congedo di paternità, che al momento consiste solo in 10 giorni obbligatori per i padri, a differenza dei 6 mesi previsti per le madri. A questo proposito, i dati del nostro Osservatorio Vita-Lavoro di Lifeed ci mostrano in modo chiaro un crescente desiderio da parte dei padri di condividere in modo più equo i compiti familiari, un desiderio che attualmente non trova riscontro nelle leggi vigenti. Lavorare su politiche che incoraggiano una genitorialità condivisa costituirebbe, quindi, un passo significativo verso una maggiore parità di genere.” In che modo le nuove tecnologie, come l'intelligenza artificiale e l'automazione, stanno contribuendo a ridurre o ampliare il divario di genere nelle opportunità di lavoro? Quali sono le implicazioni? “Tecnologie diverse hanno conseguenze diverse sul gender gap. Da un lato, la crescente automazione favorisce il lavoro flessibile, contribuendo a promuovere una cultura organizzativa che valorizza il risultato del lavoro anziché il numero di ore trascorse in ufficio e migliorare l’equilibrio vita-lavoro, che come abbiamo detto è una delle principali barriere per le donne nell’accesso a opportunità professionali e nell’avanzamento di carriera. Altre tecnologie, come l’intelligenza artificiale, se non gestite nel modo corretto possono amplificare il divario di genere. Ad esempio, algoritmi utilizzati nella selezione dei candidati possono involontariamente perpetuare pregiudizi di genere quando si basano su bias e stereotipi culturali. I bias nelle rappresentazioni dell'IA sono una preoccupazione diffusa. Faccio un esempio. Dal momento che le risposte dell’IA dipendono in gran parte dal set di dati utilizzato per addestrarla, e dal momento che le rappresentazioni del potere nella nostra società sono storicamente state più maschili, se chiediamo all’IA di mostrarci immagini di “persone di potere” è probabile che questa mostrerà principalmente immagini di uomini.”

Come riesce a coniugare il suo ruolo di Head of Research & Innovation con l'attività di docente a contratto presso l'Università Cattolica del Sacro Cuore, e come queste due esperienze si riflettono nei temi che le stanno a cuore? “ È s e m p re s t ato di fo n da m e nt al e importanza per me unire le diverse sfaccettature della mia identità professionale. Oltre al mio ruolo principale in azienda, al quale naturalmente dedico la maggior parte del mio tempo, mi dedico a vari progetti e iniziative. Ognuno di noi è tante cose ed io sento di essere “tante cose” anche professionalmente, e non non vorrei mai limitare la mia identità lavorativa a un singolo ruolo. Anzi, penso che sia essenziale, soprattutto per chi, come me, lavora per innovare: ogni progetto si arricchisce di idee, conoscenze e nuove esperienze provenienti da altri progetti. Ad esempio, il mio ruolo di manager in Lifeed e quello di docente a contratto all'Università Cattolica si integrano molto bene reciprocamente: l'insegnamento è un'ottima palestra per allenare la capacità di comunicare e trasferire concetti complessi, essenziale anche nel mio lavoro in Lifeed. Viceversa, gli argomenti che trattiamo in Lifeed sono molto utili anche per gli studenti.”

po' stanca e meno “carica”. Ho imparato ad accettare gli alti e bassi come parte di me e del percorso. In un certo senso, anzi, se non ci fossero momenti di minore motivazione, non ci sarebbero nemmeno i momenti di massima ispirazione e adrenalina. Oggi viviamo nell'era della performance, e molti di noi si sentono quasi in dovere di essere sempre al 100%, cosa che capita anche a me. Siamo spinti a perseguire una certa idea di successo, quando il concetto di successo è molto personale e diverso in ognuno di noi. Per qualcuno, è sinonimo di successo lavorativo; per altre persone, la soddisfazione viene soprattutto dalle relazioni, dalla famiglia, dall’avere più tempo da dedicare a qualcosa che ci rende felici. Ad esempio, per le nuove generazioni, più che per le generazioni precedenti, l'equilibrio tra vita personale e lavoro è parte integrante della definizione di successo. Il tempo assume un valore maggiore, e continuare a perseguire le proprie passioni e gli interessi personali è per molti un requisito fondamentale, non un optional da sacrificare. Vista la crescente attenzione verso i temi di 'diversità e inclusione', mi auguro che la società e i media diventino più inclusivi anche delle diverse forme di successo possibili e a cui aspirare.”

Ha parlato in un evento TEDx e ha ricevuto il riconoscimento Forbes Under30. Qual è il messaggio principale che desidera trasmettere al pubblico e ai giovani professionisti attraverso queste piattaforme? “Auguro ai giovani e a coloro che stanno cercando lavoro di scegliere (o creare) un'azienda in cui possano contribuire al cambiamento che desiderano vedere nel mondo.” La motivazione e l'ispirazione sono spesso chiave nel mondo professionale. Come riesce a mantenere alta la motivazione nella sua carriera e come incoraggia gli altri a perseguire il successo? “La mia motivazione, come credo sia per la maggior parte delle persone, non è costantemente al massimo. Ci sono giorni in cui è a mille, altri in cui mi sento un

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/Imprenditoria

HAMLEYS A MILANO, UN MONDO DI MAGIA E GIOIA PER I BAMBINI Enrico Preziosi porta in Italia la storica catena di negozi di giocattoli

A cura di Giovanni Bonani Enrico Preziosi - Founder Gruppo Giochi Preziosi

Perché avete scelto di partire da Milano? “Perché è la più europea tra le città italiane, molti brand stranieri scelgono Milano quando varcano il mercato italiano per la prima volta.” Che strategia di sviluppo commerciale pensate di mettere in atto nei prossimi mesi? “Abbiamo pianificato una serie di aperture in franchising (in esclusiva per i prossimi 5 anni) di almeno 10 negozi monomarca in tutto il territorio italiano. Dopo Milano ci sarà l’apertura nel cuore di Roma alla Galleria Alberto Sordi la prossima primavera. Ma si parla anche di Napoli, Genova…” Le referenze che si trovano nel negozio di Milano, sono quelle anche dei negozi all'estero? “Un mix dove abbiamo inserito anche giochi del Gruppo Giochi Preziosi SPA.” Che cosa vi ha spinto ad aprire Hamleys in Italia visto che sono presenti altre catene di giocattoli? “Sicuramente la storicità del marchio che a pieno titolo è il più antico brand di giocat toli al mondo e por ta con sé un esprit estremamente iconico e tipicamente anglosassone.”

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Che tipo di nuovi giocattoli pensate di proporre per il Natale? “Ci sono tante novità che riguardano molti nostri marchi, da Canta Tu Pro ai classici e sempre amati peluche Trudi, ma all’interno dello store Hamleys abbiamo inserito il primo corner Build a Bear che sicuramente sarà tra i regali più gettonati.”


novembre\dicembre 2023

HAMLEYS La storia, ricca, di Hamley inizia con William Hamley, un abitante della Cornovaglia originario di Bodmin, in Inghilterra. Il signor Hamley sognava di aprire il miglior negozio di giocattoli del mondo, cosa che realizzò quando aprì il suo primo negozio a Holborn, Londra, nel 1760. Circa 263 anni dopo, Hamleys, il miglior negozio di giocattoli del mondo, è sinonimo di esperienze magiche e di gioia per i bambini. L'esperienza di vendita al dettaglio di Hamleys, unica nel suo genere, comprende opportunità di gioco per i bambini, design accattivante del negozio, esperienza nel servizio clienti e incredibili dimostrazioni di giocattoli. Oltre al famoso negozio di giocattoli londinese, Hamleys è un marchio globale che opera attualmente in 15 paesi con 191 negozi in paesi come Regno Unito, India, Emirati Arabi Uniti, Cina, Malesia e Messico. Nel luglio 2019, Reliance Brands Limited [RBL] ha segnato la sua prima incursione internazionale acquisendo le attività globali di Hamleys. RBL gestisce i negozi Hamleys in franchising in India dal 2010.

