Azione 34 del 22 agosto 2016

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Azione Settimanale della Cooperativa Migros Ticino ¶ 22 agosto 2016 ¶ N. 34

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Politica e Economia

Due miliardi di dollari per una campagna elettorale Costi della politica Negli USA la raccolta di fondi è determinante per un’elezione presidenziale.

Vi partecipano in molti, tra cui anche alcune aziende svizzere Ignazio Bonoli Probabilmente in nessun altro Paese, come negli Stati Uniti, la campagna per l’elezione del presidente è incentrata sulla capacità e sull’abilità dei candidati di raccogliere fondi. Quindi chi riesce a raccogliere più denaro, oltre al suo personale o di famiglia, ha buona probabilità di dirigere per quattro anni (o al massimo otto) la più grande potenza mondiale, tanto in campo politico, quanto economico. Va anche precisato che questa raccolta di fondi è chiaramente regolamentata dallo Stato. Il quale prevede anche un finanziamento pubblico per le campagne presidenziali, attraverso un fondo statale, alimentato dai contribuenti attraverso la dichiarazione dei redditi. Questo finanziamento è strettamente limitato, sia per i fondi pubblici, sia per i finanziamenti. Il candidato può però superare il limite globale se rinuncia ai fondi pubblici. Questa limitazione alla raccolta di fondi privati è stata ulteriormente allentata da una decisione della Corte Suprema che ha soppresso ogni tetto massimo e dichiarato illecito l’uso di questi fondi solo a scopi di corruzione. Di conseguenza, i partiti hanno anticipato le elezioni primarie per la scelta del candidato al quale è così dato più tempo per utilizzare al meglio i fondi raccolti. In ogni caso, ogni contributo viene rigorosamente controllato dalla Federal Election Commission e reso pubblico. Molti fondi sono raccolti anche attraverso i rispettivi partiti, in particolare nella seconda fase elettorale. Per esempio, per Hillary Clinton il 77% dei fondi proviene da donazioni

Hillary Clinton, la cui campagna si stima costerà 2 miliardi, è riuscita finora a raccogliere più fondi di Donald Trump. (Keystone)

di fondi di investimenti e banche, fra le quali anche la Goldman Sachs. La legge americana vieta però i finanziamenti diretti da parte di aziende. Ma anche in questo caso c’è la scappatoia: si possono creare i cosiddetti PAC (Political Action Committees), che raccolgono fondi presso i dipendenti delle maggiori aziende. Anche alcune aziende svizzere approfittano di questa possibilità per favorire i candidati alla presidenza. Di regola l’economia tende a sostenere i repubblicani, ma una parte dei fondi messi a disposizione va soli-

tamente anche ai democratici. Alla vigilia delle rispettive «Conventions», il più impegnato dei PAC era quello dei dipendenti di UBS Americas, che aveva già raccolto circa un milione di dollari, il 60% destinato ai repubblicani e il 40% ai democratici. Superate le primarie, la ricerca di fondi si intensifica, poiché le spese per la campagna presidenziale raggiungono livelli faraonici. Si calcola che, alla fine, Hillary Clinton avrà speso circa 2 miliardi di dollari. Avrà creato uno staff di circa 700 persone e avrà raccolto

fondi da terzi per quasi un miliardo di dollari. Dall’inizio fin dopo le primarie erano già stati raccolti 300 milioni. Qualche problema le viene creato anche dai finanziatori, alcuni dei quali dall’estero. Per esempio, molti sospetti nascono dal grosso finanziamento dall’Arabia Saudita. Per Donald Trump, invece, il bilancio appare più modesto. Però in America è pericoloso dire che si spende poco e per questo Trump ha dichiarato che la campagna gli costerà un miliardo di dollari. A titolo di confronto si

