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MOTO VILLA
Il motore della Moto Villa 125 Regolarità. In primo piano lo scarico ad espansione e il cilindro raffreddato ad acqua.

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L’ULTIMA CASA “ARTIGIANALE” ITALIANA
LA STORIA DI FRANCESCO VILLA, DA TUTTI CONOSCIUTO COME IL “PILOTA ARTIGIANO” E LA VICENDA DELLA SUA AZIENDA, FONDATA INSIEME AL FRATELLO WALTER PER REALIZZARE MODELLI PRIMA STRADALI, POI DA CROSS E DA REGOLARITÀ, OTTENENDO, IN TUTTE LE CATEGORIE, SUCCESSI E AFFERMAZIONI.
foto di Annamaria La Penna
Senza temere di sbagliare, possiamo dire che Francesco Villa (1933 - 2020) è stato un protagonista del motociclismo italiano, come uomo, come costruttore e come pilota. Entrato nel 1955 alla Ducati in qualità di meccanico, quasi subito ha cominciato a gareggiare alla guida di Ducati, MV Agusta, Mival, Montesa e Mondial in diverse categorie e campionati, arrivando al Motomondiale nel 1958 dove si piazza terzo al Gran Premio di Monza. Dopo anni di affermazioni in pista e di collaborazioni tecniche con le principali aziende motociclistiche italiane, nel 1968 Francesco, insieme al fratello Walter, anch’egli pilota di buon livello, fonda la Moto Villa. È l’inizio della storia di una delle ultime, se non l’ultima, fabbrica di moto “artigianali” del nostro Paese: Francesco e Walter costruiscono moto stradali, nelle cilindrate 125 e 50 cm³; già nel 1969 una Moto Villa vince il Campionato Italiano Marche 125 e negli anni seguenti sono molteplici i successi delle Moto Villa, con importanti affermazioni nei principali campionati italiani ed anche in numerose competizioni estere. I primi anni ’70 vedono un susseguirsi di cambiamenti nei regolamenti dei campionati di velocità, che rendono difficile un costante adeguamento a una casa artigianale come la Villa. L’affermazione poi delle moto giapponesi (Yamaha, Honda e Suzuki) preclude definitivamente il mercato ai piccoli costruttori, decretando la fine di numerosi marchi.
La 125 EA Regolarità del 1983 protagonista del nostro servizio. L’esemplare è ancora totalmente originale e “gelosamente” conservata. La linea è slanciata e gradevole, soprattutto per l’epoca. Dalla foto della vista posteriore, si può notare la notevole escursione delle sospensioni, uno dei “fiori all’occhiello” della 125 EA.


La 350 Regolarità FV SD (Six Days) ’77 nelle immagini è di Tiziano Fagiani di Rapagnano (FM) da quando ha 18 anni. Dopo anni di abbandono in un capanno, nel 2021, il figlio Andrea, per i 60 anni del papà, ne ha curato il restauro totale.

Francesco, allora, abbandona definitivamente il settore delle moto stradali per dedicarsi esclusivamente alla costruzione di moto fuoristrada, sia da cross che da regolarità. Nel 1973 entra in produzione il modello CR, la prima moto con motore Villa nelle versioni Cross e Regolarità di 250 e 450 cm³, che sarà sostituita nel 1976 dalla serie FV di 250 e 350 cm³, bella e performante, fra le migliori di quel periodo e che ha vinto ovunque e tantissimo, sul suolo italiano ma anche sui campi di oltre frontiera. Nel 1978 viene presentata la nuova serie MX che sarà prodotta nelle versioni Cross e Regolarità da 250, 350 e 410 cm³, serie quasi subito completata dalle motorizzazioni 125 e 480, molto ambita in quel periodo. Ha telaio monotrave, serbatoio e scatola filtro in resina e tanti altri particolari tecnici all’avanguardia per essere bella, leggera, potente e moderna e porre la Moto Villa fra i costruttori italiani più importanti. Nel 1981 Francesco Villa costruisce la 125 TT4, una moto stradale destinata alle competizioni agonistiche che vincerà quello stesso anno il Campionato Italiano TT4 con Ezio Gianola, mentre le edizioni ’82 ed ’83 saranno vinte da Luca Cadalora sulla stessa moto. Dal 1982 le versioni da fuoristrada vengono dotate di forcellone in acciaio con monoammortizzatore (monosystem Villa) e raffreddamento a liquido, ottenendo ancora ottimi risultati sui campi di gara. I motori Villa saranno utilizzati con successo anche nei Campionati Kart 125. Ancora una volta Villa non è più in grado di competere con i colossi giapponesi che propongono sul mercato una vasta gamma di modelli a prezzi sempre più competitivi e nel 1984 interrompe definitivamente la sua attività. Francesco Villa continuerà il suo lavoro nel settore motoristico, arrivando a collaborare anche con la Lamborghini e dal 2015 riprenderà la costruzione di una moto da cross di 125 cm³, ma soprattutto si dedicherà alla manutenzione e al restauro delle sue moto, storiche ormai, conservate da appassionati e che ancora gareggiano nelle competizioni per moto d’epoca oppure fanno bella mostra di sé in esposizioni e musei o semplicemente fanno la gioia dei loro proprietari.
125 EA REGOLARITÀ
È la protagonista del nostro servizio. Acquistata nel 1983, è sempre stata nella famiglia dell’attuale proprietario. Ancora oggi, alla soglia
QUARANT’ANNI DI PASSIONE: LA STORIA DELLA MIA MOTO
“La vidi per la prima volta alla Fiera Campionaria di Santa Maria Capua Vetere nel 1982: ce n’erano due, una 250 ed una 125. Ero con dei compagni e per alcuni minuti rimanemmo incantati, ma nessuno di noi, io in primis, si sarebbe mai sognato nemmeno di desiderarla: sembrava davvero proveniente da un altro pianeta. Al compimento dei sedici anni, però, nell’estate del 1983, complice il buon andamento scolastico e una certa padronanza alla guida di moto di piccola cilindrata, mio padre mi portò in una rivendita di moto, che aveva tre esemplari in esposizione: una Cagiva Aletta Rossa, una Honda XL ed una Moto Villa da regolarità, tutte e tre 125… L’orientamento di mio padre fu subito verso le prime due, più “stradali” e meno grintose della Villa, ma io ero già stato abbagliato dalla sua imponenza e, accertatomi che la scelta non fosse condizionata da motivi economici (le altre costavano almeno un terzo in meno…) scelsi senza indugio la Moto Villa. E mai scelta è stata più felice! Da allora, infatti, ne sono stato il fiero possessore, sempre consapevole della particolarità di quella moto. Innanzitutto era unica: non ho mai avuto notizie che ce ne fossero altre nella mia provincia. Poi era potente: non ho mai gareggiato su campi da cross, ma certamente l’ho usata tantissimo e mi sono confrontato con molte moto in molte occasioni, dando filo da torcere anche a KTM di maggiore cilindrata sullo sterrato, mentre su strada Honda 400 e 500 hanno subìto la ripresa dello scattante motore 125. Però devo anche dire che non l’ho mai maltrattata. Nel tempo, ne ho sempre avuto molta cura e ho prestato molta attenzione alla sua conservazione, tanto che oggi, pur presentando i segni dei suoi quasi 40 anni di vita, si presenta ancora molto bene, nella quasi

