Anzio-Space 55 - Agosto 2013

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agosto 2013 _ n.55

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Space - Cultura

Mensile di Informazione di Anzio e Nettuno Lavinio-Space

Anzio Space

Gli eco-itinerari del Lazio raccontati dagli amanti delle due ruote ecologiche

SE LA VITA È UN VIAGGIO VOGLIO FARLo IN BICI

“Da bambini e da grandi, da amatori e da campioni. Non serve farle un monumento. Nel cuore c’è già, perché è sempre lei la protagonista”. Così il giornalista sportivo Candido Cannavò, acuto cronista e osservatore di tanti Giri d’Italia, ha sempre amato definire la bicicletta. Un mezzo “speciale” capace di regalare emozioni, di far sognare, di far vivere viaggi unici anche con il solo racconto. Sinonimo di sostenibilità, mobilità alternativa, tempo libero e salute, la bici negli ultimi anni è tornata alla ribalta conquistando il cuore di tutti, complice la crisi e la voglia di riappropriarsi di una mobilità “slow”, più lenta. E le città e le strade si riempiono di ciclisti che vogliono riscoprire l’anima profonda del proprio territorio. Lo sanno bene Eugenio, Chiara, Giampaolo e Sebastian, tra i tanti ciclisti dilettanti e professionisti di Anzio e Nettuno, che amano pedalare per “assaporare le bellezze del territorio laziale”: dagli angoli più caratteristici del paese alla campagna agropontina, dai piccoli borghi arroccati, come Sermoneta, Norma o Sezze, passando per i luoghi di preghiera come l’Abbazia di Valvisciolo per arrivare sul lungomare di Sabaudia. Persone dalle vite diverse che amano macinare chilometri pedalando e affrontando le salite, il vento, le difficoltà del percorso per arrivare alla meta. Ciò che accomuna queste persone e gli amanti del cicloturismo è quel senso di libertà e di pace che le due ruote ecologiche sanno regalare. PASSIONE E RICERCA – Per il sessantenne Eugenio, la bici è passione e allenamento. È un viaggio continuo alla ricerca di se stessi. Eugenio prende la sua bici da corsa nel week-end per “rigenerarsi” dopo un’intensa settimana di lavoro. Tra i suoi eco-itinerari preferiti c’è la scalata di Norma, un percorso di media difficoltà. La partenza è quasi sempre il sabato: si sveglia presto, indossa l’abbigliamento tecnico, gli scarpini, il casco. Riempie la borraccia e controlla la propria compagna di viaggio. Poi, quando la città di Nettuno ancora dorme, parte assaporando il fresco del mattino e percorre strade secondarie circondato dalla campagna, dal verde degli ulivi, dalle piantagioni di Kiwi, con i Monti Lepini sullo sfondo. “Pedalando - ci dice - si riesce a percepire, vedere e sentire ogni cosa in maniera più profonda e intesa, ci si rimpossessa dello spazio e del tempo”, perché, come dice Sergio Zavoli con la bici si va e si sta dentro a misure ancora umane. Il percorso verso Norma è poco trafficato e costeggia alcuni luoghi simboli della campagna agropontina come l’Oasi naturalistica di Ninfa o l’Abbazia di Valvisciolo. Costruita nel XIV secolo ai piedi del Monte Corvino, l’Abbazia è meta di preghiera di fedeli ma anche tappa di ristoro per i tanti ciclisti che, come Eugenio, qui amano riposarsi prima di riprendere la pedalata verso Norma. Dopo Valvisciolo inizia la salita: ci si alza sui pedali, si attacca la salita, alla Pantani, per arrivare al centro di Norma. La soddisfazione per l’obiettivo raggiunto è tanta: una pausa

per riposarsi, un gelato per recuperare le energie e poi si riparte per tornare verso casa. MOBILITÀ DOLCE - Per la giovane Chiara la bici è sinonimo di mobilità alternativa. “Un modo - ci spiega - semplice e salutare per spostarsi nei centri urbani, senza impazzire nel traffico di ogni giorno”. Ecco allora che pedalando tra Anzio e Nettuno, si riscoprono angoli prima inosservati come il viale di platani di S. Teresa oppure il meraviglioso sughero in prossimità del centro commerciale Le Vele di Nettuno. Tra gli eco-itinerari di Chiara, non mancano le pedalate fuori porta come quella al lago di Fogliano, il più grande dei 4 laghi costieri della regione pontina e che dal 1978 fa parte del territorio protetto del Parco Nazionale del Circeo. Il lago è circondato da sentieri percorribili in mountain bike, dove si possono ammirare diverse specie di volatili, una vegetazione rigogliosa e gli allevamenti di bufale. SPORT – Infine c’è chi pedala per passione e lavoro, come Giampaolo e Sebastian. Giampaolo, amante del running, prende la sua bici nel week-end per allenarsi. Tra le sue mete ci sono Sermoneta o Sabaudia. Due percorsi diversi ma dal grande fascino: il primo è una pedalata nella campagna agropontina, una tavolozza di colori che illumina di giallo, verde e arancione le strade pianeggianti che portano verso Sermoneta. Anche qui la salita da del filo da torcere, i tornanti che si susseguono accompagnano il ciclista verso il cuore del Paese. Quasi tutta pianeggiante, invece, la strada per Sabaudia: si può scegliere se fare il percorso interno circondati dal verde dei lecci e delle querce oppure optare per quello che costeggia i 23 km di duna costiera dalla caratteristica forma a mezzaluna. Il mare, la bellezza del Circeo, la maestosità dei pini e degli eucalipti di Sabaudia che addolciscono l’architettura razionale della città, ricompensano i tanti ciclisti che arrivano alla meta. Tra questi c’è anche Sebastian che ha fatto dello sport un lavoro. Triatleta e campione italiano assoluto di lungo, Sebastian nasce come ciclista per poi approdare al mondo del triathlon. In attesa delle gare nazionali e internazionali, si allena tra Borgo Sabotino, Foce Verde, Norma, Sezze, Cori e Bassiano. Quando “sfreccia” con la sua bici da corsa sulle strade del litorale e dell’entroterra, sembra essere un tutt’uno con la sua compagna di viaggio. Le sue pedalate e quelle di Eugenio, Chiara e Gianpaolo sono esempi di un andare in bicicletta che ha ancora il “sapore” della sana fatica, della determinazione, della voglia di sfidare di se stessi, di vedere i luoghi con occhi diversi e soprattutto di sognare. Perché di pedalare e sognare, nello sport come nella vita, non si finisce mai, neanche da grandi. Luisa Calderaro


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