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GRANDI EVENTI

CIRCUITO DI OSPEDALETTI PROIEZIONE FUTURO

PIÙ CHE UNA RIEVOCAZIONE, LA SETTIMA EDIZIONE -L’11 E 12 GIUGNO - HA BRILLATO DI LUCE PROPRIA, CON GRANDI CAMPIONI, 26 TITOLI IRIDATI PRESENTI, E MOLTI SPETTATORI. C’È STATA ANCHE LA PARATA FEMMINILE.

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di Paolo Conti - foto Giulio Cardone e Press Centre

Sono passai 50 anni dall’ultima edizione agonistica del Circuito di Ospedaletti, era l’8 ottobre 1972, ma dopo aver assistito a quella che ufcialmente è stata la settima rievocazione, si potrebbe dire solo sotto il profilo temporale. L’entusiasmo dei partecipanti, da quello dei campioni del passato a quello dei semplici collezionisti, e la passione dei tanti spettatori che vi hanno assistito, sono stati tali da poter parlare di una autentica rinascita, anche se in chiave storica, del “Trofeo internazionale motociclistico Sanremo - Autodromo di Ospedaletti”, che fin dalla prima volta nel 2008 ha goduto dell’appoggio della Commissione manifestazioni moto ASI. Il fascino di quello che, almeno da noi, è rimasto l’ultimo vero circuito cittadino, del tutto simile a quello che dal 1947 all’ultima edizione contribuì a fare di Ospedaletti uno degli appuntamenti imperdibili nel panorama internazionale, non ha lasciato indiferenti gli appassionati, tanto quelli impegnati con il manubrio in mano quanto quelli che si sono assiepati lungo le transenne e dietro le balle di paglia, si avete letto bene: proprio le balle di paglia come una volta. La conferma al richiamo esercitato dal Circuito è venuta da alcuni spettatori per così dire, un po’ speciali, visto che abitualmente siamo abituati a vederli dall’altra parte della barricata. Il francese Bernard Garcia, pilota che ha corso il motomondiale della classe 500 dal 1993 al 1998 e che a Ospedaletti lo avevamo visto tra i protagonisti della “Champion Parade” finale, ha approfittato della vicinanza per venire a salutare gli amici del passato. Molto più defilato è stato l’inglese Bradley Smith, attualmente impegnato nel campionato del mondo di Moto E, categoria dove nel 2019 è stato vice iridato, ripetendo lo stesso risultato ottenuto dieci anni prima nel mondiale della 125, oltre ad essere stato il pilota collaudatore prima della KTM e poi dell’Aprilia per la MotoGP. Dalla vicina Montecarlo non appena saputo di quanto si stava svolgendo a Ospedaletti ha voluto vedere uno spettacolo tanto afascinante quanto inusuale. Ma non sono mancate le commosse testimonianze degli ex che per motivi anagrafici si sono dovuti accontentare di ricordare le loro esperienze nelle gesta degli altri, dal piemontese Giuseppe Dardanello, due volte quarto oltre ad altri piazzamenti nella 500, e del sanremese Amilcare Ballestrieri che, prima di volare verso l’iride con la squadra Lancia nei rally, ha iniziato ad ottenere le sue prime vittorie motociclistiche (6 Campionati nazionali) sulla pista di “casa”. È stato il richiamo di quello che è “Un Gran Premio tra il mare e gli ulivi”, prendendo a prestito il titolo del libro di Adriano D’Andrea sulla storia del Circuito di Ospedaletti, lo stimolo che ha spinto uno dei piloti più attesi e seguiti dal pubblico, il tre volte campione del mondo della Superbike Troy Bayliss, a partecipare all’evento. Quando correva, Ospedaletti era spesso meta dei suoi allenamenti in bicicletta e conosceva anche la storia del GP, ma il ritorno in Australia, quando concluse la carriera, gli impedì di poter partecipare alle varie rievocazioni che a cadenza biennale si sono succedute proprio dal 2008, l’anno del suo ultimo titolo iridato.

Il ritorno in Europa per seguire il figlio Oliver impegnato nel mondiale Super Sport e la data della rievocazione libera da impegni, gli hanno consentito di soddisfare una vecchia ambizione. Parlando di Troy Bayliss, che nella Superbike con la Ducati ha ottenuto 52 vittorie, i titoli nel 2001, nel 2006 e nel 2008, ma è stato capace anche di vincere, sempre con la moto bolognese, l’ultima prova della MotoGP nel motomondiale del 2006 davanti al compagno di squadra Capirossi, riuscendo in quello che nessun altro pilota ha fatto: siamo di fatto entrati nel vivo dell’edizione 2022 del Circuito di Ospedaletti.

IL PADDOCK

Fin dalla prima edizione la rievocazione si articola in due giornate, anche se la parte dinamica si svolge solo nella seconda, visto che il circuito di 3.380 metri è cittadino, imponendo quindi la chiusura di diverse strade, tra cui un tratto della SS1, la strada statale Aurelia, dove ci sono anche la partenza e l’arrivo. Il programma del sabato si articola in un duplice programma. Si inizia con l’accredito dei partecipanti e le verifiche tecniche. Il grande marciapiede lato mare di Corso Regina Margherita, ovvero il tratto urbano della SS1, si trasforma in una sorta di paddock occupato dalle tende con dentro le moto iscritte o in esposizione. Lo spazio è sempre stato tiranno, ma lo spettacolo è garantito, con le moto che spaziano dagli anni Venti del secolo scorso ad alcune in pista nel motomondiale di quattro-cinque anni fa. Ci sono anche i piloti. Marco Lucchinelli, Carlos Lavado, Pier Paolo Bianchi, Gianfranco Bonera e le rispettive moto, sono in assoluta armonia sotto lo stesso gazebo. Addirittura, nonostante i titoli iridati, i gran premi vinti e il richiamo che ancora hanno sugli appassionati, verrebbe quasi voglia di aiutarli quando, dopo aver avuto il supporto di team e meccanici ufciali, li si vede scaricare la moto e i ricambi da un furgone. Ma questo è il bello del motorismo storico.