RELIANCE BRANDS LIMITED RBL è una filiale di Reliance Retail Ventures Ltd e ha iniziato la sua attività nel 2007 con il mandato di lanciare e costruire marchi globali nei segmenti di lusso e premium della moda e del lifestyle. Il suo attuale portafoglio di partnership di marca comprende Armani Exchange, Bally, Bottega Veneta, Brooks Brothers, Burberry, Canali, Clarks, Coach, Diesel, Dune, EA7, Emporio Armani, Ermenegildo Zegna, G-Star Raw, Gas, Giorgio Armani, Hamleys, Hugo Boss, Hunkemoller, Iconix, Jimmy Choo, Kate Spade, La Martina, Lenscrafters, Manish Malhotra, Michael Kors, Mothercare, Muji, Paul & Shark, Paul Smith, Pottery Barn, Pottery Barn Kids, Pret A Manger, Raghavendra Rathore, Replay, Salvatore Ferragamo, Satya Paul, Steve Madden, Superdry, Scotch & Soda, Tiffany & Co., Tod's, Tory Burch, Tumi, Valentino, Versace, Villeroy & Boch e West Elm. Oggi RBL gestisce 2.145 sportelli suddivisi in 894 negozi e 1.251 shop-in-shop in India. Negli ultimi cinque anni, RBL ha investito anche nella creazione e nella gestione di marchi di design locali, oltre ad aver acquisito l'iconico rivenditore di giocattoli britannico Hamleys. A livello globale Hamleys ha 191 porte in 15 Paesi.

GIOCHI PREZIOSI Il Gruppo Giochi Preziosi è stato fondato nel 1978 da Enrico Preziosi come distributore all'ingrosso di giocattoli tradizionali. Successivamente è diventato distributore esclusivo dei principali produttori internazionali di giocattoli. La prima trasformazione del Gruppo Giochi Preziosi avviene dopo pochi anni: il gruppo inizia a vendere giocattoli sviluppati internamente. In seguito, il gruppo si è accreditato presso i principali licenziatari mondiali per la distribuzione di linee di giocattoli legate a famosi cartoni animati e film per bambini.

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/Automotive

GRENADIER 4X4: COSTRUITO PER IL MONDO Ineos Automotive avvia la produzione per il Nord America A cura della Redazione

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I primi Grenadier per il Nord America stanno lasciando la linea di produzione di INEOS Automotive G li St ati Uniti divent ano il più gr ande merc ato dell’azienda con oltre 7.000 ordini già effettuati Le prime consegne ai clienti inizieranno a novembre negli Stati Uniti e a gennaio 2024 in Canada Lynn Calder, CEO di INEOS Automotive, ha dichiarato: “L’avvio della produzione per il Nord America è un momento significativo per INEOS Automotive e in particolare per il nostro stabilimento di Hambach. Negli ultimi sei mesi abbiamo accelerato il tasso di produzione per consegnare i veicoli il più rapidamente possibile, continuando al contempo a garantire gli standard qualitativi di livello mondiale che ci siamo prefissati. Con l’aggiunta del Nord America il nostro st abilimento di Hambach st a producendo veicoli destinati all’esportazione in cinque continenti. Non poteva essere altrimenti: il Grenadier è costruito per il mondo.”


novembre\dicembre 2023 I primi 4X4 Grenadier destinati al Nord America hanno iniziato a lasciare la linea di produzione di INEOS Automotive nello stabilimento di Hambach, in Francia. Il primo veicolo diretto agli Stati Uniti, un Grenadier Belstaff Fieldmaster Edition in Scottish White, ha concluso ieri l’ispezione finale nel centro di controllo qualità. Gli Stati Uniti diventano il più grande mercato dell’azienda con oltre 7.000 ordini già effettuati. Le prime consegne ai clienti inizieranno a novembre negli Stati Uniti e a gennaio 2024 in Canada. INEOS Automotive ha acquisito l’impianto di produzione di Hambach da Mercedes-Benz nel gennaio 2021 e ha successivamente investivo oltre 50 milioni di euro nella struttura. La linea del Grenadier include ora un nuovo reparto verniciatura semiautomatizzato, un nuovo reparto carrozzeria totalmente automatizzato e un nuovo centro di controllo qualità. Con sede a Raleigh, Carolina del Nord, il team nordamericano di INEOS Automotive annuncerà a breve il primo gruppo di concessionarie selezionate. La rete di vendita e assistenza nella regione andrà ad arricchire ulteriormente la presenza globale dell’azienda, che opera in oltre 40 mercati e ha già iniziato a consegnare i veicoli ai clienti in 20. Greg Clark, Executive Vice President Americas di INEOS Automotive, ha affermato: “Abbiamo dedicato molto tempo alla

selezione di un team eccezionale di concessionari esperti e siamo felici di poterli annunciare a breve e di iniziare a importare i Grenadier Station Wagon per i nostri clienti.” In merito al Grenadier La colonna portante del Grenadier è un telaio a longheroni a sezione scatolata con robusti assali rigidi, un riduttore a due velocità e fino a tre differenziali bloccabili. È azionato da un motore BMW sei cilindri in linea da 3 litri, turbocompresso, alimentato a benzina o diesel (solo benzina in Nord America), ampiamente rivisto e ricalibrato per adattarlo alle peculiarità del veicolo. La praticità è evidente da dotazioni come il portellone posteriore frazionato 70:30, le barre integrate sul tetto, il precablaggio per accessori e fari ausiliari e paraurti anteriore, parafanghi e cofano sit-on. Un approccio open source agli accessori consente ai proprietari di creare il veicolo su misura in base alle loro specifiche esigenze. Gli interni combinano versatilità e praticità con le più recenti tecnologie e un comfort eccezionale. La disposizione dei comandi è intuitiva e funzionale, con interruttori fisici ben distanziati e facili da usare. Lo schermo centrale del sistema di Infotainment consente di accedere a una vasta gamma di informazioni e ai menu delle impostazioni. La console nel padiglione integra comandi e interruttori per le funzioni fuoristrada e ausiliarie. Grazie al rivestimento del pianale in gomma lavabile, ai sedili Recaro rivestiti in tessuto resistente o in pelle e alle numerose opzioni di stivaggio, il Grenadier è pronto per ogni sfida del mondo e della vita.

INEOS GRENADIER Nel 2017 il Presidente di INEOS Jim Ratcliffe, appassionato di automobili e di avventura, intravede un’opportunità: il mercato non offre alcun fuoristrada 4X4 minimalista e robusto, studiato per garantire gli attuali livelli di conformità e affidabilità. Nasce così INEOS Automotive Limited, con un team di professionisti del settore automobilistico impegnati a trasformare la visione in realtà offrendo una prospettiva nuova e rivoluzionaria sullo sviluppo e sulla produzione di un 4X4. Dalla combinazione dello spirito e del design britannico vigoroso con il rigore ingegneristico tedesco, il Grenadier 4X4 è un veicolo resistente adatto a qualsiasi situazione e dotato del comfort moderno e degli standard di perfezionamento e qualità richiesti dagli automobilisti di oggi. Progettato per superare ogni avversità e affrontare ogni condizione, offre la migliore combinazione di prestazioni in fuoristrada, resistenza e affidabilità a chi fa affidamento sui veicoli come strumenti di lavoro, in ogni situazione. INEOS Automotive è una società sussidiaria di INEOS (www.ineos.com), azienda leader nei settori petrolchimico, dei prodotti chimici speciali e dei prodotti petroliferi. Ha un organico di 25.000 dipendenti ripartiti in 39 imprese, con una rete produttiva di 183 stabilimenti in 29 Paesi. Dalle vernici alle materie plastiche, dai tessuti alla tecnologia, dai prodotti farmaceutici ai telefoni cellulari, i materiali fabbricati da INEOS migliorano pressoché ogni aspetto della vita moderna. Nel 2021 INEOS ha registrato vendite per un totale di 65 miliardi di dollari. Maggiori informazioni sul Grenadier sono disponibili all’indirizzo www.ineosgrenadier.com

