Azione 49 del 4 dicembre 2023

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Anno LXXXVI 4 dicembre 2023

Cooperativa Migros Ticino

G.A.A. 6592 Sant’Antonino

Settimanale di informazione e cultura

edizione

49

MONDO MIGROS

Pagine 2 / 4 – 5 ●

SOCIETÀ

TEMPO LIBERO

ATTUALITÀ

CULTURA

Oggi si combatte la diffusione di notizie false anche con l’aiuto dell’Intelligenza artificiale

A volte non occorre avere un gran motivo per rendere necessario un viaggio fra presente e passato

In Russia le compagne dei riservisti, in trincea da 15 mesi, si rivoltano contro il Cremlino

Nostalgia di un golf è la mostra del cantautore Paolo Conte in corso alle Gallerie Uffizi di Firenze

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Pagine 16-17

Enrico Martino

Le avventurose ferrovie del Messico

Enrico Martino

I maledetti tempi dell’irrealtà Carlo Silini

Accidenti ai linguisti. Verso la fine di novembre radunano in tutto il mondo giurie di esperti con professori, filosofi, artisti, scrittori e giornalisti per decidere qual è stata la parola dell’anno. Così facendo, costringono l’opinione pubblica a mettere il dito nelle piaghe sanguinanti dell’attualità. Ovvio che in cima alle classifiche spuntano termini che hanno segnato non solo l’ecosistema linguistico, ma anche le nostre esistenze, in genere più nel male che nel bene. A seconda del Paese, o – come nel caso elvetico – della regione linguistica, spiccano soprattutto le differenze. In Svizzera tedesca quest’anno ha vinto la parola da piazza finanziaria zurighese «monsterbank», con riferimento al crollo del Credit Suisse, salvato-divorato dal gigantesco e storico rivale dell’UBS. «Solarexpress» ha primeggiato nel romancio, dove la popolazione ha recentemente approvato un progetto di impianto fotovoltaico da 100 milioni di franchi. Svizze-

ri italiani e svizzeri francesi hanno privilegiato temi non solo locali. Gli italofoni hanno voluto «GPT», pensando all’irruzione nella vita quotidiana (cioè nei nostri inseparabili telefonini e pc) di strumenti come ChatGPT, capaci di creare testi e/o immagini grazie all’intelligenza artificiale. Un trend che con termini analoghi (Collins Dictionary ha scelto proprio «intelligenza artificiale») ha dominato la scena ovunque. I romandi, invece, si sono mossi tra realtà e simbolo, premiando il termine «décombres», macerie. Perché tutto crolla, di questi tempi: i palazzi bombardati in Ucraina e nella Striscia di Gaza, e numerose altre sicurezze. Nello stesso spirito, noi italofoni abbiamo messo al secondo posto «tunnel» con accezione sia locale (le magagne della galleria del San Gottardo) che internazionale (i cunicoli scavati dai terroristi di Hamas per trattenervi gli ostaggi e dirigere le operazioni belliche). Anche non volendo, la parola trasmette

l’impressione assai diffusa di trovarci ancora dentro un tunnel, con la luce giù in fondo. Si spera. Ragionando sulle parole, aleggia anche la percezione di vivere una sorta di tempo dell’«irrealtà». L’intelligenza è artificiale, appunto. E le comunicazioni a volte sembrano finte. «Ghosting» è la terza parola classificata dagli svizzero-tedeschi. Il termine viene utilizzato per indicare la pratica di interrompere bruscamente tutte le comunicazioni e i contatti multimediali con qualcuno. Sparire dal mondo virtuale degli scambi su chat e social, insomma, e farlo senza dare spiegazioni, come quando si abbandona il partner dicendo «esco a prendere le sigarette» e si scappa in Boeing 747 dall’altra parte del pianeta. Alla fine, resta l’impressione di aver parlato per un pezzo con un fantasma (ghost). Non è che stiamo impazzendo? Il Cambridge Dictionary, che è il dizionario online più popolare tra gli studenti di inglese, per dire, ha collo-

cato in cima alla lista delle parole più rilevanti del 2023 «hallucinate» e l’ha messo in reazione con l’IA, capace di produrre un linguaggio «in modo che sembri umano», ergo «ha allucinazioni e produce false informazioni». Consola, e quindi forse è la parola antidoto ai mali del momento, la scelta di Merrian-Webster, società Usa che produce dizionari, che ha optato per «authentic», autentico, temine che esprime il bisogno più profondo di oggi, la necessità di non precipitare dentro ai mondi, falsi o piuttosto bene imitati, dalle macchine. Autenticità da non intendere come pretesto per dare sfogo incontrollato ai lati peggiori del proprio carattere o agli istinti belluini. Siamo uomini, non bestie, ma neppure macchine. Autenticità come ancoraggio alla realtà, alle cose pensate con la nostra testa, fatte con le nostre mani, amate col nostro cuore. La luce in fondo al tunnel c’è, e siamo noi.


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