IL TALK SHOW

L’altro grande momento di aggregazione, una sorta di valore aggiunto rispetto agli altri eventi simili, è il talk show del tardo pomeriggio. All’Auditorium comunale, un vero e proprio anfiteatro con vista mare, la partecipazione è aperta a tutti: campioni, ex piloti, collezionisti, appassionati, ma anche ai semplici curiosi, così da ampliare sempre più la platea di chi conosce e apprezza il motorismo storico. La definizione di talk show, però, rischia di essere un po’ troppo riduttiva. Il saluto del sindaco Daniele Cimiotti e dell’assessore al turismo Giacomo De Vai va ben oltre il semplice intervento istituzionale, visto che il Comune di Ospedaletti è, caso unico in Italia, aderente ASI. E per meglio comprendere che cosa significhi la rievocazione, il primo cittadino ha identificato come la città delle “3 M”, ovvero le iniziali di mare, di montagna e di motori, la località che amministra. Ogni frangente legato al motorismo storico ha la sua valenza culturale, ma è indubbio che questa sia ancor maggiore con la presentazione di tre libri. Per “Giacomo Agostini - Il Re delle 15 Corone” a cura dello stesso Agostini e Arnaldo Wittemberg nell’edizione con testo in italiano e tedesco, questa è stata un’anteprima assoluta, mentre per “Grassetti - Le corse, il pilota e l’uomo” a cura della figlia Monica in assenza dell’autore Massimo Falcioni, e “La mia vita tra motori e campioni” a cura degli autori Roberto Gallina e Sergio Brunella, è stata una valida opportunità per ricordare due importanti personaggi del motociclismo. Simpatico, ma anche spontaneo e interessante lo scambio di battute tra Gallina, nel ricordo del periodo da team manager, e Lucchinelli, fresco campione del mondo con il team Gallina ma in procinto di abbandonarlo per passare alla Honda.

PER NON DIMENTICARE

Lo spazio dedicato al talk show comprende anche la consegna di premi e riconoscimenti. Quello intitolato a Roberto Patrignani, il giornalista che con i suoi articoli ebbe un ruolo decisivo per far rivivere il Circuito di Ospedaletti, è stato assegnato al collega Pino Allievi, un nome indissolubilmente legato alla Gazzetta dello Sport e alla Formula 1, ma che ha iniziato la carriera giornalistica seguendo il Motomondiale. Il premio intitolato al compianto professor Augusto Farneti, che contribuì alla rinascita del Circuito, oltre ad essere stato uno dei maggiori storici del settore, è andato all’ingegner Piero Laverda per il suo impegno nel portare avanti la storia e la tradizione tecnica di una delle grandi eccellenze del motorismo italiano. È stato ricordato anche il grande amico del motociclismo italiano Dedè Mazzoni, con un riconoscimento alla moglie del collezionista francese. Da parte di ASI sono stati assegnati premi a Troy Bayliss, con la promessa di rivederlo l’anno prossimo ad ASImotoshow, al due volte iridato tedesco Dieter Braun, per la prima volta alla rievocazione, ma che fu protagonista del gran premio agonistico, e all’argentino Benedicto Caldarella, vincitore con la Gilera 500 nel 1964 e che questa volta a Ospedaletti ha ritrovato la Gilera Saturno che gli era stata donata dal commendator Giuseppe Gilera.

IL CIRCUITO

Dopo le parole del sabato è la voce dei motori a far rivivere il Circuito di Ospedaletti la domenica, con l’abbassarsi della bandiera tricolore che dà il via alla prima batteria. La formula è quella ormai collaudata nel corso degli anni, ma non mancano le novità. Per i partecipanti, suddivisi in sette batterie, i turni di prove libere sono due, con le esibizioni di Loris Rosati a bordo del prototipo Ape motorizzato Honda e del campione del mondo delle Legend Car Kevin Liguori a fare da apripista. La partecipazione straniera risente un po’ delle limitazioni legate al Covid, ma si distingue il gruppo spagnolo con sei piloti, tra cui Joan Bultò, il figlio di Paco Bultò, il fondatore della Bultaco. Nel programma della mattinata è stata introdotta la parata femminile, con trenta motocicliste del gruppo genovese “Benzena”, venute a Ospedaletti soprattutto per promuovere la raccolta fondi a favore dell’associazione “2Nove9 vittime incidenti stradali”. Prima della pausa, adrenalina alle stelle per i 3 fortunati passeggeri della Ducati Panigale V4 biposto pilotata dal funambolico Dario Marchetti, che provano l’emozione di un giro del Circuito al ritmo del pilota bolognese. Non manca lo spazio per una esibizione di Livio Bellone con una moto elettrica, quasi a simboleggiare il passaggio di consegne del motore a scoppio verso quello cosiddetto a emissioni zero. Poi nuovamente tutti in pista per le 7 batterie, la consegna di un premio speciale a Vittorio Mondani, il partecipante più anziano in assoluto, ma che gira con una Kalex Moto2 ex Luca Marini, e la grande parata finale con l’arrivederci all’edizione del 2024, visto che il prossimo anno dovrebbero essere in scena le auto.