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/Nautica

75° ANNIVERSARIO DI COSTA CROCIERE La leadership di Mario Zanetti

Rubrica iLoby a cura di Christian Gaston Illan e Luca Sardi

Q u a l i s t r ate g i e d i l e a d e r s h i p h a implementato per guidare il team di Costa Crociere e mantenere l'eccellenza operativa in un settore altamente competitivo come quello delle crociere? “In Costa Crociere abbiamo posto al centro delle nostre strategie l’esperienza umana e l’obiettivo di superare costantemente le aspettative dei nostri ospiti in termini di qualità e servizio. Questo obiettivo imprescindibile rappresenta anche il nostro grande differenziale, ciò che ci consente di distinguerci. Recentemente, abbiamo evoluto ulteriormente la nostra struttura organizzativa, per dare un forte impulso ai programmi di marketing e alle attività di vendita in tutti i mercati, affrontando le nuove sfide commerciali e puntando sempre alla soddisfazione dei nostri ospiti, in un’ottica di costante miglioramento.” Come ha af frontato le sfide della sostenibilità e della responsabilità sociale d'impresa nel contesto delle operazioni di Costa Crociere, e quali iniziative sono state promosse in questo ambito? “Il nostro impegno nella sostenibilità si può considerate pionieristico per il settore marittimo: la prima edizione del bilancio di sostenibilità risale addirittura al 2005, quando certi temi non erano ancora così di attualità. Un dato che evidenzia come la sostenibilità sia ormai diventata un asset fondamentale nel modello di business di Costa Crociere. L’evoluzione della nostra flotta ha saputo coniugare il miglioramento continuo dell’esperienza offerta agli ospiti con il miglioramento continuo delle performance ambientali. A bordo delle nostre navi, ad esempio, si effettua il 100% di raccolta differenziata, un dato che nemmeno i comuni più “virtuosi” a terra riescono a raggiungere. Sulle nostre ultime ammiraglie quasi il 100% dell’acqua consumata viene prodotta direttamente a bordo utilizzando dissalatori. Anche in cucina, grazie all'utilizzo di tecnologie avanzate, riduciamo al minimo lo spreco di cibo; le eccedenze prodotte vengono donate per fini sociali alle comunità locali tramite il Banco Alimentare. Per quanto riguarda le emissioni, siamo stati i primi a introdurre nel settore crociere il gas naturale liquefatto,

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novembre\dicembre 2023 che consente un immediato miglioramento delle performance ambientali rispetto ai combustibili tradizionali. Non è un punto di arrivo per noi, perché la nostra ambizione è quella di operare a zero emissioni di carbonio entro il 2050. Per questo stiamo testando nuove tecnologie da introdurre a bordo. Sostenibilità per noi significa non solo proteggere l’ambiente, ma anche lavorare insieme alle comunità che visitiamo con le nostre navi per creare valore condiviso. Per questo abbiamo redatto e sottoscritto con le amministrazioni locali un vero e proprio Manifesto, che riassume i principi che ci guidano per promuovere un turismo di valore, sostenibile ed inclusivo. Infine, non bisogna dimenticare il contributo della nostra Costa Crociere Foundation, che propone progetti in ambito sociale e ambientale, di cui hanno beneficiato sinora oltre 150.000 persone.” Costa Crociere è nota per l'innovazione nel settore delle crociere. Potrebbe condividere alcuni dei progetti più recenti o piani futuri relativi a nuove tecnologie e servizi a bordo delle navi? “L'innovazione è da sempre parte del DNA di Costa Crociere. Già dalla nostra nascita, nel 1948: la nostra prima nave passeggeri, la "Anna C", partita da Genova per Buenos Aires, è stata anche il primo transatlantico a offrire cabine con aria condizionata. La storia di Costa è fondamentalmente una storia di innovazione, che ci ha permesso di primeggiare costantemente nel settore delle crociere, ed essere qui oggi a festeggiare il nostro 75° anniversario. Nel corso degli anni, abbiamo introdotto numerose iniziative pionieristiche, come la prima nave interamente dedicata alle crociere nel 1959; la formula "fly&cruise" alla fine degli anni Sessanta; le crociere invernali nel Mediterraneo e le prime cabine con balcone privato in Europa. Oggi, continuiamo a porre l’innovazione al centro delle nostre attività, per garantire esperienze uniche, in maniera responsabile. Una grande componente di innovazione tecnologica è relativa all’alimentazione delle navi, ovvero alla ricerca di combustibili o fonti energetiche alternative che consentano di operare con emissioni sempre più ridotte.

Come detto, abbiamo introdotto per primi il gas naturale liquefatto sulle navi da crociera, creando anche da zero una rete di distribuzione che prima non esisteva. Adesso stiamo lavorando su una serie di ulteriori innovazioni in questo ambito, che si trovano in fasi diverse di sviluppo. Ad esempio, l’alimentazione tramite la rete elettrica di terra durante la sosta delle navi in porto; le batterie agli ioni di litio; le celle a combustibile; il biocarburante come sostituto del carburante fossile. Sono tutti investimento molto onerosi, per i quali sarebbe auspicabile un supporto anche da parte dello Stato o dell’Unione Europea, come già avviene per settori affini al nostro. Per quanto riguarda i servizi, la nostra è un’evoluzione continua, che mette al centro sempre la soddisfazione dell’ospite. Con le nostre nuove ammiraglie Costa Toscana e Costa Smeralda abbiamo ulteriormente alzato il livello di qualità della nostra proposta, concentrandoci in particolare su tre aspetti – gastronomia, esperienze a terra e intrattenimento - per far vivere esperienze uniche ai nostri ospiti.” In un mercato in continua evoluzione, quali sono le principali tendenze che ritiene saranno determinanti per il futuro di Costa Crociere, e come intende mantenerne la competitività a livello globale? “Oggi il consumatore predilige sempre di più esperienze di viaggio diversificate

e dal valore unico. In Costa puntiamo al miglioramento costante delle esperienze offerte, per garantire sempre la migliore ospitalità che ci contraddistingue. Abbiamo l’obiettivo di fornire esperienze eccezionali, sfruttando la nostra capacità di combinare in modo unico esperienze a terra e a bordo delle nostre navi. Ad esempio, offriamo l’opportunità di cenare all’Archipelago, un ristorante che propone menù di tre diversi chef di fama internazionale - Bruno Barbieri, Hélène Darroze e Ángel León - con una vista panoramica sui fiordi norvegesi; oppure organizziamo Djset con aperitivo, al tramonto, di fronte all’isola di Formentera. Non a caso sono proprio le emozioni vissute dai nostri ospiti, così belle da lasciare senza parole, ad averci inspirato nella nostra nuova campagna di comunicazione “Live Your Wonder”. Continueremo a seguire da vicino le tendenze del settore, innovando costantemente per garantire un'esperienza di viaggio straordinaria, mantenendo la nostra competitività a livello globale.” L'industria delle crociere è strettamente legata al turismo. In che modo ha adattato le strategie di marketing e vendita di Costa Crociere per affrontare i cambiamenti nei comportamenti dei consumatori e le esigenze dei viaggiatori moderni? “L’industria delle crociere è parte integrante del turismo. Noi ci confrontiamo con uno scenario competitivo che comprende l’intero

