La Manovella Web n. 2/22 - Febbraio

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IVECO EFFEUNO

l’Effeuno del nostro servizio è un Urbano da 10,6 metri (U-Effeuno 471.10.20) acquistato dall’azienda dei F.lli Di Fonzo di Lanciano (CH) nel luglio del 1984 e, oggi, fa parte della sua scuderia di modelli storici. Il design squadrato e spigoloso di Giugiaro è funzionale all’utilizzo anche se non mancano alcuni elementi ricercati come le fasce nere che ne alleggeriscono il volume delle fiancate e i grandi vetri anteriori.

IL FUTURO, IERI

PER LA PRIMA VOLTA UN DESIGNER DI FAMA INTERNAZIONALE FIRMA LO STILE DI UN AUTOBUS DA TRASPORTO PUBBLICO URBANO: L’IVECO EFFEUNO RIVOLUZIONERÀ IL MODO DI TRASPORTARE PERSONE NELLE CITTÀ E MODIFICHERÀ ANCHE L’APPROCCIO DELL’AZIENDA VERSO L’UTENTE. L’URBANO DELLA COLLEZIONE DI FONZO È CONSERVATO COME SE AVESSE APPENA SMESSO IL SUO SERVIZIO REGOLARE.

S

e chiedeste a un bambino di disegnare l’autobus che vede e sul quale magari viaggia, nella sua città, lo farebbe così: squadrato, con vetri grandi e tante porte. E anche se oggi le linee si sono un po’ ammorbidite e hanno perso qualche spigolo vivo, questo è genericamente l’identikit dell’autobus moderno che, impossibile negarlo, fonda le sue radici nel progetto “Effeuno” di Iveco, il mezzo di trasporto pubblico più diffuso nelle città italiane e non solo, a partire dalla seconda metà degli anni ’80, che avrebbe accompagnato gli spostamenti di milioni e milioni di persone. Con la fondazione nel 1975 di Iveco, marchio della galassia Fiat che riassume in sé l’esperienza di Fiat Veicoli Industriali, Lancia Veicoli Speciali, OM, Unic e Marigus-Deutz, l’approccio del nuovo gruppo sia ai mezzi da trasporto merci che quelli per la movimentazione delle persone, cambia radicalmente: si mette ordine nella selva di modelli troppo diversi tra loro e quindi dispendiosi da mantenere

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di Luca Marconetti in listino, offrendo una ristretta ma efficace gamma di piattaforme e motori modulari, sulle quali possono essere istallate le carrozzerie e gli accessori utili agli utilizzi più diversi, per accontentare la vasta clientela. Per quanto riguarda il trasporto collettivo, l’obiettivo è quello di rispondere quanto più possibile ai capitolati richiesti delle amministrazioni ma anche di offrire un prodotto moderno, sicuro e all’avanguardia. Il primo “baluardo” di questo corso è l’autobus Fiat 470 del 1979, che introduce le caratteristiche che saranno poi quelle degli urbani che tutt’oggi possiamo prendere in città: motore posteriore (ancora collocato sotto il pavimento e non trasversale), soglie di accesso abbassate, predilezione per i posti in piedi. Ma nello stesso periodo Iveco subisce la concorrenza interna del consorzio Inbus, nato dall’unione di imprese che, fino al decennio precedente, carrozzavano per Fiat, che produce il Siccar 176/U210, così


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