La moto e il suo proprietario nel 1985.
dei quarant’anni, ci appare come un piccolo gioiello, bella, slanciata, moderna. Quello che immediatamente colpisce è la livrea Arancio - colore delle Moto Villa di quegli anni - ma colpisce anche la sua imponenza, la sua linea sinuosa ma decisa, aggressiva se vogliamo. Il telaio, a doppia culla, è in acciaio al cromomolibdeno che conferisce una notevole dose di robustezza senza essere eccessivamente pesante e la ciclistica, decisamente performante, fa di questa piccola 125 una moto estremamente maneggevole, facile e piacevole da guidare sia su strada sia sullo sterrato, destinata a piloti di statura medio alta. Un suo punto forte sono sicuramente le sospensioni, all’anteriore una forcella telescopica Marzocchi da 35 mm con perno avanzato, mentre al posteriore è stata dotata di un forcellone in acciaio con mono ammortizzatore Cortecosso/Marzocchi e leva di rinvio (Monosystem Villa). I mozzi ruota sono entrambi Grimeca conici con freni a tamburo da 125 mm, quello posteriore è flottante ancorato al telaio e non al forcellone. I bei cerchi dorati sono Akront TK, all’anteriore da 21 pollici (pneumatico 3.00x21 MT16) e al posteriore da 18 (pneumatico 4.00x18 MT 16). Cuore pulsante della moto è sicuramente il suo motore monocilindrico 2 tempi raffreddato ad acqua con aspirazione comandata da valvola a lamelle. Cilindrata 123 cm³ con alesaggio per corsa 56x50. L’imponente carburatore è un Mikuni di 34 mm e l’alimentazione è a miscela di benzina e olio al 3%. Accensione elettronica Motoplat. Frizione a dischi multipli in bagno d’olio e cambio a sei rapporti, diretto e facile da manovrare anche senza l’utilizzo della frizione. Nell’insieme un motore generoso, scattante, potente e robusto, capace di 26 CV a 10400 giri.
Alla 350 FV SD è stato rifatto il motore, cercando i pezzi trovabili online e facendo ricostruire dal meccanico Orazio Craia quelli irreperibili. Andrea ha invece proceduto con la verniciatura, che oggi è perfetta. Sotto, da sinistra, alcuni dettagli della 125 EA del nostro servizio: le leve di freno e frizione sono della Magura. Ulteriore segno di attenzione nella qualità costruttiva dei componenti. La sospensione posteriore, con monoammortizzatore a leva di rinvio (Monosystem Villa). L’efficiente carburatore Mikuni 34. I cerchi Akront da 21” all’anteriore e 18” al posteriore. Belli e robusti.





totale originalità delle sue parti: unica sostituzione, a mia memoria, poche settimane dopo l’acquisto, fu la campana della frizione, ovviamente in garanzia, probabilmente perché sottodimensionata. Ricordo chiaramente che il ricambio che ci fu fornito era stato rinforzato nella parte centrale per evitarne la rottura. Ripensando al passato, quello che mi ha sempre emozionato è stata la consapevolezza che queste motociclette venivano costruite “artigianalmente” da mani sapienti e appassionate e non certo da una fredda catena di montaggio industriale. Tutt’ora sono visibili piccoli segni di rettifiche fatte post-montaggio, come ad esempio la rientranza creata sul telaio a suon di martello per consentire il corretto funzionamento della messa in moto. Unico aspetto negativo che riscontro è l’invecchiamento delle plastiche, che cominciano a mostrare i segni del tempo, soprattutto su parafanghi e cupolino. Oggi, anche con l’esperienza e le conoscenze maturate nel ruolo di Commissario Tecnico Moto del Club Antichi Sanniti - Federato ASI, mi sento ancora più fortunato nel possedere una moto così unica!” Raffaele Piazza

I “protagonisti” del nostro servizio oggi… dopo quasi quarant’anni ancora insieme.