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settore dei viaggi. Per questo è diventato fondamentale differenziarsi e riuscire a comunicare in maniera efficace cose sia una crociera Costa. A fine settembre abbiamo lanciato una nuova campagna internazionale, che vuole marcare l’inizio di un nuovo percorso strategico e creativo, come naturale evoluzione di quanto costruito fino ad oggi. La nostra nuova strategia si basa sull’idea che il miglior modo di raccontare le esperienze vissute con Costa sia proprio attraverso le emozioni che queste esperienze suscitano negli ospiti. Questa evoluzione strategica è nata dall’osservazione del comportamento dei consumatori, del contesto socioeconomico, e vuole essere la risposta alle loro esigenze e desideri. Un brand che vuole essere rilevante nella quotidianità dei consumatori al giorno d’oggi deve offrire, oltre ai propri prodotti e servizi, anche un valore più alto, intangibile: le emozioni, appunto. Perché sono le emozioni che arricchiscono la vita delle persone e si trasformano in ricordi indimenticabili.” La digitalizzazione è un elemento chiave in molte industrie. Come ha incorporato l'innovazione digitale e la trasformazione tecnologica nella strategia aziendale di Costa Crociere per migliorare l'esperienza dei passeggeri e ottimizzare le operazioni? “La tendenza ad utilizzare sempre più gli strumenti digitali era già ben avviata nel nostro settore da tempo. D’altronde, se

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ci pensiamo, le navi da crociera sono un concentrato di tecnologia, che si evolve in continuazione. Questa tendenza, soprattutto per quanto riguarda l’esperienza vissuta dagli ospiti, si è ulteriormente accelerata con la pandemia. Ormai ogni fase della customer journey, dalla scelta della crociera, alla prenotazione, al chek in, alla prenotazione dei servizi a bordo, al ritorno a casa, è caratterizzata dall’innovazione digitale. Per questo la nostra sfida è quella di utilizzare la miglior tecnologia digitale disponibile per offrire per offrire la miglior esperienza di vacanza possibile. Ad esempio, la scorsa estate abbiamo siglato un accordo con Starlink di SpaceX, per offrire un servizio di connettività Wi-Fi ancora più affidabile e veloce sulle nostre navi. Ma senza mai dimenticare che il nostro obiettivo è fare felici i nostri ospiti, fargli vivere emozioni indimenticabili. Ovvero un obiettivo che non può e non potrà mai essere raggiunto esclusivamente con la tecnologia, ma solo combinandola con il fattore umano, con l’esperienza, il sorriso, la passione di chi lavora in Costa.” Come si sente personalmente riguardo al raggiungimento di un traguardo così significativo come il 75º anniversario di Costa Crociere, e quali emozioni lo attraversano nel vedere il successo e l'evoluzione dell'azienda nel corso di questi decenni? “Il mio legame con Costa è iniziato molto

prima di entrare in azienda, ai tempi in cui frequentavo l’università. Quando ancora studiavo vedevo queste navi bianche, con il fumaiolo giallo e la “C” blu, che entravano e uscivano dal porto. Erano eleganti, bellissime: osservandole, non potevi fare a meno di desiderare di essere a bordo per partire per una vacanza. Inoltre, sono sempre stato affascinato dalla tecnologia e complessità organizzativa delle navi. L’emozione di quando, terminata l’Università sono entrato a lavorare proprio in Costa, è stata indescrivibile. Emozione, ma anche orgoglio: lavorare in Costa significava, e significa ancora, lavorare per una delle aziende più prestigiose d’Italia. A distanza di 25 anni dal mio ingresso in Costa posso dire che sono ancora emozionato e orgoglioso nel vedere come questa azienda abbia saputo evolversi nel tempo e come abbia sempre potuto contare sul senso di appartenenza e la passione dei suoi dipendenti. Per celebrare il 75° Anniversario di Costa, abbiamo voluto condividere insieme alla città di Genova le emozioni e i momenti indimenticabili che i nostri ospiti hanno vissuto in tutti questi anni, in giro per il mondo. Abbiamo offerto uno spettacolo meraviglioso in una delle piazze più rappresentative della città e organizzato una serie di iniziative a supporto delle istituzioni e delle comunità locali, per portare un sorriso e un offrire un aiuto concreto alle persone più in difficoltà.”


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A cura di Carla Cavicchini

L’architetto che ama onde e spazi avvolgenti

SANTIAGO CALATRAVA: PREMIO LEONARDO DA VINCI ALLA CARRIERA PER IL DESIGN

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Santiago Calatrava - Copyright © Thomas Hoeffgen

La passione è il motore dominante di Santiago Calatrava. La si intravede nella sua espressione determinata, nei suoi bei occhi latini capaci d’approfondire l’animo umano, nella sua figura composta e gentile estremamente affabile colle persone che lo circondano. Alla XIV Florence Biennale di Firenze, il grande architetto spagnolo viene omaggiato del “Premio Leonardo da Vinci alla carriera per il Design”, con la motivazione dedicata

ad uno degli architetti più influenti del nostro tempo e con riconoscimento della sua audace sperimentazione, del suo straordinario talento e della sua ingegnosa capacità di combinare architettura ed arte in progetti concepiti e realizzati in armonia con la natura, orientati verso gli ideali di bellezza. Questo poiché Calatrava è protagonista di una architettura rispettosa delle forze, attraverso le realizzazioni concepite


novembre\dicembre 2023 talora in coraggiose soluzioni formali. Egli ha realizzato ponti, infrastrutture, centri congressuali ed espositivi nell’arco di una carriera costellata di grandi successi nell’ambito della sua professione, nonché artista capace di esprimersi tramite vari linguaggi tra cui disegno e scultura. Quest’anno il tema della biennale era: “I am you - Individual and Collective Identities in Contemporary Art and Design” e, proprio a Santiago Calatrava nelle vesti di ospite d’onore, gli è stato dedicato uno spazio espositivo all’interno del Padiglione Cavaniglia della Fortezza. Questo in occasione del ricordo di quei ventitré anni dalla sua ultima esposizione fiorentina avvenuta nell’anno 2000 a Palazzo Strozzi. Calatrava, di scuro vestito su cui spicca la cravatta turchese, nei consueti suoi modi garbati davanti al folto pubblico osserva che proprio i suoi desideri vivissimi sono quelli che hanno fatto la differenza nella sua professione: “Della gioia ho fatto il mio lavoro selezionandone accuratamente e quindi via a pensiline, balconi, iniziando con progetti delle fermate di autobus. E tutto fatto sempre con grande impegno considerandole non opere finali bensì recupero di cultura. Dove? All’Università di Zurigo ed ancora Stazione di Zurigo, ancora quel ponte a Barcellona, alla stazione di Lione dove si respira alta velocità pura ed ancora in tante tante altre città Europa e fuori Europa. Amo fare scultura e pittura capaci di generare laboratori di forme, nella considerazione che creare spazi è fondamentale per respirare. Nella stazione del Portogallo ho operato su terreni marci e quindi ‘rigenerazione’ con tanto d’Expo’! Quanto ai corridoi, li amo profondamente ed osservate sullo schermo dell’Auditorium - questa mia progettazione realizzata in acciaio e vetro. Ho amato molto collegare due parti di città che erano divise operando anche per i Tre Ponti di Reggio Emilia con fondi della Confindustria e non solo”. Nel frattempo appare una bozza capace di vedere plastici tenuti da funi con tanto d’allargamento d’immagini.” “Nel mio paese natale - prosegue, essendo nato a Valencia (Spagna) - mi sono applicato ad opere pure di democrazia alla fine della

