Gazzettatc Num4 - 2012

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Dall’altro lato, il canone d’affitto è stabilito dalla legge regionale 3 ed è commisurato in base al reddito della famiglia. Mediamente, non supera i 100 euro mensili ma in molti casi è anche nettamente inferiore. Teniamo presente, infatti, che i Comuni assegnano le case sulla base di una graduatoria stilata in base al grado di emergenza. Evidentemente, in un momento di crisi così forte, in cima alla graduatoria ci sono famiglie che non possono contare su alcun reddito e dunque andranno a collocarsi nella fascia economicamente più bassa per il pagamento dei canoni. Questo determina, in molti casi, frequenti situazioni di morosità. Ma il fondo sociale nazionale e regionale, destinato a coprire gli affitti dei cosiddetti morosi incolpevoli, negli ultimi anni si è ridotto del 90%. Nemmeno i piani vendita, contrariamente a quanto si pensa, aiutano più di tanto le entrate. La vendita di un alloggio popolare è più che altro una forma di “riscatto”: l’inquilino acquista infatti pagando il valore catastale dell’immobile, che di solito non è superiore a 30mila euro». Non serve essere economisti per capire che questa situazione, dal punto di vista economico e gestionale, non sarà sostenibile tanto a lungo. Due sono le possibili soluzioni di cui Federcasa discuterà con gli addetti ai lavori proprio oggi, nel corso di un seminario in programma a Novara. La prima ipotesi è che le Atc piemontesi potrebbero trasformarsi in enti pubblici sociali, quindi non soggetti a tassazione, e investire quanto avrebbero corrisposto in tasse in opere di manutenzione o in nuove costruzioni. L’alternativa è diventare enti privati e incassare un canone di equilibrio, in grado di coprire tassazioni e spese di gestione, manutenzioni e nuove costruzioni. A quel punto, sarebbero altre istituzioni a farsi carico del sostegno per le famiglie meno abbienti. «La necessità di garantire la casa ad affitto contenuto è un tema che non può e non deve essere affrontato con superficialità, come spesso purtroppo accade» spiega il presidente Sansottera. «La storia e la professionalità degli ex Iacp meritano rispetto. E’ l’ora delle decisioni coraggiose, per far sì che anche domani ci sia la speranza di una casa per ogni famiglia italiana».

La signora Lucia, cuoca ufficiale della cena in strada per la Festa dei Vicini di via Parenzo, ci svela tutti i segreti del suo TIMBALLO CON LE MELANZANE Ingredienti per 4 persone ½ cipolla 2 barattoli di polpa di pomodoro a pezzetti 3/4 melanzane lunghe 1 kg di rigatoni o penne rigate 4 mozzarelle , 3 uova 2 etti di prosciutto cotto e/o spalla 1 busta di besciamella formaggio grattugiato q.b. Tagliare a fette sottili metà cipolla e metterla in una padella con un po’ di olio. Quando la cipolla è dorata toglierla dalla padella (se no diventa amara). Poi aggiungere la polpa di pomodoro, sale quanto basta e fare cuocere almeno per una mezz’ora a fuoco basso. Coprire la padella a metà con un coperchio. Nel frattempo, pelare le melanzane e tagliarle per la lunghezza a fette sottili. Su una padella aderente scaldare dell’olio di girasole e friggere le melanzane tagliate a fette sottili. Girare le melanzane da una parte all’altra e quando sono sufficientemente fritte metterle su una teglia con alcuni strati di scottex così da assorbire l’olio. Prendere una teglia da forno e stendere le melanzane sul fondo della teglia fino a coprirlo tutto e intorno ai bordi, lasciando sempre mezza melanzana che fuoriesce dalla teglia. A parte mettere su l’acqua e buttare rigatoni o penne (con i rigatoni viene più buona). Quando i rigatoni sono arrivati a metà cottura scolarli bene bene. Nella pentola insieme alla pasta scolata per bene aggiungere: le mozzarelle tagliate a dadini, il prosciutto cotto tagliato a cubetti, la besciamella, il formaggio grattugiato, le uova e il sugo di pomodoro preparato all’inizio. Mescolare tutti gli ingredienti, facendo un impasto con la pasta. Ricordatevi di lasciare un po’ di sugo a parte. Mettere l’impasto così preparato dentro la teglia con le melanzane stese e aggiungere sopra formaggio grattugiato, 1 mozzarella tagliata a rondelle e un po’ di sugo fino a coprirla ma senza esagerare! Prendere le melanzane che fuoriescono dalla teglia e chiudere il tutto: la pasta viene così tutta coperta. Sopra le melanzane aggiungere ancora un cucchiaio di sugo e stenderlo bene. Metterla in forno a 180 gradi fino a quando diventa dorata. Servirla calda. Registrazione del Tribunale di Torino numero 17 del 16/03/2012

Periodico d’informazione dell’Agenzia Territoriale per la Casa di Torino e Provincia

direttore responsabile: Carola Quaglia redazione: corso Dante 14 – 10134 Torino. Tel. 011.3130362 redazione@atc.torino.it In redazione: Giuseppina Vigliotti, Carola Quaglia, Daniele Darchini Hanno collaborato: Roberto Borgo (foto Festa dei Vicini), Laboratorio Parenzo.


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