Il Calciatore marzo 2018

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serie B

di Claudio Sottile

Portiere del Palermo

Pomini e la pesca da Serie A Alberto Pomini è un lupo di mare. Per aggiungere il “vecchio”, beh, c’è da sfidare la carta d’identità che dice 1981 a dispetto di prestazioni da marinaio ragazzino. Il mare, la sua grande passione. La pesca, il suo grande amore. Sassuolo, il suo porto felice della memoria. Palermo di nuovo in Serie A, la sua grande sfida. Alberto, con chi vi giocherete la Serie A fino alla fine? “Il campionato di Serie B è sempre molto duro, nelle ultime 12 partite possono entrare nuovi interpreti nella lotta alla Serie A. Credo che le prime 6-7 si daranno lotta fino alla fine, anche se in questo momento magari l’Empoli sta tenendo un passo difficile da mantenere anche per noi che stiamo rincorrendo. Però sicuramente sarà lotta tra 6-7 squadre fino alla fine, quelle che per ora stanno comandando la classifica”. Come giudichi la tua stagione fino ad oggi? “Essere a Palermo ed essermi messo in discussione a 37 anni è un orgoglio. Venire qui era già per me un aspetto positivo. È chiaro, ritagliandomi uno spazio e sentendomi nuovamente importante a livello personale la vedo positivamente. Il risultato finale della squadra però è la cosa che conta di più, un’eventuale promozione farebbe diventare l’annata positiva. Se non arrivasse, anche personalmente, non mi riterrei soddisfatto”. Ti aspettavi di giocare così tanto? È dal 2012/2013 che non inanellavi tutte queste presenze. “Quando sono arrivato sapevo di dover aspettare il mio momento per dare una mano a due ragazzi che avevano bisogno di crescere. Ho lavorato sempre con entusiasmo, pensando sempre di avere la possibilità di mettermi in mostra. Tutto quello che è venuto me lo sono guadagnato sul campo e sono contento di aver trovato più spazio rispetto a quello che magari all’inizio mi aspettavo. Anche a Sassuolo negli ultimi 3 anni mi sono allenato sempre con la speranza e con la mentalità di dover giocare, a prescindere dal ruolo se primo, secondo o terzo. Quando capitano le occasioni poi bisogna saperle prendere”. 18

Stai vivendo una sorta di “seconda giovinezza”? “Seconda giovinezza non lo so. Ho sempre cercato di mantenermi nel miglior modo possibile, cercando di prevenire, lavorare tanto per tenere la condizione fisica migliore. Mentalmente ho lo stesso entusiasmo di quando ho cominciato ed anche questo aiuta. L’età e l’esperienza aiutano ad interpretare meglio il ruolo ed il modo di giocare. Tutto messo insieme fa sì che a 37 anni uno come me possa sentirsi con anni di carriera davanti, con la speranza di poter fare altri campionati ancora”. Cos’hai pensato durante la bicicletta di Igor Coronado a Novara? L’aveva mai provata in allenamento “Il gesto tecnico di Igor mi ha lasciato a bocca aperta, forse è la prima volta in carriera che ho visto un numero di così alta qualità e classe. Igor è solito provare queste giocate estrose, anche in allenamento tante cose le prova, le rischia e vengono fuori anche queste perle di bellezza rara che danno gioia a tutto il calcio. Giocatori come Igor aiutano a creare felicità nel mondo del calcio, che dovrebbe essere una festa. Anche se, qualche volta, gli rimprovero in modo amichevole che deve essere più concreto. Riapriamo il dibattito: giusto che una squadra, in questo caso il Palermo, giochi nonostante sei convocati per le Nazionali? “Per noi che la viviamo durante l’anno è una situazione paradossale, perché ritrovarsi a lavorare 2 mesi all’anno in 14-15 persone è normale che la qualità e qualche punto vengano persi. Rientrare dalla Nazionale porta stanchezza, il livello di chi resta si abbassa un pochino. Ed è paradossale perché si fermano tutti i campionati, si fermano i campionati Primavera e non fermare il secondo campionato più importante d’Italia è assurdo. È un danno procurato, noi siamo in difficoltà, ma

dobbiamo continuare a lavorare”. Spostando il focus sul tuo passato. Il Sassuolo riuscirà a salvarsi? “Il Sassuolo per la qualità dei giocatori che ha riuscirà a salvarsi. Per la qualità della rosa ed il campionato, l’obiettivo non era la salvezza, ma un campionato tranquillo dopo 3-4 stagioni fatte ad alte livelli. Quando le stagioni nascono male bisogna essere bravi anche a cambiare la mentalità in corsa. Ed in una piazza dove non c’è grande pressione, lo posso dire per esperienza, un calciatore tende anche ad appiattirsi un po’. Ma sono convinto che alla fine la qualità verrà fuori e ce la faranno senza particolari problemi”. Ti aspettavi che mister Eusebio Di Francesco facesse così bene al suo primo anno di Roma? Un pronostico anche per Roma-Barcellona… “Posso solo parlarne bene di Di Francesco. È stato più di un allenatore per me e lo considero quasi un amico. Non ho mai messo in dubbio le sue qualità e lo ritengo uno degli allenatori migliori che abbiamo. Ha le qualità, bisogna lasciarlo operare con calma, perché è un allenatore che ha bisogno di lavorare per esprimere il proprio


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