dittatura. Qui si può osservare un unicum con giardini, musei ed agorà sociale per la città. In questo contesto, a Tenerife, sono stati consolidati bordi su terreno fatiscente creando polmoni verdi ed altro ancora. Inoltre sapete una cosa? Amo immensamente le onde! Per il vino il mio intervento si è concentrato sulle cantine rispettando profondamente i colori della natura, quanto alla gravità, è come la luce, noi siamo figli della gravità!”. Scorrono le immagini tra alte opere estremamente minimaliste focalizzando inoltre l’attenzione su quel ponte girevole realizzato per le maree - alte/basse -, sostenendo che proprio i ponti sono basilari quali identità dei luoghi con tanto di nomi dei finanziatori. Appaiono opere realizzate per stadi olimpici ed ancora per Gerusalemme, Tel Aviv, Emirati Arabi, con quella particolarissima Torre realizzata per Dubai. “Purtroppo noi europei abbiamo scarso senso dell’umanità - racconta - mentre in America mi sento uno di loro forse perché è stata terra di grandi emigrazioni e quindi persone ‘forti’ nelle loro battaglie. Quest’altra è una galleria per Toronto in veste nuova-antica rispettando gli equilibri del posto.” Bello ammirare quel ponte girevole ed ancora lo splendido “Museo del Futuro” mentre Calatrava spiega i lavori effettuati atti a depurare le acque marine, raccontando la collaborazione con un grande paesaggista americano senza mancare di sostenere poi che lo spazio ci avvolge e ci protegge. Nell’originalità del buon gusto, seguono poi opere che ricordano le cavallette ed ancora quella specie di ‘chiocciola’ per Chicago. Non manca il rapporto con la danza avendo operato col “Lincoln Center” di New York rivelando il suo pensiero d’architettura ‘danzante’ in angoli di luce nascosta. Scorrono vari nudi di pittura poiché se il corpo umano è fondamentale - dice Calatrava - proprio il nudo è la base dell’architettura. Sul finale della proiezione non mancano i lavori per “Ground Zero”. Decisamente una bella lezione di umanità poiché Santiago Calatrava - parole sue - crede nella gentilezza ed accoglienza. Spazio adesso a quella veduta semplicemente ‘magnificat’

nei confronti di quella opera, ‘Oculus’, che si apre donando un vero e proprio cammino di luce. Una luce zenitale, caratteristica peculiare che dà il senso all’intero disegno. Sottinteso il ricordo del bersaglio alle “Twin Towers” nell’avvolgente pensiero di pura tristezza, al seguito di buona speranza nel risorgere più uniti e più forti di prima. Con sorriso perenne e modi estremamente affabili, risponde alle varie domande per Beesness in maniera ‘secca’, tipica degli

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spagnoli, estremamente essenziale, lasciando tuttavia intendere anche dal suo volto che appare estremamente buono e cordiale. A suo av viso questi c ambiamenti climatici capaci di provocare sciagure immani possono influire sul mondo delle progettazioni architettoniche? “Beh… come spiegato anche durante la proiezione dello slide, ho lavorato per opere varie in luoghi gravemente feriti dal punto di vista climatico. Queste recuperate poi con possibilità di viverle internamente con parti di città sono state poi rigenerate. Inutile tuttavia nascondere l’impatto ambientale ed il carbonio usato per gli edifici”. A suo avviso la natura è più benigna o matrigna?

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“Ah, io ho sempre detto: ‘Natura mater magister’, frase latina che significa ‘Natura madre e maestra’.” Ci racconta perché ama così tanto progettare stazioni ferroviarie? “È un po’ parte del destino. Uno ne fa una, poi due, poi tre, e così via. In sostanza può essere anche fortuna, io sono stato coinvolto a lavorarci in ogni parte del mondo riscuotendo una grande soddisfazione professionale e personale.” Ed allora dal momento che ha viaggiato e continua tanto a viaggiare qual è la nazione in cui si trova meglio? “Non importa, non importa proprio, ho sempre lavorato con un senso molto universale dell’essere umano operando in più di 20 paesi, coltivando sempre la

gioia di ritrovare nuove persone e nuovi interessi cercando di aiutarli tramite la mia professione. E non nascondendo d’aver speso tanti anni per questo”. Ultima domanda (anche perché lo stanno reclamando), ci parli della città di Firenze e di questo premio ricevuto. “Firenze! Firenze è dappertutto, nel mondo, è un luogo di arte, di cultura. Oggi giorno parlare di tale luogo legato al Rinascimento e non solo, non è solamente un esempio per il mondo, bensì una grande lezione per artisti e studenti. Un riferimento universale. Quanto al Premio mi fa piacere averlo ricevuto proprio poiché ritirato in questo posto meraviglioso. Un vero e proprio gioiello”. Nella città medicea stavolta estro e fantasia più che mai sono di casa!


novembre\dicembre 2023

SANTIAGO CALATRAVA Architetto, artista e ingegnere, Calatrava è nato a Valencia in Spagna. Laureato in architettura alla Escuela Tecnica Superior de Arquitectura della sua città, ha poi frequentato corsi in urbanistica e in ingegneria civile. Ha aperto il suo primo studio a Zurigo, nel 1981, e subito dopo ha iniziato a partecipare a concorsi nazionali e internazionali per la progettazione di opere pubbliche e private. Forse il primo lavoro che lo rende noto è la progettazione del ponte Bach de Roda a Barcelona, seguono poi il ponte Alamillo e il viadotto Cartuja, e ancora altri progetti pubblici di grandi dimensioni della fine degli anni Ottanta ed anni 90. Egli aprì poi un secondo studio a Parigi nel 1989. Sempre a Valencia lavora ad un grande complesso culturale e di intervento urbano 'La città delle Arti e delle Scienze' che trasforma un'area molto sottosviluppata e degradata di Valencia. Nel 2004 egli si dedica a progetti negli Stati Uniti, impegnandosi alla progettazione di ponti in California e Texas, e al World Trade Center Transportation Hub a New York. In Italia egli è noto, tra le altre cose, anche per il Quarto ponte sul Canal Grande a Venezia, siamo nel 2008, e per il piano regolatore del Campus dell'Università Roma II a Tor Vergata. Nel mondo troviamo la firma di Calatrava negli Emirati Arabi Uniti al padiglione Expo 2020 di Dubai, e ancora la Dubai Creek Tower. Egli ha poi realizzato il masterplan dello Sharq Crossing a Doha (Qatar). Ma Calatrava non è solo architetto, risale al 1985 l'esposizione di nove sculture in una galleria di Zurigo, seguono nel 1992 due mostre personali a Londra. Nel 2000 è stata presentata a Palazzo Strozzi a Firenze la mostra ''Santiago Calatrava artista, architetto e ingegnere''. Egli ha ricevuto numerosi premi e riconoscimenti per i suoi risultati artistici da istituzioni e organizzazioni rinomate. Negli ultimi trentacinque anni Calatrava ha partecipato a oltre 80 concorsi di progettazione. Nel 1993 è stato nominato Global Leader for Tomorrow the World Economic Forum e nel 2005 è stato inserito da Time Magazine tra le cento persone più influenti.

