Anno LXXXVI 11 dicembre 2023
Cooperativa Migros Ticino
G.A.A. 6592 Sant’Antonino
Settimanale di informazione e cultura
edizione
50
MONDO MIGROS
Pagine 4 – 5 pagina 2
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SOCIETÀ
TEMPO LIBERO
ATTUALITÀ
CULTURA
Storia della famiglia Garbani, appassionata custode della memoria fotografica del Locarnese
Adrenalina allo stato naturale, è quanto regala lo slackline, ovvero funambolismo ad altezza variabile
Il 13 dicembre si rinnoverà il Consiglio federale elvetico. Chi sono i candidati in corsa
Intervista alla scrittrice italiana Veronica Raimo tornata in libreria con La Vita è breve, eccetera
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L’Europa che mira in alto
Loris Fedele
Keystone
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Ma quanto ci mangiano su queste armi Carlo Silini
Da bambino un missionario mi ha raccontato di aver visitato una tribù nella quale il sistema numerico era scandalosamente semplice: uno, due, tre, moltitudine. Dal «nostro» 4 in avanti non si faceva più distinzione di cifre. Ventuno, ventunmila e ventun miliardi, per dire, si esprimevano con l’identico valore di «moltitudine». Sospetto si trattasse di una leggenda filantropica, una pietosa esagerazione morale a fine didattico: mostrare che si può vivere beatamente senza l’assillo dell’accumulo quantitativo; di soldi, cose, case (capanne o banane). Forse è vero. Ma fino ma un certo punto. Perché quando si conosce l’ammontare di certe spese, la cifra «moltitudine» non soddisfa più. Pur affascinato dalle grandi avventure celesti, come quelle dei programmi spaziali dell’ESA raccontate dal nostro collaboratore Loris Fedele a pag. 27, mi chiedo se davvero l’umanità possa permettersi simili investimenti economici per
esplorare lo spazio, quando ci sarebbero così tante emergenze terrestri in disperata ricerca di fondi che non arrivano mai. È vero che la ricerca spaziale ha sempre avuto delle ricadute positive anche al di sotto delle rotte orbitali e ha ragione il direttore generale dell’Agenzia Spaziale Europea Josef Aschbacher a sottolineare che «la politica spaziale è anche la politica climatica, la politica industriale e quella della sicurezza». Ma i soldi sono soldi e dà fastidio vedere che volano, letteralmente, lontano dai bisogni più acuti dell’umanità. Il sito tedesco «Statista», che raccoglie dati statistici dalle maggiori istituzioni del pianeta, scrive che nel 2022 la spesa globale dei Governi per i programmi spaziali ha raggiunto la cifra record di 103 miliardi di dollari, 62 dei quali investiti dall’America, seguita dalla Cina, con quasi 12 miliardi di dollari. Consola constatare che, globalmente, si investono molti più soldi
nella lotta alla fame (183 miliardi di dollari negli Usa nello stesso anno). Ma che mal di pancia quando leggiamo che un viaggio turistico suborbitale su SpaceShipTwo di Virgin Galactic (l’azienda creata da Sir Richard Charles Nicholas Branson) o su New Shepard di Blue Origin (creatura del boss di Amazon Jeff Bezos) costa tra i 250’000 e i 500’000 dollari. Se è vero, come afferma il Secondo il Programma Alimentare Mondiale delle Nazioni Unite, che per fornire un pasto a una persona in un Paese in via di sviluppo basterebbero 0,80 dollari, coi soldi per un viaggetto nello spazio (alla tariffa più bassa) si potrebbero acquistare 312’500 pasti. Con tre pasti quotidiani, vuol dire centomila persone con la pancia piena almeno per un giorno al prezzo di un solo biglietto in navicella. Scioccante, ma preferiamo riservare l’indignazione a un’altra voce di spesa globale. Secon-
do lo Stockholm International Peace Research Institute (SIPRI), nell’anno in corso il pianeta ha speso 1,74 trilioni di dollari per la difesa e il commercio di armi. Facciamo i conti della serva definendo un trilione secondo il sistema americano, cioè pari a 10 alla dodicesima (1’000’000’000’000). Beh, con quei fondi sarebbe possibile acquistare 2’175’000’000’000 (1,74 trilioni: 0,8) di pasti l’anno, che divisi per 365 fanno 5’958’904’109.59 pasti al giorno. Se dividiamo questa cifra per gli 820 milioni di persone che nel mondo – secondo il rapporto Oxfam presentato il 16 gennaio scorso – soffre la fame, possiamo dire che con i miliardi spesi tutti i santi giorni per gli armamenti, ognuno di questi affamati potrebbe pagarsi un piatto 7 volte al giorno. È un calcolo assolutamente teorico e (forse) politicamente inapplicabile, ma i numeri non mentono. Togli le armi e togli la fame nel mondo.