può dire che già una campagna per l’elezione al Congresso costa circa un milione di dollari. Trump ha però raccolto finora 60 milioni soltanto. Ma per lui il problema non si pone, poiché dispone di un patrimonio enorme ed è infatti considerato uno degli uomini più ricchi al mondo. I maligni fanno perfino notare che si rifinanzia la campagna con lauti incarichi affidati a società di sua proprietà (centri congressi, ristoranti, alberghi, ecc.). A rifornire questo immenso mare di soldi partecipano, come detto, anche alcune aziende svizzere. Dopo UBS, anche la Genetech (Gruppo Roche) ha raccolto quasi 350’000 dollari (57% ai repubblicani, 43% ai democratici). Nettamente favorevole ai repubblicani è invece la Farmers Group (della Zurigo) con il 77% contro il 23%. Meglio distribuiti sono i fondi del Credit Suisse (57% e 43% per 260’000 dollari). Novartis divide i circa 250’000 dollari esattamente a metà, mentre Syngenta versa il 73% dei 230’000 dollari circa ai repubblicani. Importi minori sono versati anche da Zurigo Assicurazioni, Lafarge – Holcim, Swiss Re e Nestlé Waters. Da notare che il finanziamento avviene essenzialmente attraverso i due partiti e i dati sono pubblici e ripresi qui dal Center for Responsive Politics. Si tratta comunque di una parte soltanto dei finanziamenti ai partiti. Una parte altrettanto importante viene versata per le campagne per l’elezione alla Camera dei rappresentanti e al Senato. Non si tratta in ogni caso di grandi cifre, come per altre istanze nazionali o extra-nazionali, ma in un ambiente politico come quello americano è importante «marcare presenza».

Tassi ipotecari ai minimi storici – ma non per tutti La consulenza della Banca Migros

Albert Steck Coloro che possiedono già un’abitazione si sentono in una botte di ferro, poiché beneficiano di mutui ipotecari sempre più convenienti. Chi invece sta pensando di acquistare una casa si trova ad affrontare una situazione mai così difficile per il finanziamento.

Albert Steck è responsabile delle analisi di mercato e dei prodotti presso la Banca Migros

Coloro che possiedono già un’abitazione si sentono in una botte di ferro. I tassi del loro mutuo ipotecario sono scesi ai minimi storici. Ma per beneficiarne è necessario superare gli ostacoli posti al finanziamento, mai così ardui. Lo dimostra la nostra analisi dei costi teorici della proprietà abitativa, basata su un prezzo medio di un appartamento (attualmente 700’000 franchi) e un anticipo dell’80 percento. Con un oggetto di questo tipo la banca calcola attualmente costi mensili di 3190 franchi per verificare la capacità finanziaria di un potenziale acquirente. L’importo non è mai stato così elevato (v. grafico). Ma i costi effettivi di questo immobile ammontano appena a 1610 franchi, quindi la metà dell’importo teorico. In altri termini, per chi può tuttora permettersi un’abitazione in proprietà non ha importanza che i prezzi siano continuamente aumentati. I tassi d’interesse molto bassi riescono a compensare ampiamente questi costi aggiuntivi. Dieci anni fa i costi effettivi di un appartamento di medio standard, pari a 1940 franchi al mese, erano molto più

I costi scendono, gli ostacoli per il finanziamento salgono

fi Costi teorici

fi Costi effettivi Luglio 2006

Luglio 2008

Luglio 2010

Luglio 2012

Luglio 2014

Luglio 2016

I costi teorici e quelli effettivi riguardano un appartamento medio, il cui prezzo è salito da 490’000 a 700’000 franchi dal 2006. Maggiori informazioni sul calcolo sono pubblicate all’indirizzo blog.bancamigros.ch.

elevati, sebbene il prezzo d’acquisto fosse di 490’000 franchi. Infatti il tasso ipotecario pesava tre volte di più. Viceversa i costi teorici, pari a 2400 franchi al mese, erano molto inferiori rispetto a oggi. Per un potenziale acquirente era dunque notevolmente più facile finanziare l’oggetto dei suoi sogni. Il fatto che questo divario tra i costi teorici e quelli effettivi si allarghi continuamente è frutto di una volontà

politica. L’Autorità federale di vigilanza sui mercati finanziari FINMA e la Banca nazionale svizzera hanno creato un margine di sicurezza per impedire una bolla speculativa. Dal grafico risulta chiaramente quanto sia cresciuto questo margine. Ma il vero motivo del rischio di surriscaldamento è la politica dei tassi zero adottata dalle banche centrali. Infatti, il sistema più semplice per sventare il

pericolo di una bolla dei prezzi sarebbe un aumento dei tassi, ma le autorità monetarie sono recalcitranti di fronte a un simile intervento. E la grossa discrepanza tra i costi teorici e i costi effettivi dell’abitazione non si colmerà per il momento. Attualità su blog.bancamigros.ch: Tassi ipotecari ai minimi storici – ma non per tutti


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