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/Design

UN’AUTO IN SOGGIORNO Nuovo trend di stile nelle case di lusso A cura di Arianna Callegari

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Le case di lusso sono sempre all'avanguardia quando si tratta di design e stile. Tra le tendenze più popolari che stanno dominando il mondo delle dimore più esclusive, spiccano le realizzazioni di spazi studiati appositamente per poter godere della propria autovettura all’interno delle proprie abitazioni. Si tratta di un trend che sta affascinando non solo collezionisti ma anche semplici appassionati di motori. Condividere la propria passione per le quattro ruote in un luogo dove ogni dettaglio è curato con dedizione è sicuramente un’esperienza indimenticabile. Che sia un'auto d'epoca restaurata con cura o un modello sportivo dalle forme futuristiche, l'automobile diventa un elemento di arredo che racconta la nostra personalità e la nostra passione per la velocità. Non solo una macchina ma una vera e propria opera d'arte che


novembre\dicembre 2023 aggiunge carattere e fascino all'ambiente circostante. Il garage, da semplice rimessa, si integra alla casa e si trasforma in uno spazio espositivo per la propria preziosa autovettura, un luogo dove coltivare e condividere i propri interessi e le proprie relazioni. A seconda delle necessità e dei gusti del cliente questi spazi vengono realizzati su misura in ogni minimo dettaglio diventando una sorta di dependance di lusso dedicata alla propria automobile. I l b ox d e i s o g n i v i e n e r e a l iz z ato con materiali di pregio, domotica di ultima generazione, accessori studiati appositamente per l’area di rimessaggio e la cura dei propri mezzi. Uno spazio elegante e accogliente con aree relax e ambienti dedicati ai propri hobby in uno scenario da sogno. Tra i vari esempi realizzati, sicuramente ambizioso è il progetto DEBOX firmato AD Dal Pozzo, impegnato nell’ideazione e realizzazione di garage e spazi di l u s s o ico nici d ove l ’a u to m o b il e è l’oggetto protagonista della casa capace di trasformarla in un luogo unico e personalizzato che parla delle nostre passioni e del nostro mondo. Questi ambienti sono concepiti in modo da non snaturare la loro funzione principale che è quella di custodire autovetture, ma allo stesso tempo sono progettati come dei micro appartamenti. Con DEBOX è possibile configurare spazi su misura con arredi di pregio, effetti luce studiati per far risaltare le linee della propria quattro ruote dotati di tutti i servizi indispensabili dove poter inserire angolo bar, mini palestra, spa, area gourmet per soddisfare ogni richiesta del cliente. AD Dal Pozzo con DEBOX offre un servizio completo per la realizzazione di ambienti unici e sorprendenti dove poter condividere tutti i dettagli e le emozioni legati alla propria passione per le autovetture.

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A cura di Elisa Scheffler

Tra enogastronomia, arte e natura

GOLOGONE EXPERIENCE: ALLA SCOPERTA DELLA SARDEGNA PIÙ AUTENTICA

/Turismo 78

C’è un luogo magico tra profumo di mirto e rosmarino in Barbagia, a Oliena. Rappresenta un’icona dell’ospitalità nel cuore del Supramonte, in provincia di Nuoro, e il suo nome è Su Gologone. Si chiama come la sorgente vicina e si trova nella Sardegna centrale, sui fianchi del massiccio del Gennargentu, zona in cui l’acqua ha scavato meandri attraverso le viscere del sottosuolo per riaffiorare in superficie. Questo experience hotel regala ai suoi ospiti tante emozioni indescrivibili. L’architettura è tipicamente sarda e la struttura si sviluppa in mezzo alla vegetazione. La proprietaria Giovanna Palimodde è una

perfetta padrona di casa che, nel tempo, ha ampliato ciò che è stato costruito all’inizio dal padre. Le camere sono tutte diverse e uniche nel loro genere, arredate nello stile tipico isolano. Per chi vuole dipingere, da quest’anno, c’è anche una suite dedicata. Nell’art studio si trovano tantissimi pennelli, tempere, cavalletti e tutto il resto necessario per esprimere la propria creatività. L’idea nasce dall’estro di Giovanna, che è un’artista, nonché la più grande collezionista d’arte sarda. Per questo motivo, nell’hotel sono esposti molti quadri ed oggetti, di grande interesse


novembre\dicembre 2023 e valore. Ma c’è di più. Questa donna straordinaria, ha creato anche le Botteghe del Su Gologone dove, oltre ad acquistare meravigliose creazioni, si possono seguire corsi di ricamo e pittura. Quando si arriva a questo concept store, è un vero trionfo di tessuti, colori e ceramiche. Giovanna, con la sua energia, accoglienza, capacità imprenditoriale e amore per l’arte, offre ai suoi clienti un soggiorno indimenticabile, valorizzando oltre al territorio, la comunità locale che ci lavora. Questo tipo di scelta conferisce ancora più autenticità alla location e al viaggio. L’hotel si distingue per l’eccellente cucina che propone un menù della tradizione di Sardegna fatto di salumi della Barbagia, formaggi di pecora, frughe con pomodori, brasato al Cannonau, capra in umido con erbe selvatiche, pane carasau croccante appena sfornato, seadas, gelato al finocchietto o al mirto… e molte altre cose buonissime. Tra le varie experience da provare, quella di imparare a fare la pasta tipica a mano come i malloreddus o culurgiones, è imperdibile. Al Su Gologone ci sono varie aree per mangiare e rilassarsi, nelle quali liberare i sensi. Recatevi alla Terrazza dei sogni, al Nido del pane o al Bar Tablao. Potete cenare dove si fa il pane oppure nell’orto, per esempio. L’ideale per lasciarsi incantare del panorama mozzafiato, oppure leggere un libro, invece, è il Sos Nidos, l’ultimo nato. La Barbagia è famosa per il suo vino e qui si svolge il famoso festival del Cannonau. Dunque, merita una visita la cantina della struttura e, se amate bere, anche vivere un’esperienza enologica degustando le eccellenze barbagiarine. Fuori da questo posto incredibile, sono tante le belle gite da organizzare nei dintorni. Potete immergervi nella natura della valle di Lanaittu tra boschi di lecci e ginepri secolari, alla scoperta di tesori naturalistici ed archeologici come i siti nuragici. Oppure, scegliere di fare trekking e godere della vista sul Monte Corrasi, magari al tramonto. Un’altra cosa interessante e culturale è vedere il museo del costume a Nuoro, un’eccellente rappresentazione della vita tradizionale dell’isola. Se desiderate andare al mare, in circa mezz’ora si auto si raggiunge il golfo di Orosei che vanta spiagge fantastiche. Al rientro dalle molteplici attività, vale la pena rilassarsi in piscina o praticare yoga, ma anche richiedere un bel trattamento estetico. Recarsi al Su Gologone significa ritornare alle origini, in un certo senso. Qua l’esperienza è totalizzante perché è enogastronomica, artistica, naturalistica e intima. Ecco perché il Su Gologone è così speciale e affascinante. Se non ci siete ancora stati, segnatevi questo indirizzo nella Sardegna più vera dove regna la pace e l’autenticità, perché ne vale veramente la pena. Provare per credere.

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/Recensione

VINCITORI E VINCENTI Vincere una volta o vincere per sempre

A cura della Redazione

L’ex pallavolista Pasquale Gravina condivide il suo percorso e le sue esperienze, per trasmettere al lettore le chiavi che gli hanno permesso di ottenere grandi risultati dentro e fuori dal campo. Quando si parla di “carriera”, difficilmente si pensa a un percorso liscio e privo di ostacoli, anzi, spesso si tratta di una strada tortuosa e costellata da imprevisti o frenate improvvise. Quella sportiva non fa certo eccezione e, forse più che in altri ambiti, la chiave per il successo di un atleta sta proprio nella capacità di adattarsi agli imprevisti e usarli come trampolino per fare un salto di classe o, appunto, di carriera. Tutto questo Pasquale Gravina lo sa bene e lo racconta in “Vincitori e vincenti” edito da Roi Edizioni, un’opera autobiografica che ripercorre anno per anno la vita dentro e fuori dal campo. Segue le vicissitudini che lo hanno portato dalla squadra della sua città natale al timone di alcune delle più grandi società nell’ambito della formazione e dello sviluppo del lavoro, trasferendo la propria etica e le proprie competenze dal campo alla scrivania. Membro di quella “Generazione di fenomeni” che nel corso

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degli anni ‘90 ha portato la nazionale italiana in vetta a tutte le classifiche, Pasquale Gravina è noto prima di tutto per una carriera sportiva di altissimo livello, con un’impressionante Palmarès di ben 34 titoli, 13 con la maglia della nazionale, la stessa insignita dalla FIVB del titolo di squadra del secolo. Una carriera di questo calibro non può però comporsi di soli successi ed è proprio sui fallimenti, sulle battute di arresto, che si sofferma di più, spostando i riflettori su quelle criticità che, per inesperienza o distanza dai riflettori, difficilmente il pubblico coglie ma che contribuiscono a formare un’atleta tanto quanto le ore di allenamento nei palazzetti. In prima battuta, fino al momento dell’abbondono della carriera di atleta, Gravina si concentra proprio su quei momenti chiave, tra tutti le olimpiadi del 1996 e del 2000, che hanno scandito una carriera esemplare. Vengono messi in mostra, allo stesso modo, i momenti di gioia e quelli di sconforto, restituendo quasi vent’anni di insegnamenti ricevuti dentro e fuori dal campo. Anche nel caso di uno sportivo di altissimo livello però, la carriera da giocatore non può durare per sempre e arriva il momento di


novembre\dicembre 2023 reinventarsi e fare una scelta: spostarsi “dietro le quinte” per rimanere vicino al campo e mettere ancora frutto le esperienze maturate oppure allontanarsi dal mondo dello sport, cambiando radicalmente stile di vita, a costo di rischiare di perdersi negli ingranaggi di un mondo con non si conosce. Nel caso di Gravina si è trattato di un percorso graduale. Dopo essersi ritirato come atleta, il primo cambiamento di carriera lo vede ancora legato al mondo dello sport, che conosce bene e all’interno del quale si muove agilmente. I successi in questo ambito non sono però frutto unicamente dei contatti costruiti negli anni sul campo quanto ad un atteggiamento più trasversale maturato in precedenza: “Non si può primeggiare solo per buona sorte, anche perchè per compensazione universale finisce per arridere anche agli avversari. Nel ciclo di vittorie si trovano molti elementi virtuosi. Innanzitutto, c’è il segnale di una continua ricerca del miglioramento. C’è metodo.” Proprio questo metodo permetterà a Gravina di ambientarsi in un ambito apparentemente molto lontano da quello sportivo, la formazione aziendale e i servizi per il mercato del lavoro. Un cambiamento radicale di ambiente e stile di vita - questa volta lontano dalle urla e dal tifo - che porterà Gravina fino alla dirigenza di alcune delle più grandi aziende del settore. Questa reinvenzione, frutto di tenacia e flessibilità imparate negli anni, diventa quindi una testimonianza della differenza tra chi a volte vince per caso e qualcuno che fa della vittoria una strategia da affinare.

L’AUTORE Pasquale Gravina è stato uno dei più forti giocatori di pallavolo italiani. Membro della cosiddetta “Generazione di Fenomeni” insignita dalla FIVB di squadra del secolo, ha collezionato 34 titoli, 21 di club e 13 con la maglia della nazionale. Chiuso con la pallavolo si è dedicato dapprima a ruoli da agente e dirigente sportivo, per poi convertirsi al mondo aziendale. Nel 2015 assume il ruolo di CEO di Trenkwalder Formazione e dal 2017 è Group Strategic Selling Director di Gi Group, una delle principali realtà, a livello mondiale, nei servizi dedicati allo sviluppo del mercato del lavoro. All’attività manageriale affianca una intensa attività di speaker.

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/Recensione

MISSIONE MANAGER Come sopravvivere alla promozione al primo ruolo manageriale e crescere fino a guidare grandi team

A cura della Redazione

Tutti i consigli di una delle più apprezzate manager di tutta la Silicon Valley per affrontare senza ansia lo scatto di carriera, imparando a gestire nuove competenze e responsabilità, per diventare grandi manager e apprezzati leader. Julie Zhuo aveva venticinque anni quando viene promossa manager del design team di Facebook, all’epoca una start up in crescita. E come capita a molti, al primo incarico manageriale, non sa da che parte cominciare. Da quella sua prima esperienza manageriale nasce Missione manager, best seller internazionale in arrivo anche in Italia dal 27 settembre (ROI Edizioni), in cui racconta il percorso professionale che l’ha portata a scoprire come guidare il suo gruppo durante l’inarrestabile crescita dell’azienda, senza che nessuno le spiegasse come fare. Ha dovuto trovare le risposte sul campo, provando, sbagliando e correggendo il tiro. È cresciuta insieme all’organizzazione, con un ruolo fondamentale in una delle aziende tech più rilevanti del secolo, accumulando un capitale di esperienza senza pari, che ora trasmette a quanti si trovano nella sua

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stessa condizione. Di quali consigli ha bisogno chi si ritrova da un giorno all’altro con una promozione sulla scrivania, ma senza un libretto di istruzioni? Quali sono gli errori da evitare, e quelli da fare, invece, per migliorare? Come possiamo sapere se possiamo diventare o essere dei buoni manager? Se è vero che il management non è una questione di DNA ma di competenze, Julie Zhuo ci guida in un percorso costellato di consigli, domande e risposte per scacciare l’insicurezza e indirizzarci verso una maggiore consapevolezza verso un ruolo che in pochi spiegano come vestire bene. Lo scopo è quello di trasmettere questa esperienza a chi si trova ad affrontare le stesse sfide, parlando ai giovani (ma non solo) e spiegando in modo molto pratico quali sono le responsabilità dei manager, quali sono le cose che è indispensabile sapere e come cambiano i problemi e le soluzioni man mano che la propria carriera decolla. Alla domanda “In che modo un manager può aiutare un gruppo


novembre\dicembre 2023 di persone a ottenere grandi risultati?” Julie Zhuo risponde con un elenco di 5 condizioni che un team deve avere e che possono aiutare ad aumentare le loro probabilità di successo: una vera squadra (ben definita, con componenti fissi), un orientamento efficace, una struttura stimolante, un contesto organizzativo ingaggiante e allenatori esperti. E dall’altra parte della scrivania, la giornata di un manager è scandita da molteplici compiti e attività che possono essere inseriti all’interno di 3 macro-contenitori: scopo (il perché), persone (il chi), processo (come lavora il team). I capitoli del libro, ognuno dei quali si apre con una vignetta di Pablo Stanley, sintesi provocatoria del tema affrontato nelle pagine successive, affrontano i processi più importanti che un manager dovrebbe padroneggiare per raggiungere gli obiettivi: l’organizzazione di riunioni efficaci, l’arte dei feedback, la pianificazione di strategie a lungo termine (migliorate sempre sulla base degli errori passati), la gestione efficace di team, piccoli e in espansione, ma soprattutto la gestione di sé stessi, la progettazione orientata al futuro e l’attenzione verso una sana cultura aziendale. Si arriva così a trovare risposta anche alla domanda sul perché vogliamo fare questo lavoro chiarendo la questione strettamente connessa e che riguarda la leadership, qualità che chiunque può dimostrare (indipendentemente dal suo ruolo) ma che risulta fondamentale per chi vuole essere un bravo manager.

L’AUTRICE Julie Zhuo è una delle più apprezzate manager di tutta la Silicon Valley. Entrata in Facebook agli albori come designer, ha scalato le gerarchie fino a diventare vicepresidente del product design. Ha diretto i team di alcuni dei più popolari servizi web e mobile, utilizzati da milioni di persone in tutto il mondo. Scrive anche di tecnologia nel popolare blog “The Year of the Looking Glass”, viene invitata a parlare di management e leadership in numerosi podcast e ha scritto per il New York Times e per Fast Company.

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/News Franchising

MAIL BOXES ETC. CONTINUA L’ESPANSIONE IN ITALIA CON L’INAUGURAZIONE DEL 600° BUSINESS SOLUTIONS CENTER MBE è una piattaforma leader per il commercio globale per PMI e privati grazie alle sue soluzioni di e-commerce, spedizione, logistica, marketing e stampa. Il modello di business imprenditoriale innovativo di MBE, l’argomentazione esclusiva di vendita e la gamma di soluzioni di alta qualità hanno attratto molti imprenditori nel corso degli anni, portando un numero crescente di paesi a aderire alla rete MBE. L'azienda attribuisce il suo successo alla sua vasta gamma di soluzioni su misura, specificamente progettate per soddisfare le esigenze di PMI e privati. MBE Italia è stata fondata da Graziano Fiorelli e suo figlio Paolo Fiorelli che hanno sviluppato l'attività sul territorio nazionale applicando il concept MBE che negli Stati Uniti si era già dimostrato di successo. L'Italia è stata il paese pioniere della rete MBE, con l'apertura del suo primo Centro Servizi Mail Boxes Etc. a Milano nell'aprile 1993 e oggi, a distanza di 30 anni arriva questo storico traguardo, con l’apertura del 600° Business Solutions Center sul territorio italiano, a Galliate, in provincia di Novara. L’apertura del 600° Business Solutions Center in Italia è un’ulteriore conferma della costante crescita del Brand e della riuscita dell’ambizioso piano di sviluppo iniziato nel 1993: ottenere una presenza capillare su tutta la penisola, grazie all’impegno quotidiano nello sviluppo di MBE in Italia e nel mondo da parte di collaboratori, partner, Imprenditrici e Imprenditori, rendendo così la Rete MBE vicina ai propri Clienti.

BROOKLYN FITBOXING RAGGIUNGE QUOTA 200 CLUB APERTI La catena franchising specializzata nella fitboxing apre il suo nono centro in Italia, BF Papiniano. È il 200° Club nel mondo. Nel mezzo di un piano di espansione internazionale che dopo l’estate ha portato all’apertura di nuovi Club in Germania e Francia, a ottobre Brooklyn Fitboxing ha raggiunto l'obiettivo di 200 palestre aperte nel mondo. Consolidata in Spagna, dove il suo metodo di allenamento è diventato una delle proposte preferite nel mercato del fitness, nel 2023 l’azienda spagnola è sbarcata anche in Germania e in Francia e ha firmato un recente accordo per aprire presto anche in Messico. Milano Papiniano è la nona location italiana ed entro la fine dell’anno si aggiungeranno altre due aperture. Questo fa del capoluogo lombardo uno dei fiori all’occhiello della rete dell’azienda, superata soltanto da Madrid e Barcellona, e al pari di Valencia e Siviglia per numero di centri attivi. Aluigi ha anche evidenziato le enormi opportunità di espansione offerte dal mercato del fitness italiano, soprattutto per un’azienda "il cui focus è accompagnare il cliente giorno dopo giorno". Per festeggiare il 200° Club, Brooklyn Fitboxing metterà in palio un viaggio a Milano per i follower del brand sui social network. Supportato da un sistema di franchising che basa i locali su spazi tra i 100 e i 250 metri quadrati con una ventina di sacchi da boxe, Brooklyn Fitboxing ha raddoppiato il numero dei suoi Club in soli due anni. Tanto che quasi tutte le province spagnole hanno almeno un centro aperto (attualmente, la Spagna ne conta 170). A Spagna, Italia, Germania, Francia, Portogallo, Argentina e Russia, l’anno prossimo si aggiungerà anche il Messico e quasi certamente la prossima tappa nella crescita dell’azienda spagnola sarà il Brasile. "Per poter internazionalizzare è necessario reinvestire gran parte di quello che generiamo in queste strutture in modo che ci aiutino a crescere", Nebrera spiega perché la crescita sia così rilevante in determinati mercati. L’apertura del Club n°200 arriva alla vigilia del decimo compleanno dell’azienda. Le porte del primo Club si sono aperte infatti nel gennaio del 2014 nel distretto Arganzuela di Madrid, con la trasformazione in tempo record - approfittando delle vacanze natalizie di una palestra femminile nel primo club Brooklyn Fitboxing.

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NUOVA APERTURA TRIUMPH: IL BRAND ANNUNCIA L’OPENING DEL PRIMO MONOMARCA A BARI Triumph, storica azienda di lingerie tra le più conosciute a livello mondiale, arriva in Puglia con il primo store monomarca nel cuore di Bari: un’apertura strategica, che segue la recente avvenuta a Fano, volta ad ampliare la presenza del brand nel centro-sud Italia e a soddisfare la richiesta di una clientela sempre più numerosa e attenta a qualità, stile e comfort. Posizionato nel quadrilatero murattiano, in via Principe Amedeo 29, considerata una delle principali vie per lo shopping a Bari, il nuovo negozio Triumph si sviluppa su una superficie di vendita di circa 60 mq. con un’importante vetrina proprio sulla via. Gli spazi ampi, luminosi e accoglienti fanno da palcoscenico alle collezioni di lingerie , cos tumi e homewear del marchio e valorizzano al meglio l’esperienza di acquisto a soli due passi dal mare. Il negozio, sarà operativo in franchising e sotto la guida dell’imprenditore Pietro Grassi, uno dei titolari dello store.

LÖWENGRUBE APRE IN EMILIA ROMAGNA IL 4° PUNTO VENDITA DELLA REGIONE Il franchising della ristorazione in stile autentico bavarese continua a crescere in Emilia Romagna: dal 16 novembre apre la quarta bierstube a Casalecchio di Reno. Continua l’espansione di Löwengrube, il brand di ristoranti birrerie in stile autentico bavarese creato nel 2005 da Monica Fantoni e Pietro Nicastro con il primo locale a Limite sull’Arno (Firenze). Löwengrube apre una nuova bierstube a Casalecchio di Reno, il quarto ristorante dell’Emilia Romagna. Dopo il successo di Bologna, Modena (il locale più grande della rete a livello nazionale) e Ravenna, l’insegna apre ora nella food court del Centro Commerciale La Meridiana di Casalecchio di Reno. Anche qui sarà possibile rivivere le atmosfere dell’Oktoberfest tutti i giorni e in modalità permanente, sorseggiando le birre storiche di Monaco e gustando i piatti tipici della cucina bavarese e alto-atesina. La nuova bierstube di Casalecchio di Reno può ospitare fino a 250 persone tra le sale interne (suddivise in area Oktoberfest conviviale per i gruppi, spazio family con adiacente area bimbi ispirata al metodo montessoriano e la zona più riservata adatta a coppie e piccoli gruppi di amici) e il biergarten esterno, il tipico “giardino della birra”, che permetterà nelle belle giornate di sorseggiare all’aperto le birre autentiche dell’Oktoberfest, spillate rigorosamente alla tedesca il caratteristico cappello di schiuma, fondamentale per conservare aroma, fragranza e leggerezza della bevanda. Il menù propone una ricca varietà di specialità bavaresi, taglieri di salumi e formaggi, antipasti e dolci a tema, come gli irresistibili bretzel spolverati di zucchero e accompagnati da crema di cioccolato, ma anche varianti vegetariane, uno speciale menù senza glutine e il menù Kinder per i bambini, che possono giocare nell’area kinder progettata secondo i principi montessoriani per stimolare l’interazione attraverso giochi educativi realizzati con materiali naturali.

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